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Autore: MadHatter93    18/12/2015    1 recensioni
Correva l'anno 1910 e la piccola famiglia Romanov, discendente della più grande famiglia di zar della Russia, dava alla luce la piccola Alice. Data però l'estrema povertà della famiglia e le varie malattie incombenti all'epoca, Alice rimase presto orfana di entrambi i genitori. Si ritrovò così, dai tredici anni, a crescere in un'orfanotrofio, uscendone all'età di diciott'anni, senza aver trovato alcuna famiglia disposta ad adottarla. Bastò poco, alla fragile e ribelle Alice, per entrare in brutti giri e cominciare a frequentare gente poco raccomandabile. Un giorno però, l'incontro con un misterioso ragazzo cambiò la sua vita per sempre e drasticamente. Pochi giorni dopo la ragazza si trovò ad affrontare il passaggio tra la vita e la morte, attraversandolo ma non del tutto. Da quel giorno Alice vive una vita ben più oscura del suo triste passato.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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OCCHI PETROLIO

Freddo, freddo e poi ancora più freddo..
Alice si era ritrovata inspiegabilmente con un gruppo di barboni senza tetto, di fronte ad un falò improvvisato in un cassonetto della spazzatura. Non l'aveva di certo immaginata così la vita fuori dall'orfanotrofio..
Tuttavia, mentre continuava ad alitarsi sulle mani e a strofinarsele insistentemente, pensava che dopo appena un'oretta si sarebbe vista con Adam in quella taverna di cui aveva parlato, sarebbe stata al caldo e avrebbe conosciuto i suoi amici, non male come previsione della serata. Per questo riusciva a sopportare la noia e i geloni ai piedi di quel lasso di tempo. In più i barboni che  la circondavano sotto quel ponte, non sembravano nè affidabili nè chiacchieroni. Aveva anche provato ad attaccar bottone con uno di loro per passare il tempo, ma questo le aveva imprecato qualcosa in un dialetto a lei sconosciuto e aveva cambiato postazione.
Passò comunque quell'oretta, tra sbuffi e lamenti vari dei poveri senzatetto, ed Alice finalmente cominciò ad incamminarsi verso "Il giglio", la locanda di cui aveva parlato Adam. Aveva un largo sorriso sul volto ed era serenamente speranzosa di conoscere qualcuno in quella città che forse l'avrebbe trattata come essere umano normale. 
Prima di entrare si diede una sistemata come meglio potè ai capelli e al vestito, cercando di specchiarsi in una delle vetrate giallognole del locale, dopodichè varcò al soglia di ingresso. 
L'ambiente risultava subito accogliente: innanzitutto era caldo e Alice quasi si era dimenticato cosa fosse data la non sensibilità delle sue dita, poi aleggiava in tutta la sala un aroma di birra e cose buone da mangiare, insieme ad una musichetta molto allegra, ma che comunque non sovrastava il chiacchiericcio della gente. SI guardò intorno, tra le luci calde della stanza, quando si sentì chiamare da un angolo alla sua sinistra. Allungò il collo e vide Adam, solare come lo era stato qualche ora prima, circondato da ragazzi e ragazze che sembravano avere la sua età. 
Senza pensarci oltre, la rossa si avviò verso il loro tavolo e con un po' di imbarazzo salutò tutti.
"Buonasera, io mi chiamo Alice.. Piacere!"
Contro le sue aspettative non tutti le risposero e chi lo fece non lo fece comunque con troppo entusiasmo. La rossa fece finta di nulla e si sedette tranquillamente al posto che Adam le aveva riservato accanto a sè. Dall'altro lato invece c'era una ragazza bionda, dalle labbra sottili, che non la guardava proprio benissimo, ma che comunque le fece un cenno di saluto. 
"Cameriere! Due cicchetti di vodka grazie."
Urlò subito Adam al ragazzo che lavorava lì.
"Per me? Oh.. Io non..."
Fece per dibattere Alice.
"Cosa? Non dirmi che non bevi perchè non ti posso proprio credere sai?"
Gli chiese il ragazzo.
