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Autore: ___Page    24/03/2015    4 recensioni
Contraggo le dita stringendo quello che ho ormai capito essere uno stelo e mi porto il fiore davanti al viso mente mi rimetto supina, un braccio abbandonato sulla fronte.
Sorrido felice, come raramente lo sono stata nella mia vita, come ancora non mi sono abituata a essere da un anno a questa parte.
Un tulipano rosso.
Un fiore romantico di per sé ma che per me, per noi, ha un significato ancora più bello.
*Seguito di 'Amazon Lily- My favourite flowers shop in town' di cui si consiglia la lettura per apprezzare meglio questa storia*
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Margaret, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La osservo assemblare il mazzo di fiori con cura, appoggiato con una spalla alla porta che da sul retro del locale. 
-Fratello io ho finito!!!-
Mi giro verso Franky, che senza un apparente motivo, sta ora molleggiando sulle gambe, facendomi sollevare un sopracciglio.
-Okay, Franky, grazie. Lascia pure che ci penso io adesso- gli dico, mentre piega il busto in diagonale e unisce gli avambracci sopra la testa.
Santo Roger, se è strano!
Riporto l’attenzione su Margaret che è così concentrata da non essersi neppure accorta del nostro scambio di battute.
Allunga una mano verso sinistra, gli occhi puntati sul mazzo di fiori, e tasta il bancone pesca alla ricerca di qualcosa.
Mi stacco lentamente dallo stipite e, senza dire nulla, gli avvicino qualche croco giallo che lei afferra e porta davanti agli occhi, sorridendo poi nel vederne il colore.
So che cercava qualcosa per spezzare la monocromia del mazzo, fatto per la stragrande maggioranza di crochi bianchi con screziature viola e qualche gerbera rossa.
Guardare Margaret comporre mazzi e bouquet è uno spettacolo che mi affascina sempre e di cui non mi stanco mai.
È come se si isolasse da tutto e da tutti, come se comunicasse silenziosamente con i fiori mentre le sue mani si muovono esperte e precise.
La cura che mette in quello che fa riesce a rendere il suo lavoro incredibilmente simile al mio.
Anche io devo essere preciso, anche le mie dita devono essere capaci di ascoltare gli strumenti chirurgici.
La sua convinzione che, però, quello che faccio io è decisamente più socialmente utile di quello che fa lei, è tutta sbagliata.
Sto praticamente sempre qui con lei quando i nostri giorni liberi non coincidono, anche se i suoi non cambiano mai, e non riesco a spiegarle a parole quanto spesso ho visto le espressioni di coloro che entrano qui cambiare in meglio.
Quanto spesso riesce a migliorare la giornata ai suoi clienti.
Perché Margaret ha sempre una parola gentile per tutti, un sorriso amichevole e una conoscenza enciclopedica del linguaggio dei fiori, quel lato di lei che la rende così meravigliosamente unica agli occhi di chiunque e soprattutto ai miei.
È grazie a tutto questo se ho finito con l’innamorarmi e ora non rinuncerei a lei per niente al mondo.
Perché la stessa cura che mette nel comporre mazzi di fiori o innaffiare i suoi bulbi, la usa anche per amare me.
E non parlo solo di amore fisico, anche se io so bene cosa sono in grado di fare quelle mani, cosa riescono a trasmettermi e risvegliare in me.
Ma Margaret è capace di amarmi anche con un solo sguardo e un sorriso.
Sguardo e sorriso che mi preparo a ricevere quando la vedo annodare il nastro di raso in un fiocco, prima di portare le mani sui fianchi e annuire soddisfatta.
Si gira verso di me e io non posso non ghignare.
-Convinta?!- le chiedo, prendendola un po’ in giro con il tono della voce, visto che quando si tratta di fiori è una perfezionista quasi maniacale.
Il che è impressionante se si considera in che condizioni verte il suo armadio.
-Le piacerà, ne sono certa!- afferma, piegando ancora di più le carnose labbra.
-Non ho dubbi nemmeno io-
Un lampo passa attraverso i nostri sguardi e la vedo fremere, sentendo l’immediato impulso di annullare la distanza tra noi.
Ma non riesco nemmeno a muovere un passo che il campanello del negozio ci distrae, facendoci voltare in attesa di vedere apparire il prossimo cliente della mia ragazza.
