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Autore: passiflora    13/09/2014    3 recensioni
(In revisione)
Ognuno di noi custodisce dei segreti, ma quelli di qualcuno sono più grandi e pericolosi di altri.
Custodire tali segreti è un atto coraggioso e vanesio, colmo d'orgoglio: riesce a farci sentire potenti, quasi che il nostro valore si misurasse sulla capacità di resistere alla tentazione di rivelare quello che sappiamo; ci fa sentire parte di una oscura élite, ci fa sentire selezionati dal destino per portare con piacere un silenzioso ma fatale fardello. Custodire un segreto è un atto capace di far sentire qualcuno vivo e morto allo stesso tempo, ed è anche capace di corrodere l'animo di un uomo e condurlo alla rovina.
Genere: Angst, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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La gente si accalcava sui gradini della chiesa, formando una piccola cascata di cappotti neri. Posteggiato sul piazzale, ripieno di fiori bianchi, un carro funebre attendeva di ingoiare la bara. Il portellone posteriore alzato faceva assomigliare la lunga auto ad un coccodrillo che aspetta un’ignara preda a fauci spalancate.
I cinque ragazzi uscirono dalla chiesa e si rintanarono in un angolo lontano del porticato, sempre decisi ad evitare qualunque contatto con i presenti.
Tra loro, l’unica che singhiozzava era Tea. I suoi grandi occhi scuri erano rossi e lucidi di lacrime e aveva le tasche piene di fazzoletti usati.
« Smettila, Tea » sbottò Sage, irritata dal silenzioso sussultare delle spalle della ragazza.
« Scusatemi » mormorò lei, asciugandosi gli occhi. « Mi dispiace, ma non riesco a smettere di piangere. Cioè, a voi non smuove niente? È morta! Non è uno scherzo e nemmeno una delle sue stupidaggini. È morta, definitivamente morta » aggiunse, assumendo per un attimo uno sguardo risoluto che stupì i suoi amici.
« Non capisci » rispose Fred. « La sua morte è proprio un’altra delle sue stupidaggini. Si è andata a cacciare in qualche casino ed è stata ammazzata. Pensaci, è proprio nel suo stile. »
« Siete sicuri che si sia andata a cacciare in qualche casino? » continuò Tea. Parlare la distraeva e aveva smesso di piagnucolare.
« E come facciamo ad esserne sicuri? Dovremmo avere delle prove schiaccianti » intervenne Pool.
« Quindi non... Lo dite perché... »
« Lo diciamo perché è stata ritrovata seduta su una tomba, con la gola tagliata da un orecchio all’altro. Ti sembra casuale, una cosa simile? È fin troppo facile capire che è stata uccisa in modo calcolato » disse Varga. Era un ragazzo di poche parole, ma quando parlava, di solito sapeva dire la cosa giusta, come un computer che elabora i dati inseriti e sputa fuori la risposta perfetta.
« Ma chi potrebbe averle fatto una cosa simile? E per cosa? » chiese Tea, gli occhi nuovamente luccicanti di lacrime. Non riusciva a trattenersi. Parlare di Thyme, pensare alla sua sofferenza, la straziava. Ma gli altri sembravano non capire, non sentire. D’accordo, Thyme era una strana ragazza, difficile, ma era stata ammazzata e aveva provato dolore e forse si era messa a piangere anche lei, per la paura magari. Perché gli altri sembravano non pensarci? Per quanto falsa, volgare e incosciente, Thyme era pur sempre un essere umano. Anzi, lo era stata.
« Come facciamo a saperlo? Droga? Thyme avrebbe potuto avere dei casini con uno spacciatore. Oppure, non lo so, aveva visto qualcosa durante una delle sue uscite clandestine e qualcuno l’ha fatta fuori per questo » ipotizzò Fred.
« Suppongo che ce lo dirà la polizia tra qualche tempo » concluse Varga.
 
« Ragazzi, ciao. »
Una voce tremula, esitante, interruppe le loro elucubrazioni. La madre di Thyme comparve da dietro il corpo massiccio di Varga e tutti i ragazzi maledirono se stessi per non aver fatto caso al suo arrivo. Cos’aveva sentito di quanto si stavano dicendo?
« Salve signora » esclamarono, quasi in coro, come bambini sorpresi nel bel mezzo di qualche comportamento riprovevole.
La madre di Thyme stirò le labbra in un sorriso. Era dimagrita molto da quando avevano ritrovato il corpo di sua figlia in quel cimitero, seduta compostamente su una tomba, coperta del suo stesso sangue. E come darle torto, dopotutto? Thyme era pur sempre il suo angelo biondo, no?
" Sua figlia non avrebbe pianto, né sarebbe deperita, se a morire fosse stata lei, signora " si ritrovò a pensare Fred e quel pensiero le fece dolere lo stomaco.
« Sentite, dopo l’inumazione vorremmo invitare qualche parente e amico di Thyme a casa nostra. Vorremmo offrirvi qualcosa da bere e da mangiare. Ecco... vorremmo partecipaste, tutti quanti » disse la donna e puntò gli occhi chiari e spenti su ognuno di loro, facendo intendere perfettamente che un rifiuto sarebbe stato considerato un affronto imperdonabile alla memoria della defunta e, cosa ben peggiore, all’orgoglio di tutti i suoi parenti ancora in vita.
« D’accordo » rispose Tea, ergendosi a portavoce del gruppo.
Questa volta, le labbra della donna non si contrassero in nessun sorriso di cortesia. Gli angoli della sua bocca sottile rimasero piegati verso il basso, come se qualcuno ci avesse agganciato dei pesi.
Mosse semplicemente la testa, in una sorta di silenzioso e sofferente ringraziamento. Dopo di che, girò su se stessa e proseguì il giro degli inviti presso altri parenti.
« E così, pare che siamo incastrati » commentò Pool.
« Facciamolo, per questa volta. Non può essere così terribile » sospirò Tea.
« Sarà peggio che terribile » piagnucolò Fred.
« Invece sapete che vi dico? » esclamò Sage. Gli occhi dei suoi amici si puntarono su di lei. Sage attese per un attimo, poi scrollò le spalle esili e disse: « Sarà interessante. »
 
   
 
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