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Autore: Sophie_moore    23/01/2015    17 recensioni
-Ragazze, che ne dite se ci facessimo un week end fuori porta?- propose Lucy Heartphilia, sedendosi sul banco della sua amica ed accavallando le gambe. Si smosse i lunghi capelli biondi e fece un sorriso a cui nessuno avrebbe potuto resistere.
Inizia così un'innocente weekend in montagna, ma sarà davvero così facile? Poniamo quattro ragazze e quattro ragazzi che stanno in due case vicine. Poniamo che ci sia un piccolo inconveniente: un bagno solo per entrambe le abitazioni. E poi poniamo i nostri eroi in situazioni imbarazzanti, ed ecco a voi la mia prima Long-Fic!
Spero vi piaccia almeno quanto a me diverte scriverla =) un bacio, Sophie!
Genere: Commedia, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Erza Scarlet, Levy McGarden, Lluvia, Lucy Heartphilia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Vite in comune'
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Questa volta faccio che scrivere lo spazio autrice all'inizio, perché sono troppo emozionata. Secondo i miei calcoli, questo è l'ultimo capitolo, perciò... la tortura finisce qui. Tortura per me e per voi, perché avete avuto così tanta pazienza con me, siete fantastici, dal primo all'ultimo, davvero. Il pubblico migliore che una pessima autrice come me possa anche solo desiderare di avere. Ed io vi adoooooooro, dal profondo del mio cuoricino, vi adoro come se foste figli miei! Siete stati pazienti e dolci ad aspettarmi ed incoraggiarmi sempre, ve ne sono grata. Profondamente.

Queste sono le mie (patetiche) scuse, ma in fondo avrete un ringraziamento appropriato =)

 

Capitolo 17: La fine.

 

Aveva vinto Levy. E Gajil non poteva crederci.

<< Non ci posso credere. >> continuava a ripetere in loup il ragazzo, mentre guardava quella piccoletta che saltava sul divano e ballava. Sì, ballava, sculettava, muoveva le braccia verso l'alto ed ondeggiava, sotto gli sguardi divertiti di tutti gli altri presenti. << Hai barato! >> sbottò ad un certo punto, indignato. Certo, era l'unica soluzione possibile.

<< Io? Ho barato? Ti batto quando vuoi e come vuoi, razza di cretino! Questa è la punizione per giudicare un libro dalla copertina! >> continuò ad esultare la ragazza, vittoriosa.

<< Mi sembra una reazione esagerata per aver vinto una sfida... >> brontolò, imbronciato.

Lei si bloccò, nell'ansia delle ragazze che già sapevano quanto quello fosse spinoso come argomento. << Ah, certo. Eppure dovresti capire di cosa sto parlando! Vengo trattata da bambina solo perché sono piccola, non sono formosa e porto il cerchietto, ma io sono molto di più! E mi sono rotta le palle di venir giudicata dal mio aspetto, perché posso sorprendere chiunque, quindi perdonami se sono felice di aver sorpreso una persona che mi interessa davvero. >> disse come un fiume in piena, senza pensare alla sintassi delle frasi, senza pensare che avrebbe potuto usare parole migliore o altre cose. Il succo era quello, perciò quello era uscito.

<< Io..- >>

<< Sei proprio un cretino, io sono stanca e me ne vado a dormire. >> scese dal divano saltando a piedi uniti e lanciò il controller addosso a Gajil, per poi infilarsi in una stanza a caso e sbattere la porta.

<< Gajil.... >> una voce tombale arrivò da Erza, facendo rabbrividire tutti i ragazzi della stanza.

<< Cos'ho fatto adesso? >>

<< Sai, sembra davvero impossibile che una sola persona riesca a farla incavolare e a farla sciogliere nel giro di un paio di minuti. >> continuò Lucy, scuotendo la testa. Non sapeva se essere felice perché Levy aveva trovato qualcuno che la scuotesse dalla sua routine fatta di scuola e nuoto, oppure se essere incazzata perché aveva trovato proprio lui. Quante probabilità c'erano al mondo che Levy McGarden si innamorasse di quel bestione chiamato Gajil Redfox? Una su un milione? Una su un miliardo?

