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Autore: fenris    16/10/2016    2 recensioni
E se ci avessero sempre mentito?Cos'è veramente successo in Egitto più di tremila anni fa?Una storia di lotta e dolore,dove due popoli dovranno imparare ad appianare le divergenze e combattere assieme per fronteggiare un male più grande di loro.Riuscirà Mosè a vincere e restare fedele al suo voto di non uccidere nessun essere umano?
Ispirato in larga parte da Il principe d'Egitto/I dieci comandamenti,Kane's chronicles e Il dio del fiume
Nota: La storia non presuppone in alcun modo di descrivere una società storicamente fedele poichè non era il mio obbiettivo all'epoca in cui la scrissi. Mi scuso per ogni inesattezza storica che troverete e sarò più che grato se leggerete in ogni caso chiudendo un occhio. Le critiche a riguardo sono comunque ben accette.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                                        Sfida impossibile
Ramses guardò l'uomo per cui aveva congedato tutti gli ambasciatori, quando il messo gli aveva riferito l'identità del nuovo venuto aveva pensato subito a un impostore che volesse usurpare il nome di suo fratello. Ciònonostante quell'uomo sembrava in tutto e per tutto la versione invecchiata di Mosè, persino l'aura era uguale a quella che ricordava, ma di gran lunga più grande, chiunque fosse non era qualcuno da sottovalutare. Si alzò in piedi e gli puntò contro il flagello:” Straniero, a quanto mi hanno riferito sei entrato nel palazzo presentandoti come Mosè, il mio fratello scomparso. Voglio che tu mi dica la tua vera identità e soprattutto che cosa vuoi, perchè se menti non avrò il minimo problema a schiacciarti come un insetto.”. L'uomo si fece avanti e guardò di sbieco Intef per poi rivolgersi nuovamente al sovrano:” Così è, signore delle due terre, io sono Mosè, e so come dimostrartelo.”. Ramses si incuriosì e gli fece cenno di parlare all'uomo, che trattenne a stento una risata:” Beh, ti ricordi quella volta che abbiamo messo nell'armadio di Intef c...”, Ramses lo fermò:” Ok, è abbastanza, hai dimostrato la tua identità!”. Ramses tirò un sospiro di sollievo, l'ultima cosa che voleva era che voleva era che la corte scoprisse i suoi peccatucci d'infanzia...specie quando tutte le serve più vecchie mormoravano da anni che la prima cosa che Ramses fece quando incontrò Intef da neonato fu vomitargli sui sandali.

Ma restava una domanda, perchè era tornato quando ormai tutti lo ritenevano morto? A tale domanda Ramses ottenne una risposta che non avrebbe mai voluto sentire:” Son qui per liberare il popolo ebreo, il MIO popolo. E sono disposto a tutto.”. Tutti i presenti ammutolirono e cominciarono a parlare tra loro, alcune guardie si avvicinarono addirittura all'ex-principe col chiaro intento di arrestarlo. Ma vennero fermati da una risata quella di Intef:" AHAHAHAH, e così il principe Mosè, grande generale, era figlio degli schiavi. Beh, razza di moccioso impertinente, quei vermi ci servono e se vuoi liberarli devi mostrare di avere potere. E per di più mi hai anche insultato, quindi...IN GUARDIA!”. A mezz'aria apparirono dal nulla fiamme nere, che si trasformarono in due enormi cobra fiammeggianti. Mosè non sembrò particolarmente impressionato e fece apparire una luce, che prese la forma di un cobra bianco luminoso. Rispetto ai serpenti di Intef quello di Mosè era più piccolo, ma si muoveva in modo più calmo e posato e quando si scaglio contro i rivali per diversi minuti tra lampi di fuoco, bagliori di luce e onde d'urto che spaccarono il pavimento nessuno vide niente. Alla fine videro uno spettacolo a dir poco truculento: il serpente bianco stava divorando le fiamme dei serpenti di Intef, dopodichè scomparve in un lampo di luce.

Mosè sorrise e puntò il bastone contro Intef, livido di rabbia:” Mi sembra di aver dimostrato abbondantemente il mio potere. Devo fare qualcos'altro?”. Stava parlando di quanto accaduto come se fosse un banale gioco di prestigio e la mascella di Ramses era a tre centimetri dal pavimento e quasi non si accorse che Intef gli sussurrò qualcosa nell'orecchio. Si ricompose e parlò:” Mosè, grande è la tua richiesta, quindi è grande ciò che dovrai fare per ottenerla. Dovrai combattere contro tutta la Per akh.”. Inaspettatamente Mosè non fece una piega, ma anzi, sorrise, si inchinò e uscì dal palazzo.

