Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: L_Fy    02/02/2009    14 recensioni
"Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant'è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, dirò de l'altre cose ch'i' v' ho scorte." Dante Alighieri, La Divina Commedia
Genere: Commedia, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3: L’Arcangelo

Capitolo 3: L’Arcangelo

Quinci si può veder come si fonda
l'esser beato ne l'atto che vede,
non in quel ch'ama, che poscia seconda;

e del vedere è misura mercede,
che grazia partorisce e buona voglia:
così di grado in grado si procede

 

Dante Alighieri, La Divina Commedia Paradiso, Canto XXVIII

 

“Prima delle domande e risposte di rito, direi che sarebbe meglio se ci togliessimo di qui e trovassimo un posto sicuro dove rifugiarci.” suggerì Raf con suprema cortesia proprio nel momento in cui Eva apriva la bocca per mitragliare fuori un milione di domante e Gino ascoltava preoccupato il suono delle sirene della polizia in avvicinamento.

“Ok” rispose Eva in fretta “Hai una macchina per portarci via? Il bestione qui grondante sangue non è certo un bello spettacolo da portare in giro.”

“Parla per te, Lady Godiva” ribatté Gino sprezzante “Chi ti deve vedere passeggiare in pieno giorno per Modena con solo un accappatoio addosso?”

“Ho una macchina proprio qui davanti” rispose Raf zittendo entrambi: con delicatezza, prese in braccio Lorella che ancora tremava in evidente stato di shock e si diresse rapidamente all’imboccatura del vicolo da cui cominciavano a spuntare le prime teste di curiosi.

“Filiamocela.” approvò Gino raccogliendo le armi cadute a terra e claudicando dietro a Raf che stava tenendo aperta la portiera di un’anonima berlina grigia. Dopo nemmeno dieci secondi, Raf era alla guida, Gino scrutava pensoso lo specchietto retrovisore e Lorella, sul sedile posteriore, crollava singhiozzante addosso a Eva, inondandola di tiepide lacrime e bava.

“Ehi!” protestò Eva burbera ma Lorella, al suono della sua voce, si avvinghiò ancora di più al suo collo; Eva non poté far altro che batterle qualche colpetto discreto sulla spalla, sbuffando esasperata.

“Co-co-cos’è successo?” balbettò la giovane in mezzo ai singhiozzi “Cosa… è stato… quello?”

“Dio mi fulmini se lo so” borbottò Eva attirandosi un rapido sguardo di rimprovero da parte di Raf “Dei Demoni ci hanno attaccati. In pieno giorno, nel mio appartamento, davanti a un milione di Umani. Roba da matti!”

Il respiro di Lorella si fece ancora più discontinuo e rapido.

“De… de… Demoni?” gracchiò con voce isterica “Stai dicendo… Demoni veri?”

“No, quelli erano di poliuretano espanso” ironizzò Eva rabbuiata “Certo che erano Demoni veri! Le vedi le ferite? Il sangue?”

“Saaaangueeee…” singhiozzò Lorella come se si fosse accorta di quel particolare solo in quel momento: il suo viso divenne cinereo ed Eva temette che la giovane stesse per rigurgitarle addosso la colazione.

“Ehi…” iniziò allarmata ma Lorella scoppiò di nuovo a piangere, affondando il viso nella sua spalla ed Eva meditò che delle due le lacrime erano sicuramente il male minore.

“Te lo avevo detto di andartene a casa tua” borbottò comunque esasperata continuando a menare colpetti impazienti sulla spalla della ragazza “Ma tu no, voi state solo scherzando e bla bla bla!”

“Eva” sospirò la voce bellissima e vagamente dolente di Raf “Quella povera ragazzina ha appena vissuto un’esperienza scioccante: ha bisogno del tuo conforto e della tua comprensione, non dei tuoi rimproveri.”

“Ma se non le hanno fatto nemmeno un graffio!” protestò Eva di colpo corrucciata “Guarda qua, tra un po’ mi staccano un braccio a morsi e guarda il gorilla, sembra che abbiano tentato di sbucciargli la faccia come una banana! E io dovrei avere comprensione per lei?

Il viso di Raf si girò per un attimo facendo balenare il suo sorriso meraviglioso e i suoi occhi celesti.

“Eva, Eva…” la rimproverò con dolcezza, e il cuore di Eva tornò a incastrarsi in gola con entusiasmo “Sempre la solita brontolona.”

