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Autore: vale93    01/08/2015    5 recensioni
«C'era qualcosa di estremamente strano e inquietante nel modo in cui si era comportato Malfoy quel giorno, quasi non fosse stato lui a parlare, ma un ragazzo con le sue sembianze. Rivalutò l'ipotesi di un compagno della serpe imbevuto di polisucco, ma ciò le sembrò ancora più assurdo. Chi mai si sarebbe arrischiato a rubare l'identità al figlio del Mangiamorte più temuto della scuola, e per quale scopo?»
La storia si ambienta durante l'ultimo periodo di apprendistato ad Hogwarts, e non tiene conto degli ultimi avvenimenti riguardanti il viaggio del trio in cerca degli Horcrux nè del fatto che Silente sia stato assassinato. Niente di ciò che avviene nell'ultimo libro ha a che fare con questa fiction, che si propone come uno spaccato sulla vita di due dei più interessanti personaggi della saga, sui quali molti aspetti sono rimasti oscuri.
Sul vero carattere di Draco, sul suo rapporto con gli altri, su quello che può succedere fra due individui ostili nel momento in cui si trovano a interagire in ragione di una scommessa ruota la storia che vi apprestate a leggere, la quale trae il suo titolo dall'omonima canzone di Fabrizio Moro.
Genere: Mistero, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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20
Capitolo 19
~~





-Hermione!- Ginny spalancò la porta, entrando.
La stanza disordinata era rischiarata dalla luce che filtrava dalla finestra, resa azzurrina all'incedere della sera. 
La trovò seduta sul letto, con ancora i vestiti dell'uscita, una cera a dir poco spaventosa.
-Che cosa è successo?- chiese, trafelata. Aveva il cappotto ancora indosso, come se non avesse avuto il tempo di toglierlo da quando aveva messo piede nel castello. -Ron ci ha detto che non ti sentivi bene, sei sparita all'improvviso! Ti abbiamo cercata d'appertutto prima di capire che eri tornata indietro. Si può sapere cosa...- si interruppe, accorgendosi del nero che cerchiava gli occhi della ragazza, resi lucidi da uno strato di acqua che non prometteva nulla di buono.
-Santo cielo, hai la febbre?- chiese, sporgendosi sul suo viso.
Hermione scosse la testa, allontanandola.
-Sto benissimo- rispose, ma la sua voce uscì talmente roca da non risultare credibile.
-Non direi- osservò l'amica, perplessa.
Hermione la guardò da basso, e lei si rese finalmente conto che qualcosa non andava, ma non a livello fisico. Ammutolì improvvisamente, colpita da un presentimento.
-Qualcosa è andato storto?- domandò.
La riccia si passò una mano sulla guancia, dove probabilmente qualcosa di umido l'aveva bagnata poco prima che lei arrivasse. -Qualcosa?- ripetè, lievemente amara.
Ginny non rispose, ma chiuse le labbra. Poi decise di togliersi il cappotto e di sedersi sul materasso accanto a lei.
Hermione si girò pallida come un cencio e disse: -Era un appuntamento.-
La pausa successiva servì a comunicare alla mente della compagna a che cosa si riferisse.
-Credevo che uscissimo solo per lasciare te e Harry da soli, invece era un appuntamento. E io non ne sapevo niente.-
Non servirono altre parole per rendere la ragazza consapevole di quello che era tragicamente successo.
-L'ho lasciato senza neanche avere il coraggio di dirgli qualcosa!- singhiozzò, e strinse le labbra sottili per impedirsi di essere troppo emotiva.
Ginny la vide abbassare gli occhi sulle ginocchia, con l'aria più colpevole e amareggiata che le avesse mai visto in volto, e capì esattamente come stessero le cose.
-Forse avrei dovuto dirtelo- sussurrò mortificata.
Hermione rialzò gli occhi di scatto. -Lo sapevi?-
Girò la testa verso la parete di fronte. -Lo intuivo... Non sapevo niente con certezza, lui non me ne ha mai parlato! Ma me ne ero accorta, vagamente. E' mio fratello dopotutto.-
Hermione annuì, ricordandosi gli avvertimenti che le erano stati dati ma che lei aveva scioccamente ignorato.
-E poi, credevo che in fondo potesse andare bene. Forse, speravo che così... Ho creduto che fosse un buon modo per distrarti da Malfoy.-
Trasalì, come se l'avesse colpita alle spalle.
Ginny le lanciò un'occhiata di sbieco.
Il suo volto si fece ancora più bianco, come se fosse sul punto di svenire o di dare di stomaco sul tappeto.
-L'ho capito sai, che c'è qualcosa di strano fra voi. Il modo in cui ti ha guardata ieri in cima alle scale.. Non è semplicemente un passatempo, vero?-
Hermione non rispose, tesissima.
-Speravo che Ron avrebbe potuto farti cambiare idea.-
Si alzò in piedi, prendendo a camminare. Si torse le mani, passandosele una sull'altra in maniera frenetica. Poi si fermò, girandosi di nuovo a guardarla.
-E' proprio questo il problema- disse rigida. -Non solo Ron... C'è dell'altro. L'ho incontrato oggi, mentre ero là. Ron era da Fred, ma io sono uscita. Lui è arrivato e...- si accorse di non riuscire a dire quelle parole. Lo stomaco le si era ristretto, rendendole difficile persino respirare. Provò a pronunciare la fine della frase, ma la voce non uscì, intrappolata.
Ginny da basso la guardò stupita, aspettando che lei terminasse. La vide fissarla sconvolta, gli occhi scuri cerchiati e le iridi spalancate, come se dovesse confessarle un omicidio. E allora capì.
-Oh...- mormorò, colpita. La sua espressione venne invasa istantaneamente da un'ombra scurissima, come se incredulità e disappunto si mischiassero involontariamente dentro al suo cuore.
Hermione la osservò tesa prendere piena coscienza di ciò che le aveva detto, anzi non detto, e attese ansiosa che le sbraitasse contro, o che la piantasse in asso per andare a consolare il fratello. Dopotutto, se lo sarebbe meritata.
La rossa tacque per lunghissimi istanti, le iridi azzurre abbassate sulle gambe di Hermione, probabilmente in schock. Quando tornò a parlare, non disse nulla riguardo all'accaduto, nulla riguardo al suo comportamento, nulla che potesse ferirla o rimproverarla. Solo: -Forse è arrivato il momento di dirlo a entrambi, non credi?-
Ed Hermione seppe che aveva finalmente ragione.

