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Autore: Nene_92    11/02/2017    19 recensioni
[INTERATTIVA - ISCRIZIONI CHIUSE]
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Londra, Giugno 2007.
Sono passati sette anni dalla gara organizzata da Antares che si è tenuta a Villa Black, che serviva per dare un nuovo erede maschio alla famiglia.
Cassiopea e Darius Levenvolde sono ormai sposati da tempo, hanno una figlia di quattro anni e un altro piccolino in arrivo.
Ma una sera, durante una festa organizzata da Cassiopea, un cadavere viene buttato dentro alla piscina, scatenando il panico tra gli ospiti.
E il cadavere, disgraziatamente per la famiglia Levenvolde, è quello di Samuel Larson, cameriere della famiglia da cinque anni.
Chi è stato davvero ad ucciderlo? E perchè? Chi lo sa, magari proprio il vostro OC!
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(La storia, per chi conoscesse la serie, è vagamente ispirata a Devious Maids - Panni sporchi a Beverly Hills. Per chi non avesse letto "Un erede per i Black" è leggibile anche singolarmente)
Genere: Generale, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La nuova dinastia dei Black'
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Ciao a tutti!
Di sotto troverete le scene con man mano tutti gli OC scelti. Come al solito la partecipazione è stata alta e così, anche se a malincuore, ho dovuto eliminare qualcuno (è stato davvero difficile, credetemi).

Detto ciò vi ripeto che chi è stato scelto deve farsi sentire almeno ogni 2 capitoli: dopo 2 di assenza il vostro OC non comparirà nel 3° e farà una brutta fine nel 4°: le recensioni nel precedente NON sono considerate ai fini del conteggio.
Spesso troverete anche delle domande a fine capitolo, alle quali dovrete rispondere.

Può anche essere che alcuni dei vostri personaggi, anche se scartati, facciano delle comparse in qua e in là.

Buona lettura! ;)

ps: le scene non sono in ordine cronologico



- Scelta OC -
 




postimage  Aysha Mayne Meghara, 25    Image and video hosting by TinyPic Eleanor Parker, 29

  postimage Aaron Morgan, 35   Image and video hosting by TinyPic Darius Levenvolde, 31



14 giugno 2007,
Londra, Ministero della Magia, Dipartimento Auror, ore 6.00 (una settimana prima)




"Capo, sono tornati."
A quelle parole Aaron Morgan, con un sospiro di sollievo, abbandonò il fascicolo che stava leggendo sul tavolo.
Poi alzò la testa in direzione di Aysha Mayne Meghara, che faceva capolino dalla porta, con i capelli leonini che le incorniciavano il volto, in attesa di una sua risposta. Infine si alzò per dirigersi in Sala Riunioni. Sentendo dietro di sè il rumore dei passi della collega seguirlo a breve distanza.

Lì, con un'aria stravolta - sintomo della nottata appena passata - si trovavano Darius Levenvolde e Eleanor Parker, entrambi con una tazza di caffè in mano, piena fino all'orlo.

"Com'è andata?" Si interessò Aaron, catalizzando tutta la sua attenzione sui due.
Era da circa due mesi - esattamente 56 giorni, gli suggerì una vocina nella sua testa - che gli era stato affidato il coordinamento di quella delicata operazione. Talmente delicata e importante che molte squadre erano state poste sotto il suo comando.

