Anime & Manga > Capitan Harlock
Segui la storia  |       
Autore: Florestan    09/06/2016    4 recensioni
La storia vuole essere una possibile prosecuzione della serie classica del ’78 e vi sono precisi riferimenti e citazioni da specifici episodi di quest'ultima:
Miime calò lentamente l’ultima carta sul bel tavolo di mogano che faceva parte dell’arredamento della stanza del capitano: asso di picche!
-Brutto segno, commentò a bassa voce, ma senza scomporsi minimamente finì il calice ricolmo di vino e rapidamente se ne versò dell’altro.
Harlock se ne stava sdraiato sul grande letto che dominava all’interno della sua cabina, le mani incrociate dietro la nuca, lo sguardo perso, immerso nei pensieri che si rincorrevano e si smarrivano lontano nel tempo e nei ricordi...
Erano ormai trascorsi tre anni da quando lui e Miime a bordo dell’Arcadia avevano intrapreso il loro viaggio senza meta per le vie dell’universo.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Miime, Nuovo personaggio, Raflesia
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

                                                         15. Origine e fine del male.
Miime e Galia si precipitarono letteralmente alla volta della reggia. Si diressero direttamente all’uscita laterale non sorvegliata dalla pattuglia di guardia, del resto sarebbe stato piuttosto difficile che quei militari si facessero convincere da una scienziata sciroccata accompagnata da un’aliena yuriana...
-Per fortuna la porta non è chiusa, disse Miime mentre entravano e si chiudevano rapidamente quell’uscio alle spalle. –Alla faccia della sicurezza! Commentò la studiosa mentre salivano le scale verso gli appartamenti di Raflesia. –Prepariamoci al peggio! aggiunse mentre aprivano la porta che dava alla camera da letto della regina. Come temevano i loro amici giacevano per terra privi di sensi. In ogni angolo della stanza facevano bella vista quei micidiali fiori. –Respirano ancora! Gridò Galia mentre tirava fuori dalla tasca un piccolo iniettore che aveva da appena trafugato dall’ambulatorio del dottor Badrian. Rapidamente operò prima su Raflesia e poi su di Harlock. –Gli ho iniettato una dose di etanolo che farebbe ubriacare un cavallo, disse mentre tentava un massaggio cardiaco sul capitano. Miime faceva la stessa cosa con la regina. Con loro sommo sollievo dopo qualche interminabile istante i due incominciarono a reagire...-Dove scioonoo… attacchiamoli! ...all’arrembaggiooo! Biascicava Harlock, -Sono la regina cattiiiiiva, più cattiva di quella di Biancaneve, solo che anch’io voglio il mio principe azzurro, però… forse è più scuro che azzurro…! Contrappuntava Raflesia. 
–Questi due sono più ciucchi di me il giorno di capodanno commentò Miime, visibilmente sollevata. - Ma chi sarà mai questo principe “scuro” di cui parla la regina? Chiese Galia a Miime. La domanda era ovviamente retorica visto che le due “socie” non riuscivano a trattenere le risate…
 Il passo successivo fu di disfarsi di tutti quei maledetti fiori che vennero raccolti con grande attenzione e gettati nell’inceneritore della reggia. Nel frattempo erano sopraggiunte le due dame di compagnia risvegliate da tutto quel trambusto. –Chiamiamo subito il dottor Badrian! Esclamarono quando Galia finì di spiegar loro l’accaduto. –Sì ma non subito disse Miime strizzando l’occhio a Galia. –Già, rispose lei, -Dobbiamo organizzare Ribattè lui una certa trappola per un certo attentatore...
Nel frattempo non fu facile gestire la regina e il capitano almeno finchè erano ancora ubriachi:
-Eccola! ...Fatele largo! Passa la regina dei bordelli! Riprese ad alta voce il capitano, -Regina dei bordelli? Fecero in coro Miime e Galia, guardandosi con aria interrogativa –Cosa ci siamo perse?
-E baaasta testone! Ancora con questa storia? ...E’ possibile che non ti sei proprio accorto che ci sei cascato come un pollo!? Rispose Raflesia, -Come, cascato come un pollo? Riprese lui. –Siii, proprio così! Dovevi vedere la tua faccia quando ti parlavo dei bordelli...hi hi hi! –Perchè, allora non è vera tutta quella storia? –Sì ma io e Cleo eravamo lì per una missione...(hic!) Stavamo sorvegliando un terrorista tirelliano...uh, uh, il bello e che ci eravamo fatte passare una come “operatrice” e l’altra come cliente. Pensa che ci era cascato pure lui così bene che continuava a bussare alla mia porta tutte le sere...eh, eh...siete così prevedibili voi uomini quando ragionate con le vostre parti basse...eh, eh! Il cervello vi va in pappa...! – A me non va in pappa proprio niente! Protestò Harlock, -Ci credo! Sei un tale impedito che non ti accorgeresti che una donna ti sta puntando nemmeno se lo vedessi scritto...ma tanto tu il mazoniano non lo sai leggere...Continuò lei. A Mime e Galia sembrava di assistere ad un film surreale... Harlock si era seduto per terra a gambe incrociate, mentre la regina aveva provato a rialzarsi ma barcollava vistosamente... -Comunque... alla fine l’operazione l’abbiamo conclusa con successo, ovviamente...-Ma allora tu...lei...tu, tu...balbettava Harlock, -Tu, tu... sembri un telefono rotto…ha, ha...concluse Raflesia dopodiché ripiombò a terra svenuta.
