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Autore: Crybaby    25/02/2018    2 recensioni
Introdursi sotto falsa identità in un orfanotrofio sito nel Paese dei Fiumi, per stanare e consegnare alla giustizia un pericoloso serial killer che vi ha trovato rifugio.
Insieme alle proprie insicurezze, rese ancora più opprimenti dalla recente scomparsa del maestro Asuma, saranno questi gli obiettivi della missione che Choji Akimichi si ritroverà costretto ad affrontare.
Una missione che, per lui, potrebbe essere l'ultima, e non soltanto nel caso in cui ci rimetta la vita...
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Choji Akimichi, Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Naruto Shippuuden
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Choji's Last Chance Ed eccoci qui, a un anno e 17 giorni dalla pubblicazione del primo capitolo, a leggere l'epilogo di questa storia. Una storia che però avevo già in testa da più di due anni e non ho mai accantonato.

Beh, che dire. Spero di essere riuscito a creare un giallo che vi abbia lasciato col fiato sospeso, o almeno con un pizzico di curiosità.

Ma, prima ancora, spero di essere riuscito a dare il giusto lustro al personaggio di Choji, a dipingerlo a tutto tondo senza eccedere, e soprattutto a renderlo un buon protagonista.

Voglio fare un ringraziameno speciale a Suikotsu, per le sue recensioni, le sue correzioni a tutti quegli errori di battitura che mi sfuggono sempre, e per avermi supportato dall'inizio alla fine in questo progetto :)

Un ringraziamento e un saluto va anche a Magaskawee, che ha inserito questa fanfiction nelle storie seguite, a Allymc89 e Diamon907, che sono passati per lasciarmi anche loro una recensione, e a tutti i lettori invisibili e silenziosi che sono passati per dare un'occhiata^_^

Prima di lasciarvi all'ultimo capitolo, un'AVVERTENZA.
Come per lo scorso capitolo, anche in questo (anzi, dopo. Capirete continuando a leggere dopo la parola FINE) si trova un colpo di scena di quelli enormi. Mi farebbe piacere se NON lo accennaste qualora voleste lasciare una recensione, così da evitare di spoilerare. Se avete dubbi o curiosità al riguardo, mandatemi pure senza paura un messaggio in privato.

E ora, come sempre, buona lettura!

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18.

 

Inizialmente gli ANBU di pattuglia non sembravano molto convinti, quando mi presentai a loro con l'anziana Signorina Azumi in spalla. Decisero comunque di darmi il beneficio del dubbio, e la presero in consegna. Dopo averla portata in una delle loro tende, la bloccarono in una camicia di forza e la legarono ad una sedia; quindi le versarono in faccia un po' di acqua fredda per farle riprendere i sensi, allo scopo di interrogarla.
Una volta risvegliatasi, la donna non provò nemmeno a fingere di essere innocente, anzi: forse anche per via della mia presenza nella tenda e dei miei pugni pronti a colpire di nuovo, la Signorina Azumi ammise subito la sua colpevolezza, maledicendoci tutti per non aver agito secondo i suoi piani.
Ormai la mia missione si poteva dire conclusa con successo, perciò avrei potuto benissimo uscire e godermi un meritato riposo. Invece, preferii restare sveglio un altro po' per assistere anch'io all'interrogatorio. E feci molto bene: rispetto a quanto le avevo sentito confessare davanti a Yori e gli altri, infatti, venni a conoscenza di qualche dettaglio interessante in più.
 

In principio Azumi era una semplice kunoichi proveniente da Ame, un villaggio né povero né ricco costruito durante un periodo di pace tra la prima e la seconda grande guerra. Per guadagnare più soldi e potersi permettere una vita agiata, durante la seconda guerra decise di tradire il proprio villaggio e vendersi alle due superpotenze che in quel momento erano in conflitto con il Paese del Fuoco, ovvero il Paese dell’Acqua e quello della Terra.
Come prova da far vedere ai rispettivi Kage per dimostrare le sue qualità di assassina, Azumi aveva pensato di consegnare loro i cadaveri interi di una squadra di ninja di Konoha accampati nei pressi di Ame; ma, essendo troppo ingombranti da trasportare, aveva deciso infine di portare con sé soltanto le loro facce. Fu in quel momento che nacque la sua malata passione per le maschere.
Così, togliendo la vita e il viso di centinaia di soldati del Paese del Fuoco, finì per accumulare tanto di quel denaro da riempire del tutto la grotta che usava come nascondiglio.
Ma Azumi sapeva che prima o poi i ninja di Konoha avrebbero cominciato a prenderla in considerazione e indagare su di lei. Per allontanare il rischio di essere arrestata e quindi non poter mai godere dei soldi che aveva accumulato, pensò di confondere le acque uccidendo nel suo solito modo anche un ninja originario del Paese della Terra: in tal modo, sperava che i capi del Paese del Fuoco, rinvenendo il cadavere di quel soldato nemico, pensassero che "l'assassino che rubava le facce" fosse un problema comune a tutti i Paesi coinvolti in guerra.
Il suo piano, però, fallì prima ancora di cominciare. Il ninja che avrebbe dovuto uccidere riuscì a sfuggirle. Per evitare che quell'uomo spargesse la voce, Azumi, sapendo già tutto di lui avendolo spiato in precedenza, lo seguì fino al villaggio dove viveva per assassinare lui e tutte le persone a cui era legato, fino a far saltare in aria con una cartabomba la casa in cui sua moglie e suo figlio piccolo lo stavano aspettando.
Per puro miracolo, il bimbo era riuscito a sopravvivere all'esplosione: fu proprio la sua sopravvivenza e il suo essere un orfano a far venire ad Azumi l'idea di crearsi una seconda identità, quella di benevola protettrice degli orfani di guerra. Preso con sé il neonato e trovato l'aiuto inconsapevole della Signorina Hiromi, che a quel tempo era un'infermiera, si trasferì nel piccolo Paese dei Fiumi e trovò un edificio abbandonato nel bosco, che restaurò per farne la sua nuova dimora.
Negli anni successivi, mentre la Signorina Hiromi restava a gestire l'orfanotrofio in sua assenza, Azumi ricominciò a viaggiare per il mondo. Per trovare e portare via con sé tanti bambini e ragazzi che avevano perso entrambi i genitori a causa della guerra (e a causa sua), ma soprattutto per passare prima dal suo nascondiglio e prendere un po' per volta i suoi soldi, che avrebbe poi chiuso in una cassaforte nell'orfanotrofio.
Finito di trasferire tutto il denaro, per Azumi non restava altro da fare che attuare l’ultima parte del suo piano, che le avrebbe permesso di vivere il resto dei suoi giorni nella ricchezza e con la certezza che nessuno l’avrebbe mai più perseguitata per i suoi crimini. Nell’ultimo dei suoi viaggi, opportunamente mascherata, Azumi tornò al suo nascondiglio per farsi trovare e inseguire di proposito dalla squadra di ANBU che ancora stavano indagando su di lei. Tornata nel Paese dei Fiumi, valutando bene le sue mosse li portò ad accerchiarla nell’area in cui sorgeva l’orfanotrofio; infine, un mese dopo fece trovare loro il corpo senza viso di Isoka, per dargli la certezza che il Mascheratore avesse trovato asilo all’interno della struttura.
Secondo i suoi piani, gli ANBU, una volta scoperto che l’orfanotrofio non era mai stato riconosciuto dai capi del Paese dei Fiumi, non avrebbero esitato ad invaderlo per sterminare fino all’ultimo degli orfani senza correre il rischio di causare un incidente diplomatico: così, senza più bocche da sfamare e senza più ninja di Konoha a fiatarle sul collo, Azumi avrebbe finalmente coronato il suo sogno di vivere la vecchiaia nella più totale ricchezza.
 