Prima ancora che spunti da dietro le rastrelliere, sappiamo già di chi si tratta, grazie alla serie di tonfi misti a imprecazioni che segue l’ingresso del misterioso soggetto.
Margaret sgrana gli occhi mentre io li mando al cielo, per poi seguirla lungo il ridotto spazio del suo chiosco, diretta a verificare la gravità dei danni.
-Secondo me stavolta è toccato ai garofani- commento con un ghigno bastardo.
Si volta, fulminandomi da sopra la spalla, ma non resiste e sorride appena anche lei mentre si rigira.
Svolto dietro la rastrelliera e mi blocco alle sue spalle, ammirando lo spettacolo.
Seduto per terra, con le gambe tese e una mano a impedire al secchio delle anemoni di rovesciarsi del tutto e sparpagliare acqua in giro e un vaso di orchidea afferrato al volo nell’altra.
Solleva gli occhi su di noi e sorride e, naturalmente, Margaret non può fare a meno di ricambiare, anche se scuote la testa e incrocia le braccia sotto al seno in un lieve e poco convinto rimprovero.
-Ragazzi ciao!- ci saluta entusiasta e io ghigno nel sentirla sospirare.
-Ma quando imparerai?!-
-Tesoro, non è colpa mia! Questo negozio è peggio di un campo minato!- afferma cercando di apparire ragionevole e facendole sgranare gli occhi incredula.
-Papà, i secchi stanno lì da sempre!- gli fa notare, prima di accovacciarsi e raccogliere rapida le poche anemoni che sono riuscite a sfuggire dal loro contenitore, mentre io tendo una mano e lo aiuto a mettersi in piedi.
Rimette a posto il vaso di orchidea senza fare troppa fatica, visto che sfiora quasi i due metri di statura, prima di girarsi verso di me e darmi una pacca sulla spalla.
-Come stai Law?!- mi domanda e io mi ritrovo a sorridere.
A modo mio certo, ma i ghigni che rivolgo a Cora sono tra i più sinceri che si siano mai dipinti sul mio viso.
Perché non si può proprio non sorridere davanti a una persona generosa e altruista come lui.
-Bene! Sto molto bene!- rispondo, lanciando un’occhiata a Margaret che si sta rimettendo in piedi, occhiata che non sfugge a suo padre.
 -Sì eh?!- domanda conferma, facendomi annuire.
-E tu?!- gli chiedo, mentre Margaret si avvicina a noi -Dato fuoco a niente stamattina?!-
-Solo a una pila di tovaglioli ma Makino è stata pronta e l’ha spenta al volo con il latte freddo!- mi dice, avviandosi verso il corridoio formato dalle rastrelliere, diretto al bancone.
Io lo osservo incredulo almeno quanto sua figlia, prima di prendermi il ponte del naso e abbassare il capo, scoppiando inevitabilmente a ridere, mentre Margaret lo marca stretto preoccupata per l’incolumità del suo negozio e del suo genitore.
Io non so come fa a essere così sbadato e nemmeno come fa a essere ancora vivo.
Voglio dire anche Margaret si incasina un po’ a volte ma lui raggiunge livelli patologici.
Se non altro quando gli ho proposto di organizzare un po’ di animazione per i bambini del mio reparto ha accettato con entusiasmo e loro lo adorano.
Chissà se dicessi ai genitori che non è tutta scena ma è proprio così lui.
Sghignazzo ancora all’idea, prima di raggiungerli al bancone, dove Cora sta elogiando il mazzo di fiori che Margaret gli sta mostrando con orgoglio.
-Piace?!- domanda, gli occhi illuminati di fronte al sorriso di suo padre.
-È perfetto Margaret!- esclama davvero felice, allungandosi per darle un bacio sulla fronte.
La vedo contrarre il viso in una smorfia preoccupata e trattenere il fiato.
-Papà i fiori!!!- esclama con voce leggermente acuta, alzando le mani a palmo aperto come a volerlo bloccare, preoccupata che possa inavvertitamente schiacciare il mazzo.
Cora si immobilizza e abbassa gli occhi sulla composizione.
-Tua madre l’adorerà!- le dice, facendola illuminare ancora di più -Ti devo qualcosa?!-
-Papà ma non scherzare!- esclama, prima di allungargli in mazzo con cura.
Cora fa per afferrarlo ma Margaret indietreggia impercettibilmente.
-Trattalo con cura!- lo ammonisce, facendogli aggrottare le sopracciglia.
-Ma perché tu e tua sorella mi dite sempre così?!- s’informa, sinceramente perplesso e Margaret sospira.
-Forse perché l’ultima volta che non ci siamo raccomandate hai quasi distrutto mezza casa, dato fuoco al tuo cappotto e sei precipitato giù dalle scale?!- snocciola sarcastica per poi cercare i miei occhi, che guizzano divertiti.
