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Autore: Rosebud_secret    10/08/2014    7 recensioni
Jim si alzò dalla poltrona e sparì nel turboascensore. Aveva parlato molto poco in quelle ultime ore, e quasi esclusivamente con gli ammiragli. Bones l'aveva seguito come un'ombra, al punto di farsi cacciare in malo modo dalla plancia non più di mezz'ora prima.
Il capitano se lo ritrovò di fronte non appena le porte della cabina si furono aperte. Gli rivolse solo uno sguardo, prima di superarlo, ma reagì quando l'amico gli avvicinò l'analizzatore alla testa: strappatoglielo di mano lo fracassò contro la parete senza aggiungere neanche una sillaba.
Il dottore non poté far altro che seguirlo in silenzio, decidendo di tenere ancora per sé le proprie ansie.
Nella sala teletrasporto Jim non esitò a mostrare il proprio disappunto nel vedersi comparire davanti l'ambasciatore Spock.
“Sono rammaricato per la tua perdita.”, lo udì dire.

Minilong di tre capitoli, spero che vi piaccia, se vi va lasciate un commento! Buona lettura!
Ros.
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Movieverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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NdA: Questa storia partecipa al contest della pagina Facebook “Io scrivo su EFP”, FORSE, ovvero: se la giudice, Lara Zarina Nemainn, non mi caccia via perché ho sforato di ben quindici pagine il limite massimo; in caso contrario sarà solo una minilong di tre capitoli, ma spero comunque che vi piaccia. Una recensione può salvare la vita, “sapevatelo” (cit)! Mi sento sempre a disagio quando scrivo di Star Trek, e questo è sostanzialmente il motivo per cui ho una mezza dozzina di storie cominciate sul pc e mai finite. A voi posteri l'ardua sentenza!
Disclaimer: I personaggi, per loro fortuna, non sono di mia proprietà, ma appartengono ai loro rispettivi proprietari, che il cielo li abbia in gloria per questo!

Auguro a tutti una buona lettura e vi ringrazio, parandomi il vulcaniano sedere rubando le parole al folletto Puck,:


«Se noi ombre vi siamo dispiaciuti,
immaginate come se veduti
ci aveste in sogno, e come una visione
di fantasia la nostra apparizione.»
-William Shakespeare-

Il gioco delle parti:
di Rosebud Secret




Ama tutti, credi a pochi e non far male a nessuno.”
-William Shakespeare-



Sicuro di non voler venir con me, Spock?”

Il vulcaniano distolse lo sguardo e Jim poté quasi percepire il suo imbarazzo, al di là dell'apatica facciata.

Non vedo che piacere potrei trarre dal “cavalcare” un'onda. La ringrazio per l'invito, capitano, ma mi vedo costretto a declinare ancora una volta. Approfitterò di questa breve licenza per ultimare i miei aggiornamenti sulle recenti istallazioni del computer di bordo.”

Jim scosse la testa con un sorrisino sconsolato. Avrebbe voluto dirgli che non sarebbe riuscito a sfuggire per sempre a quella ed ad altre conversazioni, ma si limitò ad un neutro:
Dovresti davvero imparare a divertirti un po'.”

Gli diede una pacca sulla spalla, poi montò sulla piattaforma di teletrasporto.
Energia, signor Chekov.”

Siamo soli, siniore.”, commentò il giovane guardiamarina, rivolgendosi al primo ufficiale, “L'Enterprise è nave fantasma, adesso.”

Spock non commentò e uscì dalla sala teletrasporto. Benché il capitano non gliene avesse fatto una colpa, si sentiva responsabile per il crash del computer che aveva costretto la nave a rientrare dopo appena tredici giorni dalla partenza per la missione quinquennale. Avrebbe dovuto prevedere che l'esplosione di quella stella avrebbe comportato una pioggia quantica pericolosa, eppure aveva insistito perché si avvicinassero per fare rilevamenti. Era stato avventato e stupido. La sua distrazione aveva raggiunto vette imperdonabili. Khan aveva cambiato ogni cosa, andando a peggiorare il suo già instabile equilibrio emozionale. Tutto era cominciato con la distruzione di Vulcano e con la morte della madre. Eventi dai quali, nonostante tutti i suoi sforzi, non si era mai ripreso. Ed altri incubi si erano aggiunti ai suoi tormenti notturni di seguito alla morte di Jim, per quanto non definitiva. Per oltre due settimane aveva vegliato su di lui senza chiudere occhio all'ospedale, rifiutando di allontanarsi dal capezzale nonostante le minacce del dottor McCoy. Ed era stato in quel terribile periodo che aveva accettato l'ineluttabile verità di provare per il capitano dolorosi e confusi sentimenti che, suo malgrado, non era riuscito a tenere per sé.

I tecnici, ad ogni modo, avevano impiegato poche ore a reinstallare il sistema, ma Jim aveva comunque insistito perché si fermassero qualche giorno per permettere al dottor McCoy di festeggiare il compleanno di sua figlia. Benché Spock non comprendesse il bisogno umano di onorare tale ricorrenza, si era sentito in un certo qual modo rassicurato dal tempo guadagnato: avrebbe studiato nel dettaglio ogni procedimento del computer, così da non incorrere nuovamente in una tanto imperdonabile svista.

Lavorò per tutta la giornata e, a sera fatta, dopo aver cenato con Chekov, si era ritirato nel suo alloggio con l'intento di studiare ancora.

