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Autore: bethrandall    30/08/2014    2 recensioni
Trama :I Geegenesgate, Creaporte, sono potenti quanto pericolosi , maghi capaci di viaggiare nello spazio-tempo incontrastati e portatori di sventura. Erya , città dei libri , deve fare i conti con tre di essi, tre maghe di infinito potere . A causa della loro comparsa è sparito l’unico artefatto capace di difendere la pace del loro mondo: Il Pantexterast, un libro che contiene tutte le storie di tutti i mondi.
Gli abitanti di Erya sono in pericolo e ora dovranno scampare a tale sfortuna mandando alla ricerca di questo libro sacro le persone più affidabili e forti del paese. Tali persone saranno coinvolte in tantissimi intrecci e quasi sempre le storie di ognuno vanno a combaciare con le storie di altri.
Storia nata da un fantasioso gruppo di Whatsapp , in cui gli iscritti ricoprono i ruoli di questa storia.
Buona lettura !!!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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La carrozza frenò bruscamente. Sophya per poco non sbatté contro la poltrona che le stava di fronte. Sentì le scuse del cocchiere , ma lo congedò con un gesto gentile della mano.
- La ringrazio .- La principessa scese delicatamente a terra e si avviò vero l’entrata. Non si stupì di trovare il Generale nella sua armatura abbagliante con le spalle al muro. L’espressione rigida e fredda di chi è stato ignorato. Sophya sospirò , intenta a pensare a  qualche  attenuante possibilmente sincera per ciò che aveva fatto. Effettivamente odiava essere affiancata a qualcuno, soprattutto se quel qualcuno era la sua guardia personale. La Regina Sassa aveva optato per il Generale proprio perché svolgeva il suo ruolo egregiamente. Ma Sophya non voleva mica un cane da guardia, era una principessa sì, ma voleva essere libera di fare quel che voleva.
Con passo veloce raggiunse il portico dove Joseph l’aspettava.
- Mi spiace di non averla avvertita, ho visto che la città  oggi non era particolarmente tranquilla  come al solito, credevo che voi foste impegnato. Mi spiace , sul serio. -
Joseph sorrise . – Principessa , la città potrebbe crollare sotto i miei occhi , la cosa più importante siete voi.-
Sophya arrossì , si riavviò una ciocca dietro l’orecchio e iniziò a camminare verso l’entrata effettiva del palazzo reale.
A poca distanza da lei sentì i passi metallici del Generale  che la raggiungevano.
- Principessa…-
- Non accadrà mai più , lo prometto !-
Joseph non rispose , semplicemente continuò a camminare al suo fianco, fedele al suo compito.
Sophya invece doveva faticare a mantenersi lucida.
Per tutto il viaggio aveva pensato al ragazzo che aveva incontrato in paese. Non era una bellezza divina, ma aveva un qualcosa di molto più attraente. Era totalmente diverso dai principi e nobili, persino dai cavalieri, non aveva certamente quell’aria da “perfettini’’o quell’insopportabile puzza sotto il naso che li faceva camminare impettiti come fenicotteri.
Lui era bello … sì. La sua figura per quanto impacciata  , sembrava forte ,virile , poteva benissimo essere un orso, coraggioso  e sicuro della sua forza.
Sophya inciampò su un lembo del mantello.  Che le stava accadendo? Joseph corse a soccorrerla.
- Principessa ,vi sentite bene?-
Sophya arrossì nuovamente.
- Sì, sì, è stato il mantello, dovrei chiedere alla  sarta di farlo di qualche centimetro più corto. -
Joseph si rassicurò e riprese la sua espressione rigida. La principessa  si rimise in moto.
 Frank.
Aveva l’impressione che non fosse solo un incontro casuale, sentiva un formicolio sottopelle , simile alle emozioni forti.
 L’avrebbe rivisto e presto.
La sala del trono comparve immediatamente, era così sovrappensiero che non aveva badato al tratto di corridoio che aveva percorso.  Strinse il manico del battente , per accedere alla sala.
Joseph le poggiò una mano sulla spalla , tirandola indietro di qualche passo.
- Principessa , la devo aggiornare sui nuovi accaduti. Lei non può accedere alla sala del trono momentaneamente.-
- E perché? Se posso saperlo?-
- La situazione è parecchio pericolosa, per tutto il regno. Non sbagliava a dire che stamane  vi era confusione in paese. La Regina Sassa sta affrontando la causa di tale disordine.-
Sophya guardò i battenti preoccupata.
