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Autore: eliseCS    19/09/2016    2 recensioni
Per "festeggiare" il fatto di aver finito gli esami ho deciso (invece di cominciare a concentrarmi sulla tesi) di cominciare a pubblicare questa ff che ho per le mani da un po' di tempo.
Dopo quella sui fondatori e quella su Draco e Astoria la new generation non poteva certo mancare, quindi eccola qui.
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Una ragazza comincerà a scoprire le sue potenzialità in modo alquanto singolare.
Ricordi torneranno pian piano a galla.
Una profezia (forse, l'autrice è ancora un po' indecisa al riguardo)
E ovviamente non si può chiedere ai Potter di restare fuori dai guai, no?
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[...] Non sapeva che invece quello era stato solo l’inizio, come non sapeva che quella crisi era in qualche modo collegata a quello che uno strano bambino dai capelli scuri e spettinati le aveva detto diversi anni prima dietro la siepe di un parco giochi.
Per Elise quello strano incontro era ormai diventato un vecchio ricordo sbiadito e senza importanza, nulla più di un insolito e confuso sogno.
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Un piccolo assaggio dal prologo
Buona lettura
E.
(Pubblicata anche su Wattpad)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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 27 – Non lo fare
 
 
 
“Quindi sta bene, è guarita?” domandò Shayleen camminando avanti e indietro per la sala.
Nancy annuì nervosamente: “E non solo: l’incantesimo che le impediva di parlare deve essersi in qualche modo spezzato. Quando Robbins è tornato al San Mungo era accompagnato da Potter e non è stato difficile capire quali fossero le loro intenzioni nei miei confronti. Ho a mala pena avuto il tempo di smaterializzarmi” spiegò diligentemente.
Jack al suo fianco sbuffò alzando gli occhi al cielo mentre Cheryl continuò a tacere rimanendo impassibile.
Shayleen stava ancora riflettendo.
Alla fine, contrariamente a quanto i tre si sarebbero aspettati, la sua espressione si distese in un sorriso.
Alquanto sinistro, ma pur sempre un sorriso.
“Molto bene allora. Adesso non resta altro che metterla alla prova, ma non c’è fretta…” commentò congedando poi i presenti con un cenno svogliato della mano.
Dopotutto le cose stavano ancora andando secondo i suoi piani.
 
 
 
***
 
 
 
Elise aveva capito che James non la stava riportando all’appartamento –non ancora almeno- praticamente appena ebbero lasciato la proprietà dei Potter.
Nonostante tutto continuò a seguire il ragazzo, non che avesse potuto fare altrimenti visto che lui ancora la teneva per mano, senza però avere il coraggio di aprire bocca per dire qualcosa o chiedere dove stessero andando.
 
Diversi minuti più tardi James aprì la porta del Paiolo Magico per far entrare nel locale una Elise piuttosto sorpresa e perplessa: cosa dovevano andare a fare a Diagon Alley a quell’ora di sera?
Se possibile il suo stupore crebbe ulteriormente quando James, invece di fare strada fino al retro del pub, la accompagnò ad un tavolo abbastanza appartato spostando la sedia in modo da farla accomodare.
Con un po’ di fortuna l’ambiente ombroso del locale sarebbe stato sufficiente per coprire il rossore che aveva colorato le guance della ragazza a quel gesto.
 
Non era la prima volta che andava ad un appuntamento con un ragazzo, se così si poteva definire anche quell’occasione, ma pensandoci bene nessuno si era mai comportato così con lei.
 
Si rincuorò pensando che se James si stava comportando a quel modo forse non l’aveva invitata ad uscire solo per dirle di stargli lontano perché con lei non voleva avere più niente a che fare.
 
La cena andò più che bene, persino il cibo aveva superato le sue aspettative, e lei e James avevano parlato del più e del meno per tutto il tempo: non una volta l’argomento Shayleen era stato tirato in ballo.
 
Quando ebbero finito era davvero ora di rientrare, ma nessuno dei due sembrava avere fretta visto che entrambi si trovarono d’accordo sul raggiungere l’appartamento di Elise a piedi.
 