Uno sbadiglio di Darius però, gli confermò che anche quella notte non erano venuti a capo di nulla.
"L'appostamento non ha portato a niente." Rispose infatti Eleanor per entrambi "Calma piatta. Se i sensori termici non ci avessero confermato che si trovavano davvero lì dentro, neanche ce ne saremmo accorti." Spiegò.
"Maledizione!" Imprecò Aaron "E io che speravo che stanotte saremmo finalmente riusciti ad ottenere qualcosa!"
"Se non è successo nulla stanotte succederà presto." Provò a rassicurarlo Aysha, poggiandogli una mano sulla spalla. "Ormai gli stiamo con il fiato sul collo da mesi. Prima o poi faranno un passo falso. E' solo questione di tempo."
"Adoro il tuo sano ottimismo Mayne." Rispose Darius con un leggero sorriso "Ma questi sono ossi davvero duri. Probabilmente di questi appostamenti ne serviranno ancora molti, prima di riuscire a concludere qualcosa."
"Motivo in più per non perderli mai di vista, neanche per un secondo." Commentò Aaron "Chi vi ha dato il cambio?"
"Sarah Thompson e Mark Rhodes della squadra 914." Rispose Eleanor, soffocando l'ennesimo sbadiglio e cercando di coprirlo il più possibile con la mano. "Ma non credo che..." Non terminò la frase, che venne interrotta dall'ennesimo sbadiglio.
"Beh, direi che per oggi può bastare, per voi due." Commentò Morgan divertito, mentre osservava Darius cercare in tutti i modi di non imitare la collega. "Andate a casa, fatevi una doccia e, soprattutto, dormite." Ordinò. "Se si preannuncia una indagine destinata ad andare per le lunghe, vi voglio in forze, per i prossimi appostamenti." Concluse battendo le mani. "Tu invece Mayne vieni con me. Abbiamo molto lavoro da fare."
"Sì, signore." Risposero tutti e tre in coro, prima di abbandonare le rispettive postazioni.

Mentre Aysha seguiva nuovamente Aaron per il corridoio, ordinando a diversi promemoria viola svolazzanti di tenere dietro ad entrambi e urlando contemporaneamente ordini ad alcuni Auror sparsi nei cubiculi, Eleanor e Darius si diressero verso l'uscita.

"Non vedo l'ora di togliermi questa schifezza dai vestiti... e soprattutto di farmi una doccia. Puzzo come una capra." Commentò la ragazza quando si trovarono nell'Atrium, in fila per accedere ad uno dei camini che li avrebbe condotti a casa.
"A chi lo dici!" Rispose lui, vedendo finalmente il camino di fronte a lui vuoto "Ci vediamo lunedì!" Esclamò prima di sparire tra le fiamme smeraldine.
"Ehy!" Protestò Eleanor "Come lunedì? Ma se è solo giovedì! Levenvolde, torna indietro!" Strillò prima di rendersi conto di parlare al vuoto. "Non mi dire che si è preso tutto il weekend di pausa senza avvisarmi." Borbottò scuotendo sconsolata la chioma rosso fiamma. "Questa me la paga."
Poi entrò nel camino e sparì tra le fiamme anche lei.




- * - * -


   Image and video hosting by TinyPic Cassiopea Black in Levenvolde, 25   
Image and video hosting by TinyPic Gillian Greengrass in Black, 27


 Villa Black - Levenvolde, ore 6.45



Se Cassiopea avesse fatto un altro giro su quel pavimento, avrebbe lasciato un solco.

Questo fu ciò che Gillian pensò, anche se si astenne dal commentarlo ad alta voce.
Sua cugina aveva già fatto almeno trenta volte il giro del salotto - e questo soltanto negli ultimi dieci minuti. Continuava a muoversi avanti e indietro, stropicciandosi le mani e passandole nervosamente sul ventre, ormai parecchio pronunciato, essendo entrata nel settimo mese di gravidanza.

