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Autore: Sam27    03/09/2014    6 recensioni
Ci sono alcune cose che ho imparato da brava fan girl:
1. “Asjdnbvfuhuj” riassume tutto. E con tutto intendo qualsiasi cosa talmente pucciosa da poter essere riassunta.
2. La nutella è la tua migliore amica. Nonché la soluzione a qualsiasi tuo problema.
3. Si può sopravvivere dormendo solo tre ore. E mangiando molta Nutella, mi sembra sottointeso.
4. Libri e computer sono l’ingresso per il paradiso. Potete anche sostituire il computer con uno Smartphone, un Iphone o un tablet. Ed ovviamente aggiungete la Nutella.
5. Quale marca di fazzoletti è più resistente. I fazzoletti Tempo sono eccezionali, me ne servono solo cinque pacchetti a libro.
6. I personaggi immaginari sono migliori di quelli reali. Infatti sembra che il mio ragazzo ideale non esista. Io vorrei solo che avesse la dolcezza di Peeta Mellark, l’umorismo di Fred Weasley, il coraggio di Peter Pevensie, la bellezza di Finnick Odair, il sarcasmo di Jace Shadowhunters e l’intelligenza di Caleb Prior. Forse chiedo troppo?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Potremmo Volare'
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2.Mai insultare Harry Potter davanti a me.
“Tutti dicono che sono pazzo
ma pazzo ancora non lo sono.
Pazze sono le persone che affermano
che Twilight è meglio di Harry Potter.
Sarebbe come dire che l’inferno
 è meglio del paradiso.”
Jhonny Deep
E’ un’altra splendida giornata di sole, i gabbiani fanno un baccano incredibile, le bambine al piano di sotto già bramano la spiaggia e mamma si ostina a chiamarmi alle dieci di mattina. Non lo vuole proprio capire che alle dieci è come se fosse ancora notte inoltrata, lei si ostina a ripetere che è già metà mattina.
Mi stiracchio e scendo le scale rischiando di cadere tre o quattro volte, mangio il mio croissant con il succo di zucca.
Almeno qui, a casa della zia, non manca mai il cibo.
Alle dieci e mezza siamo tutti pronti per andare in spiaggia e, una volta arrivati, mi accollano subito Aurora ed Elena.
Secondo giorno di vacanza.
Secondo giorno di tortura.
Ancora diciotto giorni.
Quando i miei genitori mi hanno annunciato:”Siamo riusciti a risparmiare tutto l’anno per andare tre settimane in vacanza in Emilia Romagna a casa di zia Anna”. Non pensavo che intendessero: “Siamo riusciti a risparmiare tutto l’anno per far venire anche te tre settimane in vacanza in Emilia Romagna a casa di zia Anna; in modo che potrai occuparti di tua sorella e tua cugina mentre noi ce la spassiamo”.
Ma d’altronde non potevo non sospettare che ci fosse una trappola, da qualche parte.
-Allora bambine facciamo un gioco?- domando sedendomi sullo sdraio.
-Quale gioco?-
-Nora giochiamo a fare i castelli di sabbia?-
-No perché lei mi ruba tutto!-
-Sei tu che mi rubi tutto!-
-Allora giochiamo a nascondino!-
-Qui non ci si può nascondere!-
-Allora giochiamo a prenderci!-
-Presa!-
-Non vale! Nora non aveva detto via!-
Le due pesti iniziano presto a rincorrersi attorno all’ombrellone facendomi girare la testa.
-Nora!! Eleoora mi tira i capelli!-
-Nora! Elena non sa giocare!-
Presto l’aria viene riempita da un coro di inutili e irritanti: “Nora!!!”.
-Adesso statemi bene a sentire: se continuate così chiamo zia Bellatrix che arriva e vi crucia tutte e due finché non fate le brave.- dico spazientita guardandole severa e puntando loro il dito contro.
Elena e Aurora si zittiscono e si siedono sullo sdraio, lo sguardo impaurito.
Io tiro un sospiro di sollievo.
Una voce maschile e sconosciuta mi fa sobbalzare.
-Attenzione bambine zia Bellatrix è molto cattiva-
Mi giro e vedo un ragazzo alto, ben piazzato, con i capelli castani e limpidi occhi azzurri.