Lo trovò sul divano di fronte al camino, le mani raccolte e i gomiti sulle ginocchia, mentre Harry gli faceva compagnia. Appena la vide scattò in piedi, spalancando gli occhi come se avesse visto un fantasma. -Hermione!- esclamò.
Lei gli lanciò uno sguardo spento, scendendo le scale.
Harry alzò gli occhiali su di lei e sembrò percepire la sua tensione. Così, si allontanò dal focolare, guardandola titubante avvicinarsi.
Ron la scrutava attentamente, a fianco al bracciolo, cercando di studiarne l'espressione. Fu solo quando Harry scomparve dietro alla porta del dormitorio, in cima alla scalinata, che glielo chiese: -Come stai?-
Lei strinse le labbra con occhi crepitanti, la gola chiusa.
-Mi dispiace- fu la risposta.

Lui non chiese per cosa, perchè aveva capito, il suo sguardo afflitto glielo aveva detto appena entrata.
-Ti voglio davvero bene, lo sai...-
Non rispose, scuotendo la testa.
-Non ci provi nemmeno- sussurrò.

-Cosa..?-
-Non ci provi- ripetè. -A darti una possibilità... Sei convinta di non volere più nessuno, hai lasciato che quel bastardo ti spegnesse.-
-Non capisco... di che parli?- sgranò gli occhi.
Quelli del ragazzo la guardarono come se fosse una bambina poco scaltra. -Di Krum, naturalmente.-
Il cuore di Hermione si contrasse, accusando il colpo.
-Cosa dici?-
-Lo sai bene. Pensi che non sappia quello che hai passato? Ginny me lo ha detto. Eri davvero invaghita.. ma lui ti ha scaricato, senza neanche dirti niente. Non siamo tutti così.-
Hermione spalancò la bocca, sbigottita. -Non si tratta affatto di questo- esclamò -Che cosa c'entra? Quella è acqua passata...-
-Sì, e da allora non ne è scorsa più di nuova. Hai chiuso i battenti, lo sappiamo tutti.-
Richiuse la bocca, sgomenta.
-Sarebbe diverso- disse allora lui facendo un passo avanti. -Lo sai che lo sarebbe...-
-Non sai di cosa stai parlando- indietreggiò di scatto. -Krum non c'entra niente con questa storia, si parla di me e di te-
-Appunto. Io sarei diverso. Ti tratterei bene, potresti fidarti.-
Hermione scosse la testa. -Non ho alcun dubbio sulla mia fiducia. E' il sentimento a essere diverso... Sono certa di quello che dico...-
Il ragazzo lasciò andare le mani sui fianchi, seccato.
-Non puoi sapere come andrebbe- ribattè. -Diamine, Hermione!-
Ma lei rimase irremovibile, pur straziata al pensiero di star ferendo l'amico più di quanto si fosse aspettata.
-Perchè non ci provi almeno? Sono passati due anni, miseriaccia, due anni! Perchè non ti dai almeno la possibilità di vedere come va, di fare un tentativo-
-Non si tratta di questo- ribadì, cocciuta, -Non ho nessun problema con quello che è successo, ormai è storia chiusa. Non ho paura di reinnamorarmi, non ho sfiducia nel genere maschile, se è quello che stai pensando.-
Lui fece per ribattere ma lei lo precedette -Sei solo un amico, Ron-
La fissò.
-Il migliore che potessi desiderare, davvero... Ma è una cosa diversa-.

