Titolo:
Monster
Fandom:
The 100
Avvertimento:
Spoiler (seguo la programmazione americana)
Rating:
Giallo
Personaggi:
Lincoln, Finn, Bellamy, Marcus Kane, Charlotte, Dante Wallace, Murphy
Trama:
[Spoilers seconda stagione] Assassini. Mostri. Pericolosi. Si
definiscono in tal modo i personaggi trattati in questa analisi delle
loro psicologie, delle loro azioni e reazioni. Siamo i peggiori e
più
crudeli giudici di noi stessi: applichiamo a noi stessi una razione
di biasimo che non applichiamo agli altri.
Dalla
prima one shot: “Sono
molte cose –
un assassino, un mostro, un pericolo –, ma non sono umano.
Non
più.”
Monster
«Abbiamo
tutti un mostro dentro di noi, Clarke, e siamo responsabili di quello
che fa quando lo lasciamo uscire.»
#1. Lincoln [2x06]
«And
if I seem dangerous,
Would
you be scared?»
Sento
il dolore, acuto, insopportabile, come una lama affilata che mi
trapassa la testa, lacerandomi il cervello. Lo sento insinuarsi
lentamente nei miei più reconditi pensieri e
contemporaneamente nel
fondo delle mie viscere. Un calore parte dallo stomaco su, fino alla
gola. No, non un calore: un fuoco. Ardo, brucio e assieme a me sento
bruciare gli ultimi residui della mia umanità. Vedo il
sangue
scorrere dentro e fuori di me e coprirmi gli occhi, riempirmi la
bocca. D'un tratto, il silenzio.
Non
c'è più nulla attorno a me, sono solo, sospeso
nel nulla.
Sono?
Non sento nulla, non sento più il mio corpo, né
l'aria circostante,
né il lettino su cui ero legato; riesco a sentire solo il
filo
indistinto dei miei pensieri che mi scivola lentamente delle dita.
Quando
mi risveglio, è ormai troppo tardi. È sempre
troppo tardi.
Il sangue mi scorre tra le dita, tra i denti, è sui miei
vestiti,
incrostato sulla mia pelle. Lo sento dentro, nella
mia pelle,
il loro sangue. Vomito, vomito cercando di mandar fuori le loro
carni, le loro ossa; vomito cercando di strappare quel sangue dalle
mie viscere, dove non deve essere; vomito cercando di espellere
l'anima, ma non sono più sicuro di averne una. Sono
cosciente. Ma
sono? Sono un involucro incapace di reagire, un
corpo morto
che continua a muoversi, uno stupido burattino che combatte contro se
stesso. Urlo, sperando che qualcuno possa sentirmi. Vomito, per
eliminare da me ogni traccia di questo orrore. Piango,
perché non
posso morire.
Ma
la mia bocca non urla, il mio stomaco non si contrae, i miei occhi
non lacrimano.
Sono?
Sì, sono. Un mostro. Un pericolo. Sono.
Tutto
ciò che ero, non lo sono più. Dopo quello che ho
fatto – che mi
hanno spinto a fare – non posso
più esserlo. L'umanità si
è sbriciolata in me, ad ogni iniezione, ad ogni assassinio,
ad ogni
macabro pasto. Sono molte cose – un assassino, un mostro, un
pericolo –, ma non sono umano. Non più.
Piombo
nella realtà con una brutalità che non si era mai
presentata prima.
Sono in piedi, nel buio, ma vedo una luce in lontananza. Se avessi
possibilità di manovrare i miei movimenti controllerei.
Poi,
all'improvviso, la sento. E quella voce, per me, è come un
colpo
allo stomaco. Quanto ho aspettato per rivederla, quanto mi sono
aggrappato al ricordo di lei quando ancora ero io?
Vorrei
slanciarmi verso di lei, andarle incontro, abbracciarla, portarla
via. Poi, ricordo. Poi, l'orrore.
Mi
rendo conto del sangue che mi macchia i vestiti e il volto, sento
ancora chiaramente il sapore di carne umana sulla lingua. Vorrei
fuggire, urlarle di andare via, di lasciarmi perdere, di lasciarmi
morire. Ma il mio corpo ha deciso diversamente. Si muove verso di
lei. Sono un assassino, un mostro, un pericolo. Quando mi
vedrà sarà
spaventata? Realizzo: mi ha già visto, o non avrebbe mai
chiamato il
mio nome. Cerco di opporre ogni resistenza possibile, combatto contro
il mio stesso corpo. Non posso, non devo e non voglio avvicinarmi ad
Octavia. Non posso. Vorrei urlare, strapparmi il cuore dal petto e
mettere fine a quest'orrenda esistenza. Mi concentro, come non ho mai
fatto con nulla in vita mia, cercando di farmi spazio nel mio stesso
corpo, di riappropriarmi dell'unica cosa che non dovresti mai
preoccuparti di poter perdere. Quasi ci riesco, per un attimo risento
la gamba sinistra, ma è un guizzo, un momento che passa
veloce
com'era arrivato.
"Mi
dispiace" sussurra, e all'improvviso sento un dolore atroce.
Corrente elettrica in tutto il corpo. Non posso muoverlo, gestirlo,
ma posso sentire dolore. Paradossale.
Crollo
al pavimento. Poi, il buio.
Angolo Autrice:
Questo fandom mi ha letteralmente conquistata e nei documenti ho cominciato a scrivere tantissime fic a riguardo che spero di poter pubblicare presto :) Ieri ho finalmente terminato questa raccolta, che avevo cominciato dopo la visione della 2x06 e che è ispirata alla canzone Monster degli Imagine Dragons (per ascoltarla cliccate qui). La frase di Lincoln nella 2x09 riportata sotto al titolo della raccolta in realtà l'ho sentita dopo averla cominciata, però mi sembra calzare proprio a pennello, quindi mi piaceva l'idea di metterla come apertura. Questa prima shot si ambienta nella 2x06 (quando ci si riferisce ad un episodio in particolare lo riporterò tra parentesi all'inizio, come in questo caso), ovvero quando Lincoln è trasformato in un Mietitore. Ho cercato di dare una mia interpretazione: ci sono alcuni momenti di lucidità in cui lui si accorge di ciò che succede, ma non può fare nulla per fermarsi. Il suo corpo e il suo cervello vanno contro il suo stesso volere. C'è sempre Lincoln da qualche parte, anche dietro il Mostro, ma non è abbastanza forte per riprendere il controllo di se stesso.
Un'ultima nota: la raccolta conta quattro one-shot e tre flashfic. Il prossimo personaggio sarà Finn e aggiornerò ogni sabato :) Baci, spero che questa prima one-shot vi sia piaciuta!
A presto!