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Autore: _katherine_lls    17/01/2016    1 recensioni
A volte il tempo cambia le nostre scelte, guarisce le nostre ferite. Certo, lascia una cicatrice, ma pian piano questa smette di sanguinare, smette di fare così tanto male.
E se una missione li costringesse a rivedere le loro idee? Se li costringesse a trascorrere insieme le giornate di un intero anno? Se un attacco ad Hogsmeade li obbligasse a fare delle scelte avventate che cambieranno la loro vita? Se tra i mangiamorte più ricercati ci fosse lui, il suo amico d’infanzia, il suo amore segreto?
E se…
Ma la sveglia non era ancora suonata e tra le braccia di Morfeo tutto era possibile, persino la realizzazione del nostro più grande sogno o del nostro peggiore incubo. Lì tutti i dolori erano così lontani che non c’era alcuna possibilità che riuscissero a farci del male. E poi erano solo sogni…
Ma non sarebbero durati per sempre, prima o poi la sveglia avrebbe suonato.
Ma non quel giorno.
Merlino…
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Vi serve solo questo?” chiese Harry. In fondo per il capo auror non doveva essere difficile risalire ai dati di due persone. Non sarebbe stato difficile nemmeno per noi, se avessimo avuto il permesso.
“No Potter. Nel caso non ci fosse nessuno disposto a tenerla o non ci fosse nessun parente prossimo in vita, voglio le carte per l’adozione sopra la mia scrivania!” disse Malfoy mentre questa volta toccava a me sussultare. Non ne avevamo parlato e c’erano parecchie regole e parecchi problemi a riguardo.
“Malfoy…” mormorai.
“Draco, lo sai che non puoi adottarla da solo e che devi essere sposato vero?” chiese Harry guardandolo con gli occhi fuori dalle orbite mentre Malfoy continuava a stare tranquillo svaccato in divano.
“Tranquillo Potter, per quanto conosca l’efficienza di alcuni auror è impossibile che tutto sto casino sia risolto prima di sei mesi anche perché avrei piacere che il ministro non ne sapesse nulla. E comunque la mia è l’ultima spiaggia, avrà qualche parente in vita sta bambina o no?” chiese Malfoy continuando a ghignare mentre Harry tirò un sospiro di sollievo. Io continuavo a rimanere seduta con i nervi tesi e con la coda dell’occhio guardavo la bambina giocare con la bambola.
 
***
 
 “Ehi Hermione!” salutò allegra mia cugina Monique entrando nella cucina della casa dove ero tornata a vivere con i miei genitori dopo i M.A.G.O.
“Ciao Monique!” risi lasciando cadere la tazza del caffè nel lavello e correndo a salutarla. Era la figlia della sorella di mia madre, nata in Francia e cresciuta in un orfanotrofio dopo la morte della zia.
“Ti trasferisci a Londra?” le chiesi addocchiando la valigia lasciata accanto alla porta.
“Volevo fermarmi un po’ da voi se non è un problema! Devo ancora abituarmi a poter andare in giro liberamente e a non dover sperare di essere adottata dalla prima coppia che entra nell’istituto!” sorrise mestamente abbassando gli occhi. Non doveva essere stato facile per lei crescere da sola.
“Nessun problema!” le sorrisi trascinandola su per le scale e portandola nella camera accanto alla mia.
“Vuoi che spostiamo il letto nella mia stanza?” le chiesi speranzosa. Da piccole eravamo come sorelle, prima che lei finisse nell’istituto e che suo padre, che non l’aveva mai voluta, bloccasse la richiesta di adozione di mia madre.
“Subito Hermy!” sorrise avvicinandosi al letto singolo appoggiato al muro. Nei due mesi che si era fermata a Londra eravamo riuscite a recuperare tutti gli anni persi o quasi. Io le avevo raccontato di Hogwarts senza omettere nulla sulla magia e lei della vita all’interno dell’istituto. Poi era partita per l’America dicendo che voleva visitare New York e Seattle e cercare un nuovo lavoro. Non l’avevo più sentita da quando il suo volo era decollato.
