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Autore: Free air    08/09/2008    3 recensioni
Cinque modi per dire "ti amo"... Cinque one-shot, su cinque coppie diverse. Cinque dichiarazioni che la Rowling non ha mai descritto. Mi piace immaginarle così.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci infine all’ultimo capitolo. Devo dire che mi sono davvero divertita nella scrittura di questa fan fiction, soprattutto per quanto riguarda James&Lily, e che mi è venuta voglia di scrivere alter cinque shot, con nuovi protagonisti. Che ne dite? Vi ringrazio ancora per aver letto e commentato, e spero che lo farete di nuovo. Perdonatemi le obbrobriose poesie (che non possono neanche essere definite tali) all’inizio e alla fine, ma ci stavano bene. Ora vi lascio alla lettura, buon divertimento! (la shot è un po’ lunghetta, scusatemi…) ;-)  Kisses, Sara

 

 

Five ways to say “I love you

James&Lily

 

“Ti dirò ti amo quando non vorrai sentirmi,

e il vento coprirà il tuo volto di carezze.

Ti dirò ti amo se potrai guardarmi,

mentre combatto per il nostro amore.

Ti dirò ti amo senza emozionarmi,

quando poi spezzerai il mio cuore.

Ti dirò ti amo sussurrando, piano

Perché tu capisca quanto è vero.

E ti dirò ancora che ti amo, come in sogno,

aspettando che anche tu lo dica a me.”

 

Era una giornata d’autunno come tante, solo che il freddo iniziava a farsi sentire e passare le giornate in riva al lago stava diventando una vera tortura. Le torri del castello svettavano minacciose all’orizzonte, come presagi di un prossimo temporale contro le nuvole stagliate in cielo.  Lily chiuse il libro, arrabbiata perché con il vento che tirava era davvero impossibile leggere in pace. Adagiandosi per bene sul suo mantello, ben poggiato a terra, si sdraiò, stanca, con l’intenzione di concedersi un breve ristoro.

James e Sirius camminavano allegri nel castello. Avevano appena saputo di aver preso degli ottimi voti nel compito di “Difesa contro le arti oscure” e, resi ancor più tronfi dalla situazione, se ne andavano in giro a pavoneggiarsi e fare incantesimi, pur sapendo benissimo che nei corridoi era proibito. Del resto, amavano provocare Gazza, il custode, che ce l’aveva in particolare con loro due. Avevano appena finito di tingere un’intera armatura di un rosso molto acceso, quando Sirius si fermò vicino ad una finestra.

-Dai! Muoviti! Se vogliamo fare anche gli altri colori dobbiamo sbrigarci!-

Ma il ragazzo non l’ascoltava: sembrava assai concentrato su qualcosa nel parco, finchè un grosso sorriso gli illuminò il volto. Con noncuranza, si girò ad osservare l’amico, che, in un gesto assai consueto, si stava sistemando i capelli costantemente spettinati.

-Indovina un po’ chi c’è in riva al lago?-

James comprese e sorrise di rimando –Credevo che si fosse rintanata nel dormitorio femminile! Ci vediamo dopo, amico!- e sparì nella rampa di scale più vicina.

 

Lily, anche se non ne aveva l’intenzione, si era addormentata con il libro ancora stretto in una mano, ma il suo era un sonno assai poco tranquillo, perché cominciava ad infreddolirsi e a stare scomoda. Stava per avere un infarto, però, quando aprendo gli occhi si accorse di non essere sola.

-Che diavolo ci fai tu qui?- sbraitò mentre si metteva velocemente a sedere, e infilava con foga i libri nella sua borsa. James si limitò a guardarla divertito, per poi aggiungere –Mi dispiace che tu non sia contenta di vedermi, ma era così bello osservarti mentre dormivi…-

Lily arrossì, e chinò la testa. Ce l’aveva ancora con lui per un litigio avvenuto da poco tempo, in occasione del loro primo appuntamento. La ragazza si era arrabbiata moltissimo quando James, a metà del loro incontro, che stava peraltro procedendo benissimo, era stato chiamato da Sirius in una sorta di specchietto che si portava sempre dietro, a causa di quello che il giovane Black aveva chiamato “Il nostro piccolo problema peloso”. L’aveva lasciata lì sola, senza neanche una spiegazione, e lei si era molto arrabbiata, tanto da non avergli più rivolto la parola.

