Sakura
tolse il camice bianco e lo lasciò cadere sulla
sedia.
Si
stiracchiò le braccia e si massaggiò il
collo.
Quella era
stata una giornata particolarmente pesante ed ora era davvero
esausta.
«Sakura-sama!» la chiamarono a gran voce.
Non ebbe
neanche bisogno di voltarsi per capire chi l'avesse chiamata.
«Dimmi
tutto, Shinta!» disse infatti al giovane apprendista che ora
stava
alla porta.
«Tsunade-sama ti sta cercando.» spiegò
lui.
Sakura
si allarmò. Nonostante non fosse più Hokage, era
sempre poco il
tempo che Tsunade passava all'ospedale ed ormai aveva lasciato la sua
gestione quasi completamente nelle mani proprio di Sakura, preferendo
passare il tempo con la piccola Rin o in qualche locale in compagnia
del sakè.
Se la cercava voleva dire che doveva esserci qualcosa
di davvero urgente di cui parlare.
Sospirò. Quella sera era
particolarmente stanca e l'idea di una possibile discussione
organizzativa con Tsunade non l'attirava per nulla.
Non poteva
però certo sfuggire al suo destino, anche perché
di sicuro sarebbe
stato gran peggio dover poi affrontare una Tsunade
infuriata.
Ringraziò Shinta e gli passò accanto pronta ad
andare
incontro alla sua sorte. Solo allora si accorse della camicia di raso
che il ragazzino indossava sotto il camice e dell'olezzo di profumo
che emanava.
«Ehi, non mi dire che stasera hai un appuntamento
galante?» gli chiese con fare malizioso.
Shinta arrossì e
cominciò a grattarsi la testa, arruffando i riccioli biondi
che fino
ad un attimo prima erano ben pettinati.
«No.» borbottò:
«Cioè... niente di che... Misa-chan ha organizzato
una cenetta per
festeggiare i nostri primi sei mesi di apprendistato e così,
per
l'occasione, ho deciso di mettere qualcosa di elegante.»
Sakura
sorrise, divertita dall'evidente motivo del rossore del ragazzo. Cosa
che lo mise ancora più in imbarazzo.
«Cioè... non solo noi
due!» si affrettò a precisare infatti il
ragazzino: «Purtroppo ci
saranno anche tutti gli altri. Anche se per la precisione Misa-chan
nemmeno voleva invitarmi, per lei sarei dovuto andare al Tempio a
ringraziare che mi abbiate tenuto per tutto questo tempo. In
qualsiasi caso: perché poi non ci raggiungi anche tu,
Sakura-sama?»
Sakura si era molto affezionata ai suoi apprendisti
e le piaceva passare il tempo con loro.
Declinò però
l'invito. Se fosse sopravvissuta all'incontro con Tsunade sarebbe
tornata al suo proposito iniziale per quella serata: un bel bagno
caldo.
Si stava giusto già immaginando nell'acqua calda, tra le
bolle ed il sapore di sapone alla ciliegia, quando bussò
alla porta
dell'ufficio di Tsunade.
La donna stava seduta alla scrivania con
il suo tipico cipiglio che ancora, nonostante gli anni passati,
metteva un po' in soggezione Sakura.
«Mi hai fatto chiamare
Tsunade-sama?» le chiese sedendosi dall'altra parte della
scrivania.
«Problemi.» rispose l'altra.
Risposta che fece
sfumare del tutto l'immagine del bagno caldo dalla mente di
Sakura.
«Non mi dire che ho sbagliato a compilare i moduli delle
spese!» esclamò allarmata Sakura.
Lo sapeva che prima o poi
avrebbe combinato qualcosa di grave. Ultimamente le capitava fin
troppo spesso di perdersi nei suoi pensieri e di finire per fare
pasticci, proprio come quando qualche giorno fa era arrivata al
lavoro in ciabatte.
E tutto per colpa sua che si infila sempre
nei miei pensieri e nei miei sogni. Pensò
Sakura.
Cosa che la
portò ad arrossire e a scuotere la testa per cercare di
evitare che
lui potesse di nuovo intrufolarsi di nuovo nella sua
mente.
«Perdonami Tsunade-sama!» disse dispiaciuta,
inclinando
la testa in segno di scuse.
«Moduli? Di che moduli parli?»
domandò Tsunade, dando segno di non aver nemmeno visto i
fascicoli
che lei le aveva lasciato sulla scrivania e che ora, Sakura
notò,
stavano sotto la cornice della foto della piccola Rin che la donna
aveva appena messo ad abbellire il suo ufficio.
«Comunque non è
di inutili scartoffie che sto parlando.» continuò
Tsunade: «Te li
ricordi invece quel gruppo di malviventi che attaccarono un gruppo di
genin qualche settimana fa?»
