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Autore: eli09    06/07/2014    6 recensioni
Tessa, una ragazza di Bolzano che parte per Palermo per stare da amici. si ritroverà in una casa con sei ragazzi, tra qui un bambino, due sedicenni e tre della sua età. lei uscirà con alcuni di loro, ma solo uno le farà perdere la testa. amore, litigi e complicazioni aspettano la nostra Tess, che verrà catapultata in un mondo bello, intrigante, ma allo stesso tempo stronzo e esasperante. dal testo:
-“ Tess, io sono pentito di quello che è successo ieri, non doveva andare così, ma siamo finiti in uno Strip Club, abbiamo bevuto e poi più niente, buio totale. ma...” aggiunse, annullando la distanza tra i nostri corpi.
-“ ma?” dissi in preda all'ansia
-“ ma...” continuò lui “ se c'è una cosa di cui non mi sono pentito è di aver trovato il coraggio, anche se da sbronzo, di intrufolarmi nel tuo letto.” a quelle parole sbarrai gli occhi, e un secondo dopo mi ritrovai le sue labbra sulle mie.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-“ mamma, io... io non so se è il caso”

-“ scherzi Theresa!? la famiglia Bolen è nostra amica da anni, e si sono offerti di darti ospitalità per tutta l'estate in un altra città!”

-“ ma mamma, io qui sto bene”

-“ dai, hai già i bagagli pronti, ora te li carichiamo in auto e tu vai a salutare Claudia”

mia madre, quanto è testarda. Devo assolutamente salutare Cla, adesso. Quando arrivai davanti alla sua porta ero un po' titubante. Infondo era mia amica, non la avrei disturbata. Alzai il pugno e bussai. La porta si aprì e comparve la mia amica in camicia da notte.

-“ Tessa!” gridò il mio nome e mi butto le braccia al collo

-“ ciao Cla, mi mancherai tantissimo!”

-“ per tutta l'estate non ci vedremo, ma ti voglio sentire ogni giorno. Cerca di chiamarmi se puoi, o sennò mandami sms e-mail, non mi importa, basta che ci terremo in contatto!”

-“ ma certo... se solo penso che sarò a 1500 km di distanza... mi vengono i brividi!”

-“ non pensarci tesoro, goditi il soggiorno. E poi magari ti troverai anche un ragazzo...”

-“ missà che quando tornerò non vorrò più saperne di ragazzi per un po'. In quella casa ce ne sono sei!”

-“ COSA?! Se fossi in tè farei i salti di gioia tesoro!”

stavo per rispondere alla mia amica sovra eccitata, e che riusciva sempre a farmi ridere, che io non avevo motivo di essere felice. Mi sarebbe mancata troppo. Ma in quel momento vibrò il mio cellulare nella tasca posteriore dei jeans attillati. Era mia madre, le valige erano caricate e dovevo andare sennò perdevo l'aereo. Salutai la mia amica con un abbraccio di dieci minuti e ci promettemmo nuovamente di sentirci.

Nel vialetto di via Barletta c'era la macchina di mio padre, con lui al volante.

-“ allora Tess, andiamo?”

-“ si papà, ci puoi contare!”

in fondo non ero proprio così triste di andarmene. È vero, l'estate è lunga, ma riuscirò a sopportarla.

Arrivati in stazione una voce meccanica chiamo il mio volo, quello per Palermo e mi avviai sull'aereo, ignara di tutti i casini che mi aspettavano.

Dopo due ore di volo arrivai a Palermo, erano le 18.00 e già ero stremata. Dopo che scesi e che recuperai il mio bagaglio, una donna slanciata dai capelli biondi e boccolosi, occhi nocciola, più o meno sulla quarantina mi venne in contro tutta trafelata con un sorriso raggiante. Dietro di lei c'era un' uomo, anch'esso sulla quarantina, con capelli neri e corti, occhi azzurro cielo e lo stesso sorriso della donna.