 
***
 
Più la guardavo più capivo il motivo per cui Malfoy voleva le carte per l’adozione nel caso non ci fosse stato nessuno con un legame di sangue che volesse tenerla. Non doveva andare in un istituto. Per il momento, anche se illegalmente, era sotto nostra responsabilità e dovevamo essere una sorta di genitori per lei.
Annuii distrattamente all’affermazione di Malfoy. Non volevo che anche Isabelle crescesse da sola. Potevo essere una sorta di mamma per lei, come lo era stata la mia per Monique. Potevo crescerla e nessuno mi avrebbe vietato di adottarla e di non lasciarla andare in una struttura alla periferia della città.
“Bene Malferett, se hai finto con le tue cazzate quotidiane io torno al lavoro che al Ministero sta mattina c’è più confusione del solito!”
“Conoscendo i giornalisti, quando esce qualche scoop dire confusione è un eufemismo!” borbottò Malfoy alzando gli occhi al cielo.
“Esatto, quindi prima rientro, prima riesco a liberarmi di loro. Ricordatevi che voi avete sempre coloro che alloggiano nelle suite da interrogare e sarebbe carino che lo faceste entro fine settimana e siccome oggi è venerdì…” proferì Harry avvicinandosi al camino per poi materializzarsi senza lasciarci il tempo di rispondere.
“Bastardo!” sibilò Malfoy mentre io sbuffavo spazientita.
“Malfoy, cosa si fa con la piccola?”
“Credi che la facciano entrare ad Azkaban?” domandò con una faccia tremendamente seria.
“Sei impazzito?” chiesi guardandolo come se gli fosse spuntato improvvisamente un terzo occhio.
“Granger rilassati, scherzavo. Possiamo chiamare una babysitter o ti fai venire un altro attacco di panico?” chiese Malfoy mentre io alzavo gli occhi al cielo e non rispondevo.
“Chi tace acconsente, vada per la babysitter allora. Hai qualche idea o faccio io?”
“Devono essere per forza maghi?” chiesi.
“Mezzosangue, non credevo che l’avrei mai detto, ma se conosci una babbana brava le porte del maniero sono aperte anche per lei. Di sicuro rischiamo meno scoop e meno giornalisti sotto casa!” mi rispose Malfoy mentre io accennavo un sorriso.
“Okay Malfoy. Conosco una ragazza che si chiama Claire ed è bravissima con i bambini. Era la fidanzata di mio cugino, forse posso provare a chiamarla!”
“Era?” mi chiese Malfoy ghignando.
“Togliti strane idee dalla testa, era perché adesso è sposata e fedele!” sbottai assottigliando gli occhi mentre lui alzava le mani come per discolparsi.
“Chiamala Granger!” proferì per poi cominciare a raccogliere le stoviglie della colazione e metterle sul vassoio.
“Ah, oggi Valeria non c’è. Le ho dato un giorno di riposo!” mi disse e annuii veloce mentre avvicinavo il telefono all’orecchio. Dopo qualche squillo mi rispose Claire.
“Pronto?”
“Ciao Claire, sono Hermione!”
“Ehi Hermy, come stai?”
“Benissimo grazie tu?” le domandai mentre mi avvicinavo a Isabelle per pulirle la bocca dal cioccolato della pasta.
“Una meraviglia. Sono appena tornata dall’America. Ma dimmi, che cosa ti serviva?”
“Claire, per caso tu fai ancora la babysitter?” chiesi speranzosa. Merlino almeno questa mandamela buona, fa che dica di sì.
“Si, perché?” domandò incuriosita.
“Perché ho bisogno urgentemente di una babysitter, adesso sei libera?” le chiesi incrociando le dita. Merlino aiutami che se mi dice di no sono nello sterco di ungaro spinato fino al collo.