<< Davvero, non capisco! >> il ragazzo in questione scattò in piedi, divenendo così il perfetto bersaglio degli altri ragazzi.

<< Certo che non capisci, sei un deficiente. >> gli annunciò Gray, mentre Lluvia annuiva consapevole.

<< Gray-sama ha ragione, tato a volte è proprio un tonto. >> la turchina si strinse di più al suo nuovo futuro marito non appena notò lo sguardo omicida del “tato”. << Insomma, a Gajil-kun non piace che venga giudicato dall'apparenza, no? >>

<< No, io sono esattamente così come sembro. >> ribattè, lasciandoli di sasso. Effettivamente Gajil Redfox si presentava come un bruto, maleducato, teppista, incapace di gestire i sentimenti (sempre che ne sapesse provare almeno uno)...

<< Allora è ovvio che non capisci l'animo dolce di Levy. Probabilmente non sei pronto per quella ragazza. >> lo avvisò Gerard, guardandolo torvo. In realtà, più che rimproverare il suo amico, cercava di salvargli la vita da una Erza Scarlett particolarmente inviperita ed indemoniata.

<< Se fai del male alla mia Levy, io ti faccio ingoiare tutti quei maledetti piercings che hai addosso e ti scuoto finché non ti bucano gli organi interni e- >>

<< Oddio mi viene da vomitare. >> borbottò Lucy, coprendosi la bocca dopo aver ascoltato la minaccia cruenta della sua amica dai capelli rossi. Era stranamente fantasiosa quando si trattava di inventare qualche nuovo metodo di tortura.

<< Il punto è, Gajil, che non devi trattare Levy come una bambina, visto che abbiamo appurato che non lo è. >> procedette Gerard nel suo discorso, ignorando lo stomachevole intermezzo.

<< Io non ho capito però, Levy sembra una bambina! >> proruppe allora Natsu, visibilmente confuso.

Lucy si spiaccicò la mano sulla faccia, disperata. << Facciamo che andare a dormire? Non ho voglia di spiegarti la situazione... >> mormorò. Si era arresa al fatto che avrebbero dormito insieme, tanto l'avevano già fatto. E poi lui le sembrava talmente puro che non avrebbe mai fatto niente di male. Sarebbe stato come dormire con un grande pupazzo. Forse. Più o meno. Oh beh, male che fosse andata l'avrebbe cacciato dal letto e sarebbe rimasta dormire da sola. Cercò di ignorare spudoratamente il prepotente rossore che le infiammava le guance e si alzò dal divano, lanciando un'occhiataccia ad Erza che aveva acconsentito a quella follia. Doveva crederlo davvero stupido per permettere ad un ragazzo di dormire con lei.

<< Okay! >> il ragazzo dai capelli rosa scrollò le spalle e la seguì, quasi fosse un cane. << Però Lucy, me lo spieghi? >> le domandò, picchiettandole la spalla mentre si dirigevano in una delle tre camere rimanenti.

<< Gray-sama, andiamo anche noi? >> Lluvia si sporse in modo seducente verso Gray, che arrossì leggermente.

<< Mhm... >> bofonchiò lui, in preda a pensieri non troppo casti che comprendevano lui, un letto, e l'enorme e sicuramente morbido seno della ragazza.

<< Lluvia tu non dormi con lui. >> Erza si mise in piedi, appoggiandosi le mani sui fianchi generosi.

<< Perchè Erza-san??? Tanto Gray-sama sposerà Lluvia... >> si lagnò la ragazza, praticamente strisciando addosso al moro che sgranò gli occhi. Non ce la faceva proprio, per quanto quella ragazza fosse fuori come un balcone, era troppo bella, non riusciva a non pensare che avrebbe voluto conoscerla meglio.

