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Autore: Signorina Granger    08/01/2017    8 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
1944: Gellert Grindelwald rappresenta più che mai una minaccia e la Camera dei Segreti è stata misteriosamente aperta da circa un anno; nemmeno Hogwarts è un luogo sicuro.
Nella speranza di preparare i suoi studenti a ciò che potrebbe aspettarli dopo il Diploma, il Preside Armando Dippet convoca alcuni tra i suoi più talentuosi ex studenti per far seguire delle lezioni nuove, creando così una classe speciale formata dai più capaci studenti dell’ultimo anno.
Queste nuove lezioni li aiuteranno ad affrontare la crudeltà della vita vera?
Oppure anche i loro nuovi insegnanti si ritroveranno ad imparare qualcosa da loro?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
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Capitolo 28: Piccole vendette e fantasmi da affrontare
 
                                                                                                                           
Puoi nasconderlo, se vuoi
Puoi provare a sopprimerlo, ad ignorarlo, ma lui sarà sempre lì.
Finché non lo affronterai, ciò che ti fa soffrire sarà lì, a ridere alle tue spalle
 
 
Sabato 15 Maggio
 
 
Anche sentendo battere sul vetro, rimase raggomitolata sotto le coperte, rifiutandosi di alzarsi e cercando di ignorare il fastidioso rumore. Le sue compagne di Dormitorio erano già tutte scese per fare colazione, anche se circa un'ora prima avevano inutilmente provato a buttarla giù dal letto a suon di cuscinate.
 
Non pensarci 
Ignoralo 
Se ne andrà 
Ignoralo 
Non ammazzarlo
 
Al diavolo
 
Isabella sbuffò, scalciando le coperte e alzando la testa di colpo, lanciando un sguardo assassino al gufo che stava picchiettando sulla finestra accanto al suo letto, osservandola con gli enormi occhi color ambra. 
 
Chi osa disturbarmi all’alba delle 9? 
 
Isabella rotolò giù dal letto, avvicinandosi alla finestra con cipiglio torvo e lasciando che il rapace planasse nella stanza, con una lettera legata alla zampa. 
Era ancora assonnata ma riuscì a riconoscere l'animale... e decise che poteva perdonare la sua padrona per averla svegliata, mentre slegava la pergamena.
 
Aprì la lettera di Brianna, e solo leggendo le prime righe realizzò che quel sabato era il suo compleanno: per tutta la settimana non aveva fatto che pensare ad altro, se n'era praticamente dimenticata.
 
In effetti c'era un'altra lettera che aspettava di essere aperta... una lettera che Isabella teneva chiusa nel comodino dal giorno prima, non avendo ancora avuto il coraggio di aprirla e leggere quanto scritto.
La Corvonero lasciò la lettera dell'amica sul letto, sporgendosi leggermente per aprire il comodino e controllare che ci fosse... a volte sperava che fosse tutto un sogno, che si stesse immaginando tutto. 
 
E invece no, lei era ancora lì. Intatta e sigillata, la ceralacca verde che riportava una bacchetta incrociata ad un osso... il simbolo del San Mungo.  
 
Isabella la guardò per qualche istante e fece per prenderla, ma la sua mano di bloccò a metà strada... ma poi chiuse il cassetto, alzandosi per andare in bagno e cambiarsi.
Una vocina nella sua testa le suggerì che anche non aprendola, sarebbe sempre rimasta lì, un pallino fisso nella sua mente che le martellava i pensieri… prima o poi avrebbe dovuto aprirla, lo sapeva, ma ancora non voleva sapere cosa c’era scritto.
Se il risultato fosse stato negativo, allora quello sarebbe stato il momento perfetto per andare definitivamente oltre a quanto successo a suo fratello... in caso contrario, sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso.
 
                                                                          *
 
“Mi spiegate, di preciso, che COSA ci fate qui?”
“Perché, ti dispiace così tanto fare colazione accanto a me?” 
 
 
Oliver inarcò un sopracciglio, lanciando un’occhiata scettica ad Ingrid che invece sorrise, allungando una mano per accarezzargli il braccio:
 
“Ovviamente no… mi chiedo solo perché siete… espatriati al tavolo dei Corvonero.”
 
