Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |       
Autore: Little_GirlMoon005    23/10/2015    3 recensioni
[AU Dark!Legolas] [ In Revisione/piccole modifiche ]
-----
Guardalo, distruggilo.
Guardalo, corrompi il suo cuore,
E fallo impazzire.
-----
Quando il male fa breccia nel cuore di uno dei membri della Compagnia dell'Anello, alcune cose prendono una piega diversa.
Dite addio a Legolas Thranduilion, Principe di Bosco Atro, l'affascinante elfo nobile dall'animo senza macchia e senza paura.
Date il benvenuto alla sua nuova esistenza.
-----
Lasciatemi na' recensione, fateme sta' pietà
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aragorn, Gimli, Glorfindel, Legolas
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The devil within
Piccola premessa prima di iniziare;
vorrei ringraziare coloro che hanno letto e recensito le mie prime due storie su LOTR, in particolare leila89 e evelyn80.
Se non fosse stato per le loro, non avrei mai passato l'intera estate a sviluppare una fanfiction con un Legolas cattivello.
E si, mi sono divertita!
Quindi... Hannon le, ragazze.

Che il buon Tolkien mi perdoni...
Image and video hosting by TinyPic


I
Incontri











Il Principe di Bosco Atro arrivò a Gran Burrone il 24 ottobre 3018, anno della Terza Era. Aveva già visitato spesso il Reame di Sire Elrond, solo come amico di passaggio.
Quando arrivò a destinazione, la bella città elfica gli sembrò molto diversa; quel giorno il Principe non si presentava al Re come viaggiatore, bensì come messaggero di Thranduil, signore di Bosco Atro, nonchè suo padre. Doveva portare al Consiglio importanti notizie sulla creatura chiamata Gollum, ma sentiva che il suo compito non si sarebbe fermato lì; era una sensazione che lo perseguitava da molti giorni.

Smontò dal suo cavallo guardandosi attorno estasiato; nonostante avesse più di duemila anni d'età, rimaneva sempre a bocca aperta davanti alla bellezza sublime e perfetta di Gran Burrone. Uno scudiero prese le redini del suo cavallo e lo portò nelle grandi stalle reali. Un Elfo di poco più giovane si avvicinò al Principe, e s'inchinò profondamente.
''Benvenuto Legolas, Principe di Bosco Atro, permettetemi di farvi strada.''
Lagolas annuì al giovane e iniziò a seguirlo per le vie di Gran Burrone. Mai quel regno aveva permesso a tanti individui di razze diverse e, talvolta, nemiche di incontrarsi pacificamente al suo interno. Si fermò quando due personaggi attirarono la sua attenzione.

Uno era un Uomo appena giunto a cavallo da uno degli ingressi laterali. Si guardava attorno con diffidenza e stupore. Dai suoi movimenti e dal portamente sicuro Legolas capì che era un nobile. Era di bell'aspetto; aveva lunghi capelli castani che gli scendevano fino alle spalle. Un grande scudo circolare giganteggiava sulla sua schiena.
''Chi è quell'Uomo?'' chiese l'elfo al suo accompagnatore. ''E' Boromir, figlio del Sovrintendente di Gondor. E' qui in missione per conto di suo padre Denethor.''
Legolas osservò ancora il cortile, e vide che era appena giunta anche una compagnia di Nani. Essa passò sotto l'arco d'entrata e si guardò attorno spaesata, e anche leggermente disgustata. Tra di loro vi era un Nano che sembrava più giovane degli altri, a giudicare dal fatto che i suoi capelli e la sua barba non erano grigi ma sul rosso.
Legolas lo indicò all'elfo che aveva accanto. ''Quello più giovane è Gimli, e il Nano più vicino a lui è suo padre Gloin.'' gli rispose. ''Si dice che quest'ultimo sia un amico di Mithrandir. Vogliamo andare, adesso?''