"Cassy?" Domandò dolcemente, in tono quasi materno, chiedendosi come continuare la conversazione. Di certo non poteva chiederle se stesse bene. Sua cugina non stava bene. Non finchè non avesse rivisto Darius rientrare in casa, sano e salvo.
"Uhm?" Fu la risposta della padrona di casa. "Vuoi dei biscotti Gilly?" Domandò distrattamente.
Soprassedendo sul fatto che era la quarta volta che glieli offriva, ma che non glieli portava, la ragazza sospirò. "Se hai quelli al cioccolato volentieri." Rispose nuovamente, sapendo già cosa cosa sarebbe successo.
"Ok. Adesso chiamo Cata e te ne faccio portare un vassoio." Disse la Black, avviandosi verso la porta, prima di bloccarsi sulla soglia.
"Tesoro, sono sicura che Darius sta bene." Provò a rassicurarla Gillian, alzandosi per andare ad appoggiarle una mano sulla spalla. "Perchè non vai a stenderti un po'?"
"No." Fu la secca risposta.
"Tutto questo stress fa male al bambino." Tentò nuovamente di convincerla Gilly.
"E secondo te cambierebbe qualcosa, essere stressati da seduti o da in piedi?" Ribattè Cassy nervosamente
"Io non vado a letto finchè mio marito non torna." Affermò decisa. 
"Ma..." Provò a ribattere la Greengrass, prima di essere interrotta.
"Fantastico. Si è svegliato. E scalcia anche parecchio." Commentò la Black con una smorfia sul volto, iniziando a massaggiare con vigore il ventre gonfio.
"Irrequieto come la mamma allora. Perchè quel lato non l'ha preso di sicuro da me. Io ero un angioletto da piccolo."
Darius, senza che nessuna delle due se ne fosse minimamente accorta, era sbucato alle loro spalle. E Cassiopea, dimenticandosi completamente dei calci del secondogenito, si era precipitata ad abbracciarlo.

"Tesoro, prima che tu possa pentirtene, ti avviso: puzzo da morire." Commentò l'auror divertito, spalancando però le braccia. Anelava dalla voglia di abbracciarla.
"E' per questo motivo che hanno inventato le vasche da bagno." Rispose lei prima di alzarsi in punta di piedi per baciarlo, intrecciandogli le dita dietro al collo.

Gillian guardò la scena per qualche secondo con un sorriso sulle labbra. Poi, capendo che la sua presenza non era più necessaria - e anzi, probabilmente di troppo - sgusciò via.



 

- * - * -

postimageCecilia Weiss in Evans, 26  Image and video hosting by TinyPic Nihal Black, 32


 Villa Grengrass - Black, ore 7.15


Gillian era appena rientrata in casa quando sentì delle risate provenienti dal salotto.
Per un attimo rimase perplessa, visto che non doveva esserci nessuno - escludendo i figli, che però dormivano sicuramente ancora della grossa.
Ma poi riconobbe le voci e un enorme sorriso le spuntò sul volto.
Senza neanche rendersene conto iniziò a correre verso quella stanza, finendo per saltare addosso a suo marito, che la afferrò al volo stringendola delicatamente.
"Sei tornato in anticipo!" Esclamò sorpresa, mentre la stanza attorno a lei vorticava. "Tu e North siete poi riusciti a recuperare il prezioso vaso perduto?" Lo prese in giro, riferendosi alla famosa pubblicità babbana.
Prima di metterla giù ridacchiando, Nihal la baciò. "Oh sì. E anche ad un prezzo esageratamente conveniente."

"Piccioncini, capisco che non vi vediate da tanto, ma io sono qui!" Li riportò alla realtà la voce della terza persona presente nella stanza.
Gillian, facendo finta di sbuffare, si staccò da Nihal.
Poi si lanciò sulla cugina più o meno nello stesso modo, ridendo a crepapelle e stritolandola in un abbraccio. "E' bellissimo rivedere anche te Sil... ma da dove sei sbucata, esattamente? Tu e Aster non eravate in Spagna?"
"Infatti è così." Confermò la rossa con un sorriso, appena riuscì a liberarsi della presa della bruna "E' proprio da Barcellona che Nihal 'mi ha recuperato'." Spiegò mimando le virgolette con le dita "Non c'erano passaporte dirette, dal Venezuela all'Inghilterra, così tuo marito ha fatto scalo in Spagna... e io ho deciso di fare una sopresa a tutti!" Esclamò allargando le braccia "Quindi, per favore, non dirlo a Cassy. Lo saprà anche lei a tempo debito. A proposito, come sta?" Domandò quasi tutto d'un fiato. "Non vedo l'ora di vedere quanto sua figlia Lyra è cresciuta! Sarà diventata ancora più bella immagino! E, a proposito di bambini, come stanno i tuoi? Voglio vederli!"