 Alla fine ci vollero svariate tazze di bevanda simil caffè e un paio di doccie per rendere i due sufficientemente sobri e partecipi del piano organizzato da Galia e Miime. Quest’ultime si erano appena goduta una scena irripetibile che non aveva fatto altro che confermare le loro intuizioni...
In tarda mattinata fu chiamato il dottor Badrian. Gli fu brevemente spiegato dell’intossicazione avuta dai due ma, poiché Harlock era già in piedi ed in piena attività, fu subito portato a visitare solamente la regina che stava ancora a letto visibilmente provata. 
Il medico esaminò accuratamente la paziente facendo uso delle sofisticate apparecchiature che si era portato dietro. Durante queste operazioni Tina continuava ad assisterlo con grande scrupolo e professionalità. Alla fine dette il suo responso: 
 - Allo stato attuale non sembra siano rimaste tracce nell’organismo della pericolosa tossina, e a parte un livello alcolico ancora un po’ elevato nel sangue, nel complesso vostra maestà si può considerare in salute, questo senso di spossatezza che avvertite è più che normale a seguito dello shock che avete subito, per questo vi prescrivo un appropriato tonico…dicendo questo fece cenno a Tina la quale si preparò a somministrare il farmaco alla regina. Si avvicinò alla paziente e prendendole il braccio stava per iniettarle il preparato quando Raflesia con un inaspettato guizzo di vitalità le afferrò la mano che impugnava l’iniettore: -Non credo che qui dentro ci sia propriamente un tonico! Esclamò rivolta all’esterrefatta ragazza. –Maestà, che significa tutto questo? Disse Badrian stupefatto. –Significa che sua figlia Tina stava per la quinta volta attentando alla vita della regina, spiegò Galia che nel frattempo era entrata nella stanza insieme a Miime ed Harlock. –Non capisco, balbettò il medico, -E’ uno scherzo, spero! –Purtroppo non è uno scherzo, dottor Badrian, continuò il capitano: -I terribili fiori che ci hanno avvelenato erano coltivati nella serra di sua figlia, e solo lei può averli messi nella stanza della regina. Come ben sa Tina ormai da tempo ha libero accesso ai locali della reggia che è solita ornare con i bei fiori che coltiva personalmente. In questo modo ha avuto la possibilità sia di iniettare il veleno in una delle bottiglie di vino della cantina, sia di lasciare quel grazioso animaletto sul letto della regina, infine questa è l’ultima schiacciante prova, disse mostrando un oggetto metallico rilucente: -E’ una piccola ma molto potente pistola laser con la quale giorni addietro ha sparato dalla foresta in direzione di Raflesia.  L’abbiamo appena trovata nascosta in un angolo della serra. –Sul luogo da dove proveniva lo sparo abbiamo rinvenuto tracce del terriccio usato nella serra, riprese Galia, -Lo stesso che si nota sui suoi stivaletti, disse indicando le calzature della ragazza. –M…ma tutto ciò non ha senso, continuava il medico, -Perché mai avrebbe dovuto fare una cosa simile… non è possibile! –Forse ce lo può spiegare lei, dottore, disse a quel punto Miime, -Facendo una ricerca negli archivi del villaggio abbiamo scoperto che il nome di Tina è registrato solo come sua figlia senza altre informazioni, ovvero non risulta né data di nascita né altri dati anagrafici precedenti all’insediamento. –Questo non c’entra, rispose il medico, non vedo come abbia a che fare con queste accuse…-C’entra eccome, incalzò il capitano, -Ci dica la verità! –Ebbene…, riprese Badrian, -Effettivamente Tina non è mia figlia naturale, ma è come se lo fosse. La adottai io tre anni fa quando arrivai per la prima volta su questo pianeta… ma…
-E’ inutile che continui a proteggermi papà, racconterò io a questi signori tutta la verità! 
Tina, che fino a quel momento era rimasta muta con lo sguardo rivolto al pavimento, aveva rotto il suo silenzio: -E’ vero, sono io la colpevole! L’ho fatto e non mi pento di averlo fatto, anzi se potessi lo rifarei ancora! Urlò. –Ma perché? chiese cupa Raflesia. –Perché? Continuò la giovane. -Perchè sei un mostro! Li hai uccisi tutti e non ti perdonerò mai per questo! La dolce espressione della fanciulla si era mutata in uno sguardo feroce carico di un odio profondo. –Non potrò mai dimenticare quel terribile giorno! Facevo parte del piccolo drappello di fuggiaschi che avevano cercato riparo su questo pianeta. Io insieme ai miei genitori ed amici e parenti eravamo appena sbarcati sul suolo. Con noi era venuta anche la famosa scienziata Thessius che aveva appoggiato la nostra fuga. Eravamo felici, ansiosi di ricominciare una nuova vita, i bambini giocavano con la neve mentre gli adulti pianificavano la costruzione delle prime abitazioni. Ad un tratto la nostra gioia si tramutò in terrore quando vedemmo atterrare una nave della guardia reale. Vidi scendere il generale Cleo insieme ad altri militari. A quel punto Thessius andò incontro a quella che sapevo essere sua amica e la vidi ricevere dal generale una scatola metallica. Le due si scambiarono delle parole e poi la scienziata fece per tornare verso di noi.
