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Autore: Greywolf    14/06/2015    8 recensioni
Dopo essere diventato Hokage, Naruto non ha più tutto il tempo a disposizione che vorrebbe per dedicarsi alla sua famiglia. Una sera però dopo essere rincasato prima del solito, scoprirà qualcosa che lo manderà profondamente in crisi e che metterà in luce il forte legame che lo lega così tanto a suo figlio Boruto.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Himawari Uzumaki, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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“L’hai percepito anche tu?”

“Era ora che tornassi in te, Moccioso...” commentò la Volpe “Anche il bastardo sarà soddisfatto immagino...” aggiunse poi con un evidente disgusto nella voce “Visto che stavolta te ne sei accorto direi che posso tornarmene a dormire. Mi hai fatto dannare in queste ultime settimane, cerca di non rompermi le palle per un po’! Sempre se ne sei in grado...cosa di cui dubito molto.”

“E’ sempre un piacere ascoltare quanto bassa sia la tua considerazione di me, Kurama.” sospirò.

“Se è così, puoi svegliarmi quando ti pare.” ghignò divertito.



“Stronzo!” sibilò tra i denti, ascoltando la risata del cercoterio che gli invadeva la testa.

“Che hai detto, papà?”

La domanda di Boruto lo richiamò alla realtà. Kurama a volte lo innervosiva a tal punto che parlava a voce alta senza rendersene conto. Proprio come era successo quella mattina in cui Hinata lo aveva trovato a parlare apparentemente da solo.

“Niente, tranquillo.” disse “Dì un po’, dove andrai adesso?”

“A casa, devo prepararmi per domani.”

“E che devi fare domani?”

“Ho il pr-...ehm volevo dire, mi aspetta una lunga giornata di allenamento subito dopo l’Accademia!” rispose non riuscendo a nascondere un evidente tentennamento che suonò immediatamente sospetto all’uomo.

“E’ davvero così? Non è che mi stai nascondendo qualcosa?”

“Ma che dici!” esclamò, mostrandosi sicuro di sé “Tu non avevi fretta di andare?”

Naruto gli riservò un’ultima occhiata giusto per fargli capire che sarebbe tornato sicuramente su quella questione. Poi annuì.

“Ti accompagno a casa.” affermò mentre  si infilava una mano sotto il mantello per poi tirare fuori un particolare kunai a tre punte intorno a cui era stretto un sigillo che il più piccolo riconobbe subito come uno di quelli necessari alla tecnica del Dislocamento.

“Posso tornare anche da solo. Che vuoi farci con quello?” domandò leggermente incuriosito.

“Nulla di particolare.” si limitò a dire, piantandolo ai sui piedi “Vogliamo andare?”

Boruto a quel punto si indispettì per il modo con cui il padre era evasivo e domandò stizzito:

“Cosa devi fare ancora qui al Campo Pratica? Se hai messo un sigillo significa che devi tornare! Perché?!”

Sul viso dell’Hokage apparve un ghigno.

“E’ un segreto proprio come quello che devi realmente fare domani!” dichiarò nel momento in cui gli poggiò la mano sulla spalle e in un istante la tecnica venne attivata e nell’arco di un istante si ritrovarono entrambi sulla soglia della loro abitazione.

“A stasera, Bolt!”

Gli rivolse questo saluto prima di trasferirsi nuovamente, lasciando suo figlio  preda di una curiosità a dir poco frustrante e di cui sicuramente gli avrebbe reso conto alla prima occasione. Lo conosceva bene, da questo punto di vista erano tremendamente simili.





Tornato al Campo Pratica, recuperò la propria arma e mentre la riponeva al suo posto, parlò a voce alta:

“Da quando in qua ascolti le conversazioni altrui?”

La risposta non arrivò subito. Allora aggiunse, voltandosi verso la boscaglia che circondava lo spiazzo d’allenamento:

“Avanti Teme, lo so che ci sei!”

Solo allora lo scorse mentre usciva allo scoperto e veniva verso di lui. I lunghi capelli neri gli ricadevano sul viso ma colse perfettamente la sua solita espressione strafottente e altezzosa che era solito riservargli.

“Noto che questa volta hai deciso di dare ascolto a quella stupida volpe. Fai progressi Dobe.”

Al suono gutturale che sentì provenire dalla parte più nascosta del suo inconscio, si unì la sua indignazione personale per quel commento.

“Guarda che me ne sono accorto da solo stavolta!” disse indignato. Ne aveva abbastanza anche solo con i commenti del demone.

