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Autore: kannuki    13/07/2014    1 recensioni
"Elena Gilbert ha parlato di un incidente con l’Altro Lato. Mio fratello morto carbonizzato è appena apparso nel salotto. La madre che mi detesta ha trovato il modo di reincarnarsi. Che cosa pensate di fare, tu e le altre streghe, per queste fughe improvvise?"
“Un bel nulla, non dipende da noi. L’Ancora è scomparsa e molti hanno trovato il modo di tornare.”
“Puoi rintracciare una persona che potrebbe essere fuggita dall’Altro Lato?”
“Ci provo. Chi è?”
“Damon Salvatore, il fidanzato di Elena.”
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Don’t underestimate the allure of darkness. Even the purest of hearts are drawn to it.”

 

Bella prova, Elena.

Siamo arrivati tardi e ci siamo finiti in mezzo. Sono stata la prima ad entrare, senza seguire il consiglio di Enzo di andarci cauta e passare dal retro, e sono stata la prima ad essere morsa. Due volte. Non c’è muscolo che non urli di dolore. Quando cerco di muovere le dita delle mani, non le sento. Non c’è corrispondenza fra quello che ordino e quello che accade. Il veleno agisce in 24 ore, come fa ad essere così rapido?! Centra il fatto che peso cinquantatre chili scarsi?

Mi hanno morso e gettato sul tavolo da biliardo. Sono atterrata fra le palline ed una è anche finita in buca. Mi convinco di non essere spacciata e cerco di afferrare la stecca che giace buttata con noncuranza accanto al mio orecchio destro, ma qualcuno più rapido la conficca nel mio sterno, mancando di poco il cuore. Il cuore nero intriso di veleno. Le convulsioni si acuiscono e – finalmente! - svengo per il dolore.

///

“Che c’è?”

“Un brivido... puoi spingere sull’acceleratore? Ho una brutta sensazione…

Benché fosse certa che non fosse dovuta alla bassa temperatura, Caroline sollevò il finestrino frugando in cerca del cellulare. “Elena non risponde” soffiò e mosse nervosa la gamba destra. “Quanto manca ancora?”

“Poche miglia.”

“Faremmo prima a piedi. Senza offesa.”

Stefan sollevò due dita dal volante ma il piede affondò sul pedale del gas. D’istinto, le strinse la mano abbandonata sul ginocchio sinistro. “Nel caso, avrò bisogno del tuo aiuto per tornare in me.”

Caroline stava per replicare ma la paura aveva aggredito ogni singola fibra nervosa. Annuì, non fidandosi della voce. “Chiamo Rick e Jenna per vedere se sanno qualcosa.”

///

Il rantolo di dolore si era perso nelle grida dei morenti, ma Klaus l’aveva registrato come un lungo tremore che riteneva dovuto all’adrenalina e non si era fermato a pensare. Nella sua mente imperava l’ordine di ‘sterminare e punire’, così fece quello che gli riusciva meglio: squartò e sgozzò ogni singolo nemico che intralciasse il cammino finché non furono tutti morti e l’imprecazione di Elijah non lo riportò alla realtà. Fu il nome a scuoterlo. Il ripetuto ‘no’ di orrore del fratello.

L’ultima immagine di Elena Gilbert comprendeva un’acconciatura scomposta, una sexy t-shirt che copriva un pelo le mutandine e il rossore delle guance mentre gli gridava assurdità sulla ‘scelta di un binario’ che la sua mente aveva registrato come un ridicolo chiacchiericcio senza senso. Era sola, seminuda, indifesa e c’erano delle catene appese al suo letto. La mente aveva fatto gli straordinari per cinque secondi, prima che la ragione schioccasse le dita di fronte agli occhi, e lo riportasse alla realtà di una donna arrabbiata che lo stavo costringendo a fare una scelta imponderabile.

Ora si rifiutava di riconoscerla nel cadavere trafitto che giaceva e gambe e braccia aperte su un insanguinato tavolo da biliardo.

Elena Gilbert era livida, immobile e fredda.

Elena Gilbert era morta e qualcuno pietoso – forse il fratello – le aveva chiuso gli occhi.