- Sassa è al sicuro?- 
Il Generale annuì, trattenendo un piccolo sorriso. – Sassa è Sassa!-
Anche Sophya voleva ridere, ma una sensazione la bloccava. Sapeva che questa volta la regina poteva perdere. E le sue sensazioni non sbagliavano mai.
- Generale , cortesemente , può essere più specifico? Cosa è successo?-
-Hanno tolto al nostro regno tutto ciò che lo proteggeva. E vecchie nemiche sono venute a farci visita, mia Signora-
Una figura bianca incappucciata fece capolino oltre una tenda nera , sicuramente un passaggio per arrivare alla sala del trono vietato a tutti coloro che non fossero addetti ai consigli.
- Se ci sono i Viryum … Generale. Cosa significa?-
Joseph spostò lo sguardo da un’altra parte.
- Mia cara. Ti spiego io!- Il Viryum si avvicinò alla principessa , calando il cappuccio per rivelare il volto.
A.
- So per certo che la mia presenza non è una buona notizia , ma mia Signora , solo noi possiamo spiegare  cosa sta accadendo. Mi tormenta  darle  cattive  nuove , ma la situazione è la seguente.
Tre Geegenesgate , conosciute anche con il nome di Creaporte sono giunte a noi tramite i loro portali. Molte terre lontane confermano che il loro arrivo è catastrofico  e che la loro permanenza causa ancor più danni della loro comparsa. Ogni terra che le ospita perde qualcosa di eccessivamente importante per la sopravvivenza dei suoi abitanti. E noi abbiamo perso …-
-Il Pantexerast.- Fu un’altra Viryum a completare la frase.
Sophya cercò in tutti i modi di calmarsi.
- Ne  avete la conferma?-
A scosse la testa.
- Devo essere sincero, solo leggende e molte informazioni che potrebbero essere vane!-
-Dunque quelle maghe potrebbero essere innocenti-
Il Viryum sorrise con scherno. – Mia Signora , quelle maghe non portano “Mai’’ nulla di buono, non sono innocenti , sono state loro.-
Sophya strinse le mani a pugno. -  Ha finito di dire che non ha prove !-
-Ma ho sensazioni mia Signora. Con permesso-
Detto questo i due  Viryum si spostarono silenziosamente verso un'altra tenda nera. Sophya non riusciva a capire , sapeva che i Viryum non erano molto convincenti e nemmeno comprensibili , ma l’ultima frase era stato un segnale. A sapeva.
- Generale , devo entrare!- Joseph alzò gli occhi al cielo. – Mia Signora la prego…-
- Generale insisto!- Poche volte Sophya si imponeva , odiava usare il suo ruolo da nobile , ma quello sapeva che era un caso importante.
Joseph non oppose resistenza. Spinse i battenti facendola entrare in sala.
La minaccia stava dietro le tende , non fuori. Le tre ragazze erano buffe. Esotiche per  un posto come Erya.
Sophya non capiva. Eppure la sensazione non la lasciava andare.
Sassa aveva da perdere. Quella partita era già persa. Sentiva un ‘aura forte , anche se non aveva poteri magici , li percepiva. Beh , la sala era sempre satura di tensione magica, ma quel giorno ancora più forte.
- Sophya , tesoro… cosa ci fai qui?- Rivolse lo sguardo oltre le ragazze. Sassa era in piedi vicino al trono e la guardava preoccupata , come per metterla in allarme.
- Mia regina , volevo farle visita e ho ricevuto la terribile notizia dell’accaduto, ero in pensiero per voi!-
Sassa mantenne la sua espressione dura ma il suo sguardo si addolcì. – Cara , le tue visite mi fanno sempre piacere, ma questa volta sono io a preoccuparmi per te.-
Sophya si girò intorno. Le ragazze la guardavano speranzose. Sembravano così innocue.
- Mia regina, ho appena parlato con i Viryum , non hanno prove!-
Sassa arrossì di rabbia. – I Viryum hanno altro a cui pensare, queste faccende sono una mia responsabilità, loro non possono avere prove-
Sophya  si morse le labbra. La sensazione andava affievolendosi , sempre di più quasi ad annullare anche la forza dell’Angolo.  Cosa stava succedendo?
- Sophya, per favore ,esci!- Sassa sapeva essere molto convincente , e quel tono severo e preoccupato era uno dei migliori.
