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Autore: Ino chan    24/11/2016    5 recensioni
* Tutto ha inizio con un nuvo Professore di Cura delle Creature Magiche, e la sua voce, che ad Harry ricorda qualcuno ...*
Quando Harry spalanca la porta dell’unico vagone rimasto libero, sta ancora masticando una serie di colorite imprecazioni ai danni di Malfoy e compagni. Più passa il tempo, più il loro senso dello humor cala, e se in passato, visti da fuori, i loro scherzi potevano sembrare anche divertenti, ora sono solo infantili e stupidi.
Alle spalle di Harry, Hermione mormora parole di conforto al protagonista all’ultima sparata da maschio alpha di Draco, il povero Grattastinchi, passato dall’avere una pelliccia rosso fuoco, ad una meno virile rosa confetto.
L’unico che sembra divertirsi è Ron.
Da che Draco ha deciso di far diventare femmina il gatto di Hermione non smette di ridacchiare sotto i baffi. Non sono i servite occhiatacce e una gomitata ben assestata a un fianco per farlo smettere. Da una parte, Harry può comprenderlo, visto che, in quelle condizioni, Grattastinchi è ar dir poco ridicolo, dall’altra si chiede come diavolo potrebbe fare a sedare una rissa, se Hermione dovesse decidere di lavare l’onore del suo famiglio con il sangue.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuova generazione di streghe e maghi | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Nuova generazione
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James non sa  perché, di tutti i posti, ha deciso di andare a nascondersi proprio nella Stamberga Strillante. Negli anni, il vecchio ricovero dei Malandrini non è certo migliorato, ci sono ragnatele ovunque e una puzza di muffa allucinante, ma invece di andarsene non appena ci ha messo piede, ha deciso di sedersi di fronte alla finestra sbarrata
Ricorda bene gli anni passati a provare a mutare, le volte in cui Sirius dovette stare per tre giorni ficcato lì dentro perché aveva muso e orecchie da cane, ricorda la risatina di Peter quando, invece di bere, lappò l’acqua che Remus gli aveva offerto.
Ride e piange assieme, piegato in avanti sulla seggiola e con il viso deforme coperto dalle mani. All’epoca non avrebbe mai immaginato di finire così,  storpio e dolorante, odiato dal proprio figlio e responsabile di tanto dolore.
-James.- James alza la testa di scatto, ma non si volta. Non è certo di poter affrontare il dolore di Sirius dopo quello di Harry. Stringe i pugni sulle ginocchia e si limita ad annuire. Sì, è lui. È tornato dall’inferno per seminare dolore e disperazione.
-Perché non mi guardi?- mormora e  James digrigna i denti.
Non pensa di aver mai provato tanta vergogna tutta assieme. Tira su con il naso, afferra il bastone  e lo punta a terra per tirarsi su. Gli occhi di Sirius si sgranano mentre James si alza e lentamente si volta verso di lui e Remus.
-James.- sussurra costernato, assieme a Remus che subito dopo si copre la bocca con una mano. Il viso di James, la sua bella faccia da schiaffi, sempre così simpatica, sembra il frutto di un incubo. La mano di Remus viene rigata dalle lacrime del mannaro mentre Sirius sente tutta la rabbia scemare  un respiro dopo l’altro.
James abbassa gli occhi, contrito -Mi dispiace.- butta fuori - Negli ultimi quindici anni sono stato al St.Mungo sotto falso nome. Non mi dicevano nulla, non sapevo che tu …- alza le mano verso l’amico  le cui labbra, di colpo hanno preso a tremare -… È stato Caramell. Aveva bisogno di una storia sensazionale, il Bambino che sopravvisse,il magico orfanello salvatore della comunità magica, io ero un personaggio scomodo, dovevo sparire. Sono stato al St.Mungo fino a quando Silente non mi hai trovato e…-  James prova ad avvicinarsi, ma le gambe cedono. Cade in avanti,  ma Sirius gli impedisce di crollare sul pavimento, afferrandolo da sotto le braccia e stringendolo a sé - … Mi dispiace così tanto per quello che ti è successo.  Se potessi fare a cambio lo farei anche ora.-
Sirius Black non è di certo una persona emotiva, ma quando le lacrime di James gli bagnano il collo, sente qualcosa sciogliersi all’altezza del petto e salire verso gli occhi e la gola. Singhiozza  con la bocca premuta contro la spalla dell’amico mentre lo abbraccia come se  volesse rimetterlo insieme con quell’unico gesto.
Strizza gli occhi, e le lacrime scendono impietose, riportandogli alla mente frammenti di memoria e di orrore. Il freddo dei Dissennatori, la solitudine, la paura.
-Mi dispiace.- continua a ripetere James e Sirius scrolla la testa, ormai dimentico della rabbia e del risentimento che si ero scoperto a provare mentre seguiva la sua traccia olfattiva fino alla Stamberga Strillante -Mi dispiace.-
-Ssssh! Smettila, va tutto bene.-  biascica fra le lacrime - Siamo di nuovo assieme, va tutto bene.-