-Bene, lo spettacolo è finito, perché io me ne torno al castello.-

-No, Lily, aspetta, per favore. Io volevo chiederti scusa per l’altro giorno, ma vedi…-

Lei, che si era già alzata e si avviava verso il portone principale, si voltò di scatto, improvvisamente infervorata. –Chiedermi scusa? Mi sembra il minimo, James. Ma mi dispiace, sono io che devo farti le mie scuse: non sarei mai dovuta uscire con te, e me ne rendo conto solo ora.-

-Dai, non fare così. Io, ti assicuro, non potevo fare altrimenti… Non ti avrei mai lasciata sola se non si fosse trattato di una vera emergenza. –

Lei inarcò le sopracciglia, anche se si vedeva che era prossima al pianto.

-Una vera emergenza, eh? E allora non vedo perché, ora che è passata, non puoi dirmi di cosa si trattava! O non vuoi raccontarmi niente, perché non tieni abbastanza a me da volermi fare partecipe della tua “strabiliante” vita?-

Il ragazzo chinò la testa, palesemente combattuto tra il desiderio di tacere e quello di rivelare alla ragazza tutta la verità. Invece, piano, disse –Non puoi credere che io non tenga a te. Ti amo, Lily, e lo sai, ma non posso, proprio non posso dirtelo.-

Una lacrima solcò il viso della giovane, mentre i capelli erano mossi dal vento sempre più forte.

-Non ho alcuna voglia di ascoltarti, James.-

E corse via nel castello, per non scoppiare a piangere davanti al ragazzo.

 

                                                        **********************************

-E’ andata male, Ramoso?-

Sirius, beatamente sdraiato su una delle poltrone più comode della sala comune, era intento a scrivere quello che doveva essere un tema di Divinazione.

-Stai facendo divinazione, no? Perché non provi a indovinare?-

James si lasciò cadere sulla poltrona, scoraggiato, e non prese neanche in mano il boccino che aveva rubato e che usava di solito per divertirsi che Sirius gli stava porgendo.

-E’ andata COSI’ male, James?-

Il ragazzo annuì stancamente, e chiuse gli occhi, rivivendo la scena. -Quando le ho detto che la amo, se n’è andata piangendo.-

Sirius, come al solito, cercò di sdrammatizzare la situazione. –Forse erano lacrime di felicità.-

Vedendo però che il suo tentativo non aveva sortito alcun effetto, cambiò tattica.

-Tu hai bisogno di una burro birra, e ci sono alcuni nostri piccoli amici che considereranno un onore offrircene qualcuna.-

Sul volto di James si fece strada l’ombra di un sorriso.

                                                                             *******************************

Lily era piuttosto sconvolta. Aveva passato un po’ di tempo a piangere nascosta tra le tende del suo letto, nel dormitorio, per poi ricordarsi con rammarico di non aver ancora terminato il tema di divinazione che avrebbe dovuto consegnare il giorno dopo. Così, cercando di darsi un aspetto un tantino più accettabile, si era diretta verso la biblioteca, dove aveva intenzione di terminare il compito.

I corridoi erano piuttosto deserti: con i primi freddi, era molto più piacevole starsene rintanati nella propria sala comune, specie se si aveva la rara fortuna di accaparrarsi la poltrona vicino al fuoco. Lily accellerò il passo perché voleva terminare quel fastidioso impegno il più presto possibile, e anche perché l’orario di chiusura della biblioteca le avrebbe altrimenti impedito di portare a termine il lavoro.

Così, una volta arrivata, si lasciò cadere su una panca, e subito si mise all’opera, cercando di ricordare almeno qualcuno dei sogni che doveva elencare nel suo tema. Anche perché aiutata dal supporto dei libri, non impiegò molto a terminare. Ripose tutte le sue cose, e si incamminò stanca verso la sala comune, non vedendo l’ora di infilarsi il suo pigiama e andare a dormire dopo una giornata che l’aveva tanto provata. Prima però decise di passare dalla Sala Grande, per mangiare qualcosa.

-Questa volta mi sa che hai proprio esagerato, ramoso!-

Disse Sirius spingendo il suo amico su per la scalinata principale, pregando di non incontrare la professoressa McGrannitt e di arrivare indisturbati in Sala comune.

