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Autore: Nene_92    03/04/2016    14 recensioni
[Interattiva - conclusa]
La Seconda Guerra Magica è finita da anni e la pace prospera sia nel mondo magico che in quello babbano. Ma una nuova minaccia si prospetta all'orizzonte: creature oscure si stanno muovendo nell'ombra, creature che il mondo magico ha sempre ignorato, anzi, dimenticato. 
Ad occuparsene è sempre stata una famiglia sola: i Grimm, discendenti di Jacob e Wilhelm, i famosi fratelli delle fiabe horror babbane, in realtà appartenenti ad una delle famiglie purosangue più antiche del mondo magico. Una famiglia di cacciatori.
Ma forse anche loro se ne sono scordati...
(per i fan di Grimm: Nick Burkhardt e co iniziano ad apparire dal capitolo 10 bis - Luna Piena --> gli episodi narrati terranno conto di ciò che è successo fino alla quarta stagione, poi si discosteranno dalla serie. In ogni caso, se ci dovessero essere possibili SPOILER avviserò capitolo per capitolo. ;) )
[ la storia fa parte della serie "Grimm" ]
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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PICCOLA PREMESSA: come ormai dovreste sapere, questa fan fiction è una cross over con la serie televisiva Grimm e i personaggi che compariranno a fine capitolo (il detective Burkhardt, Rosalee e Monroe) ne fanno parte. Non ci sono spoiler, quindi anche chi ha visto solo poche puntate della prima stagione può leggere.

Il capitolo sarà più concentrato su Daniel ed Eleonore e sarà anche più comico e più dolce delle altre volte (o almeno spero): dopo tutta quella pesantezza, un po' di risate ci stanno (anche perchè a breve ne vedremo delle belle!).

Ci tengo a ringraziare Aracne90, che con la sua "Hold me" mi ha dato l'idea dell'elitrasporto (trasporto tramite cristalli/pietre usati come canalizzatori di energia). Andate a leggere la storia perchè merita! ;)

PS: sto pubblicando una raccolta di One Shot di Missing Moment su questa storia e la prima parte sarà incentrata su Talisia e Brian: chi volesse leggere, il link è questo: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3412991&i=1


- Hogsmeade -


Domenica 8 Dicembre, Mattina, Hogwarts, Camera della Caposcuola Grimm



"Sicura che funzionerà?" Chiese per l'ennesima voltaLex.
Eleonore si limitò ad alzare gli occhi al cielo, in una muta preghiera affinchè la Serpeverde smettesse di tormentarla. "Funzionerà." 
"Ma... se non dovesse arrivare in tempo? E se non tenesse i gomiti abbastanza stretti? E se..."
"Lex! Ha già viaggiato in questo modo e non succederà assolutamente nulla." La interruppe bruscamente la Corvonero. "Rilassati e smettila di tormentarmi."
"Ma..." Provò di nuovo l'altra.
"Rilassati. E fai un passo indietro." La interruppe la Grimm, facendone uno a sua volta.
I cristalli che si trovavano a terra a forma di cerchio si illuminarono e si unirono in un fascio di luce unico. Cinque secondi dopo, Chris comparve in mezzo ad esso, rannicchiato su se stesso.
"Chris puoi anche alzarti in piedi adesso. Bentornato ad Hogwarts." Lo accolse Eleonore, allungandogli una mano per aiutarlo a rialzarsi.
Appena il licantropo uscì dal cerchio di pietre, Lex gli saltò addosso.