-E ci sarei riuscita, se non fosse stato per quell’obeso impiccion...- la sentii strillare, mentre uscivo dalla tenda.
Ormai avevo sentito tutto quello che mi interessava sapere.
Finalmente libero, raggiunsi un falò che gli ANBU avevano acceso poco lontano. Mi sedetti di fronte, appoggiando la schiena contro un albero, e chiusi gli occhi.

 

...

 

-Sveglia, dormiglione. È ora.
-Mh... Cos...
Sentii qualcuno picchiettarmi sulla spalla. Ero ancora rintronato dal sonno, ma mi sforzai di aprire un occhio.
-Mh, non è ancora l’alba... È ora di cosa?
-Di partire. Torniamo a Konoha, qui non è rimasto più nulla da fare.
-Ah, giusto... Fate buon viaggio...
-Forse non hai capito, Choji. Dobbiamo partire tutti, compreso tu.
-Oh, è vero, scusa... ...come hai detto?!
Quella notizia mi fece scattare in piedi ancora prima che mi svegliassi del tutto. L’ANBU che mi aveva parlato, un ninja con una maschera da rana, spense il falò con un secchio pieno d’acqua prima di spiegarsi.
-Insieme alla sconfitta del Mascheratore, Danzou ci ha anche chiesto di fargli un rapporto dettagliato della missione. Però, visto che sei stato tu a portarla a compimento, l’onore spetta a te.
-Capisco, il ragionamento non fa una piega... Potete darmi qualche minuto? Giusto il tempo di andare a riprendere il mio bagaglio e tornare...
-D’accordo, ma fa’ in fretta.
-Grazie, grazie infinite! Farò in un lampo!
Salutandolo con la mano, cominciai a correre attraverso la boscaglia. Questa volta sapevo già la direzione da prendere per tornare all’orfanotrofio: la notte prima, infatti, mentre portavo in spalla il Mascheratore verso l’accampamento, mi ero premunito di raccogliere un mucchietto di sassi da far cadere a terra a intervalli regolari, di modo da creare un sentiero che mi impedisse di perdermi come era quasi successo un paio di giorni prima.