Klaus si avvicinò esitante e gli occhi si inumidirono ad ogni passo. Dovevano chiuderla così, senza una risposta… senza aver litigato un po’…

Il suono di ossa rotte quando il vampiro estrasse la stecca spezzata, fu uguale a tanti altri suoni orribili che aveva udito nella sua vita. Le ossa di Elena Gilbert non erano diverse dalle altre ossa. Il suo corpo non reagiva diversamente al veleno. Klaus le sfiorò la fronte, infilando piano le braccia sotto le ginocchia e il collo. La testa ciondolò verso il bicipite e lì si assestò.

“Ed ora devo dirlo a Caroline…” disse con voce roca mentre Elijah trascinava fuori Enzo da un mucchio di cadaveri. L‘uomo imprecò quando la vide. Imprecò perché non sapeva che altro dire e tacque assestando un paio di calci arrabbiati ad un licantropo morto poco distante. “Dov’è, la vostra maledetta strega?!”

“Qui.”

Davina è accorsa quando ha sentito le urla. Le scarpette basse sono macchiate di sangue. C’è Kol con lei, la segue ad una breve distanza. Dall’espressione sul viso, Klaus è sicuro di parlare con Ayana e non con la ragazzina dal vestitino sporco.

“Hai detto che ci avresti parato il culo, è vero o no?!”

Klaus urla e la voce è troppo alta, troppo carica e l’adrenalina gli scorre di nuovo nelle vene. 

“La discendenza di Amara sta morendo ma c’è speranza.”

“Speranza un cazzo, è morta e toccherà a me dare la brutta notizia!” 

“C’è ancora un po’ di vita in lei. Usa il tuo sangue, Niklaus. Guariscila.”

Ma è livida e la stecca ha trapassato il cuore! Non riesce a carpirne il battito, c’è troppa agonia attorno a lui. Enzo sgombera due tavolini e li unisce. “Forza, prima che arrivi la biondina. Con quella c’è poco da scherzare, è una tritapalle…

“Non capisco cosa vi aspettiate da me… o da lei” ringhia adagiando il corpo sui tavolini. Klaus morde il polso e lascia scivolare le gocce di sangue sulle labbra. Può spremersi le vene, non tornerà in vita.

“Qua facciamo notte.” Enzo le afferra il mento e le apre la bocca. Una goccia di sangue cade direttamente sulla lingua. “Se si sveglia e ci trova così, le prende un colpo” ridacchia, nervoso. “Quanto tempo ci vuole, di solito?”

“Di solito sono vivi.”

“Ma vaffanculo” soffia tirando via una goccia dalle labbra secche della ragazza. “Scusa, eh. Ho rimediato un morsetto anche io.”

“La banca del sangue è chiusa, arrangiati.” Klaus posa i pugni sul tavolo e la guarda. Il buco nero cicatrizzato. Eccolo lì. “Kol renditi utile… va fuori a controllare la situazione.”

Per la prima volta, caso strano, il ragazzo obbedisce.

“Che vi è saltato in mente di venire qui? Sapevamo dell’imboscata, li abbiamo provocati apposta.”

Enzo batte una mano sulla coscia, seccato. “Che cazzo ne sapevo! Mi ha chiesto di sorvegliare la mafiosa, l’ho fatto! Stavamo venendo ad avvertirvi!”

“Ragazzo, ci muoviamo in queste situazioni da secoli! Non abbiamo bisogno…

“Fratello, basta.” Elijah si intromette fra i due uomini, alzando le mani. “Non possiamo incolpare nessuno ma solo biasimare noi stessi se siamo giunti a questo punto.”

“Fate silenzio, si sta svegliando.”

Quella ragazzina è inquietante. Klaus le lancia un’occhiata e torna a fissare Elena che rinviene lentamente, un battito di ciglia alla volta, contro tutte le aspettative.