“Si, dove sei?” mi chiese.
“Tranquilla, vengo a prenderti io. Ci vediamo tra dieci minuti!” le dissi chiudendo la telefonata. Da dove abitava mio cugino fino a dove era situata la villa di Malfoy erano più di tre ore di macchina, meglio una materializzazione e un Oblivion non troppo invasivo.
“Malfoy, abbiamo la babysitter!”
“Brava Granger!” urlò lui dalla cucina dove aveva portato il vassoio “Tra quanto arriva?”
“La vado a prendere io tra dieci minuti!” urlai di risposta “Badi tu a Isy nel frattempo?” chiesi.
“Si Granger, ma vedi di non prendertela troppo con comodo!” sibilò lui mentre mi avvicinavo alla bambina per salutarla.
“Mi raccomando, fai la brava con zio Draco. La zia torna subito!” dissi e la vidi annuire. Mi alzai e recuperai la mia giacca.
Mi materializzai in un vicolo buio vicino al centro di Londra. Dovevo trovare qualche vestito e qualche gioco per la bambina. Non potevamo continuare a trasfigurare oggetti. Entrai in un negozio per bambini e presi al volo alcuni libretti e alcuni colori. Andai alla cassa e pagai con la carta di credito, un'altra buona invenzione che Harry era riuscito a portare all’interno del ministero. Andai nel negozio affianco e presi alcuni vestitini carini da bambina e un giubbotto. Era novembre inoltrato, presto sarebbe stato utile, e come aveva detto Malfoy gli auror non sarebbero riusciti a trovare nulla in breve tempo.
Pagai e mi materializzai a casa di mio cugino.
“Hermy, da quanto tempo!” salutò mio cugino Alexander venendo ad aprirmi la porta.
“Ciao Al, dov’è Claire?” chiesi.
“Arrivo Hermy. Come mai ti serve una babysitter?” mi chiese scendendo le scale e recuperando la giacca dall’appendiabiti.
“Ho una bambina di tre anni” risposi senza pensare a quanto strana poteva sembrare quell’affermazione “è complicato da spiegare, ma non ho nessuno che può tenermela e devo assolutamente andare a lavoro!” aggiunsi alle facce sconvolte dei due.
“Oh, capisco” mormorò Claire perdendo il sorriso per un attimo. “Allora andiamo!” disse dando un veloce bacio a mio cugino. “Ci vediamo stasera!” lo salutai abbracciandolo. Mi allontanai un po’ dalla loro casa e poi mi materializzai con Claire a qualche centinaio di metri dal maniero.
“Oblivion!” sussurrai appena misi i piedi a terra, mentre lei era troppo impegnata a cercare di tenere la colazione nello stomaco per prestarmi più di tanta attenzione.
“Tutto bene Claire?” chiesi con una faccia angelica mentre prendevo le buste con gli acquisti e mi avvicinavo a lei.
“Si, si, tranquilla!” mormorò mentre io cominciavo a percorrere a piedi il tratto di strada che ci separava dai cancelli del maniero.
“Tu abiti lì?” mi chiese non appena il manor fu visibile da dietro gli alti alberi.
“In un certo senso… ” le risposi sorridendo lievemente. Capivo il suo stupore, in fondo era di Malfoy manor che stavamo parlando. Durante il giorno, con il sole che lo illuminava sembrava addirittura molto meno tetro di come mi era apparso la sera prima.
“Vieni!” dissi arrivando ai cancelli che si aprirono, riconoscendomi. Malfoy doveva aver rimosso qualche barriera, innanzitutto quella che lo nascondeva ai babbani e poi quella che mi impediva di entrare se non ero accompagnata da lui.
“Wow!” mormorò estasiata Claire guardando il parco che ci circondava. Arrivata davanti al portone principale fui presa un attimo dal panico. Come cavolo la aprivo io questa cosa senza usare la magia?
