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Autore: isabelle88    17/01/2015    3 recensioni
Frammenti di vita SwanQueen, il più ordinaria possibile. -Per quanto sia possibile essere "ordinari" quando vivi con la Evil Queen e la Salvatrice.-
Partecipa alla Challenge "Slice of Life" di aeron indetta sul forum di EFP.
Non prendo in considerazione quello che accade dopo la 3x22.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prompt: #2, The.
Titolo:  Swan.
Autore:  isabelle88
Fandom:  Once Upon a Time
Personaggi:  Emma Swan, Regina Mills
Genere:  Slice Of Life
Rating:  Verde
Avvertimenti:  nessuno 
Lunghezza: 1484 parole- tre pagine
Eventuali note dell’autore : finalmente sono riuscita ad aggiornare! Scusatemi, ma ho avuto un po' di casini e sono stata impegnatissima, e a questo si è aggiunto il fatto che non avevo uno straccio di idee decenti! Alla fien è uscito questo 'capitolo', che spero vi piaccia, anche se è un po' così e non rispetta minimaente il prompt XD Mi ero promessa che avrei aggiornato ogni giovedì, ma è da più di due settimane che non pubblico! Spero che questa settimana riuscirò ad essere puntuale, o mi sento in colpa XD Sono anche indietro con le recensioni, vado subito a rimediare! <3 Alla prossima :*

Partecipa alla challenge 
Challenge “Slice of Life” indetto da areon sul forum di EFP.

Durante la notte sul Maine si era scatenato uno dei più violenti temporali che quella terra avesse conosciuto.
Il vento ululava tra le case, i tuoni rimbombavano nella penombra della camera di Emma e Regina, e la pioggia sbatteva incessante contro il tetto, minacciando di entrare da qualche tegola rotta.
Emma, dopo l'ennesimo tuono seguito inevitabilmente da un lampo fuori dalla finestra, non resistette più, cercò la mano di Regina tra le coperte e intrecciò le dita della moglie alle sue, stritolandole.
Era terrorizzata, anche se le era difficile ammetterlo. I temporali, una delle sue più grandi paure di quando era piccola. Vedeva come dei flash arrivare dalla finestra, e quando chiedeva cosa fosse nessuno le rispondeva, la cacciavano via in malomodo dicendo che era tardi e doveva dormire, o non si degnavano neanche di risponderle, cercando di gustarsi il sonno piuttosto che rispondere alle domande stupide di una bambina di sei anni.
Impaurita com'era lei non sarebbe mai riuscita a cadere tra le braccia di Morfeo.
Anche se era una paura stupida, se l'era portata dietro, col passare del tempo, e durante ogni singolo temporale lei era spaventata a morte, inchiodata a letto, a cercare inutilmente di addormentarsi. Finiva col passare la notte in bianco, alzarsi e gironzolare per casa come un fantasma. Ma questa volta era diverso. Questa volta c'era Regina a fianco a lei, e questo le infondeva un minimo di sicurezza in più.
-E-Emma? Che c'è? Mi rompi le dita di una mano così!- mormorò Regina, svegliandosi, la voce impastata dal sonno.
-Oh,scusa. - le stringeva talmente forte che le nocche erano sbiancate, e le dita di Regina imploravano di uscire da quella stretta.
-E'... è che ho paura.- sussurrò, così piano che credeva Regina non l'avesse sentita.
-Paura? Di cosa?- naturalmente al suo udito non sfuggeva nulla.
-Del temporale, del vento, dell'acqua... di tutto.-
-Del temporale? Tu? Tu, Emma Swan, la Salvatrice, la donna più coraggiosa che io abbia mai conosciuto, si fa spaventare da un po' d'acqua?-
-Non è un po' d'acqua!- protestò Emma.
-E comunque sì, mi fa paura.- ammise.
-Oh, Emma.- Regina si girò su un fianco, e la guardò negli occhi.