Alice arrossì leggermente per l'imbarazzo, non voleva rivelagli che all' orfanotrofio non facevano minimamente toccare alcol a nessuno e che le bevute di lei e Bea erano puramente immaginarie. 
"No no.. Ok tranquillo, bevo.."
Gli rispose con un sorriso. Nel frattempo la ragazza di fianco a lei si intromise subito aggiungendo un altro cicchetto all'ordine.
"Sei in vena stasera, El?"
Chiese Adam rivolto alla ragazza bionda.
Quest'ultima, che continuava a guardare Alice con un'aria non troppo amichevole, rispose con una semplice movenza delle spalle all'insù, per poi rigirarsi verso gli altri compagni. A quel punto Adam spostò di nuovo lo sguardo su Alice e le fece un cenno come per dire di lasciarla perdere. 
"Grazie per avermi inviato.."
Gli disse la rossa.
"Pf.. figurati, io ho sempre invitato il tuo stomaco, non te...Ricordalo!"
Ribattè prontamente lui, con il solito senso dell'umorismo.
Dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante per Alice in quel nuovo gruppo, la vodka arrivò e sia Adam che la ragazza di fianco a lei, la bevvero il più velocemente possibile. Alice cerò di fare del suo meglio, anche se piccola parte le andò sulla maglia e per il resto le stava quasi andando di traverso, ma cercò di fare finta di niente, sbattendo come fecero gli altri due, il bicchierino sul tavolo.
"Hey.. tutto bene?"
Chiese Adam con un viso leggermente preoccupato.
"Certo certo.."
Rispose con un sorriso Alice.
"Bene, una bimbetta che non sa bere ci hai portato Addy.."
Era stata la bionda a parlare questa volta, con sguardo rivolto prima ad Alice e poi ad Adam.
Alice, quando sentì quelle parole, si girò di scatto verso quella donna che già le appariva insopportabile, pronta a rispondere a qualsiasi altra cosa avrebbe detto, ma Adam la bloccò prima, mettendole una mano sulla spalla e portando Alice a girare lo sguardo su di lui*
" Lasciala stare, è un po' nervosetta.. "
Disse il ragazzo, avvicinandosi all'orecchio di Alice, per far in modo che sentisse solo lei.
Tutto sommato un oretta passò velocemente e senza intoppi: Alice parlava soprattutto con Adam, mentre i discorsi degli altri non li sentiva minimamente.
Tutto filava liscio, quando ad un tratto un altro gruppo di ragazzi entrò nel locale ormai affollato: erano sei o sette, o forse anche di più, ma Alice non fece caso a nessuno in particolare, se non a un ragazzo. Era alto, vestito bene ed attorniato da varie belle ragazze, aveva una folta chioma castana con dei riflessi biondi, li portava un po' lunghi, che gli ricadevano sulla fronte, la pelle era molto bianca ed era anche molto magro, ma più di tutto la colpirono gli occhi, talmente penetranti e scuri che una pozza di petrolio sarebbe stata più confortante. Nonostante questo era bello, molto più bello di qualsiasi ragazzo aveva visto fino a quel momento. Non riusciva bene a capirne neppure l'età, sembrava un ventenne per il fisico, un trentenne per i tratti del viso un po' duri e un uomo di un'età indefinita per quello sguardo.
Alice non parlò per qualche minuto, intenta a fissare i movimenti di quel ragazzo appena entrato e Adam la ridestò dal mondo dei sogni.
"Alice? Ti senti bene? Non dirmi che hai già bevuto troppo..Mi deludi rossa!
"Cosa? Ma certo che no! "
Rispose lei con una leggera risata, tornando con lo sguardo ad Adam e i suoi amici.
" Devo solo andare in bagno.."
Detto questo la ragazza si allontanò, dopo l'indicazione di Adam su dove fosse il bagno. Per arrivarci doveva passare molto vicino al tavolo dove si era seduto quello strano ragazzo, lei cercò di non guardarlo troppo, anche se l'occhio le cadde inevitabilmente, ma lui sembrò non accorgersene.