I miei genitori intuirono che qualcosa di terribile stava per accadere e mi urlarono di scappare il più lontano possibile, di nascondermi nella foresta. Io non capivo cosa stesse succedendo ma loro insistevano sempre più disperati, al che obbedii e mi misi a correre a perdifiato. Non feci in tempo a raggiungere gli alberi che sentii un enorme boato dietro le spalle che scosse ogni cosa e lo spostamento d’aria mi scaraventò al suolo così violentemente che per un po’ rimasi priva di sensi. Rialzatami vidi che un enorme cratere si era aperto là dove prima vi erano tutte quelle persone inermi. Erano tutti morti! Non vi erano rimasti neppure i resti che potessi riconoscere dei miei genitori e dei miei amici! In un attimo tutta quella povera gente innocente era stata spazzata via per colpa tua! Disse indicando un attonita Raflesia.   –Tu, tu li hai uccisi! Perché? Che male ti avevano fatto?! Urlo scoppiando in un pianto a dirotto e gettandosi a terra. Il povero medico corse da lei. –Figlia mia! Non piangere. Sono qui io a vegliare su di te. In questi anni ho celato questo segreto nella speranza che potessi dimenticare il tuo terribile passato. Ma mi rendo conto che mi illudevo nello sperare che potessi rimuovere un così grande dolore!
Durante lo svolgersi di quel dramma la regina si era lentamente mossa dal letto e si era spostata in direzione del piccolo corridoio che portava al grande terrazzo. Silenziosa, il volto quasi terreo, non era sfuggita all’attenzione del capitano che la seguiva con la coda dell’occhio. Ad un tratto la vide prendere qualcosa da un cassetto in un mobile del corridoio ed accelerare il passo in direzione del terrazzo. Le corse subito dietro mosso da uno strano presentimento. In un attimo Raflesia si trovò fuori e si fermò di nuovo di fronte alla vista di quel famigerato cratere. In quell’istante puntò verso di se quella che era un’arma. Harlock fece appena in tempo a raggiungerla in corsa e ad afferrarle il braccio che brandiva la pistola.
-Lasciami! Ti prego, lasciami morire! Non ce la faccio più a sopportare tutto questo! Tutto il male che ho fatto, tutto il dolore che ho causato è un peso che non riesco più a portarmi dietro, come vedi è tutto inutile! Le conseguenze delle mie azioni continuano a perseguitarmi e lo faranno per sempre!
-Basta Raflesia! Le urlò il capitano. Basta morte! Basta sofferenza! Ognuno di noi ha già sofferto abbastanza del suo e tu hai già abbondantemente pagato per le tue colpe! Ora bisogna pensare alla vita!
La regina continuava a dimenarsi in una crisi violenta tanto che Harlock fu costretto a mollargli un paio di ceffoni. Raflesia reagì debolmente: -Come osi colpirmi tu, con quale diritto?!
-Con questo diritto! Le rispose lui e la abbracciò baciandola con passione. Come per incanto l’agitazione della donna si spense immediatamente mentre si lasciava andare a quella stretta appassionata. 
-Oh, Franklyn, è stato come nei miei incubi, ti ho invocato in soccorso dai miei mostri e tu sei venuto realmente a salvarmi!  Stringimi ancora! Non mi lasciare! 
Rimasero così diversi minuti, sotto la neve che nel frattempo aveva ripreso a fioccare. Allora il capitano la prese in braccio e si mosse con lei in direzione degli appartamenti reali.
La regina gli accarezzò dolcemente i capelli arruffati fissandolo teneramente: Non puoi capire cosa abbia significato per me quel bacio che ci siamo dati quella notte! -Ti sbagli Raflesia, io l’ho capito benissimo, ora mi è tutto chiaro. I miei incubi, come i tuoi, la mia ansia la mia inquietudine in questi anni...tutto quell’odio di un tempo è progressivamente mutato in qualcosa di altrettanto profondo. Come in una prodigiosa trasmutazione alchemica quel rancore e diventato un sentimento puro e lucente. E’ diventato amore. –La regina lo guardò intensamente: -Anch’io solo ora mi spiego tante cose. Perché la tua vicinanza in questi giorni mi ha pian piano ridato la forza e la volontà di vivere. Grazie a te ho ricominciato a provare sensazioni che avevo perduto. Grazie a te sono tornata ad esistere.
Miime e Galia che avevano assistito allo svolgersi dell’azione affacciate al terrazzo a quella vista furono tentate di applaudire.
Al rientro i due provarono a ricomporsi. Nel frattempo era giunta anche Althea che si accingeva a prendere in consegna Tina. –Lasciatela! Disse la regina, -Probabilmente non riuscirò mai a sanare il dolore che ho causato e non potrò mai sperare nel perdono di chi come Tina ha perso tutto per mia colpa. Ma almeno posso tentare di spezzare la mia parte di catena di odio e di vendetta. Tina, sai bene che non posso tornare indietro con le mie azioni, e gli dei sanno quanto vorrei che questo fosse possibile, e non ti chiedo nemmeno di perdonarmi, ti chiedo solo di continuare a vivere, per te e solo per te, perché vivere è troppo importante, troppo importante è cercare di conquistare la propria felicità giorno dopo giorno, perché tutti abbiamo il diritto di essere felici! Per questo io continuerò a vivere, per continuare ad occuparmi del mio popolo, per il suo bene e per il suo diritto ad essere felice.
Si rivolse all’anziano medico: -Dottor Badrian, a lei rimane il difficile compito di stare vicino a sua figlia, sarà arduo tentare di sanare quella ferita, ma il suo amore per lei è immenso e confido in questo...io, per quel poco che valga, farò in modo che, se lo vorrà, abbia sempre tutti i mezzi per ricostruirsi una vita in qualunque modo e luogo scelga per lei e per sua figlia...
A quel punto persino la dura Althea si sciolse: –Maestà, Mazone ha perso una regina guerriera ma in compenso ha guadagnato una madre affettuosa!
