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Autore: Nana_Hale    27/10/2014    5 recensioni
Supernatural AU: The Nanny. Dean Winchester, dopo essere stato licenziato, capita per caso alla porta del miliardario Castiel e si ritrova catapultato a dover fare da tata ai suoi 3 figli adottivi: Garth, Charlie e Kevin. Aiutato dal fedele maggiordomo Sam e contrastato da Crowley, socio di Castiel, Dean se la dovrà vedere con le più terribili tra le creature mostruose: 3 adolescenti. E intanto, qualcosa fra lui e Castiel nasce piano piano...
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Castiel, Charlie Bradbury, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Oggi e per Sempre
 
Dean era in piedi dietro il ripiano della cucina, caffettiera alla mano e grossa tazza nell'altra, a versarsi il primo caldo caffè del pomeriggio.
Nel momento stesso in cui finì, Castiel scese le scale con in mano la sua tazza vuota e subito i loro sguardi si incrociarono.
"Buon pomeriggio, Dean."
Disse il miliardario sorridendo.
"Buon pomeriggio, signor Sheffield."
Rispose il biondo con tono leggero e spensierato mentre i loro occhi si spiavano di tanto in tanto, incontrandosi quasi per caso.
"Sa una cosa?"
Dean interruppe il loro flirt poggiando la caffettiera sul bancone e voltandosi completamente verso Castiel che lo imitò rivolgendosi verso di lui.
"I suoi figli sono a scuola e Sam è a fare la spesa quindi potremmo... farlo..."
Il tono della voce del biondo si abbassò facendosi caldo e malizioso che fece istintivamente venire al miliardario il desiderio di mordersi le labbra.
"Okay..."
Rispose chinandosi sul bancone per avvicinarsi a Dean e arrivargli proprio faccia a faccia.
"Ciao, Dean..."
"Ciao... Cas..."

Il biondo sibilò il nomignolo di Castiel sussurrandolo sentualmente e facendolo sorridere.
"Stai molto bene oggi, Dean..."
"Anche tu sei niente male..."

Pian piano i loro volti si avvicinarono quasi involontariamente ma, non appena i loro occhi si spostarono a guardarsi le labbra, la porta sul retro si spalancò e Charlie entrò di corsa saltellando.
"Ciiiiao!!!"
"OH! Eccolo! Eccolo! Era solo un ciglio vicino all'occhio, Dean!"

In tutta fretta, Castiel buttò insieme una scusa banale qualsiasi e i due uomini si allontanarono l'uno dall'altro di corsa, colti sul fatto.
"Si, si, bella copertura... Casssss!"
Ridacchiò Charlie imitando come meglio poteva la voce sensuale con la quale Dean chiamava Castiel, e il biondo rimase scioccato ad osservarla..
"Chi ti ha detto questa storia del nome???"
Sbraitò aggrottando la fonte e poggiandosi i pugni sui fianchi.
"Il tizio della bancarella della verdura!"
"E a lui chi gliel'ha detto???"

E in quell'esatto istante, Sam entrò dalla porta con in mano delle borse di carta marrone stracolme di ortaggi.
"Stasera minestrone!"
Dean e Cas lo guardarono con tanta cattiveria da poterlo quasi incenerire ma, appena prima che potessero gettarsi addosso a lui per picchiarlo, Charlie li fermò e gli permise di fuggire di nuovo fuori.
"Papà, indovina? La mia amica Claire mi ha invitato a passare le vacanze a casa sua... nel suo castello!"
"Wow, questa si che è bella, Charlie! Lo sa, Dean, il padre di Claire è un ricchissimo ereditiere?"
"Caspita!"

"Papà, posso andarci? Anche Kevin e Garth vanno via per le vacanze!"
A quell'affermazione, qualcosa nella testa di Dean scattò e l'uomo si mise immediatamente a contare con le mani i membri della famiglia, nascondendo un dito per ogni membro in procinto di sparire per le vacanze.
"Beh ma... non è un po' lontano quel castello, e tu non conosci bene la famiglia di Charlie e poi n-"
"Che problema c'è? Può andarci con Sam!"