- * - * -


 postimage Lyra Levenvolde, 4  postimage Catalina Garcia Lopez, 25 

 

Villa Black - Levenvolde, ore 9.30


"Sveglia mi pequena!"
Al richiamo di Catalina, la piccola Lyra fece un sorrisetto furbo e poi si nascose sotto al lenzuolo, sperando forse che la cameriera non notasse le sue mosse.
E la ragazza stette al gioco. Facendo finta di nulla, si chinò sulla bambina.
Poi, quando fu a pochi millimetri dalla sua guancia, le fece una pernacchia, facendola scoppiare a ridere.

"Ah ma allora sei sveglia!" La prese in giro.
"No!" Ribattè l'altra, cercando di negare l'evidenza.
Per confermare tale ipotesi, si girò dall'altra parte, chiudendo nuovamente gli occhi.
"Che peccato!" Esclamò Cata con un sorriso furbo "E io che speravo di avere una assaggiatrice per la torta al cioccolato che devo preparare!" Continuò ridendo sotto ai baffi per la reazione che Lyra aveva avuto alle parole 'torta' e 'cioccolato' "Vabbè, vorrà dire che la mangerà tutta Diego." Concluse, sapendo perfettamente di averla in pugno.
"Nooo!" Gridò infatti la bambina, spalancando gli occhi di colpo. "Io torta!"
Catalina, a quella reazione più che aspettata, cercò di rimanere seria. "La torta può essere mangiata solo da persone sveglie." Commentò impassibile.
"Sono sveglia!" Protestò Lyra, allungando le braccine verso di lei per essere presa in braccio.
E Catalina si apprestò a sollevarla ridacchiando.



- * - * -



postimage Candice Shuterland, 27  postimage Lysbeth Chevalier, 25
 
postimage Samuel Larson, 28


Villa Black - Levenvolde, ore 8.00


Samuel Larson avanzò a passo deciso per il cortile finchè non raggiunse la fila delle "aspiranti".
O almeno quella che aveva ribattezzato come tale nella sua testa.
Gettò un'occhiata a tutte, senza prestare particolare attenzione a nessuna - chissà come mai erano praticamente tutte donne - poi estrasse il foglio di pergamena che teneva nella tasca.
"Candice Shuterland e Lysbeth Gwen Chevalier?" Domandò con tono monocorde e piatto.

Immediatamente due ragazze nella fila alzarono la testa.
Al contrario della prima, che aveva lunghi capelli castani mossi nella norma, quelli della seconda erano di un colore alquanto improbabile. Che immediatamente fece storcere il naso a Samuel.

Ma in fondo cosa gli importava? Lui doveva soltanto fare il suo lavoro.

"Con me." Si limitò a dire, facendo ad entrambe un segno col capo.

Non aspettò per vedere se le due lo stessero effettivamente seguendo o meno, così come non si fermò a presentarsi o a chiedere qualcosa sul loro conto, nonostante i tentativi di Candice di fare conversazione. Semplicemente, si limitò a condurle per il cortile, seguendo lo stesso percorso che lo aveva portato fin lì.
Finchè non arrivò alla meta.
Un tavolo di legno con quattro sedie posto in un angolo riparato.

"Sarò breve." Commentò accomodandosi e facendo loro segno di fare altrettanto.

Le due, prima di sedersi, si scambiarono un'occhiata perplessa.