Quella notte Raflesia dormì serenamente. Nessun incubo la perseguitò, nessun fantasma la inseguì, e nessuna richiesta di aiuto dovette indirizzare alla persona amata e questo non solo perchè quella persona ormai le stava realmente accanto, ma perchè lei che per anni era stata prigioniera di quel terribile e gravoso ruolo si sentiva finalmente libera, libera di poter vivere la sua vita. Naturalmente questo non significava che non sentisse più il suo dovere di regina nei confronti del suo popolo, anzi questo sentimento era come rinnovato e ravvivato di una carica vitale nuova. E questo si sarebbe immediatamente tradotto in una rivoluzione epocale per il millenario reame di Mazone. La regina decise che quella che era sempre stata una monarchia assoluta sarebbe dovuta diventare al più presto una monarchia costituzionale. Sapeva bene che il cammino per attuare questa radicale trasformazione non sarebbe stato facile, e i fatti appena trascorsi ne erano la chiara testimonianza, ma proprio per questo era determinata ad operare questo mutamento con una volontà incrollabile. Per far ciò decise di rivolgersi di nuovo all’amica che l’aveva aiutata nel momento più buio della sua vita:
-Galia, voglio che tu riunisca tutte le personalità che ritieni più sagge e più illuminate del nostro mondo, di qualunque etnia o provenienza esse siano. Il loro compito sarà di formare un assemblea costituente. Dovranno stilare una costituzione, la più aperta, moderna e democratica che si possa concepire e che possa contenere al suo interno il principio base della pace e della fratellanza. –Raflesia, è una cosa bellissima, ma non so se sarò mai all’altezza di un tale compito... rispose la scienziata visibilmente imbarazzata. –Certo che lo sarai! Le rispose la regina –Hai dimostrato di avere saggezza ed esperienza da vendere!  Ed io ho un incrollabile fiducia nei tuoi confronti! Lo so, sarà molto dura, avremo contro tantissima gente a partire dal consiglio delle anziane, ma la mia idea è che il consiglio diventi solo un ramo consultivo di un nuovo parlamento che sorgerà come conseguenza della costituzione. Ed io ti vedo assai bene nel ruolo di primo ministro di questo nostro nuovo governo, aggiunse strizzandole l’occhio. –Questo lo vedo proprio difficile, riprese Galia, -Io non sono affatto tagliata per la politica...lo sai bene! – Non ti preoccupare, come già ti dissi un’altra volta, proprio perchè non sei un politico sono sicura che riuscirai perfettamente nel tuo compito! La studiosa sembrava proprio non volerne sapere, ma la regina sapeva che alla fine l’avrebbe convinta...A quel punto intervenne Harlock che le aveva appena raggiunte: -Temo proprio, cara Galia, che ti dovrai presto fare carico di questo compito, perchè io sto per rapirti la sovrana...-Come rapire? Chiesero in coro le due amiche. –Ebbene, riprese il capitano, -Ho intenzione di portare la regina un po’ in vacanza e precisamente sulla seconda patria di Mazone... –Sulla Terra!? Disse la regina. –Esattamente, rispose Harlock. –Ma sarebbe bellissimo! Disse Raflesia. –Sarà bellissimo! rispose il capitano.
                                                                          §§§§
Miime guardava con affetto quei due che si stringevano mentre fissavano insieme il cosmo seduti al centro del ponte di comando. Ormai erano parecchi giorni che stavano viaggiando alla volta della terra, e quella era ormai diventata una scena abituale. Era felice, era felice per Harlock ma anche per la regina. Aveva capito subito che il loro destino sarebbe stato quello sin dal primo momento che li aveva visti insieme. Allora aveva percepito distintamente i loro sentimenti fondersi in una sorta di risonanza. Quello era il loro percorso, lo sentiva chiaramente. Non si faceva cruccio del fatto che Raflesia fosse entrata nella vita del capitano. La regina era la sola persona capace di ridare serenità ed armonia a colui che aveva giurato di seguire e proteggere per tutta la vita. Voleva dire che da quel momento avrebbe continuato a vegliare non su di una sola ma su due anime... 
Avevano appena doppiato Saturno: -Tra poco saremo in vista della Terra, disse la regina con la voce che tradiva un po’di emozione. –Non riesco ancora a credere che vedrò il pianeta che un tempo era dei nostri avi, il pianeta che ho agognato per così tanto tempo...-Su quel pianeta vivono ancora i loro discendenti, sono dei tuoi sudditi, le rispose il capitano. –Lo so ma ormai sono terrestri da infinite generazioni, non credo che abbiano bisogno di me e preferisco non turbare la loro pace, hanno già subito troppi sconvolgimenti durante il nostro conflitto... facciamo finta che io sia una semplice turista in viaggio di piacere... è meglio così, non credi? Gli rispose lei. –Sono pienamente d’accordo! Disse Harlock, -Secondo i miei calcoli arriveremo sulla terra quando in Giappone è piena primavera e tutti gli alberi sono in fiore, quei fiori per cui un tempo ti ho combattuto e che ora voglio che ti riempiano la vita... –Tu mi hai già riempito la vita, Franklyn! Fece lei baciandolo. –La primavera, Raflesia, la primavera... disse lui toccandole il naso con l’indice.  –La primavera...ripetè lei trasognata.