Lo vide abbassare gli occhi, stringendo le labbra. Poi tornò a guardarla. -E se invece non avessi il coraggio di provare a cercare qualcosa di più? Se cambiassi idea?-
-Ronald, io so di poter provare qualcosa per qualcuno- 
Lui emise un verso secco, sbuffando. -Ah davvero? E com'è possibile, se nemmeno dai modo ad altri di provarci?-
Sentì le guance infiammarsi, percependo la schiena vibrare con un brivido.
-Ti sbagli- disse.
Lui alzò gli occhi su di lei, scettico. Hermione raccolse il fiato, pallida come un cencio, i nervi tesi a cercare di tenere insieme le forze che stava accumulando. E sputò il rospo.
-C'è già qualcuno.-
Lo vide sgranare gli occhi, basito.
Lei mantenne i suoi alti, nonostante il suo corpo avesse preso a tremare impercettibilmente. -Non da molto... in realtà non è successo nulla di importante..-
Il volto dell'amico sembrò contrarsi disumanamente, contorto da uno strano sentimento.
-Pensavo di dirvelo a breve, credevo..-
-Chi?- fece lui interrompendola, mentre un qualcosa di convulso e violento gli cresceva piano in seno.
Hermione sentì la voce andarsere, seccata insieme alla gola. Il cuore si contrasse, le pulsazioni divennero udibili, il sangue bollente nelle vene.
-Malfoy- sussurrò, in modo appena percettibile.
Il mutamento di Ron si congelò, quasi come pietrificato da un incantesimo. Hermione si disse che forse non l'aveva sentita, avendo parlato così piano.
Passarono interminabili secondi di silenzio, immobili nell'aria della stanza.
Lei si fissò le scarpe, attendendo la reazione. Questa, seppure in ritardo, arrivò in un lampo, sferzante.
-Cosa?- ruggì.
Il volto dell'amico era paonazzo. Sembrava sul punto di esplodere o di fumare vapore da un momento all'altro.
Lei abbassò le palpebre, deglutendo. -Malfoy- ripetè.
Lui scattò avanti sconvolto.
-Che cosa stai dicendo? Mi prendi in giro?- Il tono con cui parlava era frenetico, fuori di sè.
-Mi piacerebbe- rispose lei piano, -Non è una cosa che ho potuto scegliere.-
-Sei fuori di testa!- sbraitò -Malfoy! Che cosa diavolo ti salta in mente, che cosa diavolo stai dicendo! Tutti questi anni di insulti, a farti sentire uno schifo, che cosa cazzo è successo?-
Hermione trasalì, sentendosi invadere dalla furia del compagno. Cercò di tenergli testa, ergendosi in piedi con la schiena dritta e i pugni chiusi.
-So benissimo di chi stiamo parlando- replicò -So benissimo che cosa mi ha fatto, non sono una stupida!-
-Stupida! Lo sei invece, eccome!- sputò. -Una folle, che cosa diavolo può essere successo per farti dire una cosa simile? Sei stata stregata per caso?- e nel momento in cui lo disse i suoi occhi si spalancarono sul suo volto, perdendo un po' della loro violenza.
-Oddio, deve essere così- esclamò.
Ma Hermione scosse la testa energicamente, stizzita. -Sono perfettamente in me, Ronald! Se solo tu mi lasciassi spiegare, invece che urlarmi contro...-
Il viso del ragazzo tornò a deformarsi. -Spiegare? Non c'è alcuna spiegazione! Sei completamente impazzita! Criticavi tanto lui, le ragazze.. e guarda come sei finita. Uguale a loro, peggio! Un'ipocrita, bugiarda..-
Hermione sentì la propria sicurezza vacillare, attaccata da quegli argomenti.
-Non dire scemenze- si difese, -Non è successo niente, ci ho soltanto parlato. Se solo tu ascoltassi ogni tanto potrei spiegarti tutto, non ho fatto niente di male.-
-Ascoltarti! Mi stai dicendo di essere innamorata del ragazzo che ti ha insultata per i sei anni che sei stata qui, che ha insultato tutti noi, anzi. E dire che lo disprezzavi tanto, hai una bella faccia tosta! Forse è questo che tentavi di fare per tutto il tempo, attirare la sua attenzione-
-Forse è per questo che non ti ho detto niente- replicò lei, ferita, -Non vuoi mai capire-
Lui ricambiò l'attacco con espressione sprezzante, odioso. -Cosa? Che sei diventata la sua nuova puttana?-
Fu come se una lama invisibile le avesse trafitto il cuore, infilzandola da parte a parte. Trattenne il respiro, sentendolo fermarsi in gola. I suoi occhi scuri si spalancarono vitrei sul suo volto, inorriditi.
Lui non abbassò i suoi, non si pentì. La guardò con odio e disprezzo, e anche con una punta di sadismo.
In momenti come questi qualcuno arriva sempre a salvare la situazione, Harry sbuca da una porta e si precipita a dividerli; Ginny molla uno schiaffo a Ronald, facendolo tornare in sè. Ma in quel frangente restarono soli, in mezzo a quelle parole terribili pronunciate forse un po' troppo precipitosamente.
Hermione contrasse il volto in una smorfia, mollando la mano che aveva portato al petto lungo il fianco.
-Sei orribile- disse, la voce atona. Lui non si scompose, lei gli voltò le spalle, e abbandonò la sala.