 
Una volta arrivati a destinazione, ancora sul pianerottolo, la ragazza si trovò non poco in difficoltà: avrebbe voluto ringraziare James per il tempo trascorso, per essere stato in grado di distrarla e di non farle pensare a tutto quello che stava succedendo, ma non riusciva a trovare le parole.
Il ragazzo sembrò intuirlo tanto che sorrise scuotendo la testa facendole capire che non era necessario che dicesse nulla.
Poi la sua espressione tornò seria e prese lui la parola.
“Quel pomeriggio… con Calliope…” cominciò, e quelle parole furono sufficienti per far scendere un peso sul cuore alla ragazza che aveva subito capito a quale pomeriggio si stava facendo riferimento.
“Sono stata io a invitarla” continuò.
Elise sospirò piano abbassando la testa.
“Volevo che avesse ben chiaro che qualunque cosa ci possa mai essere stata tra noi due era definitivamente chiusa. E da un bel po’, a dirla tutta. Quando ci siamo scontrati nel corridoio… ero sceso perché mi aveva chiesto un bicchiere d’acqua, non avevo idea che avesse intenzione di conciarsi a quel modo…” spiegò velocemente quasi avesse paura di veder scappare Elise da un momento all’altro prima che potesse finire di spiegarsi.
 
Elise che nel mentre si stava chiedendo se quello che aveva appena sentito fosse vero.
 
“Ti giuro che l’ho mandata via appena ti sei smaterializzata, non è successo niente” concluse.
“Mi credi?” domandò alla fine dopo una pausa, la voce quasi supplicante e gli occhi spalancati pronti a cogliere qualsiasi movimento da parte della ragazza.
 
D’altro canto nella testa di Elise c’erano i fuochi d’artificio.
Sapeva che si stava comportando peggio di una ragazzina alla prima cotta seria, ma aveva appena ammesso a se stessa che James le piaceva davvero, e il discorso del ragazzo non dimostrava forse che il sentimento era reciproco?
 
Prima di lasciare a James il tempo di cominciare a pensare il peggio Elise gli aveva già buttato le braccia al collo facendo incontrare le loro labbra: era sicura che quella sarebbe stata una risposta più che convincente.
 
 
 
ↄↄↄ
 
 
 
Dopo le informazioni che Elise aveva fornito l’interno dipartimento Auror era stato allertato per quanto riguardava Shayleen e le tre persone note che rispondevano a lei.
Ovviamente nessuna ricerca ebbe successo, nemmeno con Nancy che dopo quel giorno non si era più presentata al lavoro, e sfortunatamente Elise non era riuscita a dare una localizzazione a Skelton House: le uniche due volte che ci era stata era sempre stato tramite smaterializzazione, non aveva idea di quale potesse essere la reale posizione geografica del maniero e non aveva nessuna intenzione di provare a portare qualcuno con sé tramite smaterializzazione congiunta per provare a scoprirlo.
Se da un lato aveva seri dubbi che qualcuno di esterno sarebbe riuscito ad entrare anche se accompagnato, dall’altro aveva paura di quelle che sarebbero potute essere le conseguenze se effettivamente fosse riuscita nell’intento di introdurre qualcuno nella proprietà: dubitava che l’avrebbero accolta a braccia aperte.
 
Era passato però ormai un mese, giugno aveva lasciato il suo posto a luglio e Shayleen non aveva ancora fatto la mossa che tutti si erano aspettati in seguito alla fuga di Elise dalla villa.
 
In parte alla ragazza andava benissimo così: aveva avuto tutto il tempo per concentrarsi sugli esami che le mancavano e sul tirocinio che aveva finalmente concluso, e adesso davanti a sé aveva due interi mesi di vacanza prima di ricominciare con le lezioni dell’università a settembre.
Allo stesso tempo però non poteva fare a meno di pensare che più tempo passava più Shayleen avrebbe avuto l’occasione di organizzarsi meglio e di fare maggiori danni quando avrebbe finalmente deciso di agire di nuovo.
 
