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Autore: Freya Crystal    17/03/2009    1 recensioni
Due anni dopo la morte di Artemisia il Garden viene attaccato da nuovi temibili nemici. Durante lo scontro Quistis sembra essere caduta in mare,poiché il Garden era in volo.Seifer,persa la donna che credeva di amare,non si da pace perché si sente responsabile della sua morte.Ma un giorno una donna bionda con l'aspetto da naufraga viene trovata sulla riva della spiaggia...la perdita della memoria le sarà di ostacolo per tornare a vivere e avere a che fare con la vera se stessa.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Seifer Almasy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Premetto una cosa importante:forse in questo capitolo Seifer apparirà troppo smielato e sentimentale,ma c’è un perché. Lui sta pensando,non si sta esponendo,e i pensieri di una persona sono sempre una sorpresa per tutti,non possiamo sapere cosa gli possa passare per la testa,potremmo rimanere sorpresi di scoprire qualcuno completamente diverso rispetto a chi ci aspettavamo. Inoltre è un momento cruciale della sua vita che ho inserito per farvi capire il cambiamento che ha fatto dopo due anni,dopo essere stato il cavaliere della Strega. Nei successivi capitoli sarà meno magnanimo,vi apparirà più familiare. Avrete modo di vederlo voi stessi^^
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Due giorni prima…

Sono ritornato al Garden e nessuno mi ha chiesto spiegazioni. Sono stato accolto e perdonato. Ma la cosa che più mi rende felice sei tu,già,felice:è una parola grossa detta da me.

Fuori dalla nostra stanza imperversa il temporale,il grigio ferro del cielo copre la luce solare.Siamo accoccolati nel letto e le tende sono tirate,tu dormi come uno splendido angelo al mio fianco,il volto candido di una bellezza abbagliante illuminato dalla luce della abatjour nella stanza semibuia;la tua espressione è serena. Un tuono immenso  squarcia l’aria,io sono sveglio intento a contemplare quanto sei meravigliosa. Accarezzo il tuo profilo con un dito e sento il cuore gonfiarsi di sentimento:vorrei rimanere così per sempre,steso su questo morbido materasso con la tua immagine davanti ai miei occhi.Ho paura di addormentarmi e di non trovarmi più questo splendore di fronte. Quando sei accanto a me tutto il resto svanisce,sbiadisce.Vorrei riuscire ad esprimere i miei sentimenti per te con le parole,ma è un dilemma inspiegabile,un blocco inarrestabile,non ci riesco,e non ci sono mai riuscito. Perché tutto è dannatamente complicato?
Tu devi sapere cosa significhi per me…Ma lo so con certezza?

Quello che provo è un sentimento così nuovo che stravolge tutto il mio essere,rendendolo  ridicolo. Accarezzo la tua guancia candida e ti scosto una ciocca di morbidi capelli dagli occhi. Sei maledettamente bella,maledettamente bella e assurda,che pari quasi divina,intoccabile. Eppure tu sei qui e non mi chiedi niente in cambio. Perché non mi sono accorto prima che la mia ragione di vita sei tu? Perché l’uomo è così imprevedibile e complesso nel suo essere?

Mi sento scoppiare di emozioni intense,di paura e ansia;è un mix indescrivibile. Cosa voglio,Quistis? Cosa mi sta succedendo? Il confine tra realtà e pensiero è un deserto invalicabile:non sembro neppure io,non mi riconosco più.Mi comporto in modo maledettamente diverso quando ti parlo,ma quello che provo è molto di più,molto più intenso. Non mi è mai capitato di avere un legame così forte con una persona,non mi è mai capitato di starle così vicino,fisicamente ed emotivamente. Con te ne sento il bisogno,ne sento la voglia e la gioia. Sei una novità,una novità unica.

Ti sento mugugnare qualcosa e muoverti nel letto,sei veglia.

Sembri così fragile,hai bisogno di tanta protezione…O è solo una mia impressione?Cingo le mie braccia intorno alla tua vita,appoggio il mio petto contro la tua schiena. –Fuori piove,non preoccuparti per il rumore,dormi.-sussurro mentre avvicino il mio viso ai tuoi capelli profumati di albicocca. Mormori qualcosa e il sonno ti riporta via.E’ così bello stare vicino al tuo viso e sentire il tuo respiro.

