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Autore: LadyBlack3    02/02/2017    1 recensioni
***STORIA REVISIONATA E CORRETTA***
Due fratelli molto diversi e dai caratteri opposti.
Due fratelli che dopo anni finalmente si rincontrano.
la loro vita cambierà per sempre... o quasi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merope Gaunt, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La visione di Harry

<< Scacco matto, bella! >>
<< non vale, hai barato! >>
<< ti è difficile ammettere di non essere brava in qualcosa eh, Hermione? >>
<< taci, Ron >> lo zittì la strega, vagamente offesa. Lei e il migliore amico Ron stavano giocando a scacchi magici, quando a fine serata arrivò Harry che aveva la solita faccia da funerale. Gli altri due ci erano abituati, dall’inizio dell’anno scolastico la nuova professoressa di Difesa contro le Arti Oscure aveva letteralmente preso di mira il mago con la cicatrice perché non credeva alla sua versione dei fatti riguardo il ritorno di Lord Voldemort avvenuto qualche mese prima. Quella era l’ennesima sera dalla quale Harry ritornava con in bella mostra la cicatrice sul braccio: “non devo dire bugie” ma per lui faceva più male la consapevolezza che, a parte Ron e Hermione, non c’era un solo mago in tutta Hogwarts che gli credeva circa gli eventi del quarto anno. Aveva persino litigato con l’amico Seamus Finnigan per questo motivo.
Harry si sedette sulla comoda poltrona della Sala Grande, non salutò nemmeno Ron e Hermione, ma si abbandonò a riflettere in silenzio, anche se sembrava più che fosse arrabbiato. I due smisero di giocare a scacchi e si avvicinarono all’amico, visibilmente preoccupati per l’orrendo stato del braccio del moro. Hermione iniziò a farneticare ogni tipo di maledizione contro la Umbridge, cosa che non aiutava affatto, anzi… fece innervosire Harry ancor di più.
<< Hermione, per favore! Non servirà a niente insultarla! >> sbottò Harry Potter con gli occhi bassi e assenti.
<< Dillo a Silente almeno >> propose la castana, indignata.
<< Silente ha già altro a cui pensare, lascia perdere >>
<< No che non lascio perdere! Quella becera megera! >>
<< Hermione, calmati. Harry ha ragione, il preside in questo periodo è molto impegnato, fin troppo direi. Avete notato che non si fa vivo dal discorso di inizio anno? >> si intromise Ron, aprendo una parantesi parecchio delicata per il giovane Harry. In effetti aveva notato un certo distaccamento da parte del preside nei suoi confronti, specialmente quando scoprì l’esistenza dell’organizzazione dell’Ordine della Fenice per il quale Silente non lo avvisò e nemmeno si fece vedere per tutto il tempo.
Ripensandoci, Harry scacciò quel pensiero fastidioso. Non aveva voglia di discutere su quella particolare questione, anche perché era stanco e più tardi sarebbe andato a dormire.
Visto però che voleva stare da solo per riprendersi dal nervosismo, il giovane mago si alzò di scatto dalla poltrona e si diresse verso il dormitorio maschile dei Grifondoro. Si liquidò con un semplice “buonanotte” per poi scomparire lungo le scale che portavano alla sua stanza. Ron e Hermione si fissarono per qualche secondo, a loro non piaceva vedere Harry così giù, non essere avvisato dell’Ordine e per di più tutta la scuola contro di lui non giovava al suo stato d’animo.
Harry percorse il corridoio che lo separava dalla sua stanza, l’espressione sempre arrabbiata, in fondo condivideva la stanza con Seamus e il solo pensiero di doverselo ritrovare davanti gli faceva ribollire il sangue.