Guarda cosa ti stai perdendo!”, esclamò Jim nel video registrato che gli aveva mandato quel pomeriggio.

Grazie al cambio di inquadratura, Spock poté vedere la spiaggia assolata, gremita di gente, e le alte onde su cui molti stavano facendo surf. Per quanto nessuna di quelle attività lo interessasse, provò davvero la pungente sensazione di starsi perdendo qualcosa, per dirlo alla maniera terrestre. Jim aveva davvero molto insistito perché lo accompagnasse... Probabilmente, rifletté, ciò era dovuto al suo tentativo di non farlo sentire in colpa per quel pasticcio col computer; o forse per risollevare un discorso che, in cuor suo, il primo ufficiale non avrebbe mai voluto aver intrapreso. Quel che, tuttavia, il capitano non aveva capito era che non esisteva forza nell'universo che potesse strappare un vulcaniano al proprio dovere.

Ascoltò l'altro ripetergli le coordinate della spiaggia per la tredicesima volta da quando gli aveva mosso il primo invito, due giorni prima, poi una ragazza comparve nell'inquadratura. Era davvero graziosa, con i capelli scuri ed una vivace fascia rossa che le copriva la parte superiore del capo. Questo fu in grado di procurargli un sordo quanto inopportuno fastidio.

A chi lo mandi, alla tua ragazza? Ciaooo, ragazza di Jim!”, esclamò.

Ad un dannato cocciuto.

Lei annuì risoluta e avvicinò ancora di più il viso alla camera.
Se sei carino almeno la metà di lui, devi assolutamente venire qui!”, sentenziò per poi rivolgersi al capitano: “E' carino?

E' vulcaniano...

Questa non è una risposta!

Concordo.”, si ritrovò a commentare Spock.

E' un tipo. Posso riavere la telecamera, adesso?

L'apparente non risposta parve bastare alla ragazza, e Jim tornò ad inquadrarsi. Sogghignava, come se immaginasse perfettamente la perplessità sul volto del suo primo ufficiale.

Allora, ti ho convinto?

Il video si concluse con un movimento brusco e qualche risata. Spock si ritrovò a scuotere leggermente il capo, incredulo.
Guardò la tabella di marcia che aveva preparato sul suo PADD e constatò che, in base alle tempistiche schedate, avrebbe potuto raggiungere Jim da lì a cinque giorni con una probabilità del 83% salvo imprevisti.
Forse lo avrebbe fatto, quanto meno per metterlo a tacere.
Si sorprese quando notò una chiamata in arrivo.

Capitano...”, cominciò a dire, premendo il tasto di ricezione senza guardare, ma si corresse subito dopo, quando sentì l'intenso vociare di un numero imprecisato di bambini: “Dottore, cosa posso fare per lei?

Ha sentito Jim? Doveva passare alla festa di Jo per darmi una mano. E' cominciata già da un'ora e non risponde al comunicatore, quel bastardo!
Bones si grattò la nuca.
So che non lo capirà, ma, insomma... ho davvero bisogno di qualcuno che mi copra le spalle, qui! EHI, TU! SCENDI DA QUELL'ALBERO!

Ho ricevuto un suo messaggio alle 15.23.37 di questo pomeriggio. Non ci sono state altre comunicazioni, ma ho ragione di credere che fosse in compagnia, e potrebbe esserlo tutt'ora.”, fu la fredda risposta di Spock.

Mi sta dicendo che mi ha mollato?! Ma io lo ammazzo! Oh, per la miseria, sono un dottore, non Mary Poppins! VIENI GIU' DA LI', PRIMA DI ROMPERTI IL COLLO!

McCoy chiuse la comunicazione senza neanche salutare, lasciando il vulcaniano fermo a fissare lo schermo, perplesso: era inusuale che il capitano non mantenesse la sua parola, quindi perché non era andato?
Un'ombra di sospetto gli suggerì che quella fosse tutta un'oculata manovra orchestrata per farlo sbarcare, volente o nolente. Nonostante questo non venne meno ai suoi compiti e cercò di mettersi in contatto con il capitano. Provò più volte, ad intervalli regolari di cinque minuti, senza ottenere risposta.

Chekov.”, chiamò.

Sì, siniore?”

Devo scendere a terra a sincerarmi delle condizioni del capitano. Reputo che non sia accaduto nulla di grave, ma è opportuno controllare. Sarò di ritorno entro tre ore da adesso, approssimativamente. Spock chiude.”

Raggiunse la sala teletrasporto e si assicurò di avere con sé il comunicatore, prima di impostare le coordinate sulla consolle e scendere in quella spiaggia di Miami.
Il sole era tramontato da poco e l'orizzonte era ancora tinto da una striscia violacea. Si guardò intorno per qualche istante: alcuni ragazzi stavano preparando un barbecue sulla spiaggia; qualcuno faceva jogging con il cane; qualche coppietta passeggiava; e in molti stavano prendendo un aperitivo nelle depandance dei locali al di là della strada. Jim non era in vista, per cui si diresse subito verso l'albergo dove lo sapeva alloggiato.
Una volta ottenuto il numero di camera alla reception, salì al ventitreesimo piano. Bussò alla camera 2487, ma non ricevette alcuna risposta. Provò quindi ad abbassare la maniglia e la porta, con sua sorpresa, si aprì.

Capitano?”, chiamò, entrando, esitante.




Adesso?! Ti presenti ADESSO?!”, esclamò Bones, furibondo, spalancando la porta della casa dell'ex-moglie.