Standole vicino ho imparato che Quistis Trepe non è l’inflessibile ragazza di ghiaccio con la gonnella lunga e la passione esagerata per lo studio e la disciplina:Quistis Trepe è una donna. Una donna con un carattere dalle mille sfaccettature,a volte debole a volte forte,a volte allegro a volte infelice;ogni cosa che fa è una sorpresa ed elencare la sua personalità è come interpretare il Destino. Ha conquistato il mio cuore,mi sono fatto stregare e non posso fare a meno di lei,per quello che mi dona e mi fa sentire. Anche Seifer Almasy allora è un tenerone?. Sorprendo me stesso. L’uomo non è mai come lo si vede,ha molteplici aspetti e mille personalità,i casi della vita lo cambiano,mostrano l’altra faccia della sua medaglia:che l’altro lato della mia medaglia sia quello del tipo dolce e sensibile? Poco importa. Ci sono troppi lati della medaglia in ognuno di noi per elencarli tutti,uno sceglie quale mostrare e prende la sua strada. Sono un uomo in fondo,come tutti quelli che possono amare:non ci vedo alcuna stranezza,ora che sto vivendo l’esperienza di amare in prima persona.

-Dove sei?-chiedi flebilmente,probabilmente stai sognando.
-Sssh…Sono qui. Tranquilla.-sussurro caldamente nel tuo orecchio,mi viene da ridere.
-Non ti lascio. Sono qui e ci sarò per sempre.-ti rassicuro e mi abbandono al sonno stringendoti a me. Sei la mia ragione di vita Quistis. Voglio svegliarmi tutte le mattine  con te al mio fianco per il resto dei miei giorni.




…Se solo avessi potuto farti leggere nella mente quello che ho pensato quella notte…

…Se solo potessi tornare indietro e rivivere quelle notti insieme…

Ma ora che sei scomparsa ne resta solo il ricordo,ora che sei morta.
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Il Preside Cid è morto.Tutte le persone che si trovavano sul balcone del secondo piano sono morte,tutte tranne me. Ero sconvolto e non vidi lo scempio degli otto cadaveri ai miei piedi,cercavo te con lo sguardo,ma non ti trovavo. Scomparsa,svanita,portata via? Morta? Finché non ti avrei vista esanime coi miei occhi non lo avrei accettato,non ci avrei creduto. Ma quando gli altri accorsero al secondo piano mi risvegliai dal mio sogno e capii che l'inevitabile era successo. Cosa mi accingo a raccontare,ora che sei volata via?

Siamo sopravvissuti in pochi,siamo costretti a vivere come clandestini girovaghi sul nostro Garden. Non abbiamo un Preside,siamo rimasti in trenta o giù di li;i nemici se la sono data a gambe dopo che è stata lanciata una granata sul balcone da un terzo nemico,dopo lo scoppio che hanno sentito. Se non fosse stato per quest'ultimo colpo ci avrebbero uccisi tutti. Ma ora cosa importa?

Maledetta fottuta esistenza.

La vita è una merda.

A quale scopo viviamo? Per soffrire e fuggire la morte come formiche il cui nido viene pestato da una scarpa ogni volta?Non ha senso niente senza di te. Non ha senso rialzarsi e lottare ancora.

Combatto per cosa,combatto per chi? Per chi vivo? Di chi sono cavaliere?

Edea è scomparsa,l'hanno rapita senza dubbio..Quale dei tre nemici l'ha rapita?Ho cercato di pensare che anche tu fossi stata presa,ma lo so che te ne sei andata diversamente. Cosa è successo? Perché così tanta gente è contro i Seed? Gli altri Garden sono stati attaccati a sorpresa come il nostro?

Al diavolo. Non voglio saperlo. Non me ne frega niente.

In passato non volevo avere alcun tipo di legame con nessuno,dicevo che avrei avuto nient’altro che un insignificante pugno di sabbia da tenere stretto.Solo il dolore avrebbe perpetuato, il dolore di una scomparsa,di una perdita,di una delusione. Avevo ragione,dannazione.

Sono tutti riuniti nella Hall a piangere i morti,solo io rimango chiuso nella mia stanza a riflettere,a fissare il lato del letto vuoto:tu non ci sei più. La gente mi crederebbe se dicessi che mi manchi?

Non sono venuto al tuo funerale e a quello di tutti gli altri,il mio modo per dirti addio è ricordare. Sono convinto che finché qualcuno si ricorda di te rimani immortale,sono le persone care rimaste in vita che muoiono per te. Non avrei voluto vedere il tuo addio,le lacrime e la disperazione per te. Odio queste cose,le odio davvero.

Fuori c’è un sole luminoso e chiaro come lo era solo il tuo viso:si prende gioco del mio umore.

Tutto intorno a te splende quando le persone si sentono da schifo. E’ una cosa che irrita,una cosa che ti fa venire voglia di spaccare tutto con testate,calci,pugni…unghie…denti…

Quando te ne sei andata ho smesso di vivere. Mi avevi dato una nuova vita,avevo trovato la luce in te,e adesso te la stai portando via. Perché? Mi tormento perché non ti dissi quelle due parole che avrei voluto dirti.Volevo farlo. Ora mi hai lasciato,ancora prima di invecchiare,splendida com’eri,ancora prima che potessi  parlare con te dei tuoi fiori preferiti. Non te li avrei regalati,non sono il tipo,ma mi sarebbe piaciuto saperlo.