"Non ho ancora capito come funziona." Chiese Daniel, cinque secondi dopo, fissando divertito Lex che si era aggrappata a Chris modello koala e che non era intenzionata a schiodarsi.
"Tra loro due?" Chiese ironica la Corvonero "Semplice: Chris ha una pazienza infinita." Commentò, mentre Lex - che aveva sentito tutto - le rivolgeva un "Ehy!" di protesta.
"No, intendo l'elitrasporto." Rispose il Tassorosso, indicando con un cenno della testa i cristalli che ancora giacevano a terra. "Se non ci si può materializzare e smaterializzare nei confini di Hogwarts e non si può entrare ed uscire, allora perchè quelli funzionano? Non potrebbero rappresentare un pericolo per noi, se chiunque può usarli per entrare?"
Anche Lex, sentendo il discorso, girò la testa, mettendosi in ascolto.
"In linea teorica sì, potrebbero." Iniziò a spiegare Eleonore. "Ma per farli funzionare, per aprire il collegamento, devono innanzitutto essere ricavati dallo stesso identico cristallo madre. Inoltre su di essi devono agire due persone contemporaneamente, una dal luogo di provenienza e una dal luogo di arrivo: i cristalli devono essere attivati nello stesso momento. E' in quel momento che si crea il tunnel, ma appena usato si chiude immediatamente e non c'è modo di riaprirlo. Se tu ti mettessi al centro del cerchio, in questo momento, non accadrebbe assolutamente nulla. Il che significa che qualcuno deve essere già dentro Hogwarts per far entrare qualcun altro e questo qualcun altro deve essere già in attesa dall'altra parte. E se qualcuno dovesse già essere dentro Hogwarts, i cristalli sarebbero l'ultimo dei problemi." Completò il discorso. "Anzi, forse sarebbero una soluzione, perchè basterebbe scomporre il cerchio per creare danni." Aggiunse ripensandoci e assumendo un tono malandrino.
"Perchè? Cosa succede a chi è già dentro al tunnel se il cerchio viene rotto?" Chiese interessata Lex, ancora attorcigliata al fidanzato.
"Il collegamento si interrompe e chi è dentro al tunnel... beh, se gli va fatta bene, rimane intrappolato sotto terra..."
"E se gli va fatta male?"
A quella domanda, il ghigno di Eleonore si allargò. "Si disintegra."

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Domenica 8 Dicembre, Mattina, Hogwarts

"Allora, pronta per questa uscita?" Chiese Francisco con voce pimpante, guardando Federica con sguardo felice, come un bambino al quale avevano promesso una giornata in un negozio di caramelle. Dei due, era lui quello più contento di andare ad Hogsmeade.

Federica, coadiuvata da Gabriela, aveva cercato in tutti i modi di dissuaderlo, ma non c'era stato verso.
"L'ultima gita ad Hogsmeade è stata un disastro, quindi voglio recuperare." Si era intestardito lui. "E se non vuoi venire con me, allora andrò da solo." Aveva concluso, incrociando le braccia e mettendo su il muso come un bambino piccolo.
La reazione aveva solo fatto infuriare Federica, la quale, in una serie di strilli che aveva ascoltato tutto il Castello, gli aveva comunicato che non aveva intenzione di dissanguare nuovamente qualcuno solo per salvargli le chiappe. In risposta lui aveva riso, rassicurandola che sicuramente quel giorno non sarebbe accaduto nulla, non con Brian Grimm in giro per il villaggio insieme a metà del dipartimento Auror.
Alla fine Federica si era lasciata convincere, più per non lasciarlo andare da solo che non per vera voglia - e poi doveva anche comperare i regali di Natale - e i due avevano optato per un giro canonico un po' ovunque, da Zonko a Mielandia. Per pranzo invece si sarebbero recati ai Tre Manici di Scopa, dove si sarebbero incontrati con Gabriela, i gemelli Hamato e Zoey.

Federica contò fino a dieci prima di rispondere al fidanzato. Alla fine, in un tono che faceva presagire tutto forchè felicità, si limitò a dire "Sì, sono pronta."
Francisco, che non aspettava altro, le porse il braccio, chinandosi in avanti e sussurrando un "Madam, dopo di lei." Nonostante la voglia irrefrenabile di tenergli il muso il più a lungo possibile, alla Serpeverde scappò un sorriso.
"Ah ah! Eccola qua, la mia sorridente fidanzata! Signore e signori, Federica Daylerk è tornata!" La prese in giro lui, mettendole i due indici sulle guance e tirando verso l'alto per costringerla a fare un vero sorriso.
"Fallo ancora e quelle due dita te le stacco a morsi." Rispose lei piccata.
"Sì, sì va bene. Il romanticismo con te è qualcosa di impossibile." Borbottò Fran. Poi, di colpo, la sollevò da terra e - tra le urla di protesta sempre meno convinte della ragazza - se la caricò in spalla come un sacco di patate. "Andiamo o troverai un'altra scusa per rimanere qui."
Federica non riuscì a trattenere una risata, che rimbombò per tutto l'ingresso.

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Milly affrettò il passo, mentre raggiungeva la Sala Grande.
Era molto emozionata e non riusciva a contenere l'eccitazione.

Alexandro Vessalius l'aveva invitata ad uscire con lui ad Hogsmeade.

