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Autore: Vera_D_Winters    23/11/2017    2 recensioni
Sto per cimentarmi nell'ennesima Long (giuro che appena tornerà l'ispirazione ultimerò anche la kozaxbibi) e come sempre ringrazio i ragazzi del gdr onepiece caffè per la profonda ispirazione che mi regalano.
La storia come avrete intuito dal titolo è un crossover au, dove i nostri pirati preferiti saranno scolari alle prese con l'ultimo anno di liceo
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: ASL, Ciurma di Barbabianca, Nami, Nefertari Bibi, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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𝓘𝓽'𝓼 𝓼𝓹𝓲𝓷𝓷𝓲𝓷𝓰 𝒇𝓪𝓼𝓽𝒆𝓻
𝓦𝓱𝓪𝓽 𝓭𝓸 𝓘 𝓭𝓸 𝓷𝓸𝔀 𝓦𝓲𝓽𝓱𝓸𝓾𝓽 𝔂𝓸𝓾?
𝓘 𝓭𝓸𝓷'𝓽 𝓴𝓷𝓸𝔀 𝔀𝓱𝒆𝓻𝒆 𝓽𝓸 𝓰𝓸 𝓦𝓱𝓪𝓽'𝓼 𝓽𝓱𝒆 𝓻𝓲𝓰𝓱𝓽 𝓽𝒆𝓪𝓶
𝓘 𝔀𝓪𝓷𝓽 𝓶𝔂 𝓸𝔀𝓷 𝓽𝓱𝓲𝓷𝓰
𝓢𝓸 𝓫𝓪𝓭 𝓘'𝓶 𝓰𝓸𝓷𝓷𝓪 𝓼𝓬𝓻𝒆𝓪𝓶
𝓘 𝓬𝓪𝓷'𝓽 𝓬𝓱𝓸𝓼𝒆, 𝓼𝓸 𝓬𝓸𝓷𝒇𝓾𝓼𝒆𝓭 𝓦𝓱𝓪𝓽'𝓼 𝓲𝓽 𝓪𝓵𝓵 𝓶𝒆𝓪𝓷
𝓘 𝔀𝓪𝓷𝓽 𝓶𝔂 𝓸𝔀𝓷 𝓭𝓻𝒆𝓪𝓶𝓢𝓸 𝓫𝓪𝓭 𝓘'𝓶 𝓰𝓸𝓷𝓷𝓪 𝓼𝓬𝓻𝒆𝓪𝓶
𝓘'𝓶 𝓴𝓲𝓬𝓴𝓲𝓷𝓰 𝓭𝓸𝔀𝓷 𝓽𝓱𝒆 𝔀𝓪𝓵𝓵𝓼
𝓘 𝓰𝓸𝓽𝓽𝓪 𝓶𝓪𝓴𝒆 𝓽𝓱𝒆𝓶 𝒇𝓪𝓵𝓵
𝓙𝓾𝓼𝓽 𝓫𝓻𝒆𝓪𝓴 𝓽𝓱𝓻𝓸𝓾𝓰𝓱 𝓽𝓱𝒆𝓶 𝓪𝓵𝓵

 