Jim gli rivolse un sorrisino colpevole.
Non ti avevo promesso di aiutarti con la festicciola. Comunque sia c'è stato un piccolo guasto con la piattaforma di teletrasporto a Miami. L'hanno sbloccata solo poco fa.”

Zio Jim!”, esclamò la piccola Joanna, sgusciando fuori da dietro al padre.

Il capitano posò a terra l'ingombrante pacco regalo e la sollevò tra le braccia, permettendole di dargli un bacio sulla guancia.
Ciao, principessa! Mi perdoni per il ritardo?”

Solo se mi hai fatto un bel regalo!”

Bones si guardò bene dal rimproverarla per la sua impudenza, e Jim rise di gusto.

Il più bello di tutti, parola!”, garantì, “Coraggio, aprilo.”

La bambina sollevò il coperchio forato della scatola, e un musetto fece subito capolino.
Mamma! Mamma! Lo zio mi ha regalato un cagnolino!”, gridò, elettrizzata, prendendo in braccio la bestiolina e correndo dentro.

Mi sembrava di averti detto che Jocelyn odia i cani.”, commentò il dottore.

Oh, ops! Devo aver capito male...”

Ridacchiarono insieme, e finalmente McCoy lo invitò dentro per una birra.

Un cane?!?”, li aggredì immediatamente la donna, arrivando in cucina come una furia, “Leonard, vuoi spiegarmi?”

Bones si limitò a scrollare le spalle.
Jo lo voleva da tanto. Dev'essermi scappato detto con lui. Mi dispiace tanto.”, rispose, affatto contrito.

Voglio quella bestia fuori da casa mia!”

Il cane resta. Guardala.”, rispose il dottore, indicando la figlioletta al di là della portafinestra che dava sul salotto. “Della tua serenità me ne frego, Jocelyn. Te lo farai piacere.”

Vattene tu, almeno.”, gli sibilò lei, ostile, e consapevole che dati i mirabolanti sviluppi dell'Enterprise, se Leonard avesse voluto levargli Joanna, avrebbe facilmente potuto vincere una causa.

Adesso non...”, tentò Jim.

Tu sta' zitto. Leonard, potrai rivedere Jo domani. Sempre che t'importi, dato che hai deciso di sparire per cinque anni!”

McCoy le rivolse un'occhiata furibonda, ma trattenne la lingua per non rovinare il compleanno della figlia. La raggiunse in salotto, e l'abbracciò, salutandola. Jim lo seguì poco dopo, e in meno di dieci minuti furono fuori dalla villetta.

Scusami, Bones, non volevo...”

Tu non c'entri. Ce ne andiamo in Florida, allora?”

Il capitano sorrise.
Ho chiesto all'autista del taxi di aspettarci.”

Che giornata infernale! Mi serve una sbronza...”, commentò l'altro, “Com'è che non mi hai risposto alle chiamate?”

Ho scordato il comunicatore in camera, ma col traffico che c'era non me la sono sentita di tornare indietro a prenderlo.”

Spock farà i salti di gioia...”, ironizzò Bones, salendo sul taxi.

Oh beh, al limite sarà sceso a controllare e lo troveremo lì. Due piccioni con una fava.”

Che sta succedendo tra te e il folletto?”

Jim trasalì.
Niente, perché?”

Non sono nato ieri, ragazzino.”

L'altro si grattò la nuca.
E' complicato. Appena ci sarà qualcosa di definitivo, te lo farò sapere.”

O anche no, se vuoi preservare quel poco di sanità mentale che mi è rimasta...”

Jim rise, imbarazzato ma non sorpreso. Bones sapeva, forse aveva sempre saputo.

Guardò fuori dal finestrino, pensieroso.
Era successo il giorno della sua dimissione dall'ospedale, dopo la vicenda di Khan. Spock si era offerto di accompagnarlo a casa, avevano cenato insieme, e fatto una partita a scacchi, pessima da parte di entrambi, che si era protratta per quasi quattro ore ed era terminata in un misero stallo.

Avresti dovuto dormire un po' in queste settimane.”, aveva poi buttato lì Jim, messo prontamente al corrente da Bones.

Spock aveva distolto lo sguardo.
Anche se avessi voluto, non ci sarei riuscito.

Di nuovo gli incubi? Pensavo che dopo quella faccenda di April 1 si fossero un po' attenuati... Da quanto sei sveglio?

Approssimativamente diciotto giorni, tredici ore e ventun minuti.2

E non hai neanche le occhiaie!”, aveva scherzato Jim, solo per dissimulare la sua preoccupazione, “Hai almeno provato a dormire?

No.”

Aveva sospirato e scosso il capo.
Almeno è chiaro perché giochi da schifo.

Resto comunque imbattuto.”, aveva commentato il vulcaniano.

Questo assomiglia molto al pavoneggiarsi, Spock!

C'era stato un lungo silenzio, poi il comandante aveva parlato di nuovo:
Avrei dovuto esserci io nel reattore di curvatura. Ero... pronto per farlo. E non lo ero per quel che è accaduto. Avrei davvero ucciso Khan. Non è mai stato nelle mie intenzioni catturarlo.

Spock...

No. Ero fuori controllo, ed è qualcosa che non deve più accadere. È mia intenzione chiedere un trasferimento, se vorrà accettare le mie dimissioni.

Vaffanculo.”