Aveva parallelamente continuato gli allenamenti al parco, e ormai poteva dire di aver raggiunto un discreto livello di bravura nel padroneggiare i vari incantesimi e sortilegi.
Già da un pezzo aveva cominciato a fare pratica inscenando dei veri e propri duelli combattendo direttamente contro il signor Potter, Hermione, occasionalmente Ron e, molto più spesso, James.
Nell’ultimo periodo anche Dan si era aggiunto a loro.
L’inconveniente dell’incantesimo respingi-babbani che impediva a Julia di entrare nell’area a meno che non venisse trascinata di peso era stato sistemato e lei e Daniel passavano spesso e volentieri il pomeriggio lì a chiacchierare indisturbati, fermandosi di tanto in tanto a guardare gli altri due piccioncini che si allenavano senza quasi considerare la loro presenza.
 
Si poteva dire che quella zona di parco, praticamente inesistente per tutti tranne che per loro, fosse ormai diventato il loro punto di ritrovo.
 
 
Si poteva dire altresì che le cose tra i due  stessero andando a gonfie vele.
 
Dopo essersi finalmente chiariti Elise aveva insistito per raccontare da capo al ragazzo tutto quello che era successo e che lei aveva inizialmente deciso di tacere, compreso l’episodio della sua visita all’orfanotrofio quando aveva recuperato i suoi ricordi, del quale non avevano poi più parlato.
Aveva avuto un attimo di esitazione quando aveva realizzato che il signor Potter non aveva parlato a James della presunta profezia, ma alla fine gli aveva detto tutto anche di quella.
Il ragazzo l’aveva sorpresa l’ennesima volta non arrabbiandosi minimamente e stringendola in un abbraccio per diversi minuti per poi chiederle diverse volte se si sentiva bene al riguardo prima di lasciarla andare e riprendere il discorso dove lo avevano interrotto.
Avevano cominciato a riflettere cercando di dare un significato a quelle parole.
Elise era convinta che il buio fosse senza alcun dubbio Shayleen, che fin dal primo momento aveva cercato di riportarla a casa.
Per quanto riguardava l’usare il potere come non dovrebbe mai essere usato invece non avevano proprio nessuna idea, e di certo la ragazza non aveva intenzione di usare la sua magia per fare del male o in modo non consentito.
Alla fine avevano concluso che l’unica cosa che potevano fare era aspettare e vedere cosa sarebbe successo.
 
 
 
ↄↄↄ
 
 
 
Quel pomeriggio erano di nuovo tutti e quattro nell’area di allenamento.
Avevano appena concluso un duello amichevole, Dan e Julia stavano tranquillamente chiacchierando seduti sul tetto del vecchio scivolo, opportunamente rimesso a nuovo, mentre James ed Elise avevano come sempre occupato le altalene e stavano facendo a gara a chi arrivava più in alto, quasi fossero tornati di nuovo bambini.
 
Le loro risate vennero bruscamente interrotte quando qualcosa andò ad abbattersi contro la barriera con un sonoro schianto che fece tremare il terreno.
Il tempo che impiegarono per riunirsi al centro dell’area e altri tre colpi avevano percosso la barriera.
 
Al quarto ci fu uno scricchiolio sinistro.
 
Al quinto si udì un forte schiocco ed Elise potè vedere la barriera infrangersi e dissolversi sotto i suoi occhi.
 
Intorno a loro erano intanto apparse alcune figure vestite di nero.
La ragazza riconobbe Cheryl, Jack e Nancy, l’ultima era invece incappucciata, il viso non visibile; tutti e quattro in un punto diverso del perimetro dell’area, in posizioni diametralmente opposte.
 
Non potevano andare via smaterializzandosi perché non potevano portare Julia con loro*, ed essendo circondati si misero schiena contro schiena: la mora al centro, James e Dan con le bacchette sfoderate, Elise le mani tese davanti a sé in una posizione a metà tra attacco e difesa.
 
Jack e Nancy avevano un ghigno poco rassicurante in viso, mentre la signorina Clark aveva le labbra strette e sembrava stranamente preoccupata dalla situazione.
Elise proprio non ne capiva il motivo visto che erano loro ad essere nettamente in svantaggio.
 
