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Autore: xJames    13/09/2014    0 recensioni
Molti anni dopo la fine degli eventi narrati ne "I Doni della Morte", qualcosa sta succedendo nel mondo magico. Qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato.
Dal terzo capitolo: "[...] i vecchi amici furono interrotti dalla McGranitt. [...] «Hermione, Ron, ho qualcosa... qualcosa... da mostrarvi...» disse titubante. I due [...] la seguirono fino al suo ufficio. «Io... non so come farvelo vedere... ma non ho altra scelta...» si schiarì la voce, e prese un scatola. La aprì e ne mostrò cautamente il contenuto. L'urlo di Hermione raggelava il sangue."
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Dopo la II guerra magica/Pace
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AVVISO: domani partirò per l'Inghilterra per un mese, quindi non potrò pubblicare un nuovo capitolo! Nel frattempo, ho deciso di pubblicarne un assaggio, per poi pubblicare quello intero al mio ritorno! Fatemi sapere se vi incuriosisce! Ci vediamo tra un mese! :3

Erano circa le dieci del mattino. Hermione bussò alla porta della camera dove alloggiavano Harry e Ginny. Passò qualche secondo, e il suo migliore amico, in camicia bianca e pantaloni blu, scalzo, le aprì la porta. «Hey.»
«Hey» ribatté lei. Lui si spostò e le fece spazio per farla entrare in camera e la donna si sedette sul letto. «Come va?»
L'uomo aspettò un po' per rispondere. Mise in ordine le cose sul mobile a ridosso della parete destra e aprì e richiuse tutti i cassetti, controllando se fosse tutto in ordine. Poi si girò e si rese conto che Hermione lo stava fissando.
«Oh. Scusa» disse. «Sì, tutto a posto.»
Harry decise che sarebbe stato più cortese e carino se non le avesse ricambiato la domanda, e non lo fece. Si limitò a sedersi al suo fianco. «Dov'è Ron?»
«Non ne ho idea» fece lei, toccandosi i capelli distrattamente. «Volevo chiederlo a te».
«Mi dispiace, neanche io ne ho la minima idea.»
«E Ginny?».
«Stessa cosa».
«Magari sono insieme» azzardò la donna.
«Forse sì» annui lui, alzandosi dal letto e avvicinandosi al davanzale per guardare fuori dalla finestra. «In ogni caso, se la sanno cavare da soli».
«Be', certo, ovviamente» si accodò lei.
Passarono alcuni minuti di imbarazzante silenzio. Mentre la sua migliore amica continuava a starsene seduta sul letto, con lo sguardo fisso davanti a lei, Harry aveva i gomiti piegati sul davanzale e le mani a mantenersi la faccia come se fosse stata troppo pesante, guardando un punto imprecisato del paesaggio che gli si propinava davanti. Dalla finestra della sua camera riusciva a vedere i giardini di Hogwarts, gli studenti che passeggiavano, probabilmente pensando al tema di Pozioni che dovevano scrivere o alle esercitazioni di Trasfigurazione che dovevano fare prima della prossima lezione, il lago nero con le sue acque più calme che mai.
«Harry?».
Improvvisamente Hermione ruppe il silenzio.
«Sì?» chiese l'altro, girandosi.
La donna si alzò e si avvicinò all'amico. «Che hai?» disse con apprensione.
«Niente» ribatté lui, guardandola.
«Andiamo Harry! Ti conosco abbastanza ormai...» cominciò lei. «Sei assente. Siamo amici da tanto... davvero tanto... riesco a capirlo quando c'è qualcosa che non va.»
«È per Rose...» spiegò l'uomo.
«Certo, ma non solo... ne sono sicura...»
Lo guardò per qualche altro minuto, poi lo abbracciò e lo strinse fortissimo. «Ti voglio bene, Harry. Tanto. Grazie per esserci ora e per esserci sempre stato».
«Ti voglio bene tanto anche io» rispose lui.
Non gli andava di appesantire la sua amica con altri problemi, visto che aveva già cose a cui pensare; voleva esserle d'aiuto, non d'intralcio. «Sai che ti dico? Stasera ti faccio distrarre un po'».
«Ah sì?» domandò Hermione, sciogliendosi dall'abbraccio. «E come?». Sorrise.
«Stasera stiamo qui e mangiamo insieme, come facevamo prima. E ci distraiamo. E parliamo. Magari ricordando i vecchi tempi» propose Harry.
La donna accettò di buon grado, in quanto era più utile sicuramente che piangersi addosso nella sua camera da sola. Si fecero portare qualcosa in camera dalle cucine e mangiarono con gusto tutto quello che fu servito loro. Qualche tempo dopo stavano finendo di mangiare la loro fetta di torta alla melassa. Stavano ridendo tantissimo.
«E poi» stava dicendo lui, senza riuscire a smettere di ridere. «Tu... tu gli dicevi... di stare... zitto», e continuavano a ridere a crepapelle, e parlando a fatica.
«Già» si accodò Hermione, «era la verità!».
Ad un certo punto il piatto con la torta che la donna aveva in mano tremò in quanto lei non riusciva a stare ferma. Questo cadde a terra con un tonfo enorme e il dolce ora giaceva spappolato sul pavimento. Per la stanza si diffuse subito un forte odore di melassa.
«Oh mio Dio!» esclamò Hermione, che non poteva proprio smettere di ridere. «Scusami, ti aiuto a pulire!», quasi dimenticandosi di essere una strega.
L'amico eseguì un incantesimo Gratta e Netta. Dopo un po' di tempo, si erano calmati e sedevano a terra, vicini.
«Grazie, Harry».
«Non c'è di che».
Lei fece per alzarsi, ma sbatté sul mobile dietro di lei e dei fogli caddero a terra. «Uh, scusami! Non so che mi prenda stasera! Metto a posto io».
In quel momento, l'uomo si accorse che quelli erano i documenti del divorzio. “Perché diavolo Ginny li ha portati qui?! Non lo sapevo!”
Si avventò su di lei, e raccolse i fogli per primo. «Non preoccuparti!»
Hermione sorrise debolmente, e notò lo scatto fulmineo che l'amico aveva fatto e il modo in cui stringeva quelle carte. «Cosa sono?» chiese curiosa.
«Oh, niente, pubblicità» la buttò lì Harry. Ma non aveva rassicurato per nulla la donna che stava per strappargli i fogli da mano quando bussarono alla porta. Approfittò del suo momento di confusione per mettere tutto in un cassetto, e sperando che non gliene chiedesse più (sperandolo, ma non essendone convinto conoscendo l'amica) andò ad aprire la porta.
Ron e Ginny salutarono l'uomo. «Hey». Sembravano scossi. «C'è anche Hermione qui?» domandò l'amico, «perché nella nostra stanza non c'è».
Harry annuì e li lasciò entrare.
La donna dai capelli rossi entro prima e il fratello fece il suo ingresso subito dopo di lei, guardando subito sua moglie. «Hey».
«Ciao». Hermione volse subito lo sguardo verso quest'ultimo. «Dove sei stato? Perché non mi hai avvisato?» chiese pacata.
«Non ho bisogno del tuo aiuto, me la so cavare benissimo da solo» rispose Ron, ammicando a ciò che gli aveva detto sua moglie il giorno prima. Lei si rabbuiò e abbassò il viso. «Scusa».
«Cosa?» domandò sorpreso l'altro.
«Ho detto che mi dispiace».
Calò uno strano silenzio. 

   
 
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