- Esci , Kinz!- Sophya si girò verso i battenti. I Mekinexac erano tornati. Joseph era impegnato a sbarrarle la porta col suo corpo, ma la maga fremeva di ira e i vani sforzi del Generale non servirono a molto.  Sophya incrociò lo sguardo di Kinzica e ne seguì la traiettoria .La ragazza al centro stava iniziando a muoversi con più inquietudine , lanciando sguardi di supplica , come un cane braccato.
- Spostati , Maledizione!-  Kinzica fece irruzione nella stanza , gettando a terra il Generale.
- Sassa …-
Sassa divenne paonazza di rabbia. La sua voce quasi squarciò le pareti. – Portami rispetto , serva! Sei solo una fra tanti , ho un titolo prima ancora del mio nome , e non osare mai utilizzare toni confidenziali con me.-
- Io ti rispetto quanto il tuo Titolo impone , è vero sono una tua seguace , ma ho un compito da portare a termine! -
Sophya quasi svenne dalla troppa tensione , quella stanza si stava ricaricando di potere con una velocità assurda , quasi a esplodere. 
- Kinzica , ti ordino di uscire!-
- Non prima di aver concluso il mio dovere-
- Io ti ORDINO di uscire immediatamente!-
Kinzica strinse i pugni talmente forti da far stridere i guanti. Alcune candele esplosero , e le tende si mossero vertiginosamente.
La luce iniziò ad affievolirsi sempre di più e un freddo pungente morse la pelle a tutti i presenti.
Per Sophya era troppo. La sua vista iniziò a vacillare e il respiro  affannoso la fece crollare a terra.
- Sassa … devo solo pronunciare le ultime parole!-
- Tu non oserai. La ragazza finirà dritta dentro Eigol, ho già scelto. Se riuscirà a sopravvivere sarà solo per te. Ma non puoi andare contro di me, Kinzica.-
La mekinexac urlò la sua frustrazione e uscì dalla stanza furiosa.
Sophya si alzò a fatica , alzò gli occhi e incrociò lo sguardo folle di Sassa, poi svenne , si sentì persa nella sensazione di precipitare ,ma non toccò terra.


Kinzica uscì come una furia. Aveva rotto molte cose ma non se ne badava , le avrebbe riparate tutte.
Si fermò solo quando arrivò al giardino. Si sedette sulla pedana vicino alla fontana e si tenne la testa fra le mani. Odiava quando succedeva. Odiava il suo nome e l’incapacità di non riuscire ad andargli contro.
E odiava se stessa e tutti i danni che combinava.
Le salirono quasi le lacrime agli occhi , ma non riusciva nemmeno a piangere. Incapace di essere forte.
Fece un lungo sospirò e chiuse gli occhi , rovesciando la testa indietro. Si concentrò sull’acqua che sgorgava lenta dalla fontana , e con dolcezza increspava la pozza che con gli anni aveva creato. Il vento che , antipatico, scompigliava l’erba ai suoi piedi e penetrava dentro i vestiti fino a lambire la pelle e insinuarsi fra le ossa. In lontananza  i cinguettii degli uccelli  rendevano quell’atmosfera paradisiaca, tranquilla , pacata.
Tutto stonava col tumulto potente che le stritolava il cuore e le soffocava la mente. Per la sua natura le venne quasi voglia di urlare e interrompere quella pace così fastidiosa … e terribilmente bella.
Il suo corpo ne aveva bisogno, desiderava ardentemente che quella armonia le circondasse il cervello , oscurando tutti i suoi pensieri negativi e annullarli totalmente. Voleva sentire solo quei cinguettii in lontananza e il flemmatico  scorrere  della natura .
Odiava anche i suoi momenti di paranoia.
E più ancora le persone che la circondavano.
Per la sua natura maledetta percepiva le presenze di gente che di maledetto aveva solo il destino. Il fermento e il panico causati dalla scomparsa del Pantexterast  risvegliava la sua parte malvagia che si crogiolava beata in mezzo a quell’inquietudine. Una parte di lei si sentiva in colpa , ma lasciava scatenare l’altra, così che non le desse pensieri per un po’.
Decise di alzarsi , nemmeno il tempo di  riflettere e già il giardino iniziava a pullulare di servi nervosi. Gioiva in maniera esagerata , ma non se ne curò , in quell’istante voleva solo calma.
Il solo fatto di non riuscire a maledire quella stupida Geegenesgate la faceva adirare ancora i più.
Le mancavano sole le ultime parole. Le premevano sulla lingua con una pesantezza anormale, tanto da non farle pronunciare nemmeno una sillaba. Silenziosamente si spostò verso una parte sempre vuota del castello. Attraversò il giardino in lungo e in largo seguendo i sentieri più tortuosi e difficili. In genere quel luogo era nascosto alla vista della servitù. Frequentato solo da una cerchia ristretta di persone.