E' davvero molto triste raccontare di un litigio, e anche un'impresa ingrata. Le emozioni che si scatenano durante una discussione e il dolore che ne segue quando questa finisce, sono cose che non possono essere spiegate a voce umana. Bisognerebbe rincorrere con la mente quelle rare occasioni in cui ci siamo sentiti distrutti, umiliati, traditi da una persona amica.
Hermione rifiutò di scendere a cena, quella sera, e si rinchiuse in camera, vergognosa di farsi vedere. Ginny l'aveva vista rientrare stravolta, ma lei l'aveva allontanata, nascondendosi in bagno. Odiava doverli affrontare, odiava sentire i loro sguardi. Ora che aveva finalmente sputato il rospo, si sentiva uno straccio. Era una delusione per tutti loro, dal primo all'ultimo. Cercò di tenere a bada l'agitazione che quella lite le aveva messo addosso, chiudendole lo stomaco.
Come aveva potuto dirle quelle cose? Ma, soprattutto, come poteva non dargli ragione? Si sentì sommergere dai dubbi che quelle cattiverie le suggerivano all'orecchio, tentando in tutti i modi di restare a galla. Non c'era nulla che la accomunasse a loro. Non era come quelle ragazze. Lei non gli aveva certo dato spago... Si sentì persa. Come era potuta arrivare a quel punto? Malfoy l'aveva baciata, e per quanto inaspettato fosse stato quel gesto, lei era l'unica colpevole per avergli permesso un atto del genere. Non erano forse state già diverse le occasioni in cui il loro rapporto si era irrimediabilmente confuso? Non avevano forse vissuto già più di una situazione ambigua?
Si chiese se le altre ragazze sapessero a cosa andavano incontro quando accettavano di andare con lui e improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, un dettaglio che a lungo è rimasto nascosto ma che inaspettatamente salta di nuovo fuori, ricordò Pansy.
Si era dimenticata di lei, durante quel mese. 

Sentì un brivido attraversarle la schiena.
Malfoy stava con lei. Fissò lo specchio senza muoversi, per un tempo interminabile. Lui non era mai stato solo, neanche quando l'aveva portata in camera sua e le aveva chiesto di restare con lui durante la gita. Non era solo. Come aveva potuto scordarlo?
Scivolò a terra, pietrificata. Quella non era certo la situazione in cui si sarebbe mai immaginata di finire. Aveva completamente perso il senno, aveva ragione Ronald. E il peggio è che quello che gli aveva detto era vero: in quel momento, all'angolo del vicolo, immobilizzata fra il muro e il corpo del ragazzo, aveva provato qualcosa.