Harry arrivò alla porta e allungò il braccio per abbassare la maniglia quando all’improvviso lo sentì: un formicolio alla fronte che lo destò dal mondo che lo circondava. Ora non vedeva più il corridoio buio del dormitorio, ma sprazzi confusi di visioni. Stranamente non avvertiva molto dolore però le immagini che vide lo disorientarono al punto che fu costretto ad accucciarsi sul muro. Quello che gli si parò davanti non lo riteneva possibile, invece era reale: una piccola figura dalla voce innocente che richiamava incessantemente la sua attenzione. Piano piano Harry poté distinguere i tratti infantili della figura, era una bambina bionda e bellissima, gli occhi verde spento e in quel momento sembrava stesse chiedendo qualcosa. La voce non era ben definita e l’immagine sfumava ogni tanto, cosa che gli rese possibile constatare la presenza di più persone nella visione. Non poteva certo dire chi fossero, tutto era troppo confuso, ma sentì distintamente la lieve vocina della bimba mentre chiamava: “Tom, Tom!”.
Non ebbe modo  di sentire nient’altro perché l’immagine sfocò non appena la ragazzina iniziò a correre verso di lui, poi il buio. Harry aprì lentamente le palpebre, confuso come non mai, e si ritrovò il viso di Ron piantato davanti.
<< Harry stai bene? Cosa è successo, ti fa male la cicatrice? >> disse il rosso che era appena arrivato, scuotendo l’amico per farlo riprendere dal suo stato di trance.
<< n-no io… cioè sì ma… >> balbettò Harry ancora stordito, massaggiandosi la fronte.
<< insomma, sì o no? >> si spazientì Ron.
Il moro non rispose subito, per prima cosa si alzò e cercò di riprendersi. È possibile che ha visto veramente quello che ha visto? Era sul serio una bambina quella lì, o aveva avuto un’allucinazione? Ma la cosa che lo fece più rabbrividire in assoluto era che durante tutta la visione lui si sentiva in un certo senso come un’altra persona, ma non una qualunque, bensì Voldemort… non capiva più nulla, niente aveva senso. Poi, oltretutto, cosa ci faceva una ragazzina così piccola nello stesso luogo in cui si trovava Lord Voldemort? Le domande erano troppe e gli scoppiava la testa. Sapeva soltanto che doveva raccontare tutto a Ron, lui doveva sapere.
<< vieni con me >> fu l’unica cosa che riuscì a dire. Ron seguì Harry nella loro stanza facendo attenzione a non svegliare i loro compagni. Si sedettero sul letto del Potter e Harry gli raccontò sottovoce cosa aveva visto in quei pochi istanti. Ron lo ascoltava molto attentamente e con gli occhi sbarrati, praticamente pendeva dalla sue labbra. A ogni parola lo stupore aumentava ma anche lo sconcerto.
<< Harry, dobbiamo dirlo a Silente! >>
<< cosa? No, non se ne parla. Probabilmente sarò visionario >>
<< visionario? Harry ma ti senti quando parli? E se la bambina fosse stata fatta prigioniera? >> insistette Ron.
<< no, Ron. Non è una prigioniera… >>
<< e tu che ne sai, come puoi saperlo? >>
<< …lo so e basta >> spiegò Harry, quasi inconscemente << senti, fidati non le farà niente… >> e mentre parlava, si chiedeva da dove gli venivano quelle parole.
Dopo tale frase, Ron si rassegnò: << già… forse hai ragione, erano veramente allucinazioni >> guardò Harry come se fosse pazzo per poi andare nel suo letto a dormire. Lasciò Harry da solo a farlo riflettere. In effetti non aveva torto, era strano che il suo acerrimo nemico, famoso per la sua malvagità e odio, avesse lasciato in vita una bambina per lui inutile. Solo che lui aveva provato qualcosa. Nella visione poteva percepire le emozioni del signore oscuro, e se di solito egli provava odio e rancore, questa volta era diverso. Era calmo e sembrava che provasse, Harry non voleva chiamarlo amore perché era esagerato, però se doveva misurarlo in livelli di amore, poteva dire di aver percepito un barlume se non una piccolissima scintilla di affetto… cosa che in Voldemort era troppo.