Era successo tutto talmente in fretta che faceva
ancora fatica a rendersene pienamente conto.
Quando i Tassorosso li avevano sconfitti a Quidditch, lui l'aveva avvicinata, al termine della partita, per complimentarsi per come avevano giocato. La Grifondoro aveva sgranato gli occhi, sorpresa, facendogli notare che avevano appena perso proprio contro di loro.
"Lo so, ma questo non toglie che abbiate giocato bene, soprattutto tu, e che vi meritavate la vittoria quanto noi." Le aveva risposto sorridendo. "E perciò mi stavo chiedendo... va bene se per farmi perdonare ti offro il pranzo alla prossima uscita ad Hogsmeade?" Aveva poi chiesto tutto d'un fiato, radunando ogni briciola di coraggio in suo possesso e arrossendo subito dopo, temendo di essere respinto.
Milly era arrossita ancora di più, ma aveva accettato subito.

Così quella mattina aveva tormentato per un'oretta buona la sua compagna di stanza, cercando qualcosa che potesse andare bene per quell'appuntamento. Inutile dire che sul letto si era accumulata una quantità spropositata di vestiti, prima che le due riuscissero a trovare quello giusto.

E ovviamente, Milly era in ritardo. Quando raggiunse finalmente la Sala Grande, la trovò mezza vuota.
Alex era con le gambe incrociate davanti al portone, con un'aria leggermente annoiata. Quando la vide però, le sorrise immediatamente, raggiungendola. "Credevo avessi cambiato idea." Le sussurrò, depositandole un bacio sulla guancia.
"Scusa il ritardo!" Rispose trafelata lei. Si sentiva le gambe molli.
"Non importa, ne è valsa la pena aspettare." Commentò lui. "Andiamo?" Chiese poi, porgendole il braccio.

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"Sei sicura che non vuoi che dia il cambio a Joseph e resti qui con te?" Chiese Daniel per l'ennesima volta ad Eleonore - dopo che Chris e Lex li avevano lasciati per andare a fare una corsa nella foresta - gettando un'occhiata all'altro Caposcuola, che li stava raggiungendo dal corridoio.
"Assolutamente sicura. Vai e fai le tue compere tranquillo." Rispose lei, depositandogli un bacio a fior di labbra. "E sorprendimi." Aggiunse facendogli la linguaccia subito dopo.
"Ma..." Provò ad insistere lui.
"Tu e Lex vi siete messi d'accordo stamattina per esasperarmi, per caso?" Chiese con finto tono demoralizzato lei, allacciandogli le braccia dietro al collo e alzando gli occhi al cielo. Dan approfittò della situazione per baciarla di nuovo. "No." Rispose alla fine. "Però..."
"Ok, allora se vuoi proprio farmi un favore a tutti i costi..." Lo interruppe la Corvonero "avrei una cosa da chiederti. Ma non riguarda me."
"Ovvero?"
"Potresti... accompagnare Caos in giro ad Hogsmeade oggi?" Chiese lei tutto d'un fiato. "E' nuovo e tende ad isolarsi nel suo mondo incantato. Sarebbe anche in grado di perdersi nel villaggio. Ti preeegooo!" Concluse con tono lamentoso.
Daniel aggrottò un sopracciglio, perplesso. "Caos Pagano? Il mio cacciatore?"
"Quanti altri Caos ci sono ad Hogwarts?"
"Lo conosci?" Chiese ancora più perplesso lui.
"Non esattamente. Ma sua zia Althea era una delle migliori amiche di mia madre, a Salem, e conosce anche mio padre. Perciò mi ha scritto chiedendo di stare un po' dietro al nipote, che a quanto pare è tanto bravo a Quidditch quanto distratto e perso nella vita reale." Spiegò brevemente la cercatrice.
"Insomma, anzichè passare la giornata con te, vuoi che la passi con uno svampi... con lui." Si corresse all'ultimo vedendo l'occhiataccia che la fidanzata gli stava lanciando.
"Esatto."
Daniel alzò gli occhi al cielo sbuffando. "Va bene." Si arrese. "Ma tu sei in debito con me." Aggiunse sorridendo in tono malizioso.
"Pagherò." Rispose lei allargando il suo sorriso e baciandolo. "Ti aspetta giù in Sala Grande." Aggiunse quando si staccarono.

Alle parole della fidanzata, Daniel capì di essere stato appena incastrato.


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Domenica 8 Dicembre, Hogsmeade

"Allora? Dove vuoi andare?" Chiese Micah a Page quando arrivarono nei pressi del villaggio.
"A Mielandia." Rispose decisa lei "Però prima vorrei passare da Mondobabbano." Aggiunse, citando il negozio che avevano aperto da qualche anno e che stava facendo affari d'oro.