Propose Dean a gran voce appena finiti di fare i suoi conti ed essersi accorso che senza tutti i ragazzi e Sam lui e Castiel sarebbero rimasti completamente da soli.
"Sam? Oh, no, no, io ho un sacco di lavoro da fare e ho bisogno di lui qui! Potrebbe accompagnarla lei, Dean!"
A quelle parole, il biondo scoppiò in una nervosa risata che durò molto più del normale e si avvicinò al miliardario prendendolo in disparte.
"Lo sa, signor Sheffield, qualcuno ci resterebbe molto male se non potesse andare con Sam."
"Ma... non credo che Charlie abbia questo gran desiderio di andare con Sa-"
"Quel 'qualcuno' SONO IO."

Disse Dean fra i denti stringendo con forza il braccio di Castiel che in quell'istante realizzò finalmente i propositi del biondo.
"Vai di sopra, Charlie, ci parlo io con tuo padre."
Dean fece segno alla giovane di andare via e le regalò un rapido occhiolino per tranquillizzarla.
"Va bene!"
Esclamò saltellando poi verso la sua stanza e lasciando i due uomini di nuovo soli.
"Forse i sottintesi non sono il modo giusto di comunicare, ma se non sbaglio con tutti i figli fuori casa io potrei dire..."
Il bionbo fece un passo verso il miliardario, chinandosi leggermente con la testa per arrivare a sussurrargli nell'orecchio.
"Cas... e potrei dirlo per tutte le stanze della casa..."
Castiel sentì un brivido salirgli lungo la schiena ma si costrinse subito a ricomporsi.
"Mi... mi piacerebbe davvero molto ma ho davvero troppo lavoro da fare in questo momento e molti ospiti da invitare e mi piacerebbe offrirgli qualcosa di più di qualche cheeseburger per cena!"
Dean scattò indietro e spalancò la bocca indignato e offeso.
"E' bastata una volta sola e ora sono bollato a vita!"
"La prego, Dean. Vorrei tanto passare del tempo solo con lei ma purtroppo ho dei doveri! Mi dispiace..."

Esclamò Castiel poggiandogli una mano sulla spalla e sfoderando la sua arma più potente: gli occhi da micetto ferito. E Dean, ovviamente non riuscì a ribattere.
"E va bene! Va bene!!! Ci andrò io nel castello!"
Urlò irritato uscendo dalla porta della cucina dalla quale, un secondo dopo, entrò Crowley tutto sorridente.
"Oh-oh! Ho saputo che stai litigando con Dean perchè lo vuoi spedire in un castello abbandonato!"
"E adesso chi te l'ha detto???"
"Il postino!"

La porta sul retro si aprì in quell'esatto istante, e Sam entrò fischiettando con in mano le stesse buste della spesa ma, in più, anche alcune buste bianche.
"Posta!"


Dean e Charlie entrarono dall'enorme porta del castello stando vicini vicini.
"Maledizione... non riesco a non pensare alla discussione con tuo padre, non so se riuscirò a divert-wow guarda che roba."
Dean si bloccò a metà della frase non appena i suoi occhi si posarono sull'arredamento di quell'atrio. Decorato e lussuosissimo, di un gusto impeccabile sulle tinte blu e azzurre.
Un bel ragazzo vestito da maggiordomo si avvicinò a loro e gli fece segno di seguirlo fino alla loro camera e loro obbedirono.
Aprì loro la porta e li fece accomodare.
"Questa è la sua stanza, signore. E' collegata a quella della signorina Charlie dall'altra parte. Le valigie sono già ai loro posti."
L'uomo indicò un'altra porta oltre l'enorme letto a baldacchino e Charlie si fiondò subito in quella direzione, sparendo oltre la soglia, mentre Dean rimase ancora con la bocca spalancata ad ammirare tutto quello sfarzoso lusso. Ogni cosa era in perfetto ordine e al suo posto; comodini, armadio e tavolino della stanza in lucido legno scuro che contrastava con le lenzuola e le tende azzurre e con i dettagli blu sparsi per la camera.
"Bene, il signore vi aspetta per la cena."
Disse il ragazzo facendolo risvegliare improvvisamente dal suo coma apparente.
"Oh! Va bene!"
"Ci sono già degli abiti pronti per voi nei vostri armadi."
Concluse il giovane andando poi verso l'armadio di Dean e aprendolo, mettendo i mostra una fila di splendidi completi di ogni genere e colore, da sera, da brunch, da ballo, casual, eleganti, tutti ben stirati e il biondo non riuscì a trattenersi.
"MISERIACCIA!"