-“Non potrei mai ubriacarmi con un paio di burro birre! Smettila di preoccuparti”- disse imitando la voce di James, mentre quest’ultimo si guardava intorno disorientato. –Dove stiamo andando Sir? Io ho fame non voglio tornare al dormitorio! Tu non hai fame?- In quel preciso istante, una ragazza dai lunghi capelli rossi imboccò la scalinata, voltando la testa non appena li vide.

-Sir, c’è Lily! LILY!!!- si mise a gridare James, ma non fece altro che provocare la rabbia della ragazza.

Lily affrettò il passo, desiderando di scendere quelle scale il prima possibile, e poi accadde l’inevitabile. Nell’affrettarsi eccessivamente, perse l’equilibrio, e tutto ciò che portava in mano, libri, calamaio, piume e quant’altro, le caddero per poi spargersi tutto intorno. Lei, nel frattempo, era caduta rovinosamente a terra, e, rossa per l’imbarazzo e per lo spavento, si apprestava a rialzarsi. Non si era accorta di cosa era successo realmente.

Infatti, oltre a loro tre, sulle scale, c’era anche un altro ragazzo, con i capelli lunghi, neri e unticci, che ora avevano assunto un aspetto ancora più disgustoso a causa del calamaio che gli era piombato addosso, rompendosi e procurandogli anche un taglietto copra il sopracciglio.

-Sporca mezzosangue! Come osi!- Lily guardò mortificata il ragazzo che per tanto tempo era stato il suo unico punto di riferimento in quel mondo, ma non trovò alcuna parola per scusarsi. Si sentiva ferita, come ogni volta in cui Severus pronunciava quelle parole, e vecchi ricordi, spesso molto dolorosi, le riaffioravano alla mente.

James, intanto, sebbene avesse la mente annebbiata dall’alcool, capì perfettamente cosa era successo, anche se con qualche secondo di ritardo. Così, mentre Lily era ancora a terra e Piton la insultava, si liberò dalla stretta del suo amico, e corse ad aiutare la ragazza ad alzarsi. Nel farlo, scoccò un’ occhiata carica d’ira al Serpeverde. Non si rese conto che, quando si era girato per sorreggere Lily, Piton aveva afferrato la bacchetta e, silenziosamente, aveva scagliato un sectusempra contro James, spinto dalla cieca rabbia.

James non si difese. Semplicemente, dal suo braccio cominciò a scendere sangue a fiotti, e ben presto si accasciò a terra, mentre Lily terrorizzata lo teneva e Sirus era corso a cercare aiuto. Piton ne aveva approfittato per scappare.

-Lily, sei Lily, vero?-

La ragazza annuì, cercando di fare in modo che non svenisse, spaventatissima. Aveva anche un forte male alla caviglia, che probabilmente aveva poggiato male nel cadere a terra.

-Si, si James, sono io-

-Lily, sto morendo?-

Un lieve sorriso, subito represso, le scaturì in viso. Accarezzò il volto del ragazzo, che sembrava non rendersi conto di quanto fosse successo, e, dal suo sguardo vuoto, capì anche che aveva bevuto. Disapprovava in pieno quel comportamento, ma non poteva dirglielo in un momento simile, così gli strinse ancora la mano.

-Io sono innamorato di Lily Evans.-

Disse James, e, mentre lei lo guardava stupita, gli svenne tra le braccia.

                                                                      **********************************

 

L’infermeria era deserta, tranne che per due ragazzi, uno dei quali dormiva beatamente con una grande fasciatura ad un braccio. Lily occupava il letto accanto al suo, poiché l’infermiera aveva deciso che passare una notte sotto osservazione le avrebbe fatto solo bene, dopo la paura che aveva provato, e dopo essersi distorta la caviglia. Stava appunto ripensando ancora una volta a tutto l’accaduto, quando un rumore la fece voltare di scatto. James, sveglio e palesemente cosciente, la stava fissando.

-Cosa ci facciamo qui? E’ un sogno?-

Lei scosse la testa. Non aveva molta voglia di parlare. Era notte fonda, e non aveva chiuso occhio, per cui aveva avuto molto tempo per riflettere, e capire che cosa doveva fare.

