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Autore: La_Birba    22/03/2016    2 recensioni
“Il magico mondo di Cremson”, era l'unica giocheria nella piccola cittadina di Armen. Era gestita dal signor Cremson, un uomo sulla sessantina con grossi baffi grigi. Non era mai stato sposato e non aveva neppure dei figli al quale poter lasciare il suo piccolo negozietto...
...Venivano persone un po' da tutta la provincia solo per i suoi giocattoli. Si dicevano fossero i migliori del mondo. Avevano una gran fama, soprattutto per un piccolo dettaglio. Ogni singolo giocattolo, a partire dai semplici soldatini fino ad arrivare alle bambole più complesse, erano completamente fatti a mano.
Quel vecchietto un po' ingobbito trascorreva giornate e nottate a creare giocattoli. C'erano delle piccole leggende sui suoi giocattoli, si diceva fossero magici. O meglio i bambini lo dicevano, gli adulti ovviamente pensavano fossero solo sciocchezze.
Tratto dal primo capitolo... è una storia particolare parlerà di un ragazzo, uno studente come tanti e..di una bambolina..non ci sarà alcuna storia d'amore tra loro due semplice amicizia..ma entrambi si innamoreranno di qualcuno simile a loro. è storia d'amore e di amicizia, un'amicizia un po' surreale :)
spero di avervi incuriosito se vi va' passate e magari lasciate un piccolo commento ;)
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 8



 

La mattina passò molto lentamente per entrambi. L'orario di uscita sembrava non giungere mai. Spesso, forse troppo spesso, Mattwe si ritrovava a fissare la schiena della ragazza poco davanti a lui. I suoi capelli biondi raccolti in una coda alta con un enorme fiocco rosso li fissava senza quasi rendersene conto. Era semplicemente ipnotizzato, si chiese come fosse possibile che prima di allora non li avesse mai guardati così a lungo. Per quanto Josephine non si vestisse alla moda, non si truccasse o altro per i suoi capelli aveva avuto sempre molta cura. Il ragazzo non aveva mai notato quanto fossero lucenti, non aveva neppure mai pensato a lei così intensamente. Più volte questi pensieri lo avevano tormentato durante la mattinata. Una volta giunta a termine presero l'autobus insieme e andarono a casa di lui per studiare. Poco prima di aprire la porta Mattwe si voltò verso la ragazza, si passò una mano tra i capelli.

“Ti chiedo perdono se ci sarà un po' di casino.”.

Lei risposte di stare tranquillo, sapeva che era un disordinato cronico ma mai si sarebbe aspettata un simile caos in una casa così piccola. Sembrava ci fosse appena passato un tornado, oltre a vari vestiti, dubbie mutande e libri sparsi ovunque, Noè aveva aperto il mobile e rovesciato l'intero sacco da 10Kg di croccantini sul pavimento. Anche il ragazzo sbiancò a tale visione. Il cucciolo andò a salutarlo scodinzolante. Quella mattina il ragazzo preso dalla fretta si era scordato di dargli da mangiare, così con l'aiuto di una certa bambolina avevano rovistato nei vari mobili in cerca del cibo per cani. Una volta trovato, Laily non era riuscita a tagliare dove avrebbe dovuto e Noè aveva rovesciato l'intero sacco. Il ragazzo vedendo la sua casa ridotta così non trovò la forza neppure di sgridarlo, sapeva che non era solo opera sua.

“Voglio morire...”

“Dai Mattwe non preoccuparti, ti aiuto io a mettere apposto!” gli mise una mano sulla spalla in un momento di coraggio. Arrossì poi a quel semplice contatto così delicato che il ragazzo neppure sentì. Lui la fece poi accomodare e poi andando in camera si chiuse la porta alle spalle. Josephine non comprese subito cosa volesse fare, solo quando sentì poi degli urli capì ogni cosa.

“Cosa diavolo è successo? Come sarebbe a dire che Noè aveva fame? Non è una valida ragione per mettermi a soqquadro la casa! Maledizione proprio oggi che c'è Josephine?”

“Non dovresti dare la colpa a me se sei disordinato! Invece di essere qui a strillare vai di la' e magari portami Rich!”