A quest’ora staranno ancora dormendo tutti... Accidenti, perché tutta questa fretta di tornare a Konoha? Potevano concedermi almeno un altro giorno, giusto il tempo di salutare come si deve gli amici che mi sono fatto qui.
Il pensiero di dovermene andare alla chetichella senza dire nulla a nessuno mi fece venire un nodo alla gola, ma strinsi i denti per riuscire a sopportarlo.
...ma prometto che tornerò. Appena avrò del tempo libero, sarà la prima cosa che farò... -?!
Non appena uscii dalla boscaglia, vidi qualcosa che mi colse totalmente alla sprovvista. Seduti sugli scalini d’ingresso dell’edificio, ancora in pigiama o in vestaglia, c’erano Yori, Iwao, Nao, Naoki e la Signorina Hiromi. Evidentemente mi stavano aspettando, perché quando mi videro si alzarono tutti in piedi, e Yori agitò le braccia per farmi avvicinare.
-Ma... Ragazzi... Tutti voi, che ci fate qui fuori?- dissi, fermandomi in fondo ai gradini -non siete riusciti a dormire?
-Sì e no... Ma, più che altro, volevamo darti questo.
Così dicendo, Yori prese da terra un borsone, il mio borsone, e me lo passò al volo.
-Ouff!... G-grazie, ma... come sapevate che...
-Che saresti tornato a riprenderlo? Beh, era ovvio. Così abbiamo pensato di farti risparmiare tempo. Controlla pure se c’è tutto.
Ancora confuso, mi chinai e aprii la cerniera con un gesto secco.
-...non manca niente, mi pare... Sì, c’è tutto! ...quindi- aggiunsi, tirando la testa fuori dal borsone -sapete anche che devo partire?
-No, ma io me l’ero aspettato- parlò Yori a nome di tutti, mentre scendevano i gradini per raggiungermi -hai portato a termine una missione, quindi devi tornare al tuo villaggio per fare rapporto. È così che funziona di solito, o no?
-Sì, Yori. È esattamente quello che mi hanno appena detto. Credetemi, mi dispiace davvero non poter rimanere ancora un...
Yori alzò di scatto una mano, zittendomi all’istante.
-Non devi essere dispiaciuto, Choji. Inoltre, è meglio così. Con te ancora in giro, sarebbe molto più complicato raccontare una storia credibile agli altri orfani.
-Eh? Di quale storia parli?
-Di quella che dovrò inventarmi per giustificare l’improvvisa scomparsa di Isoka, della Signorina Azumi, e di te. Lo so, lo so, l’altra sera ti ho detto che detesto le bugie e i segreti, ed è sempre vero, però... Choji, non voglio nemmeno pensare a come la prenderebbero, se sapessero che la Signorina Azumi, l’eroina di tutti noi, in realtà... Sarà banale, ma preferisco aspettare che diventino tutti un po’ più grandi, prima di dire loro la verità.
-Farei la stessa cosa anch’io, al tuo posto. Non ti preoccupare- la rassicurai sorridendo.
-Ti ringrazio, Choji. ...ahhh...
In quella, Yori si fece seria di colpo.
-C’è... qualche problema?
-Choji, rispondimi sinceramente. È vero, quello che ha detto la Signorina Azumi, a proposito dei tuoi colleghi ninja là fuori? È vero che non avrebbero esitato a sterminarci tutti pur di far fuori anche il loro obiettivo?
Quella domanda così a tradimento mi fece perdere all’incirca un litro di sudore dalla testa. Cosa avrei dovuto dirle?
-Eh beh... Beh eh... Vedete...
-Non disturbarti, Choji- mi interruppe Yori -ti si legge in faccia che la risposta è “sì”.
-Ops... Ebbene, è così... Però non tutti i ninja di Konoha sono come loro!- esclamai, alzando entrambe le mani come per farmi scudo -ecco, vedete... Quelli lì obbediscono agli ordini di un consigliere anziano, ma l’Hokage in carica è di tutta un’altra pasta! E poi, dovete credermi, ci sono parecchi ninja, anche miei coetanei, che pongono sempre al primo posto la vita dei loro compagni e degli innocent...
Allungando un braccio, Yori mi posò un dito sulle labbra per zittirmi.
-Ti credo, Choji. Dopotutto, hai bloccato le porte e le finestre dei dormitori apposta per impedire che gli altri bambini venissero coinvolti. Inoltre, hai quasi rischiato di morire soffocato pur di proteggere noi. Ci hai salvato la vita, e a nome di tutti ti ringrazio di cuore. Sai, finora ero convinta che tutti i ninja fossero delle macchine assassine disposte anche a infilzare un ostaggio pur di uccidere il nemico... però, se tuoi coetanei sono come te, allora Konoha non dev’essere un posto così orribile come ci diceva la Azumi.
-No, infatti... E grazie... No, volevo dire, prego, per me è stato un piacere più che un dovere... Eh, sì... Eh, eh...
Ben poco dignitosamente mi grattai la nuca e ridacchiai, dando sfogo a tutta la mia modestia.
Non sono abituato a ricevere complimenti, specialmente da persone che conosco da poco tempo, per questo ogni volta che accade mi emoziono al punto da non saper più che dire. È una cosa che mi manda sempre in confusione... ma mi rende anche molto felice.
Un po’ anche per scacciare l'improvviso imbarazzo mi rivolsi agli altri tre orfani che l'avevano accompagnata, a cominciare dal più grosso.
-Ah, certo! Prima che me ne dimentichi, c'è una cosa che devo assolutamente dirti, Iwa...

-MI DISPIACE!!!

Cogliendomi alla sprovvista, tutto tremante Iwao si era prostrato ai miei piedi con la fronte schiacciata per terra, per implorare pietà.
-Mi dispiace! Mi dispiace davvero! Mi sono comportato male, malissimo! Ma adesso ho capito di aver sbagliato! Se l'avessi saputo prima non avrei mai fatto tutte quelle cose orribili, mi devi credere! TI SCONGIURO, NON VOGLIO FINIRE IN PRIGIONE!!!
Il suo cambiamento improvviso mi aveva lasciato di sasso. Tuttavia, non ero molto sicuro del fatto che fosse pentito fino in fondo. Avevo bisogno di una prova.
-Iwao... Con "tutte quelle cose orribili", ti riferisci agli insulti e i dispetti che mi hai rivolto in questi giorni senza sapere che in realtà fossi un ninja in grado di schiacciarti con un pugno se solo avessi voluto?
-B-beh, sì... CIOÈ, NO! Cioè, non solo, io... Io parlo di quello che ho fatto a Isoka!
Iwao alzò la testa all'improvviso. In viso era rosso come un pomodoro, oltre che sporco di terra. Soprattutto, stava piangendo a ridotto.
-Isoka non mi stava simpatico, e qualche volta la sua presenza mi dava fastidio, ma io non ho mai sperato che morisse! Volevo solo che la piantasse, che si arrendesse e diventasse mio amico, e... E... E per colpa mia è morto! Se mi fossi comportato meglio, se non avessi distrutto i ricordi di sua mamma... Isoka non avrebbe mai pensato di chiudersi in sé stesso e nascondersi in un buco per evitarmi e starsene da solo! Se lo avessi aiutato a stare meglio invece di costringerlo, a quest'ora Isoka sarebbe ancora vivo, e... La S-Signorina A... Azumi, non avrebbe mai pensato di ucc... Ucciderlo! È tutta colpa mia! Se... Se potessi tornare indietro... Ti scongiuro, Choji! Non portarmi in prigione! Dammi la possibilità di farmi perdonare, ti prego! TI PREGO!
Senza smettere di singhiozzare, Iwao chinò di nuovo la testa ed unì le mani per pregarmi.
Dovevo ammetterlo, non avrei mai immaginato di vederlo un giorno ridotto così. E non avevo più dubbi sul fatto che fosse sinceramente pentito... però c'era ancora qualcosa che non mi tornava. Da un tipo come lui mi sarei aspettato una reazione del tutto diversa, più orgogliosa...
Poi, dopo qualche secondo, ci arrivai da solo.
Per quanto fosse grande, grosso, caciarone e prepotente, Iwao era pur sempre e soprattutto un ragazzino. Uno che non aveva ancora affrontato i problemi della realtà. Uno che, forse per colpa degli insegnamenti della Signorina Azumi, si era convinto che la vita dovesse essere sempre semplice come un gioco. Forse, ipotizzai, non aveva mai nemmeno conosciuto i suoi genitori, e per colpa di ciò non era mai stato in grado di capire come mai Isoka sentisse tanto la mancanza di sua mamma...
-Iwao- gli dissi, sospirando -avrai fatto tante cose brutte, ma di sicuro non meriti di finire in prigione come un assassino. Dico davvero. Dai, adesso alzati.
Prendendolo per un braccio, lo aiutai personalmente a rimettersi in piedi.
-Sono... Sono p-perdonato? Io... Grazie, Choj...
-Non sei perdonato!- esclamai, spaventandolo con uno sguardo fulminante.
-Ah... No? M-m-m-ma allora cos...
-Ascolta, solo perché io non ti arresto non significa che tutte le tue prepotenze siano già acqua passata. Giusto un istante fa hai detto che vuoi avere la possibilità di farti perdonare, no?
-...sì, l’ho detto... Cosa vuoi che io faccia, Choji? Se non serve a niente chiedere perdono...
-Oh no, chiedere perdono è necessario! Prima ancora, però, devi restare in vita.
Tutti mi lanciarono un’occhiata storta, come se avessi dichiarato la cosa più ovvia del mondo. Non Iwao, però: a lui avevo già detto, la notte precedente, che se avesse continuato a mangiare il cibo che gli portava Nana prima o poi sarebbe morto.
-Stavo appunto per ricordarti di non mangiare mai più il cibo che fai rubare dalla dispensa, e di fare qualcosa per rimettere a posto il tuo fisico...
-Un momento, cos'è questa storia del cibo rubato?- si intromise Yori -c'entra forse qualcosa con le scatole che ho trovato già aperte, Choji?
-...Choji non ha colpe, Yori- mormorò Iwao, con la voce ancora tremolante -devo... Devo confessarti una cosa. Urgentemente.
-Urgentemente, eh... D'accordo. Andiamo a parlarne un po' più in là, a quattr'occhi, così non rubiamo altro tempo a Choji.
I due si allontanarono nel cortile, restando comunque nel nostro campo visivo.