L'altro aveva sollevato un sopracciglio, sorpreso.
Esattamente come dovrei interpretare tale risposta?

Se pensi che non avrei inseguito Khan fino all'altro capo dell'universo per ammazzarlo, qualora ci fossi stato tu in quel reattore, allora sei un idiota!

La vendetta non riporta in vita i morti, né reca alcun sollievo.

Niente moralismi da quattro soldi. Sarebbe stato giusto. Io ho salvato quel bastardo, dopo Pike, e...

E, per quanto abbia portato ad esiti tragici a livello personale, quella era la corretta via da seguire: il generale Marcus doveva essere fermato. Quel che sto cercando di dire, capitano, è che qualora si presentasse una situazione analoga non posso e non potrei garantire di essere in grado di prendere quel tipo di decisione. E se lei è animato dallo stesso dubbio nei miei riguardi, allora abbiamo un problema che può risolversi solo attraverso il nostro allontanamento.

Tu non andrai da nessuna parte, questo non è in discussione.

Non ho altro da dire, allora. Prendo atto della sua decisione, ma sappia che non è dettata dal buon senso.”
Il tono di Spock era uscito profondamente risentito.

Problema risolto.

Nulla è risolto, Jim! Lasciare che i sentimenti prevarichino il raziocinio è sbagliato.

Ma finiscila! Pensavo che avessimo sorpassato il fatto che ti avessi salvato da quel dannato vulcano!

Infatti non è a quell'evento che mi sto riferendo! Non sono pronto ad accettare che lei possa sacrificarsi per il bene dell'equipaggio, per quanto sia logico e doveroso.

Jim aveva sospirato, e il suo tono si era un poco addolcito.
Spock, non incontreremo Khan tutti i giorni...

Sta minimizzando.

No, sei tu che la stai ingigantendo! Non fraintendermi, apprezzo che tu mi sia così amico...

Sta ancora minimizzando.

E questo che vorrebbe dire?

Lei non vuole davvero che io chiarifichi l'ovvio, vero? Il rapporto che si sta creando tra noi è sbagliato e pericoloso. È pertanto mia ferma intenzione fermarlo ancor prima che nasca.

A questo era seguito un pippone di quarantacinque minuti, infiocchettato di statistiche, su quanto avessero sbagliato tutto, e quanto questo avrebbe potuto compromettere la missione quinquennale.
Jim ne era uscito rimbambito, con un'emicrania terribile e con la radicata convinzione che i vulcaniani facessero davvero schifo nelle dichiarazioni.
Spock alla fine se n'era andato dandogli la garanzia che, una volta ripreso servizio, non si sarebbe mai più lasciato andare in quel modo. Da quella volta si erano rivisti esclusivamente per i resoconti sulle riparazioni dell'Enterprise, senza mai ricadere sull'argomento, a discapito dei numerosi tentativi di Jim.
Mentalmente, il capitano, si era ritrovato a smontare ogni elemento che l'altro aveva posto come contrario ad un'ipotetica relazione tra capitano e primo ufficiale; da lì ad immaginare come sarebbe stato il passo era stato breve. Sfortunatamente, Spock non gli aveva mai dato modo di riparlarne, né di esprimergli in modo accurato quali fossero i suoi di sentimenti, apparentemente irrilevanti per quel testardo vulcaniano. Per questo aveva tanto insistito affinché lo accompagnasse durante quella licenza, VOLEVA chiarire le cose e arrivare ad un punto che non fosse quello di gelida indifferenza messo in piedi da Spock.
E invece lo avrebbe visto con Bones, sempre che fosse sbarcato.




Capitano?”, ripeté Spock, entrando nella stanza.

Tutto era in ordine, e il borsone che Jim aveva portato con sé giaceva in un angolo tra l'armadio e il letto. Il comunicatore, invece, era sul comodino. Lo sollevò e la semplice idea che l'altro fosse uscito, fregandosene di ogni cosa, gli provocò un moto di illogico fastidio. Probabilmente era nella camera di qualche sconosciuta. La gelosia era una sensazione nuova per lui, e gli ci volle qualche istante di concentrazione per riuscire a scacciarla.

Oh, sei arrivato!”

Si voltò verso la porta aperta e riconobbe la ragazza della spiaggia.
Se sta cercando il capitano Kirk, devo informarla che non si trova qui.”

Lei sorrise, avvicinandoglisi e lasciando che l'uscio le si chiudesse alle spalle.
Non temere, è te che voglio.”

Il pensiero che gli stesse muovendo delle avance si estinse quando la vide estrarre un phaser dalla borsa e fare fuoco.
Quando riprese conoscenza riconobbe di essere disteso nella vasca da bagno, imbavagliato e con le braccia e gambe ammanettate da bracciali magnetici.
Era ancora nell'alloggio di Jim, con tutta probabilità. La ragazza che lo aveva stordito sedeva sul bordo della vasca e parlava a bassa voce al comunicatore. Riconobbe l'idioma e riuscì persino a cogliere qualche parola di romulano: presto; arrivare; carrello.
Una parte di lui sperò che Jim arrivasse; l'altra, invece, non voleva che corresse ancora pericoli. Non dopo tutto quel che era successo. Non avrebbe saputo definire quale delle due fosse più logica. In fin dei conti, in qualità di primo ufficiale, era suo dovere proteggere il capitano.
Cercò di sollevarsi, ma la romulana fu più rapida di lui. Lo colpì in faccia, facendolo ricrollare miseramente sulla fondo di ceramica.