~~


L'indomani mattina scese con volto pallidissimo, le labbra strette. Ginny l'aveva consolata come aveva potuto, e, a sentire dal fratello come si era svolta la discussione, aveva inspiegabilmente deciso di prendere le sue parti. Hermione non poteva certamente aspettarselo, e le si era mostrata infinitamente grata. Quando entrò in Sala, puntò gli occhi scuri sulla zazzera corvina di Harry. Lui gli stava davanti, lo sapeva, vedeva il contorno rosso della sua testa dietro la sua.
Si fermarono alle spalle del moro ed Hermione vide Ron alzare lo sguardo su di lei. La sua espressione mutò, oscurandosi. Si rese conto che non c'era pentimento nei suoi occhi, nemmeno una briciola di rimorso. Solo odio.
Ginny si era già fatta largo sulla panca, per permettere a sè e a Hermione di sedersi, ma lei rimase in piedi. L'amica la guardò interrogativa. Ron tornò a mangiare la sua colazione, così come Harry, che non si era mosso. Non si era girato. Non le aveva neanche rivolto il saluto.
-Gin- disse; la gola le faceva male. -Vado da un'altra parte- e girò i tacchi per allontanarsi il più possibile.
Fortuna che le lezioni erano finite, e che non doveva costringersi a entrare in classe insieme agli amici, o avrebbe finito per avere un esaurimento nervoso. Per tutta la durata della giornata si eclissò e nascose nei posti più impensati, col chiaro intento di evitarli tutti. E, ovviamente, di evitare Malfoy.
Questi sembrava al contrario intenzionato a intercettarla, perchè saettò più volte con gli occhi per i corridoi. Approfittando della baraonda che rimestava in vista dell'imminente partenza, setacciò ogni angolo del castello in sua ricerca, domandandosi quanto di quell'improvvisa sparizione fosse legato al bacio che le aveva dato. Si convinse che lo evitava, quando arrivato il pomeriggio non la trovò neanche al lago, e ciò lo inquietò notevolmente.

Non era abituato a sentirsi ignorare, e dimostrare una così lampante reticenza nel vederlo gli sembrava un'enorme mancanza di rispetto. Poco importava che fosse stato lui, la maggior parte delle volte, a trattarla in quel modo. Non accettava di subire quello che lui stesso le aveva fatto, e anzi il sapere cosa si prova a evitare qualcuno da cui si è cercati lo rendeva ancor meno flessibile.
Hermione si trovava sul Ponte Sospeso, girando silenziosa avanti e indietro, contrita. Aveva circumnavigato l'intero castello da quella mattina, fermandosi dove sapeva non esserci nessuno. Adesso, affacciata su quel baratro vertiginoso fra le rocce, si sentì estremamente stanca. Lontana da ognuno dei suoi amici, che in quel momento dovevano crederla impazzita, sentì per la prima volta l'acuta follia di quello che aveva fatto fino a quel momento. Persino Ginny, che aveva preso le sue difese contro il fratello, la guardava in modo diverso. Aveva deluso ognuno di loro in modi differenti, e il peggio era che aveva deluso se stessa. Come le sembravano lontane le parole che aveva pronunciato quella mattina in Sala Grande... Come si sentiva diversa adesso. Aveva davvero permesso a un individuo che aveva sempre criticato di raggirarla? Il suo orgoglio sembrava essere svanito nel nulla. Eppure non riusciva a credere di essersi sbagliata su di lui, in quei giorni. E' vero, aveva dimenticato Pansy, aveva lasciato che la baciasse senza che l'avesse propriamente messa nella posizione di scegliere, ma non si sentiva ingannata da lui. Tutti quei giorni dovevano pur averle insegnato qualcosa, e quello che sapeva era enormemente in disaccordo con quanto pensava di lui soltanto un mese prima.
Ebbe la triste idea di tornare in stanza, prima dell'ora di cena, e fu un vero peccato. Perchè se solo avesse aspettato ancora un po', Draco sarebbe rientrato nel castello, passando davanti allo sbocco del ponte verso la scalinata, e non l'avrebbe vista. Ma lei sbucò fuori proprio quando lui era lì, e si scontrarono.
Si arrestò di colpo, impietrita. Lui spalancò gli occhi grigi sui suoi e smise di camminare, piantandosi al centro del corridoio. Non fu un momento molto lungo. Hermione sentì il cuore battere furiosamente dentro al petto, e quando lui fece cenno di avvicinarsi, venne presa dal panico. Saettò gli occhi a destra e a sinistra, aspettandosi di vedere Harry o Ronald spuntare all'improvviso.
-Sei qui, allora- disse la voce del ragazzo, con una nota di circospezione. Lei non rispose, rifiutandosi ostinatamente di incrociare il suo sguardo.
-Mi stai evitando per ca-
Scorse Neville svoltare l'angolo del corridoio, e si sentì raggelare. Fece un salto giù dallo scalino, passandogli rapidamente accanto, e si defilò.


