Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: nattini1    01/09/2016    5 recensioni
Storia ispirata dall'undicesima stagione (in particolare leggeri spoiler per le puntate 11x04, 11x08 e 11x11; un piccolo riferimento alla 8x15), che spero divertirà ed emozionerà, sviluppata come un'originale avventura dei fratelli Winchester alle prese con un caso che potrebbe non essere nulla, ma si rivelerà vitale e catalizzante per il loro rapporto. Alcuni dialoghi sono volutamente ripresi dalla serie e rimaneggiati. Wincest.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Spoiler! | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

[Fort Dodge, Iowa]

 

Negli ultimi tre anni, James Frampton si era dovuto dare alla macchia, quindi trovarlo fu un'impresa, ma la rete di informazioni e passaparola tra tutti i cacciatori si rivelò fondamentale e, in capo a un paio di giorni, riuscirono a contattarlo.

Si era trasferito in Iowa e lavorava come detective privato e si faceva chiamare James Myles.

Quando Sam e Dean entrano nel suo ufficio, va loro incontro un bellissimo esemplare di dobermann femmina con uno spesso collare rosso pieno di borchie. Si voltano a stringere la mano a James e l'istante successivo al posto del cane c'è un'attraente donna con la pelle nera e lunghi capelli ondulati: «Mi sei mancato, Sam. Tu no Dean, tu non ami i cani».

Dean finge di essere offeso e Sam la saluta allegramente: «Ciao Portia».

«Cosa vi porta qui, ragazzi?» domanda James.

Risponde Dean: «Abbiamo bisogno del tuo aiuto. Ci serve un incantesimo per vedere gli Zana, sei in grado di farne uno?».

La strega incrocia le braccia con perplessità: «A che vi serve? Gli Zana sono creature pacifiche, non sono uno dei mostri che di solito cacciate! Comunque sì, datemi un giorno per recuperare gli ingredienti dell'incantesimo».

«Abbiamo un caso e non siamo certi di che cosa si tratti, con questo incantesimo dovremmo capire se si tratta effettivamente di uno Zana. – spiega Sam – Piuttosto, quanto ci verrà a costare?».

«Senza di voi sarei morto, consideratelo il mio ringraziamento».

Ancora increduli per essersela cavata così a buon mercato (niente minacce, nessun patto assurdo e terribile, nulla da fare se non aspettare; per una volta avrebbero avuto una giornata di riposo!), i due fratelli recuperano la loro Impala.

Dean è davvero rilassato: negli ultimi giorni è riuscito a controllare i suoi pensieri e a Sam sembra sia passata l'irritazione (del tutto ingiustificata a suo parere) di un paio di sere prima e scherza come sempre, quindi lui ora sta pensando di passare il pomeriggio in compagnia di molte birre e ancora più porno, sul letto massaggiante del motel per almeno un'ora e chissà, in serata potrebbe anche andare in un bar… non si aspetta che Sam interrompa i suoi lieti pensieri: «Dean, ti ricordi di Sully?».

Il maggiore fa mente locale per un secondo: «Il tuo amico immaginario di quando eri bambino, il tizio grasso, allegro e con la maglia a righe?».

«Ho sempre pensato non fosse reale, ma ora… E se fosse stato anche lui uno Zana?».

«Potrebbe essere così o magari era frutto della tua fantasia, eri un bambino molto strano».

No, Dean non cambierà i suoi programmi per la giornata perché Samantha è in vena di tirare fuori discorsi da femminucce. Però una domanda gli frulla in testa e non riesce a trattenersi dall'esprimerla ad alta voce: «Comunque perché avevi bisogno di lui?».

Sam abbassa gli occhi: «Mi sentivo solo».

Dean si sente colpito nel vivo, quelle tre parole gli hanno fatto davvero male. «Non eri solo, avevi me» afferma con forza.

Sam si rende subito conto di aver ferito il fratello, un fratello che ha fatto tanto per lui, che adora e a cui predona sempre tutto. Eccoli ancora lì, seduti in macchina a fissarsi, con un discorso in sospeso tra loro, ma stavolta Sam sente che le parole non gli basterebbero; è un gesto spontaneo, si avvicina, anzi quasi si getta, visto l'impeto con cui si muove, e abbraccia Dean appoggiando il capo sulla sua spalla: «Ora lo so che ci sei sempre».

Dean sta seriamente pensando che gli verrà un infarto, ma davvero non potrebbe immaginare un modo migliore per morire di quello, tra le braccia di suo fratello che gli sta dicendo quella che suona come una dichiarazione d'amore. Le altre volte in cui si sono abbracciati, persino quella volta quando Dean era tornato dall'Inferno, dopo quattro mesi terribili per Sam che credeva non l'avrebbe mai più visto, la stretta non era durata tanto a lungo, ma ora nessuno dei due vuole sottrarsi a quel contatto pieno di calore, che sa di famiglia, di complicità e anche di qualcosa di più che Dean ha paura di chiamare per nome.

