Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: roxy_xyz    06/02/2017    9 recensioni
“Quindi cosa hai combinato?” le aveva chiesto.
“Ho iscritto mamma ad un sito di incontri di maghi.”
Lo aveva detto con una scioltezza disarmante, inconsapevole di quello che aveva fatto. O della furia che avrebbe scatenato.

Rose Weasley. Harry Potter. Hermione Granger. Un mix unico per una storia in cui è Rose a dirigere lo show e non si accontenterà di aiutare sua madre a parole, o con qualche abbraccio. No. No. Lei ha in mente altro!
|Minilong 5 capitoli|Harry/Hermione|Fluff|E tante risate|
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Rose Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

II

 

Le urla si erano spostate a casa Potter, a quanto pare. Per fortuna Harry aveva scelto una casetta autonoma e quindi non doveva rendere conto a nessun vicino, ma la situazione stava davvero degenerando e lui voleva veramente dormire un po’. Non era del suo stesso parere Hermione che aveva ricevuto dieci chiamate dai suoi spasimanti nell’ultimo quarto d’ora e, quando uno di questi le aveva spiegato del suo annuncio aveva capito chi si celava dietro, Smaterializzandosi direttamente nel suo soggiorno.

“Dai, mamma. Uscire non ti farà mica male!” era stata la debole protesta di Rose.

“Come ti sei permessa? Non ho bisogno di mia figlia per cercare un uomo e, soprattutto, chi ti ha detto che ne ho bisogno? Gli uomini sono inutili!”

‘Grazie, Hermione’, era stato il suo pensiero. Non sapeva che la sua amica lo considerasse tale, visto l’uso che stava facendo di casa sua.

“Sei troppo acida in quest’ultimo periodo, ma’.”

Quando aveva sentito questo commento Harry aveva allontanato tutti gli oggetti piccoli che potevano essere facilmente usati come arma.

“Io non sono acida, sono solo una mamma impegnata che non ha voglia di uscire col primo che passa! Te ne rendi conto che mi ha chiamato anche un collega? Come farò a guardarlo in faccia domani, sapendo che… insomma, vuole uscire con me?”

Harry si era limitato a scuotere la testa. Hermione e le sue strambe idee, come se fosse successo qualcosa di grave. Più di una volta aveva sentito alcuni apprezzamenti nei confronti della sua amica, non c’era niente di nuovo. Forse gli specchi erano inutili e non gli uomini, perché era diventata sempre più bella. Come se fosse sbocciata con l’età adulta, o forse erano stati i suoi figli a renderla ancora più straordinaria.

“Sei esagerata! Non sei mica l’unica single quarant-”

“Ho trentanove anni!”

“Anno più, anno meno…” aveva commentato con nonchalance la figlia.

Harry, a questo punto, si era diretto verso la sua stanza. Un Muffiato e finalmente avrebbe potuto dormire. Come meritava.

“Dove stai andando, tu?” l’aveva apostrofato Hermione, bloccandogli la fuga.

“Sono stanco, ragazze.”

“Tu sei stanco? Non hai mai avuto un travaglio, pensa due, quindi non parlarmi di stanchezza, Harry.”

Ora che colpa ne aveva lui se era nato uomo e non donna? Bene. Se proprio non poteva stendersi nel suo amato lettone, lo avrebbe fatto sul suo divano.

“Non t’azzardare! Tu devi aiutarmi a togliere l’annuncio online, visto che mia figlia si ostina a non volerlo fare. O almeno a eliminare il numero di telefono.”

Da quando era diventato bravo in quel genere di cose? Usava il computer lo stretto necessario, ma non per altro. Di sicuro avrebbe solo combinato qualche guaio.

“Rose, dai… fai contenta tua madre.”

“No.” Braccia conserte, sguardo fiero di chi non cede mai.

“Hai sentito tua figlia?”

“Inutile, appunto!”

E no, non era mica colpa sua se quella ragazza era l’ostinazione fatta persona. Non avrebbe cambiato idea neanche con le minacce.

“Senti, non puoi evitare di rispondere alle chiamate, scusa?”

Hermione gli aveva rivolto uno dei suoi sguardi e lui si era sentito come un bambino sgridato dalla madre. La tentazione di mettersi in un angolo in castigo era tanta, e provò ammirazione per Rose che riusciva a tenerle testa. Si appuntò di non mettersele mai contro, non avrebbe mai vinto lo scontro con le due Granger.
Con calma si era diretto verso lo studio e aveva preso il portatile, sperando di aiutare la sua amica con le poche conoscenze che aveva in materia. Aveva ascoltato Rose dargli direttive per raggiungere il sito e poi, in compagnia di Hermione, aveva passato una decina di minuti a sfogliare le foto. Il suo profilo era stato studiato bene in ogni dettaglio e c’erano tantissime immagini che ritraevano la sua amica, dai tempi di Hogwarts fino ad arrivare a una che aveva scattato lui qualche settimana prima.

“Non è stato facile toglierti dalle foto. C’è voluta una vita! Eri praticamente in tutte.”

Effettivamente a Harry erano sembrate strane, come se mancasse qualcosa o qualcuno, in questo caso lui. Erano tutte davvero belle e capì perché Rose avesse scelto proprio quelle.

