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Autore: Midnight tears    21/10/2008    5 recensioni
Elena, Anna, Giulia. Tre amiche indivisibili, tre biglietti aerei, una macchina in affitto e un grande sogno che sta’ per realizzarsi: una vacanza on the road insieme in Australia.
Bill, Tom, Georg, Gustav. Un gruppo ultra famoso, i Tokio Hotel, quattro grandi amici, un cantante in crisi per il troppo stress, un gemello TROPPO buono, due amici troppo pazienti e succubi degli eventi, un’unica soluzione: una vacanza on the road come semplici turisti in Australia.
Strify, Kiro, Yu, Shin, Luminor. Una band emergente di grande successo, i Cinema Bizarre, un’amicizia fortissima, una felicità incontenibile e un grande regalo per festeggiare il loro successo e la loro amicizia: un viaggio on the road in Australia.
Anna, la sognatrice, è pazza dei Tokio Hotel e detesta i Cinema Bizarre.
Giulia, la casinista, adora i Cinema Bizarre e non sopporta i Tokio Hotel.
Elena, la boss tirapugni, mal digerisce entrambi i gruppi.
Cosa succederà dall’incontro di questi tre variegati e apparentemente incompatibili gruppi?   
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cinema Bizarre, Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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AUSTRALIA ON THE ROAD


Cap.1
AUSTRALIA!!


- Australia!!!-
Giulia segnalò il suo ingresso in casa spalancando la porta dell’appartamento nel centro di Berlino che condivideva con le sue migliori amiche e urlando il nome dell’enorme continente a un volume talmente alto che probabilmente anche gli abitanti del suddetto paese l’avevano sentita, facendo sobbalzare la povera vecchietta che aveva la sfortuna di essere la vicina di casa di quelle tre casiniste.
- Che succede, Giuli? -
Una testolina con lunghi capelli biondo-oro ondulati come le onde del mare che incorniciavano un visetto ovale con lineamenti morbidi come un petalo di rosa, una pelle vellutata e due enormi occhi celesti dolci e ingenui come quelli di una bambina, fece capolino dalla cucina.
- Ciao Anna! Ho novità FANTASTICHEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Anna tirò indietro la testa, sparendo in cucina e evitando l’onda d’urto provocato dall’urlo entusiastico di Giulia.
Quando l’onda anomala fu passata, il corpo snello e affusolato di Anna seguì la sopraccitata testa all’entrata dell’appartamento dove si trovava l’amica, chiudendo la porta per evitare reazioni isteriche da parte dei vicini.
- Allora, calmati e spiegami cosa succede, senza urlare! - disse Anna lentamente, come se Giulia fosse stata una bambina di cinque anni un po’ tarda.
- E’ successa una cosa incredibile!!!! - esclamò lei di nuovo, abbracciando di slancio l’amica.
Anna si ritrovò a stringere la ragazza senza neanche sapere perché. Una matassa di ricci del colore della terra illuminata dal sole calante le coprì la visuale e la fece starnutire, mentre sentiva le costole gemere sotto la presa ferrea di Giulia.
Quando l’amica si fu staccata, si passò una mano sulla faccia e aprì gli occhi per dirgliene quattro, ma un rumore di passi provenienti dal corridoio la interruppe.
Entrambe si girarono e una figura alta, con un bel fisico robusto di costituzione ma rassodato da anni e anni di allenamento apparve sulla porta, appoggiandosi allo stipite, mentre il piede batteva nervosamente sul pavimento.
- Elena…-
La terza componente del gruppo le fissava con aria scocciata, mentre i capelli neri le ricadevano in disordine sul volto, segno evidente che stava dormendo prima che Giulia la svegliasse involontariamente.
- Allora, se per voi non è troppo disturbo, vorrei sapere…- prese fiato - CHE CAZZO SUCCEDE QUI?!?!?! STO’ CERCANDO DI DORMIRE!!!!!!! -
Le altre due si zittirono, terrorizzate da una sua possibile azione violenta. Capitava spesso che Elena, la più forte delle tre, aggressiva e con il pugno facile, sfogasse contro qualsiasi oggetto le capitasse tra le mani la propria rabbia. Non le aveva mai menate sul serio, ma era un po’ come un cucciolo di  tigre: anche se giocava, lasciava segni profondi con le sue unghiette, nel caso specifico lasciava dei bei lividi con i suoi pugni micidiali.
- Ecco… io… pensavo di…- balbettò Giulia.
- Di cosa? Di farci una sorpresa svegliandoci di colpo e facendoci urlare contro dai vicini, come se non avessimo già abbastanza problemi con loro?!?!?!? No, dimmelo subito, perché se stai cercando di farci sfrattare dall’appartamento che abbiamo faticosamente guadagnato dopo mesi di lavoro solo per venire qui e fare questo scambio culturale, sappi che ci stai riuscendo benissimo!! -
Giulia ammutolì, abbassando lo sguardo sui propri piedi e rigirando tristemente l’oggetto che fino a poco prima sventolava felicemente come fa un bambino con il suo nuovo giocattolo il giorno di Natale.