Si sono cercati per tutta la vita, come due calamite che sono attratte l'una dall'altra da una forza invisibile e restano unite anche se tra loro c'è un foglio di carta; per tutta la vita hanno mantenuto quella linea di confine, ma ora si rende conto di quanto quel foglio sia sottile. Un piccolo movimento e il foglio scivolerà a terra permettendo alle calamite di toccarsi.

Dean non può permettere che succeda, anche se ogni fibra del suo corpo vorrebbe il contrario. Non ora che le cose tra loro stanno andando così bene. Dio, è suo fratello! Si stacca con dolcezza: «Sam, che ne dici se stasera ci guardiamo una bella maratona di telefilm? Sono terribilmente indietro con l'ultima stagione di Dr. Sexy».

«Stai scherzando vero? – Sam lo guarda esterrefatto storcendo al bocca – Facciamo Game of Thrones!».

E passano la serata così, Dean sdraiato sul letto del motel con una cassa di birre ai piedi del letto da cui attinge di continuo e Sam vicino a lui, seduto a cavalcioni su una sedia che aveva girato per stare più comodo e poter appoggiare le braccia allo schienale, commentando quanto fosse ingiusto che l'autore facesse morire di continuo i loro personaggi preferiti.

Il giorno dopo passano a prendere il loro incantesimo e tornano a Menomonie.

 

[Menomonie, Wisconsin]

 

Scassinare la serratura della casa della signora Adams in piena notte è davvero un gioco da ragazzi. L'ingresso non è così buio come se lo aspettavano, la luce dei lampioni della strada entra da un lucernario sopra la porta, quindi non hanno difficoltà a intravedere una sagoma che fluttua sulle scale a circa un metro da terra (l'incantesimo di James funziona; dunque avevano ragione, si tratta di uno Zana).

«Tu sei Lelle?» chiede Dean sottovoce.

Il draghetto fa una capriola in aria per la sorpresa. «Come puoi vedermi?», chiede tra il sospettoso e l'allarmato.

«Un incantesimo. Siamo cacciatori, Dean e Sam Winchester. Dobbiamo parlare. Ora. Che cosa sta succedendo in questa casa?».

Il draghetto conferma le loro ipotesi. I bambini non sono ancora pronti a staccarsi da quella casa e da ciò che rappresenta e lui li sta aiutando, da una parte spaventando i possibili acquirenti, dall'altra cercando di far capir loro che, per quanto possano essere affezionati alla loro dimora, «casa» è e sarà sempre il luogo dove c'è la loro famiglia. Ha fatto in modo che la nonna dei bambini non si renda conto di quello che succede, impresa piuttosto semplice dato che è una delle persone più scettiche dell'intero pianeta riguardo all'esistenza del sovrannaturale e piuttosto incline a pensare che gli incidenti sono scherzi architettati dai nipoti.

Nel frattempo, nessuno dei tre si è accorto dello scalpiccio leggero di piedini lungo le scale.

«Ma è morto un uomo…» comincia Sam.

«Oh, ma non è stata colpa mia! – protesta Lelle – Noi siamo dalla stessa parte, io sono uno dei buoni! Lo giuro, quell'uomo stava salendo al piano di sopra, non avevo nemmeno ancora fatto nulla, è stato un incidente, è scivolato!».

«È morto un uomo?» esclama con terrore Lucy, gli occhi sgranati già lucidi di lacrime.

Ha parlato con voce fin troppo alta, ma dal piano di sopra non si sente nessun rumore; tutti sperano che la signora Adams continui a dormire.

«Mi dispiace piccola, – Lelle si porta fino all'altezza del viso di Lucy – purtroppo è così. È successo mentre eravate a scuola. Non è stata colpa di nessuno, è stato un incidente. La vostra nonna non vi ha detto nulla per non turbarvi. E io ho fatto la stessa cosa».

«Un incidente… proprio come mamma e papà» dice Lucy che non riesce a trattenere le lacrime; poi si strofina gli occhi col dorso della mano e chiede a Sam: «Ma voi cosa ci fate qui in casa nostra?».

«Noi siamo cacciatori. – risponde lui – Diamo la caccia ai mostri. Attività di famiglia. Pensavamo che qui avrebbe potuto esserci un fantasma, ma è solo Lelle. Ora però dovreste smettere di fargli spaventare le persone. Anche perché prima o poi vostra nonna capirà che c'è qualcosa che non va».

«Ma così prima o poi qualcuno comprerà la casa! Noi ci siamo affezionati alla nostra casa, è troppo bella, non vogliamo lasciarla» sbuffa Leo.

Lelle lo rassicura: «Vi aiuterà pensare che porterete con voi tutti i vostri ricordi e ne potrete costruire di nuovi».

Dean può ben capire cosa significhi aver perso qualcuno che ami, dover lasciare la propria casa e, prima di sgusciare silenziosamente fuori dalla porta con Sam, dice a mo' di saluto ai bambini: «Sapete una cosa mocciosi? Noi abbiamo viaggiato per tutti gli Stati fin da quando eravamo molto più piccoli di voi; non abbiamo avuto un posto da chiamare casa fino a tre anni fa, ma non ce la siamo cavata male. Starete alla grande».