Ma guarda! Già sveglio... e dire che quella scarica avrebbe dovuto metterti al tappeto per ore! Rimediamo subito.”
Gli sparò una seconda volta, un istante prima di udire Jim rientrare. Imprecò a bassa voce e chiuse la tenda sopra alla vasca, prima di tirare lo sciacquone e uscire dal bagno.

Jimmy!”, esclamò.

Il capitano trasalì e Bones incrociò le braccia al petto, sbuffando di disappunto.
Sei incorreggibile! Poi non meravigliarti se con Spock è un casino...”, sbuffò.

Come hai fatto a entrare, Trisha?”

La porta era aperta. Volevo solo lasciarti un biglietto per dirti che domani non posso. Il mio ex è tornato in città e, bhe...”

Tranquilla, capisco perfettamente.”

Scusa se ho usato il tuo bagno...”

Jim le fece un cenno.
Non c'è problema. Senti, hai detto che la porta era aperta: hai per caso visto Spock? Quel vulcaniano di cui ti ho parlato...”

Lei scosse il capo, e qualcuno bussò alla porta. Un cameriere in divisa rossa e cappellino entrò con un grosso carrello per la biancheria.
Mi scusi, signore, ma pare che in questa stanza il personale abbia dimenticato di cambiare gli asciugamani. Me ne occupo immediatamente e le porgo le scuse del direttore. L'albergo provvederà a farle uno sconto per il disturbo.”, detto questo, sparì in bagno.

Bhe, Jimmy, è stato un vero piacere conoscerti. Grazie per il bel pomeriggio. Spero che vada tutto bene con Spock.”
Trisha gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia, prima di andarsene.

Ed ecco il premio di consolazione che se ne va.”, commentò McCoy.

Scherzi? Mi è stata attaccata tutto il santo giorno. È solo una liberazione! Ancora dieci minuti e avrebbe cominciato a ipotizzare il colore degli occhi dei nostri futuri figli...”

Solo tu puoi rimorchiare parlando di quanto ti interessi qualcun altro...”, ridacchiò il dottore.

Sentirono un tonfo provenire dal bagno.

Ehi, tutto bene lì dentro?"

Il cameriere ricomparve, sorridente.
Nessun problema, signore. Ora è tutto come deve essere, le auguro un buon soggiorno.”, rispose, spingendo, quasi con fatica, il carrello fuori dalla camera.

Jim si chinò a raccogliere il comunicatore abbandonato sulla moquette, stranito: ricordava perfettamente di averlo lasciato sul comodino. Scrollò le spalle: forse era caduto a Spock.
Provò a chiamarlo, ma senza esito.

Sarà qui fuori a chiedere se qualcuno ti ha visto.”, intervenne Bones. “Vado un attimo in bagno, tu non andarmi in paranoia.”

Il capitano si sincerò con la nave che Spock fosse effettivamente sceso, e si era appena affacciato al corridoio, quando:

JIM!”

Raggiunse il dottore di volata, e trasalì: il fondo della vasca era sporco di sangue. Sangue verde.




Spock socchiuse gli occhi e constatò immediatamente di trovarsi a bordo di una navetta. L'avevano chiuso dentro una cassa d'acciaio per l'attrezzatura. Maldestramente cercò di raggiungere la tasca dei pantaloni, solo per scoprire che, come prevedibile, gli avevano tolto il comunicatore.
Il perché dei romulani avessero rapito un ufficiale della flotta era piuttosto evidente: volevano delle informazioni, ma come fossero arrivati sulla Terra, come avessero saputo dove trovare il capitano, o lui, e perché avessero compiuto un gesto tanto azzardato erano tutte domande a cui non riusciva a trovare una risposta logica.
Lo scossone dovuto ad un brusco attracco lo fece finire contro il bordo della cassa, lasciandolo senza fiato. Due romulani lo tirarono in piedi malamente, e uno gli disattivò le manette magnetiche alle caviglie.

Cammina!”

Venne scortato sin dentro la nave principale, dove altri due romulani stavano discutendo animatamente. Da quel che riuscì a capire, l'uomo a bordo stava rimproverando il pilota per via di quell'attracco maldestro. Li superarono entrando in un malandato turboascensore. Tutto su quella nave appariva vecchio e fatiscente, dati che comunicarono a Spock che quell'azione, probabilmente, non era stata orchestrata sotto ordine diretto dell'Impero. Forse i suoi rapitori cercavano qualcosa di specifico, non la guerra.
Scesero verso il basso per lunghi minuti in completo silenzio, sino a quando le porte non si aprirono in una stiva di carico adibita a hangar di detenzione. Spock poté contare cinque celle, una delle quali sembrava esser stata usata da poco, ma fu sulla donna romulana che concentrò la sua attenzione. Si era tolta il travestimento ed ora non appariva più tanto graziosa e accomodante. Aveva un'espressione dura, volutamente minacciosa.
Una volta avvicinatasi gli strappò il nastro adesivo con cui gli avevano tappato la bocca.

Benvenuto a bordo, comandante Spock. Spero che l'ambiente sia di tuo gusto.”

E' un po' troppo freddo.”
Pagò quel tentativo d'ironia ricevendo una sberla in faccia. Decisamente l'influenza di Jim nella sua vita non aveva portato solo giovamenti.

Pensavo che i vulcaniani fossero privi di senso dell'umorismo.”