Legolas riprese a seguirlo, ed egli lo condusse in un grande salone in cui poteva rinfrescarsi e darsi una sistemata. C'era ancora un giorno prima del Consiglio, e aveva saputo che il giovane Hobbit che aveva portato l'Anello fin lì si era appena ripreso dall'attacco di un Nazgul. Si tolse il mantello e le protezioni di cuoio, restando con la veste e i pantaloni. Era contento, in un certo senso, che l'Anello fosse in mano a un Hobbit. Sempre meglio di un Nano, e se fosse caduto nelle mani dell'Uomo sbagliato non avrebbero avuto alcuna speranza di sconfiggere Sauron.

Legolas aveva sempre pensato che un Elfo sarebbe stato il Portatore ideale, ma il suo popolo era sempre più debole. Il loro tempo stava per arrivare, lo sapeva, e forse questa sarebbe stata l'ultima missione in cui avrebbero partecipato.
''E così sei arrivato, alla fine. Speravo che tuo padre mandasse te come suo araldo.''
Una voce, molto familiare, lo fece voltare di scatto. Un sorriso radioso si dipinse sul viso dell'elfo. ''Aragorn!'' L'uomo allargò le braccia e l'elfo non esitò ad andargli incontro, buttandosi in un abbraccio fraterno. Restarono abbracciati per qualche istante, poi lui si allontanò. ''Legolas, amico mio... E' una gioia rivederti! Non sei cambiato per niente.'' disse l'uomo. L'elfo gli sorrise.

''Tu invece sei cambiato, Estel... sei più maturo, più robusto. Gli anni passati tra i Raminghi ti hanno reso più forte, a quanto pare.'' gli fece notare Legolas. ''E tu invece sei diventato troppo gentile.'' ribattè Aragorn strappando una risata all'amico. ''Sono passati anni.'' sospirò.
''Tanti Estel, sono passati tanti anni.''
''Per i Valar, quanto tempo... ma dimmi, come stai? E come sta tuo padre?'' chiese poi Aragorn avvicinandosi al balcone del salone. ''Sta bene, e ti porge i suoi saluti. Quanto a me... ci sono stati tempi peggiori.'' gli rispose il Principe affiaccandosi a lui con le mani dietro la schiena.

Aragorn sembrò guardarlo con fare interrogativo. ''Problemi?'' domandò.
''No, solo presagi... sento il pericolo aleggiare nell'aria, in ogni albero, in ogni goccia d'acqua del fiume...'' disse l'elfo con tono grave. ''Quest'ombra che viene dall'Est mi ha lasciato confuso e disorientato.'' Aragorn sospirò; anche lui avvertiva la minaccia di Sauron, era impossibile non percepirla. Sorrise poggiando una mano sulla spalla dell'amico.

''Non preoccupiamoci di questo, almeno non stasera,'' gli disse: ''Teniamo gli affanni lontani dai nostri cuori ancora fino a domani. Riposati, vedo dai tuoi occhi che sei stanco, anche se so che non lo ammetterai mai.'' concluse con fare ironico. ''No, infatti.'' ribattè l'elfo con lo stesso tono. L'altro sorrise. ''Ci rivedremo domani mattina al Consiglio.''
''Buonanotte, Estel.'' disse, e lo vide allontanarsi.
Non avrebbe voluto che se ne andasse, ma dopotutto aveva ragione: il viaggio da Bosco Atro a Gran Burrone non era cosa da poco, e l'elfo era affaticato. Chiamò qualcuno perché lo conducesse nella camera preparata per lui, si infilò nel grande letto a baldacchino e si addormentò.




Quando si svegliò il sole era appena sorto: il Consiglio si sarebbe tenuto a breve. Si alzò mettendosi una lunga veste e i pantaloni, e scese per la colazione.
Subito dopo raggiunse il luogo in cui si sarebbe svolto il Consiglio. Era uno dei primi, c'erano solo gli Elfi che insieme a lui rappresentavano il suo popolo e gli Uomini di Gondor, Boromir compreso. Le creature eterne si alzarono e si inchinarono al suo passaggio, mentre gli Uomini lo squadrarono da capo a piedi. Legolas non capì se con ammirazione o disprezzo.