-Perché piangi?-
Ad Harry occorre qualche secondo per capire che , questa volta, non è Mirtilla Malcontenta a cercare di capire che gli succede, ma qualcun altro. Alza il viso dalle ginocchia, e la mano timidamente sollevata verso di lui si ritira di scatto. Ginny gli sorride e Harry, senza sapere perché, si ritrova a fare altrettanto nonostante le lacrime che gli imperlano le guancie.
Tira su con il naso, e ride forte quando la ragazza, prontamente, gli allunga il suo fazzoletto.  Non sa nemmeno il perché, visto che non è per niente un momento da ridere. -Come mai sei qui?- le chiede e Ginny , dopo essersi alzata, si siede accanto a lui, con le spalle appoggiate sulla porta del cubicolo dove la povera Mirtilla morì.
-Io vengo sempre qui quando ho bisogno di andare in bagno.- alza un dito verso l’alto, per indicare la testa di Mirtilla che spunta fino al naso dalla porta -Così le faccio compagnia e poi non c’è nessuno che mi dia fastidio.-
Sistema il cravattino e poi il mantello, quasi le fosse venuto in mente qualche pensiero spiacevole da scacciare via. Harry annuisce mentre si tampona gli occhi con il fazzoletto  arrotolato. Ora che ci pensa, questa è la prima volta che parla con Ginny per più di qualche battuta di sfuggita.
-Il professor Colley è mio padre.- sospira e Ginny si volta di scatto verso di lui -Non sono impazzito, te lo giuro.-

Ginny lo ascolta in silenzio, fissandosi le scarpe e mordendosi il labbro inferiore pensosa. Harry non ha idea del perché lo stia raccontando a lei, e non ad Hermione e Ron, ma quando finisce di parlare, e la ragazzina gli sorride incoraggiante, si sente davvero meglio.
-Non dovresti piangere, è un bellissimo giorno. Il tuo papà è ancora vivo, dovresti essere felice.- Harry ribatte prontamente che, se negli ultimi quindici anni, ha preferito starsene per i fatti suoi, lontano da lui, non vede perché dovrebbe essere felice.
-Magari mi incolpa di essere vivo al posto della mamma.- si lamenta coprendosi la testa con le mani, prima che Ginny lo spinga di lato con una gomitata al fianco. Si volta a guardarla sorpreso, e la ragazza, ricambia con un espressione altrettanto stupefatta. Per lei è già un record personale stare parlando con Harry senza impappinarsi, arrossire e  ridacchiare come un alienata, non si aspettava di riuscire ad essere ancora amichevole e scherzosa.
-Harry lo hai guardato bene in faccia?- gli chiede corrugando la fronte - Non hai pensato che, magari, negli ultimi quindici anni non ha potuto starti vicino?-

-Grazie.-
Severus Piton annuisce legnosamente mentre aiuta James ad alzarsi, facendosi passare un braccio attorno al collo. Non sa perché si stia abbassando ad aiutarlo, visto che, una parte di lui, nonostante siano passati molti anni da quel giorno, desidera ancora ucciderlo, ma sta di fatto che, dopo essere uscito dal buco del Platano Picchiatore, invece di mollarlo lì, e andarsene, mantiene la promessa fatta a Sirius e a Remus, e  trascina James verso il suo alloggio.
Il mago è silenzioso, lo sguardo perso dietro gli occhiali storti sul viso deforme. Non sei più così bello, vero Potter? Sussurra malevola la parte più meschina di Severus mentre l’altra si chiede quanto dolore deve causargli la carne accartocciata e rattrappita a quel modo.
-Lei parlava spesso di te...- Severus trattiene il respiro, il dolore che gira e scava all’interno del suo petto -… Diceva che gli mancavi. Che ti avrebbe rivoluto nella sua vita e che ti avrebbe voluto nella vita di Harry. Era convinta che saresti stato uno zio fantastico per lui.-
Severus riprende a respirare, la gola gli fa male per le lacrime che sta trattenendo. -Perché me lo stai dicendo?- sussurra assottigliando lo sguardo -Vuoi divertirti a vedermi soffrire? Non ti basta avermela portata via?-
James scrolla la testa -No, voglio darti un po’ di pace, Severus. Lei ti voleva bene, più di quanto immagini. Non sono stato io a portartela via, sei stato tu.  Sei stato un idiota a non accettare quello che voleva darti.-
Severus lo lascia andare di colpo e James cade a terra con un sacco. Ora come ora, sarebbe capace di ucciderlo, ma allo stesso tempo, c’è una parte di lui che sa che è così. Lily lo amava, non lo amava come lui aveva sempre desiderato, ma lo amava sinceramente e incondizionatamente.
-Come può darmi pace ? Lei è morta, non potrò mai fare ammenda per quanto è successo.- Non potrà mai dirgli che gli dispiace di averla svergognata solo per orgoglio, sarebbe stato felice di vederla sposa e mamma, perché consapevole di quanto lei desiderasse avere una famiglia.  Avrebbe accettato tutto, pur di  ricevere ancora un suo sorriso spensierato.
James  scrolla la testa tristemente -C’è suo figlio, però… Severus, Harry mi assomiglia molto, è vero, ma guardalo negli occhi. È Lily. È il suo regalo.-
 

Severus ha ancora in testa le parole di James quando blocca Harry davanti all’aula di Trasfigurazione e gli fa segno di seguirlo.  È figlio di Lily, è figlio di sua madre. Lo guarda negli occhi, forse per la prima volta, e ci ritrova quel verde sconcertante, simile ai prati d’Irlanda.
-Dove stiamo andando, Professore?- gli chiede Harry.
Severus non gli risponde mentre un idea inizia a girargli nella testa fino a essere quasi ossessiva: C’è qualcosa che può fare? C’è qualcosa che possa riportare tutto allo status quo? Sì.
Spalanca la porta dell’infermeria e spinge al suo interno Harry - Parla con tuo padre, Potter.- gli intima prima di chiudere la porta, e anche se non può vederlo, lo sa che è proprio dove l’ha lasciato con un espressione sbalordita stampata in faccia.


Fine capitolo.
Se vi va, fatemi sapere che ve ne pare.

   
 
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