Appoggiai la mano al battente e il portone cominciò a ruotare su se stesso mentre lo accompagnavo con la mano. Malfoy, strano a dirsi, mi aveva dato la chiave per entrare in casa sua?
“Gran… oh Hermione!” mormorò Malfoy scendendo dalle scale principali e calcando sul nome.
“Hermy, non solo hai una figlia ma hai anche un marito, e che marito!” sorrise Claire accanto a me facendomi diventare color pomodoro maturo mentre Malfoy accennava a un lieve ghigno.
“Vieni Claire, Isabelle è di sopra!” mormorai cominciando a salire la scale e ignorando completamente il commento della moglie di mio cugino mentre Malfoy ci precedeva. Aprì la porta del salottino dove la piccola stava giocando con la bambola.
“Ehi Isy, guarda cosa ti ho portato!” le dissi tirando fuori il libricino e i colori mentre Malfoy alzava gli occhi al cielo.
“Merlino aiutami!” lo sentii mormorare mentre la bambina si avvicinava a vedere cosa le avevo preso.
Draco, ti dispiacerebbe portare queste borse in lavanderia che dopo le sistemo?” chiesi passando le borse a Malfoy che esaminò il contenuto.
“Puoi prendere anche la mia carta se ti serve!” chiarii guardandomi negli occhi mentre io annuivo distratta. Non era certo un problema spendere qualche galeone per la bambina. Di sicuro erano usati meglio di quelli che mi faceva spendere Daphne per vestiti che non avrei mai messo e che mi riempivano solamente l’armadio.
“Isy, lei è Claire. Starà con te oggi, io e Draco dobbiamo andare via per un po’!” le dissi prendendola in braccio e coccolandola. Mi ero affezionata a lei in così poco tempo, lo stesso tempo che lei aveva impiegato per fidarsi cecamente di noi: meno di ventiquattro ore.
“Ciao Isabelle!” salutò Claire. Sorrisi. Non potevo trovare babysitter migliore.
“Scusa Claire, noi dobbiamo proprio andare, cercheremo di tornare il prima possibile!” dissi non appena Malfoy cominciò a scendere le scale.
“Divertitevi!” disse mentre Malferett andava a dare un bacio alla bambina.
“Certo!” urlai mentre uscivamo dalla stanza e ci materializzavamo al ministero, arrivando direttamente nel suo ufficio.
“Capirai che divertimento Granger!” sbottò il biondo lasciandosi cadere sul suo divano di pelle.
“Non lamentarti Malfoy che ci poteva andare peggio! Recuperiamo le Veritaserum e andiamo ad Azkaban: prima partiamo prima leviamo le tende!” mormorai aprendo la porta del suo ufficio.
Venni subito inondata di flash dai giornalisti e mi girai per avvertire Malfoy di non uscire. Troppo tardi. Ecco lo scoop che volevamo evitare.
“Merda!” sibilai in modo che mi sentisse solamente il mio adorato collega.
“Puoi dirlo forte Granger!” borbottò mentre a spintoni cercavamo di farci largo fino agli ascensori ignorando completamente coloro che ci chiedevano di rilasciare un’intervista.
Recuperammo le fialette di Veritaserum versione bianca e versione oscura che Harry aveva già fatto preparare sopra il tavolo della sala scorte. Andammo in ufficio da Harry per avere i permessi per entrare ad Azkaban facendoci avanti a gomitate tra un altro gruppo di giornalisti e paparazzi che continuavano a puntarci i loro fastidiosissimi flash negli occhi.
“Potty, chiama la sicurezza!” sbottò Malfoy non appena riuscì a chiudere la porta in faccia a un giornalista e silenziò la stanza.
“Malferett, credi che non l’abbia già fatto? Dovrei farne richiudere la metà di quelli che ci stanno assillando per sapere di più su quello che è successo ieri ad Hogsmede, in primis la Skeeter!” sbottò Harry.