Rivolse a loro un saluto veloce e si sedette sulla sedia che gli era stata riservata, esattamente in mezzo ai suoi compagni. Poco dopo arrivarono anche gli altri convocati; la compagnia dei Nani e, infine, re Elrond insieme a Mithrandir, al giovane Hobbit di nome Frodo e ad Aragorn.
Il Consiglio stava per cominciare:

''Stranieri di remoti paesi e amici di vecchia data...'' esordì Elrond, al che ogni mormorio cessò e l'attenzione di tutti si catalizzò sul sovrano di Gran Burrone. ''Siete stati convocati per rispondere alla minaccia di Mordor. La Terra di Mezzo è sull'orlo della distruzione, nessuno può sfuggire.'' Legolas si voltò verso Aragorn e incrociò il suo sguardo: non riusciva a capire cosa ci fosse nei suoi occhi. Malinconia, rabbia, timore... non riusciva a leggere nei suoi pensieri, questo lo fece preoccupare.

''O vi unirete, o crollerete.'' la voce di Sire Elrond lo riportò alla realtà. ''Ogni razza è obbligata a questo fato, a questa sorte drammatica.'' Il Re si voltò verso l'Hobbit e, con gesto conciliante, gli chiese di portare l'Anello su piedistallo di pietra posto al centro del cerchio di sedie. Frodo si alzò e obbedì. Gli invitati non poterono trattenere commenti a mezza voce. Nessuno di loro aveva mai creduto che quell'Hobbit avesse davvero l'Unico Anello in suo possesso. Legolas non capì quello che veniva detto, le voci si sovrapponevano, ma udì Boromir sussurrare quasi a se stesso, ''Allora è vero...''

Quando il momento di stupore passò, il figlio di Denethor si alzò in piedi. Legolas vedeva nei suoi occhi che se l'Anello fosse finito in mano sua, il mondo sarebbe caduto. Non avvertiva malvagità nel suo cuore, ma i suoi pensieri lo inquietavano: pensieri di guerra, di sangue e di morte.
''Questo è un dono...'' sibilò, attirando l'attenzione di tutti. ''Un dono ai nemici di Mordor. Perché non usare l'Anello? A lungo mio padre, Sovritendente di Gondor, ha tenuto le forze di Mordor a bada! Grazie al sangue del nostro popolo, tutte le vostre terre sono rimaste al sicuro! Date a Gondor l'arma del Nemico! Usiamola contro di lui!''

Mentre Boromir era impegnato nel suo monologo, l'elfo fissava Aragorn, curioso di vedere le sue reazioni al discorso dell'Uomo. Sembrava spazientito, sospirò diverse volte, non riuscendo a capire come Boromir potesse anche solo pensare di poter usare l'Anello per i suoi scopi. Poi il ramingo prese la parola; ''Non potete servirvene. Nessuno di noi può. L'Unico Anello risponde soltanto a Sauron: non ha altri padroni.'' scandì bene l'ultima frase per essere sicuro che tutti avessero capito. Boromir ribatté con rabbia. ''E cosa ne sa un Ramingo di questa faccenda?''

Legolas non pote' sopportarlo; era un assoluta mancanza di rispetto. Aragorn era pur sempre l'erede al trono, Boromir avrebbe dovuto essere suo suddito. Come poteva Aragorn sopportare questo trattamento? Balzò in piedi, pronto a difendere il suo amico. ''Non è un semplice ramingo!'' esclamò, e percepì lo sguardo dell'amico. Voleva che l'elfo si fermasse, che non rivelasse la sua vera identità, ma Legolas non poteva permettere che Boromir lo trattasse come un'infima creatura. Era pur sempre un re, anche se senza corona. ''Lui è Aragorn, figlio di Arathorn: si deve a lui la vostra alleanza!''

