SMALL STEPS INTO OBLIVION
Alto tradimento
Era
una festa come tante di quelle che avevano sempre fatto da quando si
conoscevano. C’era Ace che faceva il solito cascamorto con
chiunque gli
capitasse a tiro, senza ben distinguere se fosse un uomo o una donna;
Aki che
ogni tanto lo andava a tirar via, più ubriaca di una spugna;
Sanji correva
dietro alle sottane di tutte le esponenti di sesso femminile che
trovava sul
suo cammino, con una predilezione per Robin; Franky difendeva a spada
tratta la
sua dolce metà che se la rideva sommessamente; Usopp, Brook
e Rufy cantavano
tutti insieme dondolando a ritmo di musica mentre Nami scuoteva la
testa
irritata, e Zoro..beh Zoro dormiva.
Insomma,
uno dei tanti teatrini simpatici cui tutti erano abituati ormai. Non
che non
fosse divertente, anzi.
Quella
sera però, qualcosa galleggiava maligno nell’aria,
e qualcuno doveva essersene
accorto; peccato che fosse la persona sbagliata.
Non
si sapeva bene chi avesse invitato tutta quella gente a casa di Rufy e
compagnia bella, fatto sta che quell’appartamento sembrava
scoppiare. Tra quelle
persone spiccava di sicuro la bella Boa Hancock, che non aveva mancato
una sola
occasione per stare appiccicata al padrone di casa durante tutta la
serata;
adesso era in ginocchio, in sua palese adorazione mentre quello
strillava frasi
senza senso con un tono che avrebbe rotto persino un vetro
più spesso di un
prosciutto. Naturalmente il ragazzo non la degnava di uno sguardo,
troppo
occupato a consumarsi la voce con i suoi fidati amici, ma qualcuno lo
faceva
per lui: dall’altra parte della stanza, con un’aria
furente e tutto meno che
amichevole, c’era Nami, indecisa se agire e spaccare subito
la faccia a quella
smorfiosa o starsene tranquilla lì dov’era. Era
decisamente più propensa per la
prima ipotesi.
Continuava
a ripetersi che tanto il suo ragazzo non avrebbe mai potuto fare nulla
di male,
ma una vocina cattiva continuava a darle il tormento, dicendole che
sarebbe
accaduto di sicuro qualcosa di sbagliato; ma dopotutto era di Rufy che
si stava
parlando, la persona più ingenua e genuina che avesse mai
avuto modo di
conoscere. Ad arrivare in suo soccorso fu Robin che espresse i pensieri
della
rossa.
“Stai
tranquilla, non succederà nulla” le aveva detto, e
lei ci vedeva sempre giusto
in queste cose. E infatti Nami si rilassò, lasciando che la
tensione che aveva
accumulato sulle spalle scivolasse via e le permettesse di godersi una
birra in
tutta tranquillità. Diede le spalle alla scena stomachevole
che aveva osservato
fino ad un istante prima, e raggiunse Robin che nel frattempo si era
seduta sul
comodo divano.
Due
occhi grigi e magnetici avevano osservato attentamente tutto lo
svolgersi della
vicenda con un certo interesse, e contemporaneamente delle labbra si
erano
increspate in un sorriso malefico, che faceva venire i brividi.
“I BELIEVE I CAN
FLYYYYYYYYYYYY!!”
Urla
sovraumane e senza apparente senso arrivavano dal coretto che i tre
moschettieri,
visibilmente ubriachi e con ancora meno neuroni del solito, avevano
intonato da
qualche secondo. Erano ancora più ridicoli perché
si tenevano per le spalle,
con gli occhi chiusi e la bocca vibrante e spalancata peggio di quella
di una
balena anoressica che cercava disperatamente cibo.
“Bravo!!”
si sentiva cinguettare, in mezzo a imprecazioni e oggetti che volavano
nella
direzione dei cantanti improvvisati; non erano stati apprezzati come
avrebbero
dovuto.
Un’adorante
Boa Hancock stava saltellando davanti a Rufy, che la guardava senza
realmente
capire che cosa stesse facendo. Per lui quella donna era qualcosa che
andava
oltre la sua infantile comprensione.