-Oh la fate sempre troppo tragica!- minimizza lui, con un’alzata di spalle -Non mi sono fatto niente e sono ancora in forma smagliante!- fa notare stirandosi appena prima di immobilizzarsi con una strana espressione -Ma forse è meglio se non esagero per la schiena- mormora sottovoce -Bene!!! Io devo andare ragazzi ma tanto ci vediamo stasera a cena per il compleanno no?!- chiede conferma spostando lo sguardo da lei a me.
Io annuisco e lui sorride contento.
Non è un segreto per nessuno che straveda per me.
Lo è già di più il fatto che io stravedo per lui.
Lo guardo allontanarsi per poi tornare a voltarmi verso Margaret, che scuote la testa, visibilmente divertita.
-Credevo che i fiori preferiti di tua madre fossero le camelie- le faccio notare, riottenendo tutta la sua attenzione.
-Le camelie piacciono a tutte le mamme ma i crochi e le gerbere sono più adatte!- mi dice, con quello sguardo che la caratterizza sempre quando parla di fiori -Allegria e spensieratezza! Se ama papà non può non amare i crochi e le gerbere!- conclude, cogliendomi appena alla sprovvista.
Ghigno sghembo senza staccare gli occhi dai suoi.
-Lo stesso principio vale anche per te?!- le domando e lei si avvicina con una luce maliziosa negli occhi cioccolato.
-Mm-mmh!- annuisce aggrappandosi alla mia maglietta -Infatti adoro i girasoli, da quando ti conosco- mi soffia sulle labbra che subito storco in una smorfia.
-Sei tu che sei fissata con questa cosa che il girasole mi rappresenta- le faccio notare, non resistendo all’impulso di posare le mani sui suoi fianchi per attirarla più vicina.
-Oh andiamo! Sei un girasole con le gambe!- esclama e io mando gli occhi al cielo -E infatti ti vesti spesso di giallo!- mi fa notare.
-Mi vesto di giallo perché tu sei fissata con il giallo-
-Io sono fissata con il giallo perché ti sta bene! Infatti se questa maglietta fosse stata, che so, verde non avrei avuto così tanta voglia di levartela!- mormora, socchiudendo gli occhi e facendomi perdere qualche battito.
Un calore conosciuto mi pervade e io mi avvicino di più al suo viso con il mio.
-Ma davvero?!- le domando, facendola annuire piano e senza interrompere il contatto visivo.
Il suo profumo mi invade le narici e la connessione cervello-bocca salta del tutto.
-Ci sono i fiori da sistemare- le dico con un ghigno che è tutto un programma.
Margaret sgrana gli occhi, emettendo un verso incredulo.
-Trafalgar Law, mi stai suggerendo di farlo sul luogo di lavoro?! Non ti facevo così indisciplinato!- mi dice, picchiettandomi il petto con la punta dell’indice.
-Guarda che sei tu che stai cercando di sedurmi- le dico, senza diminuire la presa.
-Io non ho fatto proprio niente, volevo solo mettere un po’ di pepe in previsione di stasera- dice, strusciando appena il bacino contro il mio.
-Ah perché hai in mente di replicare ieri sera stasera?!- le chiedo allargando il ghigno al ricordo della nottata appena trascorsa.
Siamo d’accordo di uscire a cena nel weekend per l’anniversario ma ieri quando sono rientrato e l’ho trovata intenta a cucinare non ho resistito e lei nemmeno a dirla tutta.
-Mm-mmh!- annuisce ancora piegando il capo -Voglio replicare stasera…- dice baciandomi il collo -…domani sera…- sale verso lo spigolo della mandibola -… giovedì…- posa le labbra vicino al mio lobo e io non resisto oltre.
La spingo contro il bancone e prendo a baciarla con trasporto, mordendola la bocca e sentendola gemere.
Aumento la presa quando risponde incontrollata e affonda le mani nei miei capelli.
Mi sto già perdendo irrimediabilmente quando mi spinge via, guardandomi affannata.
-C’è un cliente!- si spiega e solo allora mi accorgo dei rumori.
Meno male che ci sono le rastrelliere.
La guardo ghignando e mi accosto per accarezzarle una guancia.
-Vado a sistemare i fiori- soffio prima di allontanarmi riluttante da lei.
-Grazie- mormora in risposta.
Mi volto quando sono sulla porta e la vedo fare il giro del bancone per andare ad accogliere il cliente prima di lanciarmi un ultimo innamorato sorriso.
E non posso fare a meno di pensare che la mia vita sta veramente andando a gonfie vele. 









