Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Lory221B    11/03/2017    7 recensioni
La vita trascorreva tranquilla al 221B. Sherlock cercava nuovi modi per non annoiarsi e John evitava che i passatempi ricreativi del marito distruggessero l'appartamento. Poi, una mattina come tante, la figlia di John si presentò in Baker Street, con una lieta e sconvolgente notizia.
(johnlock) (non tiene conto degli eventi della quarta stagione)
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Irene Adler, John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Epilogo


Sherlock e John scesero dal taxi in una Londra nebbiosa e quasi deserta ma sempre spettacolare. In lontananza il rintocco dell’orologio del Big Ben ricordò loro che era già l’una di notte. Esausti, come se avessero  inseguito un criminale per tutta la città, entrarono adagio a Baker Street, con una leggera malinconia ogni volta che cadeva l’occhio sulla porta della signora Hudson che mancava da quell’appartamento ormai da otto anni e che aveva fatto loro l’immenso dono di lasciargli in eredità l’amato 221B.

Uno dopo l’altro salirono i diciassette gradini che li separavano dal loro appartamento e quando finalmente misero piede nel salotto, John sprofondò nella poltrona con l’intenzione di non alzarsi più, almeno per le successive dodici ore.

« Ti verrà mal di schiena se ti addormenti lì » commentò Sherlock, prendendo a sua volta posto nell’accogliente poltrona di fronte a suo marito.

« E’ stato il giorno più lungo della mia vita, non mi sentivo così dalla guerra » affermò, sistemandosi più comodamente e cercando, finalmente, di rilassarsi.

« Esagerato! » commentò soltanto il detective.

« Dico davvero, nessuna nostra avventura mi ha sfiancato come oggi »

« Non eri così stanco nemmeno in luna di miele, quando abbiamo passato venti ore di seguito a fare sesso? » chiese innocentemente il detective, sorridendo malizioso.

« Sono troppo stanco, Sherlock. Ricordami queste cose domani, magari davanti a un bicchiere di brandy »

I due rimasero in silenzio per un po’, finché John non alzò gli occhi per accorgersi che il marito, che fino a poco prima lo stava deridendo, era crollato addormentato sulla poltrona. John fece per alzarsi e andare a prendere una coperta perché stesse al caldo, quando il trillo del cellulare lo fece sobbalzare dalla sorpresa.

« Chi cavolo è? » chiese Sherlock, svegliandosi di soprassalto.

Il marito girò il display verso di lui « Mike Stamford. Dice che ha mandato un suo paziente qui da noi. Un caso interessante »

Sherlock divenne immediatamente pensieroso e assunse un’espressione imperscrutabile, come se quell’sms avesse avuto il dono di fargli riaffiorare un pensiero che covava da qualche tempo.

John che non aveva alcuna idea di cosa passasse per la testa del marito, stava per chiedergli su cosa stesse riflettendo e se avesse già capito qualcosa del caso solo sulla base dell’sms, quando  il detective esordì con una frase che lo spiazzò « Sai, verrà il giorno in cui dovremo rivedere le nostre priorità »

« Cosa intendi? »

« Mi piacerebbe poter correre per sempre per Londra, evitare pallottole, esplosioni, noi due contro il resto del Mondo ma verrà il giorno che qualcuno non più intelligente di noi ma semplicemente più giovane e atletico ci metterà all’angolo. Vorrei evitarlo, magari avremo un o una nipote di cui occuparci e da educare, stando attenti che non abbia preso qualche tratto dal nonno sbagliato »

« Era appena riuscito a dimenticare Moriarty ed ecco che rischio di trovarmi un nipote che mi fissa come lui. Avrò gli incubi tutta la notte » rispose un po’ infelice, ma Sherlock sapeva che se riusciva a scherzarci sopra voleva dire che le preoccupazioni stavano in parte passando.

« Tranquillo, lo indirizzeremo verso un lavoro ordinario, tipo il capostazione » affermò il detective sbadigliando ed entrambi scoppiarono a ridere.

