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Autore: marauder11    19/02/2015    3 recensioni
Raccolta di alcuni Missing Moments della famiglia Potter.
Dal primo capitolo:
"«Hey... Ciao, piccolo. Sono io, il tuo papà»
L'ultima parola pronunciata da Harry fu quasi un sussurro, immediatamente la sua vista sembrò offuscarsi. Era stato vinto dalla commozione, così come la moglie che adesso sembrava versare silenziosamente lacrime di gioia. "
Genere: Angst, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Teddy Lupin | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Potterborn


- James Sirius Potter –


Continuava a fare avanti indietro nell'ampia Sala d'aspetto del reparto maternità del San Mungo; i muri attorno erano tinti di una tonalità d'azzurro che avrebbe dovuto infondere tranquillità ai suoi ospiti, come sempre momentanei.

Harry aveva parecchi occhi ansiosi puntati addosso, tra cui quelli della sua migliore amica Hermione Granger - ora in Weasley. Ron, che affiancava Hermione sulla panca posta fuori dalla Sala Parto, non era certo d'aiuto per Harry.

Aveva gli occhi azzurri sbarrati, la fronte imperlata di sudore e continuava a ripetersi, mormorando ripetutamente più verso sé stesso che ad altri, che sarebbe andato tutto bene.

Hermione, di tanto in tanto, gli riservava delle occhiate rassicuranti, nonostante fosse più preoccupata per Harry, che sembrava come un vulcano di ansia pronto ad esplodere.

Erano le due del mattino, i tre erano in attesa di notizie di Ginny già da un paio d'ore dopo che Harry era arrivato lì con la moglie che urlava dal dolore, quando arrivò una trafelata Molly Weasley, e un ansioso – quasi quanto Ron – Arthur Weasley.

«Dov'è? Cos'è successo?» la signora Weasley sembrava invecchiata di un paio d'anni, tanto era preoccupata. Harry le rivolse un'occhiata altrettanto preoccupata, seppur stesse cercando di sforzarsi di mantenere la calma.


«Si è sentita male dopo che ci siamo messi a letto e... L'ho portata subito qui, poi ho avvertito Hermione e...» disse Harry, la voce tremante. Molly annuì lentamente, poi poggiò una mano sulla spalla del marito di sua figlia, come per tranquillizzarlo, anche se non disse niente, probabilmente perchè troppo preoccupata e ansiosa per conto suo.


«Ma... E' ancora troppo presto, non è vero?» chiese il signor Weasley, ansiosamente. Ron sembrò impallidire sotto il suo sguardo, mentre Harry annuiva stancamente.

Ginny, sua moglie Ginny, era in attesa del loro primo figlio, ma il dottore durante la visita di routine della settimana precedente aveva detto ai quasi-genitori che mancava ancora poco più di un mese alla nascita del loro bambino. Ginny però, quella sera, aveva avvertito dei dolori fortissimi, era svenuta persino tra le braccia di Harry mentre questo la portava in ospedale.


E se le cose non fossero andate per il verso giusto?

Si scompigliò i capelli, in un gesto nervoso, come a voler rimuovere quei brutti pensieri dalla sua mente.


La porta alle sue spalle si spalancò, ed una donna bassa e grassoccia uscì dopo quello che era sembrato un secolo, il viso stanco e l'espressione indecifrabile.

«Signor Potter?» chiese questa, con voce ferma e nitida.

«Sono io» rispose Harry, che sembrò riacquistare le forze che, negli ultimi momenti, aveva perduto.

La donna gli sorrise lievemente e gli fece cenno di seguirlo. Entrò in una piccola stanza, in cui vi era solamente un'altra porta. La donna tirò fuori dal camice una cuffietta per capelli, che porse subito ad Harry.


«Entri pure, sua moglie è dentro»

Harry annuì, deglutendo pesantemente prima di varcare la prossima soglia, quasi senza accorgersene. Aprì la porta, e vide una cascata di capelli rossi invadere il cuscino posto sull'unico letto all'interno della bianca stanza.


«Ginny!» urlò Harry, e subito si avvicinò alla moglie, che gli sorrise con le lacrime agli occhi, vinta dalla commozione del momento.

Prima che Harry potesse dirle altro, la donna abbassò gli enormi occhi castani, puntandoli su un fagotto azzurro che teneva stretto tra le braccia, che sembrava muoversi leggermente.

Harry si avvicinò ancora, e vide, avvolto tra la copertina azzurra, la creatura più bella che avesse mai visto, che piagnucolava piano.

Un ciuffo ribelle di capelli neri affiorava dalla copertina, che Harry scostò per poter vedere meglio la creatura avvolta in esso; il visino era piccolo e arrossato, il bambino sembrava muoversi convulsamente, come se stesse cercando qualcosa - o qualcuno.