Dopo la Seconda Guerra Magica, l'interesse per il mondo dei babbani era aumentato esponenzialmente e articoli proveniente dal loro mondo avevano iniziato a girare sempre più spesso in quello magico. D'altra parte i purosangue rimasti erano sempre meno. Mentre i nati babbani e i mezzosangue sempre di più. Si era perciò venuta a creare una sorta di sinergia tra i due mondi, dove i babbani inventavano sempre nuovi prodotti e i maghi glieli copiavano, apportando però delle modifiche per fare in modo che, soprattutto le nuove tecnologie, non impazzissero di fronte alla magia.

"Mondobabbano?" Chiese Micah sgranando gli occhi. "Sei nell'unico villaggio completamente magico della Gran Bretagna e vuoi andare in un negozio di articoli babbani?"
La Corvonero scoppiò a ridere. "Sì, ho tutta l'intenzione di regalare a te e agli amici solo cose babbane quest'anno. Per cambiare." Davanti alla faccia perplessa del fidanzato - i Price erano pur sempre una famiglia di purosangue conservatori, anche se a lui non era mai importato nulla del sangue e lo dimostrava il fatto che lei era mezzosangue - Page aumentò solo il livello della risata.
Prendendolo per mano, aggiunse "Dai andiamo! Se non ci sbrighiamo ci sarà una fila infinita. E dopo voglio passare anche dai Tiri Vispi Weasley! Rose mi ha promesso uno sconto!" Disse trascinandoselo dietro e assumendo un passo di marcia quasi militaresco.
A Micah non rimase altro da fare se non seguirla, chiedendo sconsolato "Ma intendi articoli babbani modificati vero? Non babbani babbani."
"No, quando parlo di oggetti babbani, intendo proprio babbani. Al 100%." Gli rispose invece lei, sempre più divertita.
"Ma io mi annoio se le immagini dei libri rimangono al loro posto!" Protestò con tono lamentoso lui.
"E da quando guardi i libri per le immagini? Pensavo fossi in grado di leggere!" Lo prese in giro lei

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Raphael si guardò intorno, in cerca di Mic, Francisco o di un tavolo vuoto.
Lui e Gabriela erano appena entrati ai Tre Manici di Scopa per il pranzo, dove si dovevano incontrare con i rispettivi fratelli, ma nessuno di loro si vedeva ancora. O forse non li vedeva lui, considerata l'enorme folla che assediava il piccolo locale.
Fuori aveva iniziato a nevicare, perciò molti avevano preferito rifugiarsi al caldo. Per un solo attimo, il Serpeverde ringraziò Merlino che la sua fidanzata avesse optato senza tante cerimonie per recarsi in quel pub, anche se in anticipo rispetto all'orario previsto per il ritrovo con gli altri. "Andiamo là e al massimo li aspettiamo un po', mentre ci beviamo una burrobirra per scaldarci. Che ne dici?" Aveva chiesto. E lui aveva accettato subito, cogliendo la palla al balzo: aveva visto molte coppiette decidere di recarsi da Madam Piediburro e di sicuro non era lì che voleva finire.

"Raph!" Lo richiamò Gaby, puntando il dito verso un punto del locale "Sono là!"
Seguendo la traiettoria della mano della ragazza, il Serpeverde vide il gemello agitare le braccia per cercare di attirare la sua attenzione. Così prese per mano la Grifondoro, iniziando a girare tra i tavoli per cercare di raggiungere la meta.
Arrivato al tavolo, si accorse che erano già tutti lì.
Avevano avuto tutti la stessa idea.
Mic si era appena riseduto al tavolo e teneva un braccio attorno alle spalle di Zoey, che continuava a guardare semi incantata fuori dalla finestra la neve che cadeva leggera. Federica invece stava rimettendo a posto la borsa, riempiendo man mano il tavolo di vari foglietti stropicciati che aveva accumulato all'interno nel corso degli anni.
"Dov'è Fran?" Chiese Gabriela, guardandosi attorno.
"E' andato a prendere da bere per tutti appena vi ha visti entrare. Vanno bene delle burrobirre vero?" Le rispose la mezza vampira distrattamente, mentre continuava nella sua opera di riordino.