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Gerbera

Fioritura: Primavera-estate.

Significato: Allegria.

Storia e curiosità: Originaria dell’Africa, Asia e Suadamerica, prende il nome dal naturalista tedesco Trugott Gerber. Ne esistono all’incirca trenta specie.





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Croco

Fioritura: Gennaio-Marzo. 

Significato: Allegria, Spensieratezza.

Storia e curiosità: Il croco è una pianta perenne erbacea che porta le gemme in posizione sotterranea, all'interno di un bulbo, per proteggerle durante la stagione ostile, prima della fioritura. A causa dell'alta percentuale cromosomica ne esiste una tale varietà di specie locali da aver reso tutt'ora impossibile una precisa classificazione. E' originaria dell'Europa, Africa nord-occidentale, Asia Minore e Cina centrale. Gli stimmi erano usati in farmacia in quanto tonici, stimolanti, regolatori del flusso mestruale ed eupeptici. Inoltre dal croco si ricava lo zafferano. 







Angolo dell'autrice: 
Ciao a tutti! 
Innanzitutto se siete arrivati fino a qui, vi ringrazio davvero di cuore! Vorrei ringraziare in particolar modo Gil (Povero il tuo ragazzo! Mi odierà! Ma sono felice di averti migliorato il weekend! XD), Gibutistan (Non avevo idea che avessi letto "Amazon Lily", non sai quanto mi faccia piacere! Per me quella storia e anche questa contano tantissimo!), Luna (Idem anche per te! Non sai che valore affettivo ha per la sottoscritta quindi non può che farmi bene sapere che sei legata a quella storia anche tu! Mi sciolgo a immaginare un piccolo Trafalgar! ** Grazie dei complimenti!), OneEyedTesoro (!!!! Ci speravo di trovarti, lo ammetto! Sono felice di sentirti così entusiasta!!!). 
E infine un ringraziamento speciale alla persona senza la quale questa storia non avrebbe mai visto la luce. 
Emy, amica mia, grazie di tutto, davvero di cuore, per esserci sempre e sostenermi! Grazie per avermi spronata! E viva il LawMargaret! :P 
Alla prossima! 
Piper. 

 
  
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