Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Lily Liddell    13/01/2015    1 recensioni
Effie's POV | Hayffie
~
Prequel di Petrichor.
{Potranno comunque essere lette separatamente.}
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Tutti gli Hunger Games che Effie ha vissuto da accompagnatrice. Dal 60th al 73rd.
E' sostanzialmente l'evoluzione di Effie e del suo rapporto con Haymitch e con alcuni degli altri vincitori/accompagnatori.
In particolare immagino Finnick, Chaff e Johanna.
Alcuni di questi capitoli sono presenti anche all'interno di altre mie raccolte, quando sarà così, lo farò presente all'inizio o alla fine, in una nota d'autore.
Quando sarà finita, comincerò Rain, gli avvenimenti più importanti dei 74th Hunger Games dal POV di Effie.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Capitolo 1:
Esattamente dieci anni dopo aver preso la mia decisione, dopo aver affrontato la scuola, le selezioni, le graduatorie e la forte opposizione di mia madre, finalmente sono riuscita a diventare un’accompagnatrice.
Sapevo che avrei dovuto cominciare dal basso, ma non immaginavo che il basso fosse così profondo.
La delusione che ho provato nell’incontrare finalmente di persona il Vincitore del mio Distretto, Haymitch Abernathy, è stata immensa.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Portia, Tributi edizioni passate, Vincitori Edizioni Passate
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Atmosphere'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Continuo a chiedermi se pensavo veramente che sarebbe potuta essere più facile questa volta.
Quando sono arrivata al Distretto 12, per la mietitura, Haymitch era già ubriaco.
È stata un’impresa farlo salire sul palco – nemmeno il tempo di farmi finire la cerimonia.
Ho pescato i nomi di due dodicenni quest’anno, anche se sembrano molto più piccoli.
Fra poco arriveremo alla Capitale e i due non la smettono di abbuffarsi, facendomi perdere l’appetito. Quando glielo faccio gentilmente notare, Haymitch risponde al posto loro, senza nemmeno alzare gli occhi dal suo piatto. «Saranno morti in meno di una settimana, lasciali mangiare in pace.»
«Forse – se tu facessi il tuo lavoro – avrebbero una chance!» Ribatto, alzando notevolmente la voce, ma un attimo dopo il vagone ristorante viene riempito dal rumore delle gambe di una sedia che stridono contro il pavimento.
La bambina è scoppiata in lacrime e il bambino invece si è alzato in fretta per allontanarsi.
Lasciando il mio posto a sedere, mi porto alle spalle della sedia di lei – Ivy, è il suo nome – e le do qualche colpetto affettuoso sulla schiena, in un patetico tentativo di calmarla, che serve a ben poco.
«Su, su.» Le sorrido, ma non mi degna nemmeno di uno sguardo. «Non puoi continuare a piangere, agli sponsor non piacciono i tributi deboli!»
Questa volta Haymitch afferra una manciata di lamponi e si alza facendo cadere la sedia dietro di lui. «Pensi sul serio che qualcuno potrebbe interessarsi ad una cosina così gracile? Lacrime o non lacrime? Sei più stupida di quanto sembri, Trinket.» La sua voce è amara, mentre si allontana dal vagone.
Ho tentato di coprire le orecchie alla bambina, ma ovviamente è stato tutto inutile – ha smesso di singhiozzare, ma le lacrime continuano a scendere copiose dai suoi occhi grigi.
Le passo appena una mano sulla massa scura dei capelli, pensando a quanto lavoro dovranno fare i preparatori per sciogliere tutti quei nodi, ma le sorrido comunque. «Non dargli ascolto. Quando avranno finito con te, sono sicura che alla sfilata farai un figurone. A Capitol City ti adoreranno.» Cerco di sembrare il più convincente possibile, mentre lei si asciuga il naso con la manica del maglione.
Con tutti i tovaglioli che ci sono in giro potrebbe anche farne a meno, ma data la situazione mi mordo la lingua e aspetto per vedere se si è calmata.
Il suo respiro torna regolare, fa per alzarsi e credo voglia tornare anche lei in camera – ma prima di allontanarsi ci ripensa, si volta e con un veloce scatto mi viene incontro, allacciandomi le braccia quasi scheletriche attorno alla vita e spingendo il naso contro il mio stomaco.
L’abbraccio dura solo pochi istanti, non mi dà nemmeno il tempo di registrarlo che è già sparita nel corridoio, senza dire una parola.
Rimango ferma qualche momento, confusa e sorpresa da quel gesto.
Mi ritrovo a sperare sul serio che qualcuno possa interessarsi a lei, ma date le circostanza, lo dubito.
Non posso mettermi a fare il lavoro di Haymitch, è compito suo cercare sponsor, sarebbe scorretto da parte mia.
Forse, potrei solo provare a fare una veloce telefonata a mio padre, in via informale…