Cinque minuti dopo che Raphael e Gabriela si erano accomodati al tavolo, apparve proprio Francisco, trasportando un vassoio con sopra sei calici fumanti.
"Piiiistaaaa! Fate largo! Ho un vassoio carico e non vorrei rovesciare qualcosa addosso a qualcuno!" Urlava lui man mano che si avvicinava al tavolo, facendo così scansare efficacemente chiunque si trovasse sulla sua traiettoria.
La sua gemella e Federica scossero ripetutamente la testa, divertite per la scena, mentre Michelangelo chiedeva a nessuno in particolare "Ma non faceva prima a farlo galleggiare anzichè trasportarlo?"
"Se no che divertimento ci sarebbe?" Gli rispose il diretto interessato, facendo atterrare il vassoio sul tavolo con un leggero tonfo e riuscendo - miracolosamente - a non rovesciarne neanche una goccia. "Beh ragazzi, so che è un po' presto per dirlo ma... Buon Natale!" Aggiunse poi, afferrando il primo boccale e portandolo in aria per far partire un brindisi. "E ho controllato la neve... questa volta è vera!" Concluse dopo che tutti ebbero bevuto il primo sorso.
Gabriela e Federica, dopo essersi scambiate uno sguardo d'intesa, gli tirarono uno scappellotto.

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Virginia Sophia Petronovik soffocò a stento una risata, mentre guardava con occhi sgranati la scena che le si profilava davanti.
Caos Pagano, accompagnato da Daniel, era appena uscito da un negozio di Mielandia, con la bacchetta alzata per far galleggiare in aria due sacchi pieni di dolci, una cassa di burrobirre e un altro enorme pacco informe, dal quale provenivano strani mugolii. Il ragazzo inoltre, teneva in mano un terzo sacco, all'interno del quale erano contenuti altri dolci, che si stava però velocemente svuotando a causa della sua voracità.

Con un tintinnio, la porta dietro di loro si aprì nuovamente e davanti ad una sempre più stupita Virginia, la proprietaria del negozio corse dietro a Caos - che continuava ad ignorarla - urlando "Signore! Si è dimenticato il resto!" e agitando le monete che teneva in mano.
Perchè il Tassorosso se ne accorgesse, servì che fosse Daniel a segnalarglielo, afferrandolo per un braccio e impedendogli di andare oltre.
"Oh, la ringrazio!" Commentò lui, guardando la proprietaria del negozio con aria spaesata, come se fosse sbucata dal nulla. "Vuole una menta piperita?" Aggiunse poi, allungandole il sacco che aveva sotto mano con un sorriso.
Ma la proprietaria gli aveva già girato le spalle per tornare nel negozio assediato dagli studenti.
"Ne vuoi una tu Dan?" Chiese allora lui, allungando lo stesso sacco anche al ragazzo.

Fu in quel momento che Virginia decise di intervenire. Conosceva Daniel come le sue tasche
, praticamente da sempre - aveva vissuto in Francia anche lei, dopo la morte dei genitori - e aveva capito con una sola occhiata che era arrivato al limite della sopportazione. Perciò si fece avanti schiarendo la gola, sperando che bastasse per farsi notare da quel ragazzo dall'aria così persa.
Come volevasi dimostrare, Caos neanche si accorse della sua presenza, invece Daniel si precipitò verso di lei abbracciandola e sussurrandole
all'orecchio con tono disperato "Aiutami, ti prego!" e facendola scoppiare a ridere.
Fu solo a quel punto che l'altro ragazzo sembrò risvegliarsi. Sgranò gli occhi, guardando sorpreso i due, poi commentò con un "Sono confuso... Tu non eri fidanzato con Eleonore? Comunque ciao... ehm... Ginevra!"
La ragazza sollevò un sopracciglio, perplessa.

Ginevra?

Si erano allenati insieme per due settimane a Quidditch, avevano elaborato sempre insieme tantissime strategie, avevano vinto una partita e lui non sapeva ancora il suo nome?

