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Autore: Nana Stonem    12/11/2015    4 recensioni
Questa è la storia di quattro ragazzi e delle loro insicurezze,
delle loro scelte sbagliate, delle loro paure e del loro modo di crescere. Non esiste buono o cattivo, ma solo la debolezza di chi si lascia prendere dalle emozioni, di chi non è abbastanza forte da negare ciò che prova, chi non abbastanza coraggioso da ammettere la verità. Sono ragazzi pieni di dubbi, speranze, desideri.
Sono confusi, stupidi, irrazionali, sono maledettamente umani.
Ognuno di loro nasconde qualcosa, chi un amore celato, chi un tradimento, chi un desiderio inaspettato.
Questa è la storia di Adam, Rachel, Ariel e Josh.
Tratto dal capitolo uno:
"C'è lui che parla e tu osservi la sua bocca. Vedi quelle labbra incresparsi, distendersi, allontanarsi, riunirsi. Te le immagini sulle tue, assapori nella tua mente la loro consistenza, il loro calore.
Ti chiedi cosa proveresti a baciarlo sul serio; vorresti essere capace di farlo: affondare le dita nei suoi capelli e attirarlo a te, vicino al tuo viso, così tanto da non aver bisogno di respirare a fondo per sentire il suo odore.
Ma sai che non c'è spazio per la fantasia, sai che lui non sarà mai tuo, sai che non dovresti nemmeno farli quei pensieri."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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[ Girotondo delle emozioni ]

di Nana Stonem

 
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Capitolo 18: Nuove prospettive

 