La bionda spostò lo sguardo su Dante e Jane, seduti vicini davanti a lei… la Tassorosso si limitò a sorriderle con velato divertimento, mentre accanto a lei Imogen roteava gli occhi chiari:
 
“Te lo spiego io Ingrid… è una sottospecie di tradizione, ogni anno al compleanno di Bella piantano le tende qui per fare colazione insieme a lei.”
 
“Davvero? Che carini! Peccato che stamattina la nostra rossa sembri vagamente riluttante ad alzarsi… e poi credevo che tu fossi ancora arrabbiato con lei!”
 
Ingrid si rivolse di nuovo ad Oliver, che si strinse nelle spalle con nonchalance mentre Dante sghignazzava, nascondendo il viso dietro alla tazza per non farsi notare dal compagno di Casa:
 
“Vero, ma essendo il suo compleanno posso perdonarla…"
 
“Non fare il permaloso, lo sai che non l’ha fatto con cattiveria…”     Jane cercò di non ridere e di restare impassibile mentre parlava, ricordando quando, un paio di giorni prima, Lumacorno aveva fatto una domanda ad Olly e il Grifondoro aveva risposto secondo suggerimento della Corvonero… che aveva riso per praticamente il resto dell’ora dopo che Oliver aveva praticamente detto a Lumacorno di trovare splendidi i suoi baffi.
 
“Stendiamo un velo pietoso, preferisco non pensarci mai più!”
“Guarda il lato positivo Olly, Lumacorno è molto vanitoso… di sicuro le tue parole gli avranno fatto molto piacere!”   Dante rise, guadagnandosi un’occhiata torva da parte dell’amico e una ammonitrice, anche se a sua volta divertita, da Jane.

“Senza alcun dubbio. Ma sono felice che tu mi abbia perdonata Olly, come avrei fatto senza di te proprio oggi?”
 
Isabella sorrise, comparendo all’improvviso dietro all’amico e facendolo voltare di scatto.
 
“Lo so Bella, senza di me saresti perduta… quindi ti perdono.”   Il Grifondoro prese l’amica per un braccio, facendola sedere accanto a lui per fare finalmente colazione…  e quando ricevette gli auguri dai suoi amici Isabella sorrise, dimenticando per un po’ quello che si ostinava a non voler sapere, che l’aspettava qualche piano più in alto.

                                                                                          *
 
“Eccovi, finalmente, vi cercav- Che diamine state facendo?”
 
Lyanna spalancò gli occhi scuri, bloccandosi di colpo di fronte a quell’inaspettato, assurdo spettacolo: William e Regan erano fermi davanti alla porta dell’ufficio di Silente, chini sulla porta.
 
Shh! Stiamo origliando, non lo vedi?”
 “Merlino… ma quanti anni avete?” 
“Che succede? … Che diamine state facendo?”
 
Charlotte spuntò da dietro un corridoio, fermandosi accanto alla collega e guardando con tanto d’occhi amico e fidanzato, chiedendosi se non avesse le allucinazioni.
“Cos’è, la giornata delle domande intelligenti? Charlotte, non vedi che stiamo origliando?”
 
Will sbuffò sommessamente, parlando a bassa voce e lanciando un’occhiata seccata in direzione dell’Auror, che per tutta risposta gli fece il verso a mezza voce:
 
“Mi perdoni, non volevo interrompere… ma chi c’è dentro con Silente?”
“Dippet. Stanno parlando di una studentessa… Io l’avevo detto, che c’era qualcosa sotto!”
 
 
Lyanna e Charlotte si scambiarono un’occhiata confusa, indecise se girare sui tacchi e andarsene o dare corda ai due… decisero però di optare saggiamente per la prima scelta, sospirando prima di allontanarsi lungo il corridoio, lasciando i due a divertirsi con lo spionaggio:
 
“Secondo te di chi stanno parlando?” 
“Non ne ho idea. Ma non sono affari nostri, meglio starne fuori…”
 
                                                                                    *
 
“Hanno risposto?” 
“Sì, già da un paio di giorni… Ma credo che non abbia ancora aperto la lettera.”
 