Molti degli invitati lo squadrarono come se avesse appena detto una terribile eresia. Frodo fissò lo sguardo sorpreso su Aragorn, e lo stesso fece Boromir. ''Aragorn?'' nella sua voce erano evidenti il disprezzo e l'incredulità. ''Questo è l'erede di Isildur?''
''Ed erede al trono di Gondor.'' aggiunse l'elfo, voleva che fossero chiari i ruoli: era Aragorn il legittimo re, non Boromir. Quest'ultimo gli doveva rispetto. ''Havo dad, (Siediti) Legolas.'' gli disse Aragorn, fissandolo intensamente. Stava per obbedire, quando sentì le ultime parole di Boromir; parole pronunciate con rabbia. Fissò prima l'elfo come se volesse incenerirlo, poi postò lo sguardo su Aragorn.

''Gondor non ha un re... a Gondor non serve un re.'' Con questo chiarì quali erano i suoi sentimenti verso il ramingo. ''Ha ragione Aragorn; non possiamo servircene.'' Intervenne Gandalf, e Legolas ne fu molto grato. Elrond riprese il controllo del Consiglio. ''Non esiste altra scelta: l'Anello deve essere distrutto!''
''Allora cos'aspettiamo?!'' l'attenzione di tutti fu attirata da uno dei Nani, Gimli. Balzò in piedi, impugnando l'ascia che ogni Nano teneva sempre a portata di mano. Si avvicinò all'Anello e lo colpì con forza.

Nel momento in cui l'ascia tocco il gioiello, un dolore lancinante attraversò la testa dell'elfo, che dovette fare uno sforzo sovrumano per non crollare in ginocchio urlando. C'era una voce che dall'Anello si disperdeva nell'aria, e Legolas non era l'unico a sentirla. Frodo era nelle sue stesse condizioni, forse stava anche peggio. Uno degli elfi accanto a Legolas incrociò il suo sguardo e gli rivolse una muta domanda. Scosse la testa e riportò l'attenzione sul Nano. L'ascia era andata in mille pezzi e Gimli era stato sbalzato indietro da una forza misteriosa, ma l'Anello... era ancora intatto.

Re Elrond non sembrava però sorpreso. ''L'Anello non può essere distrutto qui, Gimli figlio di Gloin, qualcunque sia l'Arte che noi possediamo. L'Anello fu forgiato tra le fiamme del Monte Fato: solo lì può essere annientato.'' disse. La voce dell'Anello era sempre più nitida nella mente di Legolas. Non si accorse nemmeno che le mani gli tremavano, e i suoi occhi non riuscivano a staccarsi da quell'oggetto. 

''Deve essere condotto nel paese di Mordor e va ributtato nel baratro infuocato da cui è venuto. Uno di voi deve farlo.''

Il silenzio calò sull'assemblea, finché Boromir, sospirando, non prese nuovamente la parola. ''Non si entra con facilità a Mordor. I suoi cancelli neri sono sorvegliati da più che meri Orchi. Lì c'è il male che non dorme mai, e il Grande Occhio è sempre all'erta. E' una landa desolata, squassata da fiamme, cenere e polvere. L'aria stessa che si respira è un'esalazione velenosa. Neanche con diecimila uomini sarebbe possibile, è una follia.''

Legolas balzò di nuovo in piedi. Sentì che le parole dell'Uomo avevano fatto breccia nel cuore dei presenti, ma sapeva che qualcuno doveva prendersi quella responsabilità. ''Non avete sentito ciò che ha detto Re Elrond?'' sbottò; sembrava arrabbiato con Boromir, ma in realtà ce l'aveva con l'apatia dei convocati, con la loro volontà di restarsene al sicuro nelle proprie terre, aspettando che giungesse un salvatore chissà dove. ''L'Anello deve essere distrutto!'' esclamò. Gli Elfi lo fissarono con orgoglio. Aragorn cercava di incrociare il suo sguardo, ma Legolas lo sfuggiva: sapeva che voleva farlo desistere dal suo proposito.