Josh apre gli occhi e si rende conto di non essere nel suo letto, che quella in cui si trova è senza ombra di dubbio la camera di una donna, sbatte gli occhi per pochi secondi, il tempo di focalizzare la realtà e ricordare tutto quello che era successo quella notte. Un sorriso soddisfatto gli spunta in volto, si sente felice, leggero, rilassato come mai in vita sua prima di allora.
La luce del mattino filtra attraverso la finestra lasciata socchiusa,  è ancora a letto e nell'attimo in cui la sua mano si allunga dall'altra parte del materasso è il vuoto ad accoglierlo. Ariel si è alzata prima di lui e la cosa lo stupisce, è sempre stato un ragazzo mattutino, di quelli che balzavano dal letto senza avere quasi bisogno della sveglia, come un richiamo naturale, forse dettato dallo stress, eppure quella notte aveva dormito profondamente, senza accusare nulla e gli basta dare un'occhiata alla sveglia per capire di aver superato di gran lunga i suoi soliti orari. Sono circa le 11 e ringrazia il cielo che sia domenica, quella nottata era stata un toccasana per lui. Anzi, è abbastanza sicuro che sia stato un bene sia per lui che per Ariel.
Al solo ricordo di quello successo negli ultimi giorni è un mix di emozioni ad assalirlo, ma soprattutto è un senso di calore ad assalirlo, la consapevolezza che lui e Ariel sono stati davvero insieme, per la prima volta. Niente più fantasie, sotterfugi, baci nascosti e bugie, sono stati liberi di amarsi per davvero.
Quello che aveva fatto con Ariel non è stato semplicemente sesso, aveva provato qualcosa di più profondo, come se fossero stati creati per stare insieme, per unirsi l'un l'altro. Ariel sembrava fatta apposta per stringerli a lui e lasciarsi toccare, baciare, amare. Non si è mai sentito così completo con qualcuno, non ha mai provato sensazioni simili neanche i primi mesi con Rachel, nonostante allora credeva di essere innamorato di lei.
Rachel, quella a cui aveva urlato contro, quella che era diventato il centro propulsore dei suoi mali, la causa di tutte le sue ingiustizie. Ha covato così tanto rancore verso di lei, eppure quella mattina sembra che quel sentimento abbia cominciato a sciogliersi piano piano come neve al sole. 
Non che l'abbia perdonata per il tradimento, quello mai, non lo avrebbe mai dimenticato, ma gli viene anche da chiedersi «chi se ne importa di Rachel, ora che io e Ariel siamo finalmente insieme?». È quella la consapevolezza in grado di far passare tutto il resto in secondo piano. Non potrà mai mettere una pietra sopra al modo in cui Rachel lo abbia lasciato senza un apparente motivo, al tradimento che è venuto fuori soltanto più tardi, in una maniera poi così inaspettata da sembrare essere uno scherzo del destino, uno sgambetto fatto a tutti e quattro loro, lui, Ariel, Rachel e Adam; per incasinare le cose. O forse, più assurdamente, rimetterle tutte apposto. Forse un giorno avrebbe parlato di nuovo con lei, magari le avrebbe chiesto scusa per quell'offesa di cui ora si pente, l'ha chiamata troia ed è qualcosa di cui non va molto fiero. Non è quello che avrebbe detto se non fosse stato così pieno di risentimento e rabbia da farlo esplodere come un vulcano. No, l'avrebbe offesa in altri modi, sicuramente, ma senza oltrepassare il limite.
Ora è troppo concentrato su se stesso per pensare di aggiustare le cose con lei, non ne ha ancora voglia o interesse a farlo, vuole godersi a pieno la sua Ariel.
«Buongiorno» saluta Josh non appena arriva in cucina, trovandola con un libro e una tazza di caffè fumante tra le mani. Lei alza lo sguardo verso di lui e gli sorride dolcemente, può quasi avvertilo il suo cuore scaldarsi nell'attimo in cui i loro sguardi si incrociano.
«Buongiorno amore, se vuoi fare colazione c'è del latte il frigo, un altro po' di caffè e qualche biscotto nella credenza», le parole di Ariel sono pronunciate in maniera spontanea eppure entrambi sembrano stupirsi di fronte a quella naturalezza.
Ariel lo ha appena chiamato amore, è una cosa stupida eppure è come se solo adesso, piano piano, entrambi si stiano rendendo conto di quanto tutto ciò sia reale, di come quello che hanno desiderato di nascosto per così tanto stia diventando una concretezza. Josh le si avvicina e si piega su di lei per darle un veloce bacio a fior di labbra.