Il cimitero.
Sassa aveva deciso di farne uno dietro il giardino , posto considerato da tutti come escluso dalla regina. Le lapidi sbucavano bianche insieme alle statue dai volti rilassati ma sicuri.
Kinzica non ne poteva più.  Quello era un posto che frequentava solo nei momenti di bisogno , e quel giorno ne aveva una grande necessità.
Si sedette sull’erba secca e grigia e richiuse gli occhi. Niente .
Non percepiva niente.
Si chiedeva se la morte fosse veramente così. Un continuo niente , ma non snervante. Un Niente che attendeva ma con pazienza.
Kinzica non voleva essere quella che era. Se ci fosse stato un incantesimo , sarebbe sicuramente andata indietro nel tempo e recuperare la sua vita. Ma certe cose non si possono realizzare , il passato è passato e la persona che era non poteva più ritornare. Morta , come tutte le persone che dormivano sotto i suoi piedi.
In quel posto erano morte molte persone innocenti , ma non a causa di Sassa , lei col tempo era diventata la regina spietata che dava a vedere , ma i suoi predecessori avevano causato più male di quanto Sassa riuscisse a farne in una sola vita.
 Kinzica decise di smaterializzarsi , un solo secondo in più in quel posto  le avrebbe fatto perdere il senno.
E lei non voleva di certo avere più preoccupazioni di quelle che già la circondavano.


A giocherellava distrattamente con un lembo della tunica bianca. Clare le stava seduta accanto in silenzio , come sempre.
Si chiedeva spesso perché stesse così in silenzio. Anche se forse la risposta già l’aveva. Sapeva molte cose e sicuramente i misteri di una ragazza non erano al vertice delle sue difficoltà. A si stiracchiò rumorosamente , un po’ fuori posto per un Viryum , ma poco importava.
Prima di prendere quella carica A era uno di quei tipi a cui non interessava niente , viveva i singoli giorni con freschezza e naturalezza. Ma poi il suo vero “io’’ si era manifestato con una potenza inaudita ,e non poteva rifiutarsi. Era al servizio della regina , da anni forse , ma nemmeno quei dati catturavano la sua attenzione. Piuttosto la ragazza che le era accanto  un agglomerato di curiosità, voleva sapere tutto di lei , e una parte di lui si chiedeva perché non avesse iniziato a scoprirlo. La voglia e le capacità per farlo le aveva, poteva sfruttarle , ma desiderava ricalcare il passato , usare i metodi tradizionali per conoscere a fondo una persona. Clare.
Come lui il suo nome non dava spazio a niente.
I nomi quasi sempre descrivono la persona alla perfezione , anche se fondamentalmente sono solo un modo per distinguerci dagli individui.
Ma Clare. Ve ne erano tante , e diverse … ma lei? Chi era?
Il suo passato? Da dove veniva? Cosa nascondeva? La sua curiosità cresceva a dismisura. Legna che arde per il suo fuoco.
La vide alzarsi e la seguì immediatamente dietro una tenda. In quella stanza erano riuniti anche gli altri Librai, eccetto il Protettore del Pantexterast.
A sorrise sotto il cappuccio , amava quando chi commetteva sbagli non si faceva vivo. Fosse stato veramente interessato al suo compito sarebbe seduto a capo tavola.
Evidentemente l’intera Biblioteca non l’avrebbe sopportato.
I Librai erano solo quattro. La chiaroveggente , piuttosto giovane e bella per le descrizioni popolari ,che in genere attribuivano quel ruolo a vecchiette mezze cieche.
E poi tre librai molto giovani.
In genere si capiva subito che tipo di libro proteggevano , dallo sguardo , dal modo di comportarsi. Stich era molto pacato , si affidava più ai cani che alle persone, lo sguardo sempre celato sotto una corazza di compostezza. Il Pantexterast fatto uomo.
Invece i tre che li si paravano davanti sembravano molto agitati ,  ma poco preoccupati per la faccenda che ormai si propagava come un oscura malattia per tutta Erya.
Continuavano a dimenarsi come animali in gabbia , quasi la sedia  procurasse loro fastidio.
A occupò il suo posto. Quella riunione si progettava parecchio inutile , quasi forzata dalla causa della brutta notizia. Come se sei persone fossero capaci di trovare in poche ore una soluzione    all’enigma.
A prese subito parola, come faceva sempre ad ogni consiglio.
