Più lei aspettava, più quella dannata porta non si apriva. Ma dove era andato Cam a cercare un medico, sulla Luna?
Ormai stufa di aspettare, ma soprattutto di starsene sdraiata in quel letto dal materasso troppo duro per chiunque, decise prima di tutto di togliersi la mascherina dell’ossigeno che le pendeva dal collo, liberandosi finalmente da quell’orribile elastico giallognolo. Poi puntando con decisione i gomiti sul materasso cercò di mettersi a sedere, riuscendoci però solo al terzo tentativo.
…
La porta si aprì di colpo, tanto da farla sobbalzare. Margot fissò immediatamente il dottore che si trovava sulla soglia della porta della sua camera con uno sguardo di assoluto disprezzo, che il dottore non mancò di notare all’istante.
Margot osservò più attentamente quella persona con il camice bianco, e notò che nonostante fosse un dottore, “razza” che lei odiava profondamente, era davvero un bell’uomo che poteva dimostrare si e no 45/50 anni. Mentre esso si avvicinava con passo deciso al letto di Margot, lei si soffermò ad osservarlo prestando più attenzione: Aveva dei folti capelli neri perfettamente pettinati con la riga dalla parte destra, gli occhi erano di un marrone nocciola davvero particolare ed insolito, il naso era leggermente appunta, all’angolo sinistro della bocca spiccava un piccolo neo che Margot trovò estremamente sexy (Ma abbandonò immediatamente quest’idea ricordandosi che quello che stava osservando era pur sempre un’odiatissimo dottore.), la barba era anch’essa perfettamente in ordine come si si fosse rasato poco prima di entrare nella sua stanza, aveva una corporatura alta e slanciata e il suo odore era un misto di menta e dopobarba.
Appena fu vicino al suo letto il dottore chiese a Cam di entrare e di chiudere la porta dietro di se. Cam obbedì e si mise in un’angolo della stanza vicino alla finestra semichiusa con le spalle rivolte verso il muro e con le braccia conserte restando in assoluto silenzio per non disturbare.
Fu il dottore il primo a parlare =Ciao Margot! Piacere di conoscerti, sono il Dottor Collins.= e dopo un breve sorriso che a Margot sembrò molto, troppo finto e di circostanza, continuò =Allora dimmi che cosa è successo?= Lo disse mentre tra le mani si rigirava la sua cartella. A Margot toccò ammettere che nonostante tutto il Dottor. Collins aveva delle gran belle mani.
Margot alzò gli occhi al cielo e pensò <
Il dottor Collins si avvicinò ancora di qualche passo e posò una delle sue grandi mani sulla fronte di lei =Bene, vedo che la febbre non ce l’hai!= Margot pensò sospirando <
…
Finalmente quel fastidioso dottore se n’era andato, ma non senza avvertire che sarebbe tornato appena gli esami appena effettuati su Margot fossero stati pronti.
Cam la distolse dai suoi pensieri =Ho appena mandato un messaggio ai ragazzi della band per farli stare tranquilli, visto quando è accaduto il tutto sono andati nel pallone= Margot non riusciva proprio a ricordare come fosse arrivata in quella spoglia e triste stanza d’ospedale ma decise di non pensarci per il momento, anche perché ora quello che la preoccupava di più era capire che cosa fosse successo alla sua voce.
Margot di scatto tolse di mano il cellulare a Cam ed iniziò a scrivere –Raccontami come sono arrivata qui, ma soprattutto dimmi cosa ti ha detto il dottore che non ha detto a me. Non mentire perché ho visto che parlavate tra di voi prima.- Finito di scrivere gli ripassò il telefono con un gesto fluido della mano e lo fissava impaziente di sapere quale fosse la risposta... Passarono alcuni istanti prima che Cam smise di fissare alternativamente lo schermo del suo telefono e il viso della sua ragazza Prima di rispondergli <
La risposta di Margot fu breve e coincisa.
…
Margot ora era finalmente sola nella sua stanza, proprio come desiderava. Aveva mandato via anche Cam perché sentiva il disperato bisogno di piangere e odiava farlo davanti ad altri, perché aveva imparato a sue spese che non bisogna mai mostrarsi deboli alle altre persone, perché quest’ultime ne avrebbero sicuramente approfittato. A lei era già successo, infatti a poche settimane dalla morte della sua famiglia, disperata si era aggrappata a chiunque avesse potuto anche di poco tirarla su dal baratro nel quale si trovava e si… in molti se non tutti ne avevano approfittato.
Il turbinio dei suoi pensieri venne interrotto da una melodia e da delle parole che a Margot erano più che familiari:
Ehi adesso come stai?
Tradita da una storia finita
E di fronte a te l'ennesima salita.
Un po' ti senti sola,
Nessuno che ti possa ascoltare,
Che divida con te i tuoi guai.
Mai! tu non molare mai!
Rimani come sei,
Insegui il tuo destino,
Perché tutto il dolore che hai dentro
Non potrà mai cancellare il tuo cammino
E allora scoprirai
Che la storia di ogni nostro minuto
Appartiene soltanto a noi.
Ma se ancora resterai,
Persa senza una ragione
In un mare di perché
Dentro te ascolta il tuo cuore
E nel silenzio troverai le parole.
Chiudi gli occhi e poi tu lasciati andare,
Prova a arrivare dentro il pianeta del cuore
È difficile capire
Qual è la cosa giusta da fare
Se ti batte nella testa un'emozione.
L'orgoglio che ti piglia,
Le notti in cui il rimorso ti sveglia
Per la paura di sbagliare,
Ma se ti ritroverai
Senza stelle da seguire
Tu non rinunciare mai
Credi in te! Ascolta il tuo cuore!
Fai quel che dice anche se fa soffrire.
Chiudi gli occhi e poi tu lasciati andare,
Prova a volare oltre questo dolore.
Non ti ingannerai
Se ascolti il tuo cuore,
Apri le braccia fino quasi a toccare
Ogni mano, ogni speranza, ogni
sogno che vuoi
Perché poi ti porterà fino al cuore
di ognuno di noi.
Ogni volta, che non sai cosa fare,
Prova a volare, dentro il pianeta del cuore.
[Laura pausini “Ascolta il tuo cuore”]
Ma da dove provenivano?