“Addirittura?” chiese fingendosi falsamente sorpreso “Se riesci da solo allora quella bestiaccia è proprio inutile.”

“Quel bastardo!” tuonò Kurama, alzandosi in piedi e grattando con gli artigli sul pavimento di quella che era stata la sua prigione per tanto tempo “Avvertilo che se si azzarda a darmi di nuovo della bestiaccia, lo sbrano!”

Naruto si massaggiò stancamente le tempie.

“Sarei curioso di sapere quando la smetterete di attaccarvi in questo modo.” commentò “Quanti anni dovranno passare prima che riuscire a farvi andare d’accordo?”

Contemporaneamente, senza nemmeno mettersi d’accordo, esclamarono un “Illuso!” nello stesso istante e con il medesimo tono di scherno. Il biondo trasse un lunghissimo sospiro. Si sarebbe dovuto occupare anche di quello prima o poi.

“Comunque sia...” riprese “Non hai risposto alla mia domanda, Teme.”

“Tsk, pare che tu abbia una passione per le risposte ovvie eh?”

“Teme!” lo ribeccò.

“Ero certo che avresti dato di matto nel sentire che razza di obiettivo si è imposto quel ragazzino.” ammise “Ma pare che un po’ di maturità tu l’abbia raggiunta visto il modo in cui hai accettato il rifiuto di tuo figlio.”

“Non gli avrei mai imposto di diventare Hokage.” disse, con un piccolo sorriso “Sono rimasto basito, non posso negarlo ma la determinazione che aveva negli occhi non gliel’avevo mai vista prima. Ha detto di voler proteggere tutti qui al Villaggio senza doversi assumere questa carica. Significa che quando ci siamo parlati, mi ha ascoltato. Anche se rifiuta il mio ruolo, ha capito perché lo faccio.  E ha sviluppato questa sua ambizione personale. Come potevo non essere fiero di lui?”

Il moro fece spallucce come se non riuscisse a comprendere tutta quella fierezza ma la lieve incurvatura delle labbra verso l’altro tradiva quel gesto. L’Uzumaki tuttavia non lo colse e gonfiamento il petto, continuò:

“E’ un tipo ambizioso poi! Proprio come me!”

“Piuttosto direi che è fastidiosamente cocciuto come te, Dobe.” commentò tornando al suo tono indifferente.

Quell’affermazione suonò alquanto strana al biondo. Gli ritornò l’eco di una frase pronunciata da Sasuke solo qualche minuto prima e al quale non aveva dato subito peso ma che adesso sembrava alquanto importante.

“Sasuke...?”

“Mh?”

“Sei venuto qui per vedere la mia reazione alle parole di mio figlio ma come facevi a essere a conoscenza dell’obbiettivo di Boruto?” chiese con un presentimento che non gli ispirava nulla di buono.

Il moro assunse un’aria alquanto seccata e si portò una mano tra i capelli. Sembrava rassegnato.

“Semplice.” fece atono “ Perché mi ha tartassato affinché diventassi il suo maestro per poterti superare, Dobe.”

“CHE COSA?!” urlò a pieni polmoni Naruto.

“Brutto Idiota!” lo rimproverò aspramente l’altro “Vuoi rompermi i timpani per caso? Tuo figlio strilla allo stesso modo!”

“Perché ha chiesto a te una cosa del genere?!” domandò l’altro senza ascoltare le sue lamentele, troppo scosso da quella notizia.

“E’ abbastanza maturo da rendersi conto che è, purtroppo, l’unico modo di raggiungere il suo scopo.” commentò sconsolato.

“Ma tu...tu hai detto di no, giusto?” chiese speranzoso. Non tanto perché avesse scelto qualcuno al di fuori di lui per allenarsi ma più per il fatto che si trattava del suo rivale di sempre.

Purtroppo l’uomo davanti a sé scosse la testa.

“Mi ha tormentato tutto il giorno. Sono stato convinto per esasperazione.” ammise.

Una consapevolezza lo colpì all’improvviso.

“Quindi domani...deve allenarsi con te? Per questo è voluto andare a casa a prepararsi?” balbettò.

“Immagino di si.”rispose “Non credere che la cosa mi faccia piacere. A malapena sopporto te, figurarsi un Uzumaki in miniatura e in fase di crescita per lo più. Se è come te quando avevi la sua età per me sarà una vera impresa.”

Quell’ultima affermazione riuscì a far dimenticare a Naruto tutta la sorpresa che lo aveva invaso, risvegliando completamente quel senso di rivalità bruciante che negli anni si era un po’ attenuato.