"Siete state selezionate per lavorare alla festa che si terrà qui tra una settimana non per chissà quali doti come cameriere... di quelle ne potremmo trovare a migliaia. Ma perchè entrambe parecchio brave a suonare il violino. Perciò, se siete disposte a lavorare sia come cameriere che come musiciste, il posto è vostro. Per tutta questa settimana e la prossima. 3000 galeoni di compenso a testa, per una disponibilità lavorativa continua. Se accettate, dovete firmare qui."
Con un colpo di bacchetta, fece comparire un contratto già compilato, nel quale mancava solo la firma, insieme a due penne d'oca e una boccetta di inchiostro.

"Scusi ma..." Provò a domandare Candice sporgendosi appena "cosa intende con 'disponibilità lavorativa continua'?"
Samuel, prima di rispondere, spostò lo sguardo su Lysbeth, che sembrava avere dipinta in faccia la medesima domanda. "Non verranno intaccati i vostri diritti sindacali, se è questo che temete." Commentò con un sorrisetto ironico. "Tuttavia potreste essere chiamate a lavorare a qualsiasi ora del giorno o della notte senza preavviso." Spiegò "In fondo, la signora è incinta." Aggiunse come se quell'ultima frase potesse spiegare tutto.
"Perciò in queste due settimane dovremmo essere sempre a disposizione?" Riassunse Lysbeth.
"Esattamente." Annuì l'uomo "Ma immagino che questo già potevate immaginarlo. E il compenso vale ogni disturbo, giusto?"
Sia Candice che Lysbeth si ritrovarono ad annuire.

"Dove ha detto che devo firmare?"

Per 3000 galeoni in due settimane probabilmente sarebbero state entrambe disposte a fare di peggio che svegliarsi in piena notte per rispondere ai capricci di una ricca ragazza incinta.

Dieci minuti dopo, Candice e Lysbeth si stavano accordando per provare insieme, quando la voce di Samuel le raggiunse nuovamente.
"Chevalier, le do un consiglio: cambi il colore dei capelli."



- * - * -


postimage Melisandre McTavish, investigatrice privata, 25


Bassifondi di Londra, ore 7.25



"Forza bello! Vieni cinque centimetri più avanti... fallo per la zia!"

Nonostante stesse borbottando quell'incitamento da cinque minuti buoni, tale preghiera non venne ascoltata nè da Danny Mill nè, tantomeno, da Jane Anderson, la donna che si trovava con lui e che era la sua amante.

Melisandre McTavish borbottò di frustrazione.

Nonostante gli stesse con il fiato sul collo da almeno due settimane, nessuno dei due aveva fatto un solo passo falso fino a quel momento.
E proprio adesso che lo stavano facendo, lei era troppo lontana da loro per poter scattare quelle foto che li avrebbe inchiodati per sempre.
E non poteva neanche avanzare o la sua copertura sarebbe saltata, mandando a puttane tutto il suo duro lavoro.

Di punto in bianco però, la fortuna sembrò girare dalla sua parte quando Jane uscì a passo svelto dall'appartamento. E Danny le corse dietro altrettanto di corsa.

Altro che cinque centimetri! Quelli erano veri e propri metri!

Senza attendere altro, Melisandre iniziò a scattare foto a più non posso, cercando al contempo di recepire quante più informazioni possibili dalla loro conversazione - non che fosse difficile, visto che si erano messi ad urlare l'uno contro l'altro.

Soddisfatta per gli ottimi risultati finalmente ottenuti, Melisandre racattò tutti i suoi strumenti.
Poi si smaterializzò nuovamente nel suo ufficio.



- * - * -



postimage Caroline Fisher, 26, magiavvocato postimage Julia Carlisle, 28, medimaga


San Mungo, ore 7.30



Julia Carlisle attraversò a passo svelto uno dei tanti corridoi del San Mungo, completamente assorbita dalla lettura di una cartella di un paziente.
Era talmente immersa nell'attività, che non si rese conto subito di essere arrivata nella zona di smistamento di primo soccorso, caratterizzata da un andirivieni e da un vociare molto vivace, estraneo al resto dell'ospedale.