Andò nel bagno delle donne e si diede una veloce sciacquata al viso, guardandosi allo specchio. Non aveva mai pensato di essere brutta o inferiore a qualcuno, ma in quel momento allo specchio vedeva solo una ragazzina dai tratti troppo infantili e delicati, capelli rossi da un taglio indefinito, scompigliati e vestita male. Uscì sbuffando dal bagno, con la testa bassa, ma qualcosa o qualcuno fermò la sua avanzata. Alzò lo sguardo e vide proprio il ragazzo dagli occhi neri. Chiese immediatamente scusa, leggermente imbarazzata, guardandolo dal basso verso l'alto, era più alto di lei di più di venti centimetri. 
" Non essere ridicola, sono io che devo chiedere scusa a te, una bella ragazza come te non dovrebbe mai chieder scusa se finisce addosso ad un ragazzo."
Rispose lui, con una voce incredibilmente calda, al contrario della bassa temperatura che emanava il suo corpo. Alice sorrise imbarazzata e non riuscì a far altro che a passargli di fianco e correre via al suo posto, vicino ad Adam. 
Il cuore le batteva all'impazzata e non riusciva a capire per quale assurdo motivo, non si era mai comportata prima così con un ragazzo e la cosa la continuava a sconvolgere anche vari minuti dopo. 
"Sicura di stare bene? Se vuoi ti riaccompagno a casa.."
Le chiese Adam, che aveva notato qualcosa di strano  nell'espressione dell'amica. 
" Si scusami, sto bene, sono solo un po' stanca, penso che tornerò a casa comunque, ma non è necessario che tu mi accompagni."
Rispose lei, cercando di sorridergli il più possibile. 
"sei pazza? Certo che ti accompagno, non me lo perdonerei se la nostra nuova porta-pane si facesse rapire."
Disse in fretta lui.
Alice non fece in tempo a controbattere che il ragazzo si era già infilato il cappotto e aveva salutato gli altri, così non ebbe altra scelta che uscire dal locale con lui. Prima di attraversare la porta lanciò un'ultima occhiata in direzione del ragazzo misterioso che era in quel momento girato dall'altro lato, proprio in quell'istante però si voltò verso di lei e le fece un sorriso con dei denti splendidamente bianchi e perfetti. Alice ricambiò con un sorrisino forzato ed uscì in fretta dalla locanda. 
L'aria era abbastanza gelida e la ragazza si avvolse in fretta la sciarpa attorno al collo, adesso doveva pensare ad un modo per evitare che Adam l'accompagnasse alla sua ipotetica casa, che in realtà non esisteva. 
" Guarda sul serio, non è necessario che mi accompagni, so benissimo cavarmela da sola.."
" Allora, da che parte? Destra o sinistra? "
Rispose Adam, ignorandola.
Alice rimase in silenzio e Adam intraprese la strada a destra dopo qualche secondo.
" Dato che non dici niente sarà quella giusta, guarda che non mordo non preoccuparti."
Disse lui.
" Non è quello.. "
Fu la risposta incompleta di Alice.
Cominciarono a camminare nella notte buia, illuminati dai pochi lampioni ancora accesi, Alice rimase in silenzio, intenta a pensare a cosa dire nel momento in cui fossero arrivati ai confini della città. Ci pensò di nuovo Adam a parlare per primo.
"Sono molto antipatici i miei amici? Spero che Elena non ti abbai infastidito, fa sempre così con la gente nuova.."
"no figurati.. Anzi grazie per avermi invitato, non mi divertivo così da molto tempo."
Sorrise, pensando alle serata passate in compagnia di Bea.
" Ma quanto ancora c'è da camminare? Non mi farai mica arrivare fuori città? Poi se tornassi da solo potrei incontrare qualche cattiva persona che si approfitta di me."
Disse lui in tono scherzoso, ma Alice si fermò di colpo con un'espressione seria.
"Ecco... Devo dirti una cosa..Io.."
Adam nel frattempo si era avvicinato a lei con espressione curiosa e Alice finalmente parlò.
" Non.. Io non ho una casa in realtà"
Ci fu qualche secondo di silenzio che poi venne interrotto dalla risata improvvisa del ragazzo.