Lasciati stare questi ragionamenti, Harry si lasciò sprofondare nelle coperte e dopo pochi minuti si addormentò. Chissà cosa avrebbe detto Hermione non appena il giorno dopo lo avrebbe raccontato anche a lei…
 
Il giorno successivo Harry aveva la testa un po’ scombussolata, essa sembrava dovesse esplodere da un momento all’altro per via di tutto ciò che aveva visto la sera prima. Decise di confessarsi anche ad Hermione perché riteneva giusto che dovesse sapere i fatti così come Ron, ma sapeva altrettanto che l’amica gli avrebbe dato un sacco di raccomandazioni sul fatto di dire tutto al preside e tutte quelle cose lì.
Harry era ancora un po’ irritato per la punizione scontata nell’ufficio della Umbridge tuttavia cercò di dimenticare, doveva concentrarsi sulla faccenda della bambina. Per quanto ci provasse non riusciva a trovare una risposta plausibile in merito alla presenza di una ragazzina nel luogo di rifugio di Voldemort. Fu la prima volta che sperò di avere di nuovo quel doloroso pizzicolìo alla cicatrice, solo per sapere cosa stava succedendo.
Più tardi raggiunse Ron e Hermione in Sala Grande per fare colazione, il rosso era già a tavola che si strafogava di salsicce e bacon fritto mentre Hermione leggeva la “Gazzetta del Profeta” con un’espressione corrucciata in volto.
<< Buongiorno >> li salutò Harry per poi sedersi a mangiare. Di risposta Harry ricevette un cenno della testa da parte di Ron, sembrava che si fosse dimenticato della conversazione fatta con Harry poche ore prima.
Hermione si limitò invece a guardarlo e sussurrare un debole “ciao” finendo col riposare lo sguardo sul giornale.
<< Non ci posso credere. Non ci credo! >> esclamò d’improvviso la castana facendo sussultare i due amici.
<< Trovato qualcosa di interessante? >> le chiese Ron con la bocca piena.
<< Sì… guardate >> Hermione diede il giornale a Harry e insieme a Ron lesse la notizia in prima pagina. La foto animata di Caramel era in bella mostra.
<< il ministro nega in tutti i modi che Voldemort sia risorto! >> rivelò Hermione indignata.
<< Non è una novità, il Ministero della Magia si è schierato contro Harry fin dall’inizio… è come se avessero paura di un eventuale ritorno del Signore Oscuro >> spiegò Ron sempre masticando << per questo hanno mandato qui la Umbridge, si stanno intromettendo negli affari di Hogwarts >>.
Harry non voleva iniziare la giornata in quel modo, l’argomento ormai gli stava sullo stomaco come un macigno e non aveva intenzione di appesantirlo ancor di più, così non aprì bocca e non proferì parola fino al momento in cui Hermione non chiuse la Gazzetta del Profeta e non lo mise via. Menomale, pensò Harry, non gli andava di vedere la faccia di Caramel un secondo di più dopo il processo di fine Agosto.
Dopo che Ron ed Hermione finirono di  creare congetture sul comportamento di Caramel, Harry parlò: << Hermione io… devo dirti una cosa >>
Hermione lo guardò stranita: << Oh emh… dimmi, cosa c’è? >> chiese lei con evidente interesse.
<< in privato >> precisò Harry lanciando al rosso uno sguardo complice.
 
<< COSA??!! >> l’eco dell’urlo della giovane strega si sentì per diversi secondi tanto era forte.
Harry aveva raccontato tutto quello che gli era successo e la questione della bambina, immaginava che l’amica avrebbe reagito in questo modo e infatti si era già preparato a tale evenienza.
<< Harry, ti rendi conto di ciò che mi hai detto?? Santo cielo, questa cosa è gravissima! Chissà cosa faranno a quella povera bambina… Harry dobbiamo dirlo a qualcuno! Magari a… >> partì a raffica la castana ma il moro la interruppe bruscamente: << no >>.
Hermione non credeva alle sue orecchie, per lei la questione era fin troppo seria.