«Credo che prenderò un po' di caffè» le risponde con ilarità nella voce, prima di pronunciare la parola «tesoro», che fa sorridere stupidamente entrambi. Josh riempie la sua tazza di caffè e si siede vicino a lei. Ariel avverte la vicinanza di Josh, può sentire il suo odore e tutto il suo corpo ritorna alla loro nottata insieme, il cuore comincia a batterle all'impazzata e d'un tratto ha perso il filo della lettura, maledetto Josh a farle quell'effetto.
«Cosa leggi?», lui le si avvicina ancora di più per poter scorgere meglio il libro che ha in grembo e Ariel si affretta a chiuderlo, consapevole ormai che non potrebbe continuare oltre. Quella mattina si era svegliata presto e aveva parlato con Adam, le era mancato tanto e sembravano tutti e due più rilassati, dopo la tempesta che aveva colpito le vite di entrambi. Le viene da chiedersi cosa stia facendo in quel momento e se Rachel penserà mai di andare a trovarlo prima o poi.
«Sonno profondo, di Banana Yoshimoto», comincia a sorseggiare il suo caffè e Josh fa lo stesso.
«È interessante?».
«Molto».
«Puoi continuare a leggerlo se ti va, non ti darò fastidio, potrei andare a mettermi sul divano in salotto, troverò qualcosa da guardare in tv», Josh si alza in piedi ed Ariel fa lo stesso, afferrandogli un braccio prima che lui possa fare anche un solo passo.
«Non voglio che tu te ne vada», Ariel lo guarda con sorriso ma anche con un po' di imbarazzo, deve abituarsi a questa nuova situazione tra di loro. Josh le sorride e le stringe i fianchi, lasciando che si avvicini ancora di più a lui.
«E io speravo con tutto me stesso che me lo avresti detto», Ariel fa una risata lieve e gli cinge le braccia intorno al collo. Josh la guarda e il suo sguardo è così intenso che Ariel sente le gambe diventare molli come gelatina. 
«Ti amo», le sussurra prima di baciarla. Le labbra di Ariel sono morbide e così accoglienti che Josh potrebbe farlo per ore, è dolce ed eccitante allo stesso tempo. È una di quelle persone in grado di donare l'anima a chi vuole bene ed è come se Josh possa avvertire quanto lei gli stai donando tutta se stessa senza remore, è come se Josh avesse superato tutte le barriere del suo cuore e possa guardarla completamente, senza nulla a proteggerla. Tutta questa fiducia lo fa sentire onorato, come se Ariel gli avesse concesso un bene prezioso che sarebbe stato disposto a conservare e difendere con tutto sé stesso.
«Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati? Chi se lo aspettava che sarebbero andate così le cose. Quando Rachel...» gli dice Ariel, interrompendo il bacio, ma d'un tratto si blocca, come se pronunciare quel nome la facesse sentire più a disagio che mai, come se avesse infranto un tacito patto da parte di entrambi di non nominarla più. Josh la osserva e sembra capire a pieno i suoi pensieri, ma non avrebbe lasciato che il nome di Rachel potesse creare problemi fra loro, è il passato ormai e lui vuole solo concentrarsi sul presente.
«Lo so, me lo ricordo, quando mi disse che la sua migliore amica aveva bisogno di aiuto pensai soltanto "ah, finalmente potrò conoscere la famosa Ariel", non avrei mai immaginato che tu potessi essere così bella», Josh allunga una mano per accarezzarle il viso, fino a farle passare il pollice sulle labbra, lei le schiude e sospira.
«Così intelligente», le da un bacio sui capelli.
«Così dolce», le sposta un paio di ciocche per poterle dare un bacio su una guancia.
«Non pensavo che sarei arrivato ad innamorarmi perdutamente di lei», stavolta le sue labbra ritornano su quelle di lei, è un bacio profondo ma breve.
«Ti sei sentita in colpa verso di lei quando abbiamo fatto l'amore?», le chiede ad un centimetro dal suo volto, ha paura di chiederglielo ma ha bisogno di sapere che anche per Ariel tutto questo sia superato.
«No, Josh, ho smesso di provare colpa per quello che sento, io ti amo e non posso cambiare questo sentimento, ormai Rachel non ti appartiene più», Ariel pronuncia quelle parole in maniera sicura, perché è quello che sente e vuole che Josh capisca che stia dicendo la verità. Lui la osserva attenta e lei gli tiene lo sguardo senza titubanze.
«Senti la sua mancanza?».
«Ogni tanto, mi dispiace aver lasciato così le cose in sospeso, penso che proverò a chiarire le cose con lei».