«Hey... Ciao, piccolo. Sono io, il tuo papà»

L'ultima parola pronunciata da Harry fu quasi un sussurro, immediatamente la sua vista sembrò offuscarsi. Era stato vinto dalla commozione, così come la moglie che adesso sembrava versare silenziosamente lacrime di gioia.

Il piccolo sembrò riscuotersi udendo il suono della voce del padre, le sue labbra si contrassero in una smorfia molto simile ad un sorriso. Harry alzò gli occhi, e incrociò con il suo sguardo gli occhi lucidi della moglie.

«E'... E' bellissimo» disse Harry a Ginny, posandole un tenero bacio sulla fronte.


«E' uguale a te. Guarda, guarda i suoi capelli!» disse Ginny, ed Harry sorrise radioso. Il piccolo continuava a muovere le piccole manine, oltre che ad emettere dei versetti ogni volta che sentiva la voce di mamma o di papà. Ginny chiuse gli occhi per un attimo, in un gesto di stanchezza, poi li riaprì e sorrise, beandosi della vista del figlio e di suo padre, che sembrava studiare ogni centimetro del viso del suo piccolo.

«Posso prenderlo in braccio?» chiese Harry

«Oh, ma certo! Ecco, fa piano...» rispose lei, porgendo delicatamente il piccolo fagotto ad Harry, che prese in braccio il bambino quasi come se avesse paura di romperlo, tanto era piccolo e indifeso.

Harry constatò che quel bambino era tanto minuscolo quanto incredibilmente leggero.

Tra le sue braccia aveva smesso di divincolarsi, quasi come se non avesse aspettato altro che stare tra le braccia del padre. Harry si ritrovò ad accarezzargli il viso tracciandone i lineamenti con un dito, mentre facevano il loro ingresso nella stanza due commossi e felicissimi signori Weasley, neo nonni di quella piccola creaturina tra le braccia del loro genero.

«Possiamo entrare?»

Harry, per la prima volta dopo un bel po' di minuti, staccò lo sguardo da suo figlio per volgerlo verso la porta, che si era leggermente aperta; vide dietro di essa Hermione, che teneva per mano Ron, visibilmente scosso.

«Certo, entrate pure... » disse Ginny, felice di vedere la sua amica e suo fratello lì con loro.

Harry si avvicinò a questi, con un sorriso splendente stampato sul viso mentre mostrava ai due migliori amici suo figlio.

«Oh, Harry, Ginny... E' bellissimo» disse Hermione, trattenendo a fatica le lacrime di commozione mentre guardava il piccolo Potter dai capelli sparati, uguali a quelli del padre.

Ron spalancò la bocca alla vista del piccolo, come sempre in momenti di grande gioia ed emozione era incapace di esprimere alcuna parola.

Ron guardò un attimo Harry, dritto negli occhi, mentre il secondo si avvicinava con il piccolo verso di lui che aveva la mano stretta a quella della sua sorella minore, adesso divenuta mamma.

«Vorresti tenerlo, Ron?» gli chiese Harry.

Ron lo guardò un attimo, prima che potesse accogliere tra le braccia il piccolo.

Ron rise, gioioso, mentre il piccolo sembrava emettere dinuovo dei versetti, quasi come se si stesse lamentando, o stesse facendo i suoi primi capricci. Harry si scambiò un'amorevole e fugace occhiata con la moglie, prima di volgere il suo sguardo ad Hermione, che si avvicinava a Ron e al piccolo a lenti passi, mentre il suo sguardo era carico di significato.

«Hermione... Hermione, guardalo... E' così piccolo» disse Ron, Ginny notò che la sua voce si era fatta rauca, e tremava per l'emozione.

Harry si avvicinò alla moglie, che gli annuì sorridente, mentre il piccolo stringeva con la sua manina il dito di Hermione; quest'ultima e Ron ridevano.


«Ron, Hermione... Vorreste essere il padrino e la madrina di...»

Ginny sorrise al marito che si era d'improvviso interrotto.

Harry adesso lasciava vagare lo sguardo incerto nella stanza, in cerca di quello della moglie: il loro piccolo non aveva ancora un nome.

Ne avevano parlato a lungo, ma nessuno dei due aveva trovato un nome che soddisfacesse entrambi, durante quei mesi di attesa.


«...Vorreste essere il padrino e la madrina di James Sirius Potter?» concluse la rossa per Harry, scandendo bene il nome del bambino, il quale sentì il suo cuore esplodere di gioia pura. Ginny guardò il marito in cerca di una conferma per la scelta del nome, che arrivò quando questo si avvicinò alla moglie e lasciò, tra i suoi capelli vermigli, un tenero bacio pieno d'amore.

  
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