“NESSUN
GIORNO E’ UGUALE
ALL’ALTRO, OGNI MATTINA PORTA CON SE’ UN
PARTICOLARE MIRACOLO, IL PROPRIO
MOMENTO MAGICO, NEL QUALE I VECCHI UNIVERSI VENGONO DISTRUTTI E SI
CREANO NUOVE
STELLE.”
-Paulo Coelho
10
anni dopo…
POV
ALICE:
-Mamma
ma sta nasciendo la
mia solellina? Mamma? Ora gioca con me?- ero così
concentrata a fissare la
porta della stanza che mi accorsi della presenza del mio piccolo solo
quando mi
tirò la giacca.
-Lucas,
amore! Ma papà
dov’è?-
-Lì- indicò il
corridoio dietro di me e mi voltai
sorridente
-Tesoro
ha gia partorito?-
Andrea arrivò con un mazzo di girasoli e prese Lucas in
braccio, feci segno di
no e continuai a fissare la porta; Riccardo mi aveva chiamato
un’ora prima mentre
Andrea aveva portato al parco Lucas visto che era una domenica mattina
soleggiata di fine aprile e io pulivo casa. Avevo buttato tutto
all’aria ed ora
corsa all’ospedale perché non potevo perdermi la
nascita della prima figlia di
Ginevra ed ero emozionantissima.
-Dove
sta la mia
solellina?Voglio giocare mamma- sorrisi allegra a
quell’angioletto biondo e gli
scoccai un bacio sul naso.
-Piccolo
non è la tua
sorellina ma è come se lo fosse-
-E’
la mia finta solella?-
-Si
amore ma non puoi giocare
con lei, è molto piccola- mi fissò con quegli
occhioni azzurro cielo e mise le
braccia incrociate per farmi capire che era arrabbiato.
-Ehi
campione potrai giocare
ma devi promettere che starai sempre attento a lei e non fai il bambino
cattivo-
-Promesso-
Sarebbe
stata una lunga
attesa e così mentre Andrea portava Lucas a fare una
passeggiata, lo osservai
trotterellare al fianco del padre; erano stupendi insieme. Lucas era la
miniatura del padre ma solo dal punto di vista fisico perché
caratterialmente
era diverso sia da lui che da me, in effetti ci chiedevamo
continuamente da chi
avesse preso: era intelligente come pochi bambini di due anni erano,
esageratamente espansivo, iperattivo, permaloso, cocciuto e
indipendente.
Quando mai si è visto un bambino di due anni che vuole
lavarsi, vestirsi e
dormire da solo? Era decisamente fuori dal comune e se ne accorgevano
tutti,
parenti e sconosciuti, ma in maniera positiva. Ero decisamente
orgogliosa di
mio figlio come lo era anche Andrea che lo idolatrava e viziava come un
piccolo
Buddha.
Ero
davvero felice degli
obbiettivi raggiunti: io e Andrea ci eravamo sposati tre anni fa con
una
cerimonia abbastanza semplice e insieme a noi si erano sposati anche
Ginevra e
Riccardo. Avevo sempre avuto il terrore che finito il liceo ognuno
avrebbe
preso strade diverse e ci saremmo inevitabilmente divisi invece Ginevra
e
Riccardo erano rimasti qui a Milano e tutto era andato per il meglio ad
eccezione di alcune irruzioni alle tre o alle quattro di notte in cui
quei due
pazzi si presentavano alla nostra porta con le valigie in mano, ci
lasciavano
il cane e partivano in piena notte per mete lontane. Con
l’arrivo a sorpresa
poi di Lucas due anni prima eravamo diventati un’unica grande
famiglia:
nonostante il lavoro e i mille impegni riuscivamo sempre a trascorrere
la
serata insieme, e la domenica facevamo sempre qualcosa di speciale e
divertente. Erano più i giorni che Lucas passava a casa di
Riccardo e Ginevra
che quelli che trascorreva con noi e purtroppo quando si metteva in
testa qualcosa
non c’era verso di fargli cambiare idea: adorava giocare con
Riccardo e Ginevra
gli preparava sempre la torta al cioccolato che adorava. Basta un
po’ di
cioccolato per corrompere un bambino e convincerlo a rimettere la
cucina in
ordine: Ginevra riusciva sempre a farsi ascoltare, cosa che a me non
riusciva
quasi mai e se non
fosse stato per lei
Lucas non si sarebbe fatto il vaccino la settimana prima.
