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Autore: masked_lady    23/01/2009    4 recensioni
Ambientata nell'estate dopo la fine del settimo libro, narra gli avvenimenti del settimo anno effettivo di hogwartz, gli amori e le difficoltà, nonchè un'ulteriore prova da superare per i nostri eroi. Ma soprattutto, fa la sua ricomparsa Sirius Black, che riuscirà, misteriosamente, a tornare nel mondo reale. Troverà Il modo di tornare in vita? E se trovasse l'amore, quello vero, che non aveva mai conosciuto? Gelosie, dolori e delusioni sono in agguato. Personaggi un pò tutti, ma i protagonisti effettivi sono ron, sirius, hermione. ma che aspettate? leggete leggete leggete.......... e commentate.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Melanconia

Melanconia

 

Quando si svegliò, Hermione vide che accanto a lei non c’era nessuno. Evidentemente Ron si era svegliato prima di lei ed era tornato nella sua stanza. Non doveva averlo fatto molto tempo prima, ad ogni modo, perché la parte di materasso accanto a lei era ancora tiepida.

Oh, Ronald! ” pensò la ragazza, sbadigliando e ripensando alle ultime ore “ Sempre lo stesso. Nascondi a tutti la tua natura dietro una maschera di timidezza spessa ed insondabile. Ma mi piaci anche per questo.

Si alzò a mezzo busto e guardò fuori dalla finestra. Il sole era già alto nel cielo, quindi aveva dormito più del solito. Del resto, con un sonno agitato come quello che aveva avuto lei, era più che comprensibile che, una volta addormentata, ne approfittasse involontariamente.

Si alzò dal letto un po’ riluttante e si diresse barcollando nel bagno. Era completamente nuda e con i capelli scompigliati dal sonno. Quando si guardò allo specchio represse a stento un’esclamazione di rassegnazione.

Quando una persona si alza dal letto, di solito non è mai un bello spettacolo, ma lei, quella mattina era veramente un disastro! Il pochissimo sonno che era riuscita a concedersi non le aveva fatto gran che bene. Aveva la pelle opaca, tirata sugli zigomi, gli occhi piccoli e gonfi e numerosi segni del cuscino sulle guance. I capelli completavano il quadretto, scompigliati e crespi come un cespuglio di arbusti.

« Oh. Mio. Dio. » disse, scandendo con attenzione le parole. Sospirò profondamente e poi cominciò a sistemarsi. Si sciacquò il viso con acqua fredda, cercando di svegliarsi. L’impresa, però, era davvero ardua.

Fece una doccia veloce, lavando anche i capelli, nel tentativo di aggiustarli. Quando ebbe finito, si sentì meglio, anche se aveva ancora la mente un annebbiata. Terminò di vestirsi, scegliendo un paio di pantaloni a vita bassa e una maglietta rossa con lo scollo a “v” piuttosto larga.

Non appena si sentì a suo agio, scese in cucina per la colazione, trovando tutti già seduti a tavola, con davanti i resti di quella che sembrava essere una fantastica colazione degna della cucina di Molly Weasley. O meglio, di quella che doveva essere stata una meravigliosa colazione. Infatti, tutti quanti avevano davanti a loro piatti vuoti, ma che chiaramente avevano già usato.

« Buongiorno! » la salutò subito Harry, dedicandole un gran sorriso. Accanto a lui c’era Ginny e anche lei non sembrava aver dormito molto. Hermione si domandò se per caso non avesse anche lei fatto sogni strani.

Sforzandosi per non addormentarsi in piedi, sorrise a sua volta « Buongiorno ragazzi! »

« Sciao Mione! »

A salutarla, stavolta, era stato Ron. Nel guardarlo, la ragazza non potè reprimere una risatina: aveva la bocca talmente piena di brioche al cioccolato che le guance sembravano sul punto di esplodere.

« Sempre il solito, mio fratello, non è vero? » commentò Ginny, versandosi dell’altro caffè.

Hermione prese posto accanto a lei, guardandosi intorno prima di imitarla. Se c’era una cosa di cui aveva bisogno quella mattina, era proprio una buona dose di caffè.

« Non volevo commentare, Ginny, » rispose « ma visto che lo hai fatto tu per me… » Sorrise all’amica, con aria complice.

Non appena il sorriso svanì dalle sue labbra, ella sentì che c’era qualcosa di strano in lei, quel giorno. Si sentiva quasi triste, come se le mancasse qualcosa. In un primo momento diede la colpa al sonno ma non ne era del tutto convinta.

« Hai dormito ben, Herm? » le chiese l’altra « hai una faccia un po’ sconvolta. »

Lei rise, prendendosi in giro « In effetti ho avuto una nottata difficile. »

A quella risposta, travisando ciò che intendeva, Ron arrossì fino alla punta delle orecchie, sentendosi coinvolto.

« Comunque, Ginny, » continuò lei « Devo dire che anche tu hai lo sbadiglio facile stamattina. »

Fu il turno di Ginny di arrossire. « …anche io ho avuto una notte un po’ insonne. »

Hermione scoppiò a ridere nonostante si fosse ripromessa di mantenere un certo contegno. Nella sua risata, però, continuava ad esserci un fondo amaro. La sensazione era simile a quella che si prova quando si ha ferito i sentimenti di qualcuno e ci si sente in colpa, ma la ragazza non capiva: I sentimenti di chi poteva mai aver ferito? Era del tutto irrazionale quello che le stava accadendo.

La voce di Harry la riportò alla realtà, distogliendola dai suoi pensieri, cupi almeno quanto il sogno.

« Allora, cosa vogliamo fare oggi? » chiese rivolgendosi a tutti gli altri, con un gran sorriso.

