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Autore: leila91    17/09/2014    15 recensioni
Con questa piccola fanfiction, volevo provare a raccontare la mia versione della storia d'amore tra Faramir Tuc e Cioccadoro Gamgee.
Ho sempre amato questa idea di Tolkien di unire le famiglie di Sam e Pipino, ed ecco cos'è saltato fuori :)
Enjoy!
[Eventi Post LOTR | New Generation Hobbit | Old!Faramir | Old!Eowyn]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cioccadoro Gamgee, Eowyn, Faramir, Faramir Tuc, Sam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Shire Folk'
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TUTTO Ѐ BENE QUEL CHE FINISCE MEGLIO
Gli inviti erano stati distribuiti a circa metà Contea.
 
Da molti fu definito il matrimonio dell’anno.
Da altri, l’evento più eccitante mai avvenuto tra la Gente Piccola; dopo la festa per i centoundici anni di Bilbo Baggins ovviamente…
In pochi a onor del vero se ne ricordavano, o avevano avuto modo di parteciparvi in prima persona. Ma il racconto della straordinaria scomparsa del signor Bilbo, durante gli ultimi cinquant’anni, era stato tramandato di padre in figlio, arricchendosi inevitabilmente di parecchi fronzoli che avevano finito per rendere la vicenda assai irrealistica.
 
Per Goldilocks Gamgee, quello era ‘semplicemente’ il giorno più bello della sua vita. O perlomeno il più bello finora!
Se invece aveste chiesto a suo padre Samvise, sindaco di Hobbiville e un tempo detto ‘l’Impavido’, con un’occhiata più attenta vi sareste accorti della punta di malinconia nascosta in fondo ai suoi occhi. O della piccola e quasi impercettibile nota dolente che aleggiava sul suo sorriso bonario.
Un matrimonio non è mai un momento facile per un padre, specialmente quando a sposarsi è una figlia.
All’improvviso sei chiamato a renderti conto che la tua bambina è cresciuta… che molto presto lascerà il nido… che non sarà più ‘tua’.
Non sentirai più i suoi passi delicati in giro per la casa. Non ti ascolterà più raccontarle le fiabe con quell’espressione rapita sul viso: l’espressione di chi è pronta a credere a tutto, semplicemente perché a dirlo è il suo papà. Non aiuterà più sua madre nelle faccende domestiche, o a preparare succulenti pranzetti…
D’improvviso tutto è finito… E tutto ha inizio allo stesso tempo.
Samvise si era già trovato anni prima nella stessa situazione, eppure ora si sentiva come se la stesse affrontando per la prima volta.
E così sarebbe stato anche in futuro, con tutte le altre figlie, ne era sicuro.
Non esisteva nulla di così difficile e doloroso come il dover lasciare andare per sempre chi si ama, e, poco ma sicuro, riuscire a farci l’abitudine non sarebbe mai stato possibile.
Quel posto poi, non faceva altro che acuire le sue memorie e intensificare la sua amarezza: il Golfo di Luhn, era lì che sua figlia e Faramir avevano deciso di celebrare la cerimonia.
Un decreto reale, emanato da Aragorn anni prima, proibiva alla Gente Alta di oltrepassare i confini della Contea.
Quella che a suo tempo era voluta essere una misura di protezione nei confronti dei Mezzuomini, e della loro bella dimora, costituiva ora un leggero intralcio a celebrarvi il matrimonio.
Faramir aveva infatti invitato la famiglia reale al gran completo, metà esercito Gondoriano, Bergil con Elarin ed Ederwen e naturalmente i sovrani d’Ithilien con prole al seguito.
Tutti, superata la sorpresa iniziale, avevano risposto con gioia all’invito. Elboron, in particolare, era stato forse il più eccitato. Non aveva mai avuto modo di visitare il Nord, e, oltre a ciò, non vedeva l’ora di conoscere Goldilocks.
Quella particolare zona degli Emyn Beraid sembrava costituire il compromesso ideale: non particolarmente distante dalla Contea, dava modo a tutti gli invitati, Gente Alta inclusa, di poter partecipare alle nozze.
Il paesaggio inoltre era particolarmente suggestivo: non pochi Hobbit erano rimasti completamente stregati dalla vista del Mare e delle Bianchi Torri, proprio come un tempo era accaduto a Faramir al cospetto della Città Bianca.
Lo scontro coi pirati, avvenuto appena sei mesi prima (e conclusosi com’era prevedibile, con la quasi totale carneficina di quest’ultimi) non aveva deturpato la bellezza del luogo: l’orrenda cappa di cenere e morte, che a lungo aveva impregnato l’aria, si era ormai dissolta e ora, nuovi e più gioiosi ricordi avrebbero adornato a lungo quelle terre.
 