Sollevò lo sguardo dal fascicolo solo quando sentì una voce a lei nota chiamarla.
"Julia, ciao!"
Davanti a lei, con una mano malamente fasciata, si trovava Caroline Fisher.
Non che le due fossero grandi amiche, ma Caroline lavorava per un noto studio di magiavvocati, che più volte si era avvalso delle capacità di Julia, usandola come perito.
"Caro!" Esclamò la medimaga, passandola brevemente in rassegna. "Cosa hai fatto alla mano?" Domandò incuriosita avvicinandosi.
"Niente di che. Non sarei neanche venuta qui, se mio marito non avesse insistito." Spiegò Caroline con una stretta di spalle, mentre Julia toglieva la fascia per controllare l'entità del danno con i propri occhi. "Cole, in un eccesso di magia involontaria, ha rotto un vaso di vetro." Spiegò.
"Ha sei anni giusto?" Domandò Julia estraendo la bacchetta e puntandola contro la mano ferita della ragazza.
"Corretto." Rispose l'avvocato.
"Direi che è normale alla sua età." Proseguì la medimaga, borbottando un incantesimo. "Ecco fatto, la tua mano è come nuova!"
"Grazie mille!" Esclamò allegramente Caroline, guardando la mano curata "Chissà quanto avrei dovuto aspettare altrimenti! Come posso sdebitarmi?"
"Ho fatto solo il mio dovere." Rispose Julia "Ma se aspetti cinque minuti, vado a recuperare un fascicolo che serve al tuo ufficio!"
"Quale dei tanti?" Domandò Caroline.
"La perizia che mi avete fatto fare per l'omicidio Brosky. Così mi evito un giro per Londra!" 



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postimage Theophile Larson, 27, indicibile   postimage Sylvia Burke in Selwyn, 32, indicibile


Ministero della Magia, ore 9



"Buongiorno!"

Alla voce del suo collega Theophile Larson, Sylvia Burke smise per un attimo di lavorare sulla sfera che aveva davanti. "Buongiorno a te, Theo." Rispose con un leggero sorriso.
"Sono appena le 9 e tu sei già al lavoro... da quanto?" Domandò lui scherzando, avvicinandosi alla scrivania della donna.
"Dalle 7 circa. Mi conosci, sono una tipa meticolosa." Fu la risposta della donna, prima di focalizzare la sua attenzione su qualcos'altro. "E' caffè quello?" Domandò infatti, indicando i due bicchieri che il ragazzo teneva in mano.
"Uno per te e uno per me. Come al solito." Rispose Theo passandole il bicchiere contenente la bevanda bollente.
"Mio salvatore!" Commentò Sylvia allungando una mano per prenderlo e bevendone subito un sorso. "Mi serviva proprio!"
"Come hai detto giustamente tu, ormai ti conosco." Replicò lui, apprestandosi a fare altrettanto. "In fondo da quant'è che lavoriamo insieme ormai?"
"Saranno sei anni a gennaio." Rispose la donna, rimettendosi a lavorare.

Mentre buttava giù il primo sorso di caffè, Theo si appoggiò alla scrivania sulla quale la Selwyn - Burke si corresse automaticamente nella sua testa: Sylvia odiava essere chiamata col cognome del marito sul lavoro - stava lavorando, iniziando ad osservare con molta attenzione ogni minimo gesto che la donna compiva sulla sfera.
Era da circa tre mesi che stavano studiando quel particolare settore della magia pura, ma nonostante ci avessero trascorso sopra ogni singolo minuto libero, avevano fatto pochissimi progressi.

Ma ci sarebbero arrivati. Su quello Theo non aveva alcun dubbio.
Dovevano solo essere pazienti.