Solo in quel momento Elena notò che cosa stringeva tra le mani l’amica: una confezione mega di gelato a tre gusti, nocciola, crema e cocco. Si morse le labbra: era il gelato delle grandi occasioni, quello che mangiavano sempre per celebrare qualcosa di importante, e, tra l’altro, quello che aveva un prezzo stratosfericamente alto.
Alzò lo sguardo su Anna, che le lanciò una muta occhiata di rimprovero.
Sospirò, passandosi una mano sugli occhi e strofinando le palpebre. Accidenti, sapevano benissimo quanto la irritasse essere svegliata in quel modo! Fissò il mucchio di ricci che le stava davanti, celando gli occhi lucidi di Giulia.
- Avanti - le disse dandole uno scapellotto sul collo - andiamo a parlarne sul divano, di qualunque cosa si tratti. Anna, prendi i cucchiaini prima che il gelato si sciolga -
Il viso di Giulia si illuminò e la ragazza saltò addosso all’amica, stampandole un bacio sulla guancia:- Grazie Ele, e scusa per averti svegliata! Ma sai che non ti fa bene dormire troppo, dopo diventi pigra e noiosa!! -
- Ma sentila! Corri pulce, oppure ti finisco tutto il gelato alla nocciola! -
- No!!!! Non provarci Elena!! La nocciola è mia!!! -
Ridendo come due matte, le ragazze si gettarono sul divano, facendosi il solletico e tentando di colpirsi amichevolmente.
- Ehi, ci sono anch’io!!!!!! -
Con in mano il gelato, per fortuna ancora chiuso, e tre cucchiaini, Anna si gettò nella mischia, finché tutte e tre non furono un unico groviglio urlante di capelli, braccia e gambe.
Dopo aver ritrovato un minimo di ritegno, le ragazze si sistemarono ai loro soliti posti: Anna sulla poltrona di destra, Giulia su quella di sinistra e Elena sul divano di fronte al televisore. Erano proprio un bel gruppetto.
Si erano conosciute alle medie, durante un’incursione nella mensa scolastica, che stava chiaramente affamando i poveri studenti, e da lì avevano cominciato a frequentarsi fino a diventare indivisibili. E la cosa era strana, visto che erano diversissime l’una dall’altra, sia fisicamente che caratterialmente.
La prima era Anna, con quel suo aspetto da bambolina, perfetta sotto ogni aspetto. Aveva un fisico magro e aggraziato, con movimenti dolci e candidi che ricordavano quelli di un cigno. Con i suoi enormi e tondi occhi azzurri riusciva a convincere chiunque a fare qualsiasi cosa per lei semplicemente sbattendo le ciglia, i lunghissimi capelli mossi color oro, perfetti con la sua carnagione lattea, che le arrivavano alla vita, incorniciandola come un angelo di Natale, facevano il resto.  Era molto dolce, non alzava mai la voce, non perdeva mai la pazienza, ed era un’inguaribile romantica sognatrice, sempre in attesa del principe azzurro. Suonava il pianoforte e aveva una bella voce, nonostante la sua aspirazione fosse diventare una stilista.
Poi veniva Giulia, la casinista del gruppo. Il suo modo di essere, così trasandata, sbadata e spiritosa, si rifletteva anche nel suo aspetto. Aveva i capelli ricci che crescevano folti e rigogliosi fino a metà schiena, di un bellissimo colore rossiccio, come un albero illuminato dal sole che tramonta, che teneva sempre legati con una coda. Il viso era squadrato, con una gobbetta sul naso e le labbra forse un po’ troppo piene, ma nell’insieme il tutto risultava armonioso e piacevole. Gli occhi erano verde scuro, con lunghe ciglia nere, e una spruzzata di lentiggini sulla pelle abbronzata le davano quell’aria spiritosa e sbarazzina che la distingueva. Simpaticissima, solare, sempre allegra e con la battuta pronta, non stava zitta un attimo ed era la compagna ideale con cui fare casini, insomma, una con cui era impossibile annoiarsi!