Riesco ad incontrare Portia solo pochi momenti prima della sfilata, e la trovo seduta su un divanetto – con le mani nei capelli.
Quando mi vede si alza e viene a salutarmi, ma dal suo viso non scompare quell’espressione quasi disperata.
«Che succede?» Le chiedo apprensiva, mentre ci incamminiamo verso gli spalti. Ho perso di vista Haymitch, ma sono sicura che sia già con Chaff ad ubriacarsi da qualche parte.
«C’è stato un cambio di personale all’ultimo minuto.» Comincia lei, andandosi a sedere e sistemandosi la parrucca. Istintivamente faccio lo stesso. «Nestor è passato al Distretto 10, abbiamo un nuovo stilista – si chiama Hektor e credimi vorrei strozzarlo.»
Siamo abbastanza in alto, ma grazie a tutti gli schermi che ci sono, non avremo problemi a vedere la sfilata.
I commentatori hanno cominciato la loro cronaca, ma non li sto ascoltando. «È veramente tanto male?»
Portia sbuffa, allungando gli occhi sulle file circostanti – forse per assicurarsi che nessuno che conosce sia in agguato a sentire cos’ha da dire. «È un ragazzino. Un bastardo egocentrico. Non vuole collaborare e crede che i suoi lavori siano eccezionali, quando dovrebbero essere banditi da Panem.»
Vorrei poter contraddirla, e spezzare una lancia in favore del nuovo membro del team, ma quando i carri cominciano a sfilare, mi rendo conto che chiunque gli abbia dato il lavoro dev’essere sicuramente cieco – o privo di ogni senso della moda.
Ivy e Soil sono ricoperti di carbone dalla testa ai piedi – i volti sono neri, eliminando ogni tratto distintivo che potevano avere, dagli occhi grigi di lei alle lentiggini di lui.
Sulle teste gli hanno anche infilato degli elmetti con tanto di luce frontale. Sono orribili.
«Li vedi quegli scempi?» Portia alluna una mano, mentre i cavalli cominciano a cambiare direzione. «Avranno anche il mio nome sopra…»
«Te lo avevo detto di andartene.» Le ricordo, cercando di concentrarmi sugli altri tributi.
Quest’anno i favoriti del Distretto 1 sono un ragazzo e una ragazza dalla bellezza straordinaria.
«Andarmene? E lasciare che quel pazzo continui a lavorare? Non ci penso proprio. Io resto qui finché non lo mandano via e mi assicuro che nessuno gli dia mai più un pezzo di stoffa in mano.» La risposta di Portia non può che suscitare in me una risata sincera, anche se sono convinta che dietro quel suo sorriso divertito, ci sia un velo di verità.
È testarda, non mollerà finché non avrà ottenuto quello che vuole.

I primi giorni al Centro di Addestramento ho imparato essere i peggiori.
Almeno così era stato l’anno scorso, e non mi sembra che ci sia nulla di diverso.
I miei tributi non fanno nulla per spiccare dalla massa e Haymitch resta chiuso tutto il giorno nella sua stanza a bere – e quando esce è solo per incontrare quei relitti dei suoi amici vincitori.
La sera prima dell’inizio dei Giochi, ho sentito delle grida provenire dalla sua stanza, e mi sono anche alzata per andare a vedere, ma stava dormendo. Il giorno dopo ho preferito evitare l’argomento.
Si siede sul divano nell’Attico, con un bicchiere ricolmo di un liquido ambrato stretto in mano.
I cronisti stanno ricapitolando tutti gli avvenimenti di questa settimana, i punteggi dei tributi e anche le iniziali statistiche.
«Avresti dovuto almeno tentare di aiutarli.» Gli dico, mentre prendo posto anch’io sul divano – ad una considerevole distanza da lui, per evitare di essere investita dalla puzza di alcool.
«Non c’è speranza che vincano.» Risponde, biascicando le parole. «Credimi, è meglio farla finita subito, dolcezza.»
Mi si accappona la pelle al sentire quel nomignolo e gli rifilo un’occhiataccia. «Quante volte devo ripeterti che ho un nome?»
Sulle sue labbra appare un ghigno ma i suoi occhi non lasciano lo schermo di fronte a lui. «Il tuo nome è quasi più ridicolo dei vestiti che porti, Principessa
Calca talmente tanto l’ultima parola che quasi faccio fatica a capire che cosa ha detto. È uno stupido scherzo a cui non voglio stare. Decido di ignorarlo e di concentrarmi sui Giochi.

Distratta com’ero non ho nemmeno fatto caso alle immagini dell’arena. Sembra un bosco o qualcosa di simile – la cornucopia è ai piedi di una montagna.
Appena il conto alla rovescia finisce, ha inizio il bagno di sangue e so perfettamente che le probabilità che i miei tributi ne escano vivi sono veramente minime.
Prima di cominciare a fare questo lavoro, non avevo mai avuto alcun tipo di problema ad assistere all’inizio dei Giochi.
L’anno scorso non è stato molto diverso, ma quest’anno mi rendo conto che sto facendo più fatica del solito.
Per qualche ragione che non riesco a spiegarmi, continua a tornarmi in mente quell’abbraccio veloce ricevuto sul treno.
Soil viene colpito a morte per quarto, Ivy riesce a resistere ad altri tre tributi prima di essere presa dal ragazzo del Distretto 1.
Prendo un profondo respiro dopo essermi resa conto di aver trattenuto il fiato e spengo la televisione – la riaccenderò più tardi, per aggiornarmi e poter rimanere in contatto con i miei colleghi.
«Sei contento, adesso?» Mi volto alla mia sinistra, incrociando le braccia al petto e cercando di sostenere il suo sguardo, ma Haymitch si alza lentamente, senza nemmeno batter ciglio. Evitando i miei occhi.
«Ci vediamo l’anno prossimo.» Bisbiglia talmente piano che quasi non sono sicura abbia parlato, prima di svuotare il bicchiere con un colpo secco e si avvia al carretto dei liquori, barcollando appena.

 
A/N: Salve!
Questo capitolo l’ho scritto nuovo nuovo, spero vi sia piaciuto. Era parecchio che non trattavo di una Effie ed un Haymitch così giovani, spero di non aver fatto un disastro…
Il prossimo anno saranno i giochi di Enobaria – non sono nervosa, di più.
A presto!
 

x Lily
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Lily Liddell