Dopo aver spiegato brevemente la situazione a James, che giurò che avrebbe ucciso Piton la prossima volta che l’avrebbe incrociato per i corridoi, rimase in silenzio, a guardare davanti a se. La voce del ragazzo la distolse dai suoi pensieri.

-Io devo chiederti ancora una volta scusa, Lily, per quanto è successo. Sembra che ultimamente io ti procuri solo guai-

Lei si limitò ad annuire.

-Ma credo che tu debba sapere che conti davvero molto per me. Più di ogni stupida partita di Quidditch o di qualsiasi cosa io reputi importante. Sai che ti amo.-

Sentirselo dire ancora una volta nello stesso giorno le procurò più che altro irritazione. Se riusciva a ripeterlo così spesso, immaginava quanto la prendesse alla leggera.

-Ma conto meno del tuo “piccolo problema peloso”, non è così?-

Lui si accigliò, guardandola intensamente.

-Mi dispiace, ma ci sono delle cose che non posso…-

Lo interruppe –No, James, parlerò io, stavolta. Credo che tu mi piaccia, e che potrei stare con te. Ma non sarebbe giusto. Non c’è fiducia, tra noi, e siamo due persone troppo diverse. Per questo, ti prego, non insistere. –

Lui annuì, mentre sentiva distintamente il suo cuore spezzarsi in tante piccole parti. All’improvviso, il mal di testa divenne impossibile da sopportare. Tacquero per tutto il resto del tempo.

                                                      ******************************************

Era passato un mese, da allora. Un mese in cui non si erano parlati, e in cui entrambi stavano sempre peggio. Lily si stava chiudendo in se stessa, in un cieco dolore e soprattutto nel forte rimpianto delle parole che aveva detto in un momento di rabbia, senza neanche chiedersi se la pensasse davvero così. James aveva capito che doveva arrendersi, e l’aveva fatto. Nonostante stesse malissimo, non le aveva più rivolto la parola, dopo quell’orribile notte in infermeria.

Quella sera aveva fatto davvero tardi con i compiti, e aveva solo voglia di andare a dormire. Però, doveva ancora scrivere il tema di pozioni, e completare la mappa astrale per divinazione. Così, rimboccandosi le maniche, si mise al lavoro. Immerso nella lettura, non si accorse quasi che l’entrata della sala comune si era aperta, e che una figura incappucciata alla bell’e meglio stava rientrando furtivamente, finchè questa non passò vicino alla sua poltrona. I capelli rossi che aveva intravisto la dicevano chiara su chi ci fosse sotto quel cappuccio.

-Lily, è successo qualcosa?-

Lei si fermò di scatto, spaventata, e tirò un sospiro di sollievo nel vedere che si trattava solo di James. Vincendo le sue inibizioni, andò a sedersi accanto a lui, dopo essersi sfilata il grosso mantello.

-No, niente di cui preoccuparsi… Mi sono accorta di aver dimenticato una cosa in biblioteca e sono tornata a prenderla. -

Lui la guardò sorridendo. –E cosa ti eri dimenticata? Comunque, la prossima volta, invece di vestirti come se dovessi partire per l’Alaska, chiedimi il mio mantello dell’invisibilità.-

Lei spalancò la bocca in un’espressione di palese stupore.

-Tu possiedi davvero u mantello dell’invisibilità? Credevo fosse una leggenda! Vorrei proprio vedere come funziona! Comunque, avevo dimenticato la bacchetta.-

James, seppure a fatica, si astenne dal commentare quest’ultima affermazione.

-Hai bisogno di aiuto con il tema? Se mi passi il foglio, posso finirlo io.-

Lui non credette alle proprie orecchie. Si girò a guardarla, ma sembrava sincera. Le diede il foglio, e la sua piuma, e per qualche secondo la osservò mentre scriveva.

-Lily, so che non dovrei farlo, d’altronde mi hai chiesto di non insistere…-

Lei si fermò, la piuma a mezz’aria, e si voltò, fissandolo intensamente.

-Questo mese… Non credevo potesse accadere, James, ma questo mese è stato il più brutto, in sette anni di scuola.-

Lui, incredulo, le prese la mano, quando un rumore inconfondibile li interruppe.