Per ultima Elena. Elena era la ribelle, la forte, l’indistruttibile, era la boss indiscussa del trio. Faceva pugilato da quando era piccola, e questa si rifletteva sul corpo, molto robusto di costituzione, diventato flessuoso, agile e scattante come quello di una gazzella dopo gli anni passati in palestra, dove passava più tempo che a casa. Naturalmente predisposta per quello sport, era aggressiva, spietata, non guardava in faccia nessuno pur di ottenere ciò che voleva. Averla contro era un errore fatale, in compenso se l’avevi dalla tua parte non esistevano nemici! Aveva il viso tondo, con zigomi alti, il naso piccolo e il taglio degli occhi allungato e leggermente asimmetrico, che le conferiva uno sguardo obliquo. Non era bella in senso canonico, ma aveva un fascino particolare per cui era impossibile non notarla anche in mezzo a una folla. Inoltre, madre natura l’aveva dotata di due stupendi, rarissimi occhi di uno stupendo viola acceso e intenso, come le ali di una farfalla tropicale, che ben si armonizzavano con la pelle color cannella e con i capelli neri che portava appena sopra le spalle, scalati intorno al volto, con una ciocca più lunga delle altre dello stesso viola intenso degli occhi.   
Erano tutte e tre italiane e tutte e tre avevano la stessa età, 18 anni, quasi 19, e si erano trasferite a Berlino da appena un mese per passare l’ultimo anno di liceo in una scuola tedesca, da cui poi, se avessero avuto una media abbastanza alta (cosa di cui nessuna delle tre dubitava, essendo dotate anche di un cervello ben funzionante), si sarebbero iscritte alla più prestigiosa università della Germania, che si trovava appunto lì a Berlino. Anna avrebbe fatto moda, Giulia lingue, e Elena giurisprudenza. Ancora era luglio, ma avevano deciso di venire prima per ambientarsi meglio e districarsi con la lingua
- Anna, togli quel poster da lì, mi viene da vomitare! -
Anna inarcò un sopracciglio mentre leccava il cucchiaino dagli ultimi rimasugli di gelato alla crema, guardandola con sguardo scettico:- Levare COSA esattamente? -
- Quello! - esclamò Giulia indicando il poster attaccato alla parte sopra il camino, su cui era impressa l’immagine di quattro ragazzi che fissavano l’obbiettivo.
- Eh no!!! - saltò su Anna - i Tokio Hotel non si toccano! Piuttosto, tu leva quell’obrobrio di immagine dalla porta della cucina!! -
- Assolutamente no! - Giulia scattò in protezione dell’oggetto appena menzionato - i miei amati Cinema Bizarre non si toccano!!!!!!!! -
Elena alzò gli occhi al cielo “Ci risiamo”
- Senti Giuli, non ho assolutamente intenzione di vomitare ogni volta che vado a mangiare perché quei cinque esseri di dubbio sesso ti attizzano gli ormoni!! -
- Tu hai il coraggio di parlare!! Proprio TU, Anna, che ascolti quel gruppo di pezzenti con quella sottospecie di donna che si ritrovano come cantante e con quel chitarrista con una scopa in testa e chissà cosa nelle mutande!! -
- Non ti azzardare a… -
Elena scossa la testa: era sempre la stessa storia.
Anna era cotta dei Tokio Hotel e non sopportava i Cinema Bizarre, mentre Giulia osannava i Cinema Bizarre e avrebbe volentieri ammazzato i Tokio Hotel. Le due discutevano in continuazione su quell’argomento, e avevano trasformato l’appartamento in un campo di battaglia. I poster spuntavano come funghi dove meno te lo aspettavi, perfino nella scarpiera o dentro la credenza!! Una volta Elena ne aveva trovato uno dentro la doccia, e aveva dato ad entrambe una strigliata tale che non si erano più azzardate a mettere niente in bagno. Ogni volta che andavano in macchina era una guerra su che musica ascoltare. Dal canto suo, Elena mal sopportava entrambi i gruppi, lei ascoltava tutt’altro genere di musica! Così si erano regalate un iPod a testa, in modo che ognuna potesse sentire la musica che voleva senza dover contendere lo stereo con l’altra.
- Piantatela!!! - esclamò Elena, spazientita.
Giulia e Anna si girarono a guardarla.
- Ascoltatemi bene: se mi avete svegliata solamente per sentire voi due deficienti discutere su quale fra due band orripilanti dietro alle quali sbavano milioni e milioni di oche senza cervello che non esiterebbero un minuto solo a entrare nel letto di tutti i componenti insieme e a darci dentro con tutti contemporaneamente, vantandosene pure, sia la migliore, sappiate che rischiate di ritrovarvi senza orecchie e senza occhi, così magari la smetteremo con queste cretinate!!!!! -
Le amiche ammutolirono e abbassarono lo sguardo con aria colpevole, poi tornarono mestamente sedute e ripresero ad ingozzarsi in silenzio
- Allora - esordì Anna dopo un po’ di tempo che mangiavano - qual’era quella novità di cui dovevi assolutamente parlarci? -
Giulia si bloccò e le fissò con gli occhi sgranati dalla felicità:- Ok, mi ha chiamato mio padre da Roma -
- Sì? Era solo per dirci che hai sentito il tuo caro paparino che ormai credevamo defunto o comunque assorbito negli studi del laboratorio di medicina? -
Le altre due fulminarono Elena, famosa anche per le sue battute al vetriolo, ma quest’ultima si limitò a sorridere e a farle cenno di continuare.