-“ Tessa? Tessa sei tu?” mi chiese la donna, evidentemente felice

-“ si, sono io, e voi suppongo siate i signori Bolen”

-“ si piccola, siamo noi. Da quanto tempo, tua madre me lo aveva detto che ti eri fatta una bella donna. Sono così felice di vederti!” la donna, di cui ancora ignoravo il nome e mi vergognavo a chiederlo mi gettò le braccia al collo.

-“ anche io, grazie mille per la vostra ospitalità” mi divincolai dall'abbraccio insistente della signora Bolen. Quello che volevo ora era un letto e un bagno caldo.

-“ sarai stanca, vieni, ti portiamo a casa.” parlò per la prima volta il signor Bolen.

Durante tutto il viaggio rimasi distaccata, quando mi si rivolgeva qualche domanda mi limitavo a rispondere in modo secco, troncando ogni volta la conversazione. Io non ero così di solito, ma quel giorno ero nervosa, stanca e anche un po' triste. L'unica frase che riusci a recepire dalla signora Bolen, che avrei chiamato così finché non avrei scoperto il suo nome, fù “ speriamo che tu riesca a sopravvivere tre mesi con sei ragazzi. In caso ti causassero problemi vieni subito da noi, faremmo il possibile perchè tu ti senta a tuo agio!” ero riuscita a rispondere con un misero “grazie” per poi chiedermi cosa mi aspettava.

Quando arrivammo non notai nemmeno il nome della via, sapevo però, che tra più o meno una settimana, sarebbe iniziato il corso estivo a cui mi ero iscritta lì a Palermo. Il corso era un buon pretesto per tenere allenata la mente in quei mesi, dato che il prossimo anno avrei dovuto affrontare gli imminenti esami del liceo. Appena arrivati i signori Bolen mi aiutarono a prendere i miei bagagli dal bagagliaio, e il signor Bolen mi sussurrò all'orecchio

-“ in caso non ti ricordassi, io mi chiamo Richard, e mia moglie si chiama Charlotte” così dicendo mi guardò e mi fece l'occhiolino, per poi tornare a dedicarsi alle mi valigie. Appena varcai la soglia ed entrai in casa, un nanetto con capelli castani e dritti come spaghetti, che li arrivavano fino a metà viso, mi venne addosso, facendomi barcollare. Il bimbo alzò gli occhi verso di mè, due splendidi occhi nocciola, poi mimò con la bocca uno “scusa” e se ne andò verso il divano, per poi sistemarsi in braccio ad uno dei tre ragazzi che ci stavano sopra. Tre erano seduti comodamente sul divano, e gli altri due erano per terra. Tutti rivolti verso la tv, con popcorn e bandiere in mano, questo voleva dire partita di calcio in tv. Cinque bellissimi ragazzi, tutti più o meno della mia eta, a parte due che avranno avuto sedici anni. Io avevo appena compiuto i diciotto, e stavo letteralmente impazzendo per quella visione. Quando Chartotte gridò, distogliendomi dai miei pensieri

-“ Ragazzi, siamo arrivati con l'ospite. Alzate quelle chiappe e venite a salutare!”

mi ritrovai al centro dell'attenzione, completamente imbambolata e senza parole. Poi un ragazzo stupendo dagli occhi blu cielo del padre e capelli biondi della madre si fece avanti e disse

-“ ciao, tu sei Teresa vero?!”

-“ si, ma potete chiamarmi Tessa...” avevo la gola secca, ed ero costretta a stare in piedi con dei jeans attillati neri e una camicetta bianco-trasparente che lasciava intravedere il mio reggiseno grigio.

-“ su ragazzi aiutatela coi bagagli, noi andiamo in cucina a preparare la cena” disse Charlotte, per poi scomparire dietro una porta.