Dean è soddisfatto di aver chiuso un caso (che alla fine non era nemmeno un vero caso) senza dover combattere e senza aver riportato ferite. I due mocciosi se la caveranno probabilmente molto meglio di loro e il draghetto riuscirà a convincerli che trasferirsi non è poi un male. Poi sparirà e loro lo ricorderanno come una fantasia della loro infanzia. Con un po' di fortuna non avranno più contati con il mondo del soprannaturale.

Chiude la portiera della sua Impala, una mano sul volante e una che sta per girare le chiavi per mettere in moto: «Andiamo a casa, Sam».

Sam si volta verso di lui, i suoi occhi verdi che brillano: «Sai che ti dico? Siamo già a casa. Quello che importa, che ha sempre avuto importanza è che siamo insieme».

Maledetto Sammy e la sua imbarazzante sincerità! Quelle parole scatenano qualcosa dentro Dean, sono come ossigeno puro che va ad alimentare una piccola fiammella, attizzandola. Adesso dentro di lui c'è un vero e proprio incendio che non può (e non vuole) spegnere.

«Sammy…», la prima parola che affiora alle sue labbra suona come una confessione che nasce dal cuore, dall’amore. Il suo è un sentimento vivo, ardente e anima il desiderio. Dean sente il fuoco che lo sta consumando da ormai troppi anni e vorrebbe trovare il coraggio di guardare dentro sé, dando voce e corpo al suo bisogno e superando la paura che l'ha tenuto bloccato fino a questo momento.

La posta in gioco è alta, suo fratello è il suo bene più prezioso, non vuole fargli male, non potrebbe sopportare di perderlo, di vedere la luce nei suoi occhi volgersi in terrore o peggio in disgusto. Si ripete nella mente: «Devo prendermi cura di te, è sempre il mio compito, anche ora che non sei più il bambino che tenevo stretto per salvarlo dall'incendio, anche ora che non sei più il ragazzo senza vita che stringevo tra le braccia per cui ho venduto l'anima», ma non riesce a convincersi che i sentimenti che prova siano sbagliati: stavolta il cuore lo spinge verso un abbraccio del tutto diverso. Se credesse che a Dio importasse qualcosa di loro, chiederebbe perdono per quello che prova.

Dean si sente lacerato dentro, percepisce quasi un dolore quasi fisico e, per scacciarlo, stringe convulsamente il volante fino a far sbiancare le nocche. Non ha davvero idea di quello che vorrebbe – o potrebbe – fare, sa solo che quello che ha non gli basta più. Ma non è giusto, la loro vita è già abbastanza incasinata, senza aggiungere anche quello.

Sam cerca di leggere dietro gli occhi del fratello, dietro quella sfumatura di verde così particolare; tormento, desiderio, paura, amore incondizionato… quello che vede è un turbine di sentimenti che sa che resteranno ancora una volta inespressi perché Dean non troverà la forza di chiedere. E allora è lui che si avvicina e lascia tanti baci leggeri sulle labbra di Dean, dei baci che vogliono dirgli: «Non c'è nulla che non farei per te. Nulla che non farei con te».

È un lieve contatto, ma ha il potere di una scossa elettrica. Dean smette di pensare e preme a sua volta, e con forza, le labbra contro quelle di Sam, artigliando la sua giacca e stringendola convulsamente, ancora incapace di credere che può farlo e che è ricambiato.

Sam porta le sue mani al viso di Dean, ruvido per un accenno di barba, e attira la sua bocca ancor più contro la propria. Schiude le labbra, schiude la chiostra di denti ed è una lotta tra le loro lingue che si cercano, si intrecciano, si gustano. Da dolce il bacio si fa sempre più bisognoso e passionale. Stanno condividendo tutto, stanno respirando la stessa aria. Le mani di Sam scivolano sulle spalle di Dean, lungo la sua schiena, e si fermano sui fianchi; se lo tira addosso e si stende, per quanto possibile data la sua altezza e visto lo spazio angusto sui sedili dell'Impala. Non c'è più la paura di perdere l'altro, non c'è più la vergogna perché è qualcosa di proibito, restano solo loro, insieme, finalmente davvero insieme.

Separano le labbra solo quando non hanno più fiato. Dean appoggia la fronte su quella del fratello portando le mani sul suo torace ansante, ma non è un modo per tenerlo a distanza, lo fa per sentire sotto le palme aperte il cuore di Sam che batte convulsamente, batte per lui; le sue parole suonano come una preghiera e una promessa: «Sammy, dimmi che…». E il resto della frase si perde nella bocca di Sam.

 

 

NdA

Siamo giunti alla conclusione e, per essere il mio primo tentativo di una fanfiction a capitoli, sono abbastanza soddisfatta! Grazie a chi ha seguito la mia storia, a chi ha recensito e a chi ha letto silenziosamente. Spero di avervi divertito!

Ho pensato di concluderla così, con una frase sospesa che ognuno può completare: «Dimmi che…». E voi cosa dite?

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: nattini1