Non siamo immuni da contaminazioni ambientali. Posso sapere con chi sto parlando?”

Perché no? Mi chiamo Rhiana 3. Ricordatelo, potrebbe servirti quando implorerai pietà.”

I vulcaniani non implorano.”

Allora lo faranno le tue contaminazioni ambientali.”, gli rispose seccamente, per poi ordinare ai suoi uomini di chiuderlo in cella.
Non temere, ci rivedremo tra pochi minuti.”

Spock si accucciò ad esaminare la parete. Come aveva già notato, quello era un mercantile molto vecchio, approssimativamente di sessanta/settant'anni prima, forse anche di più. La cella, invece, era robusta, messa a punto con cura. Ad un primo sguardo gli apparve impossibile da evadere.
Si sedette, cercando di riflettere: con tutta probabilità, date le parole di Rhiana, il capitano non era stato catturato, quindi era probabile che si fosse già accorto della sua assenza. Questo, tuttavia, lo portava ad un vicolo cieco; stando ai dati di cui disponeva, non c'erano infatti possibilità che Jim capisse ch'era stato rapito, men che meno da chi.
Era solo.
Un pallido sentimento d'angoscia si affacciò nella sua mente e il comandante impiegò diverso tempo per placarlo. C'era qualcosa che non andava nelle sue percezioni, era più che mai evidente, ma anche in tal senso non sapeva circoscriverne la causa.

La porta dell'hangar si spalancò e tre romulani trascinarono dentro un uomo seminudo e bagnato fradicio. Aveva numerose ferite sul corpo da cui colava copioso sangue verde. Lo sbatterono nella cella di fronte alla sua, poi si avvicinarono. Ad un minimo cenno di uno di loro la serratura si sbloccò.

Puoi seguirci sulle tue gambe, oppure no. A te la scelta.”

Spock decise ancora una volta di collaborare e, lanciando un ultimo sguardo all'altro prigioniero, seguì i sequestratori. Salirono di un livello e si fermarono di fronte ad un imponente porta di acciaio rinforzato dove Rhiana li stava attendendo.

E io che pensavo che i vulcaniani fossero incapaci di provare paura...”, l'udì commentare.

Avrebbe voluto risponderle che si stava illudendo, ma la romulana aveva ragione: aveva paura; non abbastanza da lasciarsi andare al panico, ma in modo sufficiente a scalfire la sua disciplinata sicurezza.

Bene, comandante Spock, possiamo risolverla pacificamente senza versare una sola goccia di sangue: voglio che tu mi riferisca le corrette posizioni di ogni singolo avamposto federale al limitare della zona neutrale.”

Spock scosse il capo.
Questa è una risposta che non posso dare.”

Rhiana sorrise.
Speravo tanto che tu lo dicessi!”

Bastò un cenno e gli altri uomini gli furono addosso. Tentò di ripararsi con le braccia ancora fissate dalle manette, ma valse a poco sotto i colpi implacabili dei loro manganelli. Le percosse si susseguirono con violenza più e più volte, sino a lasciarlo a terra in un lago di sangue.
Rhiana si avvicinò e gli sollevò il capo tenendolo per la frangia.

Questo era ancora il modo gentile di chiedertelo, vulcaniano. Allora, dove sono quegli avamposti?”

Non lo so.”
Era un'esagerazione della verità: conosceva, infatti, solo alcuni di quei siti, non più di una decina su trentasette.

BUGIARDO! Basta carezze, portatelo dentro.”, ordinò lei.

Si sentì sollevare e trascinare nella stanza attigua. Di nuovo non fece resistenza, ma si scosse dal torpore quando sentì il tanfo nauseante di quel luogo; un fetore di sangue, di carne bruciata, putrefatta e di morte che fu in grado di risvegliare in lui il più primitivo degli istinti: quello di sopravvivenza. Ora era nel panico, e non poteva fare nulla per arginarlo. Puntò i piedi e, con una forza che neanche credeva di possedere, spintonò lontano gli uomini che lo stavano trascinando. Corse alla porta e cercò di aprirla, agghiacciato dallo stesso terrore che coglie le bestie di fronte al macello.
La punizione per quella ribellione fu repentina ed efficace. Senza neanche capire come fosse finito di nuovo a terra, si ritrovo ancora crivellato da violente manganellate.

Basta, mettetelo sulla sedia.”
Rhiana fermò i suoi uomini che, con prontezza, obbedirono all'ordine: Spock venne legato su un trono d'acciaio con delle robuste cinghie.

Se credi che qualche bastonata sia tutto quel che ho in mente, Spock, sei in errore. E, credimi, più resisti, più mi darai soddisfazione. Alla fine ti strapperò lo stesso quelle coordinate. Comunque la metti, io vinco, quindi fa' l'unica cosa logica...”

Non le conosco.”

Come preferisci.”

Gli strattonò indietro il capo e gli infilò un maglio metallico in bocca per bloccarlo in quella posizione.

Sai? Ero una donna normale, prima che mio marito venisse ucciso. Lavoravo come bibliotecaria a Ki Bataran, ma negli ultimi anni ho scoperto di avere talenti inaspettati.”, gli disse, agitando tre lunghi aghi di fronte ai suoi occhi, “Sono davvero brava nel far soffrire il prossimo.”
Li conficcò sul suo viso con una rapidità e una precisione chirurgica, prima di fissarli a dei sottili fili d'oro, a loro volta collegati ad un macchinario.
Abbassò la leva.
L'elettricità corse sui conduttori, raggiungendo i punti di pressione di Spock in pochi decimi di secondo. Il grido del vulcaniano scosse l'intero hangar, acuto e straziante; non si sarebbe mai aspettato una tortura del genere.
Non riusciva a respirare. Il dolore era atroce, insopportabile, talmente assoluto da fargli perdere del tutto il controllo della propria mente e delle proprie funzioni corporali. Sentì Rhiana ridere e dire qualcosa, ma non riuscì a cogliere le sue parole.