“A me piace amoreggia' pe' le strade in liberta'…”

Oh dio, quella pronuncia liquida! Perché, Signore?! Perché proprio a me questa croce? Sospiro e muovo la testa. Sono sdraiata sul duro ma il dolore al torace è svanito e il bruciore ai muscoli pure. “Risparmiami, Enzo…

Sento le voci dei fratelli sopra di me. Apro con cautela gli occhi e li sbircio a turno. Elijah è sollevato, Enzo ha la sua stessa espressione e Klaus è incazzato come al solito. Ha il braccio sporco di sangue ma il resto dei vestiti non è messo meglio. Infilo un dito nel buco della mia maglietta. Ah sì… lo ricordo. Purtroppo. “Complimenti, signori. Non è da tutti farmi svenire” scherzo alzandomi piano piano a sedere. “Lo rifacciamo in un posto più comodo e pulito?”

Enzo sghignazza e mi da una pacca sulla spalla affermando che non li reggo tre uomini, Elijah fa una strana smorfia e si guarda attorno, Klaus ha lo sguardo lontano e i lineamenti tesi. Vorrei ringraziarlo del disturbo, ma imbocca la porta proprio mentre sopraggiungono Caroline e Stefan. Stefan lo trattiene nel locale, lei quasi corre verso di me, evita Enzo che le ha spalancato le braccia e dopo un istante i suoi capelli mi finiscono in bocca. Nello stesso istante, Kol torna dentro consigliando una fuga rapida. Da come la mette giù, sembra stia arrivando anche la guardia nazionale. Defilarsi è una buona idea. Anche se ci ho scherzato, sto ancora tremando di paura. Elijah mi chiede di tornare a casa con loro. Solo per una notte, per sicurezza. Caroline vuole restare a farmi compagnia. Enzo la invita a non ‘rompere le balle’ con il pigiama party, Stefan la fa riflettere sul fatto che ‘forse’ voglio solo dormire, lei diventa aggressiva – come sempre quando viene contraddetta - e hanno il loro primo litigio. Posso esprimere un parere su una cosa che mi coinvolge? No, eh?

Klaus mi guarda e non dice niente. Sparisce nel fragore dei fuochi d’artificio che continuano indisturbati e nelle sirene della polizia, lasciando orme insanguinate sul marciapiede. Se mi odia, perché non ha lasciato che morissi?

///

Here I go

Going down, down, down,

My mind is a blank,

My head is spinning around and around,

As I go deep into the funnel of love.”

“Non dormi?”

I get weak in the knees-click.

“Non ci riesco.”

Lascio ciondolare le cuffiette attorno al collo mentre Hayley si siede su mio letto, una gamba piegata sotto l’altra. E’ sempre enigmatica e bellissima. “E’ stato lo spirito della strega che risiede in Davina a salvarti la vita, i ragazzi ti credevano morta.”

“Vatti a fidare degli uomini...”

Enzo mi ha detto che è stato proprio un ‘brutto vedere’. Sembravo priva di vita, con quella scheggia di legno infilata a pochi centimetri dal cuore e la pelle livida per il morso. “E’ rimasta un po’ di tisana?”

“Giù per lo scarico del lavandino. Vuoi…

“No, faccio io. Tanto non ho sonno” mormoro sentendomi vagamente in colpa per aver rifiutato la compagnia di Caroline. Voglio stare da sola, tutto qui. Hayley non è stressante come Caroline, sa quando fermarsi.

“Ti faccio vedere una cosa.”

Sbircio la foto sul cellulare. Mi manca poco per mugolare come quelle cretinette che incontri in strada, fissate con i bambini o i cani. Hope è bellissima e sembra non aver preso dal padre… è così allegra, nella foto. “Che splendore…” E’ la gioia della sua mamma e dimostra che Hayley ha così tanta fiducia in me da portarmi le prove della bambina viva.

Quando se ne va per mettere al sicuro il suo tesoro, scendo in cucina con passo felpato. Kol sta rientrando in quel momento. Mi guarda, si stupisce che sia lì, poi ricorda e mi ignora. Sono tutti strani, in quella famiglia. Quasi tutti. Preparo la mia tisana e mi accampo in salotto. Ci credete che non ho idea di dove si rintani Elijah? Non penso dorma con Hayley. Li ho visti adorarsi a distanza e mantenerla fisicamente. Ma come fa? Non le viene mai voglia di…

“Tesoro, stai bene?”

Lupus in fabula. “Non dormo e non penso dovreste farlo neppure voi. Non temete altre ritorsioni da parte di Francesca? Potrebbe venire qui ad incendiarvi la casa.”