<< Chi sposerà chi, eh? Cosa? >> balbettò lui, rendendosi conto che il suo futuro era già deciso. Ignorò il panico che lo pervase, per concentrarsi sull'enorme assurdità che aveva detto Lluvia. << Perchè dovremmo sposarci, scusa?? >> disse, con la voce che stridette leggermente.

<> lei si imbronciò, guardandolo con gli occhi assottigliati.

<< Che è ben diverso dal dire che ci sposeremo, abbi pazienza! >>

<< Allora è vero!!! >> Lluvia gongolò ed arrossì, avendo percepito solo una piccola parte del discorso. Ovviamente solo quella che interessava a lei, e cioè aveva tradotto la frase in “Lluvia, sono innamorato follemente di te”.

<< Ma mi ascolti quando parlo? >>

<< Non ti sta ascoltando. È partita per i suoi sogni. >> gli disse Gajil, che continuava a camminare davanti al divano come un povero animale in gabbia. E con Panther Lily appollaiato sulla spalla stile pappagallo.

<< Appunto, il che è positivo. Adesso, Gray, mi darai ragione, non fiaterai. Chiaro? >> ordinò Erza. Aspettò il consenso del ragazzo (un movimento di testa terrorizzato), per poi schioccare le dita di fronte alla ragazza e risvegliarla. << Non puoi dormire con Gray, perché lui non dorme insieme ad una ragazza che non sia la sua fidanzata, e non si fidanza prima di un mese di conoscenza, per cui, dovrai dormire con me o con Levy. >>

<< Gray-sama... Erza-san dice la verità? >> lui annuì e basta. Non aveva fiatato e aveva dato ragione ad Erza, facendo anche ridere il nerboruto col gatto. La rossa faceva indiscutibilmente paura. << Mhm... >> Lluvia si avvicinò al viso del ragazzo per notare se stesse mentendo o meno. Ma no, ma no, il suo amato Gray-sama non avrebbe mai potuto mentirle. << Va bene. Lluvia va a dormire con Levy-chan, allora. >> stampò un leggero bacio sulla guancia di Gray ed uno su quella di Erza, per poi trotterellare verso la stanza in cui era scomparsa una Levy infuriata. Tenne la porta socchiusa per qualche secondo: Panther Lily era sceso dalla spalla del suo pirata, lasciandogli dei graffi lungo tutte le braccia, e zampettava dietro la turchina, per poi infilarsi nella fessura e saltare sul lettone matrimoniale.

<< Bene, vado anche io.. >> Erza si coprì uno sbadiglio con la mano e si passò l'altra tra i capelli, sciogliendo la folta coda.

<< E noi dove dormiamo, scusa? >> brontolò Gajil, sbattendo le palpebre confuso.

<< Questo è un divano letto, no? >> fece un sorriso angelico, uno di quelli che preannunciavano una tempesta se solo si fosse sbagliata la parola successiva.

Il ragazzo lanciò una breve occhiata a Gerard, che guardava Erza sornione, e ringhiò, mordendosi la lingua per non risponderle. Sarebbe sicuramente morto, e aveva troppe cose da scoprire per morire adesso.

<< Bene, ci vediamo domani mattina. >> la rossa fece “ciao ciao” con la mano e si infilò nell'ultima stanza rimanente.

<< Quindi dormiamo qui. >> riassunse brevemente Gray, scrollando le spalle. In realtà avrebbe dormito tranquillamente anche per terra, data la notte passata insonne. Si guardò leggermente intorno, spinse una poltrona di fronte all'altra e si sdraiò su quel letto improvvisato, troppo stanco per poter sostenere anche il più semplice dei discorsi.