A cena sedette nuovamente in disparte. Ginny la cercò con gli occhi, preoccupata, e posò il tovagliolo sul tavolo.
-Vado da lei.-
Ron fece finta di non sentire, continuando a mangiare come se la faccenda non lo toccasse, ed Harry lo imitò. Quando la ragazza si alzò, però, voltò appena la testa, sbirciando la chioma ricciuta in fondo al tavolo.
-Posso sedermi?-
Hermione alzò appena lo sguardo, spostandosi di lato.
Ginny si accorse che aveva il piatto vuoto e le posate intonse.
-Non vorrai digiunare tutto il giorno.-
-E tu creare disappunto in Harry.-
Sbarrò gli occhi, colta in contropiede.
-Mi odia vero?- disse con un sorriso spento. -Mi odiano tutti e due, non si è nemmeno girato a salutarmi.-
-E' solo sotto shock.. tutti e due lo sono. Vedrai che gli passerà.-
-Non mi ha nemmeno rivolto la parola- fece lei come se non l'avesse ascoltata.
-E' stato un colpo duro. Io ero preparata, in minima parte, ma loro... Ci vuole un po' di tempo. Vedrai che anche a Ron passerà.-
-Già- disse lei, improvvisamente fredda. -E' a me che non passerà.- E alzandosi abbandonò la sala in fretta, cercando di non farsi venire una crisi di nervi.
Appena mise piede sulle scale, però, una mano le afferrò il polso: Ginny le era corsa dietro, pentita di come le aveva parlato.
-Mi dispiace- disse -Davvero, parole sbagliate.-
Non rispose.
-Non posso dirti di non essere d'accordo con loro. Insomma, è tutto veramente... incomprensibile.-
Abbassò gli occhi.
-Ma quello che ha fatto Ron è inaccettabile. Non avrebbe dovuto. E sono certa che appena gli passerà la rabbia se ne renderà conto. Non lo pensava davvero.-
-Certo che lo pensava- ribattè.
Ginny si morse il labbro.
-Senti- disse poi, invitandola a rialzare lo sguardo. -Io non mi fido di Malfoy. E non mi piace quello che sta succedendo-
Tacque, a testa china.
-Ma mi fido di te. Mi fido del tuo giudizio. E se davvero qualcosa in lui ti ha fatto... cambiare idea- Hermione si accorse di come preferì non pronunciare altre parole -Allora sono pronta a crederti.-
Rimase in silenzio, fissando le scale.
-Credo che tu abbia visto qualcosa in lui che noi non possiamo sapere, o capire, e sono certa che debba esserci una spiegazione a tutto questo. Per cui... Cerca solo di spiegarglielo. A loro. Raccontagli quello che hai raccontato a me, cerca di far valere le tue ragioni. Sono sicura che sapranno ascoltarti. E, se una volta fatto, continueranno a volerti evitare, beh- fece una pausa, posandole una mano sulla spalla. -Ho già accettato questa pazzia una volta. Non mi tirerò indietro proprio adesso.-
Hermione alzò finalmente lo sguardo, fissandola. Aveva gli occhi lucidi, le sopracciglia incrinate come quando si sforzava di trattenere un'emozione troppo forte.
-Grazie- riuscì solo a dire, in un fil di voce. Ma era con un tono che valeva l'intero discorso.

