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Autore: paige95    13/08/2017    2 recensioni
Missing moments sul triangolo amoroso Hermione/Ron/Lavanda.
Dal bacio avvenuto alla fine della partita di Quiddich, Hermione tenterà in tutti i modi di far lasciare Ron e Lavanda, cercando silenziosamente di rivelare i suoi sentimenti al ragazzo, fino ad arrivare alla tanto attesa scena dell'infermeria...
Spero possa piacervi! Buona lettura :)
Dedicata a: HarryPotter394
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Lavanda Brown, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Lavanda/Ron, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Strane emozioni
 
Non riusciva ancora lui a spiegarsi come fosse riuscito nell’impresa, ma i risultati erano chiari e soddisfacenti: per quella sera Lavanda lo avrebbe lasciato in pace. Doveva studiare e quella psicopatica non gli consentiva di concentrarsi per due ore di seguito, gli era continuamente avvinghiata, come se poi avesse potuto fuggire da qualche parte, i confini del castello erano ben delimitati.
Ron percorreva gli infiniti corridoi. Decise di non prendere alcuna scorciatoia per raggiungere la biblioteca, voleva assaporarsi quel raro momento di libertà e pace. A quell’ora pochi ragazzi ancora vagavano per Hogwarts, la maggior parte di essi si era già riunita nelle rispettive Sale Comuni.
Entrò in punta di pieni nel “grande regno della cultura”, come lo definiva Hermione, e non voleva di certo dissacrarlo con i suoi modi poco aggraziati, sempre a detta dell’amica.
La intravide da lontano nella penombra, intenta nella lettura di un libro. Una strana sensazione lo percorse. Non sembrava nemmeno lei, era più trasandata rispetto al solito, indossava solo la camicia con qualche bottone slacciato sul petto, la cravatta allentata, un bastoncino tra i capelli, i piedi appoggiati sulla struttura della sedia di fianco a lei e un grosso tomo sulle gambe, che le copriva praticamente tutta la gonna. Era talmente concentrata nella lettura di quel libro, che qualsiasi cosa fosse successa, lei non si sarebbe accorta di nulla. A Ron sfuggì un lieve sorriso a quella visione; ci ripensò, in fondo non era nemmeno così strana.
Le si avvicinò lentamente, senza fare movimenti bruschi e quando si trovò esattamente difronte a lei, diede due chiari colpi di tosse.
Hermione alzò lo sguardo di scatto.
“Ronald!”
Si ricompose, mettendo i piedi a terra e il grosso libro sulla scrivania.
“Hermione, hai” le indicò la camicia slacciata fin quasi all’inizio del decolté
La ragazza si guardò nel punto indicato e si affrettò ad allacciarsi, diventando all’improvviso rossa in volto.
“Ron, che guardi??”
“Scusa, non volevo essere indiscreto” anche lui si imbarazzò per il suo poco tatto “Solo che mi fa strano vederti così trasandata, tu non hai mai un capello fuori posto”
Si fissarono per un istante, poi Hermione fu la prima a parlare.
“Te l’ho detto, sono presa dagli esami. Ma ora basta parlare e studiamo”
Ron acconsentì e si sedette vicino a lei.
 
