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Autore: Astrea9993    25/05/2015    3 recensioni
Non c'era altra spiegazione: ero finita all'interno della mia stessa fanfiction ed ora non sapevo come uscirne e, a dirla tutta, non sapevo neppure se volessi farlo!
C'era solo un piccolo problema: prima di essere trasportata all'interno del mondo di Harry Potter non avevo avuto il tempo di concludere la mia storia ed ora questa era fuori controllo ed io non sapevo più cosa mi riservasse il futuro...
Ero appena giunta ad Hogwarts, non era ancora trascorso il primo giorno ed io ero già quasi riuscita a rompermi l'osso del collo e a portare James Potter all'altro mondo assieme a me...
Se questi erano i presupposti qualcosa mi diceva che d'ora in poi le mie giornate sarebbero state piuttosto movimentate...
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Avviso
Ho postato l'ultimo capitolo e subito dopo l'epilogo quindi, qualora non lo aveste fatto, prima di continuare a leggere leggete il capitolo 20.
 
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Epilogo
 
 
Tutto quello che era avvenuto in seguito mi era apparso così confuso.
I controlli medici ed i miei genitori che, dopo tanti mesi, avevo riabbracciato e, mentre tutto attorno a me appariva così confuso e distante una sola domanda mi vorticava nella mente: era stato tutto un sogno? Piton aveva detto che era tutto reale che, una parte di me, aveva valicato lo spazio ed il tempo.
Silente lo aveva definito un potere istintivo, una difesa che molto probabilmente mi aveva trasportata lontana per difendermi dallo shock dell'incidente.
Ma potevo davvero credere che tutto questo fosse reale?
Potevo credere a quelle voci nella mia testa?
No, James non poteva essere frutto della mia immaginazione.
Non potevo spiegarmi come fossi giunta a lui, non sapevo spiegarmi come avesse potuto toccarmi e stringermi a se ma di una cosa ero certa: non avrei mai potuto immaginare un ragazzo così irritante ed affascinante.
E poi c'erano le mie ginocchia.
Quando i medici mi avevano visitata si erano resi conto del fatto che le mie ginocchia fossero sbucciate, le ferite erano fresche e nessuno era riuscito a spiegarsi come avessi potuto procurarmi quelle ferite.
No, non era stato tutto un sogno, ricordavo distintamente come mi fossi procurata quelle ferite cadendo a terra.
Era tutto reale come lo erano quelle ferite, come lo erano gli occhi arrossati dal pianto e la bacchetta che stringevo tra le mani perché, quando mi ero risvegliata, la bacchetta di James era ancora stretta tra le mie mani.
Era tutto reale e James, da qualche parte, al di là del tempo e dello spazio, era vivo.
Questo era il pensiero che mi aveva sostenuta durante i primi giorni che avevo trascorso in ospedale mentre attendevo di essere dimessa, la bacchetta di James sempre accanto a me perché quella era l'unica cosa che mi restava di colui che mi aveva già scordata.
E poi, il secondo giorno d'ospedale era apparso lui.
Aveva bussato impacciato alla porta della mia camera ed io non avevo potuto fare a meno di scrutarlo a bocca aperta.
Avevo scrutato incredula i capelli e gli occhi scuri e quelle labbra che ben conoscevo.
"James..." Avevo sussurrato in un mormorio strozzato.
"Come fai a conoscere il mio nome?" Aveva chiesto lui confuso.
"Non lo so." Risposi io senza riuscire a smetterla di fissarlo e, nel contempo, nuovi ricordi si facevano strada nella mia mente.
"Tu mi hai soccorsa là notte dell'incidente..." mormorai sforzandomi di ricordare.
Ripensai ai sogni che mi avevano tormentata ad Hogwarts, le tre luci che vedevo erano quelle dei fari dell'auto che mi aveva investita e poi vi era l'ultimo fanale, il fanale di una moto da cui era sceso lui.
Imbarazzata iniziai a far vagare lo sguardo per la stanza finendo ad osservare i fiori accuratamente riposti sul comodino della mia camera, quei fiori che venivano quotidianamente sostituito e di cui i miei genitori non sapevano la provenienza.
"Sei stato tu a portare i fiori?" Chiesi curiosa.
"Si" rispose lievemente imbarazzato, probabilmente ora che la ragazza sconosciuta che per mesi era venuto a trovato in ospedale si era risvegliato, si sentiva una specie di stalker.
"Grazie, per quello che hai fatto." Lo rassicurai sorridendo, il primo vero sorriso da quando ero tornata.
Ripensai a quanto mi aveva detto Piton.
Per mesi avevo vissuto in un universo parallelo e, per tutto questo tempo, il James del mio mondo era rimasto lì, ad attendermi. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice
Salve a tutti!
Ecco a voi l'epilogo di questa storia.
Spero che questa fan fiction vi sia piaciuta e che leggerete anche "La ragazza caduta dal cielo - Al di là del tempo e dello spazio".
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito la mia storia, l'hanno inserita tra le seguite, le preferite o le ricordate.
Ringrazio inoltre tutti coloro che l'hanno semplicemente letta.
Grazie a tutti.
Astrea
  
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