~

Il 20 Dicembre Hogwarts aprì le porte alle partenze, rilasciando gli alunni più impazienti. La scuola si svuotò di molte ali, la popolazione si dimezzò. L'ingresso era invaso dalle valigie e dalle gabbie di civette, alle otto di mattina, ma già mezz'ora più tardi si era svuotato.
Malfoy attraversò il pian terreno fino all'imboccatura del Ponte, affacciandosi. La trovò lì, seduta sotto a uno degli archi più in fondo.
Quando la raggiunse la vide sussultare, e riuscì appena in tempo ad afferrarla prima che cadesse.
Abbassò gli occhi, arrossendo involontariamente. Lui la sentì tentare di divincolarsi.
-Sarebbe più utile che mi parlassi- disse stringendole le dita sull'avambraccio.
Lei glielo strappò di mano. Lasciò vagare le pupille sul pavimento, visibilmente a disagio, e compì un passo verso l'uscita.
-Ho detto...-
-Di cosa- fece allora, fermandosi, -Esattamente?-
Draco aggrottò la fronte.
-Di quello che è successo- rispose.
Lei rimase immobile. Poi, lentamente, si girò.
-Oppure della tua fidanzata?- chiese.
Il cuore di Draco si fermò di colpo, saltando un battito. Gli occhi si sgranarono.
Hermione aveva riportato i suoi in alto, e sebbene ci fosse dell'imbarazzo, in quello sguardo, a colpirlo più di tutto fu il risentimento. Doveva avercela con lui.
-Pansy- disse. -Sì. Credevi che non lo sapessi?-
-Cosa c'entra lei?- chiese.
-Cosa c'entra con quello che hai fatto?- rispose lei, dura. -Che ti è saltato in mente?!-
La fissò rigido.
-Pensi che non conosca le tue abitudini? Ti ho visto sai, con le Corvonero. Credevo fossimo amici.-
-Lo siamo-
-Non avresti dovuto, allora!-
Draco strinse le labbra, inspirando dal naso.
-Io non sono così- disse lei vivace, scaldandosi, -Non dovevi permetterti. Non andrà come pensi tu...-
-Si può sapere che cosa è successo?- la interruppe.
Lei si bloccò.
-Hai tutta questa rabbia nei miei confronti per un bacio?-
Strinse le labbra, arrossendo appena. -Ho mandato a monte la mia amicizia con Ronald per colpa tua, e anche con Harry. Adesso non mi parlano più.- Lo disse come se fosse una sua responsabilità, come se fosse stato lui a causare quel litigio.
Malfoy sbiancò, impreparato. -Sanno di me e di te?-
-Esattamente.-
Seguirono pochi istanti di silenzio. Draco sentì una vertigine colpirgli la testa e farla girare per un attimo.
-Non hanno avuto una bella reazione. Come dargli torto? Pensano che tu mi stia raggirando per chissà quale scopo e mi disprezzano.-
Il corpo del ragazzo si congelò.
-Vedi? Nemmeno lo neghi!-
Fece per andarsene, furibonda, ma lui l'afferrò per il gomito.
-Ti fidi più dei loro giudizi o del tuo?-
Lei scosse il braccio, ma lui non la mollò.
-Mi fido di quello che vedo, un ragazzo viziato che usa gli altri come vuole, senza alcun rispetto!-
-Non lo pensi davvero-
-Certo che lo penso. Cos'altro dovrei pensare?-
Lui non rispose. Lei fece un verso e gli tolse la mano dalla manica. 
-Credevo che fosse diverso... credevo che noi- interruppe la frase, senza sapere come continuare. Lui la guardò dall'alto capendo esattamente cosa avesse voluto dirgli.
Il suo cuore era un nodo di sterpi e nervi, tirati insieme a contrargli il muscolo fino a fargli male. Come potere controbattere, quando mentiva così spudoratamente?
-Lascia perdere- mormorò, facendo un passo indietro.
La vide girare i tacchi, l'espressione contrita. -Non è vero- disse allora, prima che avesse la possibilità di compiere un altro passo.
Lei attese.
-Qualunque cosa ti abbiano detto. Qualunque.. cosa stai pensando in questo momento, non è vera.-
Tacque, in ascolto.
-Pansy non è.. la mia ragazza. Non la vedo da settimane, te lo assicuro. Era solo un passatempo, una con cui- s'interruppe bruscamente, rendendosi conto di cosa aveva appena detto.
Hermione era tornata a guardarlo, scioccata.
-E così lo ammetti- 
esclamò -Con questa naturalezza! Credevo che almeno facessi finta di... E cosa sono io allora? Il nuovo passatempo?-
La vide stringere i pugni, sconvolta.
-Non è così- fiatò.
-No? E com'è?-
Tacque, sentendosi sulle spine come mai lo aveva fatto sentire in tutte le discussioni che avevano avuto fino ad allora. Non seppe che rispondere, completamente immobilizzato in quella posizione fatale. Lei gli lanciò un'occhiata terribile, disgustata, e strinse i denti.
-E io che credevo di aver visto qualcosa in te, di aver imparato qualcosa..-
Fece per ribattere ma lei continuò -D'altronde cosa dovevo aspettarmi? Mi hai sempre disprezzata no? Sono solo una lurida mezzosangue che non è degna della tua presenza.-
Non rispose, guardandola basito. Cosa c'entrava quello, adesso?
-E allora perchè non mi sei stato alla larga? Cos'è tutta questa messa in scena? Vuoi davvero farmi credere di averlo fatto per.. per..- la vide soffocare le parole, incapace di esprimerle. -E poi andiamo, sei terrorizzato al pensiero che io gli abbia parlato di te! Sei sbiancato appena te l'ho detto, ti vergogni!-
Volle negare, ma non ce la fece.
-Devo veramente essermi bevuta il cervello.-
Abbassò la testa, fissandosi le scarpe. Poi fece dietrofront.
Il respiro tornò a riempirgli i polmoni e riuscì a parlare. -Aspetta- le disse -Aspetta-
Smise di camminare.
Deglutì, fissandole irrigidito le spalle. -Le cose non stanno così-
-Le cose sono così- replicò lei. Ma lui scosse la testa. -Non è vero.- Ormai sembrava essere l'unica cosa in grado di uscirgli dalla bocca.
Fece un sospiro stanco, abbassando le spalle.
-Dimmi tu cosa è vero, allora-.
Lui mandò giù un groppo. Lei attese, in silenzio. Ma lui non riuscì a risponderle. Allora la vide rialzare la testa e tornare a camminare. Stava per mollare, lasciandolo lì con le sue risposte senza senso, quando sentì un colpo allo stomaco, fortissimo.
L'afferrò per un braccio, tirandola indietro. Hermione si sentì spingere contro il torace del ragazzo e affondò la testa nella stoffa della sua divisa. Dietro all'orecchio, dentro al suo timpano, il cuore del Serpeverde martellò tumultuoso contro lo sterno, scandendo i battiti come un tamburo. Sgranò gli occhi sbigottita.