Era
ormai mezzogiorno passato
quando Andrea ritornò con Lucas per avere notizie.
-Nessuna
notizia?-
-Non
è ancora uscito..- e fu
proprio in quel momento che Riccardo spalancò la porta
sorridente e vedendoci
ci corse incontro raggiante.
-E’
nata ed è
semplicemente…bellissima, dovete vederla è
meravigliosa e piena di capelli-
rise di una risata pura e cristallina e lo abbracciai contenta.
-Auguri
neopapà- disse felice
Andrea dandogli una pacca sulla spalla
-Auguri-
ripeté Lucas
-Posso
vederla?- continuò poi
curioso
-Certo
campione vieni-
Riccardo lo prese in braccio e ci fece strada verso il vetro del nido,
una
volta arrivati ci indicò una neonata che
stavano appena mettendo nell’incubatrice
e spalancai la bocca estasiata;era minuscola ma muoveva
gambe e braccia
come una combattente nata, aveva una folta massa di capelli nerissima e
degli
occhi altrettanto neri: sperai che gli occhi non cambiassero
perché sembravano
il colore del cielo la notte. Era davvero splendida.
-Mamma
hai visto quanti
capelli?- rise Lucas
-Si
tesoro, è bellissima-
Avendo
da poco partorito,
decidemmo di lasciar riposare Ginevra e passammo tutto il tempo ad
osservare la
bambina finchè non fu il momento di spostarla nel lettino
del nido insieme a
tutti gli altri bambini:lì ci fu una tragedia. Quando
l’infermiera andò a
prendere la piccola di cui Riccardo non aveva voluto dire il nome (
voleva che
ce lo dicesse Ginevra) lei iniziò a piangere e Lucas che era
accanto a me con
uno scatto fulmineo aprì la porta del nido e corse dritto
verso l’infermiera
che la stava poggiando nel lettino: fece giusto in tempo a poggiarla che Lucas
tirò un calcio allo stinco
dell’infermiera. Io come Riccardo e Andrea
eravamo subito corsi ma non eravamo riusciti ad impedire a Lucas quel
calcio e
feci una serie di scuse mortificata e arrabbiata. Tornati nel corridoio
scoppiai come una pentola a pressione:
-Adesso
tu signorino ti
scordi la scuola di calcio questa settimana, niente passeggiate al
parco e
merenda; queste cose non si fanno, i bambini educati non alzano le
mani,
soprattutto alle persone adulte, sei stato molto maleducato e dopo
andrai a
scusarti con l’infermiera- Riccardo e Andrea non misero
parola e fissarono il
bambino mortificato
-Sei
diventato muto? Perché
l’hai fatto?- alzò il suo solito sguardo di sfida
e parlò
-Quella
brutta infermera ha
fatto piangere la mia finta solellina e nessuno deve farla piangere-
era serio
e arrabbiato con me per la sgridata
-Hai
ragione piccolo, grazie
per quello che hai fatto, allora ti chiedo un favore- Riccardo si
inginocchiò
accanto a lui e lo fissò intenerito.
-Dovrai
sempre proteggerla la
tua “solellina”- rise guardandolo
-Si
signore- fece il saluto
militare e senza aspettarci tornò alla sala del nido a
fissare la culla della
piccola come un falco senza mai staccare gli occhi dal vetro. Il mio
piccolo
cavaliere.
POV
GINEVRA:
Ritrovarmi
ancora una volta
in questo ospedale mi ricordò la notte
dell’incidente di oltre dieci anni fa
stavolta però tutto era diverso, io ero diversa, e
l’essere qui in questa
circostanza era bellissimo perché dopo aver trovato Riccardo
non pensavo che ci
potesse essere qualcos’altro che mi avrebbe resa altrettanto
felice e invece
scoprire di essere incinta ) mesi fa aveva rivoluzionato la mia vita,
le aveva
dato un senso nuovo e ancora una volta mi sentivo grata verso mio
fratello e
verso quegli sbagli madornali che avevo fatto perché forse
senza quelli non
avrei trovato Riccardo, non avrei intorno a me tutte queste persone
meravigliose e so per certo che senza dolore non avrei mai potuto
comprendere
l’enorme felicità che provavo in quel momento.