Cerco invano di richiudere la bocca, la cui mascella tocca ormai la sabbia tiepida del mattino.
Lo guardo stranita mentre lui si avvicina senza che nessuno l’abbia invitato.
-Sono Luca, Tassorosso- dice tendendomi la mano entusiasta.
-Eleonora, Grifondoro- dico stringendogliela.
Anche se in questo momento non sono molto sicura della mia appartenenza alla casa dei nobili in spirito e di cuore visto che il mio coraggio è stato rimpiazzato da un’assurda serie di: “Hjdbchjdsbvbsinik”.
-Lavoro come bagnino qui, perciò ci si vede in giro- mi sorride.
-Certo!- esclamò mentre la mia mascella, lentamente, ritorna al proprio posto.
Dì qualcosa di intelligente Nora!
Su: dì qualcosa di sensato.
E così dico la prima cosa sensata che mi viene in mente che non può essere altro che:-Stai attento, alle scale piace cambiare-
Lui  ride mentre io credo di svenire sul colpo.
Bella trovata, certo, bellissima.
Non ci sono scale in spiaggia.
-Perché sei tutta rossa?- mi chiede Aurora che mi è salita sulle ginocchia e mi strapazza le guance, tirandole verso l’esterno.
-Perché fa caldo- dico sventolandomi una mano davanti al viso.
-Ora giochiamo?- domanda Elena seduta a terra.
Io annuisco.
 
Mi capita di nuovo di incontrare il bel Potterhead dagli occhi azzurri quando porto Aurora a sciacquarsi gli occhi nei quali le è entrata la sabbia dopo un litigio con Elena.
Arrivo alla fontanella, mi inginocchio di fronte alla mia cuginetta e le tolgo la sabbia con cura, facendole poi il solletico. Lei smette di piangere e mi prende per mano, mi alzo in piedi e quello che vede manda gli unici neuroni che mi sono rimasti in vacanza al Distretto 13.
Luca si sta facendo la doccia, il sole rende la sua pelle abbronzata semplicemente divina, piccole gocce d’acqua gli ricadono su tutto il corpo ed entrano nel costume mentre i miei occhi vagano in posti in cui non tocca il sole.
Sto quasi per avvicinarmi a chiedergli se sia un semidio figlio di Afrodite quando mi nota, chiude l’acqua e mi saluta.
-Magari una di queste sera potremmo andare a prenderci un gelato a Diagon Alley- mi dice tranquillo.
-Perché no? Mi ha detto Madama McClan che ha degli sconti fantastici- dico annuendo vigorosamente, così tanto che penso che tra poco mi si stacchi la testa dal collo.
-Ci sai fare con i bambini- dice accarezzando la testa ad Aurora.
-Mi piacciono i bambini- rispondo facendo spallucce.
-Ora torno a lavoro. Ci sentiamo. Okay?- mi chiede ammiccando.
-Okay- rispondo. *
E probabilmente, se Aurora non mi stesse tirando verso l’ombrellone, mi sarei già sciolta.
 
Avevo appena finito di fare la doccia e pensavo di essere in pace con il mondo quando mio padre, con un sorriso a 32 denti –anzi 31 visto che 1 gliel’ha fatto cadere mio fratello Ivan- che non lascia intendere nulla di buono, ci ha annunciato: -Ora andiamo a fare qualche kilometro tutti insieme!-.
Ovviamente quando tuo padre ti dice che “farete qualche kilometro” tu pensi che intenda dire che camminerete per qualche metro.
Invece no.
E’ un’ora, ventinove minuti e sedici secondi che camminiamo.
Elena e Aurora in braccio ai rispettivi genitori ovviamente.
Camminiamo e camminiamo.
-Papà- dico ansimante –La prossima volta che mi annunci che dovremo camminare ‘qualche kilometro’ assicurati che io capisca appieno che tu intendi proprio qualche chilometro. Così troverò una qualsiasi scusa per non venire-
-Sciocchezze! Siamo quasi arrivati!- minimizza lui per la ‘ventordicesima’ volta in dieci minuti.
Sbuffo.
Perché non posso avere una famiglia normale?
Forse capisco da chi ho preso.
-Ecco dove andavamo sempre a mangiare quand’eravamo ragazzi!- esclama zia indicando qualcosa davanti a noi.