Mi auguro che Yori non si infuri troppo...
 

Li lasciai perdere per un attimo, e ne approfittati per rivolgermi agli altri due orfani presenti.
-Nao, Naoki... Come vi sentite?
-...a dire il vero, non lo sappiamo ancora- rispose il fratellino, mentre la sorellina annuiva a ogni sua parola -sarà difficile riprendersi, dopo... Dopo tutto, ecco. Ma ci proveremo. ...anch'io ho qualcosa che vorrei dirti, Choji. Se posso...
-Certo che puoi!
-Grazie. Per prima cosa, volevo chiederti scusa per quella frase che t'ho detto ieri. Sai, quella storia a proposito di perderti e trovarti...
-Ah, quella... Acqua passata, Nao! Io stesso me ne stavo già dimenticando!
-Davvero? Meno male... Grazie, comunque.
Ci scambiammo una stretta di mano.
-Poi, beh- aggiunse -ci sarebbe un'altra cosa. Posso farti una domanda... un po' personale?
-Uh... Va bene, spara.
-Grazie. Allora... Beh... Oh cielo, come posso dirlo senza farti arrabbiare... Dunque, voi ninja siete in grado di trasformarvi in qualunque persona vogliate, giusto?
Annuii.
-Bene, perfetto. Allora, ecco la mia domanda. Ehh... Come mai... Come mai allora, tu, per infiltrarti nell'orfanotrofio, non hai cambiato più di tanto il tuo aspetto? Te lo chiedo, perché... perché... Choji, per quanto mi riguarda mi dissocio, ma ho sentito che le persone piacevolmente paffute come te non sono molto popolari. Se ti fossi trasformato in un ragazzo un po' più magro magari avresti potuto evitare che gente come Iwao ti prendesse in giro per il tuo fisico. Ecco, l'ho detto. Se non vuoi rispondere, non fa nient...
-Invece ti rispondo volentieri, Nao! Hai fatto una domanda molto interessante!
Nao e Naoki sbatterono le palpebre tre o quattro volte, stupiti dalla mia tranquillità.

-Purtroppo hai ragione. Quelli come me vengono sempre presi di mira dai prepotenti e dagli stupidi. Io lo so bene. Mi è successo tantissime volte quando ero un bambino, e di tanto in tanto mi capita ancora anche adesso. È vero, se mi fossi trasformato in uno smilzo mi sarei risparmiato un bel po' di grattacapi- e dicendo questo gettai un'occhiata fugace a Iwao -ma non ho mai preso in considerazione quest'idea, anzi non l'ho mai nemmeno pensata, perché io mi piaccio così come sono. E non soltanto perché l'essere robusti è una caratteristica del mio clan. Se sono riuscito ad apprezzarmi per davvero, lo devo soprattutto ai miei amici, e in particolare ai miei compagni di squadra...
Un nuovo, piccolo moto di nostalgia mi assalì in quel momento. Per mascherarlo, distolsi lo sguardo dai miei interlocutori ed alzai gli occhi verso il cielo.
-Si chiamano Shikamaru e Ino. Conosco il primo sin da quando eravamo piccoli: a differenza degli altri bambini con cui tentavo di giocare, lui non ha mai badato alle apparenze. Mi ha accettato subito, così come sono, e di questo gli sarò grato in eterno. La seconda... a dire il vero all'inizio non mi aveva preso in simpatia, ma a poco a poco, man mano che abbiamo imparato a conoscerci meglio, anche lei ha smesso di guardarmi, e ha cominciato a vedermi. Voglio molto bene ad entrambi, e so che loro ne vogliono a me. Ecco, il motivo è semplicemente questo per cui ho mantenuto la mia stazza. È stata una cosa spontanea...