Ha intenzione di farlo davvero, di andare da Rachel e chiarire ogni cosa, sperando di ricevere il suo perdono. Si sente un po' spaventata all'idea di farlo, di rincontrarla dopo tutto quello che era successo, potrebbe trovarla ostile, adirata nei suoi confronti, ma sa anche che peggio di così le cose tra di loro non potrebbero andare e l'unica cosa che è in suo potere è provare a migliorarle. Se il ragazzo in questione non fosse stato Josh, se fosse stato un ragazzo qualunque Ariel sarebbe corsa a telefonarla per raccontarle tutto, di come lui sia dolce, di quanto lei sia innamorata. Le manca farlo ed è proprio per questo che ha bisogno di andare da lei, è riuscita ad accettare i suoi sentimenti a pieno e senza sensi di colpa. Non lascerà che la paura la blocchi di nuovo, si sente libera più che mai, come se quell'enorme macigno di problemi si fosse sciolto piano piano, lasciando solo questo ultimo pezzo da estinguere. Come è riuscita ad arrivare a quel punto? Se l'è chiesto spesso in quelle ultime ore e non riesce a darne una sola ed unica spiegazione, è come se tanti piccoli pezzi si fossero aggiunti fino ad esplodere tutti insieme e annullare tutto. Ha visto Rachel litigare con Josh e dal modo in cui lo guardava aveva capito che Rachel non lo amava, probabilmente non lo aveva mai fatto, forse era proprio questo il motivo per cui lo aveva tradito con Adam. Lui era così preso da lei tanto quanto lei lo era da lui, quando li aveva spiato da dietro la porta di casa sua lo aveva notato e non aveva mai dimenticato il modo in cui entrambi si guardavano con tanto ardore. Forse tutti avevano fatto delle scelte sbagliate, Rachel, Josh, Adam e perfino lei, ma tutto questo non aveva fatto altro che portarli fino a quel punto, dove le cose sono mutate così tanto da sembrare finalmente giuste.
«Se è quello che senti, allora fallo», Ariel fa cenno di sì con la testa e avvicina il viso al suo, fin quando le loro labbra non si incontrano e per Josh quel tocco è come un'esplosione. Afferra il viso di Ariel fra le mani in una stretta ferrea, quasi come se qualcuno o qualcosa potesse portargliela di nuovo via dopo tutto quello che aveva fatto per averla. Le separa le labbra con prepotenza e rende il bacio più profondo, le loro lingue si incontrano e basta questo a fargli battere il cuore all'impazzata ed ad eccitarlo come non mai. Ha desiderato Ariel per così tanto che si sente perennemente desideroso di lei in modo insaziabile. Ha bisogno di lei ancora e ancora, instancabilmente. È continuamente assetato e sembra che la stessa sete appartenga anche a lei, come se entrambi avessero il disperato bisogno di stringersi più che mai, di godere dell'altro come se quella piccola oasi di felicità sia instabile, pronta ad autodistruggersi da un momento all'altro. Forse era tutto quello che avevano passato a farli rendere così cauti, così spaventati all'idea di perdersi di nuovo. 
Eppure Josh non ha intenzione di farlo accadere di nuovo, non lascerà che qualcuno ostacoli di nuovo la loro storia, non ne ha la forza, ora che ha potuto avere Ariel e ha scoperto quanto sia bello e appagante rimanere al suo fianco nulla si sarebbe più messo fra di loro. Ariel è sua tanto quanto lui le appartiene, è una certezza ormai.
Ha bisogno di Ariel, adesso più che mai. Le afferra i glutei con le mani e la solleva fino a farla sedere al bordo del tavolo della cucina. 
«Josh, non vorrai farlo qui spero», la voce di Ariel è stupita ma anche divertita, adora il modo in cui Josh mostri senza remore quanto sia in grado di desiderarla e amarla. Ad ogni suo tocco sente il cuore balzarle nel petto e una sensazione di calore diffondersi ovunque, non è solo legata all'eccitazione del momento, è qualcosa di più, è come se fosse in grado di scaldarle il cuore. La consapevolezza di poter appartene a Josh senza remore, senza più paure, senza sensi di colpa, è così bella e devastante da destabilizzarla, non ci è ancora abituata. Un po' ha paura che tutto questo possa finire, che qualcosa possa spezzare quel loro piccolo mondo felice, ma sa anche che stavolta non si farebbe bloccare dalla paura, farebbe di tutto per lui, per non permettere a nessun altro di mettere in dubbio quello che hanno. 
«Non importa Ariel, siamo liberi e possiamo stare insieme dove vogliamo».
«Si che possiamo, ora siamo liberi e nessuno potrà separarci».
Josh la guarda come se gli avesse appena letto nel pensiero.
«Hai ragione Ariel, hai perfettamente ragione».