"Virginia." Lo corresse divertita. "E ovviamente Dan sta con Elly, lo sa tutta la scuola. Ma questo non toglie che ci conosciamo da anni. Se ci fossimo conosciuti prima,
probabilmente ci saremmo scambiati anche il biberon."
"Oh non lo sapevo!" Commentò Caos spiazzato, grattandosi la testa.
"E' anche per quello che appena è rimasto senza cacciatori mi ha chiesto se volevo fare un provino per entrare in squadra. Sapeva di andare sul sicuro." Terminò lei facendogli l'occhiolino. Poi si rivolse a Daniel. "Senti Dan... perchè non vai a fare i tuoi acquisti con calma? Ci penso io a portarlo un po' in giro." Disse con tono di voce fermo. "No, non cercare di farmi cambiare idea." Aggiunse, vedendo che il ragazzo era in procinto di protestare. "Sai bene quanto posso essere testarda." Concluse girandolo di peso verso una stradina e spingendolo verso di essa. "Ssù, vai!"
Poi, prima che uno dei due potesse dire o fare qualcosa, tornò indietro, afferrò Caos sottobraccio, gli rubò una cioccorana dal sacchetto e si diresse decisa dall'altra parte, trascinandoselo dietro. "Andiamo Caos."

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Diamante aumentò la presa sul braccio di Michael mentre Brian Grimm, senza dare segno di averli riconosciuti, li sorpassava a passo svelto, dirigendosi verso il lato opposto. "Quell'uomo mi inquieta." Sussurrò con un tono di voce talmente basso che fece fatica a sentirsi lei stessa.
"Inquieta anche me, come penso che inquieti chiunque." Fu la risposta di Michael, che però approfittò della situazione per metterle un braccio sulle spalle.
"Non l'ho mai visto sorridere una volta." Continuò Diamante, voltandosi leggermente all'indietro per osservare l'uomo. Che però era già sparito dietro l'angolo.
"Non so quanto abbia da sorridere, visto quello che è successo a sua moglie. E lo sanno tutti che la seconda gli è stata imposta. Non sarei felice neanch'io. E con tutta la vicenda dei Dempiries... ma perchè stiamo parlando di Brian Grimm?" Si interruppe bruscamente il ragazzo. "Parliamo di cose allegre. Non volevi andare in quella libreria nuova che hanno aperto da poco?" Chiese depositandole un bacio leggero sulle labbra.
La cosa sembrò funzionare, perchè Diamante, scordandosi completamente di qualsiasi cosa, decise di approfondire il bacio, circondadogli il collo con le braccia.
Quando si staccarono, si diressero entrambi proprio verso la libreria.
All'ingresso trovarono Fabian che, rivolgendo un cenno di saluto a Michael, tenne loro la porta aperta, aspettando che entrassero dentro al negozio, prima di chiuderla alle loro spalle.
"Grazie!" Gli sorrise Diamante allegra. Poi si accorse che nel negozio era presente anche Robin, che agitò teatralmente le braccia per salutarla.
"Figurati!" Le rispose allegramente lui.

Tre secondi dopo, Michael e Fabian si erano messi a discutere di Quidditch, commentando ancora una volta la spettacolare partita che avevano fatto e di come erano riusciti a battere i Grifondoro, mentre Diamante e Robin - "Tutti uguali i ragazzi" - si erano messe a curiosare tra i libri, cercando qualche titolo nuovo che potesse stuzzicare la loro curiosità. E ovviamente che potesse tramutarsi in un buon regalo di Natale.

"Ehi Mike!" Lo chiamò ad un certo punto la Nott, agitando la copertina di un libro. "Non volevi regalare a tuo padre un libro del genere?" Chiese mentre gli mostrava quello che aveva appena trovato.
Michael alzò gli occhi curioso, ma furono quelli di Fabian, giratosi anche lui, a brillare. "Quello in copertina è per caso Ardemius Calpurs? Il famoso alchimista?" Chiese avvicinandosi a lei e cercando conferma guardando da più vicino.
"Credo di sì." Rispose lei, girando il libro verso di sè per guardare meglio. "Sì, è proprio lui." Confermò poi, dopo aver letto la didascalia presente sotto alla foto.
Fabian si girò verso Michael con uno sguardo da cucciolo abbandonato. "Ti dispiace se lo prendo io? Sto cercando da secoli un libro su di lui per mio padre, ma non sono riuscito a trovarne neanche uno da nessuna parte. Per favoreee!"
L'altro Tassorosso annuì, cercando di non ridere per l'espressione che il suo interlocutore aveva appena assunto. "Se ci tieni tanto, per me non c'è problema!"
Diamante invece scoppiò proprio a ridere di gusto, mentre commentava, allungando il libro verso Fabian, "Guarda che potete prenderlo entrambi. Ce ne saranno almeno una decina di questi sullo scaffale!"