Superato l’attimo che le due parti passarono a squadrarsi a vicenda i colpi cominciarono a piovere da ogni direzione.
Tutti e tre si diedero da fare per respingerli, ma gli fu ben presto chiaro che se non avessero subito trovato un modo per chiedere aiuto a qualcuno le cose non si sarebbero messe molto bene per loro.
 
Di colpo così come erano cominciati gli incantesimi cessarono lasciando i ragazzi momentaneamente disorientati: a che gioco stavano giocando?
 
L’incappucciato si fece avanti scoprendo il viso, rivelando lunghi capelli biondo cenere e i tratti spigolosi del volto stirati in un sorriso che non prometteva nulla di buono.
 
I presenti ebbero appena il tempo di registrare l’incredibile somiglianza della donna con Elise che quella aveva alzato una mano lanciando come se nulla fosse la ormai conosciuta maledizione.
 
Puntava a Julia.
 
Il sorriso di Shayleen si allargò ulteriormente quando Dan si frappose tra la mora e il raggio di luce finendo sbalzato indietro di un paio di metri per poi rimanere fermo disteso a terra, sanguinante.
Ottenuto quello che voleva Shayleen fece un cenno e i loro assalitori si smaterializzarono lasciandoli soli.
 
I ragazzi, seppur un po’ ammaccati, si affrettarono ad accorrere da Dan.
James rivolse un’occhiata preoccupata unita ad una muta richiesta ad Elise che annuì piano, Julia invece non riusciva a distogliere lo sguardo dal petto sanguinante del ragazzo, sotto shock: era presente quanto era stato James ad essere colpito, ma vedere le conseguenze della maledizione su Dan faceva tutto un altro effetto.
 
Con l’aiuto di James Elise tolse la maglia al ragazzo per avere maggiore visibilità sulla ferita.
Stava per appoggiare le mani ai lati del taglio come ormai aveva imparato a fare, ma una voce la bloccò.
 
“Non lo fare”
 
 
I tre si girarono di scatto: la signorina Clark era ancora lì e osservava la scena con espressione grave.
“Non lo fare, Elise” sembrava la stesse quasi supplicando.
La ragazza chiamata in questione non ci vide più: “Non lo fare?! Tutto qui quello che hai da dire?” le urlò contro. “Secondo te lascerei morire un amico solo perché tu mi dici di farlo?”
La donna scosse la testa: “Se lo guarisci faresti solo il suo gioco. Perché pensi che se ne sia già andata via? Era sicura che lo avresti curato senza pensarci due volte” ribattè.
“E tu? Perché tu invece sei rimasta?” domandò Elise in tono di sfida.
Cheryl abbassò la testa, colpevole.
“Sono rimasta perché Shayleen voleva comunque avere conferma che saresti andata fino in fondo” rispose. "Ed è per questo che non devi farlo
 
Elise guardò la donna negli occhi: non si fidava nemmeno un po’ anche se allo stesso tempo sembrava sincera… però non poteva lasciare che Dan morisse così come se niente fosse.
 
“Se io non posso guarirlo… fallo tu” affermò alla fine decisa.
La Clark sembrò presa in contropiede da quella proposta.
Sembrava di colpo combattuta sul dire o meno qualcosa.
 
“Io… non posso” sussurrò.
Elise saltò in piedi andandole incontro con un cipiglio minaccioso.
“Cosa vuol dire che non puoi? Hai paura che Shayleen lo venga a sapere? Perché in tal caso sono sicura che troverai il modo per tenerglielo nascosto… proprio come hai fatto per l’avermi cancellato la memoria. Perché lei non lo sa, vero?” la accusò e l’espressione della donna le disse che aveva fatto centro: Shayleen non sapeva nulla di quella faccenda.
 