Ma certo... ma certo. Ora erano tutti di nuovo love love e lui era l'unico babbeo che stava passando le sue vacanze natalizie a scuola. Ma certo.
Izou con forza gettò il colore sulla tela, frustrato muoveva il pennello come se fosse una frusta che tagliava il foglio di lavoro, e non accennava a placarsi.
Izou l'esteta, che dell'amore per l'impressionismo infarciva le proprie lezioni, stava creando un'opera astratta che più astratta non poteva essere, ed intanto inveiva contro i suoi presunti amici.
«Certo Bay doveva tornare a inculonia dai suoi parenti!»
Bofonchiò rabbioso gettando altro colore a macchia sulla tela.
«E Marco e Thatch sono troppo impegnati a fare il remake di nove settimane e mezzo per recuperare la lontananza  delle scorse settimane.»
Grrr, se li avesse avuti tra le mani...
«E chi è il cretino che finisce a dover controllare gli alunni che devono fare i corsi extra per recuperare le insufficienze? Ma Izou ovviamente, perchè tanto Izou non ha nulla da fare! »  
L'astio usciva ad ogni parola e ad ogni schizzo di tempera, mentre il bell'insegnante digrignava i denti, i capelli che erano sfuggiti alla matita con cui li teneva legati e che ora danzavano attorno al suo visto furente.
Aveva passato la mattina della vigilia a scuola.
Da solo.
Come un cane.
« Siete degli amici pessimi. Pessimi! »  
Urlò alla tela.
Avrebbe potuto tornare al suo appartamento dopo pranzo, ma aveva preferito rimanere a scuola a sfogare la sua ira funesta. Ovviamente se avesse immagina cosa stava per accadere non lo avrebbe mai fatto...
Nel mezzo della sua filippica la porta dell'aula infatti cigolò e dei passi risuonarono alle sue spalle, passi fatti da un paio di piedi che calzavano evidentemente dei tacchi.
Un brivido corse lungo la nuca del professore di belle arti che lentamente si voltò, come un uomo che non vuole fare movimenti bruschi davanti ad un animale feroce.
Non si erano più visti dopo quella sera del bacio, quando Izou era vilmente scappato via.
Lui non era esattamente l'uomo più virile del mondo con i suoi modi da dandy preciso e delicato, mentre Hina aveva fin troppe palle per i suoi gusti. In senso metaforico ovviamente.
Eh no, non era gay, anche se tutti lo pensavano. Bicurioso magari, dato che aveva sperimentato cose in gioventù, ma decisamente non gay. Gli piacevano le cose belle, ecco. Ed Hina era... be uno schianto di donna.
Ma la preside a suo tempo lo aveva già ferito usandolo come uno straccio e buttandolo via subito dopo, e lui non doveva ricascarci.
Ovviamente la colpa era stata proprio di Izou, che si era innamorato come un babbeo di quella donna inafferrabile come il vento. Lo avevano avvisato tutti, tutti quanti, ma lui ci era cascato lo stesso e alla fine non si era solo bruciato, si era proprio beccato un'ustione di massimo grado possibile.
Ma la vera domanda era... cosa voleva lei ancora da lui? Perchè tornava alla carica a quel modo? Ci godeva a fargli male? Voleva offrirgli altra sofferenza gratuita? Se causare dolore agli altri non le piaceva solo tra le lenzuola ma anche fuori da esse, in effetti la domanda diveniva stupida.
« Ti si sente urlare fino a fuori, Izou. »  
Come diavolo poteva essere così dannatamente sensuale solo usando otto normalissime parole? Come? Cooooomeeeee???
Lei era la donna che gli aveva insegnato tutto, e forse era quel legame a darle tanto potere su di lui... era un'ipotesi plausibile.
Restava il fatto comunque, che ora doveva darsela a gambe e alla svelta se non voleva farsi trascinare di nuovo da lei in una relazione dolorosa e unilaterale. Dolorosa non solo per i lividi che lasciava sul suo corpo, ma soprattutto per quelli invisibili che restavano nel suo cuore.
«Sono arrabbiato. »  
Ammise semplicemente cominciando a mettere a posto velocemente i pennelli e i colori.
Lei però non sembrava essere disposta a lasciarlo andare con tanta semplicità.
«Non importa. Non si urla a questo modo a scuola. Meriti una punizione esemplare. » 
La dannata promessa erotica nascosta dietro quella frase sarebbe stata chiara persino ad un bambino innocente, e Izou non era più innocente da un bel po'.
Il suo corpo reagì immediatamente come da copione, cosa di cui si vergognò abbastanza, ma riuscì a mantenere una parvenza di decisione nel tono e nella sua risposta negativa.
«Non sono più il tuo sottomesso Hina. Non fare questi giochetti con me, non funzionano più.»
Ci stava provando ad alzare la cresta, ci stava provando sul serio, ed in effetti quelle parole sembrarono sortire un certo effetto... una cosa del tutto inaspettata.
«Lo so. »  Sibilò la donna contrariata. «E' proprio questo che non sopporto. »  
Un momento... aveva udito bene? Aveva davvero sentito quelle parole?
No perchè in quel caso avrebbe dovuto rivedere praticamente tutti i suoi ultimi anni di vita.
Si sarebbero fatti male di nuovo. Sarebbe stato un casino immane.
No, non doveva cascarci, non doveva.
Una relazione tossica. Lei era tossica per lui. Troppo.
«Non mi fido di te, Hina. »  
«Nessuno ti ha chiesto di farlo. »  
«E allora cosa vuoi? » 
«Riprendermi semplicemente ciò che è mio. »
Certo lui era una sua proprietà. Non una persona, un oggetto, un giocattolo.
«Io non appartengo proprio a nessuno.»  
«Tu appartieni a me.» 
Oh be... dannazione! Come faceva a dire ancora no? Dannata Hina! E dannati tutti quanti... proprio buon natale Izou! Auguri!


