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Autore: Ops25    06/10/2015    0 recensioni
Cavolo di nuovo non ho contato fino a 10 prima di aprire bocca...
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Lui.... Vederla ogni giorno lì dietro la cattedra giorno dopo giorno, sempre con questi vestiti che le definiscono le meravigliose curve, vederla con quegli occhiali rossi che mettono in risalto i suoi occhi marroni, la sua voce che ad ogni minima lettera mi fa venire i brividi. È così perfetta. Eppure non posso dimostrarle il mio amore. Sono lì sempre affianco a lei e fingo che sia una coincidenza ma sono consapevole che non averla vicino mi fa star male. Quando vedo che parla con un nostro collega mi verrebbe da andare lì e dirgli che lei è la mia donna ma non posso. Ho provato in tutti i modi ad attirare la sua attenzione su di me: ho parlato con altre donne in sua presenza, ho parlato di lei con altri colleghi, ho persino provato a dirle tutto ma poi sono davanti a lei e mi ritrovo a dirle solo cose di poca importanza. Ma ieri durante la ricreazione mi affaccio e la trovo lì con il telefono nella mano sinistra e nella destra la forchetta i cui denti non affondavano più in nulla, si gira verso di me e mi sorride come fa sempre, mi invita ad appropinquarmi e cosí faccio. Inizia a parlare ma resto ipnotizzato dalle sue labbra e dal loro movimento non riuscendo così a concentrarmi sul suo discorso. D'un tratto mi accorgo che la sua bocca non si muove più alzo lo sguardo e mi rendo conto che lei è in attesa di una risposta; non so cosa dire, non avendo fatto attenzione all'argomento cerco di prendere tempo farfugliando qualcosa di insensato indeciso se chiederle di ripetere, rischiando una figuraccia, o buttarmi su una frase qualsiasi, rischiando ugualmente una figuraccia. Opto per la prima. Mi guarda e sorridendo ripete; "Ti andrebbe di accompagnare questa classe ad una mostra? Così io porto l'altra classe.." "Si certo!". L'appuntamento con i ragazzi è alle 10.30; potrei passare da lei prima e inventare qualche scusa per stare un po' da soli senza i diciassettenni oppure andare direttamente dagli alunni. Dovrò pensarci continuo a ripetermi, ma l'unico pensieroè lei.
Persino i ragazzi hanno capito che da parte mia c'è qualcosa ma nego tutte le volte eppure loro continuano, forse sono poco convincente. La campanella delle 3 suona così mi dirigo in sala professori e proprio sull'uscio mi scontro con lei. "Oddio scusa pensavo ad altro" le dico paonazzo,"Tranquillo, anche io ero sovrappensiero" "Davvero?" "Si...". "Stavo pensando... Ti andrebbe di fare colazione insieme prima di andare alla mostra?" non ci posso credere l'ho detto! Le parole mi sono uscite dalla bocca senza averci pensato. Mi scuso subito e le dico che non ho contato fino a 10 prima di dirlo ad alto volume ma non mi fa finire la frase che mi dice "Si perché no?! Fammi sapere a che ora ci vediamo e dove" "E se ti venissi a prendere io?" cavolo di nuovo non ho contato "Allora fammi sapere verso che ora arrivi così non ho ti faccio aspettare sotto al portone!"
Wow non ci posso credere, sono riuscito a dirle qualcosa di intelligente! Ora è meglio che vado a casa. Arrivo sotto al portone ancora incredulo, lo apro ed entro in questo grande atrio gelido mi dirigo verso sinistra, chiamo l'ascensore e aspetto il suo arrivo, nel frattempo ripercorro il nostro dialogo non costituito, per la prima volta, da monosillabi. Finalmente l'ascensore si ferma al piano terra, spingo le due porte verso l'interno e salgo fino al 3° piano, apro la porta e accendo subito l'abat jour sulla destra. Poso la ventiquattro ore vicino all'ingresso, mi sfilo le scarpe e mi stendo sul divano. Mi addormento dopo pochi minuti.
   
 
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