Gajil e Gerard si guardarono, rotearono gli occhi al cielo e smontarono il divano, per tirare fuori il materasso e mettersi comodi. Comodi... << Cazzo quanto è scomodo. >> si lamentò il moro, digrignando i denti. Aveva una molla che gli puntava proprio sul fianco, mentre Gerard si costringeva a rimanere immobile.

<< Posso chiederti una cosa? >>

<< No. >>

<< Secondo te come dovrei comportarmi adesso? >> il blu incrociò le braccia sul petto e si mise a fissare il soffitto.

Gajil ringhiò, mettendosi da un lato. Decise di rimanere in silenzio, nella speranza che l'amico perdesse quella improvvisa loquacità.

<< Con Erza, intendo. >> no, evidentemente voleva proprio parlare con lui.

<< Non so se l'hai notato, non sono il tipo che parla di queste cose. >>

<< Tu non sei proprio il tipo che parla, in generale. >>

<< Appunto. >>

Gerard scosse la testa: perché nessuno dei suoi amici aveva un minimo di cervello per tenere in piedi un discorso sensato? A volte pensava che non fossero davvero amici, che facessero semplicemente finta per qualche motivo a lui oscuro. Eppure poi facevano qualcosa di strano, imbarazzante il più delle volte, che gli chiariva le idee. In qualche modo lo consigliavano. Ed era esattamente quello che stava facendo Gajil in quel momento. << Grazie. >> gli disse, dandogli una pacca sulla spalla.

Gajil, dal canto suo, non capiva la smania del dialogo. Per tutti, non solo per il suo compagno di letto – al suo pensiero gli venne quasi un conato di vomito -, anche per Levy e.. in genere alle ragazze, ora che ci faceva caso. Lui invece non lo concepiva, dicevano di riflettere prima di agire, ma quando si costringeva a farlo, succedevano solo guai. E allora gli dicevano di non cacciarsi nei guai. Pensava seriamente che avrebbero dovuto mettersi d'accordo, prima di dirgli determinate cose. Lui non era il tipo da ascoltare suggerimenti (o qualsiasi altra cosa), piuttosto da agire e basta. Alla luce di quei pensieri, dunque, gli sorse una domanda. Stava facendo le cose nel modo giusto? Forse avrebbe dovuto chiedere al gamberetto cosa ne pensava. Lei sì che pensava, e parecchio, non sembrava le piacesse fare altro.

 

<< Levy-chan, sei ancora arrabbiata con tato? >> mormorò Lluvia, sbadigliando sonoramente.

<< Smettila di chiamarlo così, lo fai sembrare una brava persona. >> Levy balzò in piedi ed iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza, come se fosse una bestia chiusa in gabbia.

<< Ma è una brava persona. >> la più minuta la guardò inviperita, facendola sobbalzare leggermente.

<< No, non lo è, è un bruto sociopatico, nessun tipo di empatia. >>

<< Lluvia lo trova molto buono. Non è gentile, sì, però è buono... Lluvia sa che ti vuole bene e non ti vuole far soffrire, ma non sa come fare... >>

<< Non me ne importa un tubo! Io non posso stare così per un uomo, non posso. Non è giusto nei miei confronti, non pensi? >> si voltò verso di lei e sgranò gli occhi nocciola. Non le scendeva la rabbia, non riusciva a prendere sonno e parlare con Lluvia la faceva sentire meglio, in un certo senso.

<< Lluvia pensa che sareste una bella coppia. >> sorrise sorniona. Già si immaginava accerchiata dai bambini dei suoi migliori amici, un numero imprecisato di bambini, e fare loro da baby-sitter, insegnare loro come seguire la persona amata e come conquistarla, come non farsi rifiutare e non perdere la speranza. E poi li avrebbe portati al cinema, a guardare dei film d'amore, a prendere il gelato, in piscina – oh, avrebbero adorato la piscina con la zia Lluvia, con gli scivoli e tutto il resto - e li avrebbe amati come fossero stati suoi e... uno schiocco di dita la riportò al piano terra, trascinandola giù dal suo fantasioso mondo.