«Buon natale, Sanji!!»  
Pudding gli buttò le braccia al collo e si accoccolò a lui riempiendogli il mento e il viso di baci.
La ragazza da quando aveva perso alle audizioni non era più uscita di casa, mangiava a malapena ed era piuttosto deperita. Ed ancora una volta il biondo si trovò seriamente combattuto tra il dire la verità e regalarle la pace di una bugia.
Probabilmente era solo un codardo.
La realtà dei fatti era che non riusciva a dirle nulla e si aggrappava ad ogni scusa. Prima era stata troppo stressata, oro troppo debole... non sarebbe mai stato il momento giusto.
In effetti poteva mai esistere un momento giusto per un addio?
Decisamente no. Doveva agire e basta.
«Pudding... »  
Il nome della giovane fluttuò nell'aria, ma non appena Sanji incrociò quegli occhioni fragili, ancora una volta la verità venne ingoiata.
« Buon natale anche a te, mon chere. »  
Prima o poi glielo avrebbe detto che lui sarebbe andato in Europa a studiare come chef... possibilmente prima della fine dell'anno scolastico.


Sabo compilò la domanda d'iscrizione e la inviò, pregando Dio, Buddha, il grande demone celeste, o qualsiasi cosa ci fosse lassù che essa venisse accettata.
Certo partire significava lasciare indietro i suoi affetti, ma anche liberarsi finalmente di quei genitori oppressivi che si ostinavano a cercare di dettar legge nella sua vita. Sarebbe stato uno schiaffo sonoro a tutte le loro idee e a tutte le loro convinzioni: avvocato e imprenditrice in un sistema corrotto che costruiva il suo potere ed il suo vile giro di denaro sul sangue ed il sudore di intere popolazioni che non sapevano e non potevano ribellarsi, che improvvisamente si ritrovavano con un figlio attivista, pronto a dar finalmente loro battaglia non solo con piccole ribellioni casalinghe, ma con vere e proprie campagne legali.
Le loro facce... solo ad immaginarle già si sentiva libero e potente.
Certo, credeva fermamente in ciò che sarebbe andato a fare, non si sarebbe imbarcato in quell'impresa solo per fare un dispetto ai suoi, ma le loro reazioni avrebbero sicuramente resto il tutto più gustoso.
Meno piacevoli sarebbero state invece quelle di Koala e dei suoi fratelli. Magari Ace avrebbe anche capito, ma Rufy sicuramente avrebbe puntato i piedi. E la sua fidanzata? Lei credeva in lui e avrebbe accettato la sua scelta... ma quando di loro avrebbe distrutto la lontananza? Perchè Sabo era certo di amarla quanto era certo di voler cambiare il mondo, e la seconda cosa richiedeva molto più tempo e più sforzo della prima.
La giovane lo avrebbe aspettato?
Non lo sapeva, e lui di certo non l'avrebbe obbligata.
Ma perchè rovinarsi il natale con qui pensieri ora? Già dover pranzare con quelle facce da schiaffi in sala da pranzo era un supplizio sufficiente.
Per fortuna ormai, doveva resistere solo pochi mesi.
Sperando sempre che tutto andasse secondo i piani...


Anche qualcun altro quella mattina aveva deciso di inviare una domanda alla stessa organizzazione cui l'aveva inviata Sabo, anche se per ottenere una mansione differente. Solo che nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Se la cosa fosse andata in porto sarebbe stata una bomba assurda, ma quella persona era disposta a rischiare il tutto per tutto ormai, anche se questo avesse fatto soffrire qualcuno. 
Era un puro e semplice bisogno di libertà. Nessun nobile ideale, nessuna voglia di cambiare le cose. Solo il pensiero di andare via senza regole, e conquistare ciò che nel mondo era ancora conquistabile.
Ed ora non restava altro che pregare davvero in qualche miracolo di natale.
A volte questi avvenivano, no? Bastava solo crederci.



- To be continued -
- Coming next: what I've been looking for -

   
 
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