Charlie arrivò a braccetto della sua tata nel salone vestiti impeccabilmente. Lei con un abito lungo sena maniche blu notte che faceva risaltare i suoi lunghi capelli rossi e lui in un elegante completo grigio con camicia bianca senza cravatta.
"Charlie!"
Una ragazzina magrolina con lunghi e lisci capelli biondi e due vispi occhi azzurri si avvicinò correndo, andandogli incontro.
"Ciao, Claire!"
La salutò Charlie e le due si abbracciarono con gioia.
"Dean, lei è Claire. Claire, Dean."
"Piacere,. Complimenti per la... casa."

Il biondo fece una piccola riverenza e sfoderò un cordiale sorriso al quale la giovane rispose.
"Attenzione!"
Improvvisamente un uomo robusto vestito da maggiordomo gridò alle spalle di Dean che sobbalzò sul posto squittendo come un topolino.
"Il signor James Novak!"
Annunciato come un principe, comparì dalla porta un uomo che Dean non riuscì a smettere di fissare per diversi secondi: capelli neri corti e ben pettinati e due profondi occhi che, appena incrociarono i suoi, fecero istintivamente muovere il biondo verso quell'uomo in abito scuro.
James Novak si avvicinò a sua volta a loro con un gran sorriso sul volto e, senza nessun preavviso, li abbracciò calorosamente lasciandoli sorpresi.
"E' un piacere conoscere gli ospiti di mio figlio! Benvenuti!"
Gridò contento stritolando sempre di più i corpi dei nuovi arrivati.


Garth era seduto sul divano a guardare la TV ancora in pigiama, i piedi poggiati sul tavolino davanti, e una marea di vestiti sparsi tutti intorno a lui per la sala.
Sam arrivò dal corridoio con in mano una cesta della biancheria e, sbuffando sonoramente dopo aver visto quel marasma, raccattò qualcosa da terra gettandola nel contenitore.
Zompettando giù per le scale, Kevin si aggiunse al gruppo e si sedette subito accanto a Garth, rubandogli il telecomando e cambiando canale.
"Hey! stavo guardando!"
Urlò il fratello maggiore.
"Ora non più!"
Sghignazzò il piccolo stringendo la presa sul telecomando con entrambe le mani.
"Dammi qua, piccola scimmia!"
"NO!"