Si afflosciò sulla sedia, ansante e madido di sudore, quando il contatto venne interrotto.

Ti è venuta voglia di parlare?”

Spock boccheggiò versi incomprensibili, cercando disperatamente di riprendere il controllo per far cessare la sofferenza, ma ogni suo tentativo risultò fallimentare. La testa gli bruciava, la sentiva pulsare come fosse sul punto di esplodere. Il dolore delle sue innumerabili ferite rimbalzava da una sinapsi all'altra senza interruzione e senza che lui potesse, in alcun modo, porvi rimedio. Chiuse gli occhi e ruotò appena il capo. Una striscia di saliva gli scivolò dalla bocca e colò sul pavimento, già lercio della sua urina.
La romulana lo colpì al volto con un pugno che, in quella rapsodia di atrocità, Spock percepì appena.

Perché tu lo sappia: sono pronta a scaricare le gondole di questa carretta fino a consumare anche il più piccolo frammento di dilitio, pur di farti parlare.”, lo minacciò con tono assolutamente calmo.
Ho sovraccaricato le tue sinapsi,”, riprese, “ci vorranno giorni prima che tu riesca a spegnere il dolore, come fate voi vulcaniani. Va' da sé che non ti lascerò mai tutto questo tempo per riprenderti. Non finirà finché non mi darai le risposte che voglio.”

Spock dischiuse le palpebre, gli occhi umidi di lacrime.
- I-io... n-non..-, furono le uniche parole che riuscì a mettere insieme con estrema fatica.

Rhiana gli rificcò il maglio in bocca ed abbassò la leva una seconda volta.

Aumenta il voltaggio.”, ordinò.

Ma, signora...”

E' più forte di quel che sembra. Sopravviverà.”

Il vulcaniano finì con l'aprirsi profonde piaghe a polsi e caviglie nel violento sussultare per via delle scariche; quando il voltaggio venne di nuovo interrotto, era appena cosciente. Crollò indietro, e sarebbe soffocato nel suo stesso vomito, se la romulana non l'avesse afferrato prontamente e costretto ad afflosciarsi in avanti. Espulse quel che aveva nello stomaco sul proprio petto, prima di perdere, finalmente, i sensi.

E' andato, signora...”

Rhiana gli colpì le gambe con un calcio, urlando di frustrazione. Si passò una mano sul viso, cercando di ricomporsi.
Portatelo in gabbia. Riprenderemo quando si sveglierà!”




Jim...”

Prova un'altra volta a dirmi che dovrei dormire, Bones, e ti sbatto fuori dalla nave!”, lo ammonì il capitano con uno sguardo di ghiaccio.

Era in plancia da ormai diciotto ore, intento a fare la spola tra la poltrona e le diverse postazioni alla disperata ricerca di aggiornamenti sulla situazione. Il sangue nella vasca da bagno era risultato essere quello di Spock, quindi Jim aveva diramato una richiesta di cattura per Trisha e per il cameriere. Senza esiti soddisfacenti. Era presto venuto fuori che quell'uomo, chiunque fosse, non facesse parte del personale dell'albergo. In seguito, grazie alle registrazioni delle telecamere di servizio avevano appreso che Spock era stato trasportato su quel carrello sino ai magazzini, e poi fuori. Lì il cameriere aveva raggiunto Trisha, avevano caricato il primo ufficiale su un furgone e si erano dileguati.
Lanciò uno sguardo a Nyota che, pallida e preoccupata quanto lui, non aveva lasciato la sua postazione da quando era stata richiamata a bordo in tutta fretta, insieme a buona parte dell'equipaggio. La storia tra lei e il comandante era finita pacificamente, nonostante tutto, e lei provava ancora profondi sentimenti.

Hanno trovato il furgone, signore!”, esclamò all'improvviso, “Ci stanno inviando i dati dei primi rilevamenti.”

Sullo schermo.”
Jim avviò una ricerca incrociata nel database federale e, nonostante l'assenza di un riscontro specifico, quella risposta parziale gli gelò il sangue nelle vene: quelle impronte digitali erano romulane.

Chekov, una linea diretta con il comando di flotta. Immediatamente.”

Spiegò l'accaduto ad un accigliato ammiraglio Archer, che diramò un'ormai tardivo blocco dei voli in un raggio di cento chilometri da Miami, e predispose un controllo a posteriori di tutte le navette che avevano lasciato il pianeta in quella zona nelle passate diciotto ore, lasciando Kirk in attesa di ordini.

Hai bisogno di una pausa.”, tornò alla carica il dottore, “Non cambierà nulla ad aspettare notizie nel mio ufficio piuttosto che in plancia.”

Jim annuì e una volta nello studio dell'amico accettò del whisky.

Parlami. Che ti frulla in testa?”

Il capitano si stropicciò il volto con le mani, prima di finire la bevanda in un sol sorso.
Eravamo lì!”

Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno...”