“Su questo siamo d’accordo tutti!” concordai mentre Malfoy annuiva ed Harry indicava una pila di lettere.
“Questo è tutto merito del suo articolo con i vermicelli che ha fatto finire questa mattina sulla gazzetta. Sono proprio curioso di sapere chi cavolo ha interrogato così sbatto ad Azkaban pure lui!” sentenziò Harry aprendo l’ennesima lettera. “Comunque, se siete qua deduco che abbiate trovato una situazione per vostra figlia!”
“Potter, c’è un branco di giornalisti qua fuori, se potessi evitare di sparare cazzate te ne saremo grati. Comunque Isy è con la babysitter, abbiamo già preso le fialette, saresti così gentile da darci anche i permessi così leviamo il disturbo e andiamo ad Azkaban? Sai come è, prima arriviamo e prima possiamo tornare a casa dalla bambina!” masticò Malfoy stringendo gli occhi in due fessure.
“Malferett, calma il cucciolo e sotterra l’ascia di guerra che oggi sarà un giornata pesante per tutti, iniziata nel modo peggiore!” mormorò Harry aprendo un cassetto della scrivania e tirando fuori due permessi.
“Divertitevi!” ci salutò con un sorrisetto ironico mentre Malfoy accennò ad un ghigno che non prometteva nulla di buono.
“Divertiti anche tu a rispondere alle lettere dei cittadini disperati!” commentò, per poi riaprire la porta dell’inferno.
                      
***
 
Ci materializzammo ad Azkaban. Ormai la materializzazione congiunta era diventata di routine. L’odore di salsedine e il puzzo dei pesci morti ci invase le narici.
“Maledizione a Potty, questa salsedine mi rovina tutti i capelli!” berciò Malfoy mentre io sbuffavo infastidita. Merlino, guarda che io questo lo ammazzo, mi dispiace per Isy ma si trova senza il suo zio preferito se non la pianta di fare l’idiota e di sparare cazzate.
“Perché non erano già rovinati i tuoi capelli?” chiesi cominciando a percorrere il sentiero che dalla riva, l’unico posto dove ci si poteva materializzare, portava al centro dell’isola, dove si trovava la prigione.
“Zitta Granger, che qua l’unica con i capelli seriamente rovinati sei tu!”
“Malfoy, aggiornati, i miei capelli non sono rovinati, sono semplicemente ricci!”
“Malfoy, aggiornati, i miei capelli assomigliano ad un nido di passeri caduto da un albero e schiacciato da una carrozza mentre c’era un acquazzone, ma solo perché sono ricci!” disse lui scimmiottando la mia voce mentre io accennavo ad un sorriso.
“Povero, dopo ti toccherà farti la tinta!” lo beffeggiai continuando a camminare.
“Mezzosangue, per tua informazione i miei capelli sono biondo naturale! Non sono tinto!”
“Certo Malferett e i miei capelli sono bellissimi!” sbuffai continuando a camminare.
“Certo Granger, come no!” rispose lui soffiando e passandosi una mano sul viso.
All’ingresso della prigione c’erano due auror che controllavano che nessuno entrasse ma soprattutto che nessuno uscisse. Avevano eliminato l’uso della maggior parte dei dissennatori dopo che Voldemort era riuscito a corromperli affichè facessero evadere la maggior parte dei prigionieri. Ne tenevano alcuni rinchiusi nel seminterrato per i pochi prigionieri che ancora venivano condannati al bacio.
“Buongiorno signorina Granger, signor Malfoy. Prego le bacchette!” disse l’auror all’ingresso. Dai tratti sembrava talmente giovane che faticavo a credere che avesse già finito l’accademia.
“Abbiamo i permessi!” disse Malfoy tirando fuori dalla giacca i due fogli che ci aveva dato Harry.
“Devo controllare la bacchette!” insistette l’auror mentre io cominciavo a spazientirmi.