“E tu sempre il solito facilone.” borbottò evitando il suo sguardo turchino: le faceva troppo male al cuore, non c’era più abituata.

“Mi mancavi.” soffiò pianissimo la voce di Raf dopo qualche secondo, così piano che Eva temette di esserselo sognato: girò bruscamente il viso verso di lui, ma Raf era già concentrato sulla guida e Gino, al suo fianco, imprecava moccoli fumanti mentre tentava di tamponarsi la ferita sull’occhio con un cencioso fazzolettino di carta raccattato sotto il sedile.

Per un po’ nessuno parlò: Raf guidò la macchina per stradine secondarie fino a un anonimo palazzone di periferia, parcheggiò e insieme agli altri sgusciò in un appartamento al piano terra, piccolo e malmesso. Lì Raf con incredibile perizia medicò le ferite di Gino, fornì dei vestiti a Eva dopo aver medicato anche lei, preparò una tisana a Lorella e parlottò misteriosamente al telefono con qualcuno prima di raggiungerli al tavolo della cucina dove sedevano tutti rifocillati e in vena di spiegazioni.

“Immagino che vogliate sapere perché sono venuto a salvarvi.” sorrise con tranquillità Raf sotto lo sguardo diffidente di Gino che evidentemente ancora non aveva digerito la sua presenza.

“Sei l’Arcangelo Raffaele” buttò lì Eva con falsa leggerezza “Se la mia solida istruzione cattolica non fa difetto, ricordo che sei l’angelo custode per eccellenza. Magari quando qualcuno sta per essere massacrato da una selva inferocita di Demoni tu intervieni d’ufficio.”

“Arc… Arcangelo?” singhiozzò Lorella di nuovo pallida “Tu sei… davvero un arcangelo?”

Lo fissò a occhi sgranati mentre Raf annuiva mestamente, aggrappata alla sua tazza di tisana alla malva come un naufrago alla zattera.

“Certo che è un Arcangelo” sbottò impaziente Eva “Hai mai visto un essere umano così schifosamente bello e nello stesso tempo così schifosamente buono?”

“Io non lo trovo così travolgente” precisò Gino aggressivo “Sarà che sono solo un Umano eterosessuale. Comunque forse Eva dovresti spiegare alla bimba quando tu e il biondo siete diventati tanto culo e camicia.”

Eva e Raf si lanciarono uno sguardo complice, sotterraneo.

“Lo conoscevo da bambina” si limitò a spiegare Eva distogliendo pudicamente lo sguardo “Tanto tempo fa.”

“Troppo.” confermò Raf con un sorriso segreto.

“Merdissima” gorgogliò Lorella angosciata “Ma allora la storia della cacciatrice di Demoni era vera.”

“Eva non è una cacciatrice di Demoni” si affrettò a giustificarla Raf con enfasi “E’ una Recuperante. E’ autorizzata dal Comitato di Sorveglianza a rispedire le anime di Angeli, Demoni e Mezzi che abbiano in qualche modo trasgredito le regole.”

“Regole” sospirò Lorella attonita, come se fosse l’unica parola che avesse senso nel discorso “Certo. Ho capito. Eva è una Recuperosa e tu sei un Angelo. Magnifico.”

“Recuperante” rettificò Eva, punta sul vivo “E Raf è un Arcangelo, gioia: c’è un bel cazzo di differenza, sai?”

“Eva…” sospirò Raf affranto ma Lorella annuiva lo stesso con convinzione.

“Certo, certo. Angeli e Demoni, come no. E tu, Gino, cosa sei? Il Bianconiglio di Alice o uno hobbit della Terra di Mezzo?”

“Francamente, non me ne frega un fico che tu creda o no alle nostre parole” sbottò Eva rabbuiandosi “Io ho fatto di tutto per tenerti fuori, ma tu sei ostinata e dura come un blocco di pietra lavica, e adesso ti becchi le conseguenze delle tue azioni. Quello che mi preme sapere invece è chi erano quei Demoni e chi li ha mandati.”

“Io invece voglio sapere cosa ci fa qui Biancaneve” grugnì Gino indicando Raf col mento “Scommetto che non c’entra un cacchio il mandato d’ufficio.”