Per quanto si sforzasse di pensare solo al presente e di godersi la festa, la mente di Sam continuava a tornare inevitabilmente a quel giorno: il ventinove Settembre 1421. Il giorno in cui aveva visto Frodo per l’ultima volta. Il giorno in cui aveva dovuto lasciarlo andare per sempre… così come ora, esattamente nello stesso posto, doveva fare con Goldilocks.
Che ironia.
 
“Già preda delle paturnie, vecchio mio?”
Sam si voltò riconoscendo immediatamente la voce: Pipino Tuc era lì, pochi metri dietro di lui con un sorriso stranamente dolce e comprensivo stampato sul viso gioviale.
“Sarei un pazzo a non preoccuparmi, ora che le nostre famiglie si sono unite”, lo canzonò Sam: “Consuocero di Peregrino Tuc… chi l’avrebbe mai immaginato?”
“Beh, tutti tranne i nostri rispettivi pargoli a quanto pare”, ribattè ridendo l’amico, “Certo che ce ne hanno messo di tempo, eh?”
“Già…” sospirò Sam, volgendo di nuovo lo sguardo verso il mare.
Pipino lo osservava sorridendo teneramente: poteva facilmente intuire quali fossero in quel frangente i pensieri dell’amico. Erano gli stessi che molte volte tormentavano lui, sebbene non con la stessa intensità.
 
“Manca anche a me, sai?” disse poi ad alta voce.
Sam lo guardò sorpreso.
“Mi mancano ogni giorno”, ribadì l’altro, “Lui, Bilbo… e Gandalf.  Ho nostalgia dei bei tempi, delle avventure, di tutti i momenti che abbiamo condiviso… e allo stesso tempo mi manca la mia vecchia vita, quella che avevo prima del Viaggio, quando tutto era più semplice… e io ancora così ingenuo… Ma se il Grigio brontolone fosse qui ora, sai che direbbe? Che le cose accadono per un motivo e ognuno di noi ha una parte da recitare, in dei luoghi e momenti precisi”.
“A volte non ti riconosco Peregrino”, ridacchiò Sam con una luce divertita negli occhi.
“Il punto è che spesso mi sottovalutate” borbottò il Tuc, non senza una buona dose di autoironia.
 
“Forse… Forse un giorno partiremo anche noi Sam”, proseguì poi improvvisamente serio, “Un’ultima avventura, ci sono dei momenti in cui non desidero altro. Un giorno, chissà…”
“Sì”, rispose Sam, annuendo col capo: “Un giorno”, mormorò.
E nel suo tono c’era come una promessa.
Peregrino gli battè una mano sulla spalla, prima di tornare a rimescolarsi alla folla.
Sam lo guardò allontanarsi, rivolgendo quindi la sua attenzione alla festa.
Ciò che vide era quanto mai confortante e riempiva il cuore.
 
Uomini e Hobbit che ridevano, scherzavano e chiacchieravano insieme: lo stupore e la curiosità verso ‘l’altro’ era reciproca da parte di entrambi i popoli e ben presto nuove amicizie furono formate e conversazioni avviate.
C’erano le migliori prelibatezze della cucina Hobbit, erba-pipa e birra in gran quantità, e naturalmente tanta, tantissima musica.
Pipino aveva appena raggiunto Bergil e il Sovrintendente, e dopo averli abbracciati calorosamente, aveva stretto amicizia all’istante con le rispettive famiglie. Finduilas e Elarin ridevano di gusto di fronte ai suoi scherzi e alle frecciatine di Diamante, che si era da poco unita a loro.
Ederwen, poco distante dai suoi genitori, sembrava aver trovato qualcuno di ancora più interessante di Forhain con cui poter giocare. I figli più piccoli di Sam infatti, l’avevano subito eletta loro beniamina, e facevano a gara nel cercare di accaparrarsi i suoi favori con piccoli doni e moine.
 