Volevano me e hanno preso lui! Se non mi fossi dimenticato quel dannato comunicatore, se non avessi così tanto insistito per farlo scendere...”

Jim, basta. Lo riporteremo indietro.”

Indietro da dove?! Non abbiamo idea di dove sia, a quest'ora potrebbero essere ovunque! E non guardarmi in quel modo! Non mi leverai il comando!”

Certo, perché l'ultima volta è andata alla grande, vero? Non lascerò che ti ammazzi di nuovo. Per il momento non te lo levo, ma è una condizione che potrebbe cambiare, sappilo.”

Il capitano non gli rispose e uscì dall'ufficio per tornarsene in plancia. Litigare con Bones era l'ultima cosa che gli serviva. Avrebbe trovato Spock in qualsiasi modo.




Ce ne hai messo di tempo...”

Spock sollevò appena lo sguardo, rimanendo prono sul pavimento. La testa gli lanciava insopportabili fitte di dolore ad intermittenza, e aveva freddo. L'avevano lavato, ed ora era completamente fradicio.
Il suo compagno di prigionia era in piedi nella cella di fronte, intento a tamponarsi una ferita al torace con un pezzo di stoffa strappato dai suoi logori pantaloni.

C-chi sei?”, si rese conto con suo stesso raccapriccio che la voce gli era uscita incerta e tremolante.

Desus5, proconsole di Shira. Non che questo conti granché al momento.”

Comandante Spock.”

Oh, il bastardo! Rhiana ha proprio avuto una gran botta di fortuna, pensavo di ritrovarmi un qualche capitano, sarebbe stato meglio, ma tu... Bhe, era destino che la faccenda si risolvesse tra cugini.”

E questo cosa vorrebbe dire?”

Desus gli rivolse un lungo sguardo, prima di sbirciare oltre le grate.
La guerra sarà inevitabile, una volta che avrai parlato. E, fidati, lo farai.”

Tu lo hai fatto?”

Nah, quella puttana può mettermi sulla sedia quanto vuole. Potrei quasi riuscire a farmela piacere. Tu hai ben altri problemi, vulcaniano.”
Sbirciò ancora verso il punto di osservazione, poi si avvicinò con noncuranza all'unico angolo cieco della sua cella, intinse un dito nel suo stesso sangue e scrisse una parola sul muro: TRELLIUM-D6.

Spock sbarrò gli occhi e poi li chiuse.
Capisco.”

Desus cancellò la scritta con una manata e si sedette a terra.
Una vera sfortuna che questo catorcio sia un vecchio mercantile stanziato nella Distesa Delfica. La nave ne è piena. È solo questione di tempo, comandante. Una settimana, due al massimo, prima che il tuo decadimento diventi davvero invalidante. Un mese e non ci sarà più nulla da fare per salvarti dalla pazzia. C'è solo da sperare che una polmonite ti stronchi prima.”

Sei un medico?”

Sapere le cose è il mio mestiere.”, fu la vaga risposta del romulano.

Cosa dovrei fare?”

Desus scrollò le spalle.
Suicidarti prima di parlare sarebbe un ottimo punto di partenza. No, farei proprio schifo come dottore.”

Spock gli rivolse uno sguardo gelido.
Tra due settimane prenderò in considerazione l'ipotesi.”

Oh, vuoi scappare... Buona fortuna, potrebbe quasi venirmi voglia di aiutarti.”




Note:
1) Jim si riferisce al capitano Robert April (ex capitano dell'Enterprise prePike), che l'equipaggio incontra nel fumetto Star Trek Before Darkness. Tralasciando la trama generale dei fumetti in questione, è in quelle circostanze che si apprende dell'instabilità emotiva di Spock, che, già lì, mostra comportamenti inappropriati, cercando di risolvere diverse situazioni attraverso il proprio sacrificio personale (come farà, all'inizio del dodicesimo film, nella sequenza del vulcano).

2) E' provato che i vulcaniani possano restare svegli anche per diverse settimane, per cui diciotto giorni non sono un'esagerazione.

3) Tutti i nomi romulani sono presi da un elenco scovato in rete, non sono di mia invenzione. Pertanto ogni riferimento a personaggi presenti, passati, futuri e quant'altro è puramente casuale. La precisione è una brutta malattia, si può morire, sapete?

4) Desus non è un nuovo personaggio. Viene, infatti, dal libro Black Fire di Sonni Cooper. Non so quanto io sia riuscita a mantenerlo IC, ma ho comunque cercato di usarlo con il rispetto che meritava. I riferimenti alla trama del libro saranno minimi anche perché la mia storia è ambientata in tempi ed ambiti molto diversi. Quindi anche se non l'avete letto, non c'è problema.

5) Da Wikipedia, perché la pigrizia regna: È una immaginaria sostanza utilizzata per schermare le navi stellari dagli effetti negativi della Distesa Delfica. È reperibile come minerale su alcuni asteroidi, e può venire sintetizzato in forma liquida attraverso una procedura molto complessa e pericolosa, dopodiché si solidifica per formare una lega normale.
Il trellium D agisce sui Vulcaniani come una potente neurotossina che compromette i percorsi sinaptici utilizzati per controllare le emozioni, causando manifestazioni anche violente dei loro sentimenti. Preso in dose massiccia, provoca una degenerazione cerebrale irreversibile cumulabile che compromette la capacità dei Vulcaniani di sopprimere le loro emozioni, conducendoli dopo un uso troppo prolungato alla pazzia.
   
 
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