I due si misero immediatamente a litigare, ringhiarsi addosso e squittire come leoncini che si tirano le orecchie e la pazienza di Sam si esaurì molto in fretta.
"Ora basta!"
La sua voce si alzò così tanto di volume che i ragazzi quasi si spaventarono e si bloccano con gli occhi sul maggiordomo.
"Smettetela o dico a vostro padre che siete... siete... dio, come siete noiosi! Uscite prima che io impazzisca del tutto!"
Non ebbero nemmeno il coraggio di replicare; era raro vedere Sam arrabbiarsi e, quando succedeva, nessuno sapeva mai come reagire se non ubbidendo. Per questo, entrambi un po' impauriti si alzarono subito e se la filarono di corsa nelle loro camere di sopra.
Rimasto solo nella pace e nel silenzio, Sam lasciò cadere la cesta della biancheria a terra e si sedere sul divano sospirando e mugugnando per la fatica.
Passarono giusto 2 secondi prima che Castiel arrivasse dal suo studio e, vedendo Sam poltrire, non si risparmiò.
"Ma non ti vergogni, Sam! Possibile che io sia l'unico che lavora qui dentro!"
Lo sgridò a voce alta per poi sparire dalla sua visuale e andare verso l'atrio della casa.
"Ignorerò questo commento."
Disse Sam fra se e se cercando di racimolare quel grammo di pazienza che gli era rimasto, poi si alzò e si avvicinò il miliardario vedendolo intento a sfogliare documenti sul tavolino dell'ingresso, accanto a un bellissimo vaso di fiori freschi.
"Lei è nervoso perchè ha litigato con Dean."
Lo incalzò senza girarci intorno e a Castiel sembrò non dispiacere la franchezza di Sam, come al solito.
"Anche lui deve capire che non posso lasciar perdere tutto per passare del tempo con lui!"
"Giusto! Lui deve capire che lei è un guerriero! Un nutritore! Un saldo pilastro! Oh, accidenti, non ho preso i tulipani stamattina!"



Dean e James Novak erano seduti a ridere e chiacchierare su due bellissime poltrone accanto al camino in fondo alla sala in cui, finita un'altra abbondante cena, tutti si erano recati per ballare, brindare e divertirsi.
"Signor Novak, grazie mille... ho passato dei giorni davvero splendidi qui. Grazie per averci accolto."
Il biondo diede un leggero colpetto sulla spalla del suo ospite. Era veramente molto piacevole stare in compagnia di quell'uomo così cortese e simpatico.
"Dean, puoi chiamarmi Jimmy e sai... mi ha fatto molto piacere chiacchierare con te."
L'uomo rispose con un delicato sorriso e gli posò una mano sul polso.
Dean per un secondo sentì come un pizzico  allo stomaco ma no vi prestò molta attenzione.
"Bene... allora devo essere sincero con te, all'inizio non avevo voglia di venire qui, ma devo ammettere che è adesso sono molto contento di essere qua."
Confessò senza stare troppo a pensarci, quasi come se gli fosse scappato dalla bocca.
"Non ha nostalgia di casa?"
"Da principio ne avevo! Poi sono andata nel piccolo supermercato qui accanto e ho visto che avevano la Apple Pie, e mi sono calmato."
Risero divertiti mentre un cameriere passava con un vassoio con sopra molti bicchieri pieni di champagne; Jimmy ne prese due e ne porse uno a Dean che accettò subito.
"Dean, la tua compagnia mi ha reso molto felice e anche Claire è pazza di te!"
"Claire è una ragazza sensibile e buona... sono stati tutti così gentili qui che devo dire che, un po', questo posto mi mancherà."

Si scambiarono un leggero cenno del capo e brindarono in silenzio facendo tintinnare i loro bicchieri.
"Allora perchè non resta?"
Chiese Jimmy sorridendo.
"Io resterei un po' di più ma ho un biglietto con rientro fisso e devo pagare per cambiarlo quindi, insomma-"
"Oh, no, io intendevo perchè non resta qui e vive con me in questo castello per sempre?"

La domanda dell'uomo sembrò quasi una bomba sganciata direttamente sul petto di Dean, che quasi si strozzò con lo champagne mentre scoppiava a ridere.
Ma immediatamente si accorse dell'espressione profondamente seria sul viso di Jimmy.
"Oh, lei non sta scherzando..."


La cucina di casa Sheffield era animata solo dalla presenza di Bobby in accappatoio che stava mangiando del gelato quando il telefono squillò.
"Rispondo io!"
Urlò andando verso il cordless.
"Pronto, qui casa Sheffield."
Dean, sdraiato sul lussuoso letto a baldacchino della sua camera, rimase per un attimo in silenzio, incredulo nel sentire quella voce dall'altro capo.
"....Bobby? Che diavolo ci fai... vabbè non importa. Devo parlarti."
"Vai, spara."

