Riflesso
Mycroft Holmes non amava
trascorrere del tempo con la gente. E nemmeno tra la gente, in
effetti. Per sua sorella, però, aveva deciso di fare
un'eccezione perché sì, i sentimenti sono una
condanna e ti rendono vulnerabile, corruttibile. Soprattutto
corruttibile. Bastava una parola detta nel modo giusto e al momento
giusto per cambiare le sorti di una giornata, di una conversazione, di
una situazione scomoda. Mycroft lo sapeva bene. Del resto faceva lui
stesso leva sui punti deboli delle persone per risultare convincente.
Ma non poteva dire no a lei. Sua sorella sembrava avere una
dote naturale non solo nel portare alla luce eventuali episodi su cui
far leva, ma anche nel convincerlo a fare cose che normalmente e da
solo non avrebbe mai fatto.
Passeggiare nel pieno centro di Londra, ad esempio. Passeggiare. Non
muoversi in un'auto che nemmeno guidi, soltanto per spostarti da un
luogo chiuso ad un altro.
La giovane donna al suo fianco si muoveva con sicurezza in mezzo alla
distrazione delle persone, passando attraverso la loro fretta di
arrivare, di tornare, di non essere scoperte, di nascondersi, di
sparire, di sottrarsi a qualcosa o di gettarvisi dentro a capofitto.
Lei, perfettamente padrona dei propri muscoli, fluiva passo dopo passo
nel cuore della capitale britannica trascinando con sé suo
fratello più grande perché non aveva voglia di
stare sola anche se non aveva nemmeno voglia di parlare.
In fin dei conti volevano la stessa cosa lei e Mycroft:
silenzio.
Poco importava se attorno c'era il caos. Ciò che la gente
avrebbe visto, guardandoli, era una coppia di figure lente, mute e
affascinanti nei loro abiti raffinati e nel portamento elegante.
Avrebbero detto di loro, i passanti, che senza alcun dubbio lei era la
giovane e in cerca di soldi amante di un facoltoso e meno giovane uomo
d'affari. Avrebbero pensato che certamente, se avessero spulciato una
di quelle stupide riviste di gossip, avrebbero trovato una foto di
quell'uomo potendo così soddisfare il misero desiderio di
intrufolarsi nell'altrui vita tirando ognuno le proprie conclusioni.
Che queste fossero completamente errate era un'altra storia. La giovane Holmes non amava
indossare abiti troppo appariscenti o troppo scomodi. Aveva voluto
sempre trovarsi pronta nell'eventualità in cui fosse stato
necessario scappare via di corsa e dissolversi per le vie della
città, qualunque essa fosse. Per suo fratello,
però, aveva deciso di fare un'eccezione perché
sì, un abito corto e aderente è una condanna e ti
rende vulnerabile, visibile. Soprattutto visibile. Bastava un movimento
del bacino troppo audace in presenza di una persona troppo stupida per
cambiare le sorti di una serata, di una conversazione, di una
situazione già di per sé scomoda. Lei lo sapeva
bene. Del resto si era vista costretta lei stessa a mettersi in
situazioni simili per ottenere qualcosa. Ma non poteva dire no a lui. Suo fratello sembrava avere una
dote naturale non solo nella scelta di abiti quasi indecenti in termini
di scollature, ma anche nel convincerla a fare cose che normalmente non
avrebbe mai fatto.
Indossare quel micro vestito rosso vivo che a stento le copriva il
fondoschiena e che si apriva prepotentemente sulla schiena, come una
ferita al contrario, ad esempio. Non il solito paio di stivali con un
piccolo e comodo tacco, giusto per produrre rumore ad ogni passo. Non i
comodi e freschi pantaloni di cotone e niente t-shirt.
L'uomo che le camminava di fianco sfruttava un grande ombrello per
sentirsi meno esposto in mezzo alla distrazione delle persone, a quella
fretta che nel suo andare, venire e temere rischiava di travolgerlo.
Lui, un po' incerto fuori dal proprio ambiente naturale, evitava ad
ogni passo ogni possibile contatto con le persone che scorrevano veloci
nel cuore della capitale britannica, accompagnando sua sorella
più piccola perché non aveva voglia di lasciarla
sola anche se non aveva nemmeno voglia di parlare.
In fin dei conti volevano la stessa cosa lui e sua sorella: silenzio.
Certo il fatto che attorno a loro dovesse esserci tutto quel chiasso
quando avrebbero potuto starsene in silenzio comodamente seduti sul
divano, a casa o al Diogenes Club, era un dettaglio che lo infastidiva
non poco. Ciò che la gente avrebbe visto, guardandoli, era
una coppia di entità non propriamente identificabili come
persone, ma l'ottusità degli osservatori non avrebbe
permesso loro di comprendere la complessità degli Holmes,
perciò avrebbero inventato pessimi racconti elucubrando su
cose che neanche immaginavano potessero esistere. Se per pura casualità
fosse passato di lì qualcuno capace di vedere davvero la
gente, qualcuno come Sherlock Holmes, ad esempio, ecco se qualcuno come
quel consulente investigativo che era loro fratello fosse passato di
lì per caso e si fosse fermato a guardarli, ciò
che avrebbe visto davvero lo avrebbe mandato dritto al manicomio.
Per quanto impossibile potesse essere, ciò che Sherlock
avrebbe visto se avesse incontrato la sua gemella e Mycroft quel giorno
sarebbe stata un'inusuale immagine speculare.
Non era Mycroft il gemello della ragazza e infatti non si poteva di
certo dire che i due si somigliassero fisicamente. Ma se solo qualcuno
fosse riuscito a vederli davvero, quei due, quel giorno... Avrebbe
visto che erano l'uno il riflesso dell'altra.
I tacchi vertiginosi della ragazza annullavano la differenza di altezza
che ci sarebbe naturalmente stata tra i due. La falcata era in una
perfetta non voluta sincronia. Lo sguardo sfuggente ma molto attento,
quell'espressione che non si riusciva a capire se fossero arrabbiati,
concentrati o semplicemente intenti a sfidare il mondo intero per
verificare che non esisteva persona capace di scalfire la superficie
della loro essenza. La delicatezza nelle movenze. Quell'aria
sofisticata, raffinata ed elegante.
Se per uno strano scherzo del destino Sherlock Holmes fosse passato di
lì e avesse visto il preciso istante in cui sua sorella
ruppe l'armonia per attorcigliare un braccio attorno a quello di
Mycroft senza proferir parola, se per lo stesso strano scherzo del
destino Sherlock Holmes fosse stato lì quando Mycroft
anziché ritrarsi al contatto la lasciò fare, non
si sarebbe lasciato ingannare e avrebbe visto, per quanto impossibile e
assurdo, sua sorella fondersi a Mycroft e poi separarsene e ancora
fondersi a lui, come due persone che si specchiassero nell'acqua del
mare in un riflesso rotto di continuo dal lento andare e venire delle
onde.
Come due fratelli uniti da un legame di sangue rotto e poi ricomposto
dall'imprevedibile andare e venire degli eventi.
N.d.A.
Ringrazio
in anticipo tutti i lettori e chiunque deciderà di lasciare
una
recensione.