“Bravo
amore mio, sei un cantante favoloso!!” urlava lei, arrossendo
e facendo gli
occhi languidi in direzione del ragazzo davanti a lei.
“Lo
sho…shono un grande cantante io!!” si gonfiava
Rufy, che da vantarsi aveva ben
poco, ma avendo trovato almeno un appoggio al suo splendido karaoke
improvvisato, non poteva fare altrimenti.
“E
noi??” si lagnavano all’unisono Usopp e Brook,
indignati per non aver ricevuto
anche loro le attenzioni e i complimenti che meritavano. O almeno erano
convinti di meritare. In fondo erano un trio, che diamine!
“Rufy
amore!” si scioglieva ancora la donna prosperosa non dando
minimamente loro
ascolto, avendo occhi solo per Rufy; le altre persone non apparivano
nemmeno al
suo sguardo innamorato. C’era posto solo ed esclusivamente
per il ragazzo dai
capelli corvini e nient’altro.
“Abbiamo
capito, togliamo il disturbo!” fece un offeso Usopp che,
barcollando, si
incamminò da qualche altra parte sorreggendosi ad un Brook
che di stabile non
aveva nemmeno i capelli afro.
Così
Boa fu finalmente da sola con il suo amato, che la guardava con due
occhi
simili a quelli di una triglia lessa. Non stava veramente capendo
niente.
“Shono
bravisshimo!” si glorificava, alzando un braccio in aria e
sbattendosi l’altra
mano sul petto con fare molto macho.
Tutto
questo, ovviamente, non fece che aumentare di più la libido
di Boa, che non ci
pensò due volte nel lanciarglisi tra le braccia.
“Oh
mio eroe, sei il migliore!” starnazzò,
stringendosi il capo di Rufy tra i suoi
seni e rischiando di soffocarlo. Da quell’ammasso morbido
provenivano rumori di
dissenso e di aiuto, ma lei pareva non farci caso.
Dopo
quelli che parevano interminabili secondi, Boa liberò il
ragazzo da quella
morsa assassina e soffocante, per portarlo a pochi centimetri dal suo
viso,
prendendolo delicatamente per le guance.
“Oh
amore mio…” disse sensualmente, guardandolo negli
occhi. Quello respirò
rumorosamente, ringraziando il cielo di poter di nuovo respirare della
preziosa
aria.
Era
evidente che Rufy non stava capendo nulla di quello che gli stava
accadendo il
quel momento, altrimenti ci avrebbe pensato due volte prima di cadere
in quel
tranello e scatenare l’inferno.
In
un batter di ciglia Boa, che aveva sfruttato a pieno
l’occasione ghiotta, se lo
portò sempre più vicino alle labbra, rubandogli
un bacio che non venne mai
ricambiato. Rimase addosso alle labbra di Rufy per tutto il tempo che
le
serviva per bearsi di quel contatto; ma fu anche abbastanza
perché Nami potesse
vedere quella scena con i suoi stessi occhi, dato che si era appena
voltata
come se avesse intuito qualcosa.
Rufy
rimase con gli occhi aperti, stupito e anche leggermente stordito da
quella
situazione che non riusciva a comprendere, complice l’alcool
che aveva in corpo.
Li strizzò solo dopo qualche secondo, indeciso se scagliare
lontano quella
donna che gli pareva una sanguisuga. Optò proprio per questa
scelta, ma
nell’agire non si rese conto che posò le mani
proprio sul seno prosperoso di
Boa, scatenando in lei mugolii di assenso. La donna si
staccò dalle sue labbra
con fare teatrale, non dandogli nemmeno il tempo di reagire e staccarla
da sé;
reclinò la testa all’indietro e gemette talmente
forte da attirare l’attenzione
di tutti i presenti.
Nami
osservava la scena come impietrita.
Vedere
il suo ragazzo con gli occhi spalancati, che si fissava le mani posate
sul
decolleté di quella vipera con la testa
all’indietro e l’espressione goduta, le
faceva venire il sangue al cervello. Ma non un suo muscolo si mosse.
Ci
volle un po’ prima che Rufy riuscisse a liberarsi da Boa, la
quale si accasciò
sul divano più vicino in preda all’estasi
più totale, non rendendosi nemmeno
conto che quasi l’aveva scagliata lontano. Ma Nami
già se n’era andata.
