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Autore: hawkingbirdx    05/02/2017    0 recensioni
Chloe Greene è leader di un campo di sopravvissuti all'apocalisse. Ci troviamo in Georgia, ad alcuni chilometri da Atlanta, più precisamente ai piedi di un bosco. La locazione del Campo della Speranza, così chiamato dai bambini, è all'interno di un ex campo d'addestramento militare. Ma si sa, quello della Greene non è l'unico gruppo sopravvissuto, e con un caratteraccio come il suo è facile farsi dei nemici... — — — personaggi inventati ma ispirati alla serie tv The Walking Dead.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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chapter three ; ;


Mancavano ancora alcune ore all’alba, la pallida luce lunare filtrava attraverso l’unica finestra squadrata presente nella stanza. Chloe era sveglia, la fronte ricoperta da una sottile patina di sudore, le labbra sottili e secche tremavano. Aveva avuto un altro incubo, il secondo quella notte. Aveva rivissuto l’incidente che aveva portato Lizbeth alla cecità, soltanto che, questa volta, non era riuscita a salvarla in tempo. Quasi ogni notte Chloe doveva fare i conti con il proprio inconscio, con tutto ciò che, davanti a tutti, si premurava di nascondere dietro ad una maschera di durezza ed incrollabile sicurezza. Di notte, in quella piccola stanzetta dove nessuno poteva vederla e sentirla, Chloe poteva sfogarsi e permettersi di piangere, di avere un incubo, di essere una persona normale, spaventata da tutti gli avvenimenti degli ultimi tempi.
Non ci volle molto, per la Greene, comprendere che non sarebbe tornata a dormire. Nonostante fosse ancora intontita dalla stanchezza, si alzò imprecando sottovoce, poggiando i piedi nudi sul pavimento gelido. Un brivido corse lungo la spina dorsale della donna, che scrollò le spalle e si avvicinò al cassettone che, assieme al letto e ad uno specchio, erano gli unici arredamenti della spoglia ed umida stanza. Dal primo cassetto, Chloe ne estrasse una bottiglia di gin ed un bicchiere di plastica. Non era il massimo bere alle quattro del mattino (o erano le tre? Chloe non sapeva distinguere bene le ore da quando il tutto era iniziato) ma cos’aveva di meglio da fare? Tornare fra le braccia degli incubi che l’avrebbero sopraffatta ancora una volta?
 
« No grazie. » il suo fu poco più di un sussurro, seguito dallo scrosciare dell’alcolico all’interno del bicchiere. Chloe lo ingerì tutto d’un sorso, gustandosi il bruciante gusto del gin che scendeva lungo la gola, dritta nello stomaco vuoto.
La mano libera andò ad appoggiarsi al muro , la testa s’abbassò sino a che il mento fu quasi appoggiato al petto. Ai lati, Chloe poteva vedere i capelli incrostati di sangue e sporcizia. Aveva proprio bisogno di una doccia. Ma cosa sarebbe importato? Di lì a poche ore sarebbe andata dritto incontro alla morte e avrebbe portato con sé i suoi uomini.
Non sarebbe sopravvissuta a Gabriel, non questa volta, non dopo tutto quello che era successo.
Aveva sperato tanto che quella testa di cazzo semplicemente la smettesse di stuzzicarla, di aizzarle contro i suoi stessi uomini per la politica di tolleranza che stava esercitando verso di lui, ma lui era conosciuto per essere un uomo amante del pericolo, che non per nulla si perdeva uno spettacolo del genere. Chloe era arrivata allo stremo. Una volta arrivata al suo campo, probabilmente gli avrebbe ficcato su per il culo la sua stramaledetta mazza da baseball prima di beccarsi una pallottola in fronte. Ma ne sarebbe valsa la pena, no?
La Greene alzò il capo, adagiando il bicchiere di plastica vuoto accanto alla bottiglia di gin ancora aperta. Quella a venire, sarebbe stata una lunga giornata.
 
 
 
« Oh, andiamo bellezza. Vuoi dirmi che quando torno non mi offri nemmeno… non so, un bicchiere d’acqua pulita? »
« Finiscila, Jake. So bene dove vuoi arrivare, puoi scordartelo. Ho di meglio da fare che farmi abbindolare da un idiota. »
 
La giovane donna dai capelli color fuoco fulminò con lo sguardo il povero Jake, che sospirò teatralmente, prima di andarsene impettita. Oscar, che aveva assistito a tutta la scena, si avvicinò all’amico, cercando di consolarlo con una pacca sulla spalla. Comunque, si vedeva lontano un miglio che stava per scoppiare a ridere.
 