- Visti gli ottimi risultati che ho ottenuto a scuola - trattenne il respiro - MI HA REGALATO QUESTI!!!!!!!!!! - urlò alla fine, sventolando sotto il naso delle amiche tre pezzi di carta.
- Cosa sono? - domandò Anna.
Un sorriso enorme spaccò in due il viso di Giulia:- Tre biglietti aerei per l’Australia!!!!!!!! -
Le altre due sgranarono gli occhi.
- Già - le anticipò Giuli leggendo nel pensiero delle amiche - finalmente potremo realizzare il nostro sogno!! Una vacanza on the road in Australia!!!! -
Una vacanza. Insieme.
Era dalla terza media che si erano ripromesse che un giorno avrebbero fatto un viaggio nel continente più selvaggio e affascinante del mondo con solamente una macchina, una cartina e qualche soldo in tasca, ovviamente insieme!
- Ma stai scherzando? - Anna era ancora incredula.
- No, per niente!! Papà ha detto che ormai ho l’età giusta, e che mi meritavo una ricompensa per tutti i sacrifici che avevo fatto…-
- QUALI sacrifici, esattamente? - domandò Elena inarcando un sopracciglio.
Giulia fece un gesto di sufficienza con la mano:- E che ne so io! Mica riesco a leggere cosa passa per la mente di mio padre! Comunque, l’aereo parte lunedì, e i biglietti del ritorno sono per il 21 agosto -
La bionda guardò il calendario: era giovedì 12 luglio.
- Mi stai dicendo che abbiamo un mese a disposizione per scorrazzare in lungo e in largo per tutta l’Australia?!?!?! -
- Esatto!!!! -
Anna e Giulia urlarono di felicità e si abbracciarono.
- Un momento ragazze - Elena le interruppe.
Giulia la fissò da sopra il braccio dell’amica:- Che succede Ele? Cos’è quella faccia? -
- Come facciamo a muoverci? Mica possiamo portarci la macchina in aereo! E poi, dove atterriamo? Forse sarebbe il caso di dare un attimo un’occhiata alla situazione prima di festeggiare! -
- Dai, Elena! - Anna roteò gli occhi - non fare la guastafeste! -
- Anche perché non ce n’è proprio motivo! - esclamò la riccia - ho pensato a tutto io! Ho noleggiato una macchina direttamente a Sidney, dove atterreremo, ad un prezzo davvero bassissimo! -
- E l’itinerario? -
- Ci penseremo sul posto! Dai, cosa c’è che ti preoccupa? Di solito sei tu quella che si butta a capofitto nelle situazioni più strane e impossibili! Che cosa c’è di diverso stavolta? -
Elena fissò le amiche, e vedendo l’entusiasmo riflesso nei loro occhi non poté fare a meno di sorridere a sua volta, nonostante sentisse una stretta dolorosa al cuore:- E va bene -
Le tre si abbracciarono strette strette.
Elena mise una mano al centro, Giulia mise la sua e Anna si unì.
- INSIEME PER SEMPRE!!!!!! -  

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- Australia?!?!? -
Tom Kaulitz fissava incredulo David Jost, il suo manager, dalla cui bocca erano uscite le ultime parole, anzi, l’ultimo nome, che si sarebbe aspettato di sentire durante una riunione indetta per risolvere il “problema Bill”, come era stato ribattezzato dallo stesso Tom.
- Proprio così, Australia! -
- Cosa intendi dire? Che vuoi mandarci in un continente desertico per una qualche avventura spirituale alla ricerca di noi stessi?!?! -
David fulminò il chitarrista con un’occhiata:- No. Intendevo dire che voglio mandarvi a fare una vacanza da semplici turisti in un paese dove non vi conosce nessuno, in modo che Bill non si senta sotto stress, si possa rilassare e possa riprendere presto a cantare! -
Tom sprofondò ancora di più nella poltrona, sconvolto. Si girò a fissare i suoi amici, nonché compagni d’avventura e di band, Georg e Gustav, che sembravano sconvolti e increduli tanto quanto lui.
- Sarebbe per voi un’ottima possibilità per staccare la spina e riposarvi un po’ - vedendo che i ragazzi non reagivano, il manager continuò a parlare - senza contare il fatto che l’Australia è uno stupendo paese, pieno di bellezza naturali, e…-
Tom smise di ascoltarlo, sconvolto.
David doveva essersi bevuto il cervello. Mandarli a fare una vacanza? In Australia, poi! Cosa c’era di bello in Australia?