Disse l'uomo infilandosi in bocca una cucchiaiata di vaniglia.
"Ho ricevuto una proposta."
Che immediatamente risputò nella ciotola per la sorpresa.
"COSA?! Vivi insieme ad un bellissimo miliardario che provvede a me come fosse un figlio mio e chi è che si propone???"
"E' un ereditiere che possiede un castello."
"WOW!"

Bobby scattò in piedi reggendo il cucchiaio quasi come fosse una mannaia.
"LO SO! E la sai la cosa più assurda! Quest'uomo è identico al signor Sheffield! Ogni volta che lo guardo mi esplode la testa ma poi mi ricordo che non è Cas... a proposito, ha parlato di me? Che dice? Gli manco?"
"Non l'ho visto per tutta la settimana e se non lo conoscessi bene direi che la cosa è intenzionale!"

Non appena Bobby finì quella frase, Castiel scese le scale della cucina leggendo dei documenti che aveva in mano, ritrovandosi alle sue spalle e, non appena si accorse di chi era la persona presente in cucina, fece una piroletta e tornò di corsa di sopra prima di essere visto.
"Bobby, io n-"
Dean ricominciò a parlare ma subito qualcuno bussò alla sua porta facendolo distrarre.
"Cavolo, Bobby ti devo lasciare, ci sentiamo."
Disse in tutta fretta, riattaccò il telefono e saltò giù dal letto per andare ad aprire.
Jimmy stava sulla porta vestito impeccabilmente come al solito, un delicato sorriso sul volto.
"Buongiorno Jimmy, cosa ci fai qui?"
"Ti avevo fatto dire da uno dei maggiordomi che volevo incontrarti sulla veranda."
"Oh, intendevi la MIA veranda? Ci sono almeno 200 verande in questo castello, dovresti essere più preciso!"

Solo iniziando a blaterare, Dean si accorse di essere diventato improvvisamente molto nervoso alla presenza di Jimmy.
"Dean... se la sto mettendo a disagio posso andarmene."
E lo stesso Jimmy sembrava essersene accorto. Quell'uomo riusciva a leggerlo meglio di quanto lui volesse.
"No, oramai si è fatto almeno 2 km di corridoi per arrivare qui, entri, si accomodi."
Ma il biondo resistette e lo fece accomodare, richiudendo la porta alle sue spalle.
"Ero venuto solo per sapere la tua risposta... allora vuoi restare?"
"Emh, Jimmy, io sono molto lusingato ma... ci siamo conosciuti solo pochi giorni fa e..."

Ma Novak non lo lasciò nemmeno finire: lo afferrò dolcemente per le spalle guardandolo negli occhi.
"Io so che tutto questo può fare paura ma... so anche che sei un uomo meraviglioso, intelligente e affascinante, che merita tutto quello che la vita può dargli..."
Per un secondo, Dean sentì come il pavimento sgretolarsi sotto ai suoi piedi nel vedere quegli occhi così luminosi cercare di scavargli dentro insieme quelle parole tanto lusinghiere. Parole che Castiel non gli aveva mai detto con tanta intensità.
Cas...
Bastò quel pensiero a far richiudere il buco sotto di lui.
Cas non aveva mai avuto bisogno di quelle parole per farlo sentire come se l'intero universo non potesse esistere senza di lui.
Cas non doveva viziarlo o adularlo per farlo sentire speciale.
Cas era in grado di strappargli via dal cuore qualsiasi preoccupazione o tristezza semplicemente guardandolo negli occhi dopo un giorno buio e dicendogli che gli era mancato.
Cas non era Jimmy.
Improvvisamente, come se la luce fosse scomparsa, il blu degli occhi di Novak non sembrò più così splendente, così attraente.
"Insomma...cosa può mai darle questo Castiel che io non ho?"
E quella domanda d'un tratto ebbe una risposta così semplice che Dean si ritrovò quasi a ridere.
"Mi dispiace, Jimmy... la mia risposta è No."