“Beh, dovrà farlo… e in fretta. Suo padre mi ha scritto stamattina per chiedermi novità, ma il San Mungo si rifiuta di rivelare informazioni personali.”       Armando Dippet sospirò, guardando fuori dalla finestra mentre, seduto davanti a lui, Albus Silente rimase in silenzio per un istante prima di parlare di nuovo: 
 
“Lo farà, stanne certo. E’ una ragazza che sa il fatto suo, non è stupida. Vuole saperlo anche lei… ma non dev’essere facile, quanto scritto in quella lettera è determinate per lei e per la sua vita.”
“Spero solo che lo faccia in fretta: non possiamo costringerla ovviamente, ma dobbiamo sapere come comportarci. Manca più di un mese al suo Diploma, non può aspettare quel momento per aprirla.”
 
Il Preside sbuffò appena, scuotendo leggermente il capo mentre l’insegnante di Trasfigurazione inarcava un sopracciglio, guardandolo con gli occhi azzurri carichi di curiosità:
 
“Secondo te perché suo padre scrive a noi e non a lei direttamente? Lo fece anche quando Nicholas stava male, se non ricordo male. Hanno deciso di aspettare che fosse più grande per farle fare gli esami, ma avrebbero potuto parlarne direttamente con lei.”
“Non credo che vadano molto d’accordo. E ho la sensazione che Isabella non avrebbe accettato se fosse stato suo padre a dirglielo… non credi?”
“Può darsi. L’importante è che abbia accettato di farsi prelevare del sangue… non resta che sperare che non sia emofiliaca come suo fratello, a questo punto.”

 
                                                                                   *
 
“A cosa stai pensando?”
“A Bella.” 
“Non dirmi che sei ancora offeso per la storia dei baffi!”       Ingrid sorrise, trattenendosi dal ridere mentre invece Oliver sbuffava, scuotendo appena il capo:
“No… penso che abbia qualcosa per la testa, la conosco. Non hai notato che ultimamente sta spesso da sola? Per esempio… ora d0v’è?”
 
“Non ne ho idea, ma se vuole stare da sola dobbiamo rispettarla.”  
 
Ingrid si strinse nelle spalle, mentre Olly teneva gli occhi castani fissi sulla finestra chiusa, pensando alla sua amica. Lui, Ingrid, Dante e Jane erano seduti intorno ad un tavolo in Biblioteca per fare i compiti… o almeno in teoria, visto che Jane si stava effettivamente lamentando con il Grifondoro, che secondo la Tassorosso le impediva di fare i compiti volendo tenerla sulle ginocchia per farsi coccolare.

 
“Jane, non essere cattiva… su, non fare l’egoista.”
“Io non sono egoista, devo fare i compiti! Cosa dirò lunedì alla Hobskin, che non ho fatto i compiti perché uno spilungone voleva le coccole?” 
“Ottima idea, Rod sarebbe fiero di noi!”
Dante sorrise, facendo roteare gli occhi alla ragazza. Di fronte a quella riluttanza il Grifondoro sbuffò, guardandola con un’espressione volutamente offesa dipinta in faccia:

 
“Beh, se mi volessi bene veramente non ti faresti pregare tanto…”
“Ah sì? E se tu mi volessi bene veramente non mi trascineresti a tradimento sui manici di scopa!”

 
Jane incrociò le braccia al petto, lanciandogli un’occhiata da “come la mettiamo” mentre il ragazzo sbuffava:
 
“Ti ho chiesto scusa piccola Jane… volevo solo stare un po’ con te.”
 

“Fidanzatini, finitela di tubare e ascoltatemi… secondo me Bella ha qualcosa che non va. Ma la conoscete, non ne parlerebbe mai apertamente… quindi propongo di pedinarla e scoprire perché ci evita di recente!”
“OTTIMA IDEA! Io ci sono.”
 
Dante sorrise allegramente alle parole di Oliver, improvvisamente piuttosto entusiasta mentre sollevava Jane senza tanti preamboli, prendendola per la vita e mettendola giù dalla sua sedia prima di alzarsi.
La Tassorosso sospirò, passandosi una mano tra i capelli prima di parlare di nuovo, con un tono fermo e che non ammetteva repliche:
 
“Neanche per idea. Voi due non pedinerete Isabella, e non mi trascinerete di nuovo in una situazione del genere!”