Beh, si disse, in fin dei conti non è una cattiva idea, passare un mese a prendere il sole su una spiaggia, comodamente sdraiato con un cocktail fresco e una bella ragazza che mi massaggia la schiena! O magari in un bel letto d’hotel con tutte le comodità e…
- Come sarebbe a dire IN MACCHINA?!?!?!?!? -
Più che l’urlo straziante, fu la voce che l’aveva emesso a farlo scattare come una molla, facendogli prendere un colpo, visto che apparteneva all’unico del gruppo che poteva essere definito un “ragazzo calmo, pacato e tranquillo”.
Si girò a fissare il suddetto ragazzo calmo-pacato-e-tranquillo, e lo trovò a gesticolare convulsamente con pose degne di suo fratello Bill, sbraitando maledizioni e urlando qualcosa a proposito di “vita da selvaggi” e “ritorno all’età della pietra”.
Nel frattempo, Georg si trovava seduto sul divano con gli occhi spalancati e la mascelle a fare compagnia alle sue scarpe.
Ma che era successo?
- Ma dai Gustav, sei esagerato!- esclamò David - Tu che ne pensi, Tom? -
Lui fissò gli altri due:- Non ho capito quello che ha detto -
Gustav lo fissò:- David ha detto che non dovremo andare in albergo, ma fare un viaggio on the road con solamente una macchina, due tende e qualche valigia, girando per un mese per l’intera Australia senza una meta vera e propria, ma solamente per il gusto di riscoprire le bellezze naturali del nostro mondo! -
Tom guardò Gustav.
Poi Georg.
Poi David.
Poi di nuovo Gustav.
Sorrise:- Ho capito, volete prendermi in giro! Ma con me non attacca, ragazzi! -   
David lo fissò senza mutare espressione.
La sconvolgente verità si fece strada a mano a mano nella mente di Tom, facendogli morire il sorriso sulle labbra.
- Non stai scherzando? -
Il manager scosse la testa.
- Come no?!?!?!? Non starai mica dicendo che vuoi davvero mandarci all’avventura in un continente enorme, pieno di selvaggi, di pazzi, di bestie feroci con solamente una macchina e una cartina, con il rischio di perderci?!?!? -
Mentre urlava, Tom si era alzato in piedi e ora si trovava a un millimetro dalla faccia del suo manager, che si limitò a dargli un colpetto con le dita per rispedirlo seduto.
- E invece è esattamente quello che ho intenzione di fare!! -
- Ma… ma… tu non puoi farlo!!! -
- Non solo posso, ma lo sto già facendo. Anzi, per essere precisi ho comprato i biglietti per l’aereo stamattina -
-MAI!!!!!!!! -
L’urlo di Tom fu di una potenza tale da far temere al povero David che gli ultrasuoni avessero spaccato le finestre.
- Tom, piantala di urlare! -
Ma il rasta non sembrava intenzionato ad ascoltarlo:- NO CHE NON LA PIANTO!!!!!!!! Tu vuoi mandarmi in un posta sperduto, in mezzo al nulla, senza acqua, senza cibo, senza mezzi di comunicazione, abbandonandoci a noi stessi in un posto pieno di schifosissimi insetti e belve feroci!!! E poi…-
- Ma che cazzo dici?!?!? Guarda che non vi sto mandando a fare un corso di sopravvivenza nel deserto, vi sto mandando a fare una vacanza!! Un po’ diversa dalle altre, certo, ma pur sempre una vacanza!!! -
- Una vacanza non può essere una vacanza se siamo dispersi in un luogo sconosciuto senza niente!! E soparttutto…-
- E soprattutto cosa?!? - David stava cominciando a perdere la pazienza-
- …e soprattutto senza una bella gnocca da scoparmi!! Cazzo, in Australia ci saranno più foche che ragazze! -
- In Australia non ci sono foche…- gli fece notare Georg.
- Appunto! Con chi dovrei scopare secondo te, David? Con i canguri?!?!? -
Nella stanza calò un silenzio sbigottito, mentre Georg si accasciava sul divano, ormai rassegnato a dover passare una vacanza da uomo di Neandertal insieme all’anello di congiunzione tra la scimmia e l’uomo, ovvero Tom.
Gustav si limitò a sospirare e a fissare il pavimento. Tanto erano sempre gli altri a prendere le decisioni, non vedeva perché in quell’occasione sarebbe dovuto essere diverso…
David, invece, aveva ormai perso la pazienza - Riesci a pensare solamente al sesso, eh, Tom? Solamente a quello? E non pensi a tuo fratello? I dottori hanno detto che gli unici motivi per cui non canta sono psicologici. Da quando ha fatto l’intervento ha paura, è stressato, non sta bene. Ha BISOGNO di questa vacanza. E non venirmi a dire che per tuo fratello non saresti disposto a passare un mese senza rotolarti tutti i giorni con una ragazza a letto, anche se sono sicuro che questo non accadrà, visto che uno come te riuscirebbe a trovare ragazze da scoparsi perfino su Plutone!! -
Tutti sapevano che Tom avrebbe scalato l’Everest a mani nude con solamente un costume addosso se questo fosse stato necessario per far star meglio suo fratello, ma lui non ci stava, non avrebbe mollato così facilmente.