Crowley era in piedi davanti al tavolino dell'ingresso quando Sam passò davanti a lui con in mano un pacchettino rettangolare bianco.
"Che cos'è?"
Domandò Crowley notandolo.
"E' il mio regalo per il signor Sheffield. Tra pochi giorni è il suo compleanno."
A quella scoperta, l'uomo sgranò gli occhi si voltò puntandoli verso il maggiordomo.
"Perchè non me l'ha ricordato??? Lo so, lei vuole farmi fare brutta figura!"
"Oh no, non mi sembra che a lei serva aiuto in questo."

Lo colpì subito Sam in risposta e in quel momento Cas arrivò scendendo le scale dell'ingresso con un'espressione molto preoccupata in viso.
"Sam, Dean non ha nemmeno telefonato per far sapere come sta?"
"Io penso che in un enorme castello stia bene."
"Mh... allora è meglio che torni al lavoro."

Il miliardario si gettò sulla posta lasciata sul tavolino dell'ingresso e si mise a sfogliarla con nervosismo, pagina per pagina.
"No, signore, nemmeno una cartolina da Dean."
"ACCIDENTI!"

Gridò sbattendo la posta di nuovo sul tavolo.
"Sam, dio, ma che cosa ho fatto? Insomma, che cosa mi ha mai chiesto? Solo di passare del tempo insieme! Devo dirgli che avevo torto e chiedergli scusa."
"NO!"

Improvvisamente Crowley quasi urlò afferrando Castiel per il bavero della giacca.
"Pessima mossa. E' segno di debolezza! Non cedere, non gli parlare, non fare niente!"
Sbraitò cercando di suonare il più convincente e il meno geloso possibile allo stesso tempo.
"No, io lo devo chiamare."
Il miliardario si liberò dalla presa e si voltò per tornare di sopra ma Crowley decise di non mollare: afferrò il pacchettino bianco dalle mani di Sam e gridò.
"Aspetta!"
Castiel si bloccò e tornò indietro vedendo l'uomo agitare come un ossesso la scatola.
"Buon compleanno! Lo so è in anticipo ma ho pensato che lo potessi usare subito! Sorpresa!"
Crowley glielo porse e il miliardario lo aprì immediatamente.
Un'espressione di pura gioia si dipinse sul suo volto.
"Ah! E' un biglietto per andare al castello! Oh, Crowley, sai essere così altruista a volte!"
Si gettò ad abbracciarlo con forza e poi subito si precipitò su per le scale facendo i gradini a quattro a quattro.
"Sam! Prepara i miei bagagli!"
Urlò scomparendo nel corridoio e lasciando Crowley pietrificato ad occhi sbarrati e bocca aperta mentre Sam gli si avvicinava sinuosamente gongolando soddisfatto, abbassandosi fino ad arrivare vicino al suo orecchio.
"Sorpreeeesa!"


"Dean, non mi va di ripartire! Mi sto divertendo!"
Dean stava recuperando le cose per la stanza e facendo i bagagli mentre Charlie si lamentava ballandogli intorno.
"Lo so, tesoro, ma dobbiamo andare! Forza, prendi i miei vestiti dell'armadio che io prendo i biglietti."
Ma la ragazza era sempre stata molto ragionevole discretamente ubbidiente quando stava con la sua tata, e non replicò andando verso l'armadio.
Il biondo andò al comodino e aprì il cassetto trovandolo desolatamente vuoto.
"Dove diavolo sono i biglietti e i documenti?"
"Dean! I tuoi vestiti sono tutti spariti!"

Ulrò Charlie sorpresa mostrando l'armadio vuoto.
"Cosa diavolo...?"
Dean aggrottò la fronte scuotendo la testa mentre la ragazza gli andava vicino prendendolo per un braccio.
"Che succede, Dean?"
"Non lo so. Andiamo a parlare con Jimmy."

Con passo deciso si diressero verso la porta, la aprirono e davanti ci trovano piazzato un omone enorme tutto vestito di nero che li fissa con sguardo tetro. 
Senza dire nemmeno una parola, Dean e Charlie si guardano e rientrano sorridendo con nonchalance e chiudendo la porta.
"Credo non gli sia piaciuto il mio 'No' come risposta."
Disse il biondo chiudendo con la catena la camera.
"Credo anche io."
"Ma perchè diavolo c'è un gorilla fuori dalla porta?!"