 
“Che vuol dire di nuovo? Mi sono perso qualcosa?”     A quelle parole Oliver inarcò un sopracciglio, voltandosi verso l’amico in cerca di spiegazioni Dante annuì ma liquidò il discordo con un gesto sbrigativo della mano, mentre Ingrid assisteva alla scena senza osare intervenire e trattenendosi dal ridere:


“Si, ma eri troppo impegnato a tubare con Ingrid per accorgertene... dopo ti spiego. Dai Jane, lo sai che ti voglio bene, ma non mi puoi fermare. In fin dei conti mi basta darti una spintarella sulla spalla per farti volare per terra."


“Grazie per averlo sottolineato tesoro, ma per mia fortuna sono una strega… e ho diversi modi per fermarvi. E ora che ci penso, devo ancora fartela pagare… quindi…”

 
Jane sfoggiò un sorriso angelico mentre tirava fuori la bacchetta, puntandola verso i due senza nemmeno dar loro il tempo di ribattere. Due secondi dopo Ingrid spalancò gli occhi azzurri, guardando Dante e Oliver con stupore, divertimento e un po’ di incredulità:
 
“Jane! Cosa…. Cosa hai fatto?”
“Rilassati Ingrid, si riprenderanno… sai, Dante continuava a dire che non glie l’avrei mai fatta pagare per lo scherzetto della scopa… ogni tanto è bene mettere le cose in chiaro. Ora, ti va di aiutarmi a finire Incantesimi?”

 
La Tassorosso andò a sedersi di nuovo di fronte alla Corvonero, sorridendole dolcemente come era solita fare… e Ingrid, con gli occhi chiari ancora fuori dalle orbite, spostò lo sguardo dal duo di Grifondoro pietrificati alla ragazza, limitandosi ad annuire con un debole cenno del capo:
“Certo. Ricordami solo di non farti mai arrabbiare.”

 
                                                                              *

 
Ma chi è l’idiota che ha progettato gli scaffali? Non ci arriverò mai!

 
Isabella sbuffò, guardando quasi con odio il libro che era ancora fermo al suo posto… sembrava quasi deriderla perché no, non arrivava all’ultimo scaffale.
Ovviamente in genere era solita Appellare i libri che non riusciva a prender… ma ora che la magia in Biblioteca era vietata, non poteva più farlo, purtroppo.

 
Maledetto libro! Spera almeno di essere interessante, altrimenti farai una pessima fine con tutta la fatica che sto facendo!
 
Isabella si morse nervosamente un labbro, alzandosi per l’ennesima volta in punta di piedi per cercare di prenderlo… ma le dita pallide della ragazza sfiorarono solo la copertina di pelle.
 
Possibile, poi, che nei paraggi non ci fosse nessuno a cui chiedere?
 
A parte, certo, l’individuo che era comodamente seduto alle sue spalle e che non si degnava neanche lontanamente di darle una mano…
 
Aveva anche la sensazione che stesse ridacchiando, ma ogni volta in cui si voltava verso di lui, Antares sembrava perfettamente serio mentre scriveva la relazione per Incantesimi.
 
 
Dal canto suo, Antares Black ricordava di aver fatto di rado i compiti con uno spettacolo tanto divertente davanti… Isabella si era praticamente messa a saltellare sul posto, borbottando a mezza voce insulti contro il libro. Non gli aveva chiesto aiuto in effetti, orgogliosa com’era di rado lo faceva… e probabilmente sapeva che lui sarebbe stato riluttante ad aiutarla.
 
Tenendo gli occhi fissi sulla pergamena, vide la rossa sbuffare prima di allontanarsi a passo svelto, sparendo dietro gli scaffali riservati alle Pozioni… provò quasi una leggera delusione nel vederla sparire: peccato, era stato uno spettacolino davvero divertente.
 
Quando la vide tornare, qualche minuto dopo, Antares dovette mettere a dura prova la sua faccia di bronzo, di solito impassibile: per un attimo si chiese se non stesse avendo le allucinazioni, ma trattandosi di Isabella Burton in effetti poteva anche essere vero…
 
Non riuscì a non sollevare lo sguardo, guardando la Corvonero trascinarsi dietro una scaletta che sistemò davanti allo scaffale, salendoci sopra borbottando che la cavalleria era morta e doveva arrangiarsi.
 
“Sono curioso, devo ammetterlo: dove hai trovato la scala?”
 
“Io sono piena di risorse Antares, cosa credevi? Quando la natura con te è crudele, devi ingegnarti per forza in qualche modo. Eccoti qua, maledetto!”
 