“Io sono qui sotto richiesta specifica di Giacinta” sospirò Raf scandalizzato dal linguaggio scurrile usato intorno al lui “Quella poveretta ha smosso mari e monti per saltare qualche intoppo burocratico e farmi arrivare qui in tempo: naturalmente, quando ha fatto il tuo nome e ha detto che eri in pericolo, ho saltato anche io qualche passaggino…”

Sorrise a Eva, così scandalosamente radioso che tutti socchiusero gli occhi come davanti a una forte fonte di luce: Eva fu a un pelo dall’arrossire, ma ripiegò su un leggero raschio di gola.

“E di grazia, sapresti dirci chi erano quei simpatici tagliagole che ci hanno attaccato?” ringhiò Gino, sempre più sospettoso.

“Non ne ho idea” rispose Raf con dolcezza “Non sono stato tanto a cavillare con Giacinta. Lei era comunque agitatissima e piuttosto sicura che ti sarebbe successo qualcosa di male.”

“Che stella” mugugnò Eva imbronciata “Non poteva fare anche a me una telefonatina per avvertirmi?”

“A dire la verità no, non avrebbe potuto” spiegò Raf paziente “Giacinta è l’Angelo coordinatore qui a Modena, e non è autorizzata a diffondere notizie del genere. Soprattutto se non sa chi gliele manda.”

“Non sa chi gliele manda?” trasecolò Eva “Non mi dire che Giacinta ha delle talpe in casa di Cornelia!”

“Chi diavolo sono Giacinta e Cornelia?” sbottò Lorella confusa.

In poche parole Gino glielo spiegò e la faccia di Lorella tornò cinerea.

“Nodi ultraterreni” mormorò incerta “Gerarchie infernali e celesti… uhm…”

L’occhio le cadde sulla sua tisana, poi alzò lo sguardo supplichevole su Raf.

“Senti, mi sa che la malva non funziona un granché in questi casi. Hai mica una grappa?”

“L’uso di alcolici non è approvato nel Mondo Divino.” spiegò Raf con un sorriso di scuse mentre Gino, sospirando, si tolse una fiaschetta argentata dalla tasca interna della giacca e la porse a Lorella con un gesto impaziente.

“Toh” borbottò burbero “Non affogarti, però, ok?”

Lorella annuì grata e naturalmente rischiò di strozzarsi mandando giù un lungo sorso che però le riportò il colore sulle guance.

“Pensi che sia stata Cornelia a farti il servizio?” domandò poi Gino a Eva che aveva incrociato le braccia cogitabonda.

“Ne dubito” rispose lei dopo una breve meditazione “Se avesse voluto farmi fuori, l’avrebbe fatto quando mi ha convocato da lei, nel suo covo. Ero sola e se mi avesse sguinzagliato dietro quel pò pò di esercito che ci ha attaccati, non avrei avuto scampo.”

“Ma si sarebbe scoperta troppo” puntualizzò Gino “Lo sai anche tu che nemmeno di Sotto sarebbero stati troppo contenti di sapere che un Coordinatore stava tentando di far fuori un Sanguemisto come te.”

“E poi che motivi avrebbe avuto Cornelia di ucciderti?” aggiunse Raf  “Ultimamente non lavoravi per lei?”

“Sì” rispose Eva imbronciata “Ma ricordati chi e che cos’è Cornelia: la mano sul fuoco non ce la metto di sicuro.”

“Però adesso che si fa?” domandò Gino pragmatico “Insomma, mica possiamo far finta di niente e tornarcene belli come il sole a casa!”

“Anche perché non ho più una casa” puntualizzò Eva corrucciata “Merda secca… casa mia era l’unico posto dove mi sentissi al sicuro…”

Raf immediatamente, si sporse verso di lei, premuroso.

“Non preoccuparti, Eva. Finché ci sono io non devi temere alcun male.”

Gino sbuffò sottovoce mentre Lorella lanciava all’Arcangelo uno sguardo ispirato: si stava prontamente riprendendo dallo shock e a Eva sembrò quasi di sentire il rumore di ingranaggi del suo cervellino che elaborava improbabili romanticherie sul bellissimo ragazzo biondo.

“Ok” tagliò corto bruscamente prima che qualcuno si facesse troppe idee sbagliate “Direi che allora possiamo andare subito.”

“Andare dove?” domandò Lorella, allarmata.

“Da qualcuno che, a quanto pare ne sa più di noi di questa storia” rispose Eva paziente alzandosi in piedi con decisione “Da Giacinta.”