-Ti invidio, Choji.
Era stato Iwao a parlare. La conversazione privata con Yori era già terminata, a quanto pareva.
-Mi invidi?
-Sì, insomma... Tu hai amici che ti accettano per quello che sei, mentre io... Mi sono reso conto che di amici veri non ne ho neanche uno. È proprio come mi avevi rinfacciato tu alle terme: tutti quelli che mi seguono lo fanno solo perché io li ho costretti con la paura...
-Non tutti- lo corressi -Nana era tua amica sin dal principio, me lo ha confidato ieri. Sotto sotto, sono certo che lo sia ancora. Ecco! Puoi cominciare da lei! Appena puoi prendila in disparte, chiedile scusa per tutto, e poi chiedile di darti una mano a tornare sulla retta via. Lei si ricorda di com’eri prima che ti venisse in mente di diventare grosso e fare il bullo, scommetto che accetterà molto volentieri di aiutarti a tornare quello che eri davvero. Dalle ascolto, e vedrai che a poco a poco anche gli altri ragazzi con cui hai voluto fare amicizia non avranno più paura di te.
-Nana... D’accordo, seguirò il tuo consiglio. Ci voglio provare.
-Bravo! ...a proposito, hai detto tutto a Yori?
-Ogni cosa, soprattutto per quanto riguarda i cioccolatini- rispose Yori per lui, sottolineando l’ultima parola mimando delle virgolette con le dita -non posso dire di non essere furiosa per i ripetuti furti... ma lo aiuterò lo stesso a perdere il vizio e rimettersi in forma. Direi che sei mesi di esercizio fisico e dieta equilibrata possano bastare per rimetterlo a nuovo.
Iwao si lasciò sfuggire un verso di sofferenza. Non potevo biasimarlo...
-Su, sei mesi passano in fretta- lo incoraggiai, dandogli una pacca vigorosa sulla spalla.

Infine, mi rivolsi all'unica persona che ancora non aveva aperto bocca.
-Signorina Hiromi... Uhm...
Non l'avevo notato, prima, ma ora che la guardavo bene in faccia sembrava come sul punto di esplodere o scoppiare a piangere peggio di Iwao.
Poveretta. Non sarà facile per lei, riprendersi dopo le ultime rivelazioni. E io l'ho pure criticata per la sua eccessiva dolcezza... C'è una sola cosa che posso fare per tirarla su.
Senza dire una parola, sorridendo, spalancai le braccia, per permetterle di darmi uno dei suoi calorosi abbraccioni.
Dopo qualche secondo, finalmente, al limite dell'ebollizione la donna fece un passo verso di me, mosse le braccia, e...
-C-Choji... N-non... Non devi preoccuparti, finché ci sarò io gli orfani saranno al sicuro!- gridò, battendosi un pugno sul petto e alzando l'altro al cielo -li proteggerò anche a costo della vita, e farò di tutto affinché non sentano la mancanza di quella vile, meschina, infame, disgustosa, ripugnante donna di facili costumi che è Azumi! Come prima cosa, mi recherò dalle autorità competenti e farò in modo che l'orfanotrofio diventi in regola! Se non vorranno ascoltarmi, li convincerò con i soldi! Sì, Azumi, proprio i tuoi soldi!
Scatenata al massimo, la Signorina Hiromi mise le mani intorno alla bocca e puntò la sua voce tonante in direzione del bosco.
-Hai sentito, racchia? Userò il tuo sporco denaro per dare un futuro a questi pargoli! Prendi e porta a casa! PRRR!!!
La sua pernacchia riecheggiò per tutta la foresta, facendo scappar via stormi di uccelli da ogni dove.
Ero rimasto di sasso, come tutti i presenti, ma non persi l’occasione di lanciare un’occhiata verso Yori, come per dirle “E così la Signorina Hiromi non è abbastanza forte, eh?”
-Beh, Signorina Hiromi... Non ho più nulla da dirle- ammisi, stringendole la mano -con una direttrice come lei, l'orfanotrofio è in ottime mani!
-Puoi dirlo forte, caro mio! Puoi dirlo forte!
 

-...beh, direi che è il momento dei saluti- sospirai, dopo aver lasciato la mano della Signorina Hiromi -purtroppo gli ANBU mi hanno dato pochi minuti, e mi sa che ne ho sfruttato anche qualcuno di più... Mh?
Ero certo di aver appena sentito dei rumori provenienti da dentro l’orfanotrofio, e quando tutti si zittirono ne ebbi la conferma. Sembravano dei passi pesanti e veloci, alternati a dei tonfi, come se qualcuno stesse scendendo le scale in tutta fretta.
I passi si fecero sempre più vicini. Poi, in cima alla scalinata, fece la sua comparsa un ragazzo che stava ancora finendo di vestirsi. Non ne vidi la testa, ancora intrappolata dentro una maglietta rossa, ma lo riconobbi ugualmente.

Rokuro?!?
-Sta' fermo dove sei, ti do una mano!- gridò Yori, bloccandolo appena prima che mettesse un piede in fallo -Signorina Hiromi, vada a controllare se anche gli altri si sono svegliati! Non li faccia scendere!
-Subito!
Mentre la donna spariva di corsa all’interno dell’edificio, Yori aiutò Rokuro a scendere i gradini, e con molta fatica riuscì poi a fargli trovare i buchi per le braccia e quello per la testa della maglietta.
-Ecco, sei a posto. Allora, spiegami dove pensavi di andare a quest’ora del...
-Yori, meno male che ti ho trovata! Ho bisogno di aiuto! Choji se n'è andato! È scomparso!!!- strillò lui, scuotendola per le spalle -mi sono alzato un attimo per andare in bagno, ho acceso la luce per trovare la porta come faccio sempre, e ho visto! Anzi, NON ho visto! Mancavano i suoi vestiti, mancavano le sue cose, mancava il suo borsone, ma soprattutto mancava lui! Corri a vestirti anche tu, Yori, veloce! Dobbiamo andare a cercarlo! ...sì?
Senza aprire bocca Yori alzò un dito davanti alla sua faccia e gli indicò la sua destra. Rokuro si girò, e finalmente si accorse anche della mia presenza.
-Ehi, ma... Quello è il borsone di Choji... E dentro ci sono le cose di Choji! E tu, tu indossi i vestiti di Choji! Ma allora...
-Ebbene, sì- ammisi -mi dispiace che tu l’abbia scoperto in questo modo, ma...
-CHE COSA NE HAI FATTO DI CHOJI???
...eh?!?
Eravamo rimasti tutti di sasso. Tutti eccetto Rokuro il quale, imbufalito come non avrei mai immaginato di vederlo in vita mia, avanzò verso di me a passi pesanti.
-Tu chi sei? Come ti sei permesso di rubare le sue cose?! Che cosa ne hai fatto del mio amico?!?
-Ro... Rokuro, che dici? Sono io Choj...
-BUGIARDO!!!
Con un salto sbilenco ma per questo impossibile da anticipare Rokuro si avventò su di me, strattonandomi un po’ dappertutto.
-Bugiardo! Io conosco bene Choji, lui non ha questi capelli lunghi! E non ha questi ghirigori disegnati in faccia! Impostore, dimmi chi sei veramente!!!