- Posso sapere il motivo per cui il protettore del Pantexterast, ovvero il protagonista di questa storia , non è presente a questa seduta?-
Fu il ragazzo a parlare , capelli castani corti , occhi scuri celati da un paio di occhiali ed  una cicatrice sul sopracciglio destro. Molto giovane per ricoprire una carica come la sua , e lo sguardo ancora acceso di chi ha appena iniziato il suo nuovo compito che si protenderà per tutta la sua vita.
- Signore, io, faccio le sue veci , momentaneamente. -
-L’hai conosciuto almeno? O l’intera Biblioteca ti ha mandato qui per disperazione?-
Il ragazzo abbassò lo sguardo. – Effettivamente lo conosco solo di vista , ma come dite voi stessi è un compito che mi hanno assegnato. -
A mostrò un altro sorriso sbilenco e poco simpatico. Rivolse un veloce sguardo anche agli altri presenti.
- Dunque?-
- Il mio nome è Mattia signore! Sono qui per informarla che il Libraio legato al Pantexterast non poteva essere presente  quest’oggi alla seduta del consiglio. Poiché convocato dalla stessa regina. -
A iniziò a ridere, una risata molto fastidiosa persino alle sue stesse orecchie.
- Sono passato poc’anzi da quella sala e credimi non c’era nessun Libraio dalla faccia sconvolta. Almeno avrei apprezzato la sua presenza qui , credo che la regina si stia occupando di una faccenda molto più… importante! Visto che lo stesso problema è comparso alla radice.-
- Credo che invece di interrompere questa seduta continuamente con le sue constatazioni dovrebbe forse ascoltare quello che i nostri Librai hanno intenzione di informarci. Loro erano lì quando il libro è scomparso.-
Clare finalmente aveva parlato. Il suo tono di voce parecchio irritato gli stimolava una risata ancor più fastidiosa.
- Prego allora. Continui.-
- Il mio nome è Tsuna! Anche io come già sapete sono una Libraia , ma non so molto sulla scomparsa del Pantexterast. Ho sentito la chiaroveggente , ma non posso testimoniare , non ero presente all’accaduto , la Biblioteca mi ha mandato qui solo come collegamento tra  le due fazioni.-
- E io , da chiaroveggente non aggiungo . Come  voi stesso dite , il problema è  alla radice , e la mia visione era concentrata sulla presenza delle Creaporte , mi è sconosciuta l’ubicazione del libro.-
- Io sono Baivhyn , anche io Libraia , posso percepire la sua presenza , ma è come avvolto da un qualche strato di… magia. Ne riesco a sentire le frequenze ma non riesco a raggiungerlo.-
- In pratica ,e che mi perdoni Viryum , la vostra presenza è solo un qualche scambio di notizie che già si sanno? Quattro Librai su quattro ripetono la notizia , che sicuramente , si è sparsa per tutto il regno. Mi spiace importunare  il nostro consiglio , ma personalmente non suscita il mio interesse cercare quel libro , trovo anche molto sfortunato assegnare la nostra vita ad un pezzo di carta incantato , per quanto ami i libri , beh … forse era tempo che scomparisse, momentaneamente non è successo qualcosa di realmente catastrofico come le leggende descrivono,  e se le idee di giustizia della Regina sono quelle che già conosciamo, deduco che per le tre Geegenesgate non ci siano vie d’uscita.
Oltretutto in questa sala sono pienamente convinto che tutti la pensiamo allo stesso modo. Ovvero che il libro è scomparso a causa delle Creaporte. -
I presenti annuirono, eccetto Clare.
- Avete altro di cui parlare … o Sempre le stesse cose?-
I Librai si alzarono dai loro posti e si diressero fuori dalla stanza.
Una volta che la stanza rimase vuota A riprese a stiracchiarsi , soddisfatto per averla fatta concludere ad una velocità rasente l’assurdo.
- Che cosa ti salta in mente?-
A sorrise. – Secondo me i Librai non dovrebbero farsi proprio vivi , essendo due fazioni differenti le nostre idee politiche non combaceranno mai. Il loro è un culto astratto scritto sui libri , di cui io , premesso, sono affascinantissimo, ma non hanno i requisiti per poter condurre una qualche discussione con noi. -
- E quali sarebbero i requisiti giusti secondo te? E’ proprio questo il momento in cui loro dovrebbero unirsi a noi. Qui i nostri mondi combaciano. Solo loro possono sapere.-
- Perché li difendi così tanto? Con tanto ardore.-
- Non li sto difendendo, dico solo che sono utili, saggi quanto noi!-
A scosse la testa , mantenendo il suo sorriso sbilenco e fastidioso.