La
cercò per la casa, trovandola nel bagno che piangeva; non
appena lo vide sulla
soglia cercò di darsi un contegno davanti a
quell’imbecille. Se solo pensava
quanto tempo ci avevano messo per arrivare a quel punto con tutti gli
ostacoli
che avevano affrontato, quanto tempo ci aveva messo per fidarsi di lui
e
considerarlo finalmente poi come suo ragazzo; se anche solo pensava a
tutto
quello che aveva fatto Rufy per riuscire a conquistarla, a quante cose
avesse
rinunciato e forse a quanto si era potuto umiliare con i suoi amici pur
di
entrare nel suo cuore. L’aveva quasi ossessionata con tutte
le sue attenzioni,
e adesso i suoi tentativi durati dei mesi –perché
Nami non era persona da
cedere immediatamente, senza far soffrire l’altra parte per
testarla per bene,
e per potersi fidare per davvero – e adesso buttava tutto
all’aria così.
Le
sue convinzioni erano cadute tutte quante, inesorabilmente, come un
castello di
carte al primo alito di vento.
“Nami…”
“Vattene,
non ti voglio vedere”
“Nami,
io…”
“Ho
detto di andartene!!”
Di
lì a poco, si sentirono solo più delle grida che
avrebbero fatto accapponare la
pelle anche a chi la pelle non l’aveva. Nessuno
osò intervenire.
Lui
e Nami faccia a faccia che si urlavano a pochi centimetri l'uno
dall'altra.
In realtà ad urlare era solo lei, accusandolo di essere un
maiale che non ha il
minimo rispetto per la sua persona. Volavano insulti rivolti al ragazzo
come
“stronzo, non sei capace di essere una persona affidabile, mi
fai schifo!”.
Insulti ai quali Rufy aveva risposto l'unica cosa che non doveva dire,
e che
non pensava nemmeno, ma che gli sembrava l’unica cosa di
senso compiuto pur di
farla smettere di urlare così; mai mossa fu più
sbagliata.
“Io
e te mica stiamo
insieme”
L'aveva detto con tranquillità e senza scheggiature,
né nell'espressione e né nella
voce. La più grande cazzata della sua vita.
Qualcosa in Nami però si era rotto, irrimediabilmente
spezzato, forse per
sempre.
“Benissimo.”
Si era voltata e se n'era andata, lasciandolo da solo nel bagno.
Rufy
non seppe per quanto tempo rimase lì, in piedi e immobile;
capì
che ad un certo punto Ace era arrivato e l’aveva portato a
letto. Non aveva una
bella espressione sul viso, ma non gli chiese nulla, si
limitò a seguirlo e a
tornare tra le lenzuola.
Il
suo cervello era ancora troppo annebbiato dall’alcool per
poter fare
chiarezza su ciò che era appena successo.
Trafalgar
Law, ragazzo noto per essere stranamente silenzioso e
inquietante, si era appostato vicino al bagno in cui aveva visto Nami
entrare
poco prima. Assistette a tutta la scenata che derivò quando
Rufy la raggiunse,
ma non intervenne tra loro. Stette al suo posto, godendosi ogni parola,
ogni
insulto e ghignando in modo perfido.
Quando
la ragazza uscì, senza che si accorgesse di lui, si
leccò le
labbra e scattò in avanti per artigliarle il braccio esile.
“Lasciami!”
aveva esordito lei con ancora tutta la rabbia che le girava
in corpo; ma lui non le aveva dato retta.
“Puoi
vendicarti se vuoi” le aveva sussurrato
all’orecchio, tirandosela
addosso, mentre lei cercava di divincolarsi.
I
loro corpi aderivano perfettamente l’uno con
l’altro, e Nami si era
presto accorta che la sua presenza faceva un immenso piacere a Law; non
poteva
dire altrettanto.
Tutti
sapevano che quel ragazzo aveva un debole per lei, ma Nami lo
trovava inquietante e poco raccomandabile, oltre che con un pessimo
gusto per
quanto riguardava il vestire.