- Assolutamente no! - esclamò il ragazzo - non rinuncerei al sesso per nessun motivo al mondo, neanche per mio fratello!! -
Lui e David si fissarono in silenzio, lanciando fulmini con gli occhi.
Ad un certo punto un rumore di passi e una voce li fece girare tutti verso la porta, dove si trovava Bill.
- Che sta’ succedendo? - domandò il ragazzo con aria assonnata.
Gli altri si fissarono tra loro, poi David sospirò:- Nulla Bill, stavamo solo discutendo, non ti preoccupare. Hai preso i sonniferi? -
Il cantante scosse la testa:- No, ho mangiato da poco, e se lo prendo a stomaco vuoto mi viene da vomitare…-
Da quando aveva fatto l’intervento non era più il Bill di prima. Viveva nella costante paura che la voce sparisse di nuovo, visto che la sua era una malattia con tendenza recidiva, e il terrore di non essere all’altezza delle aspettative che gli altri riponevano in lui lo terrorizzava. Tom non ricordava l’ultima volta che lo aveva visto sorridere. Forse era proprio quella la cosa che gli mancava di più del fratello: il sorriso. Quel sorriso stupendo che alleviava il dolore di chiunque lo ricevesse, quel sorriso che faceva toccare il cielo con un dito alle fan che avevano la fortuna di vederlo. Quel sorriso che ogni volta scaldava il cuore di Tom.
In quel momento Bill indossava una maglia del gemello e i pantaloni della tuta, aveva i capelli stropicciati attorno al viso, e due occhiaie profonde a segnargli lo sguardo. Tom ebbe una stretta al cuore vedendo il fratello in quelle condizioni.
Nel frattempo, David aveva allungato al cantante una scatola con dentro dei sonniferi:- Prendili, mi raccomando, hai bisogno di dormire -
Lui annuì, poi fece per salire, quando una voce lo bloccò:- Bill? -
Il ragazzo si girò verso Tom:- Dimmi? -
- Senti… tu… che ne diresti di una vacanza? -
Bill sgranò gli occhi sorpreso:- Una vacanza? -
- Sì, una vacanza, solamente noi quattro, io, tu, Georg e Gustav. Che ne diresti? -
Il gemello sorrise tristemente:- Mi dispiace Tom, ma proprio non mi và. Ogni volta che andiamo da qualche parte, c’è sempre uno stuolo di giornalisti e fan che ci seguono, non potrei godermi un viaggio, mi dispiace. È meglio restare qui, tanto le grida le sentiamo lo stesso, ovunque andiamo, no? -
Tom cominciò a giocherellare nervosamente con l’orlo della propria maglia:- E se fosse una vacanza in… in un posto dove nessuno sa chi sono i Tokio Hotel? -
- Come? E dove vorresti andare? -
- Ecco, pensavo… magari… in Australia? -
Bill aggrottò le sopracciglia:- Ma Tomi, a te non piace l’Australia!!! -
“No, infatti detesto quel cavolo di inferno deserto e pieno di schifezze come animali selvatici e insetti velenosi, con quelle lunghissime strade deserte senza neanche l’ombra di una bella ragazza per chilometri e chilometri!!!”
 Tom si morse le labbra per impedirsi di pronunciare ad alta voce quelle parole.
- Beh, in fin dei conti non è poi tanto male. E poi, non hai sempre detto che ti sarebbe piaciuto fare una vacanza solo noi quattro on the road come semplici turisti in un grosso paese? -
Bill lo fissava a bocca aperta, incredulo.
- Tu… lo faresti per me? - balbettò.
- Certo, Bill -
All’improvviso Bill gli saltò addosso con tanto impeto da farlo cadere per terra, abbracciandolo talmente forte che Tom temette gli si fossero spezzate le ossa.
David gli sorrise soddisfatto, lanciando a Tom uno sguardo come a voler dire “Te l’avevo detto, no?”
“Grande Tom, ti sei scavato la fossa da solo! Ti sei condannato a un mese d’inferno e di atroci sofferenze!” si maledisse mentalmente.
- Graziegraziegraziegraziegrazie!!!!!!!!!!! Ti voglio tanto bene, Tomi!!!!!! - urlò Bill, sorridendo radioso come un bimbo piccolo e scoccandogli un bacio sulla guancia.
Beh, pensò Tom, forse ne valeva la pena!

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- Australia!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Un urlo agghiacciante tranciò di netto l’atmosfera di equilibrio, pace e concentrazione che si era formato in quelle due ore di prove ininterrotte nello studio di registrazione.