 

«Ed ecco che Adam e Jake, incuranti del mio divieto di uscire, decidono comunque di scappare dalla finestra, i due idioti pensavano di poter scavalcare il cancello senza che io potessi notarli», Marge lancia un'occhiata di rimprovero al suo nipote Adam, che cerca di evitare il suo sguardo a disagio. 
«E lei che cosa ha fatto? Li ha fermati?» Rachel ha la pancia strapiena, il pranzo con Marge era stato fantastico, delizioso ma anche troppo abbondante. Si sente rilassata come non mai e i racconti di Marge la stanno divertendo un sacco. Prova una strana sensazione di calore ad essere in quella casa, seduta a tavola con Adam e sua nonna, ad ascoltare le sue avventure da ragazzino, scoprendo con piacere lati di Adam che non avrebbe mai immaginato.
«Ovviamente li avrei fermati, ma stavo ancora finendo di lavare i piatti quando cominciai a sentire dei rumori sospetti in giardino. Ebbi giusto il tempo di prendere la scopa e correre fuori per andare a fermarli, ma quando uscii e vidi cosa era successo...beh era chiaro che non c'era bisogno di me per farli tornare in casa...», Marge fa una pausa ad effetto, come a volersi preparare per raccontare la scena madre di tutto il racconto, Rachel pende dalle sue labbra, diversamente da Adam.
«Ti senti proprio così tenuta a raccontarglielo? Giuro che se non fosse per questo gesso avrei già afferrato Rachel e l'avrei portata via di casa con me pur di non farti continuare», ha le braccia incrociate al petto e uno sguardo così imbarazzato che a Rachel risulta tenero. Avrebbe voglia di allungarsi verso di lui e stampargli un bacio a fior di labbra, ma conoscendolo lui avrebbe ricambiato con troppa passione il bacio e avrebbero finito col dare spettacolo di fronte a Marge. 
«Oh, Adam, non interromperla», sono seduti ad un piccolo tavolo quadrato e Adam le è seduto di fianco, lei gli si avvicina con aria allegra, allunga una mano per accarezzargli il petto «Tua nonna mi sta facendo divertire un sacco, lasciala fare». 
Il suo scopo voleva essere quello di addolcirlo, solo per lasciar continuare Marge indisturbata ma l'esito non è quello che si sarebbe aspettata. Adam le lancia un'occhiata maliziosa e Rachel sente la pelle andargli a fuoco. 
«Anche io sono in grado di farti divertire, o sbaglio?»
Adam si sporge verso di lei ed è come se in un attimo tutto il resto del mondo si annullasse, si concentrasse nei loro respiri, nei loro sguardi. Sembra farlo di proposito Adam a fissarle le labbra, il collo, il seno, in occhiate che sembrano volerle semplicemente ricordarle quanto e come Adam possa divertirla. Come se lei non ne fosse perfettamente consapevole, come se non ricordasse ogni attimo passato con lui, come se ogni suo tocco non le fosse rimasto impresso come un marchio sulla sua pelle. Adam continua a guardarla e lei non fa nulla per fermarli, anzi.
La sua mano è ancora sul suo petto e senza rendersene conto comincia a salire, segue la linea del suo collo, affonda nei suoi capelli. Adam la fissa senza dire una parola, lascia che sia lei ad avvicinarsi a lui per poterlo baciare. Rachel avvicina il viso al suo e solo in quel momento si rende conto di come, innavertitamente, anche lei si fosse allungata verso di lui, quasi spinta da una forza misteriosa e magnetica in grado di fargli provare un'attrazione così totale e devastante. 
«Sentite voi due, se volete fare i piccioncini fatelo dopo! Ho ancora il mio racconto da finire!». 
La voce di Marge fa scoppiare la bolla in cui entrambi si erano chiusi, Rachel si allontana di scatto e rivolge a Marge un sorriso di scuse, il volto rosso per l'imbarazzo. Si era lasciata distrarre da lui a tal punto da dimenticare dove fosse e cosa stessero facendo, come se tutto intorno a loro fosse sbiadito, in bianco e nero, e lui l'unico elementi a colori in grado di attirare la sua attenzione.
«Allora, Rachel, lo vuoi sentire il racconto o preferisci che ti lasci a sbaciucchiarti con mio nipote?».
«Oh no, voglio assolutamente sentire come continua la storia!», Rachel ha davvero voglia di ascoltare tutto il racconto, nonostante il suo cervello sia andato momentaneamente in tilt per colpa di Adam, di nuovo. Marge osserva entrambi, Adam non ha proferito parola ma è chiaro che preferirebbe fare altro in quel momento, cosa che alla donna non importa poi molto. Decide di continuare.
«Allora Adam e Jake cercarono di sorpassare il cancello per poter andare a questa stupidissima festa da adolescenti. Jake fu il primo a scavalcare, quel ragazzino era abituato a scappare di casa, spesso lo mettevano in punizione, per questo non gli fu molto difficile riuscire a superare il cancello senza problemi, era fatto per queste cose. Adam non era neanche un santo, ma forse non aveva la stessa esperienza dell'amico. Riuscì ad arrampicarsi al cancello senza problemi e una volta arrivato in alto si lanciò dall'altra parte senza pensarci due volte, ma il povero fesso non aveva notato una cosa: ovvero che i pantaloni gli si erano impigliati in una delle punte del cancello. Così quando si lanciò dall'altra parte i pantaloni si strapparono, rimanendo quasi del tutto attaccati alla ringhiera, lasciandolo praticamente in mutande!»
Rachel scoppiò a ridere e Marge fece altrettanto, soddisfatta di essere riuscita ad arrivare alla fine, o quasi, del racconto, nonostante gli intoppi durante il percorso.
«E vuoi sapere cosa ho fatto io? Ero uscita per inseguirlo ma non appena vidi questa scena cambiai idea, entrai dento e lasciai Adam fuori casa, così imparava a non starmi a sentire, non ho fatto bene?».
«Oh, hai fatto benissimo nonna, era il mio sogno girare per strada in mutande a Dicembre! Jake mi prestò un paio di jeans ma sai che tra casa tua e sua c'era un bel po' di distanza, abbiamo camminato a piedi per mezz'ora! Ma le nonne non dovrebbero prendersi sempre cura dei loro nipoti?».
«Certo, a meno che i loro nipoti non tentano di prenderla in giro», la frase di Marge è accompagnata da un occhiolino ed è chiaro che la discussione è chiusa, Adam scuote la testa divertito e guarda Rachel.
«Mia nonna è davvero unica nel suo genere, non credi?», Adam ha un sorriso dolce e Rachel pensa a quanto, nonostante le apparenti lamentele, lui sia legato a quella donna. Non conosce molto il suo passato ma da quello che ha capito Adam ha vissuto parecchio con sua nonna e questo deve averli avvicinati molto. 
«Si, credo sia davvero una donna fantastica», Rachel lo guarda e ricambia il sorriso, avvicinandosi di nuovo a lui senza rendersene conto.
«Ok, ora che sappiamo tutti che sono una donna meravigliosa io me ne vado in camera, divertitevi senza di me ragazzi», Marge lascia la stanza prima ancora che uno dei due possa rispondere, troppo presi a sorridersi e guardarsi l'un l'altro.
Adam allunga una mano sul tavolo e incontra la mano di Rachel, incrociando le dita con lei sue. Sente una certa emozione a vedere le loro mani intrecciate, ad ogni gesto si rende conto di quanto sia presa da lui, di quanto vorrebbe passare tutto il giorno lì, anche solo per il gusto di guardarlo e sentirlo vicino, ma non può.
«Devo andare, tra poco comincia il mio turno a lavoro», nello sguardo di Adam c'è un guizzo di tristezza e basta quello a far venire voglia a Rachel di mandare all'aria tutto e rimanere con lui.
«Capisco» sussurra lui senza guardarla negli occhi «Allora, beh, ci vediamo». Le parole sono distaccata, ma le mani sono ancora intrecciate e Adam sembra non volerla lasciare andare. 
«Se ti va posso venirti a trovare qualche altra volta...», si sente stupida a dire quelle parole, le cose tra lei e Adam sono sempre state così sul filo del rasoio che l'idea di poter avere qualcosa di concreto, di potersi vedere e sentire, lasciare che ognuno dei due entri nella vita dell'altro in maniera quotidiana, è qualcosa che si è sempre limitata a immaginare e ora che potrebbe succedere si sente più impacciata che mai. Ha quasi paura di guardarlo, come se quella frase l'abbia scoperta ancora di più ed è una cosa che la fa sentire a disagio, ma le basta alzare lo sguardo e vedere tutta quella sicurezza nel suo sguardo per capire che non ha fatto la scelta sbagliata.
«Si, mi va eccome».