- Saggi ? Può darsi. Ma mai quanto noi.-
Clare si alzò dal suo posto e uscì dalla sala , ma A aspettò il momento in cui stava varcando la  soglia per esprimere un pensiero abbastanza rischioso. – Inutile . Chi scrive e protegge tace nel suo stesso silenzio.-
Clare trasalì ma continuò a camminare verso l’uscita.


Mattia riuscì ad afferrare Bavhyn prima che toccasse terra.
Tsuna si affrettò a raggiungerla , seguita di corsa dalla chiaroveggente. Bavhyn era bianca in volto , appena uscita dalla stanza dei consigli aveva avuto i primi cedimenti. Mattia se ne era accorto immediatamente.
- Secondo te dovremo ricongiungerla ad Àdel? -
- Solo lei può aiutarla. -
Bavhyn iniziava a tossire convulsamente. Mattia se ne rese conto troppo tardi.
Era appena uscito dalla sala , non aveva percepito la tensione magica arrivata alle stelle. La copertura della sala dei consigli l’aveva stordito , un po’ come quando si sale in montagna e si scende piano piano , fino a far esplodere le orecchie a causa della pressione dell’aria.
La stessa cosa stava accadendo a lui. Bavhyn legata soprattutto ai libri di magia aveva una fortissima risonanza con le tensioni ,e il castello ne stava letteralmente scoppiando.
Causa l’Angolo. Il posto più temuto di Erya , sotto il controllo di una folle regina accecata dal potere e dal comando.
- Dobbiamo uscire subito , Bavhyn deve stare lontana dalla magia , potrebbe morire schiacciata dalla forza. -
Tsuna aveva ragione , ma senza il permesso della Regina non potevano.
- Portala fuori tu, io rimarrò qui! Giustificherò la vostra assenza.-
Tsuna non se lo fece ripetere. Anche per lui quella tensione era fatale , poteva costargli caro la permanenza al castello , ma in quel momento era più importante salvaguardare il sottile rapporto con i consiglieri del regno che  piuttosto con la  sua incolumità. Vide Tsuna e le ragazze allontanarsi dal castello barcollando. Ma qualcuno bloccava loro il passaggio. Il Generale.
Mattia gli corse incontro, lottando contro  la rabbia crescente dovuta al non riuscire a sopportare quel posto  e la calma che doveva  mantenere.
- Non potete uscire senza il permesso della regina.-
- E’ una questione importantissima , una delle nostre rischia di morire qui e subito se rimane. Deve farci uscire.-
Tsuna urlava contro la guardia sostenendo il corpo svenuto della ragazza. Mattia decise di dar spazio alla calma.
- Rimarrò io qui  a giustificare la loro assenza! La prego di farle uscire. -
Il Generale scosse la testa. – Sono ordini , vorrei ma non posso.-
Mattia strinse i pugni fino a farli sbiancare.
- Giustificherò anche il suo comportamento. La prego!-
Il Generale digrignò i denti nervoso.
- Non solo i vostri rapporti col castello sono effimeri e difficili da stabilire , ma pure volete disobbedire alle regole dettate dalla Regina stessa?-
Mattia decise che la calma non era un buon modo per discutere , più gettava sguardi alla pelle diafana di Bavhyn più la sua preoccupazione aumentava. Spinse le ragazze fuori dalla portata del soldato ed estrasse un coltello di oro bianco che puntò alla gola del generale.
- Non prenda questa minaccia rivolta a lei, guardi la nostra amica, sta morendo e questo coltello vicino alla vostra gola , soldato, descrive la sottile distanza fra la morte di questa ragazza e la sua sopravvivenza , giuro di prendermi tutte  le responsabilità , lungi da me voler soffocare le regole della Regina, ma la Libraia in questione è una pedina importante per la sopravvivenza di Erya. Spero di essermi spiegato.-
Il Generale annuì impassibile.
-Uscite fuori. Ma voi dovrete rimanere qui.-
Mattia sospirò e abbassò la lama rinfoderandola. Sorrise a Tsuna e le indicò l’uscita.
Una volta che le ragazze furono abbastanza lontane si rasserenò. Ma la sua tregua non durò affatto.
Il Generale gli diede un pugno dritto allo stomaco facendolo crollare a terra tremante.