<< Non hai sentito una parola di quello che ho detto, vero? >> Levy scosse la testa e si lasciò cadere sul letto, sbuffando sonoramente.

<< Stavi parlando, Levy-chan? >> l'altra inclinò la testa, mentre l'immagine con i suoi nipotini svaniva dietro le sue palpebre.

<< Non importa... credi davvero saremmo una bella coppia? >> la turchina sorrise, voltandosi piano verso la sua amica.

<< Lluvia crede che già lo siate. >>

<< Litigando così? >>

Lluvia annuì sorridente.

 

<< Lucy... >>

La bionda sbadigliò e si appoggiò sui gomiti, alzando leggermente la schiena e spostando lo sguardo su Natsu che l'aveva chiamata. << Che c'é? >>

<< Mi sto annoiando... >> si lagnò, gattonando di fianco a lei. << Non riesco a dormire. >>

<< C'è qualcosa che ti preoccupa? >>

<< Non lo so... >>

<< Non lo sai? >>

<< Non penso, di solito. >> brontolò, per poi sbuffare.

<< Cosa dovrei fare? >> Lucy aveva ormai capito che non avrebbe chiuso occhio neanche lei finché lui non si sarebbe addormentato.

<< Raccontami una storia! >> gli occhi del ragazzo dai capelli rosa si illuminarono, mettendosi a gambe incrociate.

Lei inarcò un sopracciglio, confusa. << Una storia. >> Natsu annuì. << Adesso? >> annuì di nuovo, sorridendo come un bambino contento. Lucy ci pensò su per un attimo, indecisa se assecondarlo o meno, visto che era stanca e voleva solo andare a dormire. Però il viso di Natsu così scintillante di curiosità la fece propendere verso l'idea di raccontargli una storia, per quanto assurdo potesse sembrare. << Va bene. >> sorrise intenerita e si mise seduta, appoggiandosi alla testiera del letto. << C'era una volta una principessa solitaria, rinchiusa in una altissima torre ->>

<< Da chi? >>

<< Da.... da un grande drago che sputava fuoco ed inceneriva chiunque osasse avvicinarsi alla torre. >> lo guardò per notare se avesse dato una risposta esauriente. E l'aveva data, evidentemente, perché Natsu la incitò ad andare avanti con un cenno del capo. << La principessa aveva dei luuuuunghi capelli biondi, era una brava ragazza e avrebbe tanto voluto avere degli amici... così, un giorno decise di fare una cosa che avrebbe cambiato la sua vita per sempre. >> prese un profondo respiro. << Andò a parlare con il Drago. Quell'animale che le aveva sempre fatto così tanta paura, quello che l'aveva tenuta rinchiusa per così tanto tempo, adesso non la spaventava più. Parlarono, parlarono per ore e ore, e anche il Drago si rese conto che non aveva senso tenerla rinchiusa contro la sua volontà, perché - >> si voltò verso destra, sentendo chiaramente il peso di una testa sulla sua spalla. Vide Natsu che dormiva beato, sonnecchiando docilmente come un bambino. Fece una smorfia, arrossendo leggermente, e lo mise sdraiato, per farlo dormire comodo. << Buonanotte, Natsu. >> sussurrò, sfiorandogli la fronte con un bacio.

<< 'Notte, Lucy. >>

 

Il mattino dopo, Erza si svegliò col cellulare che squillava insistentemente. Sonnecchiando, fece partire la chiamata. “Pronto?” biascicò, la bocca impastata dal sonno.

Erza!!!

“Zia...”

Potete tornare a casa! Finalmente la neve si è sciolta!”trillò la donna dall'altro capo del telefono.

“Mhm... “ la ragazza sbadigliò e si massaggiò il viso, cercando di svegliarsi per bene ed assimilare la notizia.

Quindi? Quando tornate?