Isabella sbuffò mentre prendeva il libro con stizza, saltando giù dalla scala sotto lo sguardo divertito del Serpeverde:
 
“Beh, se non avessi paura di chiedere aiuto alle persone forse la scala non ti sarebbe servita.”
 
“Io non ho paura di niente! … a parte i serpenti. E comunque, vuoi forse negare di esserti follemente divertito a guardarmi imprecare contro un libro?”
 
 La Corvonero inarcò un sopracciglio, lanciando al ragazzo un’occhiata scettica e guardandolo sorridere leggermente:
 
“No, in effetti no. Tu piuttosto, non negare di essere orgogliosa.”
“Sono orgogliosa solo quando ci sei di mezzo tu… Cambiando argomento, ricordati che stasera tocca a te fare la ronda.”
 
 Antares sbuffò e fece per esprimere il suo disappunto per il dover perlustrare il castello da solo, ma Isabella per una volta lo batté sul tempo, sparendo insieme al suo tanto agognato libro.
 
Mente camminava tra gli scaffali, la Corvonero abbassò lo sguardo sul libro che teneva in mano, sbuffando debolmente: aveva detto di aver paura solo dei serpenti… ma in realtà era spaventata anche da una lettera che teneva ancora chiusa in un cassetto.
 
                                                                                  *
 
“Dimmi che è uno scherzo che hai organizzato tu, ti prego.” 
“No, io non c’entro. Lo giuro! Però è strano, qui hanno vietato di usare la magia ormai…”
 
Antares Black sospirò, passandosi una mano sul viso mentre invece suo cugino cercava di non ridere, reagendo in modo decisamente diverso di fronte alla medesima scena: che diamine ci facevano Dante Julius e Oliver Miller pietrificati nel bel mezzo della Biblioteca? 
 
“Non credi che sia un altro… attacco, vero? In fin dei conti Miller è un Nato Babbano, potrebbe anche essere.”
“Si, è una possibilità… ma qualcosa mi dice che si tratta solo di uno scherzo Ant, rilassati.”

Altair sorrise, guardandosi intorno per un attimo prima di tirare fuori la bacchetta dalla tasca dei pantaloni, mentre Antares osservava i due Grifondoro quasi con aria torva:
 
“Sai, se non fossero suoi amici giurerei quasi che c’è lo zampino di Isabella…”
Altair ridacchiò mentre agitava la bacchetta, sciogliendo non verbalmente l’incantesimo e permettendo così a Dante ed Oliver di riprendere coscienza.

 
Per Merlino… che diamine è successo?” 
“Eravate pietrificati. Possiamo sapere chi è stato? Mio cugino punta su Isabella Burton, io su Elizabeth Abbott…”
 
“Nessuna delle due, ma grazie per l’interessamento.”
 Oliver sbuffò debolmente, lanciando un’occhiata torva in direzione di Dante, quasi a volergli dire che per colpa dei suoi scherzi idioti era rimasti invischiato anche lui nell’incantesimo della sua ragazza.
 
“Davvero nessuna delle due? Strano…”    Altair sorrise, morendo dalla voglia di sapere chi avesse avuto quella brillante idea mentre Dante contraeva la mascella, borbottando qualcosa prima di superare i compagni e allontanarsi:
 
“Scusate, devo andare a parlare con una persona…” 
 
                                                                                     *
 
“Allora, detective… che cosa hai scoperto?”
“La finisci di prendermi in giro una buona volta?”

 
Stephanie rise, sorridendo dolcemente al marito mentre, inginocchiata davanti al camino in salotto, chiacchierava con lui. 
Come al solito di fronte a quell’espressione Regan non riuscì a mantenere il broncio, finendo col sorriderle di rimando e guardandola con affetto:
 
“Scusa, ma sei adorabile Reg… origli persino le conversazioni di Silente e Dippet!”
“Se non altro ora non possono mettermi in punizione. Comunque, grazie alle mie doti investigative credo di aver scoperto che una delle mie studentesse potrebbe avere un grave problema di salute.”

 
“I miei complimenti Detective Carsen, fai invidia a tua moglie da quanto sei deduttivo!”
“Finiscila! Tu e CeCe vi siete messe d’accordo per prendermi in giro per caso?”
 