“Ahio... Allora è solo per questo che non riesce a riconoscermi? In tal caso...” -Henge No Jutsu!
Attivai la tecnica della trasformazione, riprendendo le sembianze che avevo adottato per travestirmi. Colto di sorpresa, Rokuro mi lasciò subito andare e mi fissò con uno sguardo scioccato.
Per almeno uno o due secondi, poi tornò l’allegrone di sempre.
-Choji! Allora sei davvero tu!- esclamò eccitato -perché non mi hai mai detto che sai farti crescere i capelli con la forza del pensiero? È un trucco bellissimo!
-Oh... G-grazie, ma non è niente di che... Oh cielo...
Presi a grattarmi una guancia con un dito, al limite dell’imbarazzo.

Maledizione, e adesso cosa gli racconto? Non posso scappare via senza dire una parola, ma non posso nemmeno dirgli tutta la verità! Devo farmi venire in mente un’idea! -...Rokuro... In realtà... il mio vero aspetto non è questo, ma quello di prima. Guarda, e non spaventarti.
E mi ritrasformai di nuovo, facendo però apparire prima le spirali e poi i capelli lunghi, per far abituare in qualche modo Rokuro alle mie sembianze reali.
-Oh, capisco... Ehi, adesso che ti guardo meglio non sei così diverso da come ti ho conosciuto! Non capisco, però... Perché ti sei accorciato i capelli? Temevi che la Signorina Azumi non ti facesse entrare?
-La... Signorina Azumi... No, il motivo è un altro... Ma... Rokuro, io... io non sono quello che credevi... Io...
 

-Rokuro, Choji in realtà è uno stermina-orchi in incognito.
 

Era stata Yori a parlare.
-Uno stermina-orchi?!- esclamammo io e Rokuro all’unisono.
-Sì, precisamente!- continuò lei -ma Rokuro, pensavo che l’avessi già capito da solo! Dopotutto, è ormai risaputo che Choji ha salvato tutti noi da un pericolosissimo orco, alle terme!
-...eh?- fece Iwao, inarcando un sopracciglio.
-Devi sapere, Choji- mi spiegò Yori, rivolgendomi un occhiolino -che ieri pomeriggio, tra una patatina e l’altra, Rokuro mi ha confidato le tue gesta, ma non era sicuro di aver compreso tutti i dettagli.
-Quindi- balbettò Rokuro -Choji è davvero un ammazza-orchi? Non me lo sono inventato?
-È tutto vero. Ah, e ha pure fatto sloggiare i ratti dalla palestra!
-Pure!?
-Pure. Adesso Choji partirà per nuove avventure, a caccia di nuovi orchi da fare a pezzi a suon di testate sul grugno... Ah! E già che c’è, per un tratto di strada scorterà la Signorina Azumi ed Isoka nel loro viaggio?
-Viaggio?- esclamarono tutti in coro.
-Sì. La Signorina Azumi ha deciso di fare un altro viaggio alla ricerca di altri orfani da salvare, e Isoka si è offerto di accompagnarla ed aiutarla come può, per farsi perdonare le sue trasgressioni al regolamento.
E Yori mi lanciò un altro occhiolino.
Così, quella sarebbe stata la bugia a cui gli orfani avrebbero dovuto credere negli anni a venire.
Tutto sommato... poteva funzionare, perché no?
-...esatto, Yori ha riassunto la faccenda alla perfezione! Io stesso non avrei saputo dirlo meglio!- confermai, con un sorrisone a trentaquattro denti -la Signorina Azumi ed Isoka sono già partiti e mi stanno aspettando nella foresta, non posso farli attendere oltre. Per cui...
 

Rokuro aveva cominciato a piangere.
Prima silenziosamente, poi urlando con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
-Rokuro, no! Non fare così!- gli disse Yori, stringendolo alla vita per impedirgli di crollare a terra -cerca di controllarti! Cosa c’è?
-Non è... Aaaaaaghh... Non è giusto! Choji non deve andare! NON DEVE ANDARE!!! Lui... Lui è l’unico che mi ha detto che sono molto simpatico! Nemmeno Supaida me l’ha mai detto! E LUI NON DICE MAI NIENTE!!!
Mi si strinse il cuore.
-Rokuro... vieni qui.
Yori lo lasciò andare, ma Rokuro non si mosse. Così, mi feci avanti io. Lo abbracciai stretto stretto, e gli permisi di piangere sulla mia spalla per tutto il tempo che gli serviva.
Di sicuro gli ANBU mi avrebbero maledetto per il mio ritardo mostruoso, ma in quel momento non me ne poteva fregare nulla.
-Rokuro- gli mormorai, poco dopo che ebbe smesso di gridare -non so fra quanto tempo, ma tornerò a trovarti. Te lo prometto.
Senza dire nulla, Rokuro ricambiò finalmente l’abbraccio.
-Ma tu... Promettimi che sarai felice. Yori ha bisogno del tuo sorriso.
-Lo so... Lo so!
Sciolto l’abbraccio, Rokuro si asciugò le lacrime col palmo della mano.
-Lo so... Ma... Sentirò la tua mancanza! Come faccio a sorridere? Come faccio?!? Come... Eh?
In quella, Iwao gli posò una mano sulla spalla.
-Senti un po’... Davvero non viene mai nessuno nell’aula di musica, a parte te e Yori?
Rokuro annuì.
-Te lo chiedo perché... Mi hanno appena detto che devo fare degli esercizi di ginnastica, e... Mi piacerebbe molto farli ascoltando la tua musica. Con te a battere il ritmo, saranno molto meno faticosi! Allora, che ne pensi?
Rokuro lo squadrò attentamente, per dei secondi carichi di tensione.
Poi...
-YA-UUUUUUH!!!
Il buon, vecchio Rokuro saltò addosso a Iwao, lo abbracciò e gli strinse la mano, il tutto senza smettere di saltellare come un bambino.
 