-Vieni qui.- si avvicinò alla bionda, facendo aderire i loro corpi, in modo che le loro gambe formassero un intreccio scomposto, mentre si tenevano per la vita.
A ogni tuono Emma sussultava, stringendo Regina più forte.
-Fallo smettere, per piacere. Fallo smettere.- sussurrò.
-Tesoro, sai che non potrei anche se volessi. E poi non può durare ancora molto, ormai piove da ore.-
Regina amava vedere Emma così, indifesa tra le sue braccia. Le faceva ricordare che lei serviva davvero a qualcuno, che era importante. Emma poi era sempre così indipedente che trovare dei momenti in cui potesse proteggerla era raro, piuttosto accadeva il contrario, era lei a venire protetta.
I loro nasi quasi si sfioravano, e Emma teneva lo sguardo fisso in quello di Regina. Al buio non riusciva a vederla bene, ma aveva osservato il suo volto così tante volte e così attentamente che poteva immaginarlo perfettamente, poteva delineare nella sua mente ogni centimetro della pelle di Regina.
I capelli corvini, che ormai le arrivavano ben sotto e spalle, mossi e soffici. La bocca carnosa, la piccola cicatrice sul labbro superiore, e gli occhi di quel marrone così scuro da sembrare quasi nero, due pozzi senza fondo. Si diceva che in passato vi fossero solo ombre ad agitarsi lì dentro, ombre oscure, ma Emma col passare del tempo aveva notato la scintilla di felicità che era cresciuta sempre più, fino a inghiottire le ombre per sempre. Ora erano solo occhi di una persona felice, occhi della persona che amava.
La pioggia non accennava a smettere, al contrario di quello che aveva detto Regina.
-Non sei brava con le previsioni del tempo.- si era lamentata Emma.
Dopo un po', stanca di rimanere a letto la bionda scese di sotto, tanto per fare qualcosa.
Regina la seguì, nonostante la moglie avesse insistio perchè rimanesse a dormire, dicendo che se la poteva cavare anche da sola.
Emma decise di farsi una camomilla, sperando che l'avrebbe calmata almeno un pochino.
-Regina, cavolo! E' finita la camomilla!-
-Noi non abbiamo mai avuto della camomilla in casa, Emma.-
-Cosa? Sì che ce l'avevamo!-
-Io non l'ho mai comprata, e suppongo tu nemmeno, dato che quando vai a fare la spesa torni solo con cioccolato, cannella e hamburger.-
-Ah. Allora mi farò un the.-
-Basta che non svegli Henry.-
Emma andò in cucina, prese la sua tazza preferita, acquistata quando era andata a Disneyland con Henry, con raffigurati sopra i personaggi di Peter Pan. C'era Peter che volava, Uncino sul vascello e Wendy che teneva la mano di Peter.
Non le piaceva particolarmente Peter Pan, ma aveva adorato quella tazzza fin da subito, per chissà quale motivo. Ci versò dell'acqua, e la infilò nel microonde per scaldarla.
Nel frattempo, aveva aperto ogni singolo sportello per cercare una bustina di the, inutilmente.
-Regina! Dove diavolo tieni il the? E non dirmi che non ce l'abbiamo perchè lo bevi ogni mattina.- urlò a Regina, che nel frattempo si era andata a sdraiare su divano.
-E' nel secondo cassetto in basso a destra. E abbassa la voce!-
Emma aprì il cassetto, e l'odore fruttato la investì. Era stracolmo di bustine di the di ogni tipo, di quasiasi gusto.
-Regina! Tu hai un ossessione per il the!-
-Emma, vuoi abbassare la voce? E comunque non ho un'ossessione. Mi piace, e basta.-
-Sì, come vuoi. Se questa non è un'ossessione...-
Emma si mise a leggere ogni tipo di the presente, per poi sceglierne uno alla vaniglia e qualcos'altro di indefinito. Mise la bustina nella tazza, e andò in salotto con Regina.