Sakura annuì. Se li ricordava bene
visto che era stata lei stessa a salvare la vita a Usi, il compagno
di squadra di Shinta, che era stato ferito mortalmente da quei
tizi.
«Si.» rispose: «Era la banda che Naruto
è riuscito a
sgominare prima che potessero attaccare il
villaggio.»
«Giusto.»
confermò Tsunade: «Uno solo riuscì a
fuggire e mi è giunta voce
che si sia organizzato per venire qui a vendicarsi del destino dei
suoi compagni.»
«Vanno subito fermati!» esclamò Sakura
concitata.
«Ed infatti oggi ho incontrato il capitano
Kakashi che mi ha chiesto di dirti che la missione per andarli a
fermare è stata affidata proprio al Team 7.»
Sakura quasi saltò
dalla sedia.
Certo, era una situazione d'emergenza e non c'era da
star felici al pensiero di un gruppo armato fino ai denti diretto
verso Konoha, ma era da così tanto ormai che non andava in
missione
che il pensiero di uscire finalmente dal villaggio la
elettrizzò.
Finalmente potrò provare sul campo il nuovo kunai
che ho acquistato! Pensò, anche se subito dopo un
altro pensiero
le attraversò la mente rattristandola leggermente.
Stavolta
Naruto non ci sarà. Si ritrovò d'un
tratto a pensare.
Lui
ormai era un hokage, la sua squadra ora non era più solo il
team 7
ma l'intera Konoha.
Tanto meglio, così non finiremo nei guai a
causa della sua imprudenza. Si disse ma il suo entusiasmo
ormai
si era smorzato.
«Una volta saputo ho insistito che sia il
capitano Kakashi che il capitano Yamato vi accompagnino.»
continuò
intanto Tsunade: «Non che non mi fidi di te e Sai ma ho
preferito
comunque garantire una maggiore scorta.»
Sakura la guardò
dubbiosa.
Scorta? Quando mai dei ninja avevano bisogno della
scorta?
«Bè non puoi certo aspettarti che io sia vogliosa
di
riprendermi il posto che ho appena lasciato.»
commentò Tsunade
rispondendo al suo sguardo.
Sakura ci mise qualche secondo a
capire il senso di quella frase.
«Non vorrai dire che Naruto
verrà con noi?» chiese sorpresa.
«Non vorrai credere che Naruto
vi lascerà andare senza di lui!»
sentenziò Tsunade.
Sakura era
sbigottita.
«Ma il villaggio ora conta su Naruto!»
esclamò:
«Lui non può certo permettersi di andarsene
così a zonzo alla
prima occasione che gli capita! Ora deve...»
La frase le morì
sulla punta della lingua perché perfino immaginarselo un
Naruto che
se ne stava solo dietro una scrivania a dettar ordini, le era
impossibile.
Lui era prima di tutto un ninja pronto ad essere in
prima linea a difendere il suo villaggio.
Questo era il suo
credo, il suo modo di essere.
Qualcosa che nemmeno il mantello che
ora indossava ed il titolo che ora possedeva poteva cambiare.
«Quel
baka!» sbuffò, lasciandosi sfuggire un sorriso che
fu subito notato
da Tsunade.
«Allora l'hai trovata quella risposta?» le chiese
la
donna a bruciapelo.
«Forse...» mormorò Sakura, salvo poi
lasciarsi sfuggire un'esclamazione di stupore.
«Co-come fai a
sapere di quella domanda?» chiese, imbarazzata.
Tsunade fece
dondolare il bicchiere di sakè che teneva tra le mani.
«Semplice,
perché ero con Naruto quando lui te l'ha fatta.»
le spiegò: «Ci
eravamo appena incontrati con te e tu come al solito gli avevi appena
fatto una delle tue sonore raccomandazioni, come però tu ti
sei
voltata e ti sei incamminata per la tua strada lui ha mormorato:
"Sakura-chan, perchè non ti innamori di me?". Immagino
fosse un pensiero che gli è sfuggito, visto quanto poi
è arrossito
quando si è accorto di averlo detto ad alta voce. Fatto sta
che non
mi sono particolarmente stupita. Basta vedere come ti guarda per
capire quanto ti ami.»
Sakura deglutì, era così strano sentir
parlare così Tsunade.
«Quando ti ho visto tanto tesa nei suoi
confronti ho capito che in qualche modo dovevi aver sentito anche tu
quella domanda.» aggiunse Tsunade: «E che dovevi
esserti messa alla
ricerca della risposta.»
Sakura arrossì ma non riuscì a negarsi
un sorriso.
«Chi se lo sarebbe mai immaginato, eh?»
commentò.