Mi giro e ciò che vedo mi lascia a bocca aperta: un hotel a cinque stelle che è adibito anche da ristorante, ascensore di vetro, luci blu ad ogni finestra, ringhiere color oro, piscina interna ed esterna, tavoli con tovaglie bianche e posate d’argento, musica dal vivo, buffet e camerieri vestiti da pinguini.
-Per la miseriaccia- boccheggiò.
-Fantastico no?!- esclama allegro lo zio.
Lo guardo e improvvisamente capisco di aver preso un abbaglio.
Stava indicando un altro locale.
Questi avrà, se va bene, mezza stella, tavoli grezzi, musica Jazz, una finestra rotta e qualche mosca si diverte a posarsi qua e là.
-Oh- dico.
-Andiamo a fare la pappa?- domanda Aurora impaziente.
Io deglutisco.
Entriamo ed ordiniamo, si presenta una donna alta, dalla voce stridula, il corpo enorme –e quando dico enorme intendo una balena con trucco e parrucco- e un fastidiosissimo chewin gum rosa.
-Iniziamo bene- borbotto mentre Elena cerca invano di schiacciare una mosca che le dà fastidio.
Al contrario delle aspettative i miei spaghetti allo scoglio sono ottimi. Se dessero una sistemata al locale attirerebbe molti più clienti.
Quello che più mi spaventa, finito di mangiare, è il percorso per tornare a casa.
-Non è che ci si può fermare a metà per un gelatino?- domando innocente.
-Perché non la smetti di lamentarti?- mi domanda mia madre sbuffando –Non è che ti faccia male un po’ di moto-
-Tse.. babbana..- mormoro trascinando i piedi.
Dopo molti minuti di ostinato silenzio e camminata, succede qualcosa che mi fa amare i kilometri di papà.
-Ehi Eleonora!- mi chiama qualcuno dall’altra parte della strada pedonale.
Raggiungo Luca di gran lena.
-Ehi ciao- dico sorridendo a lui, al suo amico biondo e ad una rossa tinta.
-Ti va di uscire con noi? Facciamo un giro qua attorno e ti riaccompagniamo a casa- mi dice sorridendo.
-Se per voi va bene…- dico cercando di trattenere l’entusiasmo.
-Certo!-
-Allora avviso i miei-
-Mamma! Vado a fare un giro con loro! Sono bravi ragazzi. Mi riaccompagnano poi a casa- dico sorridendo.
-Okay va bene- dice lei guardandomi severa –Non più tardi delle undici-
-Quello è il fidanzato di Eleonora!- esclama Aurora con tempismo perfetto.
-No ma cosa dici Aury? E’ solo un amico! Non è il mio fidanzato!-
-Ripensandoci non credo sia una buona idea. Non so chi siano quelli e non conosci il posto. Meglio di no- dice mio padre.
-Ma papà! Non è il mio ragazzo!-
Io quella piccola peste uno di questi giorni la sotterro..
-Fa niente. Non ci vai. Siamo qui per passare una settimana in famiglia!-
-Ma mamma..-
Lei mi guarda senza dire nulla.
Torno da loro con la mascella ed i pugni contratti.
-Abbiamo un impegno sta sera, non posso venire- dico a testa bassa, facendo una smorfia.
-Tranquilla! Ci si vede domani in spiaggia- mi dice Luca dandomi un bacio sulla guancia.
Torno dai miei con l’espressione ebete e la mano sulla guancia.
-Allora ti va un gelato?- domanda allegra la zia.
-No- ringhio chiudendomi in un ostentato silenzio.
E che cavolo!
Una volta che delle persone mi chiedono di uscire!
Vogliono proprio uccidere quella piccola parte di vita sociale che mi è rimasta!
Sbuffo un passo sì ed uno no, tenendo la testa bassa e non vedendo l’ora di arrivare nella mia stanza a leggere mentre intorno a me si diffonde pian piano un chiacchiericcio allegro.
-Nora?- chiede mio zio.
-Che c’è?- rispondo secca.
-Che ne dici se facciamo un salto in libreria?- domanda mio padre.
Alzo lentamente lo sguardo e li osservo cercando di scoprire dove sia la trappola.
Sguardi sinceri e portafoglio in mano.
