Penso sia il caso di illustrarvi tre cose in cui il signor
Ronald Weasley è particolarmente efferato: poltrire, agire senza pensare e far
incavolare Hermione. La terza a dire il vero stona un pò con le altre, ma è la
sacrosanta verità.
Vi annoio dicendovele per farvi capire una cosa: qualsiasi
mia azione è preceduta o seguita da queste mie specialità. Ma stavolta era
complicato capire quale delle tre fosse.
Intanto, escludo a priori la prima. Io ed Hermione abbiamo
corso talmente veloci dopo quel mio gesto che abbiamo raggiunto Hannah in un
tempo impensabile. Chissà, magari l’adrenalina del bacio mi aveva dato un pò di
carica.
Il bacio... Azione avventata, forse, ma no... La
rivelazione su cosa provassi per Hermione è stata folgorante. Non c’era da
pensarci su.
Mi rimaneva un’ultima carta: Hermione su tutte le furie.
Ma lo era davvero? La guardai correre al mio fianco, per quel corridoio che
sembrava senza fine. La sua faccia non era diversa rispetto al solito, quel
viso capace di incatenarmi era, di norma, quello di una persona che riflette. E di certo non era la rabbia ad
alterarle il respiro... Sì, eravamo veramente veloci.
Insomma, quale era la conseguenza per quello che avevo
combinato? Subito rinunciai a capirlo, tanto di sicuro ci sarei arrivato più
avanti. Al momento, io ed Hermione dovevamo solo uscire indenni da
quell’incubo.
Sganciare le catene non fu per nulla facile, la visione
sconfortante del relitto che volevamo liberare non rendeva certo più semplice
il compito... Alla fine però Hermione ci riuscì, Merlino sa come. Usò un
incantesimo che non avevo mai sentito nè in cielo nè in terra, magari l’aveva
letto in qualche remoto librone che io fuggo come la peste o magari l’aveva
addirittura inventato, quanto scommettiamo che ne sarebbe capace? Sta di fatto
che alla fine Hannah (o quello che era diventata) fu libera... Ma noi di minuti
preziosi ne avevamo persi fin troppi.
Mentre Hermione reggeva la Tassorosso con la bacchetta,
disse esattamente quello che stavo pensando.
-Ma dove diavolo è finito Curdy?
Fu solo allora che il mio cervello cominciò a lavorare
così freneticamente che dovetti stupirmi da solo; nel panico è difficile
pensare, ma quell’attimo di pausa me ne dava ufficialmente la possibilità.
Bene. Facendo il punto della situazione, cercai di capire
i punti a nostro favore e quelli che invece potevano segnare il fine della
storia con la nostra sconfitta (ma forse era meglio non pensare a cosa sarei
diventato, se sconfitto... Non era di certo un’idea rincuorante).
Allora, Curdy non poteva essere molto distante da noi.
Vecchio era vecchio, di certo una bella anta in faccia non gli aveva giovato
alla salute, ma c’era qualcosa che non tornava... Dai meandri della mia memoria
uscì qualcosa, concentrato com’ero feci un’iniziale difficoltà a capire cosa mi
volesse dire quel ricordo, quindi dovetti fare qualche collegamento.
Prima di tutto fissai la ragazza accanto a me... Anche se
dubito che lei se ne accorga, ormai guardarla mi è una consuetudine.
Hermione... Amo(no, questo al momento bisognava
accantonarlo). Riproviamo: Hermione... Libri. Litigate. E mi venne alla mente
quanto avevo già letto su Curdy prima di venire in questo posto maledetto. Come
si chiamava quel tomo?
Un’attimo dopo, mi fu tutto chiaro. “Fantasmi della
Scozia”...
Ecco il particolare non considerato. Curdy era un
fantasma!
Esposi la mia teoria ad Hermione, e lei, come di rito,
espose la solita faccina di sufficenza, che definire eloquente è un eufemismo.
-Bella forza! Questo lo sapevo. La cosa che non capisco è
come riesce a fare ciò che fa...
Bene, nuova riflessione. Sbuffai, pensando al fantasma più
vicino che avevo conosciuto. Mirtilla Malcontenta, di sicuro. Poi la paragonai
ad Hermione, che a parte qualsiasi stramberia, è umana senza ombra di dubbio.
Di colpo, ma fu nuovamente chiaro tutto e feci un’altro
tentativo con lei. Sperando di non fare nuovamente la figura del cerebroleso,
s’intende.
- ‘ione, Curdy è un fantasma particolare. Pensa: gli fa
male una porta in faccia, beve... Nessun fantasma che conosciamo può farlo.
- Un momento... Beve?
- Sì, l’ho visto trangugiare qualche intruglio rosso
mentre facevi la tua mascherata da svenuta.
- Interessante...
ma per la prima volta, Hermione era confusa e io no.
- Se quella roba fosse una specie di linfa, e... Hermione,
vuole tornare in forze, ci scommetto!
- D’accordo, Ron, ma allora cosa ti fa pensare che non ci
sia già riuscito?
- Hai notato che non ci ha mai toccato? Ci ha incatenato
con la magia e tutto il resto...
- Ma ha fatto del male ad Hannah. Come?
Hermione assumeva via via un’aria sempre più esterefatta,
per come la stavo guidando a capire. Il
mio cervello mi aveva regalato molto, fino ad allora, ma non era contento; mi
preparai a dare il colpo di grazia, prendendo per mano Hermione. In quel palmo
teneva ancora la chiave di tutto.
- I burattini, Hermione. Ne ho visti a bizzeffe in uno
stanzino, alcuni ridotti piuttosto male! Prova a stringerli...
Con un’espressione indecifrabile sul viso, lei fissò se
stessa formato pupazzo, che fino a quel momento aveva sempre tenuto con
delicatezza. Con due dita, tirò un braccino al fantoccio; contemporaneamente,
il braccio della ragazza si allungò, facendola strillare.
Guardandola, conclusi:
- Mi ci gioco la faccia... Non sono di stoffa, lui riesce
a toccarli. Ecco a cosa servono. Tortura loro per arrivare a noi.
Purtroppo, però, tempo per riflettere non ne avevamo più.
Curdy arrivò, ancora frastornato ma di certo lucido... Un
po’ come le nostre idee sul da farsi, sempre più chiare.
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CONTINUA
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