“C'è la neve...” mugugnò, sprofondando il viso nel cuscino e sbadigliando ancora. Cercò di soffocare il rumore dell'aria che rimbombava nella sua bocca, non pensava sarebbe stato educato farsi sentire così da sua zia.

Tesoro, sei appena sveglia?

“Sì...”

Ahhhhh okay.” ridacchiò la donna: sua nipote non era sempre al cento per cento delle sue potenzialità. “Ti mando un messaggio allora, a più tardi.” le mandò un bacio e concluse la chiamata.

Erza guardò lo schermo del telefono, confusa, poi si arrotolò ancora nelle coperte, masticandosi la lingua assonnata.

In una mezz'ora era lucida – e si sentiva terribilmente in colpa per non aver ascoltato sua zia, probabilmente a casa le avrebbe comprato un mazzo di rose per farsi perdonare – e sveglia, perciò decise di svegliare tutti quanti e dare la buona notizia: quel messaggio dava il via libera al loro tanto agognato ritorno a casa. Erano tutti felici ed iniziarono a mettere le cose nelle borse e nelle valigie. Non ci furono neanche litigi su chi avrebbe dovuto tenere il gatto, che se ne stava appollaiato sulla spalla di Gajil come se fosse un pappagallo. Ma ovviamente sarebbe andato con Levy, che lo pretendeva con le mani verso di lui.

Ed arrivarono al momento dei saluti: Gerard ed Erza si guardarono a lungo senza dire una parola, si abbracciarono in un modo talmente impacciato che sembrava non avessero mai abbracciato nessuno in vita loro; Natsu e Lucy si salutarono con delle pacche sulle spalle ed un paio di baci alle guance, con la promessa di diventare grandi amici non appena tornati a casa; Gray e Lluvia.. beh, Lluvia stava ancora appesa alle spalle del ragazzo, che non sapeva più come fare per metterla a terra, perciò girava su se stesso, conscio che sarebbe potuto cadere da un momento all'altro; Gajil e Levy invece battibeccavano come loro solito, dicendosi piccole cattiverie che, invece di farli arrabbiare sul serio, li faceva ridere.

<< Lluvia.. dobbiamo andare. >> la chiamò Lucy, picchiettandole il fianco.

<< Lluvia andrà con Gray-sama, sono anime gemelle. >> le disse l'azzurra, stringendosi di più al corpo di Gray.

<< Ma ci vedremo quando saremo a casa! >> Gray aveva perso il conto delle volte che aveva ripetuto quella frase, ma niente, niente di niente, quella ragazza era più testarda di un mulo.

<< LLUVIA! SCENDI DA LÌ!! > strillò allora Erza, andando a prendere l'amica per i fianchi. La tirò indietro con una forza spaventosa, che avrebbe staccato anche la crosta terrestre dallo strato sottostante se la ragazza avesse voluto, ma non riuscì a smuovere Lluvia. << Staccati! >>

<< L'AMORE CHE LLUVIA PROVA PER GRAY-SAMA È PIÙ FORTE DI ERZA-SAN! >>

Gray si appese allo specchietto della macchina, per non cadere a terra e avere sempre la stalker attaccata alle spalle. << Qualcuno mi aiuti... >> sussurrò, guardando implorante Gerard e Gajil, visto che Natsu era a terra che si spanciava dalle risate.

Quei due si diedero uno sguardo d'intesa, si salutarono con una stretta di mano e si diressero verso i loro mezzi di trasporto, ignorando gli altri due.