Le braccia del ragazzo premettero contro la sua schiena, tenendola attaccata al petto, pressata. Era come se volesse farla entrare dentro, come se volesse inglobarla dentro di sè, incastrarla in quello spazio. Percepì la pelle della propria guancia prudere, ma più di tutto le pulsazioni del cuore di Malfoy spingere su di essa come se fossero state dita umane. Pompavano frenetiche contro lo sterno, facendo sembrare che dovessero romperlo. Trattenne il fiato.
-Questo- disse lui, sussurrando. -Questo...- e abbassò la voce in un soffio. -E' vero.-








Finalmente! Non vedevo l'ora di tornare a Hogwarts, ve lo giuro. Certo, potrebbero esserci ritorni più allegri, ma ci si accontenta...
Che ve ne pare? Temo di aver sconfinato nell'OOC con più di un personaggio in questo capitolo, soprattutto con Malfoy... Mi dispiace. Ho tentato di scriverlo il meglio possibile, ma è difficile.

Spero ricordiate che il tema "Krum" è comparso più volte nel corso dei capitoli, a partire dal 3, in cui H., dopo aver parlato con Ginny di Harry, pensa a lui. A quanto risulta dai libri, questa è stata l'unica esperienza sentimentale della ragazza in tutto il corso della scuola, se non si contano gli impicci incasinati con Ron. Quindi, dato che nella mia fic lei Ron non se lo fila di striscio, Krum è l'unico ragazzo per cui abbia mai provato dei sentimenti, fino ad ora. In più ho tentato in tutti i modi di suggerire, nel corso della trama, come (questa) Hermione nutra un certo bisogno intimo - più o meno conscio - di trovare una figura maschile che le stia accanto: l'ho suggerito nella prima scena sul lago, e anche una parte della sua visione nello specchio è legata a questo.
Spero di essere riuscita a rendere questo capitolo presentabile, immaginare delle reazioni umane credibili e almeno un minimo vicine ai personaggi originali a questo punto della storia è complicato. (Ps: per Ron mi sono ispirata alla sfuriata che ha fatto a Harry nel libro 7, poco prima di abbandonare lui e Hermione nella tenda, e ad Hermione nel 4°, durante il Ballo del Ceppo).
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e come me la sono cavata.

Un ringraziamento speciale alle ragazze che hanno recensito l'ultimo capitolo: barbarak, Lullabyx, PrimrosePotter99, germana, e a chi deciderà di recensire questo :)

Un bacio e buone vacanze, spero di non farvi più aspettare tanto - ho finito gli esami -.

 Vale
   
 
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