Nonostante tutto il trambusto della giornata appena trascorsa, le cose erano finite per il meglio. Mycroft aveva deciso di chiudere un occhio sui furti della famiglia del Granduca, dato che erano stati messi in atto sotto ricatto. Grace aveva deciso di perdonare Christopher con una facilità che a Sherlock ricordò molto l’incredibile capacità di John di passare sopra alle cose, salvo tirarle in ballo ogni volta che stavano litigando. Naturalmente l’eccesso di emozioni della giornata aveva fatto propendere per il ritorno a casa di tutti quanti, senza continuare il week-end nella villa. Troppe cose erano successe e dovevano essere digerite, ma di una cosa ormai erano tutti certi: Grace e Christopher si sarebbero sposati e alla fine ne erano anche felici.

« Parlavi sul serio prima? Davvero mediti di andare in pensione? Di appendere il cappello al chiodo? » chiese ad un tratto John, anche lui pensieroso su quello che gli avrebbe riservato il futuro. Non si era mai soffermato a come sarebbe stata la loro vita senza i casi, aveva sempre pensato che Sherlock non avrebbe mai smesso, che anche con il bastone avrebbe seguito qualche psicopatico in giro per Londra, che nemmeno lui sarebbe riuscito a trattenerlo a casa.

« Potremo seguire casi meno movimentati, tutto qui. Poi c’è sempre quel cottage nel Sussex che ci aspetta, quello che ci ha lasciato quel cliente apicoltore per ringraziarci  »

Sorrisero prima di sentire l’inconfondibile bussata di un cliente.

« Non abbiamo chiuso la porta d’ingresso? » fece John.

« Evidentemente no, deve essere il paziente di Mike » rispose mettendosi seduto composto « E’ aperto » gridò allo sconosciuto.

Fece il suo ingresso un uomo con un abbigliamento sobrio, giovane, non oltre i 25 anni con un viso dai lineamenti marcati. Era pallidissimo, come in preda ad una forte agitazione e aveva una mano avvolta in un fazzoletto tutto insanguinato.

« Ingegnere, dov’è il suo pollice? » chiese Sherlock, facendosi serio e attirando così l’attenzione di John su due particolari: la professione dell’uomo e il fatto che quel fazzoletto nascondeva una gravissima ferita, non un semplice taglio.

« E’ rimasto dove mi è stato tagliato » rispose a fatica l’uomo.

« Sembra interessante, si accomodi mentre il dottor Watson le medica la ferita » rispose Sherlock rivolgendo uno sguardo complice a John che si era già alzato per prendere tutto l’occorrente per occuparsi del giovane.

« E tutto quello che avevi detto due secondi fa? I casi troppo movimentati, l’età… » iniziò ad elencare il marito.

« Non ho detto subito, la pensione può aspettare, John. Il gioco è iniziato »


T H E  E N D


Angolo autrice
Ciao a tutti e grazie, grazie, grazie a chi ha letto e soprattutto a chi ha portato pazienza e seguito la storia fino alla fine, nonostante lo hiatus.
E' un piccolo epilogo, una chiusura che funge anche per me da momento catartico per aver finalmente buttato alle spalle il momento di blocco creativo dovuto alla quarta stagione (o almeno lo spero), L’arrivo del giovane alla fine della storia è una citazione da “L’avventura del pollice dell’ingegnere” ovviamente dei racconti di Sherlock Holmes. Volevo chiudere in un modo che desse un’idea di Sherlock e John molto canonici, sia rispetto alla serie che rispetto ai romanzi, spero vi sia piaciuto. Non so se qualcuno si aspettava più particolari su Grace e famiglia, per me al centro della storia ci sono sempre stati John e Sherlock e con loro volevo concludere.
Un grazie particolare, in rigoroso ordine alfabetico, a Alwais, Blablia87, calock_morgenloki, Chappy_, CreepyDoll, Emerenziano, Evola_love_Beatles,fefi97,  idasg93, Koa, Melapple, Mikimac e tooflooffy_99 per tutte le recensioni, siete fantastiche!!!
Un abbraccio e spero a presto

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Lory221B