 

                                                                                                   15. Origine e fine del male.



 

 

Miime e Galia si precipitarono letteralmente alla volta della reggia. Si diressero direttamente all’uscita laterale non sorvegliata dalla pattuglia di guardia, del resto sarebbe stato piuttosto difficile che quei militari si facessero convincere da una scienziata sciroccata accompagnata da un’aliena yuriana...

-Per fortuna la porta non è chiusa, disse Miime mentre entravano e si chiudevano rapidamente quell’uscio alle spalle. –Alla faccia della sicurezza! Commentò la studiosa mentre salivano le scale verso gli appartamenti di Raflesia. –Prepariamoci al peggio! aggiunse mentre aprivano la porta che dava alla camera da letto della regina. Come temevano i loro amici giacevano per terra privi di sensi. In ogni angolo della stanza facevano bella vista quei micidiali fiori. –Respirano ancora! Gridò Galia mentre tirava fuori dalla tasca un piccolo iniettore che aveva da appena trafugato dall’ambulatorio del dottor Badrian. Rapidamente operò prima su Raflesia e poi su di Harlock. –Gli ho iniettato una dose di etanolo che farebbe ubriacare un cavallo, disse mentre tentava un massaggio cardiaco sul capitano. Miime faceva la stessa cosa con la regina. Con loro sommo sollievo dopo qualche interminabile istante i due incominciarono a reagire...-Dove scioonoo… attacchiamoli! ...all’arrembaggiooo! Biascicava Harlock, -Sono la regina cattiiiiiva, più cattiva di quella di Biancaneve, solo che anch’io voglio il mio principe azzurro, però… forse è più scuro che azzurro…! Contrappuntava Raflesia. 

–Questi due sono più ciucchi di me il giorno di capodanno commentò Miime, visibilmente sollevata. - Ma chi sarà mai questo principe “scuro” di cui parla la regina? Chiese Galia a Miime. La domanda era ovviamente retorica visto che le due “socie” non riuscivano a trattenere le risate…

 Il passo successivo fu di disfarsi di tutti quei maledetti fiori che vennero raccolti con grande attenzione e gettati nell’inceneritore della reggia. Nel frattempo erano sopraggiunte le due dame di compagnia risvegliate da tutto quel trambusto. –Chiamiamo subito il dottor Badrian! Esclamarono quando Galia finì di spiegar loro l’accaduto. –Sì ma non subito disse Miime strizzando l’occhio a Galia. –Già, rispose lei, -Dobbiamo organizzare Ribattè lui una certa trappola per un certo attentatore...

Nel frattempo non fu facile gestire la regina e il capitano almeno finchè erano ancora ubriachi:

-Eccola! ...Fatele largo! Passa la regina dei bordelli! Riprese ad alta voce il capitano, -Regina dei bordelli? Fecero in coro Miime e Galia, guardandosi con aria interrogativa –Cosa ci siamo perse?

-E baaasta testone! Ancora con questa storia? ...E’ possibile che non ti sei proprio accorto che ci sei cascato come un pollo!? Rispose Raflesia, -Come, cascato come un pollo? Riprese lui. –Siii, proprio così! Dovevi vedere la tua faccia quando ti parlavo dei bordelli...hi hi hi! –Perchè, allora non è vera tutta quella storia? –Sì ma io e Cleo eravamo lì per una missione...(hic!) Stavamo sorvegliando un terrorista tirelliano...uh, uh, il bello e che ci eravamo fatte passare una come “operatrice” e l’altra come cliente. Pensa che ci era cascato pure lui così bene che continuava a bussare alla mia porta tutte le sere...eh, eh...siete così prevedibili voi uomini quando ragionate con le vostre parti basse...eh, eh! Il cervello vi va in pappa...! – A me non va in pappa proprio niente! Protestò Harlock, -Ci credo! Sei un tale impedito che non ti accorgeresti che una donna ti sta puntando nemmeno se lo vedessi scritto...ma tanto tu il mazoniano non lo sai leggere...Continuò lei. A Mime e Galia sembrava di assistere ad un film surreale... Harlock si era seduto per terra a gambe incrociate, mentre la regina aveva provato a rialzarsi ma barcollava vistosamente... -Comunque... alla fine l’operazione l’abbiamo conclusa con successo, ovviamente...-Ma allora tu...lei...tu, tu...balbettava Harlock, -Tu, tu... sembri un telefono rotto…ha, ha...concluse Raflesia dopodiché ripiombò a terra svenuta.

 Alla fine ci vollero svariate tazze di bevanda simil caffè e un paio di doccie per rendere i due sufficientemente sobri e partecipi del piano organizzato da Galia e Miime. Quest’ultime si erano appena goduta una scena irripetibile che non aveva fatto altro che confermare le loro intuizioni...

In tarda mattinata fu chiamato il dottor Badrian. Gli fu brevemente spiegato dell’intossicazione avuta dai due ma, poiché Harlock era già in piedi ed in piena attività, fu subito portato a visitare solamente la regina che stava ancora a letto visibilmente provata. 