Perché mi hai fatto questo?
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Quello era un giorno speciale per la splendida donna dai lunghi capelli scuri di madreperla seduta sui gradini
della porta :stava aspettando l’arrivo di qualcuno. La giovane ragazzina al suo fianco sorrideva entusiasta,sporgeva la testa impaziente e curiosa, in punta di piedi,allungando il collo oltre il cancello per vederli arrivare da lontano.
Entrambe non dovettero attendere a lungo.

Ecco giungere i Seed bianchi,i volti giovanili e innocenti quanto quelli della bambina e del bambino che accompagnavano. Edea andò loro incontro e mostrò il sorriso più gentile e luminoso che le fosse mai venuto,avvolgente come il sospiro degli angeli e la carezza delle nuvole.
-Diamo il benvenuto ai nuovi arrivati-mormorò dolcemente e si chinò per osservare in faccia i bambini. La femmina manteneva lo sguardo fisso su un punto imprecisato oltre la nuca di Edea. Il suo volto aveva un'aria audace e sbarazzina,i vestiti che indossava erano da maschietto. Portava corti i capelli biondi dritti e leggeri,che il vento giocherellone amava scompigliare  sul suo viso dai lineamenti  chiari e delicati come quelli di una bambola. Il maschio teneva la mano alla Seed che lo aveva protetto lungo il viaggio,il suo faccino solare in quel momento era rosso di rabbia e imbarazzo. Gli occhi di un allegro azzurro intenso,che erano più chiari di quelli blu profondo della bambina,erano lucidi per le lacrime trattenute;sul suo viso si dipingeva una smorfia contratta di nervosismo. Teneva i pugnetti serrati,ed era scosso da un incontrollato tremolio dalla punta delle scarpe fin sulla punta del suo stranissimo ciuffo biondo platino rizzato in aria. Quel piccolo mosse uno strana sensazione di tenerezza e divertimento in Edea.

Ellione era corsa di fronte alla madre,raggiante di gioia,gli occhi scuri che brillavano di felicità.
-Li abbiamo trovati a Esthar,c’è stata un’esplosione.Erano sepolti sotto le macerie,senza traccia alcuna di ferite,ma non erano nella stessa zona della città,quindi è certo che non sono fratelli.-spiegò la Seed che teneva per mano il bambino,il quale cercava di nascondersi e di reagire al timore allo stesso tempo.

-Capisco,poveri piccoli.-sospirò Edea-…La guerra porta loro via tutto,distrugge tante famiglie. Sono contenta che li abbiate portati qui.-

Ellione accarezzò la testa della bambina e le chiese –Come ti chiami?-
Lei la fissò con quello sguardo intenso caratteristico della sua espressione,non si capiva se fosse spaventata o serena,se si stesse rendendo conto di ciò che le stava capitando.

-Quistis.-rispose con un tono di voce tranquilla.

-E tu?-Ellione sorrise con calore al piccolo che arrossì violentemente,il magone del pianto che riusciva a controllare a stento.
-Z-Zell.-rispose flebilmente suscitando l’ilarità di tutti i presenti.

-Dobbiamo separarci bambini,ma torneremo a trovarvi,lo promettiamo.-disse un ragazzo a malincuore osservando Quistis e Zell.

E fu così che i due arrivarono all’orfanotrofio. Furono indimenticabili il profumo della brezza di mare e dell’erba salata che li avvolsero assieme al senso di smarrimento e vuoto quando i Seed  che li avevano accuditi sulla nave lungo il viaggio se ne andarono. Fu un momento magico.

Quando la ragazza mollò la mano di Zell e lo salutò affettuosamente,quasi piangendo,lui subito afferrò quella della compagna Quistis,e seguì le due donne verso la casetta grigia davanti a loro,da dove oltre l’orlo della porta un bambino dai capelli biondi dorati  era svanito sghignazzando e additando master-ciuffo come fosse un marziano. Quella casa linda e accogliente sarebbe stata la dimora della loro infanzia.Quella ragazza dagli occhi scuri la loro sorella. E la donna di un fascino e una benevolenza quasi inumana la loro madre.

Fu così che Quistis lo vide per la prima volta,lui,col suo ghigno inconfondibile e quei capelli morbidi e splendenti. Avevano entrambi quindici anni di passato,di ricordi,di vita insieme.

Una vita insieme soffiata in cielo come una nuvola di fumo…
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Qui ringrazio chi ha letto il primo capitolo e spero di ricevere tante recensioni^^
Un ringraziamento speciale va a

Selhin,che ha recensito e ha messo tra i preferiti questa storia appena nata. Mi auguro di non averti delusa^^Un bacio:P





  
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