La bionda insieme al piccolo pilota ascoltarono in silenzio quel assurdo battibecco.

“Sembra proprio che Laily voglia vederti eh!” gli fece l'occhiolino. Lui arrossì per un attimo, per poi tornare subito serio.

“Sembra anche che il tuo Mattwe volesse fare una buona impressione su di te” le fece l'occhiolino con scherno. Lei divenne dello stesso colore del suo fiocco. Per alcuni minuti i due nella stanza si gridarono tra di loro, intanto la ragazza giocò un po' con il suo pilota e Noè. Dopo qualche minuto, il moro uscì dalla stanza rosso in viso con un libro stropicciato e vari fogli sparsi. Si sedette sperando in cuor suo che la ragazza accanto a lui non avesse sentito nulla, in realtà sapeva perfettamente quanto fossero sottili quei muri. Iniziarono così a studiare facendo finta di nulla. Intanto Rich Forwaq era andato nella stanza dove c'era Laily che era stata rinchiusa dentro una scatolina sulla scrivania. Durante la litigata aveva sentito che l'avrebbe messa in castigo in quel modo. Il ragazzo aveva gridato che Noè da solo non avrebbe mai fatto un simile trambusto in casa. Si era arrampicato grazie all'aiuto del giovane pastore belga. La scatola era troppo pesante per essere sollevata da un semplice giocattolo. Così si sedette con la schiena appoggiato alla parete di cartone. Tossì poi per farsi sentire.

“Vai all'inferno!” si sentì strillare proprio dietro di lui. Dovette per un attimo tapparsi le orecchie non pensava che una bambola potesse avere una voce così acuta.

“Non penso che una signorina dovrebbe usare simili parole”.

Laily si morse la lingua pentendosi, pensava fosse quell'idiota di Mattwe. Fu un po' triste perchè non poteva vedere il ragazzo che le piaceva. Se non ci fosse stata quella stupida scatola a separarli, seduti com'erano, avrebbero potuto essere schiena a schiena. Un semplice contatto che la piccola bambolina bramava. Sospirò nell'oscurità in cui era stata obbligata, avrebbe voluto giocare e passare del tempo con Rich. Quell'idiota di Mattwe le aveva rovinato tutto. In cuor suo sapeva di aver torto, però aveva agito in buona fede. Non avrebbe mai pensato che il ragazzo arrivasse a tanto. Si mise la testa sulle ginocchia. Il pilota provò a consolarla come meglio poté, provò anche a scherzarci su. Le raccontò delle sue ultime gare cercando di distrarla, quando poi notò che era da molto che non riceveva risposta si zittì. Si sentì sbagliato per un momento, si pentì delle sciocchezze che aveva detto. Rimasero così per diversi minuti. Una voce più flebile poi arrivò alle orecchie del pilota, quasi un sussurro.

“Rich Forwaq, credo d'amarti..”

Laily aveva confessato quel sentimento troppo grande per il suo esile corpo. Aveva più volte ripreso Mattwe sul trovare il coraggio e dire a Josephine ciò che davvero pensava, ma ogni volta non sapeva se le sue parole le aveva rivolte solo al ragazzo a anche a se stessa. Era piccola e di semplice plastica eppure aveva capito di amare quel pilota. Avevano passato pochi momenti insieme eppure sapeva dalle sue ricerche che l'amore era l'unica risposta alle sue domande.

“Laily, io..io non so cosa vuol dire amare. Sono un semplice giocattolo senza cuore o sentimenti, certe cose le posso capire ma non so provare amore verso un altro giocattolo. Provo affetto per Josephine ma tu..tu per me sei solo un'amica, una compagna di giochi”.

In quel momento Laily sentì qualcosa spezzarsi dentro. Si ricordò di quando quell'assurda signora era andata nel “Magico mondo di Cremson” e l'aveva acquistata. Il vecchio costruttore l'aveva avvisata di un difetto, non era un difetto visibile all'occhio. Il suo creatore aveva sbagliato e le aveva fatto un cuore, un cuore per amare ma anche per soffrire. Lo comprese solo allora, si rannicchiò ancora di più. Ringraziò quella stupida scatola e l'oscurità. Se solo avesse avuto un condotto lacrimale avrebbe pianto. Voleva piangere, voleva gridare, voleva sparire. Non parlò più, rimase così fino a quando Mattwe andò a riaprire la scatola.