« Dai, amico, non prendertela. La prossima volta andrà meglio. »
« Ci credi se ti dico che non scopo da due settimane? Sto dando di matto, non capisco perché diavolo le donne non cadono ai miei piedi. Le mie tecniche di seduzione sono perfette, prima dell’Apocalisse avevo — »
« D’accordo, d’accordo, non cominciare. Sappiamo tutti che avevi più ragazze nel tuo letto in un giorno che paia di calzini nel cassetto. Questa storia l’avrò sentita diecimila volte. » Charles, presente soltanto per seguire le direttive di Chloe per il campo durante la loro assenza, si inserì nella conversazione poco dopo.
« Non sei affatto divertente, Charlie! »
« … non chiamarmi così. »
« Così come? Charlie? »
« Non ti ci mettere anche tu, Oscar. Ho delle informazioni compromettenti su di te, non ti conviene farmi arrabbiare. »
« Informazioni? Uh, di che genere di informazioni parliamo? »
« Quando avete finito di fare le vecchie pettegole venite alla jeep. E nessuna di queste puttanate durante il viaggio o vi getto in pasto agli walkers. »
 
Chloe ci mise pochi istanti a smorzare l’entusiasmo. Perfettamente sveglia e vestita per l’occasione, passò accanto ai tre uomini, urtando non troppo accidentalmente la spalla di Jake. Neela e Kara, pochi metri più in là, risero. Jake le fulminò con lo sguardo.
 
« Che avete da ridere? »
« Accidenti, il buongiorno si vede proprio dal mattino. » ribatté sarcastica Neela, cominciando ad incamminarsi assieme agli altri verso la jeep che il gruppo avrebbe utilizzato per il viaggio.
Chloe stava caricando le ultime armi e provviste. Era visibilmente di cattivo umore. Più del solito, s’intende.
 
« Nottataccia, eh? » azzardò Kara dopo poco, guadagnandosi un’occhiata velenosa da parte della leader che, tuttavia, tacque.
« Uhm… hai notizie su Queenie e Kane? » il tentativo di Oscar di rendere l’atmosfera meno imbarazzante riuscì. L’attenzione verse su Charles, che si schiarì leggermente la voce.
« Queenie sembra essere stabile ma è ancora in pericolo di vita, Kane ha detto che sono stati colpiti gli organi vitali. Lizbeth e Dimitrij hanno lavorato senza sosta e la tengono costantemente monitorata. » un sospiro pesante da parte di Chloe, che si mise davanti al volante. Jake imprecò, Kara scosse la testa e seguì Chloe all’interno della jeep.
« Speriamo in bene. » disse solamente, prima di fare cenno a Charles di avvicinarsi. Gli altri stavano entrando all’interno dell’auto quando Charles la raggiunse. Chloe abbassò la voce.
 
« Terry è bravo ad occuparsi di queste cose ma ha un figlio piccolo che ha appena perso la madre a cui pensare. Lizbeth deve prendersi cura dei nostri, confido in te e nella tua capacità di non mandare tutto a puttane in tre giorni. Se all’alba del quarto giorno non saremo tornati, prenderai tu il comando e verrai affiancato da Terry e Lizbeth. Queste persone hanno bisogno di stabilità, di un leader forte e che sappia guidarli attraverso l’oscurità. Sai bene che ripongo in te massima fiducia, non farmene pentire. » Chloe lanciò uno sguardo penetrante a Charles, che annuì solennemente.
« Sissignora. Stai attenta là fuori, Chloe. Quell’uomo non ha pietà. »
« Non ce l’ho neanch’io. » la Greene ghignò prima di salutare un ultima volta Charles e chiudere lo sportello dell’auto. Il cancello venne aperto e la jeep lo attraversò rapidamente, immettendosi nel sentiero che serpeggiava nella foresta prima di raggiungere la strada.
Charles li guardò partire, guardò i suoi amici andare dritti nelle braccia della morte, e sospirò. Scosse il capo e dando ordine di chiudere il cancello con un colpo secco della mano.
 
 
 
« Qual è il piano? »
 
I primi dieci minuti di viaggio erano trascorsi in un tranquillo silenzio, spezzato soltanto dal rombo del motore della jeep e dall’occasionale sibilo della katana di Kara che tagliava la testa a qualche walker di passaggio. Chloe era immersa nei suoi pensieri, le labbra ridotte ad una linea dura e sottile. Quando Jake parlò, non staccò lo sguardo dalla strada, si limitò a stringere il volante.
 
« Ce ne preoccuperemo quando saremo là. » Oscar tentò di riportare il clima di poco prima, notando il nervosismo di Chloe. Tuttavia, poco dopo, la Greene si voltò per qualche istante in direzione di Jake.
« Entriamo dalla porta principale, attiriamo il bastardo e gli pianto una pallottola sulla fronte. Voi scappate prima che i suoi cagnetti vi prendano e tornate al campo. » il suo tono era spaventosamente tranquillo, tanto che persino Neela, solitamente disinteressata quando Jake tentava di irritare Chloe, alzò lo sguardo.
« Cosa? » Kara era attonita, tanto che per poco non le scivolò di mano la katana. Chloe rimase impassibile, guidando.
« Stai scherzando. »
« Ho la faccia di una a cui piace scherzare? »
« Non puoi morire, dannazione. Ci sono delle persone che contano su di te. Loro… »
« Come pensi possa finire? Non esiste conversazione con quel figlio di puttana. » Chloe strinse i denti, prendendo una svolta a destra. Oscar si sporse verso la leader a denti stretti.
« Ferma questa cazzo di macchina. » e Chloe frenò. I quattro vennero sbalzati in avanti. Chloe, irritata, uscì dall’auto, seguita a ruota dai suoi fidati poco dopo. Sui loro volti v’era pura indignazione, rabbia, delusione perfino.
 