*             *             *

Il convento da dove Giacinta arbitrava la lotta contro il male odorava sempre di incenso e sapone. Era un profumo che Eva conosceva bene e che le ricordava invariabilmente la sua difficile adolescenza, passata tra preghiere e insulti, attimi di estasi mistica e crisi infernali. Orribile, eppure anche stranamente malinconico. La suora all’ingresso, un Mezzo dall’aria particolarmente ebete, non prestò la minima attenzione alla faccia incerottata di Gino né alla figura oscillante e instabile di Lorella, ma scivolò incerta su Eva prima di fissarsi su Raf, bloccandosi lì con un’esplosione di meraviglia.

“Cieli Beati!” strillò mollando la presa sulla pesante porta di legno e piombando a terra in ginocchio davanti all’Arcangelo.

Eva inarcò un sopracciglio mentre Gino ghignava e Raf girava introno uno sguardo colpevole e imbarazzato.

“Salve, ehm…”

“Ed Egli Arrivò Sulla Terra In Spoglie Mortali!” ululò la suora sollevando appena il naso da terra “Sia Lode a Dio Nell’Alto Dei Cieli!”

“Sempre sia lodato” tagliò corto Raf palesemente sulle spine “Senta, vorremmo poter…”

“Al Suo Seguito Le Masse Insorsero Invocando Il Suo Nome!” lo ignorò la suora, in piena estasi mistica.

“Certamente, ehm” balbettò Raf in seria difficoltà “Non è che noi…”

“Dio Ha Inviato Il Suo Segno!” strillò la suora con una voce talmente acuta da spaccare i bicchieri.

“Eeee, quanto la fai lunga.” grugnì Gino, la cui pazienza era proverbialmente pari alla capocchia di uno spillo.

La suora sollevò il viso e strabuzzò gli occhi scandalizzatissima.

“Eresia E Blasfemia!” sputò quasi fuori e Gino sollevò esasperato gli occhi al cielo.

“Cocca, è solo un Arcangelo” sbuffò senza fare una piega “E’ inutile farsi venire una sincope.”

“Siamo qui per parlare con Giacinta” si intromise in fretta Eva prima che la suora iniziasse a scagliare anatemi contro il suo eretico e corpulento compagno “Presto, prima che qualcuno si accorga di noi.”

Lorella, con sorprendente presenza di spirito, aggirò la suora semidistesa a terra e sgusciò dietro il portone socchiuso, seguita a ruota da Eva e da Gino. La suora si alzò affannosamente in piedi e li tallonò, affiancata da Raf che sembrava molto sollevato di non essere più al centro dell’attenzione.

“Ehi, che fate?” strepitò la suora rincorrendo Eva che si era subito diretta verso il chiostro.

“Dobbiamo parlare con Giacinta, le ho detto.” rispose Eva con sottile impazienza senza rallentare la sua marcia.

“Ma non potete!” pigolò la suora già in affanno “Ci vuole un appuntamento…”

Eva le lanciò un curioso sguardo storto.

“Due secondi fa sembravi decisa a lasciarti sodomizzare per il nostro Arcangelo e adesso dici che ci vuole un appuntamento?” buttò lì vagamente perfida “Deciditi, cocca.”

“Eva..!” la rimproverò Raf debolmente alle sue spalle.

Gino ridacchiò quando vide la suora farsi cianotica; la costernazione le rallentò il passo e quando il gruppetto comparve davanti a Giacinta l’avevano distanziata di parecchie lunghezze. Con uno sprint degno di un mezzofondista, però, la suora agguantò Eva per un lembo dell’impermeabile e cercò di frenarla strattonando l’indumento.

Giacinta era nel chiostro, come giustamente Eva aveva pronosticato: dopotutto, era un Angelo e la cosa che le dava più piacere di tutte era ammirare il cielo. Quella particolare mattina era grigio e uggioso, ma era pur sempre meglio di un soffitto intonacato. Come sentendoli arrivare, Giacinta rizzò la schiena e sollevò il viso dal libro di Salmi che stava leggendo, ma non si alzò in piedi. Il suo aspetto esteriore era quello di una donna quarantenne, dal viso cavallino e gli occhi azzurri slavati come per aver preso troppo sole. Il velo grigio, la camicetta grigia, le calze grigie, le scarpe grigie: seduta su quella panchina di pietra, sembrava una nuvola gravida di pioggia anche lei.