Sapere di essere madre era una
cosa indescrivibile, non c’erano parole e non avevamo avuto
problemi nello
scegliere il nome: era stato lui lassù ad ispirarmi. Ed ora
che mi ritrovavo
quella minuscola creaturina tra le braccia, colei che aveva ascoltato
le ninne
nanne originali di Riccardo, che si era dovuta adattare ai quintali di
marshmallow e cioccolata, che aveva fatto yoga con me nel parco, e che
si era
sorbita ore e ore di discorsi sul perché delle cose da parte
di Lucas, le
sorridevo cercando di trasmetterle tutto l’amore che provavo
solo con lo sguardo.
-Zia,
zia, zia- Lucas
spalancò la porta e corse verso il mio letto contento,
Riccardo rideva con
Andrea mentre Alice sospirò: sapeva che Lucas non poteva
fermarlo nessuno.
Riccardo mi baciò la guancia e prese in braccio la bambina.
-E’
da stamattina che
cerchiamo di indovinare il suo nome, Riccardo non voleva dircelo-
sbuffò lei
mentre scattava una foto alla piccola. Lui mi guardò come a
chiedermi il
permesso e io annuii sorridente.
-Come
si chiama? Come si
chiama? Come si chiama?-
-Lucas!-
-Date
il benvenuto a Nicole-
esclamò Riccardo e subito Lucas rise contento
-Posso
darle un bacino?-
-Certo
campione, sulla fronte
però- si chinò e le diede un bacio leggero e mi
scappò una lacrima, stupidi
ormoni.
-E’
un nome bellissimo, lui è
fiero di te, lo so- quelle parole bellissime appartenevano ad una voce
di donna
anziana, stanca eppure felice; l’avrei riconosciuta tra mille
ma quando il viso
di mia madre seguito da quello di mio padre fecero capolino nella
stanza
spalancai la bocca per la sorpresa: sapevo chi dovevo ringraziare.
Lanciai uno
sguardo di gratitudine a Riccardo che mi osservava contento e sorrisi
ai miei
genitori.
Felice,
si ero felice,
soddisfatta, si ero soddisfatta, amata, si ero amata, viva, si ero
decisamente
e magnificamente viva.
ANGOLO
AUTRICE:
Avevo
deciso di fare questa
piccola uscita di scena che come vedete è molto breve
semplicemente per darvi
un assaggio del loro futuro e ci ho messo così tanto tempo
per la mia mente che
era piena di idee: farlo o non farlo, farlo in un modo oppure in un
altro? Per
alcune cose sono un’eterna indecisa, quello che so per certo
però è che sono
assolutamente felice di voi che per tutto questo tempo avete seguito
pazientemente la mia storia, chi scrivendo recensioni, chi leggendo
silenziosamente ed io sono ugualmente grata per questo
perché so che questi
personaggi scaturiti dalla mia mente non sono importanti solo per me ma
anche
per altre persone e allora mi viene da pensare di avere tanti amici
gentili e
pazienti che senza avere nulla in cambio si sono fermati a leggere e
hanno
speso del tempo per me: dare del tempo a qualcuno è la cosa
più bella che una
persona possa fare. Grazie davvero di cuore. Per finire
perché voglio evitare
le lacrime, voglio solo informarvi che sto lavorando per fare una
continuazione
che penso abbiate capito riguarderà Lucas e Nicole. Spero
davvero di non avervi
delusi e di avervi tenuto compagnia con la mia storia. Un bacione a
tutti e mi
raccomando non vi scordate che per ogni fine c’è
sempre un nuovo inizio e
ognuno di noi è capace di rialzarsi e combattere, sempre!
Forza,
piccoli combattenti!
Blackshadow90