Era
bello, e questo non poteva affatto negarlo; aveva due occhi che
attiravano anche a centinaia di metri di distanza. Aveva qualcosa di
estremamente pericoloso nella sua figura, eppure questo lo rendeva
tremendamente interessante.
“Lasciami
ti ho detto…” ma il suo ordine non suonava affatto
come tale.
“Sai
che non lo farò” continuava a sussurrarle,
leccandole il lobo
dell’orecchio.
La
ragazza soppesò per un attimo le parole di Law, collegando
il fatto
che avesse usato proprio la parola vendetta; era perfettamente
consapevole del
fatto che lui stava usando questa situazione per un tornaconto
personale, ma
anche lei poteva sfruttarla nel migliore dei modi.
E
fu allora che Nami perdette la propria coscienza. Ancora accecata
dalla rabbia per quanto visto fare poco prima dal suo ragazzo, si
gettò sulle
labbra di Law proprio come Rufy aveva fatto con Boa.
Il
ragazzo sorrise malignamente dentro a quel bacio che di passionale e
sincero aveva ben poco, ma a lui non importava poi molto; aveva
ottenuto quello
che voleva, ma non era ancora completamente soddisfatto.
Avrebbe
avuto di più, e aveva la certezza che Nami non si sarebbe
tirata indietro.
Con
un gesto rapido artigliò le gambe della rossa fino a
portarsela in
braccio, mentre lei gli si avvinghiava addosso con tutte le sue forze,
quasi
avesse paura di cadere.
Trovò
una stanza da letto libera, ci entrò e chiuse la porta a
chiave,
onde evitare spiacevoli inconvenienti.
Buttò
la ragazza sul letto e prese
a toglierle con lentezza estenuante i vestiti; quando fu il suo turno,
Nami
prese quelli che considerava quattro stracci, glieli strappò
di dosso con foga
e li fece sparire in un punto lontano e non precisato della camera.
Law
la guardò per un attimo
dall’alto, scrutandola e imprimendosi nella mente tutti i
particolari di quel
corpo perfetto che era sotto di lui. Era da un po’ che quella
ragazza veniva a
fargli visita durante la notte, nei suoi sogni; ma stesa lì
su quelle lenzuola,
reale, era ancora meglio di come mai aveva osato immaginarsela.
“Vuoi
piantarla di guardarmi?” ringhiò
infastidita; non era abituata che qualcuno la guardasse così
tanto a lungo
quando era così vulnerabile.
“Non
osare darmi ordini. Io faccio
quello che mi pare” e si leccò le labbra, famelico.
Rimase
a rimirarla ancora un po’,
facendola cuocere nell’impazienza. Poi le si buttò
addosso, facendola sua.
Nami
non seppe bene che cosa provò
quella notte, ma non volle pensarci per troppo tempo. Decise di godersi
quel
ragazzo che, a quanto pare, ci sapeva parecchio fare con certe cose.
Spense il
cervello e accese i sensi.
Ma
non aveva fatto i conti su come
si sarebbe svegliata la mattina dopo.
ANGOLO
DELLA DEMENZA
Hola miei prodi! Non sono morta, ho solo avuto un sacco di problemi col
computer che è tornato oggi! *tristità assoluta*
Avevo scritto questo capitolo,
ma mi si è fritto l’hard disk e ho perso tutto, ma
proprio tutto…quindi l’ho
riscritto da capo, ed è uscita una versione diversissima
dalla prima; ma devo
dire che ha più senso. Se mai riuscirò a
riaverla, posterò anche quella. Spero che
possiate apprezzare questa scorcio di Oblivion, davvero.
Ho
voluto mettere in
risalto il fatto che Rufy non l’abbia assolutamente fatto con
cattiveria, e di
come Nami si sia vendicata perché si è sentita
tradita dopo tutto il lavoro che
hanno fatto per arrivare fino a lì. E di come Law sia un
approfittatore
spudorato ahahahahah
Spero
che ci sia
ancora qualcuno di buon cuore a seguire questa raccolta! Presto, spero,
arriverà anche il nuovo capitolo di Oblivion!
Grazie
a chi ha
recensito e solo letto il capitolo precedente, e chi ha inserito la
storia
nelle preferite, seguite e ricordate! ❤
A
presto!
Peace
& Love! ❤