La ragazza non riusciva a capire come da una settimana non riuscisse nemmeno a stare un metro di distanza da lui senza imbarazzarsi, come se quei pensieri così perenni nella sua mente potessero essere ascoltati da chiunque. Quella vicinanza tra Ron e Lavanda aveva risvegliato in lei sentimenti assopito. Gli era veramente molto vicino, le loro braccia quasi si sfioravano e sicuramente la difficoltà di concentrarsi su una qualsiasi lezione era palpabile.
“D-da dove vuoi cominciare, Ronald?”
Lui non le rispondeva, così si voltò alla sua destra. La stava guardando. Una sorpresa negli occhi di Hermione.
Forse una mezza idea su dove avrebbe voluto cominciare l’aveva ben chiara nella mente.
“Perché mi fissi in quel modo? Ho ancora qualcosa fuori posto?”
“No, sei perfetta” si stupì persino lui delle parole che aveva appena pronunciato
Anche Hermione si era inaspettatamente incantata a guardarlo, ma subito dopo ruppe quel contatto visivo e ritornò con lo sguardo sul libro.
“Ron, così non andiamo da nessuna parte, dobbiamo concentrarci” il suo cuore batteva all’impazzata per quella magia che si era creata inusualmente intorno a loro
“Che vuoi dire?”
Non si era davvero accorto del modo in cui la guardava o faceva semplicemente fatica ad accettarlo?
“Non distrarmi, Ron”
E a quanto pareva, nemmeno Hermione si era accorta dello sguardo che le aveva riservato qualche attimo prima, forse anche lei faceva fatica a credere di potergli piacere?
“Come faccio a distrarti, se nemmeno un bolide lo farebbe?!” rise della sua stessa battuta, spostando la conversazione su un altro piano “Comunque mi piacerebbe partire da Pozioni, non ci capisco un accidente. E non sto nemmeno simpatico a Lumacorno, non ricorda nemmeno il mio nome, quindi direi di avere tutte le carte in regola per passare l’esame. Tu cosa dici, Hermione?”
Ora era la ragazza ad essere scoppiata a ridere. Ron invece era particolarmente sconsolato.
“Sono così divertenti le mie disgrazie?”
“No, scusa, Ron” tentò di ricomporsi, ma era difficile cessare le risa “è che mi sono accorta solo ora di quanto mi sei mancato in questa settimana”
Quando si accorse di quello che le era uscito dalla bocca, diventò seria all’improvviso.
“V-voglio dire, mi sono mancate le tue battute, ma chiaramente ora la tua non era una battuta, quindi” era al limite dell’imbarazzo “Che ne dici, studiamo?”
“Hermione, sicura di stare bene?” era perplesso
“Mai” deglutì, le si era azzerata la salivazione “M-mai stata meglio, grazie”
Ron ruppe nuovamente il silenzio.
“A proposito di questo, mi spieghi perché è una settimana che mi ignori?”
A quella domanda, Hermione fece sbadatamente scivolare il librone lungo il bordo del tavolo, minacciando di cadere. Ma Ron con un tocco di bacchetta lo riportò al sicuro.
“Wingardium Leviosa”
Il cuore della ragazza perse un altro colpo.
“Te l'ho insegnato io questo incantesimo, Ronald. Non usarlo per impressionarmi” rimase un momento a fissare il libro e poi si alzò “Credo che stasera non sia l’ideale per studiare”
Anche Ron si alzò e le si parò davanti per evitarle di fare un altro passo.
“Hermione, mi dici cosa ti prende? Sono cambiate tante cose tra noi in pochissimo tempo. Io non capisco, prima passavamo tutto il giorno insieme ad Harry e adesso ti vedo solo di sfuggita nei corridoi”
Le stava esplicitamente chiedendo spiegazioni per il suo repentino cambiamento, ma lei non se la sentiva di uscire allo scoperto, di manifestare i suoi sentimenti.
“Sono io il problema, Ron. Scusa”
Una risposta troppo frettolosa e poco esauriente, che portò il ragazzo a bloccare Hermione per un braccio.
“Eh no, mia cara, troppo facile addossarsi la colpa e scappare via. Ci ho riflettuto e questa situazione si è creata da quando mi sono fidanzato con Lavanda” cercava di scrutare le sue reazioni “C’entra per caso lei?”
“Non mi sta molto simpatica, Ronald, quindi è chiaro che se tu passi tutto il tempo con lei, lo togli a noi” si accorse dopo di essere stata ambigua nel parlare “V-voglio dire, alla nostra amicizia. Io, tu ed Harry”
“Quindi vorresti che la mollassi?” sembrava quasi che la volesse sottoporre ad una prova
“M-ma certo che no. Se tu sei felice con lei, io sono felice per te”
“Hermione?”
“Che c’è?”
“Non è che, per caso, e sottolineo per caso, sei un pochino gelosa?”
Quella domanda la lasciò davvero senza parole.
“I-io, gelosa? Di te?” la risposta la conosceva, ma non riusciva a riferirla
“Scusa, hai ragione, è un’assurdità, non so nemmeno come abbia fatto a venirmi in mente una simile idea”
“Sì, Ron, sono gelosa di te” gli rispose con una calma inquietante
Il ragazzo non riusciva a credere a quello che aveva appena udito “D-della nostra amicizia?”
“No” prese un profondo respiro chiudendo gli occhi per trovare il coraggio di proseguire, sapeva che probabilmente stava rompendo un equilibrio con quella rivelazione, ma a sua difesa poteva dire che non era stata lei ad iniziare quella conversazione, stava solo rispondendo ad una domanda che le era stata rivolta “Ron, io credo di”
“Tu credi di?” era sulle spine, gli sembrava di vivere in un’altra dimensione, ma non di certo la realtà
“Di volerti molto bene” non riusciva a pronunciare quella parola
Ron ne rimase deluso, si aspettava sicuramente un altro tipo di notizia.
“E allora di cosa sei gelosa?” non riusciva a far cadere la conversazione senza aver scoperto la verità e sospettava che non fosse quella che gli era stata detta
D’improvviso Hermione lo fissò negli occhi, i quali erano lucidi, ma cercava di non far scorrere le lacrime, trattenendole all’altezza delle pupille con uno sforzo. La sua vista era appannata, ma per fortuna la luce era debole e di tutto quel travaglio interiore Ron non si sarebbe di certo accorto.
“Sei felice con lei?”
Una domanda a cui lui non sapeva dare immediata riposta. Che volesse dire qualcosa?
“Hermione, perché lo chiedi?”
Rispondeva ad una domanda con un’altra per allontanare i sospetti.
Alla ragazza sfuggì un sorriso malinconico. In quel modo non ne sarebbero di certo usciti.
“Ron, la ami?”
Amore era una parola gigantesca, probabilmente se non l’avesse baciato lei, lui non si sarebbe nemmeno accorto della presenza di quella ragazza. Che fosse un ripiego per lui? Sì, ma un ripiego che sostituiva cosa? Cosa non poteva avere, ma desiderava tanto? Le sensazioni che aveva provato quando l’aveva vista in quella penombra facevano pensare solo ad un’unica cosa.
Pensò ad alta voce.
“No, non può essere”
“Non può essere cosa?”
La guardò e si portò d’istinto le mani alla bocca per la scoperta che aveva appena fatto.
“Ron, stai per vomitare?”
Hermione non capiva più quello che stava succedendo, ad un certo punto l’amico si era messo a fare il misterioso e ignorava la sua presenza.
“Scusami, sono mortificato, ma devo andare”
Prese come una furia i suoi libri e si avviò verso l’uscita sotto gli occhi esterrefatti di Hermione.
 