Il medico esaminò accuratamente la paziente facendo uso delle sofisticate apparecchiature che si era portato dietro. Durante queste operazioni Tina continuava ad assisterlo con grande scrupolo e professionalità. Alla fine dette il suo responso: 

 - Allo stato attuale non sembra siano rimaste tracce nell’organismo della pericolosa tossina, e a parte un livello alcolico ancora un po’ elevato nel sangue, nel complesso vostra maestà si può considerare in salute, questo senso di spossatezza che avvertite è più che normale a seguito dello shock che avete subito, per questo vi prescrivo un appropriato tonico…dicendo questo fece cenno a Tina la quale si preparò a somministrare il farmaco alla regina. Si avvicinò alla paziente e prendendole il braccio stava per iniettarle il preparato quando Raflesia con un inaspettato guizzo di vitalità le afferrò la mano che impugnava l’iniettore: -Non credo che qui dentro ci sia propriamente un tonico! Esclamò rivolta all’esterrefatta ragazza. –Maestà, che significa tutto questo? Disse Badrian stupefatto. –Significa che sua figlia Tina stava per la quinta volta attentando alla vita della regina, spiegò Galia che nel frattempo era entrata nella stanza insieme a Miime ed Harlock. –Non capisco, balbettò il medico, -E’ uno scherzo, spero! –Purtroppo non è uno scherzo, dottor Badrian, continuò il capitano: -I terribili fiori che ci hanno avvelenato erano coltivati nella serra di sua figlia, e solo lei può averli messi nella stanza della regina. Come ben sa Tina ormai da tempo ha libero accesso ai locali della reggia che è solita ornare con i bei fiori che coltiva personalmente. In questo modo ha avuto la possibilità sia di iniettare il veleno in una delle bottiglie di vino della cantina, sia di lasciare quel grazioso animaletto sul letto della regina, infine questa è l’ultima schiacciante prova, disse mostrando un oggetto metallico rilucente: -E’ una piccola ma molto potente pistola laser con la quale giorni addietro ha sparato dalla foresta in direzione di Raflesia.  L’abbiamo appena trovata nascosta in un angolo della serra. –Sul luogo da dove proveniva lo sparo abbiamo rinvenuto tracce del terriccio usato nella serra, riprese Galia, -Lo stesso che si nota sui suoi stivaletti, disse indicando le calzature della ragazza. –M…ma tutto ciò non ha senso, continuava il medico, -Perché mai avrebbe dovuto fare una cosa simile… non è possibile! –Forse ce lo può spiegare lei, dottore, disse a quel punto Miime, -Facendo una ricerca negli archivi del villaggio abbiamo scoperto che il nome di Tina è registrato solo come sua figlia senza altre informazioni, ovvero non risulta né data di nascita né altri dati anagrafici precedenti all’insediamento. –Questo non c’entra, rispose il medico, non vedo come abbia a che fare con queste accuse…-C’entra eccome, incalzò il capitano, -Ci dica la verità! –Ebbene…, riprese Badrian, -Effettivamente Tina non è mia figlia naturale, ma è come se lo fosse. La adottai io tre anni fa quando arrivai per la prima volta su questo pianeta… ma…

-E’ inutile che continui a proteggermi papà, racconterò io a questi signori tutta la verità! 

Tina, che fino a quel momento era rimasta muta con lo sguardo rivolto al pavimento, aveva rotto il suo silenzio: -E’ vero, sono io la colpevole! L’ho fatto e non mi pento di averlo fatto, anzi se potessi lo rifarei ancora! Urlò. –Ma perché? chiese cupa Raflesia. –Perché? Continuò la giovane. -Perchè sei un mostro! Li hai uccisi tutti e non ti perdonerò mai per questo! La dolce espressione della fanciulla si era mutata in uno sguardo feroce carico di un odio profondo. –Non potrò mai dimenticare quel terribile giorno! Facevo parte del piccolo drappello di fuggiaschi che avevano cercato riparo su questo pianeta. Io insieme ai miei genitori ed amici e parenti eravamo appena sbarcati sul suolo. Con noi era venuta anche la famosa scienziata Thessius che aveva appoggiato la nostra fuga. Eravamo felici, ansiosi di ricominciare una nuova vita, i bambini giocavano con la neve mentre gli adulti pianificavano la costruzione delle prime abitazioni. Ad un tratto la nostra gioia si tramutò in terrore quando vedemmo atterrare una nave della guardia reale. Vidi scendere il generale Cleo insieme ad altri militari. A quel punto Thessius andò incontro a quella che sapevo essere sua amica e la vidi ricevere dal generale una scatola metallica. Le due si scambiarono delle parole e poi la scienziata fece per tornare verso di noi.

I miei genitori intuirono che qualcosa di terribile stava per accadere e mi urlarono di scappare il più lontano possibile, di nascondermi nella foresta. Io non capivo cosa stesse succedendo ma loro insistevano sempre più disperati, al che obbedii e mi misi a correre a perdifiato. Non feci in tempo a raggiungere gli alberi che sentii un enorme boato dietro le spalle che scosse ogni cosa e lo spostamento d’aria mi scaraventò al suolo così violentemente che per un po’ rimasi priva di sensi. Rialzatami vidi che un enorme cratere si era aperto là dove prima vi erano tutte quelle persone inermi. Erano tutti morti! Non vi erano rimasti neppure i resti che potessi riconoscere dei miei genitori e dei miei amici! In un attimo tutta quella povera gente innocente era stata spazzata via per colpa tua! Disse indicando un attonita Raflesia.   –Tu, tu li hai uccisi! Perché? Che male ti avevano fatto?! Urlo scoppiando in un pianto a dirotto e gettandosi a terra. Il povero medico corse da lei. –Figlia mia! Non piangere. Sono qui io a vegliare su di te. In questi anni ho celato questo segreto nella speranza che potessi dimenticare il tuo terribile passato. Ma mi rendo conto che mi illudevo nello sperare che potessi rimuovere un così grande dolore!