“Che blateri, Teme?! Sono sempre stato più forte di te, sempre! E mio figlio ti dimostrerà quanto sa essere in gamba, ne sono sicuro! Supererà anche te! Quindi vedi di non fare lo stronzo limitando il suo potenziale e allenalo come si deve, altrimenti dovrai vedertela con me!”

Colpito da tutta quella grinta, Sasuke scosse appena la testa rassegnato nell’ascoltare il rivale infervorarsi solo perché si era permesso quel paragone. Naruto non sarebbe cambiato mai.

“Certo, Dobe.” disse per accontentarlo, cosa che indispettì ancora di più l’Hokage “Ora devo andare. Immagino che dovrò inventarmi qualcosa da far fare al tuo marmocchio domani.”

Si stava nuovamente avviando verso la boscaglia ma dopo aver fatto pochi passi si fermò.

“Un’ultima cosa...”

“Che altro c’è, stupido Teme?!” domandò stizzito il biondo a braccia incrociate.

“Ricorda che anche tu dovrai vedertela con me se tuo figlio si avvicina troppo a Sarada. Tieni a freno quel marmocchio oppure il primo a pagarne le conseguenze sarai tu.” E mentre finiva quella frase, voltò il capo quanto bastava a mettere in mostra lo sharingan e a trasmettergli un sensazione di gelo con una serietà che negli ultimi anni gli era capitato raramente di vedere.

Naruto non sapeva davvero cosa rispondere al moro mentre la sua testa rischiava seriamente di esplodere dal momento che alla vista dello sharingan, nella sua mente Kurama aveva preso seriamente a inveire contro il suo amico con una lunga serie di insulti e lo incitava a impedire che diventasse il maestro di suo figlio per evitare che venisse contagiato dalla sua influenza “bastarda fino al midollo”, come continuava a ruggirgli senza minimamente curarsi del fatto che gli stesse procurando un ingente mal di testa.





Alla riunione con il Raikage quel pomeriggio riuscì a malapena a prestare attenzione. Pensieri di tutt’altra natura gli impedivano di concentrarsi a dovere...

Suo figlio avrebbe iniziato ad allenarsi con il suo eterno rivale.
Sasuke lo avrebbe fatto cadere in qualche illusione o lo avrebbe fatto a pezzetti con la Kusanagi se non avesse provveduto a controllare l’evolversi del rapporto tra suo figlio e Sarada.
Se solo avesse permesso a Kurama di uscire dal suo corpo, di certo non si sarebbe limitato più solo agli insulti ma avrebbe cercato Sasuke in lungo e in largo per poterlo ridurre in briciole.

“Hokage ma mi sta ascoltando?” domandò Darui, seccato di non ricevere la dovuta attenzione.

“N-naturamente.” disse. Ma stava mentendo. Un solo pensiero lo dominava.

“Essere l’Hokage non è nulla in confronto all’essere padre. Cosa farò quando anche Himawari inizierà a diventare grande?”


 
 
 

 
 
Note finali: E con questo, ho concluso sul serio! Un’ultimo scambio con il nostro moretto e il mio amatissimo Vopone, non poteva assolutamente mancare a questa storia siccome hanno entrambi svolto un ruolo importante in essa ^^ Mi auguro con tutto cuore che vi sia piaciuto come extra che diciamo conclude comunque tutta la vicenda! Voglio dedicare questo extra a Vavi_14 in quanto credo che senza le chiacchierate fatte su Boruto e su Sasuke a questa storia sarebbe mancato qualcosa, invece sono felice della piega che ha preso e quindi voglio ringraziarla di cuore! <3

Veniamo quindi ai saluti. Ringrazio immensamente tutte le persone che mi hanno seguito in questa piccola avventura e che mi hanno mostrato il loro sostegno quindi un ringraziamento speciale a ciaoarigatou iiii, Nede, Vavi_14, krys, Ahiryn, YourCorpseBride, crazyfrog95, Ele192010, Soly Dea, emili16, LadyN, principe delle stelle, Neko per aver dedicato un po’ del loro tempo a recensire i capitoli, grazie di cuore <3 E anche un grazie alle 27 persone che hanno messo la storia tra le preferite, le 9 che l’hanno messa tra le ricordate e le 45 che l’hanno messa tra le seguite! E grazie anche a chi ha letto silenziosamente, grazie di essere giunti fin qui! Insomma grazie a tutti per la vostra lettura e la vostra attenzione! Alla prossima! :D
  
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