- Gli uomini non rispondono alle minacce davanti alle donne , almeno non sono così gradasso. Beh , prendila come una minaccia rivolta a te, questa.-
Mattia annuì , tenendosi strette le braccia intorno al punto dolorante.



Sophya si svegliò nella sua stanza. Ricordava il momento in cui stava cadendo , ma si ritrovò nel letto. Per un attimo le parve tutto un sogno.  Pian piano i ricordi riaffioravano , le Creaporte, lo scontro fra Kinzica e Sassa, il Generale, Frank…
Non poteva essere tutto un sogno. Almeno non Frank.
Indossava la camicia da notte e il letto era sfatto , quindi  poteva essere un sogno. Le venne quasi da piangere, una nostalgia fittizia che le faceva terribilmente male. Si mise a sedere sul letto, tenendosi al testa fra le mani. Frank…
Sentì bussare alla porta , guardò fuori dalla finestra , effettivamente era tardissimo , mezzogiorno passato da tempo. Si coprì con le lenzuola.
-Prego! -
La porta si socchiuse , senza rivelare la figura che vi stava dietro.
- Posso entrare? Ha bisogno di qualcosa? Per caso l’ho svegliata?-
Sophya quasi pianse. Quella voce era reale. Si sistemò i capelli e cercò di alzarsi ma aveva pochissime forze quindi abbandonò l’idea.
- Certo , puoi entrare!-
Era lui. Le guance arrossate , lo sguardo che si spostava ovunque senza mai indugiare troppo su di lei.
- Che ci fate qui? Se posso saperlo.-
Lui alzò lo sguardo verso la sua direzione. Sophya si sentì precipitare nuovamente , dentro un pozzo di occhi neri terribilmente rassicuranti.
- È una storia parecchio lunga, mia Signora.-

Alla fine si era alzata. E ora penzolava i piedi , seduta sul ponte  al centro del Laghetto blu. Sassa le aveva regalato quella parte del giardino , e in genere lei stava lì a scrivere o leggere. Per quanto tutti ne avessero paura , Sassa in realtà era molto onesta, e teneva illimitatamente   alle persone a cui voleva bene .
- Dunque sei il suo scudiero?-
Frank annuì tristemente.
- Essere scudieri è un grande onore! I cavalieri ne vanno molto fieri. -
Detto questo Sophya gli diede una leggerissima pacca sulla spalla.
- Non sempre! Siamo loro servi in fondo. -
- Ma anche loro amici!-
Frank sorrise distrattamente . – Non credo! Il mio Cavaliere non è molto socievole.-
Sophya scosse la testa. – Ti do ragione! Joseph è terribile , socializza ma ,diciamolo che è ..severo?-
Frank strabuzzò gli occhi. – Il giusto , eh! – lo disse sarcasticamente , e la battuta le fece scappare una risata divertita.
- Cosa facevi prima di diventare scudiero?-
Frank si rabbuiò e iniziò a giocherellare con le dita.
- Facevo parte  di una famiglia di cacciatori.-
Sophya  si concentrò sul  loro riflesso nell’acqua. Erano belli, pensò.  Così vividi e perfetti. Anche lui guardava il suo riflesso. I loro sguardi si incrociarono fra le increspature dell’acqua.
- Però non ho mai amato cacciare, per questo nella mia famiglia non ero mai visto bene. Mi piacciono gli animali. Sono selvaggi ma la loro natura è … positiva. Vera. Vivo nella natura da circa diciotto anni. So come si comportano , le loro abitudini , peccato che non vivano  a lungo quanto noi , sono molti saggi , mi chiedo se loro della vita comprendano tutto , a differenza nostra che stiamo una vita a comprenderla.
Ti sto annoiando?-
Sophya  gli dava ragione , si era persa fra le sue parole , che urlavano un bellissimo significato.
- Assolutamente , penso che tu abbia ragione.-
Frank sorrise e si distese per intero sul ponte a il cielo nascosto da una rete di rami.
- Questo posto è incantevole.-
Sophya annuì e si distese vicino a lui.
- Per un attimo , ho creduto di averti sognato, cioè quando ero in camera mia e mi sono ripresa dallo svenimento. -
Frank arrossì. – Mi sono permesso io di portarti in camera, mi hanno detto che le stanze sono salvaguardate dal potere dell’Angolo. Ti ho afferrata anche mentre svenivi. Non volevo farti cadere a terra.-
Sophya lo guardò con gratitudine poi un pensiero le attraversò la testa.
- M-mi hai cambiato tu?-
Frank distolse lo sguardo e si mise a sedere. 