                                                                                                          *************

La settimana dopo Ramses non riuscì a dormire e una notte andò nel cortile del tempio di Thoth, dove aveva sistemato un canestro sulla statua del dio come non faceva da anni, aveva smesso completamente quando suo fratello era scappato. E ironia della sorte, era ricomparso proprio in quell'anno che Taita temeva più della peste. Seriamente, ha proprio ragione chi dice che le coincidenze non esistono e ancora di più chi dice che la vita è una cagna. E lui come doveva sentirsi? Di merda, semplicemente di merda. Prese il pallone e fece due tiri, ma al terzo gli venne preso di mano da qualcosa che lasciò una folata di vento. Si girò seccato:” Continui a usare questo trucco del cazzo, “fratello”?, dietro lui c'era infatti Mosè che faceva ruotare il pallone sul dito(1):” In effetti lo uso ancora molto spesso, adoro far venire un infarto a quello stronzo di mio suocero.”. Ramses bestemmiò mentalmente, e così quell'infame si era anche sposato... con un po' di fortuna aveva anche avuto dei figli.

Comunque l'altro mise il pallone sotto il piede e assunse un'espressione più grave:” Comunque, Ramses...sono stato alle loro tombe. Com'è successo?”, Ramses si rabbuiò, sperava di non dover sentire quella domanda:” è scoppiata un'epidemia di lebbra cinque anni fa. Lei non ce l'ha fatta, era già distrutta per il tuo esilio volontario. E lui l'amava troppo, l'ha raggiunta neanche una settimana dopo. Forse sono già rinati e ora inconsciamente si stanno cercando.”. Per lunghi minuti il silenzio regnò sovrano fino a quando Mosè non riprese la parola:” Ti ricordi quando hai risvegliato il tuo sekhem? Eravamo scappati dalle lezioni di Taita per andare a pescare e una bambina che prendeva l'acqua aveva attirato le attenzioni di un coccodrillo. Tu sei corso in suo soccorso e hai rotto i denti di quel bestione con un pugno. Quanti anni avevi, otto?”. “ Sette e mezzo e tu quattro. La ragazza invece ne aveva undici e si ricorda ancora di quel giorno. Si chiama Lostris ed è una delle ostetriche che ha fatto nascere mio figlio.”, poi si tolse la corona e assunse la posizione di guardia e un forte vento lo avvolse:” Io invece mi ricordo di un giuramento che ho fatto quando i nostri genitori sono morti. Ho promesso a loro e a me stesso che quando saresti tornato ti avrei fatto il culo a strisce.”.

Mosè lanciò il pallone in alto e si mise in guardia, parando con non poca difficoltà il pugno infuocato di Ramses, a cui rispose con un turbine, a cui il faraone resistette piantando i piedi nel terreno, tuttavia indietreggiò lasciando dei solchi nel terreno. Ricoprì le braccia di fuoco e disperse il vortice, quindi sparò un'ondata di spuntoni rocciosi sull'avversario, che li evitò uno alla volta e poi si lanciò su Ramses, colpendogli la mascella con un pugno ricoperto da un vortice e poi lo lanciò contro il muro con un fortissimo getto d'acqua. Peccato che il signore delle due terre fosse tutt'altro che sconfitto e in pochi secondi fu dietro Mosè, che sbilanciò con uno sgambetto e poi lo colpì con un'esplosione di fuoco, lanciandolo a sua volta contro il muro. Quando si rialzò non era affatto contento, sputò un grumo di sangue e ricoprì il braccio di sabbia vorticante:” Ok, Ramses, direi che è ora di smetterla di scherzare, tanto più che domani ho la sfida e devo dormire. Finiamola con un ultimo colpo.”. Ramses ricoprì il braccio di sabbia allo stesso modo e si lanciò contro il rivale.

Ognuno dei due mirava al volto dell'altro e i loro pugni arrivarono a un centimetro dal loro bersaglio se il pallone non fosse finito a terra. I due lo presero come il segnale di fine duello e si fermarono, quindi Ramses riprese la corona:” Ok, abbiamo dimostrato abbastanza il nostro testosterone per questo capitolo, andiamo a dormire?.”. Mosè riprese la palla e rispose:” Sì, con un po' di fortuna riesco a infilarmi nel letto senza che Sefora mi senta arrivare. Comunque ricorda una cosa.”. Ramses, che si stava già incamminando si fermò:” Se non sarò io a liberare gli ebrei, dopo di me arriverà un altro, e dopo di lui un altro ancora. Quanti tentativi pensi ci vorranno?”.