Durante lo svolgersi di quel dramma la regina si era lentamente mossa dal letto e si era spostata in direzione del piccolo corridoio che portava al grande terrazzo. Silenziosa, il volto quasi terreo, non era sfuggita all’attenzione del capitano che la seguiva con la coda dell’occhio. Ad un tratto la vide prendere qualcosa da un cassetto in un mobile del corridoio ed accelerare il passo in direzione del terrazzo. Le corse subito dietro mosso da uno strano presentimento. In un attimo Raflesia si trovò fuori e si fermò di nuovo di fronte alla vista di quel famigerato cratere. In quell’istante puntò verso di se quella che era un’arma. Harlock fece appena in tempo a raggiungerla in corsa e ad afferrarle il braccio che brandiva la pistola.

-Lasciami! Ti prego, lasciami morire! Non ce la faccio più a sopportare tutto questo! Tutto il male che ho fatto, tutto il dolore che ho causato è un peso che non riesco più a portarmi dietro, come vedi è tutto inutile! Le conseguenze delle mie azioni continuano a perseguitarmi e lo faranno per sempre!

-Basta Raflesia! Le urlò il capitano. Basta morte! Basta sofferenza! Ognuno di noi ha già sofferto abbastanza del suo e tu hai già abbondantemente pagato per le tue colpe! Ora bisogna pensare alla vita!

La regina continuava a dimenarsi in una crisi violenta tanto che Harlock fu costretto a mollargli un paio di ceffoni. Raflesia reagì debolmente: -Come osi colpirmi tu, con quale diritto?!

-Con questo diritto! Le rispose lui e la abbracciò baciandola con passione. Come per incanto l’agitazione della donna si spense immediatamente mentre si lasciava andare a quella stretta appassionata. 

-Oh, Franklyn, è stato come nei miei incubi, ti ho invocato in soccorso dai miei mostri e tu sei venuto realmente a salvarmi!  Stringimi ancora! Non mi lasciare! 

Rimasero così diversi minuti, sotto la neve che nel frattempo aveva ripreso a fioccare. Allora il capitano la prese in braccio e si mosse con lei in direzione degli appartamenti reali.

La regina gli accarezzò dolcemente i capelli arruffati fissandolo teneramente: Non puoi capire cosa abbia significato per me quel bacio che ci siamo dati quella notte! -Ti sbagli Raflesia, io l’ho capito benissimo, ora mi è tutto chiaro. I miei incubi, come i tuoi, la mia ansia la mia inquietudine in questi anni...tutto quell’odio di un tempo è progressivamente mutato in qualcosa di altrettanto profondo. Come in una prodigiosa trasmutazione alchemica quel rancore e diventato un sentimento puro e lucente. E’ diventato amore. –La regina lo guardò intensamente: -Anch’io solo ora mi spiego tante cose. Perché la tua vicinanza in questi giorni mi ha pian piano ridato la forza e la volontà di vivere. Grazie a te ho ricominciato a provare sensazioni che avevo perduto. Grazie a te sono tornata ad esistere.

Miime e Galia che avevano assistito allo svolgersi dell’azione affacciate al terrazzo a quella vista furono tentate di applaudire.

Al rientro i due provarono a ricomporsi. Nel frattempo era giunta anche Althea che si accingeva a prendere in consegna Tina. –Lasciatela! Disse la regina, -Probabilmente non riuscirò mai a sanare il dolore che ho causato e non potrò mai sperare nel perdono di chi come Tina ha perso tutto per mia colpa. Ma almeno posso tentare di spezzare la mia parte di catena di odio e di vendetta. Tina, sai bene che non posso tornare indietro con le mie azioni, e gli dei sanno quanto vorrei che questo fosse possibile, e non ti chiedo nemmeno di perdonarmi, ti chiedo solo di continuare a vivere, per te e solo per te, perché vivere è troppo importante, troppo importante è cercare di conquistare la propria felicità giorno dopo giorno, perché tutti abbiamo il diritto di essere felici! Per questo io continuerò a vivere, per continuare ad occuparmi del mio popolo, per il suo bene e per il suo diritto ad essere felice.

Si rivolse all’anziano medico: -Dottor Badrian, a lei rimane il difficile compito di stare vicino a sua figlia, sarà arduo tentare di sanare quella ferita, ma il suo amore per lei è immenso e confido in questo...io, per quel poco che valga, farò in modo che, se lo vorrà, abbia sempre tutti i mezzi per ricostruirsi una vita in qualunque modo e luogo scelga per lei e per sua figlia...

A quel punto persino la dura Althea si sciolse: –Maestà, Mazone ha perso una regina guerriera ma in compenso ha guadagnato una madre affettuosa!