“Non lo farà. Abbiamo queste ora.”

Uhhh, le pietre! Ma chi le ha prese e quando? Apro il sacchetto che odora un po’ di vaniglia e cannella… beh, in fondo erano nascose in una biscottiera. Sassi scuri, niente di speciale.

“L’appuntamento di Davina con Kol era un modo per forviare il nemico ed avvicinarsi alla casa di Francesca senza destare sospetti. Kol è un buon ladro, dobbiamo ammetterlo.”

Una cosa di cui vantarsi alle cene di famiglia. “Beh, allora noi possiamo anche andarcene. Avete ottenuto quello che volevate e il branco di Jace vi aiuterà a riportare ordine in città” dichiaro con la stessa violenta leggerezza che usò Jeremy per decidere il mio futuro la notte della festa. Mi chiedo ancora come sarebbe stato il… ballo.

“Vi preferiamo sapervi al sicuro.”

Devio lo sguardo sul camino spento. Parla per te. A Klaus non frega niente di niente. Se non l’avessero costretto, mi avrebbe lasciato morire.

“Sono felice di vederti viva.”

Liscio le pieghe dei pantaloncini con una mano. Sto tremando e ho bisogno di una stretta. Allungo il passo verso di lui e gli circondo le spalle con un braccio. L’altra mano regge ancora la tazza vuota. Elijah esita e ci mette un po’ a ricambiare. Forse le cose con Hayley andrebbe meglio se fosse un pochino più espansivo. “Grazie lo stesso.” Gli sorrido e mi muovo in direzione della scalinata, poi ricordo che ho la tazza in ostaggio e subito torno dabbasso, voltando per la cucina. Lo vedo con la coda dell’occhio e appena lo registro mi fermo. Anche Elijah lo sta fissando, perplesso. Klaus è appena rientrato ed è arrabbiatissimo, a livelli che non ho mai visto prima. Qualunque cosa gli sia successa, non voglio entrarci. Poso la tazza nel lavello e torno in camera mia senza voltarmi indietro.

///

Mi sento un po’ scema con quella ciotola di latte in mano e nessuna colonia di gattini a cui dare da mangiare. Eppure erano qui, la volta scorsa. Confusa, gratto la testa e torno dentro. Come previsto non ho dormito molto e mi sono alzata presto per fare un po’ di jogging attorno alla villa. Faccio una lunga doccia fresca. All’alba l’aria pizzicava ma passata un’ora, si era già riscaldata abbastanza da farmi desiderare l’aria condizionata. Mando un messaggio a Caroline per informarla che sto bene e le raccomando di non litigare con Stefan. Lo leggerà quando accenderà il cellulare o smetteranno di… mh… non ci pensare. Faccio un rapido conteggio delle nature delle persone presenti in casa e decido la colazione. Come previsto, l’unico a ringraziarmi dal profondo dello stomaco è Kol che spazzola tutto con la voracità tipica degli adolescenti. “Sto crescendo” mugola fra un boccone e l’altro. Ha sentito l’odore nell’aria e mi è arrivato alle spalle mentre friggevo il bacon. Lo ricordavo meno alto.

“Perché prepari la colazione in una casa di vampiri assetati di sangue?”

“Per gentilezza e cortesia” rispondo. “Assetati è una parola grossa. Non credo di averli mai visti nutrirsi da quando sono qui.”

“Come sta il fratellino?”

Stronzo. “Ricordati che sei solo umano.”

“Mi stai minacciando?”

“Ti appendo al muro come un trofeo, ragazzino” sorrido.

“No, non ho spazio nello studio e nel salotto stonerebbe.”

La battuta sarcastica di Klaus ci coglie di sorpresa entrambi. Già sveglio? Gli lancio una sguardo da capo a piedi. Ha dimenticato qualche pezzo di vestiario ma anche se sono abituata a Jeremy che gira in boxer e maglietta per casa di prima mattina, non è certo la stessa cosa. Non è mio fratello.   

“Dov’è, la mia vergine? Un vampiro assetato di sangue non mangia bacon e uova.”

Scherza e non so se è un buon segno o meno. “E’ difficile trovarne una a quest’ora” borbotto e gli presento una tazza, rossa dentro e fuori.