Sbraitò dando un pugno al legno.
"Non vorrei peggiorare le cose, Dean, ma credo che ci stia tenendo in ostaggio."
"... figlio di puttana."



"Nessuno regge le mie fiaschette di whisky."
Dean e Charlie sbucarono con la testa da dietro l'angolo della sala principale, ad appena qualche metro dall'ingresso principale. Dopo aver steso la bodyguard con l'alcol, arrivare fin l' era stato piuttosto facile.
"Dean... sei sicuro che funzionerà?"
Domandò la ragazza perplessa.
"Certo. Siamo mimetizzati con il luogo. Forza, seguimi."
Rispose Dean e subito uscirono da dietro dall'angolo allo scoperto: entrambi vestiti con completo scuro e cravattino da maggiordomo e i capelli ingellati all'indietro tutti pettinati alla perfezione.
Impettiti e composti fecero diversi metri della sala ed erano praticamente sicuri di essere in salvo quando improvvisamente da una delle porte dell'anticamera uscì il capo della servitù insieme a Jimmy, al quale bastò battere le mani un paio di volte e in meno di 3 secondi, dieci altri maggiordomi comparirono nella sala inglobando Dean e Charlie come una mandria di pinguini.
Senza esitazione, tutti i maggiordomi si misero in fila tutti precisamente allineati rivolti verso il signor Novak e, ovviamente, solo il biondo e la giovane rimasero fuori, completamente spaesati.
"Dean? Che cosa sta facendo?"
Domandò Jimmy stupito.
"Ristorazione...?"
Tentò di sdrammatizzare Dean senza avere nessun asso nella manica, ma senza esiti positivi.
"Veramente, stavamo cercando lei, signor Novak."
Intervenne Charlie per aiutare Dean.
"Esatto, perchè vede... volevamo andare in città a fare un giretto, magari un fast food, una gita dalla polizia, cose così..."
Jimmy rimase impassibile a fissarlo con un sopracciglio sollevato poi, all'improvviso una voce urlò il suo nome.
"Dean!"
Una voce che lui conosceva molto bene.
"Papà!"
Charlie si precipitò verso Castiel buttandosi fra le sue braccia e Dean la seguì arrivandogli vicino.
"Come mai è qui? Come diavolo ha fatto a superare la sicurezza, signor Sheffield?"
Chiese il biondo stupito.
"Non ne ho idea! Sono arrivato e tutti mi hanno subito aperto senza fare domande!"
"Eh-emh!"

Jimmy li interruppe facendosi avanti e arrivando proprio di fronte a Castiel, impettito e irritato.
"Salve, Castiel Sheffied."
Disse subito il miliardario tendendo la mano che subito l'altro afferrò.
"E' un piacere, io sono James Novak."
"Quale piacere??? Ma se ci tenevi qui prigionieri!"

Gridò Dean ponendosi fra i due uomini.
Jimmy fece di nuovo un pass indietro, confuso e un po' spaesato.
"Come sarebbe prigionieri? Ospiti!"
Disse allargando le braccia ad indicare i sui maggiordomi e il castello.
"Oh, avanti! Io l'ho respinta e improvvisamente sono spariti biglietti e documenti!"
"Li ho fatti mettere nella nostra cassaforte!"
"E quella guardia davanti alla porta?!"
"Sembra ci siano in giro degli abili ladri e volevo assicurare la vostra incolumità!"
"E tutta la storia del diventare suo compagno?!?!"
"Compagno???"