Quella notte Raflesia dormì serenamente. Nessun incubo la perseguitò, nessun fantasma la inseguì, e nessuna richiesta di aiuto dovette indirizzare alla persona amata e questo non solo perchè quella persona ormai le stava realmente accanto, ma perchè lei che per anni era stata prigioniera di quel terribile e gravoso ruolo si sentiva finalmente libera, libera di poter vivere la sua vita. Naturalmente questo non significava che non sentisse più il suo dovere di regina nei confronti del suo popolo, anzi questo sentimento era come rinnovato e ravvivato di una carica vitale nuova. E questo si sarebbe immediatamente tradotto in una rivoluzione epocale per il millenario reame di Mazone. La regina decise che quella che era sempre stata una monarchia assoluta sarebbe dovuta diventare al più presto una monarchia costituzionale. Sapeva bene che il cammino per attuare questa radicale trasformazione non sarebbe stato facile, e i fatti appena trascorsi ne erano la chiara testimonianza, ma proprio per questo era determinata ad operare questo mutamento con una volontà incrollabile. Per far ciò decise di rivolgersi di nuovo all’amica che l’aveva aiutata nel momento più buio della sua vita:

-Galia, voglio che tu riunisca tutte le personalità che ritieni più sagge e più illuminate del nostro mondo, di qualunque etnia o provenienza esse siano. Il loro compito sarà di formare un assemblea costituente. Dovranno stilare una costituzione, la più aperta, moderna e democratica che si possa concepire e che possa contenere al suo interno il principio base della pace e della fratellanza. –Raflesia, è una cosa bellissima, ma non so se sarò mai all’altezza di un tale compito... rispose la scienziata visibilmente imbarazzata. –Certo che lo sarai! Le rispose la regina –Hai dimostrato di avere saggezza ed esperienza da vendere!  Ed io ho un incrollabile fiducia nei tuoi confronti! Lo so, sarà molto dura, avremo contro tantissima gente a partire dal consiglio delle anziane, ma la mia idea è che il consiglio diventi solo un ramo consultivo di un nuovo parlamento che sorgerà come conseguenza della costituzione. Ed io ti vedo assai bene nel ruolo di primo ministro di questo nostro nuovo governo, aggiunse strizzandole l’occhio. –Questo lo vedo proprio difficile, riprese Galia, -Io non sono affatto tagliata per la politica...lo sai bene! – Non ti preoccupare, come già ti dissi un’altra volta, proprio perchè non sei un politico sono sicura che riuscirai perfettamente nel tuo compito! La studiosa sembrava proprio non volerne sapere, ma la regina sapeva che alla fine l’avrebbe convinta...A quel punto intervenne Harlock che le aveva appena raggiunte: -Temo proprio, cara Galia, che ti dovrai presto fare carico di questo compito, perchè io sto per rapirti la sovrana...-Come rapire? Chiesero in coro le due amiche. –Ebbene, riprese il capitano, -Ho intenzione di portare la regina un po’ in vacanza e precisamente sulla seconda patria di Mazone... –Sulla Terra!? Disse la regina. –Esattamente, rispose Harlock. –Ma sarebbe bellissimo! Disse Raflesia. –Sarà bellissimo! rispose il capitano.


                                                                          §§§§


Miime guardava con affetto quei due che si stringevano mentre fissavano insieme il cosmo seduti al centro del ponte di comando. Ormai erano parecchi giorni che stavano viaggiando alla volta della terra, e quella era ormai diventata una scena abituale. Era felice, era felice per Harlock ma anche per la regina. Aveva capito subito che il loro destino sarebbe stato quello sin dal primo momento che li aveva visti insieme. Allora aveva percepito distintamente i loro sentimenti fondersi in una sorta di risonanza. Quello era il loro percorso, lo sentiva chiaramente. Non si faceva cruccio del fatto che Raflesia fosse entrata nella vita del capitano. La regina era la sola persona capace di ridare serenità ed armonia a colui che aveva giurato di seguire e proteggere per tutta la vita. Voleva dire che da quel momento avrebbe continuato a vegliare non su di una sola ma su due anime... 

Avevano appena doppiato Saturno: -Tra poco saremo in vista della Terra, disse la regina con la voce che tradiva un po’di emozione. –Non riesco ancora a credere che vedrò il pianeta che un tempo era dei nostri avi, il pianeta che ho agognato per così tanto tempo...-Su quel pianeta vivono ancora i loro discendenti, sono dei tuoi sudditi, le rispose il capitano. –Lo so ma ormai sono terrestri da infinite generazioni, non credo che abbiano bisogno di me e preferisco non turbare la loro pace, hanno già subito troppi sconvolgimenti durante il nostro conflitto... facciamo finta che io sia una semplice turista in viaggio di piacere... è meglio così, non credi? Gli rispose lei. –Sono pienamente d’accordo! Disse Harlock, -Secondo i miei calcoli arriveremo sulla terra quando in Giappone è piena primavera e tutti gli alberi sono in fiore, quei fiori per cui un tempo ti ho combattuto e che ora voglio che ti riempiano la vita... –Tu mi hai già riempito la vita, Franklyn! Fece lei baciandolo. –La primavera, Raflesia, la primavera... disse lui toccandole il naso con l’indice.  –La primavera...ripetè lei trasognata.

 

 

 

E con questo si conclude il mio primo racconto su questo bellissimo Fandom, spero vi sia piaciuto e ringrazio per la pazienza chi lo avesse seguito sino alla fine... se tutto va bene penso di cominciare presto a scrivere un seguito alle avventure dei nostri beniamini... a presto!

Florestan


 

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Capitan Harlock / Vai alla pagina dell'autore: Florestan