-Non è che ne faresti uno anche a me? Ai frutti di bosco. Grazie tesoro.- le chiese Regina, dandole un bacio sulla guancia.
Emma sbuffò, e tornò di là a preparane un altro, poi lo portò a Regina e si accoccolò di fianco a lei, sotto la coperta.
-Piove ancora?- chiese Emma. Nel frattempo, si era dimenticata del temporale.
-Non ne ho idea.-
A Emma quel the ricordava qualcosa, ma non riusciva a ricordare cosa. Annusà più intensamente, sforzando la memoria. Aveva già sentito quell'odore, così particolare... i Swan!
Ecco cosa le ricordava!
Erano anni che non pensava più a loro, alla sua prima famiglia. Era stata data in affidmento a questa giovane coppia a soli dieci mesi, ed era rimasta con loro per qualche anno. James e Rachel Swan. Era sorpresa di riuscire a ricordarsi i loro nomi. Erano per lei l'unica cosa che fino a qualche anno prima aveva mai chiamato 'famiglia'.
La adoravano, le compravano tutto quello che desiderava, e soprattutto le davano amore. Non ricordava molto di quel periodo, era così piccola... eppure sapeva che era stato bellissimo.
Una cosa che ricordava era l'odore del the che ogni mattina e sera beveva Rachel, la sua prima 'mamma', ricordava il vialetto della loro casa in campagna, e quando James le aveva fatto assaggiare per la prima volta la cannella. Erano gentili con lei, erano veri genitori.
Erano rimasti così colpiti da quella bambina la prima volta che l'avevavno vista. Stavano cercando un orfano da adottare, e lei era sembrata perfetta. Quegli occhioni verdi li avevano folgorati, e desideravano dare almeno un cognome alla piccola, almeno qualcosa in cui lei potesse riconoscersi, un nome completo.
Avevano deciso di prenderla in affidamento per un po', e poi avevano iniziato a compilare le pratiche di adozione. Ci erano voluti anni per completare il lungo e complicato procedimento, ma nel frattempo erano riusciti a rendere legalmente il suo nome 'Emma Swan'. Suonava così' bene, ed erano così felici.
Un giorno avevano lasciato Emma alla baby sitter per qualche ora, e non erno più tornati. Emma era stata sballotata in un altro orfanatrofio, mentre chiedeva disperatamente a tutti dov'erano i suoi genitori. Ne aveva bisogno, li voleva lì con lei, subito. Ma nessuno, come sempre, si degnava di darle una spiegazione completa su dove fossero finiti, finchè ne venne a conoscenza da sola. Aveva solo cinque anni, ma era molto più furba di quasi tutte le sue coetanee. Se voleva davvero qualcosa, sarebbe riuscita ad ottenerla.
Erano morti. Erano morti entrambi, sul colpo, in un incidente d'auto.
Emma era distrutta. Non parlò più per mesi, non giocava più, non dormiva più. Non riusciva bene a comprendere cosa gli fosse capiato, ma sapeva che 'morte' era qualcosa dalla quale non si tornava indietro. Le mancavano, i Swan. Le mancavano da morire. Ed era stata felice di mantenere il loro cognome, di quelle persone che, anche se ne aveva solo un vago ricordo, l'avevano fatta sentire amata e protetta. Non aveva mai parlato di loro a nessuno.
Una lacrima le scese silenziosa, creata da quei ricordi che improvvisamente tornavano a galla, tutto a causa di uno stupido the.
Regina si accorse subito di quella piccola lacrima sfuggita alle ciglia di Emma.
-Tesoro? perchè piangi?-
-Eh? Oh, niente. Solo... vecchi ricordi. - rispose, abbozzando un sorriso.
-Sicura?- era preoccupata, Emma era strana quella notte.
-Sicura.-
-Okay.-

Emma posò la testa sulla spalla della mora, affondando il viso nei capelli di Regina. Odoravano di mele, odoravano di casa, odoravano di famiglia. Della sua famiglia.

  
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