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Domenica 8 Dicembre, Hogwarts

Brian, approfittando del fatto che la biblioteca era mezza vuota, occupò ben quattro tavolini, tra dizionari, sillabari, libri, boccette di inchiostro e fogli di pergamena. Non aveva voglia di andare ad Hogsmeade – senza Caroline non aveva senso per lui -, così aveva approfittato della calma generale per portarsi avanti con i compiti.
Sospirò, guardando corrucciato la traduzione di Antiche Rune che non ne voleva proprio sapere di assumere un significato logico. Poco male. Sarebbe rimasto su quella traduzione anche tutto il pomeriggio se necessario, tanto non aveva molto altro da fare e avrebbe tenuto la testa impegnata. Quella giornata non faceva altro che riportargli alla mente l’ultima uscita al villaggio. Non proprio un ricordo piacevole.

"Da quando 'naetr allar níu' si traduce con 'notte e giorno'? Significa 'per nove intere notti'!" Lo distolse dai suoi pensieri la voce di Anastasia, comparsa all’improvviso e silenziosamente alle sue spalle. Brian si voltò di nuovo verso il suo foglio, gettando un'occhiata veloce alla pergamena. La ragazza aveva ragione! "Inoltre non è l'unica frase che non corrisponde, scusa se te lo dico." Continuò lei. Era appena entrata in biblioteca e la presenza "ingombrante" di Brian l'aveva attratta come una calamita. 
"Non vai ad Hogsmeade neanche tu?” Chiese lui, girandosi verso di lei e liberando una sedia da alcune pergamene per farle spazio. Poi, passandosi una mano tra i capelli e scompigliandoseli ancora di più, aggiunse, gettando un’occhiata disperata al foglio che aveva davanti “Non ci sto capendo assolutamente nulla! La traduzione non ha senso!" Era sempre andato bene in Antiche Rune, perchè sembrava che nel suo cervello in quel momento passassero solo balle di fieno?

"Posso?" Chiese Anastasia prima di attirare lo scritto verso di sé, per dargli un’occhiata più approfondita. Molte frasi erano totalmente sbagliate. "No, non ho voglia di andare ad Hogsmeade, ho troppa paura che arrivi una visione all’improvviso e che non ci sia nessuno ad aiutarmi per gestirla." Spiegò poi. "E qui al castello almeno c’è Joseph.” Concluse arrossendo. Il Caposcuola l'aveva appena accompagnata fino alla biblioteca, lasciandola lì con un bacio a fior di labbra e promettendole che sarebbe rimasto nelle vicinanze, se lei avesse avuto bisogno.

Brian non potè fare altro che sorridere, davanti alla dolcezza di quella scena. “Siete davvero una coppia molto carina.” Commentò.
La Corvonero battè le mani per rompere quell’attimo che stava considerando imbarazzante. “Dai ti do una mano io con questa!" Trillò allegra, forse con una voce appena un po’ più alta del normale. "Coraggio, al lavoro!"


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"Io e te abbiamo chiuso." Esclamò Daniel, con voce semiseria, entrando nella camera della fidanzata e facendola sobbalzare. Quando era intenta a leggere non si accorgeva di nulla e in quel momento era rannicchiata su una poltrona, avvolta in una coperta e con un libro in mano.
"E' stato così terribile?" Chiese lei con un sorrisetto, capendo subito a cosa il ragazzo si riferisse, alzando gli occhi dall'oggetto della sua lettura e guardandolo sprofondare nel letto.
"Non sai quanto." Esclamò lui, portandosi un cuscino sopra alla faccia. "Ha voluto visitare tutta quanta Hogsmeade, tutta! Ho le scarpe che fumano a forza di macinare chilometri! Si è innamorato di
un negozio di Mondomago nel quale è voluto rientrare cinque volte. Cinque! La commessa ci avrà scambiato per degli psicopatici! A Zonko l'ho perso per ben tre volte, neanche avessi a che fare con un bambino di due anni, e non ti dico cos'ha combinato a Mielandia!" Borbottò esasperato, facendola scoppiare a ridere. "Per fortuna che è arrivata Virginia - che lui ha ribattezzato Ginevra - e l'ha preso in custodia per il resto del pomeriggio, perchè stavo per ucciderlo!" Concluse disperato, lasciando Eleonore a bocca aperta. Daniel non era uno che perdeva la pazienza facilmente. Era un ragazzo di una bontà infinita.
La Corvonero chiuse il libro e lo ripose nella libreria, poi si andò a sdraiare accanto al Tassorosso. "Se io e te abbiamo chiuso" Iniziò a dire con voce falsamente preoccupata "perchè sei sdraiato nel mio letto?"
Lui rotolò fino ad andarle sopra, poi le afferrò le mani, per portargliele delicatamente sopra la testa. "Perchè stamattina mi hai promesso qualcosa in cambio, se portavo Caos in giro." Rispose prima di iniziare a baciarle il collo.
La cercatrice fece finta di pensarci per qualche secondo, prima di ribattere "Non so se l'accordo è ancora valido sai? ... Hai appena detto che Virginia l'ha preso in custodia per buona parte del pomeriggio... Magari dovrei ripagare lei." Concluse portando il suo volto fuori tiro dalle labbra di Daniel, che rimase spiazzato per qualche secondo, prima di decidere di continuare a reggerle il gioco.
"Stai proponendo una cosa a tre?" Chiese infatti divertito, iniziando a far vagare le mani sotto la maglia della Caposcuola.
"Ovviamente..." Rispose lei ironica dopo qualche minuto, togliendogli la maglietta e allacciandogli le gambe intorno alla vita.
"Allora aspetta a levarmi i jeans, che vado a chiamarla." Rise lui divertito, facendo finta di alzarsi.
Per tutta risposta, Eleonore ancorò ancora di più le gambe attorno alla sua vita. "Nei tuoi sogni Freeman! Tu resti qui."