“Perché?” domandò la ragazza abbassando i toni.
Scoprire quello che la sua educatrice le aveva fatto l’aveva lasciata sconvolta.
Con lei aveva instaurato un profondo rapporto negli anni trascorsi all’orfanotrofio, era stata come una madre considerato che era stata lei ad occuparsi principalmente della bambina da quando era in fasce fino a quando gli Starlet l’avevano adottata.
Una spiegazione per il suo gesto gliela doveva, era il minimo.
 
“Non posso farlo perché non ne sono capace” confessò dal nulla Cheryl lasciando Elise stupefatta.
La stava prendendo in giro?
Fece per aprire bocca ma la donna la precedette: “Nessuno di noi ne è capace…”
 
“… nemmeno  Shayleen” ammise dopo un lungo attimo di esitazione.
Si vedeva che rivelare quell’informazione le era costato molto.
 
Elise intanto la stava guardando sconcertata: com’era possibile che neanche Shayleen fosse in grado di guarire una maledizione che con tutte le probabilità aveva inventato lei?
 
“Perché mi stai dicendo queste cose? Stai dalla sua parte, perché hai cercato di fermarmi? Qual è il tuo ruolo in tutto questo?” sapeva che non era esattamente il momento ideale per mettersi a fare domande, ma lei doveva sapere.
 
Alla sua ultima richiesta il volto della donna si era intristito di colpo, e la ragazza, che ancora non le aveva levato gli occhi di dosso, non potè fare a meno di pensare che per qualche strano e inspiegabile motivo quel viso le era familiare… e non per il fatto che l’aveva sempre visto come un riferimento da quando era nata, c’era qualcos’altro
 
Le sue riflessioni vennero interrotte da James che l’aveva raggiunta richiamando poi la sua attenzione mettendole una mano sulla spalla.
“Elise…” la chiamò indicando in modo eloquente Dan ancora esanime sul prato, la testa appoggiata sulle gambe di Julia che gli stava accarezzando il viso senza preoccuparsi di cercare di trattenere le lacrime.
 
Sospirò.
 
“Temo che allora, nonostante tutto, potrai andare a riferire a Shayleen che qualunque fosse il suo piano, beh… ha funzionato” commentò voltando le spalle alla Clark e accovacciandosi di nuovo accanto al riccio.
Orami l’erba sotto di lui stava cominciando a colorarsi di rosso.
 
Diede inizio al processo di guarigione appoggiando le mani sul petto del ragazzo senza permettere a nessuno di aggiungere altro.







*Per motivi di trama ho deciso che i babbani non possono essere smaterializzati per materializzazione congiunta con un mago.



 
 
 
 
 


Eccomi con il nuovo capitolo!
Un po' tardino, ma sono stata fuori tutto il giorno e non sono riuscita a raggiungere prima il computer.
Allora... chi mi dice perchè la signorina Clark non vuole che Elise guarisca Dan? (In palio i soliti dieci punti :P)
Vi lascio lo spoiler del prossimo capitolo:

[Elise] Era comunque riuscita a mettere momentaneamente da parte il senso di colpa per concentrarsi sul fatto che in tutta la faccenda c’era qualcosa che non le tornava.
E quel qualcosa rispondeva al nome di Cheryl Clark.
Dopo il loro ultimo incontro era ormai evidente ad Elise che la sua vecchia educatrice stava nascondendo qualcosa, ma non solo a lei, anche a Shayleen.
L’unica cosa che le restava da fare era parlare con lei, cosa che ovviamente era più facile a dirsi che a farsi.
Skelton House era sicuramente abbastanza enorme da poter contare un paio di stanze per gli ospiti e visto che gli Auror non erano riusciti a rintracciare in alcun modo né lei né gli altri due Elise aveva i suoi buoni motivi per pensare che ormai vivessero tutti lì.
Quindi alla fine dei conti il problema non era poi così grande, visto che dopotutto la parte del dove cercare era stata risolta.
Il punto era che era sicura che non avrebbe più rimesso piede alla villa.
 Non da sola.

O per lo meno non senza un buon piano.
Chissà per cosa si sente in colpa Elise... lo scoprirete presto, promesso.
Buona serata a tutti, alla prossima settimana!
E.
   
 
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