Strify, spaventato, steccò in modo pietoso una nota di Silent Scream, trasformando un LA perfetto nell’urlo di una tredicenne, Yu fece una salto all’indietro, spaccando con il peltro una delle corde della sua chitarra preferita, Luminor sobbalzò, appoggiando le mani sulla tastiera cercando di non cadere e producendo un suono orribile, mentre Shin si bloccò con le bacchette a mezz’aria, facendo anche lui un salto sulla sedia. Ovviamente, quella che all’inizio sembrava essere una canzone eseguita perfettamente si trasformò in un flop totale.
Dopo un istante di sbigottimento, Strify si girò lentamente verso l’essere che aveva lanciato quell’urlo disumano, interrompendolo mentre cantava con la sua voce stupenda e facendolo stonare in maniera vergognosa.
Kiro, incurante del fatto che quattro sguardi assassini con le fiamme negli occhi convergevano CASUALMENTE su di lui, rimase immobile con il basso a mezz’aria, la bocca spalancata in un sorriso da ebete, lo sguardo fisso in un punto indefinito di fronte a lui e gli occhi luminosi e allargati sul suo volto come due palle da biliardo.
- Kiro…- Strify si avvicinò al bassista, improvvisamente preoccupato. Certo, che Kiro non fosse normale era risaputo, che avesse qualche rotelle fuori posto era un fatto incontestabile, ma se poi quell’essere eccessivamente energico cominciava pure a drogarsi…  
- Kiro? Stai be…? -
Prima che Strify potesse anche solo terminare la frase, una figura bianca e indistinta gli saltò addosso, attaccandosi a lui e stritolandolo con braccia e gambe e stampandogli un bacio sulla guancia.
- STRIFY, SEI UN GENIO!!!!!!!!!! - gli urlò Kiro in piena faccia, prima di staccarsi e sparire, lasciando davanti al cantante solamente una nuvoletta e una scia di polvere degne di Speedy Gonzales che si snodava fino alla porta da cui era sparito, mentre i capelli di Strify erano schizzati all’indietro a causa dell’onda d’urto, come se una mucca gli avesse appena leccato la testa.
Il silenzio sbigottito che seguì fu interrotto solamente dal rumore delle bacchette di Shin che cadevano a terra, mentre il ragazzo era rimasto immobile con le braccia ancora a mezz’aria a fissare il punto in cui Kiro era sparito.
- Uau - esclamò Yu - cosa si è fumato Kiro stamattina? -
- Quell’essere è un disastro per la quiete pubblica! - esclamò Luminor lisciandosi i capelli con fare irritato.
- STRIFY!!!!! - urlò Shin - NON TI AVEVO DETTO DI IMPEDIRGLI DI BERE ANCORA LA VODKA?!?!? SONO SICURO CHE SEI TU CHE GLI HAI DATO IL PERMESSO!!!! -
- IO?!?!? - Strify era incredulo - Io non ho fatto niente!! Sono sicuro che non ha bevuto niente, sono stato con lui tutto il tempo!! -
- Non è vero, sicuramente ti sei lasciato convincere dalla sua faccia da cane bastonato!! -
- Ma se ti dico che io non ho fatto niente!!! - Strify cominciava a spazientirsi, mentre tentava di riportare i capelli alla loro posizione normale.
- Vabbè ragazzi, direi di prenderci una pausa, tanto senza bassista non possiamo suonare! -
Visto che la proposta avanzata da Yu non faceva una piega e che loro stavano suonando ininterrottamente da due ore, decisero di prendersi una pausa, e si diressero al bar.

“Bah, chissà cosa gli passa per la testa!!!”
Dieci minuti dopo, Strify si trovava con gli altri quattro la bar a bere una coca cola, chiedendosi cosa avesse spinto Kiro a comportarsi in quel modo.
- Ma quando torna? - esclamò - dobbiamo finire le prove, non possiamo mica…-
- STRIFYYYYY!!!!!!!!!!!!!!!! -
Kiro spuntò all’improvviso alle sue spalle, urlandogli il suo nome nelle orecchie e facendolo urlare di nuovo.
- AAAAAHHHHH!!!!!!!! -
Ovviamente, la lattina di coca cola gli cadde di mano, rovesciandosi sui suoi pantaloni BIANCHI e sulla sua maglia preferita, ovviamente BIANCA anche quella.
- Ma vaffanculo, Kiro!!! Guarda che cazzo hai combinato!!!! -
Insensibile alle varie maledizioni che gli venivano scagliate contro dal cantante, Kiro prese ad abbracciarlo sventolando qualcosa tra le mani.
- Kiro!! -
Shin si gettò addosso all’amico, staccandolo da Strify - Ma che cazzo ti è venuto in mente? Dove sei stato?!?! -
Lui sorrise radioso:- A farvi una sorpresa!!!! -
Le parole di rimprovero morirono in bocca a Shin, mentre anche tutti gli altri sgranavano gli occhi.