Dopo un secondo di totale silenzio, Jimmy scoppiò in una risata fragorosa portandosi una mano alla fronte."
"Dean, io sono sposato, mi moglie è spesso via per lavoro! Io volevo che restasse qui a fare la tata!"
A quelle parole, la mandibola di Dean si staccò dalla sua faccia rimanendo a ciondolare a peso morto.
"Mi dispiace, Dean, ma sebbene io e quest'uomo siamo praticamente identici..."
Jimmy con un delicato gesto indicò Castiel che solo in quel momento si accorse dell'incredibile somiglianza col proprietario della casa.
"Non sono io quello a cui ha preso anima e cuore..."
Dean non riuscì a replicare in alcun modo; rimase immobile, sconvolto.
Il signor Novak si congedò con un delicato cenno del capo e battè di nuovo le mani facendo dileguare i maggiordomi e sparendo con loro dietro una delle mille porte del castello.
"Okay! io vado a salutare Claire!"
Esclamò Charlie correndo via ancora vestita e pettinata da maggiordomo come se nulla fosse successo e lasciando Dean e Castiel da soli.
"Io... io non sono pazzo! Quello ci stava provando con me!"
Bisbigliò il biondo quansi fra se e se voltandosi verso il miliardario
"Oh, si, io ci credo Dean! E' così chiaro! Chiunque si accorgerebbe che ha una cotta per te!"
"Davvero?"

Chiese Dean aggrottando la fronte, lo sguardo perso verso la porta in cui era sparito Jimmy.
"Ma certo! E' solo che purtroppo alcuni uomini non sono... bravi... ad esprimere quello che sentono..."
Quasi senza volerlo, Ca fece un passo verso il biondo che si voltò per guardarlo in viso: un'espressione dispiaciuta e colpevole si disegnò sul viso del miliardario e Dean non riuscì a non sorridere.
"Lo capisco bene quel Jimmy... certo, avresti iniziato come tata, avresti lavorato per lui per alcuni anni e... forse, prima o poi, avreste cominciato sentirvi strani  uno vicino all'altro e..."
Pian piano si voltarono uno verso l'altro, ritrovandosi di fronte. Con un dolce movimento, Cas allungò la mano verso quella di Dean ed entrambi abbassarono lo sguardo. sentendo un brivido attraversargli la schiena.
"... poi avrebbe capito che io sono molto più importante di impegni, documenti, lavoro e di qualsiasi altra cosa?"
Risero per quella domanda apparentemente stupida e osservarono, come rapiti da una strana magia, le loro dita che si intrecciavano.
"Sì... avrebbe capito che sei molto più importante... di quanto si aspettasse..."
E in quel momento, quasi contemporaneamente, alzarono lo sguardo, lasciando che i loro occhi si fondessero in un caldo abbraccio di paura e eccitazione.
"E poi... cosa sarebbe successo...?"
La voce di Dean si ridusse ad un sussurro e Cas alzò la sua mano afferrando sua nuca con delicato ardore.
"Questo..."
Lo tirò a se e le loro labbra si unirono e si accarezzarono come se non avessero aspettato altro per tutta la vita; e, per la prima volta, nessuno dei due cercò di fuggire, nessuno dei due scappò via da quell'amore che finalmente aveva trovato lo spiraglio di luce necessario da seguire per uscire finalmente dal buio delle loro insicurezze e mostrarsi in tutta la sua incontenibile forza.
"Ti amo, Cas..."
"Lo so."
"... hai appena citato Star Wars?"
"Si."
"Adesso credo di amarti perfino di più."
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Direi che questo è il giusto modo di concludere questo viaggio...
Ci sarebbero ancora centinaia di episodi da poter trasformare ma credo che il modo migliore di finire questa storia sia con il loro amore che finalemente vede la luce, e intanto mi immagino Sam e i ragazzi che rotolano per terra dalla gioia e Crowley che piange in un angolino.
Grazie ancora per tutti gli spendidi commenti e per avermi tenuto compagnia in questa fic. Sono molto ma molto felice che vi sia piaciuta!
Se volete leggere una delle mie fic Destiel (canon questa volta xDD) mi farebbe un immenso piacere sapere cosa ne pensate, vi lasio QUI il link.
Grazia di cuore
Bacio
-Nana

 
 
  
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