Levy, già in macchina da un po' a leggere, notò lo sguardo della povera vittima e decise che avrebbe potuto fare una ultima buona azione. Sospirò pesantemente, chiuse il libro e scese dalla macchina con una lentezza estrema. Si diresse verso i litiganti, picchiettò sulla spalla di Erza e le fece un cenno per dirle che avrebbe fatto lei, poi pizzicò il fianco di Lluvia per attirare la sua attenzione. << Levy-chan, Lluvia non lascerà andare Gray-sama. >>

<< Beh, lo sai che nella nostra società è l'uomo che dovrebbe dimostrare il suo amore nei confronti della donna? Penso che Gray stia pensando come dimostrarti il suo amore, lo farà quando torneremo in città. Non è vero Gray? >>

<< Che? Ah, sì! Certo! Assolutamente! >>

<< Ottimo. Adesso puoi scendere, così torniamo a casa e io non vedrò più il brutto muso di Gajil. >> sorrise, mentre accompagnava giù la sua amica, stordita da quelle informazioni e dalle parole “amore” e “Gray-sama” nella stessa frase.

<< Come hai... >> Gray la guardò con gli occhi spalancati, mentre indirizzava Lluvia verso la macchina.

<< Non c'è di che, tranquillo. >> Levy gli strinse la mano e tornò di nuovo alla macchina, come se nulla fosse successo.

<< Ci vedremo nel fine settimana... tanto Erza ha il numero di Gerard. >> Lucy fece un sorriso luminoso e seguì l'amica dai capelli blu in macchina.

<< Gray... >> Erza prese Natsu di peso e lo lanciò quasi verso l'automobile del blu, in modo da poter rimanere da sola con il ragazzo. << Hai deciso cosa fare con Lluvia? >> gli chiese, cercando di risultare il più naturale possibile.

<< No. >> sospirò, passandosi le mani tra i capelli. << Se fossi chiaro con lei, forse non dovrei farvi trovare metodi sempre nuovi per... sai.. staccarla... >>

<< In realtà, sono sicura che Lluvia sarebbe così anche se fossi chiaro. >> gli sorrise rassicurante. << Lei funziona così. >> scrollò piano le spalle e si infilò le mani nelle tasche, come se stesse per dire qualcosa ma si trattenesse.

Anche un ragazzo con il senso dell'osservazione di una patata lessa come Gray riuscì a capirlo. << Stai bene? >>

<< Sono solo... contenta. Contenta di avervi conosciuti. E so che sei una brava persona, Lluvia starà bene, in ogni caso. >>

<< Già, è stato interessante. >> lui annuì e la salutò, con una poderosa stretta di mano, per poi andare in macchina. Erza, invece, si avvicinò al bagno che aveva dato inizio a quello strano susseguirsi di avventure. Forse, se non fosse stato per quello, non avrebbe conosciuto quei ragazzi un po' matti, ragazzi che sembravano perfetti per farle stare bene. Si erano incontrati casualmente, avevano fatto amicizia subito senza pensarci due volte, e quello era un fatto indiscutibile, innegabile.

Erza Scarlett non era una di quelle persone che credevano nel destino a priori, senza prove o conferme, preferiva non credere a niente perché era stata ferita troppe volte nel corso della sua esistenza. Eppure, guardando la porta rotta del bagno, si rese conto che probabilmente qualcuno, da qualche parte, doveva volerle molto bene.

<< Erza? Andiamo? >> Lucy si sporse dal finestrino e chiamò l'amica con la mano, felice e triste allo stesso tempo.

La rossa annuì, mentre un piccolo soffio di vento le smuoveva i capelli. Si diresse alla macchina, si sedette al posto di guida, guardò le amiche una ad una negli occhi, notando che i pensieri che aveva avuto davanti al bagno erano pienamente condivisi da tutte loro. << Torniamo a casa. >> disse, girando la chiave e pigiando sull'acceleratore, riempiendo l'aria di montagna con un rombo che le avrebbe accompagnate fino a Magnolia.

 

Fine.

 

Siamo arrivati alla fine. La storia è conclusa, il tormento è finito. Grazie, Grazie di cuore a chiunque abbia recensito questo mio parto, chiunque l'abbia messa nelle ricordate, nelle seguite, preferite, anche solo chi l'abbia letta in silenzio, chi abbia letto solo un capitolo... grazie. Grazie, grazie, grazie di cuore. Davvero.