“Sono tutte bellissime.” aveva commentato.

“Come no! Harry, ti decidi a cancellare questo profilo o no?” Hermione scalpitava e non aveva nessuna intenzione di perdere altro tempo.

“Perché non hai scelto foto in cui c’era solo lei, scusa?” Harry non riusciva a capire le ragioni del lungo lavoro di sua nipote.

“Perché è più bella quando ci sei tu. E poi, ho usato il tuo pc e le tue foto.”

Ecco perché gli erano sembrate familiari!

“Ora è definitivamente colpa tua, Harry. Una password, no?” La solita Hermione con i soliti commenti drastici.

“Lo sai, mamma, che l’unica donna nelle foto dello zio sei tu? Non ce n’era neanche una delle sue ex.”

Le loro facce si erano colorate di un bel rosso acceso, e Rose aveva appena iniziato a divertirsi.
 “Non dire stupidaggini, è solo lo zio Harry.” aveva protestato Hermione debolmente.
Il dito di Harry aveva esitato una manciata di secondi, poi aveva cliccato sul mouse.

“Profilo eliminato con successo. Contenta?”

“No, che non sono contenta. Se tu avessi messo una password, mia figlia non avrebbe combinato tutto questo casino!”

Stanco e infuriato si era alzato dal divano. “Ora ve ne tornate a casa. Vorrei dormire almeno un’oretta prima di cena.” Non gli importava essere gentile, era nervoso e non era solo per la mancanza di sonno. Quel commento di Hermione gli bruciava ancora.

Le aveva accompagnate alla porta e salutate con un cenno della mano, ma se prima aveva desiderato che se ne andassero, dopo si era sentito davvero solo. Come lo era sempre stato, solo che se n’era accorto troppo tardi.

Aveva preso il computer e pensato a lungo a quale password scegliere, prima che il suo subconscio agisse per lui e digitasse quelle otto lettere.

 

 

 

L’indomani si era recato come al solito in ufficio, ma c’era qualcosa di diverso: le donne non facevano altro che guardarlo e rivolgergli sorrisi, mentre i colleghi non avevano smesso di parlottare tra loro neanche un secondo dopo il suo ingresso. Che diamine stava succedendo? Non dovette aspettare molto per capire il motivo di tutta quella stranezza.
Lucy, Jasmine, Beatrice, Clara. Erano state loro le prime a presentarsi in ufficio e ad affermare con assoluta certezza che lui era più bello di persona che in foto, dichiarandosi disponibili ad eventuali appuntamenti. Praticamente avevano già stilato la sua agenda ed era libero solo il mercoledì.
A questo punto, Harry aveva cercato il telefono e letto con orrore i trentacinque messaggi ricevuti, e per la prima volta in vita sua era arrivato alla soluzione dell’enigma in una manciata di secondi. Rose. E ancora Rose.
Era uscito infuriato e aveva preso l’ascensore che l’avrebbe portato al Dipartimento di Hermione. Altro che dolce e tenero zietto, avrebbe visto di che pasta era fatto Harry Potter!
Dopo aver dribblato varie donne che l’avevano fermato e alle quali lui aveva rivolto solo un sorriso stretto, si era precipitato nell’ufficio della sua amica.

“Che cavolo… Harry, mi hai fatto prendere un colpo!” L’inchiostro si era rovesciato dal calamaio e Hermione dovette usare la bacchetta per sistemare il disastro combinato sulla pergamena.

“Non me ne frega un fico secco! Hai visto cosa ha combinato di nuovo tua figlia?”

“Non saprei…” aveva detto con voce tremante, e lui conosceva davvero troppo bene la sua amica per non carpire certi messaggi. Altro che Grifondoro, quel giorno Harry Potter sembrava proprio un Corvonero, nonostante il Cappello Parlante non avesse mai preso in considerazione quella Casa per lui.

“Sei stata tu!” Dito puntato, sguardo allucinato. La sua giornata era iniziata davvero male.

“… a fare cosa, di preciso?”

“Oh, non fare la santarellina con me! Ti sei vendicata perché ieri non volevo aiutarti, ma mi sembra che, alla fine, lo abbia fatto, no? Lo sai che vuol dire per me?”

“Oh, ma Harry, quanto grave potrà mai essere? Basta non rispondere al cellulare, no?” Gli aveva girato la stessa frittata solo per fargli capire quanto fosse ragionevole e giusta la sua arrabbiatura del giorno prima.

“Per fortuna, lo tengo sempre silenzioso.  Trentacinque, anzi quaranta messaggi.”

“Addirittura quaranta? Io solo una decina…”

“Se vuoi, rimetto online il tuo profilo, Hermione.” Non poteva offrirgli quella vendetta su un vassoio d’argento, era persino troppo facile.

“Non oseresti…”

“Davvero? Ci vediamo a pranzo, allora.”

“È un appuntamento?”

Era stato un commento ironico, adatto alla situazione, ma lo sguardo che le aveva rivolto era così carico di tristezza che Hermione si era subito pentita della sua lingua lunga.

“Sono solo lo zio Harry, no? Niente di più.”

 

 

 

NdA: Cucciolo Harry! Hermione, io me lo porto a casa

A Lunedì!

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: roxy_xyz