“Non è necessario!” intervenni riducendo gli occhi a due fessure.
“È nella prassi!” mi rispose quello di rimando.
“Assolutamente errato, so a memoria il regolamento. Fammi vedere tu il distintivo piuttosto!” gli risposi mentre negli occhi del ragazzo lampeggiò per un attimo la paura.
-Sgamato, merda! - pensai pietrificandolo lui e il socio con un incantesimo non verbale.
“Però, sei acuta Granger!”
“E tu idiota Malfoy, ci mancavano le guardie controllate da loro!” sbottai.
Finitem Incantem!” mormorò Malfoy puntando la bacchetta sui due che sbatterono le palpebre storditi.
“Che cosa è successo?” chiesero.
“È successo che siete stati talmente tanto furbi da riuscire a farvi incantare per non son quanto tempo che i mangiamorte hanno potuto controllare chi entrava ed usciva da Azkaban! Maledizione!” sbraitò Malfoy con le mani strette a pugno.
Con un incantesimo non verbale controllai le tracce di magia che erano passate per la porta.
“Malfoy non è ancora arrivato nessuno. Manda un patronus ad Harry che faccia trovare a quei bastardi le squadre auror!” mormorai. “Per quanto riguarda voi due, possibile che siate stati così scemi?” chiesi mentre mi guardavano terrorizzati.
“Possibilissimo Granger, sono curioso di sapere chi insegna in accademia, di sicuro non ci sono più i nostri insegnanti!” sibilò Malfoy evocando il patronus e mandandolo ad Harry.
Entrammo lasciando i due auror all’ingresso che si guardavano terrorizzati attorno. Con un incantesimo non verbale rafforzammo le barriere della prigione. Ci mancava solo questo. Merlino dimmi che cosa ho fatto perché me ne stai tirando una dietro l’altra: prima Malfoy, poi la bambina, poi questa storia dei paparazzi, degli attacchi e pure gli auror sotto Imperio.
“Chi interroghiamo per primo?” mi chiese Malfoy mentre un idea malsana prendeva forma nella mia mente.
“Weasley!” risposi senza esitazione.
“Sei sicura Granger?”
“Perché no? Tanto prima o poi toccherebbe comunque, così mandiamo subito le informazioni ad Harry e ci leviamo il pensiero!” gli dissi. Il mio discorso non faceva una piega. Prima facevamo l’interrogatorio, prima procedevano con il processo e condannato all’ergastolo se mi andava bene, al bacio del dissennatore se Merlino me la mandava buona.
Tutto l’affetto che avevo provato verso quella persona era completamente svanito, lasciando spazio ad un odio cieco che si faceva largo dentro di me. Ero sicura di odiarlo, lui che ci aveva traditi tutti e che con le sue informazioni e con i suoi ordini aveva ucciso centinaia dei nostri. Non meritava nulla, meritava solo di rimanere l’intera vita a marcire dento una cella talmente piccola da non poter neanche allungare le gambe. Quello meritava e basta.
L’idea malsana di prima continuava a spingere per essere presa in considerazione.
“Malfoy, mi serve il tuo aiuto!” dissi con un ghigno che non prometteva nulla di buono mentre lui si girava incuriosito. Serpeverde come era non mi avrebbe tirato buca proprio adesso!
 
NOTE DELL’AUTRICE
Ciao a tutti!
Finalmente le meritate vacanze.
Che sono pure finite, dato che io, la tua cara Beta, sono così scansafatiche da postare il capitolo con tre settimane di ritardo. Il mea culpa diverrà presto il mio motto.
Ringrazio Ladyathena che ha recensito il capitolo precedente e tutti coloro che seguono la storia e che leggono in silenzio.
Un mega grazie alla Beta che ha deciso di sopportarmi anche la prossima estate…
A presto con il prossimo capitolo.
Rowena
 
 
 
 
  
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