« La mamma è fuori per tutta la giornata, papà è al lavoro… » considerò Ginny « George…… è ancora via. » quelle ultime parole vennero pronunciate molto piano. L’argomento era ancora molto doloroso: dalla morte del gemello Fred, George era stato di rado a casa con loro, preferendo trascorrere la maggior parte del tempo al negozio, oppure nell’appartamento che aveva acquistato appena un mese prima. Per quanto riguardava Hermione, cominciava a domandarsi se quel ragazzo si sarebbe mai ripreso.

« Come sta? » chiese. Da quando era arrivata, due settimane prima, alla Tana, non lo aveva mai incontrato.

« Non bene. »

« Ma sta provando a reagire? »

Fu Ron a rispondere « Credo di si. Si impegna nel lavoro e nella sistemazione della nuova casa, ma temo che ci vorrà molto tempo ancora prima che ritrovi se stesso. »

« Non posso certo biasimarlo! » commentò Harry con fervore.

« Neppure noi, Harry, » tentò di calmarlo Ginny « Ma se non cerca di dimenticare, di vivere felice nonostante quello che è successo, impazzirà. »

Hermione rimase in silenzio, ma nel profondo sentiva di essere d’accordo con l’amica. Capiva benissimo che la morte di Fred avesse sconvolto George più di quanto avesse fatto con tutti gli altri, ma bisognava davvero trovare una soluzione a quel punto.

« Fred era tutto per lui, Ginny. Possibile che tu non lo capisca? » insistette Harry.

« Come osi Harry James Potter! » lo apostrofò lei alzando notevolmente il tono di voce « Fred era anche mio fratello e significava moltissimo anche per me. Sono ancora scossa dalla sua scomparsa, quindi non insinuare nulla solo perché desidero che l’altro mio fratello non viva nel dolore! »

Si alzò in piedi, lasciando Harry confuso e dispiaciuto. Aveva compreso di aver parlato a sproposito ma era troppo tardi.

« Ottimo lavoro davvero, Harry! » disse acida Hermione, alzandosi a sua volta per correre dietro a Ginny « Conosco una pietra che ha più sensibilità di te. »

« Andiamo, Mione…io non volevo… »

« Oh, tu non volevi? » gridò lei fermandosi prima di salire le scale, « , che tu lo volessi o no, Harry, sei stato spregevole. Ginny è scossa quanto George, solo che, a differenza di lui, che è solo, lei ha noi. Ha te. Per questo era riuscita a superare prima la cosa. »

Sospirò, distogliendo lo sguardo da lui e da Ron, che era rimasto in silenzio durante tutta la discussione « Ma se ti comporti così con lei, probabilmente conta sulla persona sbagliata. »

Cominciò a salire le scale con passo pesante, cercando Ginny.

La trovò perché i suoi singhiozzi risuonavano in tutto il piano superiore. Era sdraiata bocconi sul letto, il volto sepolto tra i cuscini. Piangeva come una fontana.

« Ginny! » disse Hermione sedendosi accanto a lei « Non fare così. Harry è stato un idiota, su questo non c’è dubbio, ma non ha detto quelle cose per cattiveria. »

« Ah no? » replicò quella in un sussurro intervallato da singhiozzi « E, dimmi, perché allora? »

Effettivamente Hermione non sapeva cosa dire a quel punto. Era davvero certa che il ragazzo non avesse fatto altro che parlare troppo, ma certamente Ginny aveva ragione. Nulla avrebbe potuto consolarla.

La lasciò sfogarsi mentre le accarezzava piano i lunghi capelli rossi. Ci vollero alcuni minuti prima che si fosse calmata, ma alla fine si alzò a mezzo busto, guardando l’amica con occhi tristi.

« Herm, posso chiederti una cosa? »

Hermione sorrise dolcemente « Ma certo. »

« Tu e mio fratello…. Ecco… » sembrava alquanto imbarazzata. Teneva gli occhi bassi e si torceva le dita nervosamente « Voi… Oh, insomma, dimmi che capito, Mione! »

La ragazza era oltremodo confusa, ma quando Ginny pronunciò le ultime parole, tutto si fece miracolosamente più chiaro. Cominciò a domandarsi dove la sorella del suo ragazzo volesse andare a parare.

Abbassò gli occhi a sua volta e arrossì violentemente. Quella, in effetti, fu una risposta più che sufficiente per la rossa, che sorrise tra le lacrime.

« Lo immaginavo, sai? Tu e Ron siete così teneri.. »

Hermione sorrise « E anche così impacciati! » completò.

Entrambe, a quel punto, scoppiarono a ridere di gusto. Quando la loro risata fu spenta, si abbracciarono.

Hermione guardò l’amica negli occhi « Che ne diresti di andare di sotto a parare con Harry? »

« Dici che dovrei? »

« Dovete fare pace. » le rispose sicura « Se lui a volte è sciocco, tocca a te farglielo capire, con la gentilezza che è solamente tua. »

Come sempre, Hermione riuscì a risolvere una situazione di crisi. Era una sua speciale capacità.

Quando, però Ginny lasciò la stanza, dopo averle dato un bacio sulla guancia, rimase sola, non potè fare a meno di notare che si sentiva stranamente depressa. Solitamente, quando riusciva a fare qualcosa di buono, si sentiva a meraviglia.

Si disse che era tutta colpa della nottata difficile che aveva passato. Ripensò con un brivido a quel sogno così strano che aveva fatto e si sentì, se possibile, ancora peggio.

Ma mentre lasciava la stanza per andare di sotto e raggiungere i suoi amici, le parve di sentire nuovamente la voce del sogno chiamarla disperatamente.

  
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