 

Il ragazzo in questione intanto stava studiando e rimettendo apposto i vari appunti per l'esame. Josephine era un'ottima insegnante, incredibilmente quello che non aveva capito per mesi, grazie a lei lo comprese in un paio di ore. Studiarono tutto il giorno senza praticamente sosta. Una volta ripassato ogni cosa chiusero i libri e guadarono l'orologio, erano le 20,23.

“Ehi Jo, potresti fermarti a cena ormai. Qualcosa nel frigo dovrei averlo!” le fece l'occhiolino. Si mise ai fornelli e lei insistette per mettere un po' apposto la stanza. Il ragazzo si era calmato dopo tutto quello studio. Abbassò il fuoco sotto la padella e andò in camera. Alzò la scatola e vi trovò una bambolina abbattuta. In genere lo insultava, invece ora sembrava aver perso tutta la sua vitalità.

“Sono solo una stupida bambola di plastica, che credeva di essersi innamorata. Ma un oggetto non può provare sentimenti.” la raccolse tra le mani e per la prima volta le diede un bacio sulla testa. Lei sembrò risvegliarsi, alzò la testa incontrando lo sguardo del ragazzo. Aveva capito che aveva ricevuto una delusione d'amore, non era pratico in certe cose ma cercò di dire qualcosa d'aiuto.

“Mi dispiace, te sei speciale. Magari non è lui quello giusto, sai quanti giocattoli ci sono a questo mondo?”

“Pensi che il signor Cremson possa sbagliare di nuovo e crearne un altro come me?”

“Il signor Cremson è umano, è ovvio che possa nuovamente sbagliare! Dai non ti abbattere!”

Laily sembrò accontentarsi di quell'idea, il suo cuore però ci mise molto più tempo a guarire. Entrambi tornarono in cucina dove Josephine aveva salvato la cena dall'andare a fuoco. Una volta finito di mangiare, la bambolina se ne andò con Noè in camera sentendosi di troppo. La biondina notando poi che Rich era già in borsa decise di andare a casa sua. Doveva andare a dormire presto se voleva ripassare anche l'indomani mattina. Il pilota si era rifugiato nella borsa poco dopo aver parlato con Laily. Si sentiva triste in fondo e quindi aveva preferito rifugiarsi.

Mattwe accompagnò Jo alla porta, scherzarono ancora sulla soglia, come avevano fatto tutto il giorno.

“Sicura che non vuoi essere accompagnata? Lo facevo volentieri!”

“Non ti preoccupare, ho un ometto tascabile che mi difenderebbe!” risero insieme. Lei si decise poi a salutare, era stata bene quel giorno, era al settimo cielo. In cuor suo sperava di passare così tutte le sue giornate. Mattwe sospirò si tirò indietro i capelli, poi allungò un mano afferrando la bionda per un braccio. Lei che stava per dargli la schiena per aprire la porta si fermò guardandolo negli occhi. Le guance si infiammarono. Lui si imbarazzò aveva agito d'impulso. Gli era piaciuto passare quella giornata con lei, non voleva che finisse già. Ripensò a bacio con Symon, alle parole di Laily, così senza rendersene neppure conto si avvicinò a lei e la baciò. Fu un semplice bacio a stampo niente di più, eppure sentire la morbidezza delle labbra di lei lo mandò in estasi.

“Buonanotte, e stai attenta!” le sussurrò staccandosi. Lei visibilmente imbarazzata, disse un frettoloso “Notte!” e uscì. Le si erano addirittura appannati gli occhiali. Tornò a casa saltellando tra le sue amate stelle.





TADANNN :) vi chiedo perdono per il ritardo :) spero vi sia piaciuto :) Laily è nella friendzone xD mi spiace ma è sempre stato il suo destino :) perdonatemi xD comunque grazie mille a tutti sempre :D

  
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