Missione compiuta, pensai, sorridendo a mia volta come un bambino.

 

...

 

Con la certezza di non aver lasciato più nulla in sospeso, il momento di dire arrivederci fu molto meno difficile da superare.
Borsone a tracolla, mi inoltrai nella foresta. Non prima, però, di essermi voltato una volta ancora per salutare i miei nuovi amici con la mano.
 

Non saprei dire come mi sentivo in quel momento. Non ero triste... né felice...
Semplicemente, stavo bene.
Avevo compiuto una missione che per le mie capacità sembrava impossibile.
Avevo consegnato un mostro alla giustizia.
Avevo risolto piccoli problemi di ragazzi e ragazze che non avevo mai conosciuto prima.
Avevo trovato nuovi amici.
Avevo reso orgoglioso Asuma-sensei.
Non appena fossi tornato a Konoha, avrei reso orgogliosi anche mio padre e i miei amici...
 

Ma prima di tutto ciò, avevo reso orgoglioso me stesso.
 

Choji Akimichi, l’insicuro e pauroso ninja obeso di Konoha, aveva dimostrato a sé stesso che anche lui vale qualcosa.
 

E non è poco!

 

FINE

 

...

 

 

...

 

 

...

 

 

...

 

 

...

 

CAPITOLO EXTRA
(All’insaputa di Choji)

 

Quel pomeriggio altri due giovani, un maschio e una femmina, avevano detto arrivederci all’orfanotrofio.
A differenza di Choji, però, quei due se n’erano andati alla chetichella.
Erano già lontani, nel bosco, quando Yori avrebbe trovato la lettera che avevano lasciato per lei.

“Naoki ha avuto un improvviso attacco di panico. Questo posto non è più sicuro per la sua salute. Devo portarla via, mi dispiace. Con affetto, Nao.”
Così c’era scritto.
E quindi, eccoli lì, a correre come dei dannati per la foresta, evitando alberi e radici sporgenti, e avere anche il fiato per parlare fra loro.
-...sei sicuro che se la berrà e non partirà per cercarci? Potevamo anche scrivere la verità e farle promettere di non parlarne mai con nessuno...
-Meno persone sanno di questa storia, meglio è. Per rispondere alla prima domanda: sì, sono sicuro. Beh, forse per qualche giorno Yori e la Signorina Hiromi, a turni, proveranno a cercarci... ma passato qualche giorno avranno già lasciato perdere, te lo dico io.
-Sarà... Ehi, certo che proprio all’ultimo abbiamo rischiato di farci scoprire! Ammettilo, anche tu stavi arrossendo mentre Choji diceva tutte quelle cose su di noi!
-...sì, lo ammetto. Mi sono emozionato. In un modo o nell’altro, Choji riesce sempre a spiazzarmi...
 

-Salve.
 

Il dialogo tra i due minuti corridori fu smorzato dall’arrivo sulla scena di un ninja alto, brizzolato e mascherato completamente tranne che per un occhio.
-Kakashi-sen... No, volevo, dire, chi sei tu? Non farci del male, siamo solo due bambini dispersi!...
-Piantatela con la sceneggiata- sentenziò il succitato Kakashi ai due pargoli -so chi siete ed esigo una spiegazione. Pensavate che nessuno si insospettisse della vostra improvvisa partenza notturna?
-Ecco... Sinceramente no! Non avete trovato i biglietti che abbiamo lasciato?
-Oh, i biglietti! “Devo partire per ordine del Quinto Hokage, non posso dire altro!”...
-Beh, Tsunade-sama era all’estero nel Paese del Ferro, impossibile da contattare in breve tempo, quindi pensavamo che la scusa potesse reggere...
-E in effetti poteva reggere... peccato per voi, però- sentenziò Kakashi, puntando un dito inquisitore -che, poche ore dopo la vostra improvvisa sparizione, il Quinto Hokage fosse tornato a Konoha per prendere un documento che aveva dimenticato. È rimasta al villaggio per pochi minuti, ma sono stati sufficienti per me per fare quattro chiacchiere con lei. E, indovinate un po’?, ha confermato i miei sospetti! Non c’è stato nessun ordine da parte sua, voi due avete lasciato il villaggio senza permesso! 
I due fuggiaschi si guardarono l’un l’altra, sudando gelido. Erano stati smascherati e non potevano farci niente.
-Q-quante persone lo sanno?- domandò uno dei due.
-Solo io e Tsunade. Per ora. L’ho convinta a far finta che vi avesse dato davvero una missione, così da coprire la vostra assenza. Ma adesso basta parlare di queste quisquilie secondarie. Voglio una spiegazione per il vostro comportamento, adesso.
I due piccoletti deglutirono all’unisono. Si scambiarono un altro sguardo, e poi, per un tacito accordo, decisero di alternarsi.
-E va bene, diremo tutto. Quel giorno eravamo liberi, e volevamo invitare Choji a cena come nostro solito. Lui però non era in casa, e un passante ci ha detto di averlo visto avvicinare da un ANBU con un messaggio di convocazione immediata per lui.
-Siamo corsi al palazzo dell’Hokage. Sapendo che al momento in carica non c’era Tsunade, ma Danzou, abbiamo temuto il peggio e non siamo stati in grado di aspettare.
-Così, prendendo il possesso di una mosca grazie al Capovolgimento Spirituale, abbiamo potuto origliare la conversazione nell’ufficio senza essere visti.
-Quando abbiamo scoperto che razza di missione Danzou aveva affidato al nostro Choji, non ci abbiamo pensato due volte. Sapendo che sarebbe partito il mattino dopo, noi ci siamo mossi già la notte stessa. Abbiamo lasciato i biglietti, e insieme abbiamo lasciato il villaggio...
-...per raggiungere il Paese dei Fiumi e l’orfanotrofio molto prima di lui. Due giorni prima, per l’esattezza. Abbiamo corso il doppio della nostra solita velocità e fatto meno soste possibili.
-Eravamo stanchissimi quando siamo arrivati, e questo ci ha aiutato a rendere più credibile la nostra mascherata agli occhi degli ospiti dell’orfanotrofio, e soprattutto agli ANBU pattugliati nei dintorni.
-Già. Ci siamo presentati come Nao e Naoki, orfani sfuggiti a un villaggio distrutto da una guerra lampo. Due giorni dopo è arrivato Choji, e così abbiamo potuto mettere in atto il nostro piano.
-Ovvero sorvegliarlo da vicino, senza farci scoprire ovviamente, e aiutarlo a risolvere il caso. Fine della spiegazione.
-Bisogna aggiungere però una cosa, la più importante! Ovvero, Choji non ha avuto bisogno del nostro aiuto! Se l’è cavata alla grande con le sue sole forze, noi non abbiamo contribuito in alcun modo alla riuscita della missione!
-Anzi, abbiamo rischiato di complicargliela. Infatti, non si sa come, abbiamo finito per entrare nella sua lista dei sospettati...
-Io lo so come! È tutta colpa di questi braccialetti d’oro! Ti ho ripetuto mille volte che non erano necessari!
-Come, no? Dovevamo passare per fratello e sorella... Non legati dal sangue, per rendere la nostra storia più drammatica e veritiera, certo... Quindi dovevamo sfoggiare qualcosa che facesse capire “ehi, quei due sono fratello e sorella, chi mai sospetterebbe il contrario”...
-ADESSO BASTA!- tuonò Kakashi, al che i due bisticcianti si irrigidirono come statue di sale.
-Mi avete molto deluso, tutti e due!- dichiarò ancora Kakashi, con il fuoco nell’occhio visibile -avete abbandonato il villaggio senza permesso, vi siete immischiati in una missione che non vi competeva... E, cosa ancora più grave, avete dimostrato di non avere nemmeno un briciolo di fiducia nel vostro compagno di squadra! Questo da voi non me lo sarei mai aspettat...
- NON È VERO!- gridarono i due finti orfani all’unisono, e stavolta fu Kakashi a rimanerci di stucco.
-Noi abbiamo sempre avuto fiducia in Choji, ma Danzou gli aveva affibbiato una missione che andava oltre le sue capacità! Non gli era mai capitato prima di andare sotto copertura, da solo! Sarebbe stata la prima volta, e lui non aveva esperienza!
-Inoltre, anzi, soprattutto, la posta in gioco era troppo alta! Choji, mai più un ninja? Ma stiamo scherzando? Danzou non poteva farci questo! Dovevamo impedirglielo!
-Tutto quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto perché ci teniamo a Choji!
Esaurito il fiato, già speso abbondantemente per correre il più lontano possibile dall’orfanotrofio, i due fedeli compagni di Choji si affidarono alla clemenza di Kakashi. L’avrebbero ottenuta?
 