“No, non lo faremmo mai… perché entrambe teniamo molto a te. Non vedo l’ora di vederti sul serio, Reg.”     Stephanie sorrise e il marito annuì, guardandola con una nota quasi malinconica negli occhi verde-azzurri:
 
“Anche io… Come va il lavoro, tutto bene?” 
“Sì, non stare in pensiero… per le prossime settimane pensa ai ragazzi e basta, poi tornerai e potrai tornare ad aspettarmi sveglio fino alle 3 del mattino e girovagare per tutta la casa, in attesa.”
“Dovrò pur occupare il tempo mentre mi preoccupo per te, no?”

                                                                             *

 
Solitamente cercava sempre di non dare troppo nell’occhio, quando entrava lì dentro… non che ci riuscisse mai, vista la sua considerevole stazza, ma quantomeno ci aveva sempre provato quando andava a trovare di nascosto suo fratello, Jane e Amos.
 
Non quel giorno, però. In quel pomeriggio entrò nella Sala Comune dei Tassorosso quasi a passo di marcia, scrutandone attentamente l’interno per cercare Jane, senza però trovarla…
 
Ignorando gli sguardi puntati con curiosità su di lui il ragazzo girò sui tacchi per raggiungere il corridoio che portava ai Dormitori… del resto ci era già entrato una volta in quello femminile, quando aveva incrociato quel gruppetto di isteriche.

 
Un sorriso gli increspò il volto quando vide, infondo al corridoio, una figura familiare… anche se non era Jane.
 
“Elizabeth?”

La Tassorosso puntò gli occhi scuri su di lui mentre si chiudeva una porta alle spalle, rivolgendogli un sorrisetto quasi come se non fosse per nulla sorpreso di vederlo:
 
“Ciao Dante… cosa ti porta qui?” 
“C’è Jane? Le devo parlare di una cosa.”
“Non saprei. Può essere. Di cosa le devi parlare?”
 
“Immagino che tu già lo sappia, in realtà. Andiamo Liz, c’è è no?”
 
“Scusami Dante, ma non credo che dovresti stare qui… Jane me l’aveva detto che saresti passato, però.”
 
Elizabeth sorrise, trattenendosi dal ridere mentre metteva le mani sulla schiena del ragazzo, spingendolo lungo il corridoio nella direzione opposta, mentre Dante sbuffava e lanciava un’occhiata alla porta chiusa del Dormitorio della fidanzata:
 
“Beh, dille da parte mia che è stato uno scherzo pessimo… ma perché non mi vuoi fare entrare?”
“Jane non è qui, credo che sia in giro da qualche parte…è una bella giornata ed è sabato, magari è uscita. In effetti prima l’ho vista parlare con Ryan Woodstock… magari è ancora con lui.”
 
Elizabeth si strinse nelle spalle mentre il Grifondoro invece sgranava gli occhi, guardandola quasi con orrore:
 
“Cosa c’entra lui adesso? E poi le Tassorosso non dovrebbero essere gentili? Mi state facendo cambiare idea, sai?”

 
“Mai sottovalutare noi tenere Tasse, mio caro Dante… e poi c’è sempre l’eccezione che conferma la regola… chiedi a Black, lui ne sa qualcosa!”
 
                                                                                 *
 
“Ah, eccoti qui!”  
“Ciao… vedo che ti sei liberato.” 
 
Ingrid sorrise, anche di fronte all’occhiata torva che le lanciò Oliver prima di lascarsi sedere su una sedia, accanto a lei.
 
“Lasciamo perdere… credo sia la prima e unica volta in cui devo ringraziare i Black. Comunque… si può sapere perché non mi hai liberato tu?”
“Scusa, ma non potevo andare contro a Jane ed eravate troppo carini, pietrificati! e poi se l’avessi fatto tu saresti andato a ficcanasare su Bella. Forse hai ragione Olly, forse c’è qualcosa che la tormenta… ma se non ne vuole parlare c’è un motivo. Lo farà se lo vorrà, se lo riterrà giusto… so che le vuoi bene, ma lasciamole i suoi spazi. Parlo per esperienza, è meglio così: insomma, anche io ci ho messo un po’ per parlarti di mia madre, no? E l’ho fatto perché mi fido di te.”
 