<< Ma cosa dici! E-e se le faranno del male?? >>
<< mi ha chiesto la stessa cosa Ron e io ti rispondo ugualmente che secondo me è molto improbabile >> rispose Harry risoluto.
<< Ti rendi conto di quello che stai dicendo?? Se veramente la bimba è con lui dubito fortemente che la lasci in vita! Harry… dobbiamo dirlo a Silente! >> disse Hermione.
<< No. Non dobbiamo dire niente, Hermione, chiaro? Non penso nemmeno che sia una vera visione! >> Harry iniziò a scaldarsi, doveva convincerla a non proferire parola con nessuno, tantomeno con il preside.
<< io invece penso che sia vera! Harry, Tu-sai-chi si sta impadronendo della tua mente, ultimamente i sintomi stanno diventando più forti >>.
<< Hermione, promettimi che non racconterai della visione a Silente, ti scongiuro >> tagliò corto, Harry.
Hermione ci pensò su per un po’ ma alla fine lo accontentò, però in cuor suo sentiva che non stesse facendo la cosa giusta.
 
Nel frattempo a villa Malfoy tutto scorreva tranquillo, niente lasciava trasparire alcun sospetto. L’aria cupa era la solita di sempre se non l’aggiunta di qualche spruzzata di nebbia nei dintorni che faceva sembrare la dimora una casa fantasma.
Merope era seduta su un divanetto a faccia in giù con i capelli che toccavano il pavimento, si stava annoiando a morte perché nessuno le faceva compagnia, certo i Mangiamorte non erano esattamente i compagni di gioco ideali per lei ma in quel momento era disposta a tutto pur di passare un pomeriggio decente. Per giunta fuori non poteva neanche giocare per il freddo.
Incrociò le braccia e mise il broncio, forse doveva aspettare che tornasse il fratello e magari stare un po’ con lui, anche se dubitava avrebbe acconsentito così facilmente. I seguaci di Voldemort si trovavano in un’altra stanza ma Merope non si accorse, nemmeno dopo aver iniziato a canticchiare in preda alla noia, che un Mangiamorte era venuta da lei, o meglio, una Mangiamorte.
I capelli ribelli di Bellatrix nascondevano la maggior parte del suo viso magrissimo e scavato, il quale accompagnava un’espressione di totale disappunto. Merope la vide sbucare all’improvviso, così smise di canticchiare e si sistemò per bene sul divano.
<< Emh… >> fece Merope non sapendo che dire << c’è qualcosa che non va? >>
Non ricevendo alcuna risposta, la bambina la guardò curiosa per qualche istante per poi alzarsi lentamente dal divano e camminare in punta di piedi facendo finta di niente come se temesse che la donna fosse in procinto di esplodere in una sfuriata.
<< Dove pensi di andare, mocciosa?? >> Merope si bloccò di colpo e con il cuore che le martellava in petto sperava con tutta sé stessa che Bellatrix non la cruciasse, dal tono della voce, infatti, pareva arrabbiatissima.
<< S-sto andando i-in cucina… >> la bimba faticò a recitare la parte, deglutì un grumo di saliva e con tutte le sue forze cercò di far smettere il suo tremore alle gambe.
<< Ah, davvero?.... >> disse Bellatrix, sospettosa << ma non sai che la cucina è dall’altra parte?? >>
Merope diventò rossa come un peperone: << Oh… s-sul serio? Sono proprio un caso perso… >> fece una risatina nervosa e spiccò una corsa verso la direzione opposta mentre pensava “che figuraccia…” col viso che aveva cambiato colore in porpora. Il suo desiderio era quello di sfuggire alla giovane strega ma purtroppo le cose andarono diversamente: << Hey, vieni subito qui! >> l’aveva chiamata la mora.
<< Oh no… >> si disperò Merope una volta interrotta dalla sua “fuga”, così tornò indietro letteralmente spaventata, quella donna le faceva molta paura << C-che cosa c’è? >> chiese la bambina, gli occhi rivolti verso il basso.
<< Gradirei essere guardata in faccia quando ti parlo! >>.