-Dovreste saperlo benissimo anche voi. Nel mondo dei ninja, colui il quale infrange le regole e disobbedisce agli ordini non è altro che spazzatura...- dichiarò solennemente, preparando i due al peggio.
 

-...però, colui il quale non ha a cuore il bene dei propri compagni è peggiore della peggior spazzatura- concluse invece con tono goliardico, cancellando l’atmosfera di pesantezza che s’era venuta inutilmente a creare.
 

-...perciò... Siamo solo spazzatura, Kakashi-sensei? In tal caso, che punizione ci verrà assegnata?
-Punizione? Oh oh oh oh oh, nessuna punizione, tranquilli! Quelle che ho elencato non sono leggi ufficiali, ma la lezione di vita che un mio buon amico d’infanzia mi lasciò in eredità insieme al suo Sharingan. Per quanto abbiate rischiato di mandare tutto all’aria infrangendo una mezza tonnellata di codici, il vostro attaccamento nei confronti del vostro compagno per me vale più di tutte le leggi del mondo. Non farò alcun rapporto negativo su di voi.
I due assolti sospirarono di sollievo alla lieta notizia. Pericolo scampato e umanità mantenuta, cosa può desiderare di più un ninja?
 

-Beh, direi che è giunto il momento di muoversi- proclamò Kakashi battendo le mani -riprendendo il giusto ritmo, torneremo a Konoha prima di Choji e in tempo per accoglierlo come se non ci fossimo mai mossi da lì. Su, che aspettate a riprendere il vostro aspetto? Con quelle gambette corte non credo possiate andare da molte parti.
-Subito, Kakashi-sensei. Prima, però, ci deve promettere una cosa- disse chi aveva l’aspetto della piccolissima Naoki.
-Ho già detto che non farò parola con nessuno delle vostre azioni, Ino. Puoi stare tranquilla...
-No, non parlo di quello. Kakashi-sensei, voglio che lei ci prometta di non ridere.
-Ridere? Per quale motivo?
 

-Perché... Non sono io Ino.
 

Ciò detto, “Naoki” indicò il suo “fratellone”, che in un batter di ciglia si tramutò in una splendida ragazza dall’abito viola e dalla bionda chioma fluente, lasciando di sasso l’incredulo Kakashi.
-Se... Se Ino sei tu... Allora la bimba...
E anche la bimba cambiò forma, diventando un ragazzo dall’aria solitamente indifferente, ma che in quella precisa occasione aveva la faccia dipinta di un accesissimo rosso scarlatto.
-Volevo... essere assolutamente sicuro... che Choji non ci riconoscesse... è stata una mia idea...
-Beh, ha funzionato. È questo che conta, no?- chiese Kakashi, appoggiando una mano sulla spalla del giovane.
-Non è questo il punto, Kakashi-sensei- spiegò Ino, che non avendo promesso nulla si sentì libera di ridacchiare -è che il nostro genio al momento della decisione non ha considerato le conseguenze che il fingere di essere una bambina dovesse comportare. Come, per esempio, passare un pomeriggio alle term...
-INO, CHIUDI QUELLA BOCCA!- tuonò Shikamaru, e da quel tuono in poi nessuno dei tre fece più parola dell’argomento.

  
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