Eowyn invece, non appena conclusa la cerimonia, era corsa senza indugio da Meriadoc e ora i due conversavano amabilmente in disparte rievocando ricordi lontani. La donna ascoltava lo Hobbit narrare dell’avventuroso ritorno a casa avvenuto anni prima, e i suoi occhi erano pieni di orgoglio ed ammirazione per il suo piccolo amico.
Non ho mai dubitato che avresti fatto grandi cose”, sembrava dire il suo sguardo, intrecciato a quello del Signore di Buck.
 
Dopo aver salutato i suoi amici ed essersi congratulato con gli sposi, Aragorn si era trovato immediatamente circondato da decine di giovani eccitatissimi Hobbit, la maggior parte Tuc, estremamente su di giri all’idea di poter conoscere di persona il famoso Sovrano di Gondor. L’uomo sorrideva benevolo intrattenendosi volentieri con loro: aveva a cuore da sempre il popolo dei Perian.
 
Arwen invece, era stata alquanto felice di rivedere Elanor: la fanciulla era stata sua dama di compagnia per un certo periodo di tempo. Arwen l’aveva scelta personalmente in occasione dei suoi precedenti viaggi al Nord, non solo perché era la figlia di Sam, ma anche per la sua straordinaria bellezza, decisamente superiore rispetto a quella di tante altre ragazze del suo popolo. Elanor aveva splendidi ricordi legati a quel ‘servizio’: in più di un’occasione, ad esempio, si era presa personalmente cura delle due principesse, che in quel periodo la consideravano una specie di sorella.
 
Isilme e Anvanime, incantevoli nei loro eleganti abiti di seta e con i lucenti capelli raccolti in elaborate acconciature, catturavano più sguardi da sole di quanto non facessero tutti i soldati presenti.
Ma la loro attenzione sembrava essere esclusivamente per il piccolo Elfstan, e quando la bella Regina di Gondor chiese il permesso di prenderlo in braccio, Elanor temette che suo marito sarebbe svenuto per l’emozione.
 
La giovane coppia di festeggiati, infine, dopo essersi a lungo intrattenuta col Sovrintendente e sua moglie,  era stata in seguito completamente monopolizzata, neanche a dirlo, da Eldarion ed Elboron. Principalmente da quest’ultimo a voler essere sinceri.
Il giovane futuro Sovrintendente di Gondor si era detto ‘alquanto offeso’ che Faramir non gli avesse mai fatto menzione di Goldilocks (specialmente dopo aver scoperto che invece sua madre era al corrente di tutto!), e che non si fosse mai ‘degnato di presentare a me ed Eld un fiore di così rara bellezza’.
Non appena sentita quest’ultima frase, Goldilocks si era ritrovata improvvisamente preda di un’irrefrenabile serie di risolini, che l’avevano addirittura portata sull’orlo delle lacrime.
Faramir dal canto suo aveva ghignato compiaciuto: “A quanto pare ho fatto solo bene a tenertela nascosta”.
Ciò aveva condotto ad un nuovo scroscio di risa e a diverse canzonature nei confronti di Elboron.
Infine Eldarion, con piccoli colpetti di tosse, era riuscito a far capire all’amico che avevano intrattenuto gli sposi ormai a sufficienza.
I due principi si erano quindi congedati con un inchino dirigendosi verso il banchetto nuziale, e concedendo ai piccioncini un po’ di sospirata privacy.
Faramir e Gold si erano ora leggermente appartati dai parenti e dagli ospiti e avevano ufficialmente dato il via alle ‘giravolte’ (così le chiamava Pipino) con una danza lenta, assai diversa dai balli allegri e sfrenati tipici delle feste Hobbit. Una danza ‘privata’, originale, ricca di amore, tenerezza e passione, tutto nello stesso tempo.
Molte altre coppie decisero di imitarli e i musicisti attaccarono un motivetto più brioso, ma Faramir e Gold non parvero farci caso: avevano occhi solo l’uno per l’altro, e il mondo circostante sembrava sparito.
 
Il sole aveva iniziato a tramontare sul mare, offrendo uno spettacolo senza precedenti per i Mezzuomini.
 