-Qualcuno sta rientrando! Vieni con me!-

Senza lasciare la sua mano, raccolse velocemente le sue cose, e poi la condusse sulla scala del dormitorio maschile. Si fermarono in modo da poter vedere cosa accadeva di sotto. Due ragazzi avvinghiati erano appena crollati sulla poltrona dove un minuto prima erano seduti loro. Con sgomento, James si rese conto che il ragazzo era Sirius, mentre la giovane era una ragazzina del terzo anno. La stretta della mano di Lily nella sua gli fece tornare in mente la situazione in cui si trovava.

Voltandosi per essere esattamente di fronte a lei, le prese anche l’altra mano.

-Anche per me questo mese è stato orribile. Lily, so che te l’ho detto troppe volte, forse, ma…-

Lentamente, si fece più vicino, fino ad abbracciarla, e accarezzandole la testa, le sussurrò all’orecchio.

-Ti amo-

Lei, forse per la confusione e la troppa gioia del momento, o forse perché non voleva che finisse così subito, stava per rispondere con le stesse parole, quando vennero nuovamente interrotti.

-Diavolo! Scusate, scusate, non vi avevo visti…-

Sirius, che evidentemente stava salutando la sua nuova fiamma, si trovava ora sull’ultimo gradino, con un’espressione di profonda sorpresa dipinta in volto, e un insolito rossore a imporporargli le guance.

Rossore che era molto più evidente sul volto di Lily. Imbarazzata, si scostò da James. Eppure, non voleva lasciarlo così. Alzandosi appena in punta di piedi, lo baciò lievemente su una guancia. –Buonanotte-, sussurrò, prima di scendere le scale e lasciare i due ragazzi uno più stupito dell’altro.

                                                                  ************************************

La mattina dopo, non l’aveva visto a colazione. Con suo profondo dispiacere, perché voleva davvero concludere il loro discorso, questa volta senza spiacevoli interruzioni. Si stava avviando alla lezione di erbologia, stretta nella su divisa, e le mani le stavano divenendo viola per il freddo. Se le sfregò per scaldarsi, e continuò a camminare, pensando che il cielo tetro, grigio e nuvoloso rispecchiava perfettamente il suo umore quella mattina.

Non sentì i passi dietro di sé, finchè, all’improvviso, tutto ciò che aveva intornò le sembrò di vederlo attraverso un velo. Spaventata, si voltò, per trovarsi faccia a faccia con James, che sorrideva.

-Hai detto che volevi vedere come funzionava. Ogni tuo desiderio è un ordine.-

Lei non potè fare a meno di guardarlo ammirata, e poi contemplare il paesaggio al di là del mantello.

-Sembra… vedo le cose esattamente come quando sogno. Tutto è un po’ nitido, sfocato…-

Lui si avvicinò maggiormente, anche perché non era molto lo spazio a loro disposizione.

-E’ davvero un sogno poterti stare così vicino senza paura che tu mi scagli contro qualche terribile maledizione.-

Risero insieme. –Ieri notte, io… Ero sincero, davvero, e mi dispiace che Sirius…-

Lei poggiò la testa sulla sua spalla, per abbracciarlo esattamente come la sera prima.

-Dillo di nuovo. Come se non fossimo mai stati interrotti.-

James non se lo fece ripetere due volte.

-Ti amo, Lily.-

Lei si scostò appena per guardarlo negli occhi, e specchiarsi, trovandosi raggiante. Si avvicinò ancora, rompendo l’ultima barriera che li separava, e lo baciò.

Aveva aspettato quel momento per sette lunghi anni, ma non aveva mai immaginato che sarebbe stato così incredibilmente magnificò. Ricambiò il bacio con trasporto, animato dalla stessa passione che gli scaldava il cuore ogni volta che lei gli era accanto.

-Anch’io ti amo, James.-

 

 

“Capirò che ti amo quando non vorrò sentirti,

le tue parole portate via dal vento.

Capirò che ti amo sostenendoti,

quando avrò paura per noi.

Capirò che ti amo pentendomi,

mentre ti spezzerò il cuore.

Capirò che ti amo stretta a te,

incatenata alle tue parole.

Ti dirò che ti amo, infine, quando poi

Entrerai in silenzio nei miei sogni, facendoli tuoi.”

 

THE END =)

  
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