« Chloe non dire puttanate. Non puoi semplicemente ucciderlo, ti faranno a pezzi. Non abbiamo bisogno di una martire ma di un leader. » Neela non aveva peli sulla lingua.
« Non voglio diventare una cazzo di martire, maledizione. Voglio far fuori quello psicopatico una volta per tutte. Ne abbiamo già discusso. »
« No, in realtà. » obiettò Jake, incrociando le braccia al petto. Chloe sospirò pesantemente.
« Non siete qui per discutere i miei ordini ma per eseguirli. Cosa vi ho detto quando avete accettato di affiancarmi? »
« Non me ne frega un cazzo! » Oscar era fuori di sé, il che era inusuale per lui, sempre pronto a metter pace e a tenere sotto controllo la situazione. Chloe lo afferrò per la collottola, sbattendolo contro la portella della jeep. Oscar mantenne il contatto visivo, mascella contratta.
« Stai attento a come parli, non ho chiesto la tua cazzo di opinione ma di eseguire i miei ordini. Sono stata chiara? »
« Non puoi farlo, non sarebbe vantaggioso. Morto Gabriel prenderebbero il potere Simon o Dwight. E, in quel caso, raderanno al suolo il nostro campo e uccideranno tutti noi. Non ci hai pensato? » Kara afferrò Chloe per le spalle, allontanandola da Oscar che si tastò il collo.
« Da quando provate tutto questo affetto per me? » Chloe sputò a terra, guardando i suoi fidati indignarsi ed arrabbiarsi. C’era qualcuno veramente capace di amarla, oltre a sua figlia?
« Chloe, sei una gran testa di cazzo, questo lo sanno tutti, ma ti vogliamo bene. Se siamo tutti vivi è grazie a te. Non ha senso morire in questo modo. » la voce di Jake era quasi dolce.
 
Chloe decise di sorvolare sull’offesa, grugnendo. Avevano ragione. Come diavolo le era venuta in mente questa idea? Lei, la fredda e calcolatrice leader, voleva suicidarsi per… ancora una volta aveva permesso ai sentimenti di prendere il sopravvento. Sbuffando, la Greene si passò una mano fra i capelli, guardando in cagnesco i quattro.
 
« Avete ragione. » disse semplicemente, e le parve quasi di sentire dei sospiri di sollievo.
« Grazie a Dio, ora vogliamo elaborare un piano o dobbiamo farti da babysitter ancora una volta? » Neela sogghignò, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Chloe.
« Ho già delle idee. »
 
Il viaggio per raggiungere il campo dei Saviors — così gli piaceva farsi chiamare — , non fu troppo lungo. Chloe seppe di essere arrivata quando vide dei mastodontici cancelli alla fine della strada. A pochi metri da esso, venne fermata da due sentinelle con dei fucili puntati sulla jeep. Con le mani alzate, Chloe uscì dall’auto, fissando quella sulla torretta di sinistra.
 
« Voglio parlare col figlio di puttana che gestisce questo posto. » abbaiò lei, lasciando attoniti i due per qualche momento.
« Prima di domani, possibilmente. »
 
I due si consultarono silenziosamente, finché quello di destra non scese dalla torretta e corse all’interno di un edificio. Dietro al cancello si era raggruppato un gruppo di curiosi. Nel frattempo, Neela, Kara, Oscar e Jake erano usciti dall’auto e si erano posizionati dietro a Chloe, le armi a portata di mano.
L’attesa fu snervante, Chloe aveva la mascella serrata e batteva rapidamente l’indice sull’impugnatura del machete.
 
« Chi abbiamo qui? » lo udì ancor prima di vederlo, una voce tonante e raschiante.
Il cancello si aprì rapidamente e da dietro di esso ne uscì Gabriel, mazza da baseball avvolta da filo spinato nella spalla destra, giacca di pelle e barba brizzolata. Chloe si irrigidì, trattenendosi a malapena dal saltargli addosso e spaccargli la faccia.
 
« Ah! » pronunciò Gabriel, facendosi avanti e ridendo di gusto. Chloe non fece lo stesso. Rimase ferma a tenere a bada la propria rabbia.
« Chi l’avrebbe mai detto che la mia cara mogliettina sarebbe venuta a trovarmi? »
 

author corner ; ; 

finalmente sono riuscita a trovare il tempo per postare un nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto! ecco i nuovi personaggi comparsi:

charles ( chris hemsworth ) - 
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gabriel ( jeffrey dean morgan ) - https://blog.screenweek.it/wp-content/uploads/2016/10/twd-negan-copertina.jpg

come sempre un feedback sarebbe molto gradito!
 
   
 
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