“Giacinta” la salutò Eva ancora in marcia verso di lei “Puoi gentilmente togliere di mezzo questa zecca isterica che mi sta azzannando le caviglie? Dobbiamo parlare.” 

Giacinta, naturalmente, non si scandalizzò: sorrise mestamente a Raf, accennò un vago saluto condiscendente a Lorella e Gino e si rivolse alla suora con aria da martire.

“Lasciateci soli, suor Bianca” sospirò con una voce querula e stranamente spiacevole “Non c’è da temere nessun male.”

Suor Bianca ubbidì, recitando contro Eva un’Ave Maria come se fosse un insulto particolarmente virulento. Rimasti soli, Raf si avvicinò a Giacinta, sfiorandole appena una manica: i due sembrarono emettere brevemente un’intensa luce mentre i loro sguardi si incontravano, così simili da sembrare gemelli. Eva non poté fare a meno di provare una disgustosa fitta di gelosia: lei era Angelo solo per metà, quindi non poteva condividere appieno la complicità celeste che quei due dimostravano. Non che fosse niente di cui essere gelosi: semplicemente, Giacinta e Raffaele condividevano la stessa essenza, per quanto l’idea che quella zitella rinsecchita e quel bronzo di Riace fossero un tutt’uno lasciasse Eva parecchio perplessa.

“Così, siete riusciti a scamparla” gorgogliò Giacinta sorridendo sempre con quell’aria a metà tra il dolente e l’esausto “Ne sono felice. Ho pregato tanto per le vostre vite.”

“Sì.” tagliò corto Eva, cercando di non sembrare troppo brusca senza riuscirci.

“Voi siete Umani” constatò Giacinta avvicinandosi a Lorella e Gino con fare materno “Sono davvero dispiaciuta per voi. Immagino che Eva abbia fatto di tutto per tenervi fuori da questa faccenda ma che purtroppo non ci sia riuscita…”

Lanciò un’occhiata dolce verso Eva che sentì la rabbia ribollire sotto la superficie del suo sguardo adamantino.

“E’ stato tutto così improvviso” pigolò Lorella di nuovo sull’orlo delle lacrime “Eva mi aveva detto di andare a casa, ma io… oh, è stato terribile!”

Raf, premuroso, la abbracciò di nuovo ed Eva sospettò che Lorella cominciasse a provare un po’ troppo gusto nel farsi consolare dal bel Arcangelo biondo. Il suo bel Arcangelo biondo, per la precisione.

“Povera cara.” mormorò Giacinta comprensiva, dirigendo incoraggiante il suo sguardo slavato su Gino come a sollecitare la sua partecipazione.

“Personalmente non è stato così male” sentenziò questi con un’incredibile faccia di pietra “Cioè, un clistere di lava bollente che partiva dagli orifizi nasali sarebbe stato molto peggio, no?”

Giacinta lo fissò allibita mentre Raf tossicchiava per nascondere un improvviso scintillio di buonumore.

“Ho dovuto dire a Eva che eri stata tu a richiedere il mio intervento” intervenne poi con ammirevole diplomazia “So che non ne avevo il diritto…”

“Raffaele, via!” mormorò Giacinta quasi imbarazzata “Hai fatto certamente la cosa più giusta. Dopotutto, Eva è un Sanguemisto e con lei le regole non funzionano mai.”

Le sorrise di nuovo ed Eva si chiese per l’ennesima volta come diavolo facesse quel ronzino malvestito a farla sempre passare dalla parte del torto senza mai emettere un’accusa formale.

“Ma vi prego, sedetevi” suggerì Giacinta indicando la panchina su cui potevano stare a malapena due sederi rinsecchiti come il suo: Lorella le si sedette accanto, sempre ben avvinghiata a Raf che fu costretto a seguirla sulla panchina mentre lanciava uno sguardo colpevole verso Eva. Lei e Gino, di tacito accordo, si sedettero sul prato umido come se niente fosse, anche se l’ennesima muta scortesia di Giacinta buttò altra legna sul fuoco già vivace dell’ira nascosta di Eva.

“Forse dovrei spiegarvi che…” iniziò Giacinta, ma Eva, con somma soddisfazione, la interruppe bruscamente.

“Senti, carissima, non mi interessa se hai infiltrato in casa di Cornelia una cimice o una talpa o uno stormo di cormorani. Non voglio sapere come hai ottenuto le informazioni, ma solo sapere chi vuole farmi fuori e perché.”