La mia avventura ha ricevuto 170 recensioni. 72 persone meravigliose l'hanno messa tra le storie preferite. 13 l'hanno messa tra le storie ricordate. 105 l'hanno messa tra le seguite. Cosa succede se sommiamo questi numeri? UN'ESPLOSIONE DI AFFETTO, da me per voi! Tutto quello che posso dirvi è grazie, non ho altre parole per descrivere quanto vi adori e vi ami.

Detto questo.. me ne vado. Grazie.

 

 

O forse no...

<< Davvero? Stiamo rischiando una sospensione per una cosa così stupida? >> gracchiò Gerard, mentre Natsu gli si arrampicava sulla schiena per superare la rete che separava l'istituto delle ragazze dal resto del mondo.

<< Una promessa è una promessa. >> gli ricordò Gray, dall'altra parte della rete.

<< Ma è Natsu, andiamo! >>

<< Sei un rompi coglioni, ti lamenti sempre che non ci comportiamo da adulti, e adesso che uno lo sta facendo... ti lamenti? >> brontolò Gajil, ancora seduto sul sellino della moto.

<< Ragazzi! >> Natsu li chiamò, scendendo con un tonfo nell'erba verde del liceo. Gli altri due rotearono gli occhi al cielo, si arrampicarono e, tutti e quattro, attraversarono il cortile, per andare nel pieno centro ed iniziare a chiamare a gran voce i nomi delle ragazze.

 

Lucy sbadigliò ed aprì piano gli occhi, sentendo qualcuno che strillava qualcosa simile al suo nome. Eppure il professore usava i cognomi, non i nomi di battesimo.

<< Stai bene? >> sussurrò Levy, toccandole piano il braccio.

La bionda annuì e si tirò su, non riuscendo ad impedirsi di sbadigliare una seconda volta. Con la coda dell'occhio, però, notò qualcosa che si muoveva nel cortile, qualcosa che attirò la sua attenzione. Si sporse leggermente, per non dare nell'occhio, e per poco non le venne un colpo. << NATSU! >> esclamò, spalancando la finestra e sentendo distintamente il suono delle loro voci. << Lluvia, Levy, ci sono i ragazzi! >> le chiamò, mentre la classe intera accorreva alle finestre.

<< RAGAZZE!!! >>

<< MA CHE CI FATE QUI??? SE ERZA VI SCOPRE, VI->> provò Lucy, ma il sorriso innocente di Natsu la fece bloccare.

<< TI DEVO UN PANINO, NO? >> gridò, tirando su un panino avvolto nell'alluminio.

<< Quel ragazzo è innamorato... >> cantilenò Levy, sporgendosi per vedere. Fece solo un piccolo saluto a Gajil, visto che la accompagnava lui, a scuola.

<< GRAY-SAMAAAAAAAAAAAA.. >> Lluvia spintonò e sgomitò per arrivare alla finestra: quando ebbe Gray nella visuale non potè fare a meno di notare quanto fosse bello e ribelle, impavido, e dannatamente sexy con quella camicia bianca che volava nel vento.

<< VOI QUATTRO SIETE ESTRANEI A QUESTO ISTITUTO! ASPETTATMI CHE SCENDO! >> anche Erza era accorsa alla finestra della sua classe, ed era infuriata come una iena.

I quattro ragazzi se ne accorsero e scapparono via, a gambe levate, ridendo a crepapelle. Forse, per vedere i visi delle ragazze in quel modo, valeva la pena rischiare una sospensione.

 

Arrivarono alla loro scuola col fiatone, Gray, Gerard e Natsu (Gajil era stato abbastanza svelto di riflessi per recuperare la moto e correre relativamente poco).

<< Gray... >> sussurrò Natsu, inspirando profondamente. << Dov'è la tua camicia? >>

Il moro si guardò. << Ohhhhhh merda! >>

 

Okay, adesso è finita davvero. A presto <3

  
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