" Cosa c'è da ridere? "
Chiese lei infastidita.
" Ma me lo potevi dire prima stupida! Abbiamo fatto un sacco di strada inutile, su vieni!"
Disse il ragazzo, cominciando a camminare nell'altra direzione, con le mani nelle tasche e un'aria molto tranquilla.
"Dove stai andando?"
Gli chiese, ma lui non le rispose, dopo cinque minuti arrivarono sotto un vecchio palazzo un po' diroccato e Adam cominciò ad aprire il portone.
" Mi spieghi che stai facendo?"
Insisteva la rossa.
"Sto aprendo la porta.. Su muoviti, che sto congelando"
Alice non potè dire nulla, ma  aveva capito cosa stava facendo Adam. Dopo che la ragazza fu entrata nell'ingresso del palazzo, lui richiuse la porta dietro di sè e prese delle chiavi da una cassetta.
"Tienile strette, potrebbero venire a rubare in questa ricchissima dimora per principi.."
Disse lui, porgendo le chiavi alla ragazza. che le prese in mano alquanto sconvolta, se la voleva ospitare a casa sua perchè le stava dando delle chiavi?
Adam salì poi varie rampe di scale, con al seguito Alice, che si sentiva terribilmente in imbarazzo per la situazione, dopodichè, arrivato all' ultimo piano, salì ancora una piccola scala, diversa dalle precedenti, e si fermò di fronte ad una porta di alluminio.
"Avanti, tocca a te, apri pure."
Disse indicando le chiavi che la rossa teneva strette in mano. Lei aprì senza fare troppe domande, ormai aveva capito che Adam le avrebbe dato una risposta solo a tempo debito, e si ritrovò dentro un piccolo appartamento mansardato: l'aria sapeva di chiuso, ma allo stesso tempo di pulito, la carta da parati era molto bella, anche se rotta in alcuni punti, l'aria era piacevolmente calda e l'arredamento semplicissimo, ma in ottimo stato. Sembravano esserci solo due stanze, un piccolo cucinino con un tavolo di fronte e  una che doveva essere la camera da letto, dato che si intravedevano delle coperte color panna. Alice si voltò verso il ragazzo, che se ne stava lì in piedi come se tutto quello fosse normale.
"Adesso mi vuoi spiegare per favore?"
Lui la guardò e sbuffando rispose: 
" Oh ragazza mia, non sei una che afferra al volo le cose mi sembra.. Allora, questa è la tua nuova casetta, per il momento, ti ospiterei volentieri nella mia, ma mio nonno e il suo gatto non sono nè molto amichevoli nè molto profumati, non sarebbe un bello spettacolo. Questo posto è di mio zio, che vive al piano di sotto, dato che da domani lavorerai alla panetteria, di cui lui è il proprietario ufficiale, non ci dovrebbero essere problemi, comunque domani glielo dirò. C'è anche un piccolo bagno nella camera da letto e nel frigo .. ecco non mangiare nulla perchè penso che siano molto salutari le cose rimaste lì dentro. Insomma rossa, benvenuta a casa e non pensare di essere in debito con me perchè ti ripeto, porterai tanti nuovi clienti alla panetteria, quindi ci sarai molto d'aiuto."
Alice era sconvolta e imbarazzata.
" Io.. Non so cosa dire.."
" Non dire niente e vai a dormire, sembri molto stanca.. Domani alle sei in punto sveglia e pronta"
E così dicendo Adam fece per uscire dalla porta, ma Alice la riaprì fermandolo mentre scendeva le scale.
"Adam... Grazie."
Lui rispose con un saluto e una buonanotte, mentre scendeva fischiettando per le scale. 
La rossa, con un sorriso sulle labbra, richiuse la porta dietro di sè e cominciò a prendere confidenza con l'appartamento. 
Dopo vari minuti si ritrovò nel letto, sotto le coperte calde, ripensando a tutto ciò che Adam stava facendo per lei e di quanto fosse gentile, ma pochi attimi prima di cadere tra le braccia di Morfeo, le vennero in mente due occhi color petrolio e un sorriso perfetto.
   
 
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