“C’è rimasta solo la sua ragazza” risponde, allegro.

Kol mugugna e lo guarda male per parecchi secondi. “Non hai mai avuto una cosa bella e pura in tutta la tua vita. Parli per invidia.”

Bella e pura. Il ragazzo è preso. Sorrido cercando di non farmi vedere. “Ho un dubbio circa la dieta di Hayley. Cosa mangia ora?”

“Non ti dar pena. E’ tornata carnivora” mormora facendo un vago gesto della mano.

In che senso?

Klaus alza le sopracciglia e sorride, indicando il soffitto. Oh. Ma dai? Sono contenta. E invidiosa. “Proporrei di togliere le tende...”

“Sono avanti a te, secca.” Kol infila l’ultimo pezzo di pane in bocca e tira indietro la sedia. “Ho un appuntamento.”

“Con la cosa bella e pura?”

Invidia… oh, invidia!” declama portando due mani al cuore e terminando con un dito medio in direzione di Klaus.

Temo il momento in cui resterò sola con lui, ma ancora una volta Klaus mi stupisce.

“Chi cucina non pulisce” mormora togliendomi le stoviglie di mano. “Siediti lì.”

Matto. Mi arrampico su una sedia, appoggiando il braccio destro allo schienale e scuoto i capelli che sento appiccicati alla testa.

“Elena, non puoi lanciarti alla cieca. Non sei indistruttibile e se non fosse stato per la strega, il tuo nome sarebbe comparso sul muro accanto a quello di mia figlia.”

Ha preso i piatti e li ha messi nel lavandino. Non ha alcuna intenzione di lavarli, solo di fare la paternale a me. “Sono stata avventata” ammetto, riaprendo l’acqua e spostandolo con un colpetto di bacino. Dove tengono il detersivo… ah, eccolo. “Hayley mi ha fatto vedere una foto. È stupenda.” Miro basso e gli strappo un sorriso di orgoglio paterno. “Ne avete altre?”

“Non cercare di manipolarmi, disgraziata.”

Ammicco, mostrando la punta della lingua.

Klaus sospira, arreso. “Ho i miei tempi, Gilbert. Non pretendere più di quanto riesca a dare.”

“Sei fissato e paranoico. Ho solo preparato la colazione e lavato i piatti.”

“Mi piace vederti lavare i miei piatti…” mormora stringendo gli occhi.

“Perché sei maschilista e pensi che il posto di una donna sia la cucina e la camera da letto.”

“Smetti di blaterare stupidaggini” bisbiglia piegando la testa. “Per quanto ti desideri, non dimentico il tuo recente lutto e non approfitterò di un momento di debolezza.”

Finisco di asciugare le stoviglie e lo guardo, incerta sulla risposta.

“Elena, non sono così insensibile da non provare niente. Se ti scopro trafitta a morte, mi viene il malumore.”

Odio quando mi parla con quel tono di voce. Lui non lo sa, ma le mie difese si abbassano notevolmente.

“Guardami negli occhi e non mentire. Cosa provi per me?”

Ha rigirato la domanda! Che figlio di… “Un bacio non può creare tutto questo casino…

“Non gliel’hai mai detto” mi interrompe, intrappolandomi contro il lavandino. “Perché non gliel’hai mai detto?”

Perchè tira fuori Damon? Mi fa sentire ancora più in colpa. “N-non lo so… non contava… avevo altre cose a cui pensare…

“Avete più fatto l’amore?” Klaus mi solleva il mento con dolcezza ed io penso che no, non l’abbiamo più fatto dall’ultimo litigio. Ma il motivo non era lui, erano i problemi! Liv, i Viaggiatori, le prese di posizioni estreme. Poso le mani sul suo torace e lo allontano, stendendo piano le braccia. “Basta così.”

“Che cosa vuoi, Gilbert? La connessione sentimentale? Il sesso? Qualcuno che ti porti la colazione a letto, la mattina?” insiste.

Ha sempre avuto un ottimo frasario a cui attingere. Perché usa le mie parole? “Ho detto ‘basta così’.”

“Io voglio tutto questo, Gilbert. Tutto. Puoi darmelo o dobbiamo continuare a litigare fino alla fine dei tempi?”

 

  
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