Tsunade proruppe in una grossa risata.
«Questa è
la mia ragazza!» esclamò: «Lo sapevo che
a scommettere su di te,
avrei vinto!»
«Si può sapere di che cosa stai
parlando?» le
chiese Sakura, infastidita da quel suo atteggiamento:
«Scommessa?
Non mi dire che c'entra Ino-pig, è da lei mettersi a fare
questi
giochetti alle mie spalle.»
«Nahh.» commentò Tsunade con una
scrollata di spalle: «Nessuno che vi conosce abbastanza bene
avrebbe
mai scommesso contro di voi. E' solo una sorta di sfida che ho
lanciato verso un disegnatore di fumetti ormai fallito che sosteneva
che una donna si innamora solo una volta nella vita. Grazie a te
posso dimostrargli che non è affatto
così!»
Sakura si rialzò
dalla sedia infuriata.
«Tsunade-sama sei incorreggibile!»
esclamò: «Non posso credere che tu abbia osato
usarmi per una tale
cosa! Non hai idea di quante notti io abbia perso a causa di tutti i
dubbi che ultimamente mi sono ronzati in testa!»
Tsunade smise di
ridere, si lasciò cadere sulla poltrona e si mise a fissare
il cielo
fuori dalla finestra.
«Oh, ti posso capire benissimo.» le disse
infine. Questa volta nel suo tono non c'era alcuna nota di scherno.
«E sono contenta di pensare che tu avrai davvero il coraggio
di dare
voce a quella risposta.»
«Tsunade-sama...» mormorò Sakura,
sorpresa da quel cambiamento così repentino e dagli occhi
ora lucidi
della donna.
«Dannazione!» sbottò Tsunade,
asciugandoseli con
la manica del maglione per poi bere, direttamente dalla bottiglia, un
lungo sorso di sakè.
«Allora che ci fai ancora qui!» disse
infine a Sakura, riappropriandosi del suo tono autoritario:
«Hai una
missione che ti aspetta! Su, su, vai...»
Sakura non se lo fece
ripetere. Ormai sapeva riconoscere quando la sua Sensei aveva bisogno
di stare un po' sola con i suoi pensieri e quello di sicuro era uno
di quei momenti.
Le raccomandò di non esagerare con il sakè e
poi la salutò, pronta per tornare a casa.
«Anche Jiraya ne
sarebbe stato molto contento.» La sentì mormorare
mentre si
chiudeva la porta alle spalle.
Sakura si avviò verso l'uscita
dell'ospedale.
Il pensiero di una missione con il team 7 l'aveva
risollevata dalla stanchezza di quella giornata ma il discorso
successivo con Tsunade le aveva messo addosso anche un po' di
ansia.
Certo da un lato le cose non sembravano essere cambiate
nonostante Naruto fosse diventato Hokage, ma dall'altro lato come
poteva negare che fosse tutto uguale ora che si era resa conto
della verità chiusa nel suo cuore?
"Cosa dovrei fare?"
si chiese mentre usciva dall'edificio.
C'era un leggero venticello
autunnale, Sakura si strinse un po' più forte nello
spolverino rosso
che indossava.
Mentre si avviava verso casa sua però notò
una figura familiare che sonnecchiava su una panchina. Se ne stava
seduto con le braccia incrociate, le gambe distese davanti a lui e la
bocca semi-aperta.
Il suo primo pensiero fu quello di
raggiungerlo e rimproverarlo.
Come poteva il neo hokage dormire a
quella maniera, all'aria aperta, davanti a tutti!
Poi però
si rese conto che tutto quello era un deja-vu. Si rivide lei stessa,
qualche mese prima, proprio davanti a quella panchina ad ascoltare
quella domanda che tanto ultimamente l'aveva tormentata.
Perché
non ti innamori di me?
Prese ad avvicinarsi a Naruto
ripensando a tutti i motivi che mesi prima l'avevano portata a
trovare tutto ciò impossibile.
"Non è per niente il mio
tipo."
Ed era davvero così, bastava guardarlo in quel
momento, spaparanzato su quella panchina a sonnecchiare con la bocca
semi-aperta. Non aveva nulla del lato figo e misterioso che da
sempre affascinava Sakura.
Nonostante questo però più
gli si avvicinava, più i battiti del suo cuore presero ad
accelerare.
"E perchè non ha alcun senso del romanticismo"
Ed anche in questo non si era sbagliata, visto che il massimo di
romanticismo per Naruto era andare a mangiare del ramen ad un
chiosco. Però sarebbe stato anche disposto a rinunciare a
lei pur di
vederla felice e questo non era forse il gesto d'amore più
grande
che qualcuno potesse fare?