-NO , non mi sarei mai permesso mia Signora. Ho chiamato le vostre ancelle.-
Sophya  si morse le labbra, ma poi si rilassò.
- Allora … grazie. -
Il ragazzo si passò una mano fra i capelli – Di niente mia Signora.-
rimasero per un po’ a parlare del più e del meno . Della loro vita , dei loro gusti personali su qualsiasi cosa, Sophya non vedeva tutta la goffaggine di come si descriveva. Non era nemmeno poi così distratto o incapace. La principessa abbassava molto spesso lo sguardo sul loro riflesso nell’acqua , più che guardarlo, le piaceva spiarlo. Vedere i suoi movimenti e tutte le espressioni che faceva , ma camuffate dall’ acqua.
- Quando ancora frequentavo la mia famiglia avevo una fissazione.-
- Ovvero?-
- Assegnavo un animale ad ogni persona che vedevo e mi piaceva sapere che quasi sempre avevo ragione. -
- Oh , fantastico! Ora lo fai più?-
Lui distolse lo sguardo. – Mi capita a volte.-
Sophya si portò indietro una ciocca di capelli.
-Sono curiosa di sapere che animale sono per te.-
Frank arrossì.
- Beh , in genere alle principesse associo le farfalle , o i delfini, per descrivere la loro delicatezza e la loro regalità. Ma tu non sei come tutte le altre.-
Sophya rimase ancor più curiosa di sapere il suo risultato. – E dunque?-
- Sei una civetta. Ma non prenderlo come offesa o altro , intendo … la civetta è molto saggia , pacata un animale cordiale, persino provocante … m-ma diciamo, tu non sembri una farfalla o altro , vedo una forza elegante dentro… te. Hai una mente brillante , sai sempre come risolvere i tuoi problemi e non ti abbassi all’orgoglio o ai dubbi , sai quando fidarti di qualcuno , e vedi sempre il buono in qualcosa. Spero ti piaccia. Se no sarai una farfalla o un delfi…-
Lei lo zittì mettendogli una mano sulla bocca.
- No, no… adoro quell’animale e ti ringrazio per i complimenti. – Si sentì le guancie in fiamme.
Tolse immediatamente la mano dalla sua bocca. Lui distolse lo sguardo e si spostò così da osservare meglio i lenti movimenti del lago.
- Nessuno mi ha mai fatto complimenti così belli e sinceri. In genere punto proprio su questo. Secondo me la miglior principessa è quella che guarderebbe il popolo come il popolo guarderebbe una principessa, ovvero con stupore , gratitudine , persino con quel pizzico di invidia. Io amo il mio popolo , e spero loro amino me. -
Frank puntò il suo sguardo verso i suoi occhi.
- Sono le persone come te a farmi credere che questo sia un mondo meraviglioso.-
Sophya arrossì violentemente, distogliendo lo sguardo per non avvampare del tutto. Sentiva un caldo tremendo e una voglia di tuffarsi in acqua per rinfrescarsi. Ma quella sensazione la faceva stare bene. Una tortura infinitamente piacevole. Si armò di coraggio e poggiò la mano vicino alla sua.
- Mi fa molto piacere parlare con te .-
- Anche a me.-
In lontananza il Generale chiamava , la sua voce forte riusciva a giungere persino al lago. Frank si alzò piano , ma prima aiutò la principessa ad issarsi e quello fu abbastanza per percepire il dolce contatto con le mani di lui. Erano ruvide , callose , di chi lavora la terra e non si cura molto, ma era una bella sensazione , sentire così tanta diversità fra i loro mondi reali , e così tanta affinità fra i loro mondi mentali.
- Vienimi a trovare quando hai tempo e Joseph non ti ronza attorno.-
- Certamente. -
Sophya non voleva mentire a se stessa. Desiderava almeno un bacio. Ma lui le regalò solo un sorriso , che lei ricambiò con quello più ampio e sincero che aveva. E  , come se il tempo si fosse fermato, lo vide sparire fra gli alberi.

 (Angolo dell’Autrice : Salve di nuovo , spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto , spero anche di aggiornare al più presto.
In realtà questa nota non serve per indicare qualcosa o altro , serve solo per fare un annuncio.
Kinzica ci dispiace che tu non faccia più parte del nostro gruppo , ma continuerò a scrivere di te, del tuo personaggio e della tua storia . Spero che la leggerai e non ti chiedo nemmeno una recensione come risposta.  Spero che un giorno ti convincerai a tornare.
Mar.)


 
  
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