Giacinta rimase per un attimo muta, con le labbra doverosamente strizzate come se avesse succhiato un limone.

Raf tratteneva il fiato, ma non disse nulla, lo sguardo turchino puntato coraggiosamente su Eva.

“Non sono autorizzata a divulgare certe informazioni” mormorò infine Giacinta lugubre “Ma… per te, Eva, farò un’eccezione.”

Poi si alzò di scatto, come se con quella frase avesse buttato giù l’asso di briscola.

Eva si guardò intorno ma non capì se Giacinta si aspettava di sentirla esclamare “Regina Coeli!” o di vederla mettersi in ginocchio sui chiodi; vedendo che anche gli altri, compreso Raf, erano incerti sul da farsi, si astenne da entrambe le prospettive.

“Avanti, spara.” la incoraggiò seccamente.

Giacinta annuì solennemente, sempre con le spalle girate.

“La notizia arriva dal Nodo” mormorò a voce bassa “Non so come, ma a quanto pare hai pestato i piedi a qualche pezzo grosso, laggiù. Senza autorizzazione, ma con un bel po’ di mezzi propri, cercherà di farti fuori a tutti i costi.”

“Senza autorizzazione?” trasecolò Gino aggrottando i formidabili sopracciglioni “Impossibile. I Demoni non possono nemmeno scoreggiare se non li autorizza un superiore.”

Giacinta annuì di nuovo, comprensiva.

“Esattamente. Ecco perché ho intuito che il nuovo nemico di Eva dovesse essere un Demone molto altolocato. Ho fatto qualche ricerca, supplicato e pregato molto… e infine, è saltato fuori un nome.”

Tacque e nessuno osò la benché minima contrazione facciale, tutti in apnea come a un corso di sub.

“Beh?” sbuffò infine Gino impaziente “Ce lo dici ‘sto nome o lo dobbiamo indovinare unendo i puntini?”

Giacinta ebbe uno spasmo inconsulto e si girò di scatto, gli occhi slavati accesi dall’emozione.

“Il tuo nemico, Eva, è Vlad.” sentenziò infine quasi con velata soddisfazione.

*             *             *

Raf si irrigidì sul posto mentre Gino ed Eva rimanevano apparentemente imperturbabili. Lorella si concesse uno spaesato sguardo circolare.

“Chi è Vlad?” domandò con un filo di voce.

“Non è Vlad” sentenziò Eva con voce pacificamente sicura “Ti hanno rifilato una bufala, Giacinta.”

L’Angelo la fissò con sguardo quasi compassionevole.

“Rifletti” mormorò querula “Chi avrebbe mai la forza e la possibilità di scatenare una decina di Demoni in pieno giorno e sotto gli occhi di chissà quanti mortali?”

“Nemmeno Cornelia potrebbe tanto” mormorò Raf con tono piatto “Anzi, Cornelia non potrebbe nemmeno pensarlo senza finire nei guai.”

“Ti dico che non può essere Vlad.” continuò Eva pazientemente e Lorella pigolò di nuovo lamentosamente: “Chi è Vlad?” rimanendo di nuovo completamente ignorata.

“Ascolta, Eva” incalzò Giacinta suadente “Le mie fonti sono certe e tu sei in grave pericolo. Devi correre immediatamente ai ripari e salvaguardare te e gli Umani che ti stanno intorno. Prima che sia troppo tardi, devi aprire una Condanna. Solo tu lo puoi fare e non hai altro modo di salvarti la vita.”

“Co… condanna?” borbottò Lorella girando uno sguardo confuso su Raf che, paziente come al solito, le parlò sottovoce.

“La vittima di un abuso ultraterreno può richiedere al Comitato di Sorveglianza di aprire una Condanna verso un sospettato… una specie di querela, per dirla in termini umani. Il sospettato è obbligato a presentarsi davanti alla Corte del Comitato per difendersi dalle accuse.”

“Non aprirò MAI una Condanna verso Vlad” sentenziò Eva con incrollabile fiducia “Preferirei cent’anni di matrimonio con il chihuahua di Paris Hilton piuttosto che rivederlo.”

“Mai dire mai, stellina mia” sospirò Raf etereo “Proprio tu, dovresti saperlo…”

“Io non ne so un cazzo delle vostre faccende ultraterrene” si intromise Gino salottiero “Ma Vlad che motivo avrebbe di avercela con Eva? Se avesse voluto farla fuori, l’avrebbe fatto un bel po’ di tempo fa, quando ce l’aveva sottomano.”