Lo raggiunse con le gambe che le
tremavano e le mani che le prudevano.
Con uno sbuffo si lasciò
cadere accanto a lui che nel frattempo continuava a sonnecchiare
tranquillo.
"E perché non capisce affatto i sentimenti di
una donna."
Il ricordo dello sguardo profondo che
Naruto aveva scambiato con lei alla sua cerimonia di elezione ad
hokage e quel tremante "Sakura-chan" che lui aveva
mormorato, le attraversò la mente, facendole scorrere un
lungo
brivido sulla schiena.
La testa di Naruto scivolò di lato,
finendo ad appoggiarsi sulla sua spalla.
"Ed è stupido! Assolutamente totalmente stupido"
E su questo Sakura non
aveva nessun dubbio.
Naruto era davvero un baka ed infatti aveva
finito per innamorarsi proprio di lei.
I suoi ciuffi biondi
presero a solleticarle la fronte.
«Naruto, non lo faccio perchè
sono già innamorata di te.» mormorò lei
dando finalmente sfogo a
quella voce che da tempo provava a gridare dal fondo del suo
cuore.
In quel momento gli occhi di Naruto si spalancarono e lui
rialzò la testa.
Per diversi secondi si fissarono. Sakura con le
guance rosse e Naruto con lo sguardo pieno di stumore.
Poi lui
allungò la mano e la posò sulla coscia di Sakura.
Lei non ebbe
nemmeno il tempo di pensarlo, la sua mano colpì la guancia
di Naruto
come se fosse un istinto naturale.
«Allora non sto sognando!»
esclamò Naruto, massaggiandosi la guancia:
«Sa-Sakura-chan mi ha
davvero appena detto di essere innamorata di me!»
La fissò, lei
abbassò lo sguardo e si morse le labbra.
Aveva voglia di gridare
che si sbagliava, che non fosse così, ma si trattenne.
Non voleva
più negarlo.
Non poteva più farlo.
«Sakura-chan,» mormorò
Naruto.
Il suo tono allarmato la costrinse a rialzare lo sguardo, il
volto del ragazzo aveva assunto un colorito violaceo e perfino le
punte delle sue orecchie erano di una strana sfumatura di
rosso.
«An-anche,» cominciò a balbettare lui.
Prese un lungo
respiro e poi esclamò tutto d'un fiato: «Anche io
sono innamorato
di te, Sakura-chan e lo sono dal primo momento che ho visto il tuo
sorriso-dattebayo!»
Si stava confessando.
Come se tutto ciò che
lui aveva fatto per lei non fosse stato già abbastanza per
mostrarle
il suo amore. Come se non fosse state le sue stesse parole, la sua
stessa domanda, a portare Sakura a dare un nome a quel sentimento che
provava per lui.
«Sakura-chan, tu sei la ragazza più bella e
più
forte che conosca.» continuò lui: «Io
sono innamorato di te da
prima ancora che potessi capire cosa significasse. Non te l'ho mai
detto perché... come potevo sperare di poterti renderti
felice? Come
può uno come me essere abbastanza per te?»
I suoi occhi la
fissavano imploranti.
Ancora non credeva alle sue parole. Ancora non
credeva che lei potesse ricambiarlo.
Lei sorrise.
«Baka!»
gli disse e poi gli prese il volto tra le mani per poggiare le labbra
sulle sue.
Quella era la sua risposta.
E'
impossibile. Assolutamente, totalmente impossibile.
Pensò.
Ma
era successo.
Lei si era innamorata di Naruto.
FINE
__________________________________________________________-
Ciaooo!!
:3
Eh
già finalmente, e sottolineo finalmente, sono riuscita a
concludere questa fanfiction.!
Direi
che arrivati a questo punto ci vogliono i dovuti ringraziamenti: due
grazie enormi a Lory-chan e princess love per le apprezzatissime
recensioni che mi hanno lasciato ad ogni capitolo e naturalmente grazie
anche gli altri che hanno commentato, a chi mi ha scritto durante la
mia imperdonabile assenza mostrando interesse verso la mia fanfiction e
a chi ha letto e chi la leggerà. Ed insieme ai
ringraziamenti porgo le
scuse per averci messo tanto a far uscire questo ultimo capitolo,
quando scrivo voglio sempre metterci cuore e testa ma purtroppo a volte
la mia vita incasinata litiga con la mia ispirazione, chiudendola in
qualche angolino della mia testa che poi ci metto secoli a ritrovare ^^'
Beh,
spero che vi sia piaciuta e che vi abbia fatto piacere leggerla. c:
Alla
prossima, un grosso bacione e mi raccomando, continuate ad amare questa
bellissima coppia! ♡
~Rimi