''E scommetto che pensi che sarai tu a farlo!'' esclamò Gimli, rivolto all'elfo. Quest'ultimo lo gelò con lo sguardo. ''Se nessuno dei presenti avrà il coraggio di prendersi questa responsabilità, ebbene sì, lo farò io. Non posso permettere che la Terra di Mezzo venga distrutta per la codardia di alcuni uomini!'' disse, e alle orecchie dei convocati dovevano essere sembrate dei pesanti insulti. ''E se falliamo cosa accadrà?'' Boromir balzò in piedi, fronteggiando l'elfo. ''Cosa accadrà quando Sauron si riprenderà ciò che è suo?'' gridò.

Anche Gimli si alzò in piedi. L'atmosfera si stava scaldando. ''Sarò morto prima di vedere l'Anello nelle mani di un Elfo!'' I compatrioti dell'elfo persero la pazienza e aggredirono la compagnia dei Nani con insulti e provocazioni. Legolas cercò di fermali mettendosi in mezzo, ma presto anche gli Uomini si unirono alla zuffa. Gandalf lì raggiunse subito dopo, affermando che mentre loro erano impegnati a litigare, il potere di Sauron si accresceva. Elrond e Aragorn osservarono la scena a debita distanza. Era prevedibile una reazione del genere; i tre popoli della Terra di Mezzo non erano mai stati particolari amici, specialmente Nani e Elfi.

La voce dell'Anello si fece nuovamente strada nella testa di Legolas. Capì che l'Unico si stava beando di quella scena, amava tutto ciò che era odio e rancore, esattamente come il suo Signore. Si portò le mani alla testa... sentiva dei versi girare a circolo chiuso nel suo cervello, e sembravano tanti spilli arroventati...


'' Ash nazg durbatuluk, ash nazg gimbatul, ash nazg durbatuluk, ash nazg gimbatul ''


No. Nessuno sembrava notare il dolore dell'elfo, nè quello di Frodo.
Legolas posò di nuovo gli occhi sull'Anello, mentre quelle parole si fecero più nitide, così forti da sovrastare quelle dei presenti. Serrò con forza le palpebre e nel momento in cui lo fece... gli apparve l'immagine di un grande Occhio, senza palpebre, avvolto nelle fiamme. A stento riuscì a trattenere un sussulto. Sentì le gambe deboli, come se qualcosa gli stesse succhiando via tutta la linfa vitale.

Elrond posò lo sguardo su Legolas, che sentì la sua voce dire qualcosa a qualcuno seduto accanto a lui. Un minuto dopo due braccia robuste sorreggevano il corpo dell'elfo, e una voce sussurrargli all'orecchio. ''Legolas! Coraggio, torna in te!'' Nell'udire quella voce Legolas sembrò ritrovare la pace. Si aggrappò a lui con tutte le sue forze, e ben presto la voce di Aragorn prese il posto di quella dell'Anello. Sollevò piano le palpebre, trovandosi davanti il volto preoccupato di Estel. ''Come ti senti?'' chiese quest'ultimo, guardandolo negli occhi. L'elfo ci mise qualche secondo a ritrovare la voce. ''Sono stato meglio...'' gli sussurrò, poi Aragorn lo aiutò ad alzarsi.

Nessuno si era accorto di quello che era successo, solo Sire Elrond, che fissava l'elfo preoccupato. Legolas annuì nella sua direzione, e il re sembrò più sollevato.
''Cos'è successo?'' chiese Aragorn.
''L'Anello...'' bisbigliò Legolas, ancora scosso per quello che era appena successo. ''Ho sentito la sua voce nella mia testa...'' concluse guardando preoccupato gli occhi dell'amico. Aragorn sembrava stupito. ''Che cosa ti ha detto...?'' domandò, cauto. ''Non lo so, e... non voglio saperlo.'' disse Legolas abbassando lo sguardo verso il pavimento. ''Comunque... sto bene, Estel.'' lo rassicurò con un sorriso sforzato, cercando di fermare i tremiti che aveva in corpo. Non gli disse niente dell'Occhio, non volendo farlo preoccupare ancora di più.