 

 

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Buonasera a tutti!
Con non poca fatica sono riuscita a scrivere questo nuovo capitolo, avrei voluto aggiornare molto prima ma come sempre sono lentissima ç_ç ci stiamo però avvicinando alla parte finale della storia, quindi spero di riuscire a fare uno sprint finale, in cui le cose saranno decisamente più leggere rispetto ai primi capitoli e quindi anche più facili da affrontare. Come avrete notato ormai le due coppie si stanno piano piano definendo e si tratta solo di raggiungere la stabilità, Ariel e Josh sono ormai persi, per Adam e Rachel manca poco. Per quanto riguarda questo capitolo mi sono divertita ad aggiungere questo annetodo dell'infanzia di Adam anche perchè forse, e ripeto forse, vorrei trattare uno spin off con protagonisti Adam e Jake che, poverino, non è riuscito ad avere abbastanza spazio in questa storia, c'erano già troppi problemi da affrontare hahaha ma amo il suo personaggio e voglio dare anche a lui una storia.

Tra l'altro ho iniziato una nuova storia, passate pure se vi va: 
La mia miglior nemica

Ringrazio come sempre le ragazze che mi lasciano delle stupende recensioni, tutti quelli che mettono la storia tra seguite/preferite/ricordate e anche i lettori silenziosi. 
Grazie e alla prossima!

 
Alla prossima!
Nana Stonem.

   

 

   
 
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