La ragazza rimase immobile. Troppe emozioni l’avevano attraversata nel giro di poco tempo. Ma si stava davvero per dichiarare? Ma cosa diavolo le era passato per la mente? Doveva contenersi e riacquistare quella razionalità che tante volte la contraddistingueva dalla folla, doveva farlo per se stessa, altrimenti davvero avrebbe rischiato l’esaurimento.
Si risedette al suo posto, evidentemente scossa e riaprì il libro che Ron aveva salvato dalla rovinosa caduta. Quel contatto la fece tremare. Come avrebbe fatto a guardarlo di nuovo negli occhi dopo la chimica che si era creata tra loro quella sera?
 
Ron proseguì titubante per il corridoio, ma stavolta, a differenza dell’andata, optò per il passaggio nei ritratti. In un secondo si ritrovò davanti alla Sala Comune e rapidamente entrò nel dormitorio. Richiuse frettolosamente la porta, come se avesse paura di essere seguito, forse da se stesso e dai suoi nuovi sentimenti? Ma erano poi davvero così nuovi quei sentimenti o era lui ad averli chiari solo in quel momento?
“Ron”
Una voce impastata dal sonno lo riscosse dai pensieri.
“Ma che stai facendo?”
“Niente, Harry. Torna a dormire”
Si avviò verso il suo letto e si sedette.
“Ma dove sei stato?”
Indugiò un momento a rispondere.
“Ero con Hermione” si affrettò a chiarire “M-mi stava aiutando a studiare” ma poi che giustificazione doveva dare? Era con un’amica, o no? Era confuso
“Ron, stai bene?”
“No, Harry. Proprio per niente” forse il suo migliore amico poteva aiutarlo a fare chiarezza in quel turbinio di sensazioni in cui era entrato involontariamente “Secondo te, c’è la possibilità che possa piacermi Hermione?”
“Come??” il ragazzo fu preso alla sprovvista “Ma non stai con Lavanda?”
“Sì, ma” una confusione massima nella sua mente “Credo di amare la mia migliore amica”
Gli faceva strano anche solo pensarlo, figuriamoci dirlo ad alta voce.
L’espressione di Harry replicava da sola a quella inaspettata affermazione.
 
Continua…
   
 
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