''Lo porterò io.''

Quella flebile voce... nessuno a parte Legolas sembrava averla udita.

''Lo porterò io!''

Adesso sì che l'avevano sentita. Era Frodo, lo sguardo determinato e le mani strette a pugno. L'attenzione di tutti si spostò su di lui, e l'hobbit perse parte della sua baldanza.
''Porterò io l'Anello a Mordor.'' sembrava che lo ripetesse per se stesso, non per gli altri. ''Solo... non conosco la strada.'' ammise, quasi imbarazzato.
Gandalf sospirò: non avrebbe mai voluto che fosse il giovane Baggins ad accollarsi quella responsabilità, ma ormai quel che era fatto era fatto. ''Ti aiuterò a portare questo fardello, Frodo Baggins, finché dovrai portarlo.'' gli si avvicinò e gli mise le mani sulle spalle con fare protettivo, e l'hobbit gli sorrise. Aragorn si voltò verso di lui, e parlò. ''Se con la mia vita o la mia morte riuscirò a proteggerti, io lo farò.'' Si inginocchiò davanti a Frodo, arrivando così alla sua altezza.

''Hai la mia spada.'' disse.
''E hai il mio arco.'' sarebbe partito anche Legolas.
''E la mia ascia!'' Gimli si affiancò all'elfo, anche se controvoglia.

Boromir si fece strada tra gli invitati che li guardavano sbalorditi. ''Reggi il destino di tutti noi, piccoletto...'' disse rivolto a Frodo, poi parlò a beneficio di tutti i presenti. ''Se questa è la volontà del Consiglio, allora Gondor la seguirà.'' concluse con voce chiara. Elrond accennò a un leggero sorriso.
''EHI!'' Una voce proveniente da dietro un cespuglio attirò l'attenzione di tutti. ''Padron Frodo non si muoverà senza di me!'' Sam si affiancò a Frodo, impuntandosi sulla sua decisione di partire con lui. Elrond lo riprese amichevolmente. ''No, certo, è quasi impossibile separarvi, anche quando lui viene convocato ad un Consiglio segreto e tu non lo sei.'' il povero giardiniere abbassò lo sguardo imbarazzato.

''Ehi! Veniamo anche noi!'' udirono altre due voci; erano Merry e Pipino. Re Elrond non credeva ai suoi occhi, e si poteva immaginare cosa si stesse ripetendo nella sua testa.
Fissò Legolas che sembrava divertito da quella scena. ''Dovete mandarci a casa legati in un sacco per fermarci!'' esclamò Merry deciso.
''Comunque, ci vogliono persone intelligenti per questo genere di... missione!'' il termine a quanto pare non soddisfaceva Pipino. ''ricerca...'' ancora non gli piaceva. ''cosa!''

Merry lo guardò con un mezzo sorriso. ''Ma così ti autoescludi, Pipino!''

Elrond ignorò il battibecco tra i due e li squadrò uno per uno. Era visibilmente soddisfatto; neanche nelle sue più rosee aspettative aveva immaginato tanti volontari per una missione che appariva suicida. ''Nove compagni... E sia! Voi sarete la Compagnia dell'Anello!'' dichiarò.
''Grandioso!'' esclamò Pipino agitandosi sul posto. ''Dov'è che andiamo?'' chiese poi, lasciando alibito Merry. Qualcuno scoppiò a ridere, e si udì la flebile voce di Frodo dire qualcosa tipo ''Ma cos'ho fatto male?''


Il giorno dopo, la Compagnia partì...





  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Little_GirlMoon005