- * - * -


postimage  Myles Snow, 40, insegnante di Difesa contro le Arti Oscure
 
postimage Alexis Buldstrode, 25, magiavvocato


Studio del magiavvocato Kennox, ore 10.30


"Ecco, signor Snow. Faccia un'ultima firma qui." Comunicò Alexis Buldstrode, indicando col dito indice il punto nel quale Myles Snow doveva porre la firma per rendere il documento legalmente valido. "Poi abbiamo concluso."
Senza esitazione, l'uomo depose la sua firma in calce, aspettando poi che l'inchiostro sulla pergamena fosse asciutto. "La compravendita è andata a buon fine dunque?" Domandò.
"Assolutamente." Confermò Alexis annuendo. "Lei e sua moglie siete, da questo preciso momento, proprietari dell'immobile."

Myles, davanti a quella conferma, sorrise felice.
Quella casa era stata il sogno di sua moglie dal momento in cui gli aveva appoggiato gli occhi sopra.
E lui, per farle una sorpresa, l'aveva acquistata senza dirle nulla.
Non vedeva l'ora di tornare a casa, da Cat, per informarla che quella casa che le era piaciuta tanto, la casa dei loro sogni, era finalmente davvero la loro casa.

"Queste sono le chiavi della proprietà." Continuò Alexis porgendogli il mazzo. "E complimenti per l'acquisto!"
Myles si sporse in avanti per porgerle la mano. "La ringrazio per l'aiuto, avvocato Buldstrode."
"Si figuri. E per qualsiasi situazione eventuale di incertezza che dovesse presentarsi in futuro, sono qui signor Snow." Rispose Alexis stringendo a sua volta la mano dell'uomo. "Arrivederci!"



- * - * -


Amelie Northman


Amelie Northman, 29, banchiera  postimage Elliott Florence, 30, paparazzo



Villa Northman, ore 11



"Ehy! Cosa diamine sta facendo nel nostro cortile?"

Quando la soave voce di Amelie Northman raggiunse le sue orecchie, Elliott Florence sbuffò contrariato.
"Beccato..." Si limitò a borbottare, alzando gli occhi al cielo.

"Non lo sa che questa è violazione di proprietà privata?" Continuò a sbraitare Amelie, comparendo velocemente nella sua visuale armata di bacchetta. "Potrei denunciarla per violazione della privacy!"
"Essere delle celebrità comporta non averla proprio, una privacy." Si limitò a replicare Elliott, indirizzandole un occhiolino sfrontato. "Lei e suo fratello dovreste saperlo molto bene." Non sembrava affatto preoccupato di essere appena stato 'beccato con le mani nel sacco'.
Anzi, sembrava per lo più divertito.

Amelie, davanti a quella sfrontatezza, assottigliò pericolosamente gli occhi. "Mi sta provocando, per caso?" Domandò tenendolo sotto tiro con la bacchetta.
"Oh no, non mi permetterei mai." Rispose lui sarcastico.
"Se ne vada immediatamente! E lasci in pace me e mio fratello. ADESSO! O chiamo la sicurezza!" Comandò imperiosa.
"Come vuole lei, Madame." Replicò Elliott sempre con lo stesso sorriso sfrontato.
Appellando le sue cose senza fretta, il paparazzo si preparò a smaterializzarsi.

Ma mentre lo faceva non si accorse che Amelie, con un incantesimo non verbale, si era appropriata dei rullini delle foto da lui scattate fino a quel momento.



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Ebbene sì, la stragrande maggioranza sono donne. Diciamo che darò poco spazio alle love story trattandosi di un giallo (e poi molti degli OC che mi avete mandato sono già fidanzati/sposati).

Spero che vi sia piaciuto! Ci si vede tutti alla festa ;)

E a proposito di festa, prima domanda: come reagiranno i personaggi (almeno esternamente) alla morte di Larson? --> PER MESSAGGIO PRIVATO!!!


Chiedo scusa per la mancanza di immagini ma oggi tynipic sta facendo i capricci. Sistemerò appena possibile! A presto! ;)

  
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