“Mancherebbero solamente i fuochi d’artificio di Gandalf”  si ritrovò a pensare Sam.
Uno stormo di gabbiani, diretti verso il mare, passò in quel momento appena sopra di lui. Ben presto anch’essi scomparvero all’orizzonte, ma l’eco dei loro richiami rimase a lungo nelle orecchie del Mezzuomo, quasi fossero un invito a seguirli.
“Un giorno”, si ripetè Sam con tono convinto, prima di venire raggiunto da Rosie.
“Mi concederebbe l’onore di questo ballo mastro Gamgee?”  gli chiese sua moglie con uno sguardo malizioso.
Sam rise, la malinconia ormai scomparsa: “Con vero piacere signora Gamgee”, rispose offrendole il braccio e dirigendosi verso la pista.
Tutto sarebbe stato diverso domani, nulla a questo mondo era eterno, e Sam era certo che una punta di quell’ormai familiare inquietudine, lo avrebbe accompagnato sempre, ogni giorno della sua vita.
Ma non era da solo né mai lo sarebbe stato: aveva una famiglia e degli amici meravigliosi, sempre pronti a sostenerlo e ad accompagnarlo lungo la Via, fino a quando fosse durata la sua parte nella Storia.
“Il mio vecchio Gaffiere aveva ragione”  pensò infine, guardando sua figlia volteggiare radiosa poco distante, “Tutto è bene quel che finisce meglio!”
 

 
 
 
FINE.
 
 
 
Note:


Ed eccoci davvero alla fine! Non sapete che fatica scrivere quelle quattro semplici letterine… non pensavo davvero che mi sarei affezionata così tanto a questa storia… ma essendo la mia prima long mi concedo di essere sentimentale ^^(siete avvisati!). Ovviamente più di ogni altra cosa mi mancherete voi, e tra poco procedo a ringraziarvi per bene (mettetevi comodi ^^). Sul capitolo non avrei quasi nulla da dire… avendo ormai ‘sistemato’ la faccenda dei due piccioncini, mi piaceva l’idea di concludere così come avevo iniziato: prendendo in prestito lo sguardo di Sam (*che casualmente è pure il tuo personaggio preferit- tsk, quisquiglie!*)
Oki, veniamo ai grazie ^^ :
first of all Marta: sei stata la prima a credere in me, e hai sopportato le mie mail a qualunque ora del giorno e della notte xD… grazie per tutto cara, buona parte della riuscita è merito tuo! Dì ad Harin che ci vedremo presto.
Giuli: grazie, non solo per le tue splendide recensioni, ma soprattutto per la tua amicizia, per la pazienza che hai nel sopportare tutti i miei sfoghi quotidiani, e per quello che scrivi ;)
Anuen e Evelyn: grazie di avermi seguita fedelmente lungo tutta la storia, di aver recensito ogni singolo capitolo, non importa a che orari improbabili postassi xD. Vi voglio bene e spero di rileggervi presto.
Missing: per il tuo sostegno, i tuoi commenti e la tua impagabile simpatia: mi raccomando la scuola xD, e continua a scrivere che io ti seguo ;).
Xingchan: per la tua disponibilità, per le tue profonde e approfonditissime recensioni che mi hanno aiutata a capire qualcosa in più dell’opera che ho scritto <3! Conto di rileggere presto pure te ;)
Aven90: il mio fedele e puntiglioso unico recensore maschio xD, grazie per il sostegno e le chiacchierate su LOTR, passerò presto dalle tue parti (ehm no, non in Sicilia xD)
_Son Hikaru: sei stata la prima recensione della mia vita e mi hai dato una gioia immensa <3.
Garim: grazie per il sostegno e per avermi lasciato la tua prima recensione in assoluto.
Carol…per tutto mia cara: la tua compagnia, la tua amicizia, e per essere stata mia continua fonte di ispirazione.
 
Beh ve l’avevo detto che sarei stata sentimentale gnè, non fate quelle facce!
 
Grazie infine a chi mi ha seguita/ricordata/preferita, a chi ha letto fin qui e chi leggerà/recensirà in futuro ^^.
Mi auguro che vi siate divertiti almeno quanto mi sono divertita io a scrivere.
 
vostra
Benni
 
 
   
 
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