Nessuna trappola.
No, Nora, devi resistere.
Non puoi farti comprare così.
Ricorda: non possono distruggerti la vita sociale in questo modo.
Sono solo dei libri, solo dei libri, solo dei..
-Dov’è la libreria?- chiedo entusiasta.
Ecco appunto, voglio solo dare un’occhiata. E’ ovvio che  non mi stanno comprando.
Dieci minuti dopo esco con “Storia di una ladra di libri” ed un sorriso che va da orecchio ad orecchio.
Ma, mio malgrado, la serata non è ancora finita.
Arriviamo in gelateria dove prendo un cono nutella e cioccolato fondente, giusto per seguire la mia inesistente dieta.
Siamo comodamente seduti su un tavolino a mangiare gelato quando le mie orecchio odono ciò che delle povere orecchie indifese non dovrebbero mai sentire.
-Hai visto che schifo tutte ‘ste cose di Harry Potter?-
-Quando lo capiranno che quel film per bambini è finito?-
-E’ roba più che superatissima. Dovrebbero iniziare a leggere un po’ di roba sana come Twilight-
Deglutisco.
A parte il povero italiano, questo sconosciuto ma.. Che schifo ed Harry Potter nella stessa frase? Film per bambini? Roba superata? Roba sana come Twilight?
-Scusa mamma, ma devo salvare il mondo- le dico facendo una smorfia.
Senza controllare la sua reazione –sicuramente allibita e preoccupata- mi volto ed avvicino la sedia al tavolo delle due disagiate.
-Scusate il disturbo ma non ho potuto fare a meno di ascoltarvi- dico mentre loro mi osservano infastidite.
-Vi volevo solo dire – inizio cercando di tenere a bada la rabbia –che Harry Potter è una saga letteraria di enorme successo. Ha venduto bilioni di copie, ha due parchi a tema, ha isipirato un nuovo sport ed ha donato un’infanzia magica a milioni di ragazzi.
-Harry Potter non è solo una saga per bambini. Harry Potter insegna i principali valori come l’amicizia e l’amore, l’essere coerenti alle proprie azioni, il valore della famiglia, insegna a non disprezzare gli altri e che ognuno di noi è speciale ed unico. Insegna tutto questo e molto altro ma se voi siete così babbani da non capirlo non è colpa mia.
-Inoltre volevo informarvi che Harry Potter e Twilight non sono neanche lontanamente paragonabili-
Mi fermo per riprendere fiato.
-E questo è per voi: fatene buon uso- dico prendendo dalla mia borsa un dizionario tascabile e regalandolo.
Torno al tavolo.
-Eleonora, si può sapere che hai detto a quelle povere ragazze? Sembrano sconvolte- dice zia osservandomi torva.
-Nulla zia: salvavo il mondo- dico io mentre sbollisco del tutto la rabbia.
Quando ci vuole ci vuole.
Mai, e dico MAI, insultare Harry Potter davanti a me.
 
 
 
*= per chi di voi non lo sapesse sono due battute molto famose di “Colpa delle Stelle” un fantastico libro di John Green che vi consiglio vivamente (tenete conto che io non amo i romanzi rosa..) :
“Okay” ha detto lui dopo un’eternità.
“Forse okay sarà il nostro sempre.”
“Okay” ho detto.
“Okay” è molto più di una parola. E’ una promessa. E’ un “ci sono e ci sarò”. All’apparenza sono solo quattro lettere, ma nascondono un Universo. Il loro. Quello che lega Hazel e Gus. _Direttamente da Team World
 

____________________
Prima che mi linciate e diate i miei resti a Nagini voglio informarvi che con questo secondo capitolo non avevo assolutamente intenzione di screditare o insultare Twilight.
Sono infatti del parere che queste due saghe siano completamente diverse tra loro, sia nel genere sia nella trama, e che quindi non possano essere messe a confronto.
Detto ciò quest’ultima parte era, per così dire, una parodia delle ragazzine ignoranti e prive di lessico che impazziscono per Twilight e screditano in tal modo saghe come Harry Potter o Hunger Games. Avrei potuto scrivere la stessa cosa su alcune fan dei One Direction che sostengono che i Beatles siano ormai superati.
Detto questo spero recensiate,
a presto
Sam
  
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