Merope sospirò profondamente ed ubbidì. Le loro iridi si incrociarono e la biondina notò che gli occhi neri pece di lei scintillavano di irritazione.
La strega più grande cominciò a girare attorno a lei a grandi passi: << allora, mocciosa… >> sputò queste parole come se la sua bocca le rifiutasse. Merope, dal canto suo, voleva sprofondare ma allo stesso tempo non capiva il perché di tutto quel disprezzo nei suoi confronti << mi devi ancora spiegare come cavolo fai a conoscermi >> concluse Bella con le braccia conserte fermandosi proprio di fronte a lei.
Merope ci mise un po’ a rispondere: << Ecco… n-non so come spiegartelo, sai? È… complicato… >> detto questo guardò la mora aspettandosi una sfuriata da un momento all’altro.
<< COME, “E’ COMPLICATO”??! >> gridò talmente forte da far sobbalzare e cadere Merope sul sedere, tanto se lo aspettava, ma non poteva mica  raccontarle la verità, di certo non avrebbe capito.
<< Io pretendo che tu me lo dica! Come fai a conoscermi se io sono nata dopo la tua presunta morte?? >> Bellatrix gridava come una isterica e Merope la guardava senza sapere cosa fare, non era nemmeno sicura di uscire viva da quella situazione.
<< Ma cosa sta succedendo qui?? >> intervenne una voce sottile e impaurita.
<< Codaliscia, tu non c’entri niente! Non impicciarti, chiaro?? >> sentenziò Bellatrix al servo di Voldemort.
Il piccolo uomo indietreggiò alle parole di Bellatrix, ma non appena i suoi occhietti acquosi si posarono sulla bambina subito capì: << Bellatrix, p-perché la stai rimproverando?? >> disse lui eccessivamente terrorizzato.
<< Ti ho già detto che non sono affari tuoi! >> gli rispose la strega, scortese.
<< Ma sei impazzita?? Rischi di farti scoprire dall’Oscuro Signore! >> spiegò scandalizzato, Codaliscia, il quale scostò bruscamente Merope dalla visuale di Bellatrix.
Merope non aprì bocca, osservava passiva la scena tra Bella e Peter Minus mentre discutevano.
<< Figurati se al mio signore importi di una pulce insignificante come lei! >> la faccia della bimba traspariva tutto il suo disappunto per le parole di Bellatrix.
<< Io non sono una pulce insignificante! >> si oppose Merope.
<< Silenzio, mocciosa! >> e uscì la sua bacchetta << se non mi dici la verità userò la Maledizione Cruciatus su di te e credimi se ti dico che te lo ricorderai tutta la vita! >> disse la mora minacciandola.
A quel punto, Merope approfittò dell’occasione per ribattere: << Beh, non credo che Voldemort apprezzerebbe il tuo gesto!… >> disse, fulminandola con lo sguardo, l’altra rimase sbigottita e la sua faccia divenne violacea.
<< Tu, mocciosa!... Osi pronunciare il suo nome! >> Bella ricambiò l’occhiataccia, furiosa come non mai.
<< Insomma, ora basta! Sembrate due bambine! >> cercò di farla finita, Codaliscia.
<< Ma io sono una bambina! >> Merope si rivolse a all’uomo-ratto, il quale era sul punto di scoppiare.
<< E’ lei che mi odia >> continuò indicando l’altra con l’indice << ma io non le ho fatto niente! >>
Codaliscia era esasperato, non ce la faceva più a sentirle ed era sicuro che non sarebbe stato in grado di sostenere oltre. Poco ci mancava che Bellatrix non le lanciava un Incantesimo senza Perdono.
<< Allora puoi cortesemente dirmi come fai a conoscermi?? >> le chiese per l’ennesima volta, irritata.
Merope non ci vide più ed esplose, dimenticandosi della paura iniziale e delle buone maniere, la bambina digrignò i denti e si sfogò: << ti ho detto che è complicato! Sei sorda per caso??! >>
Codaliscia sgranò gli occhi, di solito Merope era molto tranquilla e amava giocare, l’atteggiamento nei confronti di Bellatrix lo stupì e non poco.