Rimanemmo diversi minuti in salotto, nei quali io diventai bordeaux, e i ragazzi mi fissavano

-“ forse sarebbe meglio sbrigarci. Non so voi ma io voglio tornare a vedere la partita” disse un dei due ragazzi che avranno avuto sedici anni. Aveva i capelli scuri, del padre e occhi chiari della madre, sarebbe stato affascinante, se non per il suo carattere.

-“ Okay, hai ragione, sarebbe meglio iniziare con le presentazioni” disse il ragazzo stupendo

-“ io mi chiamo Jake” aggiunse, e io fui felice di dare un nome a un volto perfetto.

-“ Luke” disse un ragazzo di più o meno sedici anni, coi capelli castani e occhi nocciola

-“ Marco” anche lui un ragazzo di sedici anni, che non mi ispirava simpatia poiché aveva anteposto la partita alle conoscenze. Era tutto vestito di nero, con occhi nocciola e capelli anch'essi neri.

-“ Matt”lui era identico al padre, ad occhio e croce aveva la mia stessa età, era alto, con occhi azzurri e capelli neri.

-“ Rick, e lui è Max” disse quest'ultimo, prendendo in braccio l'ammasso di capelli che mi era venuto addosso prima. Rick aveva capelli, non del tutto neri, ma molto più scuri degli altri e occhi azzurri. Cazzo, Rick, Jake e Matt erano fottutamente affascinanti.

Quando mi resi conto che tutti mi stavano osservando e che proprio i tre carini stavano ridendo sotto i baffi, probabilmente per il mio rossore, mi decisi a parlare

-“ felice di conoscervi, mi chiamo Tessa. Vorrei andare in camera mia ma non so dove sia e...”

merda, sembravo una macchinetta.

-“ tranquilla, vieni e te la mostriamo” così dicendo Rick mi prese una valigia, Matt l'altra e Jake i miei due borsoni e salimmo le scale per andare al piano superiore. Finalmente non avevo tutto quel peso sulle spalle.

Solo quando raggiunsi la porta della 'mia' camera notai che eravamo solo noi quattro. Probabilmente gli altri erano davanti alla partita. Come per confermare i miei sospetti dal piano di sotto partì un' urlo -“ GOAL!”

Vidi tutti i ragazzi drizzare le orecchie, guardarsi a vicenda e poi entrare in camera.

-“ ecco qua!” disse Rick

-“ Grazie...”

-“ tu che scuola fai?” chiese Jake

-“ liceo scientifico. Tu?”

-“ anche Matt!” disse questo entusiasta e poi continuò “mentre io faccio le professionali”

-“ ah... ” cosa dico ora? Proprio quando stavo per cadere in crisi, una voce parlò, e fu la mia salvezza

-“ okay, capito, sei esausta, togliamo il disturbo” disse Matt

-“ grazie, ci vediamo a cena”

tutti e tre si girarono, mi sorrisero e chiusero la porta. ODDIO, sto per avere un' infarto a soli diciotto anni! Ero esausta, stremata, stavo collassando e non avevo neanche fame. Mi distesi sul letto e aprì la mia valigia. Tirai fuori shampoo, doccia schiuma e un asciugamano e mi spogliai, rimanendo in mutande e reggiseno. Una bella doccia è quello che mi ci voleva. Mi avviai decisa verso il bagno e aprì la porta... non lo avessi mai fatto! Mi ritrovai davanti Jake con un asciugamano in vita, con solo un asciugamano in vita. Come una scema mi fermai ad ispezionare ogni centimetro del suo corpo, fin dove il mio occhio poteva arrivare. Ci mancava solo che sbavassi. Poi, d'improvviso mi resi conto di essere in intimo anche io, quindi presi l'asciugamano e lo misi attorno al mio busto, in modo da fermarlo sul seno

-“ ehm... scusa... io non... non volevo... non sapevo ci fosse qualcuno!” cercavo una scusa decente, mentre il rossore faceva capolino sul mio viso.