Per qualche istante il Grifondoro non disse nulla, tenendo gli occhi castani puntati sul pavimento. Ma poi alzò nuovamente lo sguardo sulla Corvonero, annuendo con un debole cenno del capo:
 
“Immagino di doverti ascoltare, tu sei meno impulsiva… Ma l’hai vista di recente?”
“Si, in effetti. E mi ha dato questo per te, visto che non riusciva a trovarti.”
 
Ingrid sorrise, porgendogli un biglietto… vide il Grifondoro sorridere con lieve soddisfazione mentre ne leggeva il contenuto, ma non gli chiese che cosa ci fosse scritto: ad ognuno la sua privacy, come era solita sostenere.
 
                                                                              *
 
 “Eccoti finalmente! Si può sapere perché mi hai pietrificato?”
 
Jane alzò lo sguardo, puntando gli occhi cerulei e opachi su Dante, che era appena comparso davanti a lei e le aveva preso il libro che stava leggendo dalle mani per attirare la sua attenzione.
 
La Tassorosso sorrise, anche di fronte alla faccia per nulla allegra del ragazzo, che per una volta non la stava guardando con occhi adoranti ma con cipiglio parecchio torvo e le braccia conserte:
 
“Ciao! Beh… la vendetta va servita fredda Danny, non lo sai? E poi ti conosco, saresti andato a tartassare Bella.”
 
“Si, beh, non sei stata per nulla carina. Rivoglio il mio dolce zuccherino!”
 
Sorridendo Jane si alzò, anche se la differenza d’altezza tra lei e Dante era comunque considerevole. La ragazza gli mise le mani sulle spalle e, alzandosi in punta di piedi, gli diede un bacio su una guancia, sorridendogli con la dolcezza di sempre:
 
“Io sono il tuo dolce zuccherino, Danny… ma a volte tiro fuori le unghie anche io.” 
Dante sbuffò mentre la circondava con le braccia e dopo un attimo il suo sguardo s’indurì di nuovo, osservandola con aria quasi sospettosa mentre gli veniva in mente un piccolo dettaglio per lui non proprio insignificante:
 
“Ora che ci penso… devi dirmi qualcosa a proposito di Woodstock?”
“Chi te l’ha detto? … Oh, Liz…” 
“Si beh, dimmi cosa ci facevi con lui!”
“Dai Danny, non prendertela… per me è solo un amico, anche se lui…”
 
Jane fece per concludere la frase, ma s’interruppe bruscamente mentre si accorgeva che Dan aveva sgranato gli occhi quasi con orrore:
 
“… anche se lui COSA, esattamente?”
Oh. Quindi Liz non ti ha detto… quello.”
Perché, cosa avrebbe dovuto dirmi?”
 
Dante inarcò un sopracciglio, iniziando a sentire qualcosa ronzargli fastidiosamente nelle orecchie… e all’improvviso gli tornò in mente Rod con le sue allusioni poco velate a qualcuno che, a quanto sembrava, era interessato alla sua piccola Jane.
Intuendo distintamente la sua crescente irritazione Jane fece un passo indietro, iniziando a darsela a gambe e maledicendo la sua lingua lunga:
 
“Sai una cosa… devo andare.”
“Aspetta, prima dimmi cosa c’è tra voi due! JANE, TORNA SUBITO QUI!”
 
 
Intanto, mentre Dante praticamente inseguiva la ragazza per esigere spiegazioni, due Tassorosso erano comodamente sedute su un divanetto, assistendo alla scena quasi con aria divertita:
 
“Fammi indovinare… l’hai fatto apposta.”
 
“Come avrei potuto immaginare che Dante non sapesse della cotta mostruosa che Ryan ha per Jane? E se anche fosse… andiamo, abbiamo bisogno di una scenetta divertente di tanto in tanto.”
 
Aerin si voltò verso la sua migliore amica, rivolgendo ad Elizabeth un’occhiata vagamente scettica, come a volerle dire di prendere in giro chiunque, ma non certo lei: al che Lizzy sbuffò, roteando gli occhi con studiata esasperazione prima di parlare con un tono quasi indignato:
 
“Oh, andiamo! Solo perché ho dato un pugno a Black sono una mezza criminale adesso?”
 

                                                                                   *
 
Aveva percorso quei corridoi a quell’ora decine di volte, ma mai come quella sera.
 