“Non avrebbe potuto” borbottò Raf, ancora pallido e stranamente corrucciato “Eva era protetta dal Triumviro. E lo è ancora: Vlad non può ucciderla direttamente.”

“Ma farla uccidere sì.” aggiunse Giacinta convincente.

Eva sembrò finalmente un filino alterata.

“Sentite, non mi va di ripetermi” ringhiò sottovoce “Non è Vlad che vuole uccidermi e io non aprirò nessuna cazzo di Condanna. Punto. Ora, visto che le cose stanno così, vediamo di capire chi e perché ci vuole rifilare questa stronzata.”

“Eva…” sospirò Raf, rassegnato.

“Non c’è nessun altro dietro” sospirò Giacinta implacabile “Nessuno… solo Vlad.”

“Io voglio sapere chi è questo Vlad!” piagnucolò Lorella ma nessuno si prese la briga di rispondere: Eva si alzò bruscamente in piedi e, sovrastando Giacinta di tutta la testa, la sottopose all’implacabile disprezzo dei suoi occhi nero notte. Per un attimo sembrò sul punto di prenderla a sberle, e sicuramente il desiderio di farlo trasparì dai suoi occhi, ma alla fine si allontanò di un passo, come a voler resistere alla tentazione.

“Le tue fonti non sono aggiornate, Giacinta” disse semplicemente con somma alterigia “Vlad non può volere la mia morte, e questo è quanto. So che le tue possibilità arrivano fino a lì, e ti ringrazio per l’aiuto. Ma non ho intenzione di aprire una Condanna verso un innocente.”

“Vlad un innocente!” mormorò Giacinta allargando scandalizzata gli occhi “Questa è peggio di una bestemmia!”

Eva alzò le spalle, ficcandosi noncurante le mani in tasca.

“Prendila come vuoi” borbottò velenosa “Comunque, grazie per l’aiuto. Cioè, per il tentativo di aiuto. Sì, insomma, hai capito, no?”

Giacinta pressò di nuovo le labbra acidamente con occhi inquieti.

“Sai che non posso aiutarti se non apri una Condanna.” quasi minacciò ed Eva ebbe un guizzò divertito nello sguardo insondabile.

“Ti ringrazio per il pensiero” rispose sorridendo magnanima “So che l’impossibilità di aiutarmi ti fa soffrire orribilmente. Ma non ti preoccupare, credo che me la caverò anche senza l’aiuto di un gregge di Mezzi Angeli armati del solo libro dei Salmi.”

La faccia di Giacinta diventò rosa e gialla come quella di un mango maturo e Gino pensò bene di alzarsi in piedi con zelo, seguito a ruota da Raf che ancora teneva appesa alla spalla Lorella.

“Beh, signora Angelo, è stato un piacere” tuonò l’Umano afferrando la mano inerte di Giacinta per pomparla su e giù quasi disarticolandole l’arto “Tanti auguri e figli maschi! Ehm, no, cioè… lo so che voi Angeli non fate sesso, quindi per forza niente figli… comunque, non ti preoccupare, cocca, Eva è cazzuta e ha una pellaccia di ferro. Ci seppellirà tutti e ballerà sulle nostre tombe, beh, te essendo un Angelo magari non ti seppelliscono neanche… comunque, stammi manza! Io e Biancaneve siamo più che sufficienti, e che cazzo! Ce la siamo cavata bene finora, no?”

“Gino.” lo interruppe Eva sottovoce quando il colorito di Giacinta diventò cianotico e lui, bello come il sole, mollò la mano dell’Angelo e si avviò fischiettando verso l’uscita.

Eva sogghignò gustandosi l’espressione attonita di Giacinta, poi si girò verso Raf e lo guardò negli occhi apertamente.

“Tu vieni con noi o hai bisogno di una autorizzazione plenaria in carta da bollo?” domandò provocatoria, ma sotto sotto c’era una vena di supplica che l’Arcangelo non poté fare a meno di cogliere.

“Vengo con te” rispose sorridendo radioso e allargando il cuore di chiunque avesse la fortuna di guardarlo in quel momento “Ho giusto preso qualche giorno di ferie per l’occasione.”