-“ nono, tranquilla, infondo non sono nudo.” ancora quel suo fottuto sorriso... rischiavo di eccitarmi solo per come mi guardava, con quegli occhi blu enormi.

-“ okay, beh, allora esco.” ma certo, è ovvio. STUPIDA, STUPIDA, STUPIDA! Girai i tacchi e feci per aprire la porta, quando lui parlò

-“ se vuoi puoi... restare qui”

-“ mentre ti fai il bagno?!” o mio dio... non ci credevo, che sperava che facessimo?!

-“ nel senso, tu puoi fare la doccia e io il bagno. Non pensare male, la doccia è sulla destra del bagno, e c'è un muro che divide vasca da bagno e doccia. Te lo dico perchè a breve si cena, e non so se hai notato il numero di persone della mia famiglia, ma credo tu riesca a capire che dopo cena poi non potrai più farti la doccia”

non sapevo cosa dire, come articolare la frase, volevo accettare ma...ma l'idea che ci fosse un ragazzo nudo ad un muro di distanza da mè non mi facilitava le cose, e nemmeno sapere che ero in astinenza da sesso da un' anno. E se avesse finito prima lui? O se avessi finito prima io? Ci saremo visti nudi e... okay, okay, dovevo finire prima io!

Riuscii a bofonchiare un “va bene” e mi diressi verso il muro. Dietro il muro mi tolsi intimo e asciugamano e li appesi alla doccia. Quando stavo aprendo l'acqua sentii l'asciugamano di Jake cadere a terra, e il mio cuore perse un battito. Quando lo sentii entrare nella vasca, però, mi rilassai e aprì il getto d'acqua, che mi fece sentire a mio agio. Il mio povero cuore però era destinato all'infarto dato che mentre mi insaponavo avvertì che lui era uscito dalla vasca. Tutta nervosa mi sporsi e afferrai al volo il mio asciugamano... che non era il mio! Ma di chi cazzo era quell'asciugamano... oh no, no, NO! Sono un disastro, avevo afferrato per sbaglio il suo asciugamano!

-“ ehm...” mi girai e vidi Jake davanti alla doccia “ quello è il mio asciugamano...” continuò

-“ oh, si scusa, è che io ne avevo afferrato uno a caso per...” non mi lasciò finire la frase che mi interruppe

“ beh, puoi sempre togliertelo e ridarmelo...” ammiccò, con un ghigno

-“ c-cosa?!” non poteva essere vero, lo guardai minacciosa e dissi “ te lo ridarò quando sarò andata in camera mia, e avrò indosso qualcos'altro oltre che quest'asciugamano.

Così dicendo mi appiattì contro il muro, per passarli affianco e sgattaiolare via... ma non fù così facile, perchè mi prese per un polso, mi mise di schiena contro il muro e mi baciò. Fu un bacio lieve, a fior di labbra, che fece correre il mio cuore. Dopo poco si staccò, e rivolgendomi uno dei suoi migliori ghigni si diresse verso la porta, fermandosi sulla soglia e dicendo

-“ci vediamo a cena Tess” con tono eccessivamente sensuale. Poi mi voltò le spalle e se ne andò, lasciandomi contro il muro, con il fiato corto, con indosso il suo asciugamano, tutta insaponata, con le guance in fiamme e il suo sapore sulle labbra. Sarebbe stata l'estate più lunga della mia vita!

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

ciao a tutti... spero che vi piaccia la mia storia, dato che io mi perdo nel scriverla. dico già che nelle note sarò breve, a meno che non ci sia qualcosa da dirvi. in alcuni capitoli non ci saranno neanche le note finali, ma mi sembrava giusto metterle nel primo capitolo. la storia mi appassiona tanto e spero che lo farà anche con voi. dovrei pubblicare ogni due/tre giorni. dato che ho già scritto alcuni capitoli prima di pubblicare questo. aspetto i vostri giudizi,

un bacio

Eli :3

   
 
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