Isabella Burton camminava, avvolta nel silenzio e nell’oscurità quasi totale mentre si avvicinava al Bagno dei Prefetti. Per un attimo si chiese cosa si sarebbe inventata se avesse disgraziatamente incrociato Black, ma con un po’ di fortuna non sarebbe successo… o almeno lo sperava.
 
Tuttavia la Corvonero smise di pensarci quando entrò nell’ampio bagno, accorgendosi con sollievo che Oliver era già lì, seduto sul bordo della vasca vuota.
 
“Ciao…”   Bella si avvicinò al ragazzo, sedendosi accanto a lui mentre il Grifondoro la guardava con curiosità e leggera apprensione allo stesso tempo: gli aveva scritto di incontrarsi lì, chissà che cosa voleva dirgli.
 
“Ciao. Mi dirai finalmente cosa non va? Stai bene?”
“Non lo so. E’ questo il punto Olly… Ieri mi è arrivata questa, dal San Mungo. Ma non l’ho ancora aperta… tu sei più coraggioso di me, no?”

 
Oliver guardò l’amica tirare fuori una lettera dalla tasca della gonna, porgendogliela… e sfortunatamente era vero, c’era il simbolo dell’ospedale fissato sulla ceralacca verde.
Il ragazzo la prese, guardandola quasi con orrore prima di alzare gli occhi sulla Corvonero, che invece li teneva fissi sulla finestra ad arco che ritraeva una sirena dai capelli rossi.
 
“Vuoi… che la apra io? Sei sicura?”
“Sì. Io non ci riesco. Mi hanno fatto degli esami la settimana scorsa Olly, mio padre ha insistito per capire se sono emofiliaca come mio fratello. E’ ereditaria.”

 
Isabella contrasse la mascella, facendo dondolare le gambe nella vasca vuota mentre Oliver abbassava di nuovo gli occhi sulla busta, aprendola con le dita quasi tremanti: non voleva essere lui a darle una notizia del genere… ma la conosceva, e sapeva che se aveva ceduto e aveva messo da parte l’orgoglio per chiedergli una cosa simile, Bella sapeva che non sarebbe riuscita a leggere quelle righe che avrebbero potuto cambiare del tutto la sua vita.
 
“Qualunque cosa dica, Olly… grazie. Sei un vero amico.”

 
                                                                       *

 
Sentendo un lievissimo rumore di passi si era quasi messo a correre, giù pregustandosi il momento in cui avrebbe potuto togliere punti a qualcuno… e anche la reazione della sua cara collega, che di certo avrebbe sbuffato nel sentire che si era persa una scena simile.
 
Quando però svoltò l’angolo, il sorriso sparì dal volto di Antares Black, lasciando il posto ad un’espressione spontanea di pura sorpresa: nel corridoio, al quarto piano, c’era l’ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere.
 
Isabella? Cosa ci fai qui?”

 
Sentendo la sua voce la ragazza quasi sobbalzò, alzando gli occhi azzurri sul ragazzo mentre teneva stretto in mano qualcosa, una lettera.
Antares lanciò una fugace occhiata a quello che teneva in mano ma poi tornò a concentrarsi nuovamente sul viso della Corvonero, sgranando gli occhi per la seconda volta: Isabella Burton piangeva per la prima volta da quando la conosceva.
 
“Ciao Black… avevo voglia di farmi una passeggiata. Vuoi togliermi punti o posso tornare nella mia Sala Comune?”
“No… vai pure. Va tutto bene?”
 
Praticamente sotto shock per averla davanti con gli occhi lucidi e le guance umide non si fermò neanche a chiederle troppe spiegazioni, guardandola accennare un sorriso e annuire debolmente:
“Mai stata meglio. Sai Black, visto che sono in vena e momentaneamente impazzita te lo dico: infondo ti considero quasi un amico.” 
"Ok, stai decisamente male.... Vai in Infermeria, probabilmente hai sbattuto la testa da qualche parte."






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Angolo Autrice:

Buonasera!
Innanzi tutto grazie per i pareri sulla Raccolta, per una volta siete state stranamente super rapide XD  

Tuttavia, visto che mancano un paio di capitoli alla fine, ho un'altra domanda per voi... dopo avervi chiesto qual è il vostro duo preferito, mi piacerebbe sapere qual è l'OC che preferite.

Detto ciò vi saluto, ci sentiamo tra qualche giorno con il penultimo capitolo!


Signorina Granger

 
   
 
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