Ma ora le cose si stavano mettendo male, la situazione stava degenerando e Codaliscia pensò bene di indietreggiare e andarsene da lì. Solo quando si girò si accorse che dei Mangiamorte avevano fatto capolino dall’ingresso della stanza. Tutti si chiedevano il perché di tutto quel fracasso.
<< Bellatrix! Cosa stai combinando?? Ti ricordo che abbiamo un lavoro da portare a termine! >> la interpellò Lucius, vedendola guardare male la bambina.
Bella vide il gruppo incuriosito di Mangiamorte ma non rispose subito alla domanda, piuttosto lanciò un’occhiata di veleno a Merope, subito ricambiata, e raggiunse i suoi compagni limitandosi a dire: “non finisce qui!”.
Con grande felicità di Merope, la more lasciò la stanza con gli altri, ancora interessati all’evento.
L’unico a non essersene andato fu Codaliscia, molto preoccupato di tutto ciò, se Bellatrix non sarebbe riuscita a trovare un modo per andare d’accordo con la sorella di Voldemort, le cose sarebbero andato piuttosto male.
Scacciò dalla mente tale evenienza e finalmente se ne andò anche lui, lasciando Merope da sola con l’affanno per il litigio avvenuto.
A lei i Mangiamorte stavano antipatici, specialmente Bellatrix che da quando era arrivata non faceva altro che trafiggerla col suo sguardo nero. Eppure Merope non le aveva mai fatto niente di male, evidentemente è stata antipatia a prima vista.
La strega contemplò il vuoto ancora un po’, poi si sedette di nuovo sul divano a braccia incrociate. Sospirò per calmare il cuore che batteva forte come un tamburo per l’agitazione a causa della discussione con Bellatrix.
<< Nagini? >> Merope vide il rettile solo in quel momento, sbucò da dietro il divano e sibilò alla ragazzina.
<< sei stata lì e hai sentito tutto, vero? >> chiese lei riacquistando un po’ di felicità. Sorrise al serpente mentre l’enorme animale drizzò la testa verso la piccola << dai, vieni qui >> invitò. Però Nagini non si mosse, al contrario la guardava facendo uscire di tanto in tanto la sua lingua biforcuta.
Allora Merope comprese, infatti ripeté la frase in Serpentese e l’animale domestico di Lord Voldemort strisciò da lei molto lentamente e poggiò la testa sulle sue ginocchia, come se volesse essere accarezzata.
Merope la accontentò e iniziò a grattarle la testa e carezzarle il resto del corpo liscio.
<< Mmh… tu sì che mi capisci fratel-… emh, volevo dire, Nagini >>.
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Ma salve amiche/i! :D Vi sono mancata? *coro di grilli*
Lo so, lo so, non mi faccio viva da tre mesi. Ma non è colpa mia T-T sono quei dannati compiti che sono troppi! Sigh.
Merope: è inutile che piangi, non hai scuse u.u
Io: Eccerto -__-‘’
Veniamo a noi vah, finalmente abbiamo avuto il piacere di incontrare il nostro golden trio, ma Hermione riuscirà a mantenere il segreto di Harry?
E Bellatrix perché ce l’ha tanto con la piccola Merope? Mah… chissà xD
Mi sono divertita tanto a scrivere la parte della loro litigata che non sono nemmeno sicura se sia uscita bene, e già che stiamo non so se ho scritto bene TUTTO il capitolo.
Merope: il tuo livello di autostima è impressionante…
Io: Buongiornissimo, Kaffèèèèè????? :D
Merope: niente, l’abbiamo persa.
Ahahahahah beh, fatemi sapere voi nelle recensioni se questo capitolo è passabile, e soprattutto vi chiedo scusa per il mio stra ritardo ma purtroppo la scuola mi ha consumata. Stupida scuola!
Baci :***
   
 
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