Anche Lorella avrebbe fissato Raf spaesata se non fosse rimasta abbagliata dalla visione di Eva che, per la prima volta da che la conosceva, sorrideva con la luce negli occhi, esattamente come sorridono gli Angeli.

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Ogni tanto lo dico, per ricordarvi chi c’è sotto a questo po’ po’ di storiellina, a parte la sottoscritta: UN BACIONE E UN GRAZIE DI CUORE ALLA MIA AMMORA ADORATA, LA MIA BETA ROMINA!!!!!

Allora…? Avevate intuito che mancava ancora qualche protagonista? A risentirvi presto, non mi abbandonate!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Moonwhisper: E finalmente rilasci una recensione!! *Balla il valzer viennese… sai, l’età che incalza* Dolcezza!!! Sono davvero felice e sollevata che questa storia, pur essendo decisamente atipica, riscuota abbastanza approvazione. Credo però che il bello debba ancora venire, quindi tieni duro e sappimi dire più avanti se avevo ragione o se sta povera storia si affloscia come un soufflé malcotto. Per Raf, biondo bonazzo e pure Arcangelo… che ti devo dire, sono perversa. Punto. Perdonami!!!

Killer: Sul ruolo di Lorella non mi esprimo: alla fine “spina nel fianco” è forse quello che davvero ci azzecca di più!! Vista lunga, eh? Eva ha un vero e proprio debole per il biondino. D’altronde, è lo specchio della scrittrice e alla scrittrice piacciono parecchio i biondi, ormai lo sanno anche i sassi!! Ma non solo, non solo… vedrai più avanti! Sai di chi sto parlando…?

Chamelion: Perché Gino non è un nome da gorilla? Da noi c’è un Gino che fa ombra agli alberi, forse da lui ho preso l’ispirazione…Il mio Gino lo volevo tipicamente italiano, proprio… nostrano, ecco il termine. Ti ringrazio come sempre dei complimenti, il mondo di Eva è così saldamente e chiaramente radicato nel mio cervello che a volte è difficile rendersi conto che non esiste… ma davvero non esiste, poi?

Fante: Ma no che non sei esaurito: chi non delira di cibo e donne seminude girando in tondo per la stanza e sbatacchiando le braccia a mò di ali di quaglia? Almeno una volta nella vita l’abbiamo fatto tutti. L’importante è non ripeterlo…Così ora starai sciando sulle bianche piste innevate, che invidia!! Beccati tutta la nostra imperitura invidia, fortunello!!

Londonlilyt: Noooooo, dai!! La Celsi? Erri ha lasciato la Celsi? Non era quella sudafricana candeggiata dalla coscia lunga come la Modena Brennero? Organizza, organizza… mi piacciono i rossi… Però aspetta a sbavettare, rischi di disidratarti ad andare alla fine!! Se non sbarchi a febbraio, quando? Ho bisogno di una dose delle tue risate!!!!

Krisma: Fiorellino di loto!! Quando mai potrà mancare un biondo da urlo nelle mie storie? Ma anche le perversioni più recondite evolvono e tra un paio di capitoli capirai di cosa parlo… forse ho involontariamente espresso una sottile preferenza, vero? Anche io preferisco i Demoni agli Angeli. Sono meno…. Noiosi. J

MarzyPappy: Tesoro, aspetta… abbi pazienza, lo sai che zia Elfie ha sempre in serbo qualche sorpresa ormonale!! Come se potessi fermarmi al biondino lattemiele… com’è andato l’esame? Bene di sicuro, lo so! Un passo in più verso la bella Verona, dove due famiglie di pari nobiltà… ma questa è un’altra storia…

Levsky: Che bello, tessora, ormai sei diventata un appuntamento fisso, una socia onoraria del club delle zie! Anche se dovresti come minimo avere la maggiore età per questo…altrimenti entri nel club delle nipoti, in pessima compagnia di MarzyPappy, Lauraroberta l’uomo e tante altre… dacci qualche dato anagrafico, dai! In barba alla privacy!!

Cicha : Tesoro!!! Ma ciao! Siccome hai un marito che è quasi un parente (noi emiliano siamo un tutt’uno col prosciutto, l’aceto balsamico e la riva del Secchia…) quindi praticamente parenti!! Davvero non sapevi di aver sposato un Mezzo? Azz… speriamo che almeno hai beccato un Lussurioso…. At the next time, Darling!

 

  
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: L_Fy