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Ospedale di Portland


 Monroe e Rosalee Image and video hosting by TinyPic

Emily stava osservando il soffitto annoiata. Non aveva molto da fare in quei giorni, a parte ripensare a ciò che le era successo. E lei non voleva pensarci.

Ma non l'avrebbe fatto a lungo.


Una luce bianca iniziò a brillare
, illuminandola. Sconvolta, guardò verso il suo ventre, nel punto dove la luce era più intensa. Poi la luce iniziò ad espandersi e raggiunse i suoi occhi.

E lei non ebbe più il controllo del suo corpo. La sua coscienza era stata messa a tacere.

La ragazza si alzò dal letto e iniziò a strappare dal corpo tutti i tubi ai quali era collegata.
"Stupidi babbani." Borbottò tra se e se, mentre compiva quelle azioni. Doveva andarsene di lì, raggiungere il mondo magico e trovare qualche suo parente, sempre se qualcuno di loro esisteva ancora. Ma, ancora prima, doveva procurarsi una bacchetta.
Quando fu sicura di aver staccato tutto, si diresse verso la porta. Peccato che il Detective 
Burkhardt, fosse proprio lì - insieme ad altre due persone - appoggiato allo stipite con le braccia incrociate ed intento ad osservarla. "Vedo che si sente meglio, signorina Blackwood."

Accadde tutto in un attimo.

Emily guardò verso i due tizi, un uomo e una donna, e li vide di colpo cambiare il volto, andando in woge*.
Entrambi fecero un passo indietro, spaventati, mentre lei scagliava una sedia di legno a terra per romperla e ricavarne un'arma, un bastone accuminato, che puntò verso di loro, pronta ad ucciderli.
Si sarebbe gettata senza problemi contro di loro se l'uomo, il blutbad*, dopo essersi messo
dietro la schiena la donna, una fuchsbau*,  non avesse urlato indietreggiando "Nick! Abbiamo un problema! La ragazza è un Grimm, proprio come te!"

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* per chi non seguisse la serie, Monroe e Rosalee sono due Wesen (proprio come quelli citati in diverse occasioni dagli appartenenti alla famiglia Grimm), ma sono buoni (hanno aiutato Nick in tantissime occasioni): i Wesen sono umani fisicamente ma al loro interno c'è una sorta di animale, che si manifesta tramite il woge, che è un cambiamento facciale al quale sono sottoposti i Wesen quando affrontano una emozione molto intensa (es paura). Solo i Grimm sono in grado di vederlo: in pratica, attraverso il woge, i Wesen mostrano la loro vera natura. Ho provato a caricare una gift per farvi capire meglio cosa di cosa si tratta, ma il mio computer si rifiuta di collaborare -.-' Però se andate su google immagini e digitate "Grimm woge gif" ve ne appaiono 3000 (buon salto per aria! ;) ) .
I blutbad sono in pratica dei lupi, mentre le fuchsbau sono volpi.


Domanda finale: visto che il prossimo capitolo si torna a casa, mi mandate due righe sulla famiglia dei ragazzi? Proprio due righe: nome cognome, descrizione fisica appena accennata (o se volete prestavolto) e carattere.

  
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