                                                                                                          *********
Taita sospirò, non pensava che proprio a pochi giorni di distanza da quella dannata eclissi sarebbe successo un simile disastro. Il giorno del ritorno del suo allievo era lontano e aveva saputo quanto accaduto solo per bocca dei suoi sottoposti, dopodichè ne aveva detto di cotte e di crude sia a Ramses che a Intef, ma aveva ottenuto ben poco. Così ora praticamente tutta la popolazione di Tebe, compresi schiavi e mendicanti, era davanti al palazzo ad attendere l'inizio di quella che si preannunciava essere la sfida del millennio. Salì su una sorta di palco su cui si trovava un'enorme sfera di vetro da cui chiunque avrebbe potuto assistere ai combattimenti. Insieme a lui si trovavano il faraone, Intef, Rasfer e altri maghi e guerrieri di alto rango. Dopo un minuto Mosè si fece lo spazio tra la folla insieme a quella che suppose essere sua moglie e altre tre persone(2) e quando arrivò sulla pedana si ritrovò sommerso da una marea di fischi che tuttavia non lo impensierirono.

Ramses si schiarì la voce e spiegò le regole: 1)il campo di battaglia sarebbe stato tutto il paese;2) i vari maghi avrebbero potuto colpire da soli o in gruppi di massimo dieci persone;3)potevano uccidere tranquillamente il loro avversario, mentre questi per sua stessa richiesta non avrebbe dovuto uccidere nessuno;4)Intef e Taita, visto il loro ruolo, sarebbero potuti scendere in campo solo una volta sconfitti tutti i loro subordinati;5)la sfida non avrebbe avuto limiti di tempo. Il faraone fece per cominciare, ma venne fermato da Mosè, che aveva qualcosa da dire, fece apparire in aria i geroglifici per “attenzione” e “sicurezza”:” Voglio ricordare ai lettori di questa fan fiction che ciò che apparirà d'ora in poi è roba molto pericolosa e non mi riferisco solo alla magia.”. Taita prese la parola:” Diverse delle tecniche marziali che useremo sono piuttosto pericolose, quindi in particolare, voi bambini, non imitateci.”. Intef si mise una mano in faccia, perchè gli eroi devono essere sempre dei cazzoni che devono fare la paternale? Concluse lui il messaggio:” L'autore inoltre non si prende responsabilità per qualsiasi incidente domestico e relativi infortunio. Conosciamo a memoria la tiritera, quindi potremmo cominciare?!”.

Tutti i maghi presenti nella folla si teletrasportarono nei punti che avevano già stabilito e lo stesso fecero i maghi rimasti ai templi che avevano ricevuto il messaggio e lo stesso Mosè. Pochi secondi dopo era in pieno deserto apparentemente solo, ma appena un secondo solo venne raggiunto da un mago grosso quasi come Rasfer e vestito in modo piuttosto appariscente. Lo conosceva, si chiamava Menshikov ed era un pallone gonfiato che si vantava di essere il più forte dopo Taita e Intef. “ Ciao, Mosè, a quanto pare sarò io a sconfiggerti. Lo speravo tanto dopo quella volta che mi hai innaffiato nel fango davanti a tutti i generali.”. Detto questo creò intere serie di geroglifici e li sparò tutti contro Mosè, creando un'immensa esplosione di tutti gli elementi il cui boato si sentì anche a Tebe. Menshikov sghignazzò felice e fece per tornare a Tebe, ma si accorse che l'aura di Mosè era ancora presente, infatti era ancora lì, indenne e con una faccia disgustata. Infuriato, Menshikov gli scagliò contro un enorme toro di energia, che però sparì non appena Mosè lo parò con una mano e in un istante gli fu davanti, spedendolo lontano kilometri con una semplice sberla. Soddisfatto del risultato sorrise e prese un paio di occhiali da sole(3):” Fuori uno.”.

(1)dite che sto esagerando con questa fissa del basket?

(2)aronne,miriam,giosuè se ve lo steste chiedendo. I primi due stanno ospitando gli altri a casa loro.

(3)non chiedetemi dove li ha presi che non lo so neanch'io.

E anche questa è fatta, per favore non linciatemi. So che uno contro migliaia sembra una cosa overpower, ma specifico fin da ora che non tutti i maghi d'egitto sono impegnati nello scontro(e nel prossimo capitolo spiegherò anche perchè) e ovviamente non attaccheranno tutti in contemporanea come spiego nel capitolo e lo stesso protagonista tra un combattimento e l'altro si troverà dei rifugi dove recuparare le energie. Augurandomi che vi sia piaciuto, un abbraccio a tutti i lettori, soprattutto a hikari e slender.
  
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