- Cosa?!?! -
- Esatto!!! Era da un po’ che volevo farvi un regalo, poi Strify oggi pomeriggio mi ha dato l’idea giusta con quella maglia ridicola!! -
- Ehi!! La maglia che tu definisci “ridicola” è la mia preferita, e tu l’hai appena sporcata!! - esclamò Strify, piccato.
Yu sporse la testa per vedere la maglietta. Era una semplice maglietta bianca con sopra un qualcosa di marrone.
- Cos’è quell’affare marrone? Vomito? -
Strify lo fulminò con lo sguardo:- È un canguro, ignorante!! -
Shin sgranò gli occhi:- Aspetta, non ci avrai mica regalato un canguro?!?!?! - conoscendo Kiro, non sarebbe stata una cosa così strana…
- Ma no! Per chi mi hai preso? Mica potevamo portarcelo in tour, si sarebbe stancato, poveretto!! -
Luminor inarcò un sopracciglio, fissando Kiro:- Tu hai dei gravi problemi psichici, essere -
- Io non sono un essere!!! - Kiro era offeso.
Strify si mise tra i due:- Insomma, facciamola finita! Cosa ci hai comprato, Kiro? -
Lui sorrise di nuovo, porgendogli quattro fogli di carta:- Questi!!! -
Shin fu più veloce di lui ad afferrarli.
- Cosa? - era incredulo.
Strify ne approfittò per fregarglieli di mano. Quando vide di cosa si trattavano non si trattenne:- BIGLIETTI AEREI PER L’AUSTRALIA?!?!?!? -
Kiro annuì, tutto contento:- Esatto!! Avevamo sempre detto che avremmo voluto fare una vacanza tutti insieme, e ho pensato che un viaggio in Australia solo noi quattro era l’ideale!! -
Gli altri lo fissarono sbigottiti.
- Grande idea, piattola!! -
Shin e Luminor fissarono Yu, che aveva appena pronunciato quella frase.
- Beh, che c’è? Una volta tanto che gli viene una buona idea e che usa la testa in modo intelligente! -
- Peccato che in questo momento sia TU a non usarla! Non che tu ti sforzi mai di farlo, anzi ancora mi chiedo se sotto tutti quei capelli ci sia qualcosa di funzionante…- esclamò Luminor passandosi drammaticamente una mano sugli occhi.
Shin prese parola:- Kiro… ti sei organizzato almeno? -
Lui reclinò la testa da un lato:- In che senso? -
- Nel senso, hai prenotato un albergo? Hai avvertito il manager? Hai fatto un itinerario? -
Il bassista sgranò gli occhi, poi li abbassò per terra - Veramente no…-
Shin alzò gli occhi al cielo:- Ecco, come pensavo! Fai sempre un casino, qualunque cosa tu faccia! Come pensavi che ci saremmo mossi una volta arrivati? -
- Con la macchina! -
- E la macchina come pensavi che l’avremmo portata? -
- Con l’aereo! -
Il povero Shin era sconvolto:- Perché, secondo te una macchina in aereo ci entra?!?! No, basta, ora tu riporti indietro questi biglietti e ti fai ridare i soldi! -
- Strifyyyy!!!!!!!!!! - Kiro si appellò piagnucolando al cantante della band, in cerca di supporto - ti prego! Ci tenevo tanto a farvi una sorpresa!!!! -
Il batterista sbuffò:- Avanti Strify, diglielo tu che non si può fare! -
Strify non rispose. Fissava Kiro.
“Oh no” pensò Shin disperato.
Kiro stava fissando il cantante. Con gli occhi spalancati. Le mani giunte in una preghiera. Con quell’adorabile espressione da cane bastonato che faceva sempre capitolare chiunque lo vedesse.
- Ti preeegooo!!!!!! -
Strify fissò Kiro, mordendosi un labbro.
“Avanti Strify” si disse “mostrati severo e risoluto per una volta! Non puoi mica cedere ogni volta che questo adorabile… cioè, questo rompiscatole ti fissa così!!”
Kiro, intuendo i pensieri di Strify, sporse in fuori un labbrino, facendolo tremare, mentre gli occhi cominciavano a luccicare e a riempirsi di lacrime, mentre li sgranava sempre di più.
- Per favore… - mugolò, tirando su con il naso.
Luminor scosse la testa.
Yu si sfregò le mani tutto contento.
Shin sbatté la testa contro il tavolo.
Alla fine, come previsto da tutti i membri dei Cinema Bizarre, Strify capitolò:- Quando si parte? -



Ciaaoooooo!!!!!!!! Ecco qui la mia nuova FF!!! Era da un po' che mi girava in testa, e devo ringraziare Marika per questo, è lei che mi ha dato l'ispirazione!! ^_^
Sei vi è piaciuto fatemelo sapere, mi raccomando!
Kisses

Midnight Tears


 
 
  
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